"La scomparsa di Falcone mi ha reso destinatario di un dolore che mi impedisce di rendermi beneficiario di effetti comunque riconducibili a tale luttuoso evento"Queste furono le parole con cui Paolo Borsellino rifiutò il posto di superprocuratore che era rimasto libero dopo la morte del suo amico Falcone, ucciso a Capaci il 23 maggio 1992 assieme a moglie Francesca Morvilio, magistrato, e gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro alla moglie Francesca Morvilio, magistrato, e agli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.Poco tempo dopo anche lui avrebbe avuto la stessa triste sorte, assieme a Emanuela Loi (che fu la prima donna a far parte di una scorta), Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cusina. Era il 19 luglio 1992. quattordici anni fà.Impegnato a parlare di taxi, mondiali, Juve in B e DPEF ho commesso un errore terribile;ho dimenticato, lo scorso maggio, di rendere omaggio a Falcone. Lo faccio oggi, da queste pagine. Vorrei lo faceste anche voi, mettendo una foto, una scritta, qualunque cosa ricordi ciò che è successo oggi. Fatelo, che non vi costa niente.Fatelo nell'anniversario del giorno in cui sembrava che fosse morta la speranza di sconfiggere la mafia.Oggi abbiamo Riina, Santapaola, Brusca e Provenzano in carcere.Segnale inequivocabile che ce la possiamo ancora fare.Segnale che ce la faremo.Onore agli eroi Giovanni e Paolo, alle persone morte assieme a loro, ai signori Impastato, Scaglione, Chinnici, Mattarella, La Torre, Dalla Chiesa, Costa, Grassi, Alfano, Livatino, Cassarà, Fava e tutti gli altri che non ho menzionato qui.Morti di mafia da Portella della Ginestra in poi."Vi giuro sul mio onore, a Catania la mafia non esiste" - il sindaco di Catania Munzone, il 5 maggio 1984, il giorno dopo l'uccisione di Giuseppe Fava.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
20.7.06
18.7.06
Senza titolo 1371
<<
Il 10 luglio ricorrono i 30 anni della tragedia di Seveso.
Attraverso alcune interviste la giornalista Nunzia Penelope ripercorre la dinamica della tragedia, il ruolo giocato dal sindacato e dall'INCA, l'approvazione di più adeguate norme legislative e direttive comunitarie, le nuove prese di coscienza sul rapporto ambiente, fabbrica, territorio.
>>
L'iniziativa è stata realizzata dall'INCA, dalla Fondazione Di Vittorio, dall'Associazione Centenario, in collaborazione con L'Unità (www.unita.it ) Conversazioni di Nunzia Penelope con Carlo Ghezzi, Carlo Smuraglia Rino Pavanello, Ermete Realacci, Giorgio Ruffolo. Prefazione di Guglielmo Epifani.
lo trovate fra un paio di giorni sul settore vendite online del quotidiano l'unità più precisamente qui
P.s
a chi mi dice che Nunzia Penelope è comunista gli dico di andarsi a cercare con gooogle o qualunque altro motore di ricerca news sub di Lei . ma per i più esigenti e pigri eccovi qualcosa
Nunzia Penelope, giornalista, per oltre dieci anni si è occupata di sindacato ed economia per l'agenzia di stampa AdnKronos. Attualmente lavora al Cnel.
16.7.06
Senza titolo 1370
In Italia, nel luglio del 2001, abbiamo vissuto quella che Amnesty International ha definito "la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale".
Quella ferita, inferta così violentemente il 20 e 21 luglio, ha lasciato un'ennesima macchia di sangue nelle pagine della storia del nostro paese, il sangue di migliaia di giovani umiliati, malmenati e torturati da coloro che sarebbero stati addetti a preservarne la sicurezza; la vita rubata al giovane Carlo Giuliani, vittima sacrificale di una mattanza indistinta.
La ferita dei giorni di Genova è rimasta aperta e dolorante nelle coscienze di tanti italiani e italiane che ancora s'interrogano sulle responsabilità politiche e materiali di quei gravi fatti, di chi si chiede come mai a cinque anni di distanza ancora non si sia fatta chiarezza sulla linea di comando, sulle inadempienze, sugli abusi di potere, sugli occultamenti di prove o sulla loro invenzione.
Subito dopo quegli avvenimenti fu istituita una Commissione di indagine conoscitiva bicamerale dotata di poteri d'indagine limitati. La natura stessa della Commisione, nonché il breve tempo in cui si svolsero i lavori (conclusi il 20 settembre 2001) denotano la volontà del governo di centrodestra di chiudere velocemente la faccenda, auto-assolvendosi agli occhi del Paese. Tale Commissione ha conseguentemente prodotto solo una sommaria e lacunosa ricostruzione dei fatti accaduti a Genova, senza arrivare ad una ricostruzione puntuale degli avvenimenti.
Anche i successivi eventi processuali (a cominciare dalla archiviazione dell'omicidio di Carlo Giuliani) sono risultati viziati dalla stessa logica: chiudere la "pratica Genova" nel più breve tempo possibile. Si sono dunque banalizzati i fatti, riconducendoli ad una logica di "manifestanti violenti" contrapposti a "sporadici eccessi delle forze dell'ordine". Tutto questo col risultato di non poter vedere la precisa linea di repressione del dissenso di cui Genova ha costituito l'episodio più grave, seguito da altri meno noti ma non per questo meno inquietanti. Seguendo il solco ideale del disinteresse tracciato dalla Commissione parlamentare, possiamo leggere non solo le vicende processuali, ma anche la grave distrazione dei maggiori media italiani, che stanno lasciando scivolare i processi in corso per i fatti di Genova nella più completa apatia.
Se il nuovo governo vuole imprimere una svolta democratica al nostro paese, da qui deve cominciare, perché non può esserci futuro democratico laddove una macchia così grave viene lasciata alle spalle, perché non può esservi saldezza di diritti in un paese in cui rimangono troppi dubbi sull'omicidio di un giovane ad una manifestazione.
Il giorno dell'insediamento del nuovo governo è stato ripresentato al Senato un disegno di legge sostenuto da 60 senatori e senatrici che prevede l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui giorni del G8 che abbia gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria, che possa cioè utilizzare tutti gli strumenti utili ad acquisire informazioni necessarie al raggiungimento della verità. Analoga iniziativa è in corso alla Camera dei deputati, con la possibilità quindi di ottenere una Commissione bicamerale, che avrebbe ancora più peso politico. E' urgente che questo disegno di legge venga discusso al più presto dal Parlamento per essere approvato e l'inchiesta possa rapidamente partire.
E' necessario che tutti e tutte coloro che in questi anni hanno condiviso la lotta per ottenere verità e giustizia si impegnino a far si che ciò avvenga. Bisogna insistere affinché ogni parlamentare si senta in dovere di assolvere una richiesta forte proveniente dal paese: nessuna lungaggine burocratica, nessun ostacolo dovrà frapporsi questa volta all'istituzione di un organismo, realmente aperto all'ascolto di tutti i soggetti che hanno faticosamente lavorato in questi anni alla ricostruzione dei fatti, e che possa dunque far luce sul black out di civiltà che ha investito il nostro paese nel luglio del 2001.
Chiediamo a tutti e tutte di impegnarsi attivamente affinché si possa finalmente in questo Paese, almeno su questa vicenda, restituire alle parole verità e giustizia il loro significato.
PER ADESIONI SCRIVERE A:
commissioneg8@yahoo.it
AIUTACI A DIFFONDERE L'APPELLO E A FARLO FIRMARE!
Scarica l'appello: http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/include/dox/appello.doc
Le perle
Ho sentito la storia del vecchio cinese e delle sue perle.
C'era una volta un pescatore che portava un filo di perle intorno al collo. Un giorno il filo si spezzò e le perle rotolarono tutte per terra. Disperato, il vecchio provò a cercarle con gli occhi: ma erano troppo stanchi e non le trovò. Provò con le dita: ma erano troppo inaridite. Provò con la lingua: ma era troppo tempo che non sentiva i sapori. Sempre più disperato, continuò a cercare usando tutti i suoi sensi. Ma ogni sforzo fu inutile. Quando aveva ormai spesso di sperare, inaspettatamente ritrovò, una dopo l'altra, tutte le sue perle.
da P.Crepet, Solitudini
15.7.06
Senza titolo 1369
UN PO’ MERIDIONALE
Parte Prima
Personaggi reali:
Insegnante precaria, ormai da quasi un anno in quella scuola, conosce i nomi dei bambini ma
dimentica i cognomi.
Rappresentante dei genitori, giovane donna bella, alta, lunghi capelli biondi, molto curata,
abbigliamento alla moda ma di classe.
Ins. -E’ riuscita a raccogliere tutte le quote per pagare l’attività di musica?-
Rappr. –Me ne manca solo una, quella della Spatafora, non riesco mai a vederla-
Ins. –Spatafora, Spatafo…è la mamma di chi ?-
Rappr. –Spatafora, Rosy credo si chiami la bambina, quella…UN PO’ MERIDIONALE.
Parte Seconda
Personaggi reali:
Stessa insegnante precaria, ma in una scuola diversa.
Mamma di un bambino, giovane donna obesa, abbigliamento decoroso senza eleganza né
stranezze.
Mamma. –Mi ha detto Mirko che c’è una nuova a scuola-
Ins. –Tra gli adulti o i bambini?-
Mamma -Noo, è grande, deve essere una bidella, ha i capelli color melanzana, credo
sia…UN PO’ MERIDIONALE.
EXSTRAREGIONALI, COME DIRE, PROVENIENTI QUASI TUTTI DAL SUD.
Parte Prima
Personaggi reali:
Interlocutori scelti a caso in cortile.
Luca, ragazzo un po’ più a sinistra della sinistra, laureato in storia, fa parte di un’associazione
che fa ricerca storica sui deportati nei lager nazisti, milita nel sindacato di base.
Stessa insegnante precaria, ossia io.
Stiamo aspettando insieme di sostenere la prova scritta di un concorso e siamo nel cortile del
mega Istituto Aldini Valeriani.
Io. –Quanta gente che viene da fuori-
Luca. –No, non credo-
Io. –Vuoi scommettere? Ora vedrai-
Con il pugno chiuso a mo’ di microfono mi rivolgo agli interlocutori intorno, che mi rispondono divertiti: “Scusi, un’intervista a caldo, lei da dove viene?”
Interlo. –Da Catanzaro-
Io. –Sa bene cosa significherebbe vincere il concorso? Trasferirsi, cercare casa, che non si
trova, pagare un affitto alto, vivere con i costi di Bologna e uno stipendio non certo alto.
Interlo. –Lo so, ma dove c’è possibilità di lavoro io vado.
Dopo l’ennesima “intervista” con risposte simili (cambiava solo la provenienza, Caserta, Potenza, Campobasso, Lecce), mi volto sorridendo verso Luca: “Hai visto?”, gli dico. E lui:
-Però, non pensavo ci fosse tanta gente… EXTRAREGIONALE-
Gli faccio notare che ha appena coniato una definizione, mutuandola da extracomunitari, ma che esiste già un termine, meridionale, che non è una parolaccia.
Mi risponde, un po’ imbarazzato, che si, non ha usato la parola in questione per il timore di sembrare offensivo.
Parte Seconda
Personaggi reali:
Giovane madre di un bambino di tre anni.
Direttrice della scuola.
Si è svolta da pochi giorni la riunione con i genitori dei bambini nuovi iscritti. A scuola sono stati letti due elenchi di nominativi. All’appello, i genitori alzavano la mano e veniva loro riferita la classe di appartenenza del proprio figlio.
Madre. –Vorrei chiederle se è possibile per mio figlio cambiare classe-
Direttr.-Ormai le assegnazioni sono state fatte d’ufficio, secondo una graduatoria, ma se ci sono
delle motivazioni valide, di solito proviamo a venire incontro ai genitori-
Madre. –Sa, alla riunione ho notato che in quella classe ci sono genitori, diciamo…diversi da me-
Direttr. –Vuole dire che c’erano molti genitori stranieri?-
Madre. –No, no voglio dire che ho “sentito” che c’erano molti genitori che non appartengono
al mio ambito-
Direttr. –(?)-, in attesa di chiarezza.
Madre. –Si, mi è sembrato che avessero tutti in comune un’unica provenienza,
che provenissero…PER LA MAGGIOR PARTE DAL SUD.
Sa (frase ad effetto finale), io sono un insegnante.
Diffusa la notizia, riporto il commento di una bidella, 40enne, bolognese da sette generazioni:
“Bisognerebbe sapere dove insegna quella lì, per evitare di mandarci i figli a scuola, da una così”.
Approvo e sottoscrivo. Informo inoltre, che da oltre un decennio nelle scuole del comune di Bologna si lavora su progetti di multicultura per l’integrazione di bambini con diverse culture di provenienza.(v. stranieri). Dico anche che i fatti narrati sono realmente accaduti, così come i personaggi sono persone reali, non leghisti, ma brave e comuni persone, che usano definizioni come UN PO’ MERIDIONALE per paura di risultare razzisti, o che addirittura evitano di pronunciare la parola meridionale, per il timore di sembrare offensivi; persone che, con un giro lessicale, chiedono che il proprio figlio non stia in classe con bambini i cui genitori provengono dal Sud.
Io un po’ ci rido, un po’ mi infiammo, constato, mi arrendo, allargo le braccia, a volte mi ricadono pesanti lungo i fianchi, non so che dire.
E che pensare.
Senza titolo 1368
Con questo voglio dimostrare che lo sport in calcio soprattutto ed in particolare negli ultimi 20-30 è diventato : << Panem et circenses ( letteralmente, Pane e giochi del circo ) >> ovvero una locuzione in lingua latina molto conosciuta e spesso citata . Era usata nella Roma antica . Contrariamente a quanto generalmente ritenuto, questa frase non è frutto della fantasia popolare ma ha un autore specifico. È stata creata infatti dal poeta latino Giovenale ( satire 10.81 ) grande autore satirico:e . Essa viene utilizzata ancora attualmente per indicare l'uso del potere degli spettascoli di massa come arma per far distrarre il popolo o dargli il contentino per tenerselo buono oppure meghio secondo l'enciclopedia online wikipedia : << [...] L'espressione " Panem et Circenses" rappresentava un meccanismo di potere influentissimo sul popolo romano, era la formula del benessere popolare e quindi politico; un vero bozzo/strumento in mano al potere per far cessare i malumori delle masse, che con il tempo ebbero voce proprio nei luoghi dello spettacolo >>
Ora Contrariamente a quanto generalmente ritenuto, questa frase non è frutto della fantasia popolare ma ha un autore specifico. È stata creata infatti dal poeta latino indicato nelle righe prtecedenti Infatti la sentenza di prima grado di calciopoli è una mezza burla perchè : 1 ) moggi , per quanto gravi siano le sue responsabilità non può aver fatto tutto da solo ; 2) se si analizzano gli scudettoi degli ultimi 10 anno c'è un duopolio di milan e juve , interrotto solo da alcuene squadre , guarda caso chi sà il perchè di quelle coinvolte nello scandalo oltre la juve e il milan ; 3) il giudice Palazzi aveva condannato e giudicato prima di questo in carico , zeman e qui pochi altri fra cui totti che avevano denunciato le comnbine e i trucchi ; 4) come mai molti club fra cui questi coinvolti prima erano contro la nomina di Galliani , poi stranamente il giorno dopo cambiano idea ?
Speriamo nell'appello che non si cerchino come si fatto qui capi espriatori o mezze condanne , e che sui sfrutti visto che c'è la possibilità di fare realmente ( anche se c'è ancora molta omertà per paura di repicche successive e perdita dei loro ruoli ) di fare realmente puliza nel mondo del calcio .
Ma soprattutto niente ammistie , io sono contrario , o se proprio ci dev'essere farla come si è fatto in Sud Africa per risolvere il passaggio dal regime dell'apahartaid alla democrazia , cioè parli \ confessi , ti vengono tolti i vantagi che hai attenuto , e non vieni condannato . Concludo rispondendo a queste dichiarazioni "Questa sentenza sul calcio colpisce quasi venti milioni di tifosi, impedisce all'Italia campione mondiale di essere rappresentata ad alto livello nelle coppe Internazionali e costringerà i nostri migliori calciatori a giocare nelle squadre estere. Complimenti, giustizia è fatta". Lo afferma Paolo Bonaiuti, portavoce del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi dicendo che invece di prendersela con i magistrati perchè non se la prende con chi da vent'anni è più rovina il calcio tra cui anche il suo amato padrone e presidente del Milan . ? E' vero un fondo di verità c'è , ed è una legge ingiusta secondo alcuni punrti di vista ma se non si facesse cosi , la corruzione e l'illecito sportivo continuerebbe , e poi sono gli stessi allenatori e amministratori ad aver messo in tali ruoli quellle persone
P.s
Come sempre mi piace concluydere con una frase ad efffetto ed eccola qui : << Da eterno elettore della Cdl a malincuore dico che se Berlusconi fosse ancora al governo Calciopoli non sarebbe mai venuta fuori. Mi fa ridere chi sostiene che il Milan sia una verginella. Attraverso la presidenza della Lega affidata a Galliani ha di fatto gestito i diritti televisivi, il vero nodo del calcio di questi anni. Galliani ha sposato il conflitto di interessi come bere un bicchier d´acqua . ( Giuseppe Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna, Corriere della Sera 14 luglio 2006 ) >>
P.s 2
proprio ora, a post concluso trovo nella mia email questa vignetta ( vedere sotto ) che mi ha fatto -- anche se juventino in crisi -- rotolare a terra dalle risate
con questo è tutto continueremo dopo l'appello meditate gente meditate
DOCUMENTI \APPROFONDIMENTI
TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA ( PDF )
LE DECISIONI: grafico - tabella
Le tappe
Senza titolo 1367
Tra gli articoli scritti da Giacomo Montana mi ha colpito questo che riporto qui di seguito:
IGNORANZA O CONOSCENZA?
"Cari simpatici amici, anche se sono in molti a non saperlo, vi sarebbe una silenziosa alleanza delle mafie che forma il cosiddetto “QUADRATO DELLA MAFIA”: “ DANARO – LEGGE – DOMINAZIONE E SFRUTTAMENTO con gravi danni economici e alla salute del cittadino. Una persona ignorante si potrebbe chiedere: ma se la mafia gode della protezione da parte di certi personaggi potenti, delle autorità finanziarie, politiche e religiose, la civiltà, la democrazia e la cristianità in Italia cosa sono? Sempre quella stessa persona potrebbe essere indotta a pensare che il governo stesso è una mafia, ogni volta che privilegia una parte dei cittadini, penalizzando e distruggendo l’altra. A prescindere, sembrerebbe che l’ONDA mafia-governo fosse vecchia come il mondo, rispettivamente vogliono il denaro e il potere. Sembrerebbe inoltre che sia tutto un dare per avere che si svolge ad alto livello, ove la spada del governo è la legge e quella delle mafie è il denaro. La stessa persona ignorante vede il governo come il BENE e le mafie come fossero movimenti satanici, poi va in confusione quando si accorge che di fatto entrambe usurpando il potere sovrano dell’individuo e paradossalmente a quest’ultimo viene detto che siamo in democrazia e in un Paese prevalentemente Cristiano-Cattolico, ove vi sono regole da rispettare. Ragazzi ecco a che cosa porta l’ignoranza, ma sarà poi davvero ignoranza? Giacomo "
Un saluto a tutti. Giovanna Nigris
14.7.06
Senza titolo 1366
Ah...il gioco del calcio.
Un affanno dietro l'altro
per un pallone che rotola.
La gloria e la tragedia,
in comune,
il risultato di una vita.
Perdere o vincere,
gira e rigira
la palla entra qui e lì.
Così fieri di essere i campioni,
così grandi..
..da non accettare
di essere piccoli, per una volta.
Chi sa vincere dovrebbe saper perdere.
Non esiste l'uomo che vince e
non perde mai.
L'uomo, che tutti dicono sia vero,
si vede nella sconfitta e non,
nel non sempre semplice, successo.
D'altronde cosa ci si aspetta
da piccoli uomini in
mutande che giocano a palla.
Molto meno che da quello che ci aspettiamo
dai tifosi...
Sempre forza,
griderò..
..e i campioni celebrerò.
Anche senza coppa.
Perchè ho visto 23 leoni,
giocare per passione, per un amico
e per una nazione..
..non per il soldo.
E le paroline fuori posto...
...ci stanno.
Chi non ha mandato a fanxxxo
i francesi quella sera?
Tutti.
Da una parte e dall'altra.
C'è chi, non contento,
ha usato caratteri neri su pagina bianca..
..per i parassiti.
E chi vuole cancellare
i cugini per
due palle e una testata.
Ora si cerca il colpevole..
..chi è?
Chi fa o chi dice?
Lo siamo tutti...
Lo sport non c'è più.
Ciò che è campo deve rimanere campo,
son uomini e non educande..
..non son lì a raccogliere fiori
ma a lottare,
a mettere un pallone farfalla
in una rete.
Tutto questo pietismo,
tutta questa commozione,
tutto questo fair play...
...ma dove siamo?
Su un campo di calcio o tra
piccole suore in vena di cortesia.
Forza campioni,
le educande sono a stendere i panni,
dopo averli lavati in pubblico.
Ma si asciugheranno...
a se si asciugheranno....
...al vento creato da
58.000.000 di palle
che girano.
By Lapò
13.7.06
Le "case delle fate"
La leggenda popolare sarda dice che in questi sepolcri abitassero delle fate che tessevano su telai d'oro mentre cantavano e poi vi morirono tramutate in pietra .
Un'altra leggenda dice che vi abitava una serie di streghe la più orribile si chiamava Orgìa Rabiosa, una maga impazzita e impietrita dal dolore, una Niobe della sagra protosarda nella quale si riconosce la figura decaduta e alterata della Gran Madre,dea delle acque e dell'amore fecondo.
E così questi ipogei vengono chiamati con il nome di domus de janas (case di fate o streghe) o di forru (de Luxia Rabiosa) o furreddos (forno,fornelli), o di conca o conchedda o percia (precca) per la figura cava del loro interno.
Ma non resta alcuna denominazione che riproduca l'uso originario delle grotticelle artificiali, che fu quello di sepolcro comune alla cellula sociale familiare (o anche di clan).
La morte veniva vista come un sonno senza dimensioni, un sonno eterno come quello che avveniva nella casa di abitazione.
La tomba ha infatti un aspetto di casa in tutte le sue strutture architettoniche : soffitti imitanti le coperture lignee e con travi a raggiera o a spiovente di abitazioni rotonde e rettangolari, sostenuti da pilastri o colonne , nicchiette alle pareti in sostituzione degli stipi a muro delle capanne, alcove, sedili, fossette sul pavimento come nelle dimore dei vivi.
Le camerette sono chiuse dall'esterno da portelli sagomati con lastre di pietra o valve di legno sbarrate ingegnosamente con paletti come gli usci domestici. Fuori da queste stanzette troviamo dei padiglioni sotto roccia che adempiono alla funzioni di atrio, qui riservati agli atti della pietas del clan verso il defunto-antenato, ripetendo la forma del vestibolo che nelle capanne, era un po' il luogo delle attese e lo spazio delle "parole perdute" della famiglia e dei vicini.
Si e' propensi a credere che questo nuovo rito della sepoltura collettiva sia orientale e da lì si sia poi diffuso.
E' certo comunque che la domus de janas sarda segna un aspetto particolare della forma mediterranea ad ipogeo con collegamenti vari, ma solo parziali con esempi della stessa forma in Sicilia, Spagna, e Francia, cioè soprattutto del mondo "megalitico" occidentale.
Si contano in tutta l'isola piu' di 1000 domus de janas con una frequenza locale e numerica maggiore (480) nella Sardegna settentrionale ed in provincia di Sassari.
Sono scavate in prevalenza nel granito e nella trachite, di meno nel calcare, basalto marna.
10.7.06
Senza titolo 1365
Nel 1555 sale al soglio pontificio all’età di 79 anni il cardinale Carafa col nome di Paolo IV. Per capirci, quello di Q, dei Wu Ming.
Uno dei suoi primi atti è riprendere la persecuzione antiebraica, con la vergognosa bolla Cum nimis absurdum del 14 luglio 1555, che amplia le decisioni del Concilio Laterano del 1215
La bolla papale specifica che se il numero degli ebrei è limitato, questi devono abitare in un’unica casa, la casa dell’ebreo. In un’unica strada, la giudecca, se impossibilitati ad occupare una abitazione sola; altrimenti in più strade, purché appositamente delimitate da un muro e con entrate ed uscite sbarrate da cancelli, il ghetto. All’interno di questo ‘serraglio o chiuso degli ebrei’ può esservi un’unica sinagoga.
E' poi ripristinato l'obbligo medievale, che nel Novecento riprenderanno i Nazisti, di indossare un segno distintivo. Un cappello giallo, poi rosso, per gli uomini e un velo dello stesso colore per le donne, uguale a quello che portamo le prostitute.
Per ebrei vi è divieto assoluto di trattare e parlare con Cristiani se non per necessità di lavoro; possono praticare solo il commercio degli abiti usati e della roba vecchia o tenere un banco di prestito il cui tasso di interesse non poteva superare il 12% e i loro banchi non devono essere aperti nei giorni festivi cristiani; proibizione di tenere le scritturazioni nei libri dei prestiti in caratteri ebraici;proibizione di tenere nutrici e domestici cristiani. Infine gli ebrei non devono possedere proprietà immobiliari
La Comunità di Roma che si compone di 1500 persone, la maggiore d’Italia - offre 40 mila scudi per fare abrogare questa bolla; ma invano.
Nell'Urbe entra subito in vigore l’obbligo del segno distintivo e a spese degli ebrei si costruiscono le mura del ghetto.
Uguale provvedimento viene esteso anche a Bologna, dove sono ben undici sinagoghe, e la Corporazione ebraica dei cambiavalute; i 900 ebrei bolognesi sono rinchiusi nel ghetto l’8 maggio 1556.
Entro sei mesi gli Ebrei devono vendere le loro proprietà. E dato che non possono possedere neppure le case del ghetto, nelle quali pure dovevano abitare, perché non fossero soggetti a continui ricatti, viene fissata una legge, detta, con espressione ibrida, Jus hazakkà, che regolava i rapporti fra i proprietari delle e gli inquilini ebrei.
Situazione che a Roma fa arricchire in maniera spudorata i Cenci. Lo scandalo avviene ad Ancona,dove un gruppo di marrani portoghesi, fra i quali si trovava il famoso medico Amato Lusitano, aveva trovato rifugio ottenendo garanzia di protezione da parte dei papi.
Paolo IV non solo revoca la concessione, ma organizza uno spaventoso auto da fè in una piazza della città. 24 Marrani sono mandati al rogo, gli altri in carcere o a remare sulle galee dei cavalieri di Malta.
Questi avvenimenti suscitano enorme impressione ovunque. Il Sultano eleva una protesta chiedendo il rilascio dei prigionieri, ai quali promette la sudditanza turca. Alle proteste si unisce la città di Ancona.
Da Costantinopoli una marrana, Dofia Gracia Mendes, che aveva vissuto a Ferrara, organizza il boicottaggio del porto di Ancona a favore di quello di Pesaro, che apparteneva al Duca di Urbino. Anche a Ferrara, malgrado l’opposizione del duca Alfonso d’Este, si insedia il Sant’Uffizio, che incrudelisce anche contro dotti ebrei, fra cui Isaac Abravanel.
Nel 1559 finalmente il terribile vagliardo muore. Il popolo, stanco del regime di terrore,assalta e distrugge il palazzo dell’Inquisizione, e trascina per le vie della città la statua del papa, che si trovava in Campidoglio, dopo averle messo in testa un cappello giallo.
E Pasquino così commentò
Carafa in odio al diavolo e al cielo è qui sepolto
col putrido cadavere; lo spirito Erebo ha accolto.
Odiò la pace in terra, la prece ci contese,
ruinò la chiesa e il popolo, uomini e e cielo offese;
infido amico, supplice ver l'oste a lui nefasta.
Di più vuoi tu saperne? Fu papa e tanto basta.
Tornando ai difficili rapporti tra papi della Controriforma ed ebrei, Pio IV mitiga le restrizioni di papa Carafa.
Ma il peggio deve ancora venire. Pio V, il 26 febbraio 1569 emana la bolla Hebraeorum gens..., con cui ordinava che gli Ebrei fossero cacciati da tutte le Terre del Papa, ad eccezione di Ancona e Roma. In più le due comunità sono quindi oberate della spaventosa tassa di 10 scudi per ciascuna delle 115 sinagoghe distrutte, che erano state a suo tempo tassate con la bolla Cum nimis absurdum a favore della Casa dei Catecumeni.
Gli Ebrei di Bologna, città che dal 1506 fa parte dello Stato pontificio, passano allora nel vicino territorio degli Estensi; e siccome la bolla di papa Pio V ordinava anche la distruzione di tutto ciò che potesse ricordare l’esistenza di una Comunità ebraica, compresi i cimiteri, i profughi portano con sè anche i loro morti, che seppelliscono nel cimitero di Pieve di Cento. Dell’antico cimitero ebraico bolognese sono stati ritrovati quattro cippi, che si trovano ora al Museo Civico.A Palestrina, per l'impressione provocata dall'evento, la zona del quartiere ebraico viene da quel momento chiamata dello Scacciato. Questo evento provoca la nascita di parecchi cognomi ebraici romani, come Tagliacozzo, Tivoli, Veroli, Frascati, Marino, Di Segni, Di Capua, Di Nola, che ricordano le loro comunità d'origine
8.7.06
Il canto a tenore
"Patrimonio intangibile dell'Umanità".
......"B'a' cosas chi pro las cumprendere bi chere' tempus e isperienzia;
e cosas chi cand'un'at isperienzia non las cumprende prusu.
Cosas chi pro fortuna s'irmenticana e cosas chi pro fortuna s'ammentana;
e cosas chi si credene irmenticadas e chi imbezzes una die a s'improvvisu torran'a conca "........
(Sos Sinnos) Mialinu Pira
......"Ci sono cose che per capirle serve tempo ed esperienza;
e cose che quando uno ha esperienza non capisce piu'.
Cose che per fortuna si dimenticano e cose che per fortuna si ricordano;
e cose che si credono dimenticate e da vecchi all'improvviso ritornano alla mente".....
(Sos Sinnos) Michelangelo Pira
Il canto a tenore è l'espressione etnico-musicale più arcaica della Sardegna centrale ed è la prova dell'esistenza della pratica polifonica in tempi remotissimi.
E ' difficile stabilire le origini del canto a tenore che secondo alcuni risalirebbero addirittura a circa 4000 anni fa. La natura del canto sembrerebbe strettamente radicata nella vita pastorale, nella solitudine in campagna a stretto contatto con il bestiame e con la natura. Sono proprio gli animali e la natura i più probabili ispiratori delle voci.
E' realizzato da quattro cantori chiamati Bassu (basso - con un suono grave e profondo), Contra (contralto - si caratterizza per un suono più lineare, metallico e meno vibrato), Mesu oche (mezza voce - che arricchisce il canto con abbellimenti , fioriture e con le tipiche giratas -virtuosismi vocali-), Oche (voce), disposti in cerchio, riproponendo la forma architettonica della antica civiltà sarda, quella nuragica.
Contra e bassu procedono in parallelo nella scansione delle sillabe non-sens (bimbaraaaa-boom-bam-bom) senza che l'una o l'altra voce cambi nota prima del cenno della voce solista.
Bitti, nelle vicinanze di Nuoro, in Barbagia, è uno dei paesi in cui si pratica il canto a tenore.
I canti a tenore della tradizione bittese si dividono in profani (destinati ad accompagnare i balli nelle feste popolari durando diverse ore senza interruzione o le gare poetiche, dove il significato del testo è preminente rispetto alla musica) e sacri che, di probabile derivazione gregoriana sono tutti natalizi: su nenneddu (celebra la nascita del Gesù bambino), sas grobbes de su nenneddu (sono anch'esse canti in onore a Gesù bambino), anghelos cantate (canto di natale), sas grobbes de s'Annossata (canti dedicati alla Madonna dell' Annunziata festeggiata ogni anno nel mese di maggio con processioni e pellegrinaggi in un santuario campestre).
I canti a ballos sono quattro : ballu seriu (uno dei più antichi ed è il canto bittese per eccellenza), ballu lestru, ballu dillu, passu torratu.
La tradizione vuole che nell'incipit il solista inizi il canto aumentando gradualmente il tempo fino a stabilizzarsi e che la frase di chiusura sia cantata a isterrita (la stesura). _
Ma il canto preferito e più praticato a Bitti , oltre ai caratteristici muttos e Andira, è la classica serenata d'amore: sa Boche 'e notte (voce di notte). Fino alla fine degli anni cinquanta era consuetudine andare a contonare, ovvero fare le serenate alle ragazze amate, cantando le loro virtù e doti proprio sotto la finestra della camera da letto. Oggi andare a contonare è una pratica ormai in disuso e probabilmente è difficile che una pur splendida esecuzione sul palco ne riproduca il fascino e la suggestione antichissimi.
Informazioni tratte dal sito www.tenoresdibitti.com dove potrete anche ascoltare alcuni canti.
7.7.06
post notturno
Ieri notte , era una notte affosa , e non riuscendo a dormire , mi sono alzato e scritto questo post che oggi pubblico qui
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Viene di Latinamerica
Viene d'Africa
Con il passo lungo
Stancato dalla sete
Gabriele l'arcangelo
Vuole scappare nuotando
Per la porta del mondo
Dal mondo accanto
E vieni col vento
Vieni per la sete
Vieni a correre per le strade
Inciampare ancora
Un giorno mi chiederai da bere
Un altro una pietra per riposare
La sera una bussola per pregare
Io lo so
Porta del mondo che giri in eterno
Togli ipiedi di quest'uomo dall'inferno
Ora
Il ragazzo è clandestino
Ma tiene un cuore eccellente
Che nessun sentimento
Gli basta e lo consola
Gabriele sulla Terra
Sa vivere senza nostalgia
Fu salvato dalle acque
Così gli basta e così sia
Che la speranza si compra
Ma tutto il resto si vende
C'è nuova gente alla porta
Che chiama ancora
E un giorno ci chiederà da bere
Un altro una pietra per riposare
La sera una bussola per pregare
Io lo so
Vento di sabbia che soffi in eterno
Cancella i passi di questi figli
Dall'inferno
Ma ora
Viene da est
Da tutti i confini del mondo
Da tutte le guerre
Da tutta la fame
Da tutto il fango
Lui ne ha visto tanta
Di storia futura accelerando
Sempre correndo correndo
Gabriele scappando
Un giorno ti chiederò da bere
Un altro una pietra per riposare
La sera un pensiero per parlare
Io lo so
Luce del mondo che vegli in eterno
Solleva lo sguardo di quest'uomo
Dall'inferno
Per sempre, ora.
>>
Ad certo punto ho chiuso gli occhoi e rilassato alm emnte , e e mi sono ricordato di una bellissima catena un po' lunga, infarcita di luoghi comuni, ma carina ( che trovate qui sotto ) pubblicata sulla bacheca di www.aaamici.it dovro prima o poi ricordarmi di fare l'intervista ai fon datrori e la recensione del sito
PRIMA LEZIONE.
Dopo qualche mese alla facoltà di medicina, il professore ci diede un questionario.Essendo un buon alunno risposi prontamente a tutte le domande fino a quando arrivai all’ultima che era: Qual è il nome di battesimo della donna delle pulizie della scuola? Sinceramente mi pareva proprio uno scherzo.Avevo visto quella donna moltevolte, era alta, capelli scuri, avrà avuto i suoi cinquant’anni, ma come avrei potuto sapere il suo nome di battesimo? Consegnai il mio test lasciando questa risposta in bianco e, poco prima che finisse la lezione, un alunno domandò se l’ultima domanda del test avrebbe contato ai fini del voto.E’ chiaro!, rispose il professore. Nella vostra carriera voi incontrerete molte persone. Hanno tutte il loro grado d’importanza. Esse meritano la vostra attenzione, anche con un semplice sorriso o un semplice ciao.
Non dimenticai mai questa lezione ed imparai che il nome di battesimo dellanostra donna delle pulizie era Marianna.
SECONDA LEZIONE.
In una notte di pioggia c’era una signora di colore, al lato della strada, il temporale era tremendo. La sua auto era in panne ed aveva disperatamente bisogno di aiuto. Completamente inzuppata cominciò a fare segnali alle auto che passavano. Un giovane bianco, come se non conoscesse i conflitti razziali che laceravano gli Stati Uniti negli anni ’60, si fermò per aiutarla.Il ragazzo la portò in un luogo protetto, le procurò un meccanico e chiamò un taxi per lei. La donna sembrava avere davvero molta fretta, ma riuscì ad annotarsi l’indirizzo del suo soccorritore e a ringraziarlo. Passati sette giorni, bussarono alla porta del ragazzo. Con sua grande sorpresa era un corriere che gli consegnò un enorme pacco contenente una grande TV a colori, accompagnata da un biglietto che diceva:Molte grazie per avermi aiutata in quella strada, quella notte. La pioggia aveva inzuppato i miei vestiti come il mio spirito e in quel momento è apparso Lei. Grazie a Lei sono riuscita ad arrivare al capezzale di mio marito moribondo poco prima che se ne andasse. Dio la benedica per avermi aiutato. Sinceramente,Mrs. King Cole
TERZA LEZIONE.
Qualche tempo fa quando un gelato costava molto meno di oggi, un bambino di dieci anni entrò in un bar e si sedette al tavolino. Una cameriera gli portò un bicchiere d’acqua. Quanto costa un sundae? chiese il bambino.Cinquanta centesimi rispose la cameriera. Il bambino prese delle monete dalla tasca e cominciò a contarle.Bene, quanto costa un gelato semplice?. In quel momento c’erano altre persone che aspettavano e la ragazza cominciava un po’ a perdere la pazienza. 35 centesimi! gli rispose la ragazza in maniera brusca. Il bambino contò le monete ancora una volta e disse: Allora mi porti un gelato semplice!. La cameriera gli portò il gelato e il conto. Il bambino finì il suo gelato, pagò il conto alla cassa e uscì. Quando la cameriera tornò al tavolo per pulirlo cominciò a piangere perché lì, ad un angolo del piatto, c’erano 15 centesimi di mancia per lei. Il bambino non chiese il Sundae per riservare la mancia alla cameriera.
QUARTA LEZIONE
In tempi antichi un re fece collocare una pietra enorme in mezzo ad una strada.Quindi, nascondendosi, rimase ad osservare per vedere se qualcuno si prendeva la briga di togliere la grande roccia in mezzo alla strada. Alcuni mercanti ed altri sudditi molto ricchi passarono da lì e si limitarono a girare attorno alla pietra. Alcuni persino protestarono contro il re dicendo che non manteneva le strade pulite, ma nessuno di loro provò a muovere la pietra da lì.Ad un certo punto passò un campagnolo con un grande carico di verdure sulle
spalle; avvicinandosi all’immensa roccia poggiò il carico al lato della stradatentando di rimuovere la; roccia. Dopo molta fatica e sudore riuscì finalmente a muovere la pietra spostandola al bordo della strada. Tornò indietro a prendere il suo carico e notò che c’era una piccola borsa nel luogo in cui prima stava la pietra.La borsa conteneva molte monete d’oro e una lettera scritta dal re che diceva che quell’oro era per la persona che avesse rimosso la pietra dalla strada. IL campagnolo (e quindi tutti gli altri protagonisti delle lezioni precedenti ) imparò quello che molti di noi neanche comprendono : Tutti gli ostacoli sono un’opportunità per migliorare la nostra condizione
Aiuto per la Val di Noto
Dal sito di Roy Paci e Aretuska
"Ciao picciotti!
Passiamo alle cose serie adesso…
Se controllate tra le città incluse nella World Heritage List (Lista del patrimonio dell'Umanità) dell’UNESCO troverete la splendida area della Val di Noto.
Dal "Regolamento per l’attuazione della Convenzione sul Patrimonio Mondiale" si può leggere che questo riconoscimento segue criteri ben precisi e tali siti "illustrano l’evoluzione della società e degli insediamenti umani nel corso dei secoli, sotto l’influsso di sollecitazioni e/o di vantaggi originati nel loro ambiente naturale e delle forze sociali, economiche e culturali successive, interne ed esterne".
Forse pochi di voi hanno sentito parlare della Panther Resourch Corporation: ebbene è un colosso americano petrolifero che con altre tre compagnie italiane (ENI, SARCIS, EDISON) ha ottenuto, nel 2004, i permessi necessari per la ricerca e l'estrazione di idrocarburi in quattro zone differenti della Sicilia, una di queste è la Val di Noto... Questo in seguito ai provvedimenti dell’assessore all'industria Marina Noè (ahimè, un’augustana come me, ma totalmente da dimenticare); l’ennesimo smacco alla nostra bella terra dalla rielezione di Totò Cuffaro alla presidenza della regione. La nostra bella terra che, però, in moltissimi amiamo e difendiamo come meglio possiamo.
È per questo che ho deciso di rispondere all’appello degli amici di Sicilantagonista, della Malastrada.film, dei comitati contro le trivellazioni in Val di Noto che, in collaborazione con produzionidalbasso.com, arcoiris.tv, casablanca, universo.tv e arci, lanciano la produzione del film-inchiesta “13 Variazioni su di un tema barocco; Ballata ai petrolieri del Val Di Noto”, al quale parteciperò.
Il film vuole raccontare cosa è accaduto in questi 2 anni di lotte. La Val di Noto è patrimonio mondiale dell’umanità e della Sicilia.
Vi chiedo di unirvi a me per sostenere questa iniziativa versando 10 €, che corrispondono al “pre-acquisto” del dvd che verrà prodotto. Visitate il sito http://www.siciliantagonista.org/ per le modalità di partecipazione."
Roy
4.7.06
Nuovi bagliori
Attendi da me
un lamento,
un cuore spezzato,
la muta ombra
del dolore.
Una luce invece
mi accende di mille
bagliori e di stelle.
Sorgerà il sole,
mi incanterò di azzurri cieli e di
bianche onde spumeggianti.
Un ruscello lontano
mi canta stanotte
la sua ninna nanna.
Domani correremo
senza dolore.
Giovanna Nigris
2.7.06
Senza titolo 1363
In questo periodo di cazzeggio parziale , dato che i miei non vogliono che faccia la vita del beato porco e in attesa di parlare con il prof per l'esame di ottobre ( per concordare il programma visto che sono vecchio ordimnamento ) riletto venti sigarette da nassyria e letto in 6 giorni il giorno di Moro .
Veniamo alla loro recensione
Venti sigarette a nassyria di Aureliano Amadei e Francesco Trento
Molto spesso ad una lettura frettolosa ( infatti l'ho letto 3 giorni prima della presentazione ) ti sfuggono dei particolari e poi certi libri come questo sono come ho già detto cdv.splinder.com/post/7894430 sono pugni nello stomaco mi sono riletto questo libro . Cio che mi spinto rileggerlo è oltre il rimorso ad averlo letto troppo in fretta , e questa frase citrata nella 2 di copertina : << La prima cosa che t'arriva è un nsenso di leggerenza . E' scomparso tutto in un istante : la jeep dei carabinieri , lo scintilio del sole sul cofano , i colpi di mitragliatrice che ti fischiano accanto , l'ultimo fotogramma dela tua vita >> .Un libro “ maledetto “ boicottato da i cosidetti giornali cosidetti indipendenti ( salvo due o tre che vengono definiti anche se uno solo lo è , comunisti ) perchè dice senza censure e senza peli sulla lingua cosa è successo a Nassyria . Esso descrive lo stucchevole e retorico patriotismo e stato uno di quei pochi che foin dfall'inizio ha smontato ( è appunto per questo che da fastidio tanto che gli autori hanno subito censure in rai ) la versionwe ufficiale alla quale dopo i successivi attentati a nassyria non crede o se ci si crede è per comodità poo paura a vincere ed ad estirpare da dentro di noi che siamo in iraq in missione di pace . Ma soprattutto descrive ( uno dei pochi ) ,la disorganizzazione precedente all'atentato e la sottovalutazione degli allarmi che lo annunciavano E un libro senza peli sulla lingua anche verso coloro ( che loro chiamano il gatto e la volpe ) i quali prima lo mandato in iraq , poi lo coccolano per farsi belli davanti all'opinione pubblica nel clima di patriottismo imperante post 12 novembre , e poi lo abbandonano non riconoscendoli il contratto , dato che il suo è andato perso nell'attentato . e non riconoscendogli la causa di servizio , ma solo una invlalidità civile e quindi una indennità minore in confronto alle mutilazioni che subito nell'attentato in questione . Gli autori : << [... ] ci trascinano subito in un universo di puro terrore , di fuioco di spari di voglia di fumare nonostante il piede maciulllato . Segue poi , nei lenti mesi , l'analisi della presenza in iraq nel suo insieme e nelle sue contraddizioni esaplicite . e prende forma un originale romanzo-reportage che narra e riflette sulla verità che man mano prende forma >> Infatti lo spirito del libro in particolare il post scriptum si può riassumere con questa frase : << «Se dici una menzogna enorme e continui a ripeterla, prima o poi il popolo ci crederà. La menzogna si può mantenere per il tempo in cui lo Stato riesce a schermare la gente dalle conseguenze politiche, economiche e militari della menzogna stessa.Diventa cosi di vitale importanza per lo stato osare il sutuo potere per reprimere il dissenso , perchè la verità e è il nemico mortale della menzogna , e di conseguenza , la verità è il più grande nemico dello stato >> Joesph Goebbels Ministro della Propaganda della Germania nazista (1933-1945).e con il commento di Massimo Dessena ( della libreria max88 ) : << Autori di “Venti Sigarette a Nassirya”, libro scioccante che racconta l’esperienza di Aureliano, saltato in aria nell’esplosione del 12/11/2003 dove persero la vita il regista Stefano Rolla e tanti militari italiani del contingente di pace in Iraq. Un libro da consigliare nelle scuole, che racconta con ironia e rabbia l’esperienza di un ragazzo che viene inviato per vedere dove girare un film e finisce con il perdere lavoro, salute, denaro e futuro >> Concludo questa recensione con le foto fatte dal sottoscritto alla presentazione del libro fatta il 1\4\2006 organizzata dalla libreria cittadina di masssimo dessena ecco il sito http://www.libreriamax88.com/
( uno di queoi " pazzi " che fanno cultura coem si deve non le cose che passa il convento sempre uguali e ripetitive )
Aureliano Amadei
francesco trento a sinistra
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Il giorno di Moro di Giampaolo cassitta ( http://www.giampaolocassitta.it/ )
Qui purtroppo in quanto la mia macchina serviva a mio fratello pere un lavoro urgente visto che aveva la sua fuori uso , non ho fatto dela presentazione e mi limitero solo alla recensione stavolta n calma e non di " ripiegho " in quanto l'ho letto dopo la presentazione .
Un libro è decisamente bellissimo. . Ti trasporta dentro gli anni gli anni 70 ( dell'utopia del cambiamento e non solo di piombo e di violenza come vengono definiti ) e degli anni 80 / ( riflusso e conformismo imperante ovvero gli anni del CAF e del sorgere di quello che sarà il berlusconiosmo ) ci regala la freschezza, la gioia, la dolcezza e anche la malinconia. Bravissimo Cassitta a usare la morte di Moro come una grande metafora di questo paese e delal sua generazione . C'è dentro veramente tutto e tutto magnificamente raccontato. Unico neo: la distribuzione. E' un libro da 100.000 copie se solo l'avesse pubblicato feltrinelli.... ma mai diure mai magari succede che diventa un caso come Salvatore Niffoi infatti secondo me ci sono molte probablita come potete desumere dalla lettura di un breve capitolo
alla prossima
Senza titolo 1362
C'era una volta - Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di ...
Per la soluzione CLICCA QUI
1.7.06
Senza titolo 1361
Mare mattutino
Alghero, spiaggia Le Bombarde.
Fermarmi qui! Mirare anch'io questa natura un poco.
Del mare mattutino e del limpido cielo
smaglianti azzurri e gialla riva: tutto
s'abbella nella grande luce effusa.
Fermarmi qui. Illuso di mirare
ciò che vidi davvero l'attimo che ristetti,
e non le mie fantasime, anche qui,
le memorie, le forme del piacere.
Constantinos Kavafis
Prima di partire per le vacanze
QUI trovi le "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate"
immagine trovata sul web
Il regno più piccolo del mondo
...Giuseppe Bertoleoni partì su una piccola nave da diporto, approdando a Tavolara nel 1807, dopo aver lasciato parte del nucleo familiare nelle isole di Santa Maria e Soffi nell'arcipelago maddalenino.
Nello Spalmatore di Terra costruì una casa uniloculare (tipica abitazione con la porta a metà della parete meno esposta ai venti), il forno per il pane e recinse con pietre un tratto di terra per l'orto.
Nel 1836 era re d'Italia Carlo Alberto (salito al trono sabaudo nel 1831 al posto di Carlo Felice), il quale, essendosi recato in visita a Terranova, l'attuale Olbia, fu informato degli insistenti reclami e vivaci proteste contro l'occupazione dell'isola da parte della famiglia Bertoleoni che, a sua volta, avanzava numerosi ricorsi per il riconoscimento di sovranità sull'Isola.
Incuriosito, il sovrano arrivò nell'isola nel 1839, con il panfilo reale, proprio per conoscere Paolo, figlio di Giuseppe...
- Dalla voce di Tonino:
"è proprio vero!
Si incontrarono e Carlo Alberto si presentò come il Re di Sardegna.
Paolo Bertoleoni allora si presentò come il Re di Tavolara".
"Avendogli, Paolo, parlato delle eccezionali capre dai denti d'oro che popolano l'isola, il re sabaudo, dopo essere tornato a Torino, invia il generale La Marmora, recando doni per la moglie del "re" ebbe il compito di catturare le leggendarie capre.
Ottenutene diversi esemplari, Carlo Alberto riconobbe il diritto di proprietà dell'isola con queste parole:
"Tu non dovrai più preoccuparti.
Nomino te, Paolo Bertoleoni, re dell'isola.
I tuoi figli saranno principi e le tue figlie le signore dei mare".
Forte di questa ufficiosa quanto amichevole "incoronazione", la famiglia Bertoleoni si fregia dello stemma reale e fa costruire il piccolo cimitero che avrebbe ospitato i corpi dei regnanti, dotandolo di corone incise sulle lapidi.
In un secondo tempo venne inviata una pergamena dalla Prefettura di Tempio-Sassari (oggi andata perduta) che riconosce Paolo come padrone assoluto e re di Tavolara.
La storia dell'"incoronazione" aveva varcato addirittura i confini nazionali, tanto che persino la Regina Vittoria, a Londra, fu informata dell'esistenza di un'isola, al nord della Sardegna, diventata il più piccolo regno dei mondo per volontà di Carlo Alberto, re d'Italia.
E proprio la regina inglese mandò a Tavolara una propria nave, la Vulcan, per documentare e ritrarre la famiglia dei sovrani di quel luogo, in abiti da cerimonia e al gran completo, in posa sulla loro isola, felici regnanti senza sudditi: una vecchia foto oggi conservata nel museo di Bukingham Palace, nel salone dove sono riuniti i ritratti di tutti i regnanti della terra, racchiusa in cornice d'oro, con la la dicitura:
"La famiglia reale di Tavolara,
nel golfo di Terranova Pausania,
il più piccolo regno del mondo".
"Continua...."
per evitare chiamate indesiderate o messaggi molesti su whatsapp usate due schede una pubblica ed una privata
questo post di Aranzulla conferma il consiglio che davo in un post ( cercatevelo nell'archiviuo dell'ann...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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