23.2.06

Senza titolo 1147







Dato che nel  post precedente  sono stato  incompleto per mancanza  di tempo   riporto qui con maggiori dettagli l'articolo  dela nuova  dsardegna del  23\2\005  che  parla dell'iniziativa del 25\2\206


La serata per De Andrè . IL convegno


TEMPIO. La cognizione del tempo, il rapporto con la Sardegna e, in particolare, la Gallura, l’amore per la vita e le ascendenze letterarie e artistiche. Di questo e altro ancora si parlerà nel convegno del 25 febbraio su Fabrizio De André, organizzato dall’omonima Fondazione in collaborazione con il Comune di Tempio che, per l’occasione, ha messo a disposizione il Teatro del Carmine. Sarà proiettato anche il video che la cineasta sarda Valentina Marcialis aveva presentato alla terza edizione del Premio De André. Coordinerà l’incontro la giornalista Carmina Conte. I quattro relatori parleranno di De André secondo prospettive diverse. Per tutti l’artista genovese è stato comunque un punto di forte riferimento. In particolare per Franca Canero Medici, grande appassionata della musica e della poesia dell’artista genovese. Docente di filosofia e storia in un liceo della capitale, Canero Medici è autrice di due particolari contributi critici sull’arte di De André, entrambi dati alle stampe tra il 2000 e il 2003 dalla casa editrice Bibliosofica “Fabrizio De André. Un volo tra amore e morte” e “Lo sguardo si fermava obliquo, un volo di ghiandaia. Per ricordare un amico”. Dietro il banco dei relatori ci sarà Carlo Facchini, una vecchia conoscenza per i “musicofili” più attenti. Facchini è stato, infatti, il fondatore, insieme a Cristiano De André, dei “Tempiduri”, gruppo di cui Faber, nelle insolite vesti di operatore del mercato discografico, produsse il primo lavoro. È inoltre co-autore, con Fabrizio e Cristiano De André, del brano “Cose che dimentico”, che, inserito in versione inedita nell’ultimo cofanetto di Fabrizio De André, “in direzione ostinata e contraria”, sarà il tema conduttore del suo intervento. Di taglio biografico e in gran parte incentrata sul rapporto che Faber ebbe con la Sardegna e con la Gallura sarà la relazione di Alfredo Franchini, giornalista della “Nuova” e collaboratore di altre testate, autore di un fortunato volume su De André. Il quarto relatore sarà Salvatore Niffoi, un apprezzato scrittore. Nell’ultimo romanzo pubblicato da Adelphi, “La leggenda di Redenta Tiria”, si può leggere sul frontespizio del libro una singolare dedica “A un amico fragile che la Voce si è portato via”. L’amico fragile, secondo Niffoi, è proprio De André. (g.p.)

22.2.06

Senza titolo 1146


*La voce degli alberi*

“Vorrei scendere e camminare e abbracciare il vento, ma non posso. Mi piacerebbe andare incontro al temporale correndo, ma non posso. Vorrei innalzare un inno a questo spettacolo meraviglioso, ma le parole mi nascono nel cuore e mi muoiono in bocca. Dovrei essere uno spirito libero per poter gioire, ora. Sono invece un uomo provato dalla Sofferenza e dalla perdita della Speranza. Non sono solo, ma provo solitudine. Non è freddo, eppure provo freddo. Tre anni fa mi sono ammalato ed è come se fossi morto. Il Deserto è entrato dentro di me, il mio cuore si è fatto sabbia e credevo che il mio viaggio fosse finito. Ora, solo ora, comincio a capire che questo non è vero. La mia avventura continua, in forme diverse, ma indiscutibilmente continua. Nove anni fa, nel Deserto del Sahara, stavo cercando qualcosa. Credevo di essere alla ricerca di me stesso e mi sbagliavo. Pensavo di voler raggiungere un traguardo e mi sbagliavo. Quello che cercavo non era il mio ego o un porto sicuro, ma una rotta verso quella terra per me così lontana dove abitano Amore e Speranza.”

*La mia malattia*

Ci sono malattie con le quali è possibile vivere. Altre con cui è possibile convivere. Infine, ve ne sono alcune alle quali si può sopravvivere. La sclerosi laterale amiotrofica non rientra in nessuna di queste tre categorie, è una malattia che non lascia molto spazio di manovra e che può essere affrontata soltanto sul piano della resistenza mentale. Se, infatti, ci si confronta con essa sul piano fisico si è sconfitti in partenza. L'intelletto è l'unica risorsa che può aiutarti. Per quanto riguarda gli esempi pratici, se ne facessi uno, il lettore potrebbe apprezzarlo così come un cieco al quale è stato chiesto cosa prova nel vedere un tramonto

*Scrivere una parola*

Mediamente, impiego 30 secondi per scrivere una parola. Questo, di fatto, significa che, per me, le parole sono una risorsa scarsa. Rispetto a quando stavo bene e potevo liberamente disporre della mia voce, il mio modo di scrivere, e, in parte, di pensare, ha subito dei cambiamenti.

Trovandomi costretto a dover fare economia di parole, devo puntare con decisione a quei concetti che ho definito, per comodità, concetti conclusivi. Certo, questo modo di scrivere ha fatto perdere ai miei scritti una buona parte della loro ricchezza e complessità, tuttavia, è possibile, anche in questa condizione di restrizione della mia libertà espressiva, un vantaggio: il fatto di dover puntare al cuore di un problema, o di un tema, con il minor numero possibile di battute, mi costringe, letteralmente, ad essere chiaro con me stesso, prima ancora di esserlo con gli altri.

*Come un muto restituì la parola a 50 premi nobel*

Alcune persone, si contano sulla punta delle dita, sostengono che io sia stato strumentalizzato. A questi, rispondo che proprio io, muto, ho, in realtà, restituito la parola a 50 premi Nobel, e a centinaia di scienziati di tutto il mondo, anche loro resi muti, in Italia, dal silenzio della politica ufficiale e del sistema informativo, su temi fondamentali per la vita, la salute, la qualità della vita, e la morte, dei cittadini italiani (…). La circostanza che una persona gravemente malata, che non può camminare, che per comunicare è costretta ad utilizzare un sintetizzatore vocale, viva pienamente la propria esistenza, questa circostanza, dicevo, rischia infatti di scuotere le coscienze, le agita, le mette in discussione. Il fatto poi che io abbia sollevato una questione politica, che non abbia accettato di rappresentare un cosidetto caso umano, che abbia scelto lo strumento della lotta politica, infastidisce enormemente. Perché, in Italia, la persona malata, non appena una diagnosi le fa assumere questo nuovo status, perde immediatamente, elementari diritti umani, e tale perdita è tanto maggiore, quanto poi più gravi sono le condizioni di salute della persona in questione. La mia, la nostra battaglia radicale per la libertà di Scienza, mi ha consentito di riaffermare, in particolare, la libertà all'elettorato passivo, il poter essere cioè eletto in Parlamento, per portare istanze delle quali nessun'altra forza politica, vuole, e può essere portatrice.

*La battaglia che mi ha scelto*

La battaglia radicale, alla quale sto dando spirito e corpo, è quella per le libertà, e in particolare quella di ricerca scientifica. E' una battaglia radicale che non ho scelto, così come Marco Pannella non mi ha scelto e designato alfiere, porta bandiera della libertà di Scienza. E' una battaglia radicale che mi ha, ci ha scelto. La stiamo combattendo, così come si vive un'esistenza, percorrendola, sapendo che non la si è scelta, ma che se ne può essere gli artefici nel suo divenire.

*Invettiva agli ipocriti*

Voglio affrontare un argomento che credo sia di un certo interesse, almeno lo è, per me. Mi sono spesso domandato quale potesse essere il significato della mia esistenza, e il contributo che avrei potuto dare a me, e ai radicali italiani. La risposta, è al tempo stesso semplice e complessa, così come, semplici e complessi, sono tutti i fatti della vita di una persona. Dopo questo lungo pippone, ho optato per un taglio conclusivo comico, in modo tale da non essere mandato a fare in culo, prima della fine, di questo mio, non breve, intervento.

In primo luogo, il significato della mia esistenza è quello di viverla, così come mi è consentito, punto e basta. Nella mia avventura radicale, la cosa più importante, che penso di essere riuscito a realizzare, è quella di aver fatto di una malattia, una occasione di rinascita, e di lotta politica. Di avere avuto la forza e il coraggio, di trasformare il mio privato in pubblico. Di avere ribadito che la persona malata è, innanzitutto persona, e come tale, ha diritto a vivere una esistenza piena, e libera, contro il senso comune e le ipocrisie quotidiane, che vorrebbero, invece, relegarci in una terra di nessuno.

Che cosa può succedere quando ci si ritrova su una sedia a rotelle e senza voce? Succede di tutto. Il silenzio si fa, però, parola, anche se, parola interiore.

Così, uscendo dall'albergo, per andare a piazza del Pantheon, mi si avvicina una signora, che, guardandomi le gambe, e non negli occhi, mi domanda se sono sordo. Non posso parlare, ma la mia voce interiore le dice, Brutta imbecille, se mi guardassi negli occhi, e non le gambe, non ti ci vorrebbe molto, a capire che ci sento benissimo, anche se non ho nessuna voglia di ascoltare le tue cazzate. Tornando in albergo, il portiere domanda a Maria Antonietta, se posso salire da solo i tre gradini, sui quali non è stata predisposta la pedana di accesso per i disabili. Ma, brutto testa di cazzo, replica la mia voce interiore, ti sembra che se potessi farlo, me ne starei seduto su una sedia a rotelle? A Milano, Vincenzo Silani, un neurologo squallido, che sta facendo di tutto, per opporsi al protocollo di studio, nel quale sono stato arruolato, incontrandomi un anno e mezzo fa, nonostante fossi il paziente più grave, mi ha ricevuto per ultimo, facendomi passare davanti, anche quei pazienti, che avevano un appuntamento successivo al mio. Una volta entrato, non sapendo ancora, chi fossi, mi ha messo nelle mani del suo assistente. Con aria scocciata mi ha poi, spiegato che non c'era niente da fare, che si trattava di una malattia incurabile, come se non lo sapessi già, e mi ha consigliato di tornarmene a casa, dal momento che, di lì a poco, non mi sarei nemmeno potuto più muovere. La mia voce interiore, gli ha risposto: grandissimo pezzo di merda, ho già sepolto uno dei medici che mi ha fatto la diagnosi infausta, e non è detto, che non riesca a sopravvivere anche a te, che con le tue parole false, stai distruggendo la speranza di migliaia di malati, che confidano nella ricerca sulle cellule staminali. La ragione per la quale, tu macellaio, ti opponi a questa sperimentazione è tremenda, non vuoi perdere le parcelle dei tuoi pazienti che, uno dopo l'altro, ti stanno abbandonando.

Ancora, questa volta a Roma, non direttamente a me, ma a Maria Antonietta, c'è qualcuno, che le chiede se posso o no, scopare. La mia voce interiore, risponde, nuovamente: la sclerosi laterale amiotrofica colpisce la muscolatura volontaria, e non le funzioni sessuali. Certo, non posso fare tutte le posizioni del Kamasutra, ma un po' me la cavo anche io, brutto imbecille! La scorsa settimana, mi sono recato in una sanitaria per ordinare la mia nuova sedia a rotelle, quella con il supporto per la testa. Lì, ho incontrato il marito di una malata di sclerosi laterale amiotrofica, che rivolgendosi, chiaramente, sempre a Maria Antonietta, mi ha detto: poverino, non è che al partito ti fanno strapazzare troppo? E quando sei stanco, come fai? La mia voce interiore gli ha risposto: primo, poverino un pezzo di cazzo! Secondo, sono io ad avere deciso di strapazzarmi , non gli altri per me. Terzo, siccome, sono sempre molto stanco, tanto vale dare un senso politico a questa stanchezza. Quarto, nonostante tua moglie sia malata come me, non hai capito minimamente, che tutto quello che sto facendo è anche per lei, e non solo per me. Ma va a fan culo! C'è però, una cosa, che non mi è stata mai detta direttamente: povero andicappato, sei stato strumentalizzato. Il motivo è semplice. La mia voce interiore avrebbe chiamato il mio avvocato, trasformandosi in un messaggio di posta elettronica, per far partire una denuncia per diffamazione. Si sa, il 99 per cento delle persone è senza coglioni, e quando si tratta di affrontarsi a viso aperto, gli occhi puntati negli occhi, non ce la fa proprio, e allora abbassa lo sguardo.

*Noi che non possiamo aspettare*

C'era un tempo per i miracoli della fede. C'è un tempo per i miracoli della Scienza. Un giorno, il mio medico potrà, lo spero, dirmi: Prova ad alzarti, perché forse cammini.

Ma, non ho molto tempo, non abbiamo molto tempo.

E, tra una lacrima ed un sorriso, le nostre dure esistenze non hanno certo bisogno degli anatemi dei fondamentalisti religiosi, ma del silenzio della libertà, che è democrazia. Le nostre esistenze hanno bisogno di una cura, di una cura per corpi e spiriti.
Le nostre esistenze hanno bisogno di libertà per la ricerca scientifica. Ma, non possono aspettare.
Non possono aspettare le scuse di uno dei prossimi Papi.



Tratto dal suo libro

Senza titolo 1145



 devo metterci  più serieta   nel fare le cose  ,  più impegno  .  questa frase presa  dal mio archivio cartaceo ( fato di quaderni \  zibaldoni , agende  )  trova conferma sia  in questa canzone  già postata   su questo blog  ( ma non ricordo quando  e dove  )   di Enzo del re  ( che  funge anche  da  colonna  sonora  all'omonimo film  sulla  vicenda  di  radio alice---  la famosa  radio del moviemnto del '77 --  e il  film trovate  qui tutto querllo che  vi serve  )


» Lavorare con Lentezza «


Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo
chi è veloce si fa male e finisce in ospedale
in ospedale non c'è posto e si può morire presto
Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo
la salute non ha prezzo, quindi rallentare il ritmo
pausa pausa ritmo lento, pausa pausa ritmo lento
sempre fuori dal motore, vivere a rallentatore
Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo
ti saluto ti saluto, ti saluto a pugno chiuso
nel mio pugno c'è la lotta contro la nocività
Lavorare con lentezza senza fare alquno sforzo
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza

e di questo bellissimo articolo  di concita de gregorio  tratto  dalla  rubrica Invece  che  tiene  su   www.dweb.it
più  precisamente  dal n °485

Universi sensibili e altre storie

Nell'armadio dei fantasmi entra un bimbo alla volta; è illuminato quando è aperto, diventa buio quando si chiude. L'armadio mare ha una scatola piena di sabbia, l'armadio soffitta ha una scala dentro. E l'armadio dell'orco, russa


Il maestro di scherma è un tipo simpatico. È stato atleta e adesso dirige la scuola: si è un po' appesantito nel fisico e nello spirito ma meno di altri. È soprattutto preoccupato che nella nuova gestione della palestra adesso gli tocchi anche occuparsi delle pulizie e dei turni dei custodi. Con la nuova incombenza non sono arrivati nuovi soldi, ma tanto si sa che le cose vanno così. Molto di quello che funziona è per la buona volontà e la passione di chi lo manda avanti, mica per altro. Ha figli piccoli, sa come trattare i bambini e dice in modo un po' brusco cose molto sensate. "Negli ultimi anni abbiamo cambiato metodo, perché i ragazzini ora non sopportano più le attese lunghe. Non hanno pazienza, non stanno mica due anni a fare esercizio prima di prendere l'arma in mano: vogliono tirare subito, se no non si divertono. E siccome, se non si divertono, protestano coi genitori, dicono che non vogliono venire più, così i genitori li assecondano e non li mandano più. Allora vede che per avere un vivaio, per tenerli qui a scuola bisogna trovare un compromesso. Adattarsi un po' ai loro tempi, che sono quelli di chi ha fretta. Metterli subito in pedana e poi mostrar loro, a poco a poco, con la pratica, che ci sono cose che hanno bisogno di un percorso, che c'è una fatica da fare per arrivare: mica tutto si ottiene spingendo un bottone". È questa la grande battaglia, infatti. Restituire ai bambini il senso del tempo. La battaglia fra genitori e figli, la fatica che si fa a dire di no, a insistere, a resistere alle loro proteste. Ci sono cose che hanno bisogno di un tempo anche lungo: di solito sono molto belle, le più importanti. Un percorso a piedi, quando è possibile. "Mamma andiamo in macchina dai ti prego sono stanco". No, camminiamo. "Ma perché dobbiamo camminare, lo vedi che nessuno cammina? Almeno in autobus, dai". Andiamo a piedi così vediamo le cose intorno, e poi sappiamo quanto tempo ci vuole ad andare da un posto all'altro. E se siamo stanchi ci fermiamo. "Uffa però". Il viaggio, ecco, per il viaggio serve tempo. La musica: per imparare a leggere uno spartito e poi a suonarlo serve tempo. Noia, fatica, tempo dedicato. Dipingere, costruire. Fare bene le cose con le mani. Ascoltare: per ascoltare con attenzione serve tempo, e siccome tutti vogliono essere ascoltati e nessuno ha tempo di ascoltare, finisce che si paga un professionista, alla fine. Professionisti dell'ascolto e del tempo dedicato. Dai che oggi andiamo a vedere una mostra. "No, ti prego, la mostra no, ci sono i Simpson in tv, la mostra è noiosa". Andiamo e basta: la guerra prevede atti d'imperio. L'esposizione si chiama "Universi sensibili", l'ha costruita un artista artigiano un po' scombinato, ha uno strano cappello, quando si arrabbia se ne va ma poi torna. Si chiama Antonio Catalano. Ha costruito degli armadi dentro cui devi entrare, "armadi sensibili". Si entra uno alla volta. Un bambino alla volta. È l'armadio dei fantasmi, che dentro è illuminato quando è aperto e diventa buio quando si chiude, con le ombre. L'armadio mare, con una scatola piena di sabbia che contiene il rumore del mare. "Apriamola". Non si apre, il rumore non si vede: si sente. L'armadio-soffitta, con una scala dentro. L'armadio dell'orco che dorme, quando lo chiudi russa. Il tempo rallenta. I bambini entrano e non escono più. Poi ci tornano, uno per volta. Si nascondono. E dopo? Dopo venite con me, ma piano piano, uno per volta: vi faccio vedere gli esperimenti del mago Cotrone, come non funzionano le cose. Il mondo quadrato, il libro inchiodato. "Aprilo". No non si può aprire. Secondo voi cosa c'è scritto dentro? E così torna il tempo della parola, dell'invenzione, della favola: un tempo lungo, ore, un tempo rispettoso degli altri, in cui ciascuno ha un turno per dire e un turno più lungo per ascoltare. Non è vero che è difficile vincere la battaglia del tempo: loro, i bambini, sarebbero pronti. Non è difficile per loro: è difficile per noi. È più scomodo, più impegnativo. Più faticoso che dargli retta e dire ok, allora a scherma se vuoi non ci vai più. I Simpson li vedi anche domani, non c'è nemmeno bisogno di registrare, tanto sono sempre repliche. Andiamo.

21.2.06

Senza titolo 1144


L’amante dei libri si distingue dagli altri per il fatto che non potrebbe vivere senza la sua biblioteca, posto isolato e magico dove lasciarsi catturare dalle voci del passato. E quante volte, nella mia lussureggiante Bagdad, mi ritrovai a fantasticare su che cosa accadrebbe se credenti e infedeli si combattessero soltanto a colpi di inchiostri e calamai! Pochi uomini ho conosciuto che fossero appassionati dicarte più del celebre al-Jàhiz, autore di quel capolavoro davvero esilarante che è Il Libro degli Avari.


La sua biblioteca personale gli andava così stretta! Divorava traduzioni di opere greche e siriache e tutto ciò che gli capitava sotto mano. A volte, poiché alla sua bramosia di leggere e di imparare non bastavano mai i manoscritti che aveva acquistati, prendeva talvolta in affitto i negozi dei librai e vi si installava comodamente per intere giornate. Né gli capitò mai fra le mani un qualche trattato senza che lo studiasse da capo a fondo. Le circostanze della sua tragica morte furono tali che tutti i veri sapienti ne provarono invidia: dal momento che era sua abitudine accatastare pile e pile di libri di cui si circondava ed essendo stato colpito in vecchiaia da una parziale paralisi che gli impediva agili movimenti, un giorno un’autentica montagna di fogli gli cadde addosso… seppellendolo.


D’altronde, anche lo storico Ibn Tiqtaqaqa’ soleva dire maliziosamente:


"Il libro è un compagno che non tradisce, che non annoia e che non ti fa dei rimproveri quando lo maltratti"; mentre ai figli rivolgeva volentieri il seguente ammonimento:


"Quando passate pei mercati, fermatevi soltanto davanti alle botteghe di armi e di libri".


Dello stesso tenore erano le parole del poeta al-Mutanabbi:


"Il più onorevole posto in questo mondo è la sella di un corsiero, ed il miglior compagno sarà sempre il libro",


oppure quelle di Ibn ’Abd Rabbih:


"Quale buon compagno è un libro, quando sei solo! Con esso puoi distrarti, anche se coloro che amavi ti hanno tradito."


Sappiatelo, comunque, in conclusione: il vero paradiso è tappezzato di libri! Altro che urì…


Iacovella

Senza titolo 1143



pur  non condividendo  la sua  appartenenza   al  gruppo dei degli ondivaghi   radicali che  vagano da destra  a sinistra  ( nonostante  abbiano  giuste  battaglie  )  compiango la  sua scomparsa  e  il suo spirito libero  che  ha  fatto delal  sua  malattia una  slotta pèer  tutti  .   . Ha detto di lui Umberto veronesi ( uno scienziato per il SI   al treferendum  di  giugno 2005 )  << Ma sta a noi  ad ogni individuo  che cammina verso la vita, non arrendersi e camminare fino all’oasi che ristora il deserto >>   vittima  della famigrerata  e vergognosa di un paese civile  , imposta dal vaticano il quale  ha  fatto fallire il referendum    legge 40 del 2004  qui il testo ( a voi ogno  commento in merito   ) per la  quale  si  è tenuto  un referendum  fallito  sia per le pressioni della  chiesa  e dele  autorità religiose ; sia  del  partito  del non voto che ha  fatto  leva    anche  su quelli che sarebbero andato a votare  NO  , adducendo la scusa   è  un tema  delicato lasciamo che sia il parlamento a decidere   ;  sia  per  l'incapacità  di  coinvolgere  da parte  delal sinistra  (   cattolica poca  , lòaica  molta  gli utenti   nella  campagna   del SI  .




fra le tante parole  ipocrite  che  ci saranno  mi sembra  opportuno  far parlare   Luca  stesso  con   questo articolo  Vivere (e morire) con Dignità riportato dall'unità del 25\9\2005


Non essendo io, né forte, né coraggioso, riconoscendo i miei limiti e la mia finitezza, vorrei guardare il futuro e al futuro con la consapevolezza di riuscire ancora a trasportare altrove i miei sentimenti e le mie azioni. Queste ultime sono doverose quanto mai necessarie. Così come è doveroso, quanto mai necessario, creare, ricreare motivazione e partecipazione per tentare di vincere il tempo delle ipocrisie, della mediocrità e della precarietà del diritto, della democrazia, della legalità. Vorrei davvero che questo primo passo di riflessione e di proposizione di intenti che si è appena compiuto a Fiuggi, orientasse tutti noi a ricercare trame di conoscenza in chiave di ieri, contigue e continue, in chiave di domani. Che possano le identità storiche, politiche, sociali e culturali di ciascuno di noi, confluire in una nuova realtà, in un nuovo imperioso progetto politico.Per me la battaglia di «libertà per liberare la vita» sta divenendo ancor più difficile, al limite del possibile quando il respiro diviene più corto, quando momenti di difficoltà respiratoria o dispnea soprattutto durante la notte, impediscono un adeguato scambio di aria, perché è compromessa la funzione dei muscoli respiratori, perché la malattia fa diminuire, il livello di ossigeno nel sangue e aumentare quello della anidride carbonica. Il mio neurologo mi ha suggerito di pianificare, se decidessi di protrarre la mia esistenza, l’intervento di tracheotomia, l’intervento che consente ad una persona di vivere attaccata ad un ventilatore meccanico. Il discorso mi è sembrato semplice. Non so come sia vivere per mezzo di una macchina. La morte si sa è una realtà che appartiene all’esistenza e al vivere, imprescindibile, in qualche modo rimossa e negata dalla società italiana, dove il morire, l’ars vivendi la morte, è vissuto come fatto emotivo esclusivamente personale ed isolato. È difficile dunque, parlare con libera franchezza, con libertà, della morte, non per esorcizzarla o per svelarne il mistero se un mistero della morte esiste, quanto piuttosto come questione sociale, come problema politico laddove il morire è legato a condizioni estreme di dolore e sofferenze, intollerabili. L’eutanasia deve porsi al centro del dibattito sociale.Ecco dunque il diritto alla dignità del morire, il riconoscimento del diritto di morire dignitosamente, il riconoscimento della volontà del morente, libera, autentica volontà assunta come norma che preveda e garantisca, la manifestazione della coscienza di ciascuno di noi, che non esprima altro significato se non quello intimamente voluto. Per quanto riguarda la semplicità e la logicità del discorso del mio neurologo circa la ventilazione invasiva, non mi fa sentire affatto tranquillo. La scelta, qualunque sia, è una scelta di sofferenza, di dolore e forse per la prima volta di estremo coraggio. Vi parlo dalla mia casa in Orvieto. Da qui voglio annunciare che il Quarto Congresso dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica si terrà proprio ad Orvieto dal 2 al 4 dicembre 2005. La scelta della mia città natale, dove vivo non è casuale o semplicemente legata alle mie attuali condizioni di salute sebbene riguardano oggi una capacità respiratoria compromessa e a rischio. Ho scelto la mia città perché la battaglia per la libertà, per liberare la mia vita, per darci e dare una speranza a milioni di malati, per la difesa dei diritti dei deboli e degli oppressi, di chi è senza voce, è iniziata per me qui, quando ancora le mie mani potevano azionare una leva che mi consentiva di “viaggiare” in aperta campagna su di uno scooter elettrico per disabili. Un viaggio dove i sogni di un uomo giovane e libero, ancora vivo, si sono infranti, ma dov’anche ho iniziato a costruire o meglio a ricomporre i pezzi di un io a volte a me sconosciuto, per un nuovo me stesso e ha percorrere la strada che voi tutti conoscete. Questo anno festeggio il mio decimo anno di lotta alla sclerosi laterale amiotrofica e non potevo che ricostruirla e rigenerarla in un luogo che ho visto per un po’ di tempo terra estranea e straniera. Concludo con alcune parole di Jacques de Bourbon Busset: non occorre «divinare l’avvenire probabile, ma preparare l’avvenire auspicabile, e procedere anche più oltre: sforzarsi di rendere probabile l’avvenire auspicabile». Se davvero riuscissimo a rendere possibile, il futuro desiderabile, il progetto politico augurabile, il Paese ne uscirebbe forte in termini di legalità, di democrazia, di rispetto e di riconoscimento di diritti civili, ne uscirebbe rafforzato in termini di uguaglianza nel combattere ogni forma di oppressione e di ingiustizia, di integralismo e di fondamentalismo, per una sorta di morale della responsabilità per laici e credenti. «Libertà per liberare la vita» così si intitola un numero della rivista radicale «Diritto e Libertà». Un titolo che riassume il senso più profondo che ho cercato di attribuire a ciascuno dei desideri che si agitano in me da quando in modo burrascoso, violento e sconvolgente sopravvivo alla sclerosi laterale amiotrofica. Desideri che si dilatano o si restringono, che vanno verso le persone e le cose del mondo o si allontanano da esse.
 concludo   riportanmdo : 1) 
dal libro Il maratoneta di Luca Coscioni  *Noi che non possiamo aspettare*C'era un tempo per i miracoli della fede. C'è un tempo per i miracoli della Scienza. Un giorno, il mio medico potrà, lo spero, dirmi: Prova ad alzarti, perché forse cammini.Ma, non ho molto tempo, non abbiamo molto tempo.E, tra una lacrima ed un sorriso, le nostre dure esistenze non hanno certo bisogno degli anatemi dei fondamentalisti religiosi, ma del silenzio della libertà, che è democrazia. Le nostre esistenze hanno bisogno di una cura, di una cura per corpi e spiriti.Le nostre esistenze hanno bisogno di libertà per la ricerca scientifica. Ma, non possono aspettare.Non possono aspettare le scuse di uno dei prossimi Papi. >> NaifSuper del  blog  Zomberos  fatto da  alcuni fans  delkla trasmissione  Zombi  di diego Cugia ; 2)  e il  necrologio del   suo siito ( www.lucacoscioni.org )  Non fiori ma sostegno all’Associazione Luca Coscioni (chiamando il numero 06-6826 oppure versamenti sul Conto corrente postale n. 41025677 intestato Assoc. Luca Coscioni, Via di Torre Argentina, 76 – 00186 Roma). E  con  una  sega mentale  ( ma stavolta  non  voglio  usare  il  sinonimo  elucubrazione dedicata  a tutti  i nostri  onerevoli ( se  cosi  si posso ancora chiamare   gente che crea tali  obbrobri legislativi  )   in  particolare  a quelli  che hanno spaccato il fronte refendario illudendo la  gente  che tale   bruttura  era un tema  delicato   da mandare al referendum e   si  dove   risolvere  per  via legislativa   : quanti morti per malattier  come  quelle di  Luca  cosacioni   cio devono essere ancora  ?  quante persone  malate o portatrici  di gravi malattie  dovranno andare  all'estero   per  potersi curare  o  per  farsi una semplice analisi pre impianto  ?

Senza titolo 1142

Questa me l'ero persa... e il bello è che LUI si spaccia per un MODERATO, per un LIBERALE ! Ma che si comprasse un dizionario e leggesse il significato di queste due parole, così come dovrebbero fare tutti quelli che gli danno il voto...



Berlusconi difende il saluto fascista


"È un bravo ragazzo, ma un po' esibizionista". Il premier

italiano Silvio Berlusconi ha così commentato il saluto
romano rivolto ai suoi tifosi da Paolo Di Canio. Secondo il
Cavaliere, il gesto del calciatore laziale - che è stato
condannato a pagare una multa di diecimila euro ed è stato
sospeso da una partita - è stato frainteso. Parlando ai
giornalisti stranieri durante il tradizionale pranzo di
Natale, Berlusconi ha aggiunto che il fascismo di Mussolini
non fu una dottrina criminale e che il Duce volle solo
partecipare al potere di Adolf Hitler.

The Times, Gran Bretagna, 22 dicembre 2005


... ovviamente non vanno dimenticate altre "perle", come quando disse che Mussolini non aveva mai ammazzato nessuno o che mandava i dissidente in "vacanza" al confino. Non c'è che dire, ha un bel modo di rispettare quella Costituzione Antifascista su cui ha giurato fedeltà...


20.2.06

Senza titolo 1141


Maledizione d’amore


 


Alda Merini


 


Maledetto te


che hai preso il fiore delle mie labbra


e senza baciarlo l’hai buttato per terra


e poi l’hai mostrato a una fanciulla inerte.


O te maledetto


che hai cambiato i miei giorni


in un orrendo frastuono


e non sento più angeli


ma vipere intorno.


 

 



Alda Merini


19.2.06

Senza titolo 1140








Non c'e piu rispetto
Neanche tra di noi
Il silenzio e rotto
Dagli spari tuoi
Dimmi
Quanti soldi vuoi
Quanti soldi vuoi
Quanti soldi vuoi
Per lasciarmi stare
Quanti soldi vuoi
Quanti soldi vuoi
Quanti soldi vuoi
Che mi hai fatto male!
Non c'e piu rispetto
Uoh uoh uoh uoh uoh
Non c'e piu contatto
Oh oh oh oh
Prima ero li
Stavo bene
Con gli amici al bar
Ci credi, ero li
Senza pene
Chiaro come il mar...
Dimmi
Quanti soldi vuoi
Quanti soldi vuoi
Quanti soldi vuoi
Per lasciarmi andare
Quanti soldi vuoi
Quanti soldi vuoi
Quanti soldi vuoi
Non ti ho fatto male mai!
Oh, ma che dolore
Oh, e un gran dolore!
Non c'e piu rispetto
Neanche tra di noi
Non c'e piu rispetto
Oh oh oh oh oh
E allora
Tira tira tira
che si spezza dai
Tira tira tira
Io non ti ho fatto male mai!
Oh, ma che dolore
Oh, e un gran dolore!

 ( zucchero )


Cari leghisti , Caro Calderoli



Non è insultando , provocando , e poi protestando contro i fanatismi , l'intolleranza altrui   nei nostri confronti che si difende come  lei  ha dichiarato: <<  Non sono un ipocrita, difendo le nostre radici >>. quella che chimate la civiltà occidentale , ma che io in virtù del significato che essa ha avuto  (  colonialismo,lager  )  negli ultimi due secoli del millenio precedente preferisco chiamare identità .
Ma essa , si difende con l'accettazione delel diverse identità \ culture con il dialogo e non con la pretesa assurda che siano solo loro a rinunciare nel nome dell'integrazione a detterminati aspetti della loro cultura \ identità ma anche noi . Mi viene spontaneo chiederle : come mai se lei dice d'essere contrario ad ogni forma di fanatismo e di fondamentalismo : perchè <<  guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello , e non t'accorgi della trave che è nel tuo ? Come puoi dire al tuo fratello : Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio , e tu non vedi la trave che è nel tuo ? Ipocrita, togli prima la trave tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dal'occhio del tuo fratello >> ( dal vangelo di Luca ) , mettendo indiscussione quel fanatismo di stampo crociato che sin richiama a Lepanto e alla vandea presente all'interno della lega da cui neppure lei sposatosi con rito celtico è immune ? Invece di pensare a provocare senza conoscere completamente una cultura ( l'islam in questo caso ) oltre le consuete generalizzazioni , perchè non s'infprma meglio ? Invece di far far figuracce al nostro paese e poi piangere lacrime di coccodrillo ? Mi  auguro  che  adesso non ci faccia  fare un'altra figuraccia  attaccando  violentemente  il  figlio di Gheddafi  che ha  dichiarato : <<
Calderoli è la voce di un partito estremista.Chi lo difende è irresponsabile e razzista», sbotta il figlio del leader libico, Saif Gheddafi, «Calderoli è la voce di un partito estremista. >> ?




Cari Mussulmani Cari Imam Italiani ( e non solo )


Ancora una volta mi vergogno d'avere ( e d'essere rapressentato pur rispettando colorop lo hanno eletto ) da un ministro indegno come Calderoli . Vi chiedo scusa in nome del nostro paese perchè non siamo tutti cosi , ma sono solo piccoli gruppi che ancora reistono e nopnostante una dura lotta , il cui culmine è stato fra il 1943-1945 , ancora continuano ad esistere , e che sottovalutati potrebebro portare dei seri guai al nostro paese   e  che  s s'identificano  in questo  rirtratto  che  ne  fà  Umberto galimberti   rispondendo  a  questa  lettera  sul  n 484 di  D ( eccovi l'url  ) in serto settimanale  del quotidiano la   repubblica    che  riporto in  integralmente pertchè  è , almeno per il momento  poi  chi  sa  ,  per utenti registrati  .
<<
Mi permetta di riprendere il discorso dalla sua bella risposta pubblicata sull'inserto D la Repubblica delle Donne con il titolo "Coraggio siate laici". Ben vengano, di questi tempi "in cui assistiamo al rifiorire dei fondamentalismi religiosi, cristianesimo compreso", l'elogio del laicismo e l'esortazione all'uso della ragione. Qualche giorno fa Eugenio Scalfari, su la Repubblica, denunciava l'esistenza in Italia di una questione cattolica, cioè un'invadenza poco laica della Chiesa cattolica nella laicità dello Stato. La Chiesa fa il suo mestiere che è quello della confessionalità e non certo della laicità. Dunque non è alla Chiesa che dobbiamo chiedere conto dei danni prodotti dalla questione cattolica. Danni ingenti laddove la confessionalità e la fede nella dottrina limitano la libera ricerca e il libero pensiero. Ora, se, come lei sostiene, "c'è una responsabilità a non essere laici", essa va in primo luogo imputata allo Stato, cioè a chi, essendo fuori dalla confessionalità, ha il dovere etico di arbitrare, garantire e tutelare la laicità della vita civile. Ma, se, come sostiene Eugenio Scalfari, in Italia è sempre più diffusa la questione cattolica, ciò significa che il nostro Stato non è custode e garante della sua laicità. Questa anomalia avviene tutti i giorni nel nostro Paese; basti pensare all'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali con insegnanti per di più pagati dallo Stato e nominati dai vescovi, insegnanti che non insegnano la storia delle religioni, peraltro già insegnata nelle ore di storia, ma affrontano tematiche di ogni genere allo scopo di diffondere la catechesi cattolica, facendo in questo modo entrare nel bel mezzo della laicità dello Stato, qual è appunto la trasmissione dei saperi, la confessionalità di una fede. Ricordiamo anche l'episodio deplorevole del ministro della Pubblica istruzione che proponeva di togliere l'insegnamento della teoria evoluzionista dai programmi scolastici, o le dichiarazioni sull'omosessualità come peccato del ministro Buttiglione al Parlamento europeo che scandalizzarono le menti laiche d'Europa, ma che in Italia determinarono un'alzata di scudi a difesa della cattolicità minacciata dall'Europa eretica; per citare solo alcuni casi in cui i vertici dello Stato non sanno tutelare la laicità dello Stato stesso e della società civile. Pierluigi Baselli pbaselli@libero.it
Io non credo che il farsi largo della Chiesa in ambiti che non sono propriamente suoi dipenda solo dall'incapacità e dalla debolezza dello Stato a farsi garante della sua laicità. Questo è senz'altro vero, come opportunamente ha fatto notare Eugenio Scalfari, ma non basta. Le ragioni più profonde io le andrei a cercare nell'aumento della complessità dovuto alla globalizzazione, che ha indebolito paurosamente la percezione della nostra identità e il nostro senso di appartenenza; nel dilagare dell'incertezza dovuta alla precarizzazione del lavoro che ha fatto implodere niente di meno che l'idea di futuro; nell'11 settembre che ha diffuso l'idea dell'Occidente minacciato che, bando alle chiacchiere e alle mollezze della tolleranza e del pluralismo, ha spinto tutti alla ricerca frettolosa di un'identità da contrapporre oggi al mondo islamico e domani alla Cina. Non si spiegherebbe diversamente perché il razzismo alla Oriana Fallaci è diventato un bestseller in tutto l'Occidente e la condanna del relativismo (a favore del suo rovescio che è il dogmatismo, quando non il fondamentalismo) di papa Ratzinger non trovi opposizioni, ma al contrario raccolga consensi anche da parte degli atei definiti per l'occasione "devoti". Quando il presente si sente minacciato e il futuro appare sempre più incerto e buio, in un'assenza totale di pensiero (che forse è la più corretta definizione di "pensiero unico") si ricorre frettolosamente al passato per reperire nella tradizione e nella religione quelle risorse simboliche che possono arginare il senso di disgregazione e di minaccia, se solo vengono riproposte in modo integralista e sottratte all'atteggiamento critico della discussione, vissuta come estenuante. Ma siccome l'Occidente appare, tra le civiltà emerse nella storia, quella che ha reperito la propria specificità nell'affrancarsi dall'assolutismo, dal dogmatismo, dall'intolleranza, è davvero curioso che, di fronte alla disgregazione contemporanea, rinunci alla sua peculiarità per rifugiarsi in un'identità del passato, quando, senza dialogo, senza ospitalità, senza tolleranza, senza relativismo, l'Occidente non era in nulla dissimile dalle altre civiltà. La Chiesa queste cose le sa e, riproponendo in modo integralista la sua tradizione millenaria volutamente sottratta al dibattito, approfitta dello stato di incertezza del mondo non tanto per dare una risposta alle paure dell'uomo contemporaneo, quanto per allargare la sua sfera di influenza tra quanti, e sono i più, non si sono mai accostati alla fatica del pensiero, e perciò sono ben disposti ad abbracciare una fede che dia loro certezza e soprattutto appartenenza e identità.
>>

Concludo con il chiedervi ancora scusa  a nome di tutta l'Italia  civile Laica ( come nel mio caso ) e cattolica ( da non confondere con quelli delal lega o dell'estrema destra o clero fascisti coem si definivano un tempo o con quelli presenti anche a sinistra che tentano di convertirvi a forza o che rifiuutano l'assistenza perchgè non di religione cattolica ) . Vi chiedo scusa dellle sue generalizzazioni e delal sua falsa e iipocrita tolleranza  . Ringraziandovi per  la  vostra moderazione  e  per non aver reagito  con violenze ma con maifestazioni pacifiche   evitando  di fare il  loro  gioco  .  



Senza titolo 1139

Il prato della nostra vita

 

Un uomo aveva deciso di curare il praticello davanti alla sua casetta, per farne un perfetto tappeto verde “all’inglese”. Dedicava al suo prato tutti i momenti liberi. Era quasi riuscito nel suo intento quando, una primavera scoprì che nel suo prato erano cresciute alcune margheritine, dai brillanti colori gialli. Si precipitò a sradicarli. Ma il giorno dopo altri due fiori gialli spiccavano nel verde del prato. Comprò un veleno potente. Niente da fare. Da quel momento la sua vita divenne una lotta contro i tenaci fiori gialli, che ad ogni primavera diventavano più numerosi.

“Che posso ancora fare?”, confidò scoraggiato alla moglie. “Perché non provi ad amarli?” Gli rispose tranquilla la moglie. L’uomo ci provò. Dopo un po’, quei brillanti fiori gialli gli sembrarono un tocco d’artista nel verde smeraldo ritti sul suo prato. Da allora vive felice.

Quante persone ti irritano. Perché non provi ad amarle?...

Il Signore benedica te e la tua famiglia


18.2.06

Senza titolo 1138






Per  chi è di tempio p ( sassari  )    e  dintorni o vi capitasse  per il carnevale   il 25 c.m  la  fondazione  de  andrè  con il  comune  di tempio  p  organizzano  questo convegno di  studi  su fabrizio dal  titolo ;  ora il tempo  è un signore  distratto  è un bambino che dorme "  tratto dala  canzone  hotel supramonte  e sottotitolato  " partire , restare , tornare  fra distrazione  ed anomalie . Passaggi di empo  e  anime  salve  nella poesia  e nella musica  di Fabrizio de Andre  . Dal titolo  sembra   qualcosa  d'interessante  e d'originale  ,  e non  il solito concerto fatto ogni estate  dedicato a  fabrizio , fatto di cover  .Esso  si terra  al teatro del carmine  ( per  prenotare Tel: +39.079-671580 ) . Ci saranno  ;

Franca Carnero Medici ( docente di filosofia  e storia )
Carlo Facchini ( cantautore  e musicista  )
Carmina Conte ( giornalista 
Alfredo Franchini ( giornalista  )
Salvatore Niffoi ( scrittore e docente d'italiano e storia  )

E  verrrà  proietato  un lungometraggio  di  su  fabbrizio de andrè .
con la collaborazione della rivista  online  www.contro-mano.net



17.2.06

Senza titolo 1137

il leader della CDL silvio berlusconi ha dichiarato che molti italiani si vergognano di dire che votano per lui e per la CDL come riportato nell'articolo in fondo del corriere della sera.


questo a proposito del sondaggio commissionato a una società americana famosa (anche per aver sbagliato molti pronostici elettorali tra cui clamorosamente quello relativo alla vittoria di hugo chavez) e che ha certificato (a proposito pagata da chi? berlusconi? forza italia? il governo?) che la CDL avrebbe il 48,4% degli elettori, mentre i sinistri comunisti solo il 48,2%.


in questo caso però berlusconi, dopo essersi paragonato a gesù, napoleone e non so chi altro, ha probabilmente detto la verità.


la gente si vergogna a dire che vota per lui.


e voi vi vergognereste di votare berlusconi?



 













Come gli juventini (diffusi in tutta Italia, spesso sottocoperta causa insulti, poi esultanti a fine campionato) e i democristiani (non si capiva mai quali fossero ma vincevano sempre) gli elettori del Polo si vergognano a dichiarare il loro voto. Lo ha detto Silvio Berlusconi, forte dei suoi sondaggi americani. Sarà vero? Magari è possibile, in vari e rispettabili gruppi sociali:

NEOCONSERVATORI IMBARAZZATI
, tendenza professor Python. Come l’insegnante di Pozioni di Harry Potter, hanno creduto alla potenza innovatrice del Signore Oscuro (per via di tinta fondotinta e trapianti); poi, vista la mala parata, si sono allontanati. Poi però, col ritorno del Signore Oscuro che li terrorizza dalla tv, e causa vecchie ruggini con gli ex compagni della scuola di Hogwarts (vabbè, della fu ultrasinistra e del Pci) ora di nuovo forse in carriera, fanno mentalmente marcia indietro. Ma non lo dicono, non si sa mai.


RIFORMISTI MALMOSTOSI ; come Gordon Brown a Londra, però meno famosi. Non sono più a destra dei riformisti ufficiali, coccolati dall’Unione. Ma non si sentono coccolati. In più: li manda in bestia Caruso, sono affezionati alla Tav, sono appena stati costretti a sposarsi dalla fidanzata che li ricattava, quindi altro che Pacs. Ora non sanno che fare, però stanno zitti.


IMPRENDITORI , come Carcarlo Pravettoni, eroe di Mai dire domenica. Non vogliono indispettire i vertici di Confindustria; temono che il loro banchiere li tratti male; hanno paura di Diego Della Valle. Ma non si fidano nonostante l’economia che tracolla, hanno paura di pagare troppe tasse. Vogliono rivotare Berlusca, se vince lo dicono e festeggiano.


SIGNORE PERBENISTE ; tipo Bree Van De Kamp di Casalinghe Disperate. Soffrono quando le altre signore con cui fanno la spesa inveiscono contro Berlusconi. Non vogliono sentire le invettive dei figli precari. Berlusconi gli è sempre piaciuto e lo rivoteranno. Ma tacciono, per non fare brutta figura.


SUVISTI ; tipo Flavio Briatore, ma più poveri. I proprietari di Suv sono spesso professionisti (preoccupati di una qualche riforma degli ordini) oppure dirigenti; preoccupati e basta però infuriati perché molti a sinistra disprezzano i Suv. Non dicono cosa votano, ma sobillano i suvisti ulivisti.


GIOVANI GENERE GRANDE FRATELLO . Hanno visto il Gf 6 e gli show di Berlusconi. Hanno deciso che i suoi show sono meglio. Lo voteranno, per motivi di Auditel.


GIOVANI (E NON) CONSUMATORI DI SOSTANZE INVISE AD AN . Hanno visto Berlusca in tv dopo essersi fatta una canna. Li ha convinti. Se rifumano il 9 aprile, lo voteranno senza accorgersene.


PASSANTI (vari milioni); tra loro c’è quel 30-38 per cento di elettori incerti indicato dai sondaggisti. Se i candidati dell’Unione - come alcuni di loro minacciano - non si faranno vedere in giro «tanto ho un buon posto in lista» rischiano di scordarsi che c’è un’opposizione disposta - pare - a governare. E voteranno Berlusca perché se lo ricordano dalla tv, senza neanche aver fumato. O non voteranno, vai a sapere.

Maria Laura Rodotà




14 febbraio 2006


 

Senza titolo 1136

















Ai Giochi di Torino anche i cani girano con il pass: sulla tessera appesa al collo, Chevy (nella foto) è registrato con il cognome del suo padrone, il velocista americano Daron Rahlves. Per seguire Rahlves e consorte in tutte le gare, persino il cane si è dovuto accreditare. Stranezze olimpiche



ecco questa sequenza  tratta  da  www.repubblica.it








Senza titolo 1135



..quel non guardarsi mai
per non ferirsi ancora..


negli specchi infranti
della memoria bambina


torna un gioco d'ali
sottile
come di seta un fruscio


di cristalline note
d'arpa


illanguidisce un sospiro
mentre nella sera
una preghiera avvizzisce


e plana al suolo
nel nulla scompare


torneremo a fiorire?


forse.

Senza titolo 1134

16.2.06

Senza titolo 1133


LUC SELEN


Solchi di mestizia,


avanzi spettrali di amori finiti...


striminziti sogni di  lussureggianti piaceri


sfrenate sensazioni di disarmonico appagamento.


A volte incanto...


altre squallore


Ma....è proprio questo l’amore?


Il cuore si chiede..


...l’anima diviene confusa.


Trema...


si sorprende...


inaridisce...


Un’ora, un giorno,


forse una vita.


non basta per capire l’amore.


 Silvana 

15.2.06

Senza titolo 1132

in questi giorni  ho ricevuto  alcune  email  in cui  mi si chiedeva  perchè : 1) begli scritti precedenti  ho parlato  del     del 10 febbraio  giorno ddel ed  adesso no  ed   invece  ho solo  dato  spazio  alla  giornata del 27 gennaio   e  quindi le saolite accuse  d'essere di parte   ,  oltre quelle    a cui  ormai  ci ho fatto l'abitudine e  ne  anche  leggo  d'essere  anti italiano e d'essere comunista  e  a cui  sinceramente  vale  la pena  di rispondere  se non  di andare   a rileggersi le  FAQ   o  gli articoli precedenti    ;  2 ) di non aver  parlato  delle  olimpiadi invernali   , come  ho fatto invede per  quelle  "  estive   "  del  nel 2004  . 3)  come mai odio san  valentino  ?  sono per  cadso misogino  ?  o se  ho  mai amato  e se  mi sono innamorato ?



 PRIMA DOMANDA \ OSSERVAZIONE 

Purtropo  ero impegnato   con  gli esami  e  ho finito  l'11  c..m . Certo avrei potuto parlarne  anche con ritardo  , ma  non ne  ho avuto  tempo   pewrchè  stio cercando di capire come  funziona linux  messo  perchè  mi sono stancato  dei virus  e  dei propblemi  che  porta  explorer  ;  e  poi perchè  non mi  và  di unirmi  a chi  indipendentemente   dall'opinione  ed  ideologia politica  (  in questo caso la destra  )  usa   la  storia  per  scopi politici  , ma  soprattutto  a chi  pratica  il revisionismo più  becero ed estremo  ( che sfocia  nel negazionismo  ) che  amplifica  talvolta  con  balle ... ehm ...  falsità le responsabilità degli avversari  o addirittura  con un  occultamento  dei   loro  crimini   mettendo sulle stesso  piano  \ faccendone  tuitt'uno   le  prime foibe , quelle avvenute  dopo  l'8 settembre  del 1943   primi del '44    comprensibile, ma non giustificabili,  perchè dovute  alla reazione istintiva   alla pulizia  etnica  operata dai fascisti e poi dai nazisti  ,  sia  quelle  di tito che hanno  originato   o  contribuito ad ingigantirlo ,  l'esodo forzato   dall'ìstria  e  da altre  zone  dela  ex Jugoslavia ( ora   della )  che  erano dovute  a motivi politici  ovvero eliminare ogni forma  di dissenso  anche interno  , quando  sono  si entrambe una barbarie  , ma  nate  e avvenute in un contesto diverso  .  Tant'è vero  è  news  di questi giorni ( vedere per  credere  nel  link sotto  riportato  )   la  famosa  encicolpedia  wikipedia è stata costretta   a mettere sotto moderazione  la sezione  foibe  a  causa  di certi utenti  che  scrivono  su tale argomento   cose non vere   e contrarie  a  ogni evidenza e  verità storica sia  da  l'una  che dall'altra  parte  . Concordo  in parte la  dichiarazione  fatta  a dilloadalice n.92 del 15/02/2006 da  parte  di Jacopo Venier (  foto  a  sinistra  ) , responsabile esteri del PdCI  perchè  1)  è   fra  quelle persone  che  sminuiscono la  loro parte  politica  [ sic ]  coinvolta  in questi fatti ; 2) perchè la storia  , soprattutto  quelli le  cui  ferite  sono ancora  aperte  o che  sono stsate  taciute  \ nascoste per  anni ( come  quelle  dell'armadio dela  vergogna  sulle stragi  naziste  e fasciste   dal dal 8 settembre  1943\1945 )  dev'essere studiata   e riportata  , anche  se non sempre  è facile ,   a  360° 3) perchè anche se il fascismo ha a vuto enormi responsabilità  per quello  che  è successo  al confine  con  la  Jugoslavia , come  potete vedere  nei link  sotto  riportati  non è  l'unico responsabile  di tali nefandezze , cosi  pure  non è  come  voglio  farci credere da  3  anni a  questa parte  , la dittatura  di tito  .  Ecco cosa  ha  dichiarato ( qui commenti all'articolo riportati dai visitatori  o iscritti del sito anche  se moltissimi  sono    di  parte e\o a senso unico l!! ) fatta  a dilloadalice n.92 del 15/02/2006 da  parte  di Jacopo Venier (  foto  a  sinistra  in basso  ) , responsabile esteri del PdCI:  . Ecco la  sua dichiarazione :   << La storia non può essere condivisa se non si chiarisce sempre chi sono state le vittime e chi i carnefici". --  che  riporto integralemente  --- Non sorprende che le esigenze strumentali di reciproca legittimazione portino anche Fassino ad impegnarsi nella litania revisionista sulle Foibe cercando in questo il conforto di Fini. Preoccupa però vedere che anche le massime autorità dello Stato stiano contribuendo ad una grave opera di distorsione della memoria storica nazionale. E' giusto che gli italiani ricordino le Foibe, e mai i comunisti italiani hanno negato questi tragici episodi, condannando senza esitazioni queste forme barbare di violenza post-bellica che hanno colpito anche molti innocenti.Ciò che denunciamo è il fatto che oggi quando si parla di Foibe si rimuove completamente il ricordo dei fenomeni che hanno provocato quel dramma. Si rimuove il fatto che è stata l'Italia fascista pianificare la pulizia etnica del confine orientale scatenando un piano scientifico di violenza razzista contro le popolazioni slave. Decine di migliaia di uomini e di donne sono state uccise, torturate, violentate solo per il fatto di parlare una lingua che non fosse l'italiano.Paesi interi sono stati bruciati dai fascisti ma anche dalle forze armate italiane. Ed infine Mussolini ha regalato Trieste al Terzo Reich, divenendo così complice della costruzione del campo di sterminio della Risiera di San Sabba.La storia non può essere condivisa se non si chiarisce sempre chi sono state le vittime e chi i carnefici. Se non lo si fa si rischia di scatenare di nuovo il nazionalismo ed il razzismo da entrambe le parti del nostro confine. >>
Meditate  gente meditate ma    dubitate  ( se ci riuscite , meglio ,  state  alla larga )  di coloro  fanno  un uso politico della  storia  perchè come  dice  la  famosa  canzone   :


La Storia (F. De Gregori)



La storia siamo noi, nessuno si senta offeso;
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta
escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da raccontare.
E poi ti dicono: "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera"
ma è solo un modo per convincerti
per restare chiuso dentro casa quando viene la sera;
Però la storia non si ferma davvero davanti a un
portone
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi siamo noi
che scriviamo le lettere
siamo noi che abbiamo tutto da vincere
o tutto da perdere.
E poi la gente (perché è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti
che sanno benissimo cosa fare:
quelli che hanno letto un milione di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare;
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perché nessuno la può cambiare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo
la storia non ha nascondigli, la storia non passa la
mano,
la storia siamo noi,
siamo noi questo piatto di grano.





LINK  ricchi  di  documentazione   per  non dimenticare
tali  aberrazioni  perchè  di tali cose si tratta  da qualunque parrte provengano

http://digilander.libero.it/lefoibe/indexx.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Foibe
http://www.lefoibe.it/
http://snipurl.com/a15c

 SECONDA  DOMANDA \OSSERVAZIONE

Perchè  non m'attragono tanto    come quelle   vere  , anche  se  nate  da   " una  costola " di quelle vere  e divenute  autonome  dal 1926 , forse  perchè  ho più ricordi  ( e di conseguenza  più emozioni  )  con le  prime  che  con le seconde  . E poi  perchè   avevo deciso di  non seguirle in coerenza  con     quelli dell'antitav  che   non hanno tutti i torti   e  poi per  lo sponsor  della cocola  ( vedere italy  indymedia.org  ed  i  link anti  olimpiadi  e capirete   perchè  essere contro  ) che  ha  fatto si  , forse lo abbiamo dimenticato  si che  1996  il centenario dela  olimpiadi  fossse disputato ad  Atlanta   sede  della cocola  e non  Atene  (    cosa  che poi avenne  nel  2004  ma  poi  ho seguito  , a differenza delle altre  (  forse perchè  sono un po'  , ma  chi non  lo è , nazionalista )  solo le gare  dell'amata \ odiata  Italia .   Ma  poi  come  accade  a  noi umani  cambio idea  o soprattutto  dopo  aver   visto   alcuni eventi visti o al tg  o indiretta  visto che in tv   non  'era niente  d'interessante   anche  di  coraggio  e  di tenacia  come questo   riportato  dal bellissimo  blog di francesca78 
oppure dalla  sua  home  http://www.francesca78.it/

LINK

olimpiadi
http://snipurl.com/mkxr
www.torino2006.org/
 
anti olimpiadi
http://snipurl.com/mmjo

TERZA RISPOSTA\OSSERVAZIONE

 Non odio  in se  san valentino   anzi  mi lascia indifferente  e mi dà fastidio  quella stuchevolezza  che  c'è sia  in internet  nei portali  sia  sui  giornali e tv  dove   vine  usata  come  tappabuchi  o per coprire  news   scomode   oltre che  nella pubblicità  , ma    rispetto  chi  lo  pratica  .  Croitico  solo  come  esso sia diventa  è non nata  come afferma francesca 78  nel  commento al  post   in cui  dicevo : << san valentino la festa d'ogni cretino >> come  festa  commerciale  ma  lo  è diventata  nel corso del  secolo scorso  . Non sono  misogino o  che  non  amo   e  non sono mai stato innamorato   come  mi s'accusa  , dsto che  : 1)  ho  molte  cdv  donne  ; 2)  leggo  per cercare  di capire come ragionano ed  agiscono le donne  riviste  femminili  ; 3) Lo sono stato  e sono tutt'ora   l'ultimo e  quell'artista    compaesana   di cui  ho riportato  qui alcune sue opere  ,  sono sfigato  ma  almeno come  dice  una canzone   che era colonna sonora della mia precedente  configurazione ma  che  prima  o poi riporterò   :

AMIAMO AMANDO LA LIBERTA’,
AMIAMO AMANDO LA FELICITA’,
NOI PERDENTI SAREMO I VINCENTI
DI UN MONDO INTERO SENZA FRONTIERE,
 SAREMO SFIGATI MA SIAMO LIBERATI.

qui  potete scaricarvi il   file  audio in formato  mp3



E a chi mi dice   che non sono stato innamorato e  non ho mai  amato  rispondo 1) che  continuerò  ad innamorarmi  anche  se  in alcuni casi   sono  stato   corteggiato  anche  volgalmente    per scherzo da un ragazza  e o usato  da   un'altra  per far ingelosire  il proprio partner  . Ma queste ---- 
  parafrasare il romanzo la storia  infinita   (  che  ho riletto da  poco  )   dello scrittore tedesco Michael Ende pubblicato  nel 1979 ---  queste  sono altre  storie  , e  si dovranno raccontare  un'altra  volta .
Infine   concordo  invece  l'opinione   di catepol   : <<  si si si...innamorati tutto l'anno...SV non ha senso... :-) >>  commentando il post  Jexie   nostra nuova  cdv
concludo dedicando  alle male  lingue  questi versi  più  precisamente  IV  173-197 dell'eeneide di virgilio

xtemplo Libyae magnas it Fama per urbes,
Fama, malum qua non aliud uelocius ullum:
mobilitate uiget uirisque adquirit eundo,               
175
parua metu primo, mox sese attollit in auras
ingrediturque solo et caput inter nubila condit.
illam Terra parens ira inritata deorum
extremam, ut perhibent, Coeo Enceladoque sororem
progenuit pedibus celerem et pernicibus alis,               
180
monstrum horrendum, ingens, cui quot sunt corpore plumae,
tot uigiles oculi subter (mirabile dictu),
tot linguae, totidem ora sonant, tot subrigit auris.
nocte uolat caeli medio terraeque per umbram
stridens, nec dulci declinat lumina somno;               
185
luce sedet custos aut summi culmine tecti
turribus aut altis, et magnas territat urbes,
tam ficti prauique tenax quam nuntia ueri.
haec tum multiplici populos sermone replebat
gaudens, et pariter facta atque infecta canebat:               
190
uenisse Aenean Troiano sanguine cretum,
cui se pulchra uiro dignetur iungere Dido;
nunc hiemem inter se luxu, quam longa, fouere
regnorum immemores turpique cupidine captos.
haec passim dea foeda uirum diffundit in ora.               
195
protinus ad regem cursus detorquet Iarban
incenditque animum dictis atque aggerat iras.

testo latino tratto dalla
thelatinlibrary.com

mentre  per il testo italiano l'unica versione  che sono riuscito a   trovare   è  quella  di Annibal Caro un autore del 1500 -







È questa Fama un mal, di cui null'altro
è piú veloce; e com' piú va, piú cresce;


e maggior forza acquista. È da principio


picciola e debil cosa, e non s'arrischia


di palesarsi; poi di mano in mano


si discopre e s'avanza, e sopra terra


sen va movendo e sormontando a l'aura,


tanto che 'l capo infra le nubi asconde.


Dicon che già la nostra madre antica,


per la ruina de' Giganti irata


contr'a' celesti, al mondo la produsse,


d'Encèlado e di Ceo minor sorella;


mostro orribile e grande, d'ali presta


e veloce de' piè; che quante ha piume,


tanti ha sotto occhi vigilanti, e tante


(meraviglia a ridirlo) ha lingue e bocche


per favellare, e per udire orecchi.


Vola di notte per l'oscure tenebre


de la terra e del ciel senza riposo,


stridendo sempre, e non chiude occhi mai.


Il giorno sopra tetti, e per le torri


sen va de le città, spïando tutto


che si vede e che s'ode: e seminando,


non men che 'l bene e 'l vero, il male e 'l falso


di rumor empie e di spavento i popoli.


Questa, gioiosa, bisbigliando in prima,


poscia crescendo, del seguíto caso


molte cose dicea vere e non vere.


Dicea, ch'un di troiana stirpe uscito,


venuto era in Cartago, a cui degnata


s'era la bella Dido esser congiunta.


Queste e cose altre assai, la sozza dea


per le bocche degli uomini spargendo,


tosto in Getulia al gran Iarba pervenne;


e con parole e con punture acerbe


sí de l'offeso re l'animo accese,



ch'arse d'ira e di sdegno.




presa  dallo stesso sito presente  nell'ultimo  colegamento ipertestuale  (  vedi voce  virgilio  )  da cui potete scaricarvi l'intero poema dell'eneide