10.11.08

tutti siamo filosofi

  da un  giornale  locale  leggo questo articlo interessante   , che è  anche la conferma  a quanto dico a chi    midice  che  gli analfabetio sono ignoranti  

Tziu Bobore, il treno e la zappa vita felice del frenatore filosofo




SASSARI. Ha attraversato l’ultimo secolo del millennio scorso anche lungo i sentieri spinosi di tre anni di “richiamo” in guerra e ora - lucidissimo e per certi versi perfino gagliardo nonostante le novantasette primavere - naviga disilluso nelle acque torbide degli anni Duemila. Porta un nome illustre della grande patria barbaricina: si chiama Salvatore Satta. Ma non è un nuorese di città come il romanziere famoso de “Il giorno del giudizio”, essendo venuto alla luce e allevato sotto lo stesso cielo di un altro narratore sempreverde, l’indimenticabile Salvatore Cambosu di Orotelli, autore di un racconto incantato che resiste alle rughe del tempo, “Miele amaro”.
La sua filosofia di vita è delle più semplici e può essere riferita a tre punti-cardine. Primo: i fatti valgono più delle parole, che debbono essere poche e hanno diritto al massimo rispetto. Secondo: la terra c’era già prima che noi arrivassimo e ci sarà anche quando noi non l’abiteremo più, è la nostra eterna madre e deve essere amata e coltivata con onore. Terzo: le persone si giudicano dalle azioni. Tutte, grandi e piccole. E se le azioni non corrispondono alle parole significa che quella persona non è un vero uomo.
“Sono a Sassari dal 1932. Ero venuto qui perché avevo presentato la domanda per fare il custode al museo Sanna”, il racconto di Salvatore Satta parte da lontano. “Poi, ma questo avviene anche oggi, avevano preso un altro. Subito dopo, nello stesso anno, ero stato assunto alle Ferrovie dello Stato come cantoniere attraverso un concorso di prove manuali e cultura generale. Avevo ventuno anni, abitavo in corso Margherita”.
È vero che in quel periodo a Sassari era facile trovare casa? “È falso. Costavano molto anche gli affitti”, precisa tziu Bobore. “Io avevo uno stipendio di trecento lire e ne pagavo 95 di affitto. Un maresciallo dei carabinieri prendeva duecento lire. Ma anche se i soldi erano pochi non ci si indebitava”. Con orgoglio, Salvatore Satta puntualizza: “Io e mia moglie non abbiamo mai comprato a libretto. E mai firmato cambiali: non so neppure che cosa siano esattamente”.
Già, la moglie: Antonia Ladu di Oniferi, il grande amore della sua vita: “Orfano ero io, orfana lei. Le ho dato il primo bacio qui, tra gli ulivi di Sant’Orsola, e l’ho sposata nel 1933, quando avevo ventidue anni”. Nel 1934 nasce Silvio, nel 1936 Maria, nel 1938 Giovanna. Una famiglia senza problemi economici. Ma nel 1940 tutto cambia anche per il ferroviere Salvatore Satta di Orotelli.
“Mi hanno richiamato e spedito in Francia, nonostante avessi già tre figli. In Francia c’erano tre divisioni italiane. Ogni giorno cambiavamo zona, ci spostavamo di cinquanta-sessanta chilometri. Neppure il tempo di montare le tende e dovevamo ripartire”. Fame, anche? “No. Il rancio, anche se povero, c’era sempre. Ma mia moglie si è dovuta impegnare per non far mancare nulla ai bambini, coltivando questi piccoli orti nei pressi della cantoniera, di proprietà delle Ferrovie”.
Di ritorno dalla Francia, Satta pensava di aver finito di girovagare. “Invece nel 1941 mi è caduta in testa un’altra tegola, più pesante della prima”, racconta tziu Bobore. “Mi hanno convocato per dirmi che dovevo ripartire. In men che non si dica mi hanno rimesso la divisa, ordinandomi di andare a Orosei. A piedi, naturalmente. Ho fatto tutta quella strada con il cavallo di San Francesco, come dicevamo noi a Orotelli. Da Orosei sono andato a Siniscola. Da lì facevamo spesso delle puntate a San Teodoro per dare una mano d’aiuto ai finanzieri”.
Ma qual era la ragione vera della vostra presenza in Baronia? “C’è da ridere, a ripensarci”, risponde Satta. “Dovevamo sorvegliare le coste, si riteneva che gli alleati sarebbero sbarcati in Sardegna. Ma non eravamo attrezzati per impedire nessuno sbarco: a parte i fucili mitragliatori, non avevamo praticamente nulla. Ogni tanto vedevamo emergere dall’acqua salata un sottomarino inglese, però la situazione era di quiete. Nel 1943 i fascisti fecero arrestare l’avvocato nuorese Salvatore Mannironi - che sarebbe poi diventato parlamentare della Dc, più volte sottosegretario e ministro nel 1970 - con l’accusa di essere una spia degli inglesi”. Perché? “Un clandestino, sbarcato a Siniscola, si era diretto nelle campagne di Nuoro fermandosi in un terreno di Mannironi, a Marreri”.
Finita la guerra, tziu Bobore ritorna alla sua cantoniera. Nel 1943 gli era nato un altro bambino, Antonello, sei anni più tardi sarebbe nata Graziella. E Salvatore era stato promosso. “Da cantoniere ero diventato frenatore. Qualifica superiore, appartenevo al personale viaggiante. In genere facevo servizio da Macomer a Golfo Aranci, il treno era sempre zeppo di viaggiatori. Nelle giornate di riposo, lei non rida, zappavo la terra. Avevamo le chiavi della tenuta dei marchesi di Sant’Orsola, a due passi dalla cantoniera. Brava gente, i marchesi. Io zappavo dalla mattina alla sera soprattutto dopo il 1971, quando sono andato in pensione. Avevo sessant’anni ma mi sentivo come un leone. La zappa mi ha sempre fatto bene”.
Tra i suoi amici di allora tziu Bobore ricorda soprattutto il parroco di San Paolo, don Origo, che andava spesso a trovarlo. “Nonostante noi non fossimo praticanti devoti, siamo diventati amici. Io venivo da una famiglia in cui comandava mia nonna che nell’imminenza della Pasqua mi diceva: vai a confessarti ma stai attento e chiudi la bocca, che non ti entri nemmeno acqua. Comunioni? L’ultima l’ho fatta il giorno del mio matrimonio. Mia moglie andava in chiesa ma non era una bigotta”. Però con don Origo l’amicizia era possibile. Come mai? “Passava dalla cantoniera per accorciare il tragitto verso la chiesa e si fermava da noi. Era un uomo sincero, diceva spesso: il mio è un mestiere come un altro. E noi distinguevamo, anche tra i sacerdoti: c’erano e ci sono i buoni e i cattivi. Quelli che non indossano più l’abito talare non li sopporto proprio. Il Papa ha fatto un errore assurdo quando ha dato ai preti la libertà di vestire come meglio credono”.
Ma i suoi ricordi più tenaci sono tuttora quelli dell’infanzia lontana, nel microcosmo di Orotelli. “C’era un medico, il dottor Cusinu, che rispondeva sempre immediatamente anche alle chiamate notturne e non faceva pagare un soldo ai poveri, gli altri pagavano in natura al tempo del raccolto. E c’erano i padroni delle terre, persone comprensive: ricordo in particolare Antonio Senes. Bobore Cambosu, invece, era povero di beni materiali ma ricchissimo di altri valori, quelli che non si possono comprare con i soldi. Figlio di gente buona e onesta, non c’era nulla da dire contro di loro. Bobore era una persona speciale”. Come l’ingegnere Maurizio Zanfarino, a Sassari. “L’uomo più importante delle Ferrovie”, secondo tziu Bobore Satta. “Capo compartimento e uomo di cultura con tutti i requisiti, zio di Cossiga ma questo c’entra poco, aveva proposto di fare una galleria che dalla Scala di Giocca avrebbe dovuto sbucare nell’emiciclo Garibaldi”. L’umanità contemporanea in genere non lo entusiasma, fatte salve le eccezioni: “Si è rovesciato tutto, il mondo è capovolto”. E lui, Bobore Satta nato nella terra dell’oro, oggi contempla metalli più vili, protetto dalla corazza del tempo che fu.
Infattti  sempre  secondo il  giornale   esso  ha   << Nei ricordi il paese natale ha ancora «il colore del grano maturo»

L’amara scoperta che a Orotelli non si fa più il pane in casa
Dalla Barbagia a Sassari negli anni ’30 assunto dalle Ferrovie dello Stato nella cantoniera di Sant’Orsola

SASSARI. Proprio all’ingresso della cantoniera ferroviaria di Sant’Orsola dove Salvatore Satta vive con la figlia Maria c’è un giovane agrifoglio, l’albero più bello fra tutte le piante della famiglia delle querce. In questo autunno piovoso e turbolento l’agrifoglio rosseggia di bacche tra il verde intenso delle fronde. Quasi un simbolo di resistenza alle intemperie della stagione. Come lui, tziu Bobore, a quelle della vita. “Che cosa mi ha conservato in forze? Senz’altro la zappa».
“Mi ha fatto compagnia per tutti questi anni, fin dalla più tenera età. Per me zappa vuol dire vita e buona salute”, riafferma con il conforto del senno di poi.
Nel calendario della sua infanzia a Orotelli, gli svaghi non erano previsti.
“Quando non zappavo la terra facevo altri lavori pesanti. Ero in quinta elementare, si costruiva la strada per Ottana”, ricorda Salvatore Satta.
“Con altri miei coetanei trasportavo fascine di lentischio e ceste di pietre per la massicciata. Ogni cesta ci veniva pagata venti centesimi. A volte il pagamento era fatto in natura, generi alimentari”.
Oggi le zappe si ammantano di ruggine anche nel suo paese natale. “Ho sentito dire che a Orotelli non si fa più il pane in casa: lo comprano nei negozi”, rivela. “Per me è una notizia triste e inattesa. Ai miei tempi da noi veniva gente dagli altri paesi, a comprare il nostro pane rinomato”.
Orotelli, terra dell’oro, “il colore del grano maturo e delle spighe gonfie di chicchi dorati”, come era solito dire Cicitu Màsala al suo amico Bobore Cambosu. Oggi quella terra è incolta e risplende soltanto del colore delle pietre.
Salvatore Satta ripensa a sua moglie, classe 1907, morta due anni fa quasi centenaria. “Antonia aveva quattro anni più di me ed era bella di tutte le maniere, anche lei amava lavorare la terra”, ricorda. “E vinceva quasi sempre i concorsi delle Ferrovie dello Stato per i migliori giardini intorno alle case cantoniere: ha guadagnato la bellezza di cinque medaglie d’oro”.
Il pensiero della signora Antonia lo rende malinconico.
“Da quando mamma è scomparsa, babbo è diventato ancora più taciturno”, spiega il figlio maggiore Silvio, classe 1934, che vive a Cagliari.
Del resto, come si fa a dimenticare più di settant’anni di vita in comune? Un amico cambia discorso con una domanda: com’erano i rapporti tra ragazzi e ragazze di Orotelli alla fine degli anni Venti? “Si basavano sull’amicizia e il rispetto”, risponde pronto il vegliardo. “Le donne lavoravano per conto loro, non ci davano molta confidenza”.
Gli chiedono di Barack Obama, primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti d’America: “Ho la fondata speranza - si sbilancia tziu Bobore - che ci sarà un miglioramento, e non soltanto in America”.
Ha scritto Victor Hugo: “C’è una bellezza ineffabile nella vecchiaia felice”.

Senza titolo 1023

  L'AVETE LETTA LA FIABA L'ALBA ?  :-)


Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us
 

Senza titolo 1022

La notte ha mille luci


Negli occhi dell’amore


 


La notte ha mille luci


su nel cielo dal nero mantello


bandiera dell’amore


le stelle


la luna


luci nella città


nelle case


luce negli occhi di una donna


negli occhi del suo uomo


negli occhi degli amanti


negli occhi di chi spera


negli occhi di chi si cerca


la notte ha mille luci



ma non per me


così lontano oggi


abbasso le tapparelle degli occhi


mi abbandono al sogno


e al buio illumino il mio mondo


pensando a te


 


Pietro Atzeni


 

9.11.08

Senza titolo 1021


Vince il Premio Miglior Libro 2007:
GOMORRA di ROBERTO SAVIANO


Vota il libro dell'anno 2008. 
Per maggiori info sull'iniziativa: ▪
FAHRENHEIT



“Alcuni libri vanno assaggiati,
altri divorati e alcuni, rari,
masticati e digeriti...”

la cultura non ha classificazioni politiche

sarà stato pure  di destra  ma chi  se   frega  


I disordini non avranno mai fine, non avremo mai una sana amministrazione della cosa pubblica, se non acquisteremo una nozione precisa e netta della natura e della funzione del denaro.[E. Pound]





Letter from Leonard Peltier












11/05/08





My Relatives and Friends,

Last night a change in this country took place that not too long ago many people said would never happen. An African-American was elected to the White House and by a major landslide, which gives him a mandate by the public to fulfill his promises. This landslide indicates the people have placed their hope with this man they call their president for a change in this country.



HOPE. There have been times if I can even recall what it really means to have hope that justice is right around the corner. I’ve been mislead and disappointed so many times that I would soon see justice and to have it denied upon a technicality in legal appeals. Or like what happened eight years ago. Everyone placed their hope and trust with a couple named Bill and Hillary, but we were betrayed at the last minute. I know that many of my friends, family and supporters were crushed. I began to feel the weight and pressure of a lifetime being unjustly imprisoned began to crowd me into a corner of my cell and then in my mind. But, it was this thing that has been our battle cry for so many years, “In the Spirit of Crazy Horse”. I remembered what he stood for and remained a warrior until his last breath. It is a strength that we stand upon when we are right. We were right to be in Oglala and we were right to be prepared to defend ourselves. What wasn’t right is that a jury never got to hear any of this testimony, and the rest of the trial was a product of the fabrication and then manipulation of the FBI. This spirit of Crazy Horse is a spirit of being in total resistance to the wrongs perpetuated towards your people, community, family and yourself. Some of us called it outrage, but that is just merely an emotion without resolving the issue. It is when we make a conscious choice to try and balance the wrongs in this society that we are being compelled by this spirit of resistance to stand in defense of the wronged.



That spirit cannot be conquered, and I refused to submit and give in when it appeared there may be no hope It was because of the letters of support and encouragement from so many people that I continued on for another eight years. And now people seem to feel there is a change blowing in the wind and that the election of Obama is a manifestation of that change.



I sincerely hope so, because I am now 64 years old and coming up on my 33 year of being confined and fighting for justice and my freedom, Obama may be my last chance at securing my freedom. If there is one thing I learned from earlier campaigns on my clemency is that he won’t just be able to do it by himself. He is going to need your support in the form of public opinion on the case. That isn’t going to happen until we can create education and awareness on the circumstances of my case across this country and send letters. Be a Branch Support Group to help create public opinion. My case has to be a national issue on justice denied, it may sound easy, but it isn’t. The FBI has been an opposing force in attempting to discredit my cause and that of Native people since they focused their attention on the American Indian Movement in the 1970’s. When it appeared that Clinton might actually grant clemency, the agents went and demonstrated at the White House and utilized their resources to create doubt in the mind of Clinton.



So in the national awareness goals of the branch support groups it is going to be your challenge to keep the public interest focused. It is also another hope that with a whole generation of people who were born after my wrongful conviction that there will be a renewed source of energy and actions.



One point that I would like everyone to focus on right now is a “30 year law” regarding my sentence and parole.

At the time I was convicted, the guidelines said:

“Any prisoner, …shall be released on parole… after serving thirty years of each consecutive term or terms of more than forty-five years including any life term, whichever is earlier: Provided, however, That the Commission shall not release such prisoner if it determines that he has seriously or frequently violated institution rules and regulations or that there is a reasonable probability that he will commit any Federal, State, or local crime.” 28 U.S.C. section 28 U.S.C.

§4206(d)

I’ve served more than 30 years of this sentence and have been considered a model prisoner And the likelihood of committing any crimes is non-existent due to my age and the humanitarian work I’ve pursued to help my people since my incarceration. According to this law, they have to grant me a parole to my next sentence. But as we’ve learned from the past, we cannot take anything for granted so your letters should be focused on this law to the parole commission and congressional leaders. If the commission complies with the letter and spirit of this law, we will have made a significant step towards my freedom and we will need to maintain and increase this momentum.



The Committee and I have been discussing several ideas and projects to make this a pro-active campaign. We are currently rebuilding the former LPSG’s into LPBSG’s. This is necessary due to a breakdown with the former Leonard Peltier Defense Committee. I had to turn to my sister and niece to help me rebuild my defense committee from scratch. We had no files, records, and merchandise. We have not been able to make contact with the former coordinator of the LPDC. We are still hoping to resolve this issue, but until then we needed to keep moving with the campaign.



We still need all of our former contacts and supporters to reconnect with us and to update the information so that my Committee can handle correspondences and contributions. We need everyone who has supported me to contact the LPDOC and sign onto our list serve so that you can be updated with information on progress or activities needed in my campaign.



I will need everyone to work with my Committee and clear any action with the appropriate people within the Committee. It is important that we all work together cohesively, instead of scattering our efforts or resources. We do not intend to discourage ideas or creativity, but we would like to incorporate such ideas into a unified larger effort and not act prematurely on some plans we may have not disclosed due to timing or details being worked out.



Some of the projects we have discussed are conducting rides, walks, runs and events across the country to create this awareness of my case. We are initiating efforts to ask bands and artists to host fundraisers in their area. We’ve talked about strategies we could undertake to further my cause, but a lot will depend on how quickly people come to form my BSG and start organizing in their area.



I also understand that some of us have personality issues with other people. I hope that many of you can pray or find a way to rise above this obstacle and work together for one common purpose. I would like to see so many of my supporters come together in a show of solidarity. If there really is a change in the air, we will need each other to bring about change in so many other areas. For me it has been about our culture and right to be who we are, but foremost it has been the children and the next generation. WE were supposed to leave a better world behind for them and how much have we accomplished? I know that somehow and someway my sacrifice will not be in vain and that the years I’ve endured this pain of loneliness and suffering in confinement will make a better world for those children and coming generations. That along with my freedom is my hope, but I will not be able to fulfill it without you. So take a few minutes and educate yourself on the injustices of my case. It may shock and outrage you, but you can do something about it, so join us.



In the Spirit of Crazy Horse,

Leonard Peltier

Official Website: www. whoisleonardpeltier. info

ecco ci sono le prove dell'esistenza di Auschwitz

  fonte  televideo rai    del  9\11\2008 pag 163

BERLINO, RITROVATO IL

PROGETTO DI AUSCHWITZ

I progetti originali per la costruzione del campo di sterminio nazista di Auschwitz, datati 1941, sono stati rinvenuti a Berlino durante lo sgombero di
un vecchio appartamento. Il progetto, pubblicato dal quotidiano  Bild in coincidenza con il 70° anniver sario della "Kristallnacht", la notte in cui vennero scatenati i pogrom anti ebraici, è stato elaborato da un detenuto. Alcuni disegni portano la firma di Heinrich Himmler. Si distinguono  chiaramente le camere a gas ed il tristemente famoso cancello d'ingresso.
Ancora nessun commento ufficiale dall'archivio federale tedesco.


  una  buona  notizia   per  il 70 aniversario  del notte  dei cristalli   iniziodelqa persecuzioni verso gli ebrei
 dalla  vioce omonima di wikipedia

Bibliografia [modifica]



  • Angela Hermann, Hitler und sein Stoßtrupp in der "Reichskristallnacht, in: Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte, 56 (2008), pp. 603-619.

  • Herbert Schultheis, Die Reichskristallnacht in Deutschland nach Augenzeugenberichten, Rötter Druck und Verlag GmbH, Bad Neustadt a. d. Saale, ISBN 978-3-9800482-3-1



Voci correlate [modifica]











Senza titolo 1020

Anche se con ritardo pubblico quanto mi ha inviato l'amico Piero Canistracci. Fare la mamma e la maetsra porta via molto tempo.


Romilda


Cronaca Regionale
Rifiuti, l’Assessorato regionale all’Industria blocca la realizzazione di un inceneritore nel catanese
il 01 ottobre 2008
L'assessorato regionale all'Industria ha bloccato la realizzazione di una centrale termoelettrica a biomasse a Biancavilla, in provincia di Catania. Lo rende noto l'assessore comunale alla Pubblica Istruzione del comune etneo, Piero Cannistraci del Pdci, sostenendo che "quello che si voleva realizzare era in realtà un inceneritore".
Secondo Cannistraci per "alimentare quella che in realtà una centrale non era, sarebbe stata necessaria una quantità incalcolabile di tonnellate di legname. Avremmo dovuto - prosegue - disboscare l'Etna e forse sarebbe bastato per alimentarla soltanto per un breve periodo". Secondo l’assessore “con la scusa delle biomasse si ottengono i certificati verdi che consentono di attingere ai finanziamenti Cp6, quelli cioè previsti per l'energia alternativa che tale non sarebbe stata in quanto poi in effetti si trattava di un inceneritore che sarebbe stato realizzato a spese della comunità".
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/30301/rifiuti-lassessorato-regionale-allindustria-blocca-realizzazione-inceneritore-catanese.htm

saluti piero

Senza titolo 1019


  • Gli Incotnri del comitato cittadino di Prato

  •  

  • Martedi 11 Novembre ore 21


Giovani e Famiglia
centro sociale via Tintori
 

  • Lunedi 17 Novembre ore 21:00


Circoscrizione Centro-ASM (su raccolta differenziata)
Cebtro sociale via Tintori
 

  • Giovedi 20 novembre ore 21:15


Municipio Verde
Teatro La Baracca- Casale
 

  • Martedi 25 ore 21


Associazione per la sinistra
centro sociale via Tintori
 

  • Curia


sabato mattina (da calenderizzare)
 

  • Nuovo PSI


Data e Luogo da definirsi.
 
Spero di non essermi dimenticata niente.
Ciao a tutti, Sara
 
 

Senza titolo 1018

  L'AVETE VISTO IL FILM CONTESTAZIONE GENERALE ?  :-)


Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us

Ma che "razza" di copertina...

...ha dedicato "Libero", il quotidiano berlusconide diretto da Vittorio Feltri, a Barack Obama?


Nemmeno il titolo è male, non trovate?

E non è mica solo una brutta caricatura. Trattasi di citazione "colta". Da questo ameno giornaletto:

 


Chi, poi, volesse gustarne altre, conoscere qualcosina in più su questi fini intellettuali, e soprattutto delle loro scientifiche idee sugli "ibridi" come il neopresidente Usa, clicchi pure qui .


Buona lettura, e buona visione. Credo proprio che ogni riferimento, da parte degli attuali destrorsi, sia puramente voluto.


 


 


 

Ma che "razza" di copertina...

...ha dedicato "Libero", il quotidiano berlusconide diretto da Vittorio Feltri, a Barack Obama?

Nemmeno il titolo è male, non trovate?

E non è mica solo una brutta caricatura. Trattasi di citazione "colta". Da questo simpatico giornaletto:

Chi, poi, volesse gustarne altre, conoscere qualcosina in più su questi fini intellettuali, e soprattutto delle loro scientifiche idee sugli "ibridi" come il neopresidente Usa, clicchi pure qui .

Buona lettura, e buona visione. Credo proprio che ogni riferimento, da parte degli attuali destrorsi, sia puramente voluto.








Senza titolo 1017

  VE LO RICORDATE IL GRUPPO MUSICALE DEI BLACK SABBATH ?  :-)


Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us
 

Non è un Paese per giovani


Sospetto sempre più che dietro le spregevoli battute di Berlusconi su Obama, precedute dalla sortita del suo compare Gasparri, si nasconda qualcosa di ben diverso, e assai più inquietante, della dissennatezza d'un "ganassa" brianzolo e del delirio d'un (ex?) neofascista. E, come da copione, l'insipiente "sinistra" italiota, o quel che ne resta, non trova di meglio che stracciarsi le vesti, scagliare strali (brr, che paura), bacchettare, impancarsi a giudice delle cause perse. Come se non si sapesse che Berlusconi è un uomo privo di qualsiasi cultura, non solo di Stato ma generale, che si gongola di sghignazzare coi sottoposti con le sue storielle da Bar Sport.

E intanto, per perdersi dietro a degradanti fatuità, si perdono di vista i problemi reali, da cui potremo liberarci soltanto noi, non certo Obama, che di grattacapi dovrà affrontarne parecchi.


Il più contento sarà, come sempre, il cav. Silvio. A lui non importa un piffero dell'altrui indignazione, per planetaria che sia; già l'ha detto, e ripetuto, che siamo tutti coglioni. La vergogna è un sentimento nobile e non alberga in certi animi. Suvvia. Focalizzata l'attenzione sulle sue idiozie, ci si dimentica delle urgenze del Paese, prima fra tutti la scuola. Gli studenti continuano a protestare, ma i riflettori attorno a loro si stanno spegnendo. E cosa avviene?


Avviene che Cossiga torna alla carica , e lo fa in tutta tranquillità, anch'egli senza vergogna e anzi con impertinente sicumera. Provocare scontri, insiste, meglio se ci scappa il morto, magari donna o bambino, in modo da convogliare l'odio della gente verso gli studenti. Quindi "agire", come successe con Giorgiana Masi.


Cossiga non si pèrita nemmeno più di nascondere il suo pensiero. Lo dichiara apertamente, e si capisce, dal momento che, di fatto, il fascismo è tornato e la sua filosofia ha libera cittadinanza nel nostro Paese. Non stupisce neppure l'odioso accenno all'arcivescovo di Milano: secondo la logica sanfedista, il cardinale Tettamanzi, come il suo predecessore Martini, sarebbe un esponente di quella Chiesa "progressista" o, come dicono loro, cattocomunista da debellare a tutti i costi.


Hai voglia a raccogliere firme. Non accade nulla, e Cossiga resta al suo posto, riverito e ammirato.


Dominati da vecchi razzisti e manganellatori, chiusi in logiche da condominio e frenesie d'atavici terrori, mentre tutto il mondo si apre, espande e guarda al futuro, gli italiani continuano a celebrare con macabra allegria il loro funerale dal consesso civile. E lasciano naufragare un paio di generazioni - i giovani senza futuro e i quarantenni che non l'hanno mai avuto - per la loro ottusa sazietà di satrapi. Après moi, le déluge. Il mondo finisce con me, in malora tutto il resto. [gimas.jpg]


E nel frattempo si baloccano dietro le impudiche sciocchezze d'un altro vecchio dalla corta vista e dalla pancia piena. Mala tempora currunt: ma concedetemi almeno una maledizione, per questi catorci malvissuti.


Daniela Tuscano




 


8.11.08

CENSURATO DALLE TV ITALIANE!GUARDALO TUTTO,ILLUMINANTE!1/

Marco Travaglio - La VALANGA di menzogne di Berlusconi




un video vecchio ma sempre attuale.....

Scuola, Cossiga spera nel morto e attacca l'Unità




  francesco cossiga ANSA 220

Cossiga torna a colpire. E questa volta se la prende anche con L’Unità. Che abbiamo fatto di male? Sosteniamo la protesta degli studenti. Gravissima colpa per uno che consiglia alla polizia di fermare l’onda, prima infiltrando degli agenti, e poi facendoci scappare il morto. È il succo della lettera aperta che l’ex presidente della Repubblica ha inviato al Capo della polizia Antonio Manganelli. Un lungo testo in cui il picconatore dispensa consigli su come placare la rabbia degli studenti. La sua teoria, in sostanza, è questa: lasciateli fare casino, fateci scappare il morto, magari un bambino. Così poi anche i negozianti puniti dai cortei, anche la gente comune, inizierà ad avere paura. «E con la paura – scrive Cossiga – l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unità, che li sorregge».

Il piano che Cossiga ha in mente è preciso e dettagliato. L'ideale, spiega, sarebbe che «qualche commerciante, qualche proprietario di automobili, e anche qualche passante, meglio se donna, vecchio o bambino» fossero feriti o «danneggiate, se fosse possibile, la sede dell'arcivescovo di Milano, qualche sede della Caritas o di Pax Christi».

Finora, infatti, secondo la teoria di Cossiga ha sbagliato a reagire: «Gli studenti più grandi, anche se in qualche caso facendosi scudo con i bambini – spiega – hanno cominciato a sfidare le forze di polizia, a lanciare bombe carta e bottiglie contro di esse e a tentare occupazioni di infrastrutture pubbliche, e ovviamente, ma non saggiamente, le forze di polizia hanno reagito con cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante. È stato, mi creda un grande errore strategico. Io ritengo che, data anche la posizione dell'opposizione queste manifestazioni aumenteranno nel numero, in gravità e nel consenso dell'opposizione».

Secondo Cossiga «un'efficace politica dell'ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti. A mio avviso, dato che un lancio di bottiglie contro le forze di polizia, insulti rivolti a poliziotti e carabinieri, a loro madri, figlie e sorelle, l'occupazione di stazioni ferroviarie, qualche automobile bruciata non è cosa poi tanto grave, il mio consiglio è che in attesa di tempi peggiori, che certamente verranno, Lei – consiglia a Manganelli – disponga che al minimo cenno di violenze di questo tipo, le forze di polizia si ritirino, in modo che qualche commerciante, qualche proprietario di automobili, e anche qualche passante, meglio se donna, vecchio o bambino, siano danneggiati, se fosse possibile la sede dell'arcivescovo di Milano, qualche sede della Caritas o di Pax Christi, da queste manifestazioni,e cresca nella gente comune la paura dei manifestanti e con la paura l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unità, li sorregge».

Poi la provocazione: «L'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio come ho già detto un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita». A quel punto «io aspetterei ancora un po’ - dice - adottando straordinarie misure di protezione nei confronti delle sedi di organizzazioni di sinistra. E solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di Bella ciao, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti, ma senza arrestare nessuno».

Infine, Cossiga ha già anche a chi dare la colpa: «Il comunicato del Viminale dovrebbe dire che si è intervenuto contro manifestazioni violente del Blocco Studentesco,di Casa Pound e di altri manifestanti di estrema destra, compresi gruppi di naziskin che manifestavano al grido di “Hitler! Hitler”». E il gioco è fatto. Come nel ’77.


Pubblicato il: 08.11.08 da l'Unità






Povero Silvio.....






Black Sabbath Iron Man(Live in Paris 1970)





UN ATTIMO DI ATTENZIONE ASCOLTATE QUESTO VIDEO ANNI 70 DAL VIVO

COSA SI DENOTA .....LA STRUMENTAZIONE E LA VOCE NON MANIPOLATA COME AL GIORNO D'OGGI!complimenti

Scuola, Cossiga evoca il morto e attacca l'Unità

Cossiga torna a colpire. E questa volta se la prende anche con L’Unità. Che abbiamo fatto di male? Sosteniamo la protesta degli studenti. Gravissima colpa per uno che consiglia alla polizia di fermare l’onda, prima infiltrando degli agenti, e poi facendoci scappare il morto. È il succo della lettera aperta che l’ex presidente della Repubblica ha inviato al Capo della polizia Antonio Manganelli. Un lungo testo in cui il picconatore dispensa consigli su come placare la rabbia degli studenti. La sua teoria, in sostanza, è questa: lasciateli fare casino, fateci scappare il morto, magari un bambino. Così poi anche i negozianti puniti dai cortei, anche la gente comune, inizierà ad avere paura. «E con la paura – scrive Cossiga – l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unità, che li sorregge».

Il piano che Cossiga ha in mente è preciso e dettagliato. L'ideale, spiega, sarebbe che «qualche commerciante, qualche proprietario di automobili, e anche qualche passante, meglio se donna, vecchio o bambino» fossero feriti o «danneggiate, se fosse possibile, la sede dell'arcivescovo di Milano, qualche sede della Caritas o di Pax Christi». Finora, infatti, secondo la teoria di Cossiga ha sbagliato a reagire: «Gli studenti più grandi, anche se in qualche caso facendosi scudo con i bambini – spiega – hanno cominciato a sfidare le forze di polizia, a lanciare bombe carta e bottiglie contro di esse e a tentare occupazioni di infrastrutture pubbliche, e ovviamente, ma non saggiamente, le forze di polizia hanno reagito con cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante. È stato, mi creda un grande errore strategico. Io ritengo che, data anche la posizione dell'opposizione queste manifestazioni aumenteranno nel numero, in gravità e nel consenso dell'opposizione».

Secondo Cossiga «un'efficace politica dell'ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti. A mio avviso, dato che un lancio di bottiglie contro le forze di polizia, insulti rivolti a poliziotti e carabinieri, a loro madri, figlie e sorelle, l'occupazione di stazioni ferroviarie, qualche automobile bruciata non è cosa poi tanto grave, il mio consiglio è che in attesa di tempi peggiori, che certamente verranno, Lei – consiglia a Manganelli – disponga che al minimo cenno di violenze di questo tipo, le forze di polizia si ritirino, in modo che qualche commerciante, qualche proprietario di automobili, e anche qualche passante, meglio se donna, vecchio o bambino, siano danneggiati, se fosse possibile la sede dell'arcivescovo di Milano, qualche sede della Caritas o di Pax Christi, da queste manifestazioni,e cresca nella gente comune la paura dei manifestanti e con la paura l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unità, li sorregge».

Poi la provocazione: «L'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio come ho già detto un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita». A quel punto «io aspetterei ancora un po’ - dice - adottando straordinarie misure di protezione nei confronti delle sedi di organizzazioni di sinistra. E solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di Bella ciao, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti, ma senza arrestare nessuno».

Infine, Cossiga ha già anche a chi dare la colpa: «Il comunicato del Viminale dovrebbe dire che si è intervenuto contro manifestazioni violente del Blocco Studentesco, di Casa Pound e di altri manifestanti di estrema destra, compresi gruppi di naziskin che manifestavano al grido di “Hitler! Hitler”». E il gioco è fatto. Come nel ’77.


Pubblicato il: 08.11.08 da l'Unità








Senza titolo 1016

  DETTO POPOLARE ROMANO !  :-)


  MA CHE TE SEI MAGNATO I RAUDI ?  :-)


Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us
 

Obama presidente

Ieri sera abbiamo assistito ad un momento storico. 143 anni dopo l’abolizione della schiavitù sancita dal 13° emendamento della Costituzione americana, 53 anni dopo il rifiuto di Rosa Parks di Montgomery, Alabama, di spostarsi dai sedili dell’autobus riservati al bianchi e 45 anni dopo il famoso discorso di Martin Luther King “Io ho un sogno”, gli Stati Uniti hanno eletto un presidente afro-americano!

Questo è un simbolo potente in un mondo dove la gente viene discriminata per la razza, le convinzioni religiose, l’età, il colore della pelle, l’orientamento sessuale ecc.


E’ il simbolo del fatto che la coscienza umana può evolversi, che vecchie verità possono lasciare il posto a nuove verità e che ciò che un tempo veniva ritenuto impossibile si può realizzare.
Questa è l’importanza storica di ciò che è successo negli Stati Uniti.


Ci congratuliamo con il Presidente Obama e con l’ispirato movimento sociale fatto di gente di tutti i settori della società americana, soprattutto giovani, spesso ignorati e trascurati nel processo politico e di idealisti che chiedono un cambiamento nonviolento.


Questo cambiamento non è solo un nuovo inizio per gli Stati Uniti, ma dato l’importante ruolo degli USA negli affari mondiali, molti lo considerano un nuovo inizio per tutto il mondo.


Non siamo ingenui, però: oggi vediamo all’orizzonte il simbolo di un nuovo futuro, ma non è sicuro che questo futuro arrivi.


In questi tempi di crisi finanziaria ed ambientale, il mondo si aspetta che gli Stati Uniti lavorino in modo costruttivo con gli altri paesi per risolvere questa profonda crisi. Speriamo che ritornino ad usare il potere dell’ispirazione, la libertà di pensiero ed espressione, il potere degli ideali, un orientamento davvero democratico e la promozione degli usi civili della scienza, invece di opprimere il mondo con il potere militare. Come ha detto Barack Obama nel suo discorso della vittoria: “Stasera abbiamo dimostrato che la forza della nostra nazione non viene dalla potenza delle armi o dalla ricchezza, ma dal potere dei nostri ideali”.


I popoli del mondo aspirano ad una nuova direzione. Le sfide globali a cui gli Stati Uniti e il Presidente Obama devono rispondere, insieme ai leader delle altre nazioni, sono:


1) Il ritiro delle truppe d’invasione dai territori occupati
2) La restituzione di questi territori ai loro abitanti
3) Lo smantellamento degli arsenali nucleari
4) La creazione di un nuovo sistema economico globale, basato sui valori umani e capace di eliminare l’usura e la speculazione
5) La protezione delle risorse del pianeta, in modo che la terra possa consentire la vita delle generazioni future


Facciamo i nostri auguri al Presidente Obama: questi potrebbero essere tempi pericolosi per lui. Sappiamo che nei corridoi del potere delle compagnie petrolifere, delle fabbriche d’armi e delle banche molti temono ciò che il futuro ha in serbo per loro. Questa piccola minoranza ha i mezzi per distruggerci tutti, nella sua avida ricerca di controllo delle risorse mondiali.


Continuiamo a lavorare perché la grande maggioranza della gente che nel mondo ama la pace e la nonviolenza possa compiere i prossimi passi, da un presidente nero alla Nazione Umana Universale.




5 novembre 1008


Gli umanisti d'Europa




Obama presidente

Ieri sera abbiamo assistito ad un momento storico. 143 anni dopo l’abolizione della schiavitù sancita dal 13° emendamento della Costituzione americana, 53 anni dopo il rifiuto di Rosa Parks di Montgomery, Alabama, di spostarsi dai sedili dell’autobus riservati al bianchi e 45 anni dopo il famoso discorso di Martin Luther King “Io ho un sogno”, gli Stati Uniti hanno eletto un presidente afro-americano!

Questo è un simbolo potente in un mondo dove la gente viene discriminata per la razza, le convinzioni religiose, l’età, il colore della pelle, l’orientamento sessuale ecc.

E’ il simbolo del fatto che la coscienza umana può evolversi, che vecchie verità possono lasciare il posto a nuove verità e che ciò che un tempo veniva ritenuto impossibile si può realizzare.
Questa è l’importanza storica di ciò che è successo negli Stati Uniti.

Ci congratuliamo con il Presidente Obama e con l’ispirato movimento sociale fatto di gente di tutti i settori della società americana, soprattutto giovani, spesso ignorati e trascurati nel processo politico e di idealisti che chiedono un cambiamento nonviolento.

Questo cambiamento non è solo un nuovo inizio per gli Stati Uniti, ma dato l’importante ruolo degli USA negli affari mondiali, molti lo considerano un nuovo inizio per tutto il mondo.

Non siamo ingenui, però: oggi vediamo all’orizzonte il simbolo di un nuovo futuro, ma non è sicuro che questo futuro arrivi.

In questi tempi di crisi finanziaria ed ambientale, il mondo si aspetta che gli Stati Uniti lavorino in modo costruttivo con gli altri paesi per risolvere questa profonda crisi. Speriamo che ritornino ad usare il potere dell’ispirazione, la libertà di pensiero ed espressione, il potere degli ideali, un orientamento davvero democratico e la promozione degli usi civili della scienza, invece di opprimere il mondo con il potere militare. Come ha detto Barack Obama nel suo discorso della vittoria: “Stasera abbiamo dimostrato che la forza della nostra nazione non viene dalla potenza delle armi o dalla ricchezza, ma dal potere dei nostri ideali”.

I popoli del mondo aspirano ad una nuova direzione. Le sfide globali a cui gli Stati Uniti e il Presidente Obama devono rispondere, insieme ai leader delle altre nazioni, sono:

1) Il ritiro delle truppe d’invasione dai territori occupati
2) La restituzione di questi territori ai loro abitanti
3) Lo smantellamento degli arsenali nucleari
4) La creazione di un nuovo sistema economico globale, basato sui valori umani e capace di eliminare l’usura e la speculazione
5) La protezione delle risorse del pianeta, in modo che la terra possa consentire la vita delle generazioni future

Facciamo i nostri auguri al Presidente Obama: questi potrebbero essere tempi pericolosi per lui. Sappiamo che nei corridoi del potere delle compagnie petrolifere, delle fabbriche d’armi e delle banche molti temono ciò che il futuro ha in serbo per loro. Questa piccola minoranza ha i mezzi per distruggerci tutti, nella sua avida ricerca di controllo delle risorse mondiali.

Continuiamo a lavorare perché la grande maggioranza della gente che nel mondo ama la pace e la nonviolenza possa compiere i prossimi passi, da un presidente nero alla Nazione Umana Universale.


5 novembre 1008

Gli umanisti d'Europa





Senza titolo 1015

  VE LO RICORDATE IL TELEFILM AGENZIA ROCKFORD ?  :-)


Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us

7.11.08

Senza titolo 1014

  QUESTO E' UN VECCHIO CALIBRO !  L'AVETE MAI VISTO ?  :-)


Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us
 

sono imbecille non capisco l'umorismo Berlusconiano









Ho  scritto   ,   dopo  aver  sentito  quello che  ha  detto   di Obama  e  ha replicato  a   chi lo criticava   (  trovate il video  sopra  )  per la  sua  infelice  battuta   un  'email di scuse   al sito \  blog  di Barak Obama www.barackobama.com/index.php purtroppo  in Italiano  ,  dato che  non ho t anta dimestichezza  in inglese  al  sito  di obama :
<<  Caro Presidente  Usa   e  cari americani
vorrei chiedervi scusa   per  il pessimo humor   del nostro   presidente  dove  le  sue  battute   , soprattutto quelle   verso gli esponenbti degli stati esteri   sono   proprio  battuta (  se  tali si posso  chiamare  )  terra-terra degea di un personaggio privo di morale  comne   lui  è   vedere   i reportage    \  documentari fgatti   dalla  Fox   su di lui 
. Mi vergogno   sia  di lui sia  dei  Chissà se i dirigenti del PD   che non capisco o e  chissà  se mai l0 capiranno mai che è stucchevole, e anche un tantino stupido, dire a Berlusconi che deve chiedere scusa ! Bisogna solo dirgli che è un gran cafone.
per   farvore ignoratelo .  o  scherzateci sui comeavete  dimostrato di saperlo fare  davanti  alle offese  e aaalle insinuazionei che  ti  sono   statre  rivolte  durtante la  campagna elettorale  .  Un italiano   che    ha   ancora  un po'  di  dignità  e  si  vergogna    della  sua   classe politica    e non  comne quelli che    oltre  ad  averlo votato ed  hanno contribuito alla sua rieleziondovrebbero vergognarsi quelli che e e che ora fanno finta di scandalizzarsi. >>  
e  proporrei  a tutti gli italiani,che non si riconoscono in questi personaggi di fare  altrettanto doimostriamo  all'estero  che non tutti  gli italiani sono cosi   ed  evitiamo  che  ridono come  già stanno facendo   . Infatti nostro malgrado ha fatto il giro del mondo. Con tanto di immagini. Il video di Berlusconi che da Mosca sfotte il neo presidente degli Stati Uniti è finito sulla Cnn.


Campeggia sull’home page di Drudge Report, il Dagospia d’oltreoceano, mentre tutte le edizioni web dei principali giornali del mondo hanno ripreso al volo il lancio d’agenzia. Ne parlano i britannici Guardian e Times, il tedesco Spiegel, lo spagnolo El Mundo, solo per citarne alcuni.
International Herald Tribune lo definisce «unconventional» e ricorda altre chicche del passato, come quando fece il «playboy» con la premier finlandese. E per ore il pezzo resta in vetta alla lista dei «Most e-mailed», gli articoli più inviati agli amici. Per farsi due risate. Beati loro che se lo possono permettere.

Se continua a far le battute che faceva quando suonava sulle navi da crociera, dovrebbe tornare a farlo... magari oggi la nave sarebbe sua, ma lì non si scandalizzerebbe nessuno
e non  farebbe  fare  figure  di  m...  all'intero popolo  .
Questa  è  l'unica  soluzione per  resistere   alle  figuracce  che  ci  fa  fare  e
a  chi    dice     che  il suo humor  :<< Non dimentico mai una faccia, ma nel tuo caso sarei felice di fare un’eccezione >> Groucho Marx frase tratta dal libro di Glenn Mitchell, “The Marx Brothers Encyclopedia” (2003) >>  e  con   le parole  di  Corrado Augias   nella  rubrica  Lettere.commenti.Idee.  dela repubblica  di oggi 7\11\2008  << (....)   Definendo Humor   le  sue incaute parole  Berlòusconi  dimostra non solo di   non saper  padroneggiare   il  linguaggio dela democrazia   ma   di non rendersi neppure  conto   del deprimente    livello   suo "  umorismo " >>   e   che aggiungo io  il razzismo   non è solo quello  (  ne  abbiamo avuto esempio   dallle  violenze  fisiche  dela  destra  extraparlamentare   e     dale parole   verbali  di quella parlamentare  ) , ce n'è  uno  di più subdolo ed  insidioso  proprio perchè meno evidente   e , fatto di sfumature  e aggettivi   equivoci dhe lasciano   però il segno nei soggetti  meno  provveduti  .
Concludipo  dedicandogli   come  colonna sonora  questa  canzone  di  Rino Gaetano ( 1950-1981 ) 
  trovate  qui un video  ironico e  divertente  


                           Capo  fortuna

Cittadini lavoratori alle ore
diciotto il nostro
beneamato segretario sarà con noi
Ma che fortuna grazie alla luna
capofortuna stasera è con noi
ha una gran testa come uomo e una bestia
sembra immortale ma è come noi
lui è stato sempre puro come l'alito di chi
non beve e non fuma lava i denti tutti i di
profuma di roba francese e sulla camicia ha un foulard di chiffon
regala sorrisi distesi ai suoi elettori ai bambini bon bon
ma che fortuna capofortuna
guarda stasera con noi la tv
classe di ferro ha fatto la guerra
è tanto bello che sembra Gesù
lui è stato sempre puro come l'alito di chi
non beve e non fuma lava i denti tutti i di
profuma di roba francese e sulla camicia ha un foulard di chiffon
regala sorrisi distesi ai suoi elettori ai bambini bon bon
non teme ne estate ne inverno se andrà all'inferno ci andrà col gilet
dimentica i tuoi problemi imbarca i tuoi remi lui pensa per te
inaugura mostre e congressi autostrade e cessi ferrovie e metrò
sorride ai presenti commosso se punta sul rosso sa che vincerà
se gioca a tressette è campione se fuma un cannone si sente un pascià
reprime rivolte e sommosse e cura la tosse alle cinque col te
sostiene già tesi avanzate e tutta l'estate la passa in tournèe


"Ricostruiamo l'America come Lincoln"

«Se ancora c' è qualcuno che dubita che l' America sia un luogo nel quale tutto è possibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è tuttora vivo in questa nostra epoca, questa notte ha avuto le risposte che cercava. La risposta sono le code fuori dalle scuole e dalle chiese. La risposta sono le persone che hanno atteso anche tre o quattro ore in fila perché credevano che la loro voce potesse fare la differenza. La risposta è la voce di giovani e vecchi, ricchi e poveri, democratici e repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi d' America, gay, eterosessuali, disabili e non disabili: tutti americani che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati un insieme di Stati Rossi e Stati Blu. Noi siamo e sempre saremo gli Stati Uniti d' America.

È occorso molto tempo, ma il cambiamento è arrivato in America.

McCain ha avuto forza

Ho appena ricevuto una telefonata molto cortese dal senatore McCain. Ha combattuto a lungo e con forza in questa campagna, e ha combattuto ancora più a lungo e con maggiore forza per il Paese che ama. Voglio qui ringraziare il mio partner in questa avventura, un uomo che ha viaggiato da pendolare ogni giorno per tornare a casa propria nel Delaware, il vice-presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden.

Mia nonna ci guarda

Io non sarei qui questa sera senza il sostegno continuo della mia migliore amica degli ultimi sedici anni, la roccia della mia famiglia, l' amore della mia vita, la prossima first lady della nazione, Michelle Obama. Sasha e Malia: vi amo entrambe moltissimo. Inoltre vi siete guadagnate il cucciolo che verrà con noi alla Casa Bianca. So che mia nonna ci sta guardando, insieme a tutta la famiglia che ha fatto di me ciò che io sono. In questa sera così unica mi mancano, e so che il mio debito verso di loro non è neppure quantificabile.

Cinque dollari per la causa

Ma questa vittoria appartiene a voi. La nostra campagna non è stata pianificata nelle grandi sale di Washington, ma nei cortili di Des Moines, nei tinelli di Concord, sotto i portici di Charleston. È stata realizzata da uomini e donne che lavorano, che hanno attinto ai loro scarsi risparmi messi da parte per offrire cinque dollari, dieci dollari, venti dollari alla causa. Milioni di americani si sono adoperati come volontari, si sono organizzati, e hanno dimostrato che, a distanza di oltre due secoli, un governo del popolo, fatto dal popolo e per il popolo, non è sparito dalla faccia di questa Terra. Questa è la nostra vittoria.

Le guerre e l' incubo-mutui

Anche se questa sera festeggiamo, sappiamo che le sfide che il futuro ci presenterà sono le più ardue della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi finanziaria da un secolo a questa parte. In questo stesso momento ci sono degli americani coraggiosi che si stanno svegliando nei deserti iracheni, nelle montagne dell' Afghanistan dove rischiano la loro vita per noi. Ci sono madri e padri che si arrovellano chiedendosi se ce la faranno a pagare il mutuo o il conto del medico o a mettere da parte abbastanza soldi per pagare il college. La salita sarà ripida La strada che ci si apre di fronte sarà lunga. La salita sarà ripida. Ma io non ho mai nutrito maggiore speranza di quanta ne nutro questa notte qui insieme a voi. Io vi prometto che noi come popolo ci riusciremo! Ci saranno battute d' arresto e false partenze. Ci saranno molti che non saranno d' accordo con ogni decisione che varerò da Presidente. Ma io sarò sempre onesto con voi. Vi darò ascolto, specialmente quando saremo in disaccordo. E soprattutto, vi chiedo di unirvi nella ricostruzione della nazione nell' unico modo con il quale lo si è fatto in America per duecentoventi anni: mattone dopo mattone, un pezzo alla volta, una mano callosa nella mano callosa altrui. Troviamo e mettiamo insieme dunque un nuovo spirito di patriottismo, nel quale ciascuno di noi decida di darci dentro, di badare non soltanto al benessere individuale, ma a quello altrui. Non possiamo avere una Wall Street prospera mentre Main Street soffre: noi ci eleveremo o precipiteremo come un' unica nazione, come un unico popolo.

La meschineria dei repubblicani

Resistiamo dunque alla tentazione di ricadere nella stessa meschineria e immaturità che per così tanto tempo ha avvelenato la nostra politica. Ricordiamoci che c' è stato un uomo proveniente da questo Stato che ha portato per la prima volta lo striscione del Partito Repubblicano alla Casa Bianca, un partito fondato sui valori della fiducia in sé, della libertà individuale, dell' unità nazionale. Sono questi i valori che abbiamo in comune e mentre il Partito Democratico si è aggiudicato una grande vittoria questa notte, noi dobbiamo essere umili e determinati per far cicatrizzare le ferite che hanno finora impedito alla nostra nazione di fare passi avanti. Come Lincoln disse a una nazione ancora più divisa della nostra, «noi non siamo nemici, ma amici, e anche se le passioni possono averlo allentato non dobbiamo permettere che il nostro legame affettivo si spezzi». E a quegli americani il cui supporto devo ancora conquistarmi, dico: forse non ho ottenuto il vostro voto, ma sento le vostri voci, ho bisogno del vostro aiuto e sarò anche il vostro Presidente.

La lanterna accesa

A coloro che ci guardano questa sera da lontano, da oltre le nostre coste, dico: le nostre storie sono diverse, ma il nostro destino è comune e una nuova alba per la leadership americana è ormai a portata di mano. A coloro che invece vorrebbero distruggere questo mondo dico: vi sconfiggeremo. A coloro che cercano pace e tranquillità dico: vi aiuteremo. E a coloro che si chiedono se la lanterna americana è ancora accesa dico: la vera forza della nostra nazione non nasce dalla potenza delle nostre armi o dal cumulo delle nostre ricchezze, bensì dalla vitalità dei nostri ideali: democrazia, libertà, opportunità e tenace speranza.

Il voto della signora Ann

Una storia di queste elezioni è nella mia mente più presente di altre, quella di una signora che ha votato ad Atlanta: è Ann Nixon Cooper e ha 106 anni. È nata a una sola generazione di distanza dalla fine della schiavitù. A quei tempi le persone come lei non potevano votare perché donne e per il colore della pelle. Questa sera io ripenso a tutto quello che lei deve aver visto in questo secolo in America, alle sofferenze e alla speranza, alle battaglie e al progresso, a quando ci è stato detto che non potevamo votare e alle persone che invece ribadivano questo credo americano: Yes, we can. Nell' epoca in cui le voci delle donne erano messe a tacere e le loro speranze soffocate, questa donna le ha viste alzarsi in piedi, alzare la voce e dirigersi verso le urne. Yes, we can.

La lezione del New Deal

Quando c' era disperazione nel Dust Bowl (la zona degli Usa divenuta desertica a causa delle tempeste di vento degli anni '30-ndt) e depressione nei campi, lei ha visto una nazione superare le paure con un New Deal, nuovi posti di lavoro, un nuovo senso di ideali condivisi. Yes, we can. Quando le bombe sono cadute a Pearl Harbor, e la tirannia ha minacciato il mondo, lei era lì a testimoniare in che modo una generazione seppe salvare la democrazia. Yes, we can. Reagire al cinismo Era lì quando c' erano gli autobus di Montgomery, gli idranti a Birmingham, un ponte a Selma e un predicatore di Atlanta che diceva alla popolazione : «Noi supereremo tutto ciò». Yes, we can. E ora chiediamoci: se le mie figlie dovessero vivere tanto a lungo quanto Ann Nixon Cooper, a quali cambiamenti assisteranno? Quali progressi avremo fatto per allora? Questa è la nostra ora. Dobbiamo reclamare il Sogno Americano e riaffermare quella verità fondamentale: siamo molti ma siamo un solo popolo. Viviamo, speriamo, e quando siamo assaliti dal cinismo, dal dubbio e da chi ci dice che non potremo riuscirci, noi risponderemo con quella convinzioni che riassume lo spirito del nostro popolo: Yes, We Can. Grazie. Dio vi benedica e possa benedire gli Stati Uniti d' America.




(traduzione di Anna Bissanti - dal sito Cnn) - BARACK OBAMA


"Repubblica", 6 novembre 2008


ULTIM'ORA. Berlusconi, "operazione simpatia": Obama? Bello, giovane e abbronzato
Mi vergogno d'essere italiana (e bianca).




Senza titolo 1013

  VE LO RICORDATE IL FUMETTO PANTERA BIONDA ?  :-)


Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us
 

6.11.08

Grande lezione, Pd impara

L'America ci ha dato una grande lezione di come si deve far politica, il partito democratico e tutte le forze che si riconoscono nei valori della sinistra dovrebbero prenderne esempio. La Clinton e Obama se le sono date di santa ragione , metaforicamente parlando, per decidere chi dovesse rappresentare il partito democatico nelle elezioni Americane. Poi il candidato è stato scelto.


A quel punto tutto il partito democratico, anche chi sosteneva altri candidati ,si è unito per appoggiare il vincente della disputa iniziale.
Bisognava vincere le elezioni e le hanno vinte soltanto perchè si sono uniti nel sostenere un unico candidato


In Italia, invece, la nostra sinistra che vive di lacerazioni interne e di personali protagonismi, non è stata mai capace di unire le sue forze in un unico grande movimento.


Anzi, ad ogni occasione non ha fatto altro che formare nuovi partitelli per rivendicare questa o quella particolare idea.


Quando si è formato il Pd l'unica cosa intelligente sarebbe stata che tutte le forze di sinistra si fossero convogliate in quel movimento, od un altro, ma uno, per farlo forte e competitivo, lasciando perdere una volta per tutte le varie sigle partitiche.


Bisognava saper rinunciare al proprio campanile in nome del bene della sinistra, e invece no, ci si è ulteriormente spezzettati in sinistre critiche, rifondazioni, sinistre arcobaleni e sinistre vaffanculo.
Ogni insignificante, numericamente parlando, partitello, doveva metterci la propria pezza altrimenti non si "sentiva rappresentato", risultato: ha vinto la destra.


Chissà che la lezione Americana non aiuti anche questa nostra povera Italia alle prossime elezioni.


Sarebbe un sogno pensare che finalmente anche qui da noi si potesse formare un unico movimento di sinistra in grado di presentarsi unito al confronto elettorale ?


Naturalmente questo presupponerebbe che il candidato in questione fosse il candidato di tutti, come lo è stato Obama nel suo partito, e che non ci fossero, in caso di vittoria, i soliti protagonisti che ad ogni piè sospinto minacciano di far cadere il governo; quando si firma un programma bisogna sostenerlo, anche a costo di scendere a qualche compromesso. Il bene comune dovrebbe essere al di sopra di meschini giochi di potere.


Ma forse questo è proprio solo un sogno di una persona che crede ancora che in Italia ci potrà essere un giorno una sinistra unita.


 

LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...