4.10.04

impressioni a freddo sulla campagna d'odio verso le due simone


Avranno «stufato» Feltri e il suo «Libero». Staranno sullo stomaco di Ferrara e del suo «Foglio». Saranno ancora per giorni, c’è da scommetterci,al centro delle velenose, e volgari,accuse di ottusità pacifista sparate a raffica dal «Giornale». Ma Simona Pari e Simona Torretta possono contare su un ben altro trattamento, in termini di autorevolezza,della stampa internazionale Chissà se Feltri taccerà di ttusitàpacifista o di fiancheggiamento (indotto) dei terroristi iracheni, «Time». Di certo, i denigratori a mezzo stampa delle due giovani volontarie italiane, non avranno gioito alla vista della copertina dell’edizione londinese di «Time». Chissà se Ferrara taccerà di estremismo disfattista (rispetto alla glorificata guerra preventiva di GeorgeW.Bush) il direttore del magazine che ha deciso di metterein copertina le due Simone,(scusate s e non riporto la copertina , ma in internet , è in file pdf e non sono come trasferirla qui sul blog ) con sotto questa scritta: «2004. Gli eroi europei».Eroine. Questo per «Time Europe» sonoi due ex ostaggi italiani. Eroine di pacein area di guerra. Eroine per la solidarietàconcreta manifestata in anni di lavoroverso un popolo martoriato dalla guerra. No, le due Simone non hanno «stufato» coloro che le hanno scelte tra gli «eroi europei 2004». Scelte non a causa del rapimento, ma per aver impegnato una parte della loro vita ad aiutare gli iracheni .






La grande festa mediatica per la liberazione in Iraq delle due Simone ha scatenato un a gran voglia di “concordia nazionale” quale non si vedeva da molti anni. Tutti ad abbracciarsi, a complimentarsi fra loro, a dire quanto è bello volersi bene. Ma è bastato dare la parola alle due ragazze pacifiste ree confesse, assolutamente innocenti se non addirittura incoscienti, per capire che lo spirito bipartizan, in questa Italia bipolare, sarebbe durato pochissimo. E’ successo che sia l’una che l’altra, in luoghi diversi, hanno confessato candidamente che, potendo, sarebbero ritornate in Iraq a continuare a fare ciò che stavano facendo, e che, sì, per loro le truppe italiane dovrebbero ritornarsene a casa. Ma come, si son detti i berluscones di casa nostra: il nostro premier si è gloriato sui Tg nazionali del grande successo del governo per soli quindici minuti, dichiarando addirittura di essere stato pronto, con mitra e bandana, ad effettuare un blitz per liberarle, e queste due ingrate di pacifiste non si vergognano a dar ragione alla sinistra? A questo punto, ha scritto il Giulianone nazionale riappropriandosi del manganello, sarebbe giusto che i pacifisti avessero il pudore di quotarsi per restituire i soldi del riscatto delle due irriconoscenti ex prigioniere. Pare che i pacifisti abbiano risposto che per loro va benissimo, purché però la destra interventista si quoti a sua volta per pagare gli indennizi privilegiati (mai erogati, a quanto sembra) ai familiari dei soldati morti a Nassirya, anch’essi in “missione umanitaria”, inviati da un governo che ce li ha spediti senza il consenso popolare e senza il mandato dell’Onu. Insomma, tutto da rifare, povero Carlo Azeglio Ciampi, che da anni si batte per una concordia nazionale che latita dai tempi del G8 genovese. Tutti d’accordo, invece, sulla necessità di un paio di nuovo tifoni sull’«Isola dei famosi», il cui costo dell’avventurosa vacanza ai Caraibi rimane a carico degli utenti Rai, il cui canone è salito alle stelle. Purtroppo, l’unica maledizione che abbia colpito nel segno, finora, è stata quella subita dal mitico Kabir Bedi, il quale ha finalmente beccato ciò che agli inizi della sua carriera italiana molti ragazzi gli auguravano cantando a squarciagola: «Sale e scende la marea/ Sandokan ha la diarrea!». Questa volta se l’è presa davvero. Saranno pure magre consolazioni, è vero, ma un telespettatore oppresso da un numero incredibile di demenziali reality show su tutti i canali possibili, avrà pure il diritto di togliersi qualche piccola soddisfazione, no?










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