La CHIESA, ETICA e “SINISTRA”. DOPO LA BATOSTA REFERENDARIA BASTA IPOCRISIE OPPORTUNISTICHE
Rossana Rossanda (manifesto 2003) inascoltata, accusava giustamente la “sinistra” italiana che rimuovendo
frettolosamente le proprie radici storiche, di aver delegato totalmente la “questione etica”alle religioni, concetto che ha ripreso molto arrabbiata nel fondo del giornale del 9 giugno a pochi giorni dal voto. Affermazioni di totale subalternità:“Il santo padre (!) e la chiesa rappresentano una tale alta autorità morale che tutti siamo tenuti riconoscere” Cose simili sono state più volte ribadite da i vari Veltroni, Bertinotti, Bersani, L. Turco, N. Vendola, T. Valpiana, ecc. Questi incauti dirigenti di una sinistra senza identità che ostentano mediaticamente il loro servile rapporto con la chiesa, hanno arbitrariamente parlato anche a nome di chi laico conseguente o credente pensante non si riconosce nell’autorità morale della chiesa.
Ora, proprio in occasione del referendum sulla procreazione, si è pagato alla chiesa il conto salato di tale abdicazione (1). I danni sono evidenti e senza nessuna possibile giustificazione artificiosa.
Ratzinger e Ruini, questa autorità la hanno esercitata totalmente e senza limiti e, servendosi di un apparato 25 mila parrocchie e della televisione, per dire ai cattolici di non andare a votare per il referendum sulla fecondazione, ricattando moralmente anche i cattolici più avanzati ridotti a minoranza debole, agevolati anche dallo scarso impegno dei partiti cosiddetti laici.
Siamo al punto di chiederci se siamo ancora uno stato laico non confessionale, e se anche la presenza del crocifisso nei luoghi pubblici non serva in realtà come simbologia della chiesa cattolica come istituzione di potere de facto..
Ora quindi se il referendum non ha raggiunto il quorum perché meravigliarsi,.... era inevitabile con una “sinistra” ex laica e vuota di contenuti e che con il complesso di inferiorità verso la chiesa come istituzione politico ideologica, ha alimentato la solitudine culturale delle masse sempre più individualizzate dalla frammentazione sociale…...
Si è scambiato il riconoscimento ed il rispetto della diversità per sudditanza, non come uguaglianza nel confronto plurale.Ipocritamente certa “sinistra” confonde la solidarietà sociale per comunitarismo arcaico e compassionevole (2). e si appella ad una etica metafisica che in realtà è quella cattolica oscurantista che blocca la conoscenza scientifica con la pretesa di sottrarla alle logiche “selvagge” del mercato (3).
La Chiesa legittimata acriticamente dalla politica ha potuto occupare come ha voluto tutto lo spazio mediatico usando il messaggio religioso in modo ideologico, ha potuto così strumentalizzare il fattore emotivo ed irrazionale e contrabbandare tutto ciò come fede fondata scientificamente.
Si è confermato quanto era storicamente noto per i materialisti conseguenti da Marx in poi, ogni religione quando si costituisce in istituzione diventa inevitabilmente classista, autoritaria, antifemminista, sciovinista, burocratica, oscurantista, pretende democrazia per se ed esercita dittatura al suo interno.
Note 1) Nella Puglia di Vendola,il "devoto" ha votato il 15%.
2)Nella questione della fecondazione eterologa non è estraneo il richiamo sottinteso alla discendenza di sangue con cui riaffermare il principio della famiglia fondata sulla proprietà privata, della religione come giustificazione etica e dello stato come garante dell’ordine sociale e politico.
3) Si finge di ignorare che la chiesa e il papa Woityla, mentre tuonavano a parole contro “profitto, mercato e “capitalismo selvaggio” lesivo della dignità umana proponendo “un capitalismo civilizzato” con “un giusto profitto rispettoso dei diritti umani”, ed altre amenità retoriche di facciata, poi nella pratica lo stesso Woityla ha assunto come consulente economico, guarda caso, l’ex direttore del FMI Camdessus quello che ha mandato in rovina a varie fasi interi paesi come Messico, Indonesia, Argentina. Per non parlare delle responsabilità del Vaticano e del “santo subito” sullo IOR di Marcinkus e sull’Opus Dei.
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Chi sono gli amici e chi sono i nemici? La chiesa lo sa, noi dobbiamo riscoprirlo.
Per riconquistare la propria autonomia critica culturale, scientifica, morale e politica, occorre una nuova soggettività rivoluzionaria materialista di classe.

CA CON UN RITRATTO AUTO IRONICO SU DI ME CON TANTO DI FOTOGRAFIA TRATTO "DAL MODELLO "PRESENTE SU QUESTO BELLISSIMO BLOG 








CAPRERA. Ulivi pluri centenari piantati dallo stesso eroe dei due modi nel 1867 abbattuti, per far posto a un casetto anti incendio ; pini che soffocano altre essenze, pozzi pericolanti e rifiuti Girare per Caprera è come scavare tra le rovine di Pompei o Ercolano. Dei cento ulivi piantati da Giuseppe Garibaldi ne sopravvivono una cinquantina. Infestati da rovi o soffocati dai giganteschi pini marittimi. I tre pozzi scavati nel granito sono in condizioni pietose, e a cento metri dalle tombe c’è un piccolo depuratore. Verde, per confondersi, come il tetto della casamatta antincendo, tra la vegetazione. Il degrado è evidente, palpabile, ma non irreversibile. L’olio spremuto dalle olive di Garibaldi continua a condire l’insalata servita nell’agriturismo “Garibaldi” che Bainzu Corda, di Tula, gestisce con la famiglia da una decina di anni. Bainzu, da 1964 vive a Caprera, a pochi metri dalla casa bianca garibaldina e sino all’arrivo della soprintendenza ai beni culturali ha curato l’orto e l’uliveto del Generale. «Grazie a una concessione demaniale che prima si estendeva per 40 ettari, ora ridotti a dieci. Quegli ulivi li ho seguiti e potati sin quando ho potuto, poi il ministero ne ha chiuso una parte dentro il recinto del museo - dice l’uomo -, e non so che fine abbiano fatto». Nella primavera del 2004 ha visto gli operai di una impresa gallurese che trasportavano camionate di materiale dentro il compendio «ma non ho mai saputo quale opera stavano realizzando».Probabilmente la casamatta, una stazione di pompaggio per portare a norma di legge l’impianto antincendio del compendio garibaldino sollecitata dalla direzione del corpo forestale dello Stato con sede a Follonica. Un ente competente per la tutela antincendi e ambientale di buona arte dell’isola di Caprera. Una costruzione, la casamatta, dal tetto verde, inserita a forza e ruspate tra due filari di ulivi e tra due pozzi fatti scavare nella viva roccia da Giuseppe Garibaldi. «Il pozzo principale, quello davanti alla tomba, è inesauribile» dice Bainzu Corda di Tula, che per decenni ne ha utilizzato le acque per abbeverare il bestiame e irrigare orto e vigneto. Pozzi ormai stagnanti, recintati con una rete da pollaio e infestati da piante di ogni genere. Si intravedono i pluviali di granito voluti da Garibaldi per il recupero delle acque piovane, un’opera che era costata, all’epoca, soldi e tanta fatica. Tre pozzi (uno dei quali fuori dal compendio) ormai in disuso, che sarebbero un raro esempio di architettura rurale (e utili) se riportati alla loro originaria destinazione, quella di fornire acqua alla fattoria garibaldina di Caprera. Passeggiando sotto i pini e l’ulivetto si inciampa in una vasca di decantazione - per evitare che gli ultimi pezzi di piastrelle, che la rendevano impermeabile, diventassero facile preda dei cercatori di souvenir, è stata ricoperta da un manto di terra -, una vasca che Giuseppe Garibaldi utilizzava per il lavaggio del frumento e delle olive prima della macina. I cinghiali, poco distante, hanno scavato una fossa nella quale imputridisce l’acqua maleodorante e melmosa che sgorga da un minidepuratore. Realizzato anche questo tra gli ulivi. I 4 filari d’ulivo piantati 150 anni fa dal Generale con l’aiuto di un esperto sennorese delimitavano, nella vallata che porta a Cala Garibaldi, l’angolo più riparato dell’isola dal maestrale e dalla tramontana. Ci cresceva di tutto, dai prodotti dell’orto alla vigna.












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