4.1.09

Senza titolo 1139

La Catena di San Libero n. 379
31 dicembre 2008
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Piombo Fuso

E Hitler, giù al'inferno, ride.




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Pippo Fava, i giovani e il dopo-Ciancio

Gli amici di Ciancio? Siamo noi. Facciamo ottimi siti, giornaletti e giornali, avremmo le forze per fare un'informazione non inferiore alla sua (specie ora che c'è internet), ma ci ostiniamo a restare ognuno per sé, senza osar fare il salto di qualità, il “tutti insieme” che ci consentirebbe di cambiare Catania da così a così

Stiamo dando una mano a Ciancio. Chi? Noi qui, intanto: e poi tutti gli altri giornali giornaletti siti e contrositi “alternativi” di Catania. Che sono tanti, in realtà, e ancora ne vengono fuori. “C'è spazio per tutti”, dice qualcuno.

Ecco, il problema forse è proprio questo. Di spazio ce n'é quanto ne vogliamo, se ci contentiamo - e ci contentiamo - di essere la nicchia “contro”, la “voce alternativa” e tutto il resto. Invece ce n'è di meno, o almeno bisogna conquistarselo a caro prezzo, se l'idea è di fare alternativa davvero, cioè di raggiungere e superare il peso di Ciancio nell'informazione catanese.
Ma questo è un obiettivo che, giorno dopo giorno, ormai nessuno si pone più. Se l'era posto Giuseppe Fava, e poi i suoi continuatori fino al tentativo di quotidiano nel '93. Da allora, tanta generosità ma anche tanta implicita rassegnazione.

Giornali e siti sono venuti avanti più per testimonianza che sperando di farcela davvero. Coraggiosi tutti, e spesso anche di buon livello; a volte anche di prestigio nazionale, come Casablanca. Ma con un minoritarismo d fondo, ormai profondamente introiettato.
E questo, naturalmente, ha generato a sua volta tutta un'ideologia, e dei comportamenti conseguenti. Ciascuno ha fatto per sé, considerandosi di fatto autosufficiente. Casablanca è stata lasciata affogare - ed era costata sacrifici terribili, soprattutto a Graziella Proto - nella più scettica indifferenza.
Non s'è mai stabilito un rapporto qualunque, e neanche in generale ci si è provato, fra testate del web e testate stampate. Non c'è mai stato coordinamento, e quel poco s'è dissolto subito, coi videomakers che per un momento sono stati la cosa più interessante della Sicilia. Le inchieste sono state condotte quasi sempre separatamente e si potrebbe dire anche, a volte, con gelosia.

Ci sono responsabilità precise, nomi e cognomi, in tutto questo. Ma non hanno importanza. Non è importante sapere se era Toro Seduto che non voleva mettersi d'accordo con Nuvola Rossa o viceversa. Importante, e catastrofica, era la cultura diffusa per cui ciascuna tribù si difende la sua valle, e al diavolo tutto il resto. Un solo errore, semplice e condiviso da tutti: ed è bastato.
Basterà anche qui, se non ci diamo una mossa. Bisogna integrare subito le varie testate e i siti - oppure chiuderle tutte subito, ché non servono a niente.

C'è stato un fattore importante, quest'anno, anche se quasi nessuno se n'è accorto. Ed è che il baricentro dell'informazione “altra” s'è spostato, con la Periferica e i Cordai, nei quartieri. In entrambi i casi, supportato e accompagnato da una serie di attività concrete di base, di intervento sociale, da un circuito virtuoso, di mutuo rafforzamento, che può diventare modello dappertutto.
Ecco, di questo vorremmo parlare quando si parla di Giuseppe Fava. Non servono a molto le commemorazioni, e neanche le presenze occasionali, di nostalgia (il gruppo “storico” dei Siciliani, salvo poche eccezioni, manca ormai da Catania da molti anni: e non è solo un'assenza fisica). No, qui c'è proprio da mettersi a lavorare professionalmente, e tutti insieme.
L'esperienza dei Siciliani, a partire da Giuseppe Fava ma anche dopo, ha mostrato che con organizzazione e volontà si possono ottenere dei risultati. Io penso che è il momento di riprovare. Catania, fra le sue tante disgrazie, ha sempre avuto - almeno - una buona minoranza di giovani non banali. Questo potrebbe riessere un momento loro.

("Ma che c'entro io, che sono di Milano, con tutto questo?". Beh. Credi di essere ancora di Milano ma in realtà, se ci rifletti bene, sei catanese anche tu. Tutta l'Italia è diventata una grande Catania, purtroppo).

Info: incontro il 5 gennaio alle 20.30 a Catania (a CittaInsieme), con Periferica, Cordai, Step1, UCuntu, Casablanca, Catania Possibile, altri gruppi locali e Liberainformazione.

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Notizia, a pensarci bene, correlata

Usa. Internet (40 per cento) batte i giornali di carta (30 per cento) come prima fonte d'informazione (40 per cento contro 30 per cento). Fra i giovani 18-29 anni internet raggunge anche la televisione.
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Internet sotto tiro

Uno dei settori che sfidano la crisi a testa alta è quello dei videogiochi: la gente vuole distrarsi e staccare la spina, ma il cinema e i ristoranti sono troppo costosi e quindi si resta in casa per sparare agli alieni e vivere avventure da film con grafica 3D. E' per questo che il sogno di molte famiglie statunitensi è quello di mettere un piede in questa industria da miliardi di dollari, magari iscrivendo il figlio al DigiPen Institute of Tecnology, un college che svolge il ruolo di "incubatrice specializzata" per formare i programmatori di videogiochi della nuova generazione. Ma cosa succede se mentre studi diventi bravo e famoso?

Lo ha scoperto a proprie spese Zachary Aikman, un ex studente dell'istituto che aveva realizzato tra i banchi di scuola Synaesthete, un videogioco "sparatutto" in cui bisogna eliminare degli alieni seguendo il ritmo della musica di sottofondo, premiato come miglior gioco prodotto da studenti nell'edizione 2008 dell' "Independent Games Festival". Ma quando ha provato a far soldi con la sua creatura, Zach ha scoperto che le regole scolastiche sottraggono agli studenti ogni diritto sui lavori "realizzati all'interno dell'istituto". Il ragazzo prodigio racconta che "la scuola aveva il copyright sulla grafica e i programmi che avevo scritto, ma non si può mettere sotto copyright una modalità di gioco. Così dopo gli studi ho cominciato a organizzarmi per prendere l'idea del gioco e riprogrammarlo a partire da zero". Ma questo non è stato abbastanza per l'istituto Digipen, che ha rifiutato ogni proposta di accordo con lo studente e gli ha proibito ogni possibile commercializzazione delle sue idee intrappolate nella gabbia del copyright.

Mentre sulla "frontiera digitale" statunitense si prova a risolvere questi problemi, a casa nostra si preparano altri disastri figli dell'ignoranza, con leggi sempre più repressive che limitano l'attività dei blogger e lo scambio di cultura in rete. Una recente dichiarazione del premier ha fatto venire i brividi al popolo della rete: "Credo che al prossimo G8 si possa portare sul tavolo la proposta di una regolamentazione del sistema internet. Credo che ci possa essere questa prospettiva internazionale in cui noi possiamo portarci come avanguardia di queste nuove tecnologie che ormai sono il futuro del mondo".

La risposta a questo decisionismo è arrivata dallo stesso Berlusconi, trascinato su Youtube dagli utenti che hanno riesumato dalle ceneri della campagna elettorale un video in cui il premier si descrive come "un anziano signore che ancora scrive a penna tutti i suoi interventi e anche quelli che scrive per gli altri" e a chi gli fa domande su internet confessa "una conoscenza del mezzo che francamente non ho. Io uso il computer e internet - proseguì Berlusconi - ma lo usano soprattutto i miei collaboratori. Mi sa che hanno ragione loro quando dicono che sono troppo vecchio per governare un paese moderno". E per una volta, possiamo dargli anche ragione.
[carlo gubitosa]
Bookmark: www.giornalismi.info/gubi

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Incontro di civiltà

Viagra ai capi afghani che collaborano. La ricompensa offerta dagli agenti della Cia al posto del denaro, in quanto soddisferebbe di più gli anziani capitribù che reggono quel paese.

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Sgarbi

Non ne so granché. L'ho scoperto una dozzina d'anni fa che ero in ospedale e non avevo altro da fare che guardare la tv. Mi colpì il fatto che, essendo molto preso in quel che gridava (parlava, mi pare, del giudice Caselli), sbavava senza accorgersene, con la saliva rappresa agli angoli delle labbra. Mi dicono che ora è in là con gli anni e, come tutte le troie attempate, fa la virtuosa. Non è comunque personaggio da frequentare.

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Di questi tempi/ 1

Siete sicuri si essere ariani? Di origine germanica? O scandinava, magari? Potete stabilirlo con un semplice test rivolgendovi alla IGenea GmbH, Schlossgasse 9, 8023 Zürich
"Wer waren unsere Vorfahren? Woher stammen wir? Die meisten Menschen können ihren Stammbaum höchstens drei oder vier Generationen zurückverfolgen. Dank der Erbgut-Analyse ist aber ein Blick in längst vergangene Jahrtausende möglich...". E‘ sufficiente un campione di saliva per stabilire le vostre origini in linea sia materna sia paterna. Dopo il test del vostro DNA riceverete il vostro risultato dettagliato contenente il vostro popolo originario, il vostra paese di origini ed il vostro aplogruppo. Il risultato contiene cartine e delucidazioni.
Bookmark: http://www.igenea.com/

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Di questi tempi/ 2

Sono 315 le ordinanze emesse nel corso del 2008 dai sindaci, in 152 comuni, in materia di sicurezza urbana. Riguardano gli alcoolici (13,8%), la prostituzione (11,7%), i rifiuti (10,7%), e poi i lavavetri, gli ambulanti, gli abusivi e sospetti (tutto il resto). Particolare curioso: sono stati quattro sindaci di centrosinistra (Cacciari, Cofferati, Chiamparino e Domenici) i primi a utilizzare i poteri di ordinanza decisi dalladestra.

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Brevi di cronaca

Milano. Tassista fatto di coca punta col taxi e investe due marocchini in via Sammartini, spaccando ambe le gambe a uno dei due. L'investitore è rimasto a piede libero.

Gela. Venticinquenne atteso fuori dalla discoteca e pestato a sangue per avere involontariamente pestato un piede a un tizio ballando nel locale. E' in coma con trauma cranico all'ospedale.

Roma. Madre e figlio rumeni, trentadue e tre anni, carbonizzati in baracca per un fuoco acceso male. Faceva un freddo molto rigido. Stupore di cittadini e politici per il fatto che a Roma ci sia ancora gente che vive così. Promessi, o minacciati, provvedimenti.

Siracusa. Polacca 53enne crepa di freddo in una grotta ad Acradina, a poca distanza dalle monumentali rovine degli antichi greci e dall'altrettanto monumentale santuario della Madonnina Buona di Siracusa.

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Notizie censurate in Sicilia/ 1

Catania. Raffaele Nicotra, sindaco (Pdl) di Acicatena in provincia di Catania è stato presidente del consorzio che si dovrebbe occupare dei beni confiscati alla mafia. Otto anni fa, nel dicembre 2001, Nicotra (allora deputato del Nuovo Psi) era però indagato per voto di scambio con mafiosi, nel quadro di un'operazione che comprendeva il candidato Ds (scelto da chissà chi) ad Acireale Vittorio Cecchi Gori, l'allora sindaco di Acireale Antonino Nicotra (Ccd), l'assessore Giovanni Rapisarda (Fi), e il capo dei tifosi ultras dell'Acireale, tale Giuseppe Quattrocchi. Si auspica che le frequentazioni di Nicotra si siano, nel frattempo, raffinate.

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Notizie censurate in Sicilia/ 2

Marsala. Dopo una serie di traversìe, il proprietario dell'Ittica Mediterranea è stato dichiarato falllito. Come curatore fallimentare, il tribunale ha nominato un avvocato Francesco Trapani, ch eperò cura anche gli interessi della principale ditta rivale, la Hedrix. Il curatore-rivale, nel determinare il valore dell'azienda dichiarata fallita, ha omesso di comprendere un condotto sottomarino di 400 metri, a suo tempo costato costato quasi un miliardo di lire. Per questa e altre irregolarità il proprietario della Mediterranea ha sollecitato un intervento della Procura di Marsala, dove però di è insediato da alcuni mesi un ex avversario (alcuni dicono nemico) di Falcone, il discusso magistrato Alberto Di Pisa.
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Cast

Alvaro Vitali, Renzo Rossi e Christian Di Pietro in "Noi speriamo che ce la caviamo". Regia di Marino Girolami. Manca Gloria Guidi.

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Pubblicità

L'unico calendario dichiaratamente porno (Gelli nudo in prima pagina). “Mamma il 2009! L’anno della Rinascita Democratica” è un calendario da tavolo che non disdegna l’armadio nazionale e i suoi scheletri obesi. Vignette di Roberto Grassilli, Marco Scalia, Nico Pillinini, Edoardo Baraldi, Mauro Biani, Makkox, PV, Mario Natangelo, LeleFante, Marco Pinna e Fifo, Zurum, Manlio3, Giulio Laurenzi. Pezzi demenzialmente liberatori di Alvise Spanò, Viscontessa, Andrea Frau. Si scarica gratis in rete.
Download: http://mamma.motime.com/post/736239/Il+Calendario+in+3+mosse

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O eleutheros

A quel ragazzo greco di cui i giornali parlano come "un anarchico" o "un estremista", che non ha un posto stabile cui rinunciare, che forse non sa chi era Onassis ma di Demos ha sentito parlare, che forse è piccolo e brutto ma assomiglia moltissimo a quelli di Maratona, che ora corre grida e tira sassi ma quasi sicuramente entro sei mesi sarà in galera: tirane uno anche per me, figliolo.

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Quei quattro cretini che hanno salvato la Scogliera

Lina Arena wrote:

< Gentile R. ti è possibile assumere informazioni sulle operazioni condotte a San Cristoforo dalla società Aqua Mrcia? Ti risulta il nominativo di chi ha comprato lo stabilimento della Mnifattura dei tabacchi in Catania? Conosci le modalità di intervento della Comunità europea per il rifacimento e la riappropriazione delle aree di San Cristoforo? Lo sai che i lavori della diga foranea sono in parte illegittimi? Lo sai che mi hanno incriminato per aver detto e scritto che lungo il demanio della Paia vi sono opere abusive? Credono ala Procura che basta un pezzo di carta chiamata concessione per aver le carte in regola e occupare pezzi di demanio costiero? Lo sai che la Tortuga era in possesso di una concessione ad edificare sugli scogli di Ognina grazie aun pezzo di carta che menzionava anche l'art.2 e 3 delle norme di attuazione del Piano regolatore che vietavano l'edificabilità nel tratto della Scogliera di Ognina? Se quattro cretini, residenti nella zona adiacente la proprietà demaniale della Tortuga, non avessero impugnato le concessioni ottenute dai signori Testa Tommaso e Carmelo, avremmo avuto un edificio sulla scogliera con il beneplacito di tutti, Procura della Repubblica compresa. Se si sono mossi ed abbiamo ottenuto ben tre sequestri delle opere edili si deve solo al coraggio di quei quattro residenti. Cari saluti >

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Un Paese senza

S. Gensabella wrote:

< Da qualche tempo mi chiedo perchè gli italiani sono così malati e soprattutto affetti da demenza senile tale da chiudere ogni passo verso il futuro, perchè la classe dirigente è così arrogante quanto corrotta e trasandata e nello stesso tempo antisismica, affetta da un morbo che pian piano ammorba tutti a tutti i livelli.
Io una risposta me la sono data, una risposta terra terra sia chiaro, ma comunque sia una risposta. Ho la sensazione che noi siamo in fondo estranei alla democrazia che abbiamo avuto in comodato d’uso semigratuito perché soggetta a vincoli che di fatto hanno impedito l’affermazione di una democrazia compiuta.
Noi siamo stati gli inventori del fascismo prima e del berlusconismo poi. Di questi due fenomeni abbiamo l’esclusiva. Non sarà un caso che alberga dentro il nostro corpo il primo e vero antistato, ancor prima della mafia, arrogantemente rappresentante in terra del Creatore in persona. Anche questa è una nostra esclusiva, e siamo a tre.
La nostra è una storia di aristocrazie e di poteri temporali di papi, re, duci, baroni, tribù e mafiosi mai decapitati e per questo sempre presenti anche se assenti. Noi non abbiamo avuto il 1789, la nostra storia fluisce senza soluzione di continuità dalla fondazione di Roma a oggi facendo mancare al nostro paese quel salto quantico necessario per dare una svolta alla Storia. Se devo proprio dirlo, la nostra è, semmai, una monarchia compiuta.
Noi siamo passati senza saperlo o volerlo ma fluidamente da una aristocrazia feudale parassitaria a una borghesia aristocratica altrettanto parassitaria anche se produttiva (un ossimoro?), rappresentata da una classe politica diventata ormai una vera e propria aristocrazia parassitaria, capace di tenere un popolo al guinzaglio attraverso la concessione del lavoro e l’erogazione di risorse pubbliche ai propri sodali con un ruolo decisivo (e qui ha ragione da vendere O.) delle mafie. Il tutto sotto uno strettissimo controllo delle persone come dei flussi di denaro attraverso un sistema blindato e inaccessibile che di tanto in tanto viene scalfito dalle inchieste giudiziarie che fanno solo un effetto mercurio: disgregano il sistema momentaneamente disperdendo molecole che in seguito piano piano tornano a riaggregarsi facendo sistema ancor più di prima >

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Evviva! Buon Anno!


Indio wrote:

< Cara Catena di San Libero, siamo alla vigilia di capodanno e mi sento fortunato. Nel 2007, infatti, proprio nel mese di dicembre, sono stato sequestrato e caricato di peso dentro una camionetta, picchiato e minacciato pesantemente da due carabinieri: un cc scelto e l'altro semplice. Non erano tutori della legge in quanto come da loro stessi dichiarato (è tutto registrato dalla videocamera che avevo in tasca) se ne fottono della legalità e ancora di più della giustizia. L' altro, il cc semplice, guidava la campagnola, non ha fatto niente per farlo smettere, anzi si è messo a minacciarmi pure lui. Ho chiesto un verbale, ho chiesto di esser portato in ospedale... ma come risposta ho ricevuto botte. Mi auguro che quelle minacce di portarmi in campagna e "farmi la festa", "se ti rivedo in giro ti spezzo le gambe" e altre ancora, non abbiano seguito.
A distanza di un anno, non mi resta che prendere atto di quello che è successo e andare avanti. Non sono il primo e non sarò l'ultimo. E se fossi morto là dentro? E se reagivo ai colpi? Come finiva per me? Unaltro Federico? Mentre vivevo queste cose non sapevo che cosa mi volevano fare, mi sforzavo di stare calmo, di non reagire ai colpi. Ho scelto di denunciarli e mi sono affidato alla giustizia: tutto archiviato. In fin dei conti non è morto nessuno!
Chi ha deciso l'archiviazione della mia denuncia, ha scelto di coprire col silenzio tutta questa vicenda. Spero che questa decisione non venga interpretata come un via libera a farmi di peggio, da chi ha già fatto abbastanza male. Giustizia troppo spesso cieca, sorda e muta... per scelta e non per mancanza di prove. Mi sento fortunato, dicevo, perchè quest'anno niente botte nè minacce. E' un passo avanti... Evviva! Buon anno! >

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Un parroco che non conosco wrote:

< Esiste un Dio
che cammina con scarpe consumate e
che indossa vesti sdrucite e dimesse.
Arriva con dolcezza, si siede in un angolo, tace e ascolta >

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"A che serve vivere, se non c'è il coraggio di lottare?" (Giuseppe Fava)

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Cari lettori,
La strenna che abbiamo scelto per gli amici della "Catena" [vedi file allegato: OriolesAppendice.pdf] quest'anno comprende niente di meno che delle poesie. Scritte in un arco di tempo molto lungo, che sembra purtroppo essersi esaurito qualche tempo fa, esse vogliono essere - quanto meno - un promemoria di cose e di momenti, e di persone, che mi sono state e mi sono care. Sono anche un modo poetico :-) di chiedere la vostra sottoscrizione alla Catena, che non ha altri mezzi di sostentamento che la vostra solidarietà.
Buon Anno!
r.o

pensieri sparsi

Come il precedente post   non capisco il perchè sono giorni in cui  non ho voglia  e il quadro ( il cavatore sorridente  di Ugo Celada  1895.-1995  )   sotto   riportato lo dimostra
                          da www.museovirgiliano.it/celada2.htm

nè  di  dibattire sul mondo che mi e ci circonda  nè  di filosofare e  riordinare le idee  sul mio \miei percorsi pre  blog  e initinere  ,  quindi i pensieri e  gli  aforismi e  citazioni varie   d'oggi   sono(  da  qui  il titolo del post  dei pensieri   sparsi e  grezzi  e  forse  scontati  e ripetitivi  per chi mi legge e d iscritto  ( sia  attivo  che passivo )  al blog  da tempo 
 Il sottofondo  del post il disco  (  pluri citato  più volte in questo blog   che  non cito  più neppure  l'url  dei testi  o del gruppo  vedere  per  i nuovi arrivati   in particolare archivio  specie  il primo anno )  degli ex Csi "  La  terra , La  guerra , una questione privata " di cui nell'ipod   stanno uscendo le note  finali della canzone d'apertura  del cd in questione campestre .









  • . E' inutile tornare indietro nel  tempo   quando il fatto iniziale  ha  subito eventi successivi



  • Non  sempre  è facile  anche se necessario liberarsi  del proprio passato o quanto meno    archiviarlo \lasciarselo ale  spalle    in maniera definitiva  o totale 



  • E'  più  sono più temuti  dai poteri forti  quella  \  quelle   persona\e   che non hanno niente da perdere  E'  che  , come dice  la canzone ,   del cd  che  fa da  sottofondo , Anarella :<<  (...) lasciami qui  lasciami stare   è  tutto quello che io ho  non è  ancora  finita (...) >>






  •  non hanno  niente  da perdere  e  gli rimane  nonostante la vita  e per parafrasare una canzone anonima  partigiana ( qui il testo : <<  ( ... )  Quando poi ferito cade\non piangetelo dentro al cuore,\perché se libero un uomo muore \che cosa importa di morir.>>

  • Se non speri l'insperabile,non lo scoprirai, perche' e' chiuso alla ricerca,e ad esso non conduce nessuna strada.'Eraclito .Fermati ogni tanto  .  fermati ogni tanto   e lasciati prendere   dal sentimento  di meraviglia  davantio al mondo  . Senti  la pace davanti a queste montagne  .Mettiti per un quarto d'ora  a sentire il silenzio . Ascolta il silenzio  . ( Tiziano Terzani ) .

  • Mi considerano pazzo  perchè non voglio vendere i miei giorni in cambio di soldi  . E io considero pazzi  loro perchè pensano   che i  miei giorni abbiano un senso  . ( Kahill Gibran )  . " meglio  pazzi \  matti   che indifferenti o venduti  e ligi  acriticamente la potere  e  alle dittature   di qualunqui ideologia  esse  siano  , comprese  anche quelle democratiche o democradura







Le ultime  due  ( più aggiunte  sono tratte  dall'agenda  giorni non   violenti 2008 ) 

Concludo rispondendo a chi mi dira : <<  allora perchè  gli ha  scritti ? >>.
Parafrando  l'introduzione  al  disco sopracitato  . Le  elucubrazioni \ pensieri anche se  superati dal tempo  mi hanno turbato  ed  ho deciso  di fermarli \  bloccarli  in un post per  condividerli con voi  . Uno di quesi ost  eccessivi  che non si posso tenere  nascosti   ne in cartaceo  come alcuni miei scritti  nè in suporto  eletronico   nè  consumarli , lasciare che la polvere dell'ìoblio e i topi  li  macerino  . Difficili da  gestire    e  da non riuscire  ad  archiviarli  e  voltare pagina  o  strapparla 

3.1.09

scuola di ecologia culturale

Ugo Arioti



1. ANTROPOLOGIA ed ETNOSTORIA :



PREMESSE E RIFERIMENTI GENERALI ( Ugo Arioti)


L'etnostoria è una scienza etnoantropologica che studia le culture e la loro evoluzione in base ad una matrice complessa: nella ricerca è necessario affidarsi a diverse fonti, non solo a quelle canoniche, solitamente in forma scritta, ma anche alle tradizioni orali e da altre informazioni.


Questo consente all'etnostoria di proporsi come etnografia ed antropologia interpretativa con particolare attenzione alle realtà locali e territoriali.


Mulini a vento di Stefania Calledda

Oggi  sarà  per  la  giornata (   almeno da noi ) piovosa  e  nuvolosa   con quella  pioggerellina    sottile  ed  umida  che  non sai  se  aprire  l'ombrello o meno  , o la  partenza di un amico  (  ormai  divento  continentale )  e la moglie    che  rivedrò    ad  agosto e la   mo   non ho voglia   nè di scrivere di me   quindi  di auto analizzarmi e filosofare  , nè  di  commentare ed  approfondire     ( in quanto non c'è niente  che   non  sia  già stato   tratto  su questo blog     gli ultimi avvenimenti    Internazionali e Nazionali  (  la  vergognosa  situazione  nei territori  palestinesi  e  il vergognoso silenzio   di Obana  e  deinostri  politiki   filo palestinesi (comunque  ne trovate  i questi articoli 1 e 2  del cdv Attilo Mangano duemilaragioni.myblog.it/    cdv    o del Si O No al referendum  sul testamento biologico 1 2 )  ho deciso di recensire    il  nuovo  ma  non  nei contenuti  ma  nel modo d'affrontarli sito   ( foto al centro  tratta dal post  d'addio  sul suo vecchio  blog  )  muliniavento.stefaniacalledda.it della  carissima  e  coraggiossima  (  a  differenza del sottoscritto  ) Cdv ex  fronesis82 : << Ora mi preme prendere in prestito questa citazione per descrivere il moto che credo sia all’origine del mio malessere e della decisione di migrare dal mio “vecchio” Blog, a questo “nuovo” spazio espressivo: la vecchia Stefania muore e la nuova stenta a nascere. Se definiamo il cambiamento come espressione della capacità umana di “dare inizio”, nel senso proprio di cogliere, come sostiene Hannah Arendt, il percorso vitale come l’insieme di molteplici nascite, intese come inizi appunto, allora probabilmente è mancato in me il coraggio di nascere nuovamente. (..) Resta, in questa lucida follia un po’ masochista, un forte pragmatismo che ancora sostiene il mio passo, e non lascia che sia più lungo della gamba, come vuole il proverbio: infatti, “la mia praticità consiste in questo: nel sapere che a battere la testa contro il muro è la testa a rompersi e non il muro” [A. Gramsci ] nsiste su di me una nuova forza, affettiva e sentimentale, che svela la Ragione e la mostra nuda della sua pochezza: mi basta l’idealismo di Don Chisciotte ed il cinismo di Sancho Panza. Eccomi a voi, sono tornata.>>. Bella  la grafica  , si  :<<  presenta da subito molto interessante ed è frutto di una tua crescita interiore e di una nuova maturità. Noto che come l’altro è curato in tutti i particolari  e sarà un mezzo che ti permetterà di comunicare e confrontarti con gli altri mettendo alla prova la tua brillante intelligenza e la tua cultura >>  come giustamente fanno nostare nei comenti al suo primo post
Non so che altro dire  ancora   se  non   che continuerò a seguirla  e   in c....o all'istrice  ( il classico in  bocca  al lupo  e  in c..... alla  balena  )  e  concludere questo post   con  la  composizione   Angelo ribelle  di Giovanni Allevi ascoltabile  sul suo sito ufficiale

2.1.09

Un giullare contro la mafia Grafic Novel dedicato a Peppino impastato

L'editore padovano  Becco Giallo   ha  in cantiere    un altro  importante  volume di giornalismo   a fumetti  . L'opera questa volta  è dedicata  ala vita e al pensiero di peppino impastato 


 Fonte il Nord sardegna del 30\12\2008

. di Christian M. Scalas


Scrivere di Peppino Impastato e farlo in terra di mafia cercando di raccontarne nuovi aspetti e visioni è un compito tutt'altro che facile.
IL nuovo lavoro di Marco Rizzo per la casa editrice Paodvana Becco giallo, coadiuvato ai disegni dal giovaneissimo Lelio Bonaccorso,il quale riesce molto bene ed in pieno nell'obbiettivo creando un altro splendido volume di graphic journalism .
IL volume è composto da una serie di episodi (dei veri e propri racconti brevi), che prendono in esamevari momenti della vita di Peppino Impastato. Questi momenti sono collegati tra di loro da un’unica storia che fa da cornice: in definitiva fa vivere Impastato attraverso i ricordi e quello che rappresentava perchi lo conosceva : figlio, fratello,amico, guastafeste, nemico. Se l’intenzione era quella di offrire una panoramica ampia ma non didascalica,il graphic novel riesce pienamente nell'intento,procedendo con un ritmo e una struttura narrativa “particolari”, differenziandosi così dal film [ cento passi ] di Giordana. Grazie all'aiuto di Salvo itale (autore di numerosi libri su Impastato, e suo amico) e di Giovanni, fratello di Peppino, sono poi stati inseriti dei particolari importanti che nel film non vengono raccontati. Il disegnatore, Lelio Bonaccorso, uno dei primi ragazzi a frequentare la Scuola del Fumetto di Palermo, ha raccontato di questo nuovo lavoro che ha una valenza ben al di là del fumetto come strumento di solo svago. «Inizialmente ho lavorato con Beccogiallo sui due antologici Resistenzae e Zero Tolleranza- spiega l'illustratore- Poi è arrivata la proposta dell'operasu Peppino, che non è solo un “lavoro”, ma anche, e soprattutto, un impegno civile. Lavoraresu l progetto di un uomo così co-raggioso, ti da delle grandi responsabilità nonche' delle forti emozioni. Peppino rappresenta la parte bella di questa terra di Sicilia ». E continua Bonaccorso: «Leggendo la sceneggiatura, pensavo a qualcosa di fresco e semplice che arrivasse a tutti, ma che fosse anche evocativo, come deve essere la storia di un uomo come noi, della sua quotidianità. Il mio segno doveva essere necessariamente semplice». «Sono certo che il suo stile si farà notare» dice di lui lo
scrittore Marco Rizzo, autore anche di una bellissima graphic su Ilaria Alpi. « Lelio, oltre a essersi appassionato al fudroneggia uno stile molto fresco e personale, che si muove tra il realismo e il grottesco adattandosi perfettamente a questa storia. Posso azzardare che questo volume, come i tanti libri e il film, le molte iniziative della asa Memoria e del centro di Documentazione, le numerose testimonianze degli amici, dei sostenitori e dei parenti di Peppino, pu essere un altro tassello, per le generazioni presenti e future, utile per scoprire e appassionarsi alla figura del giullare che ha sfidato la mafia. Scriverne è un grande onore e una grande responsabilità» conclude. Il volume, in uscita ad aprile, sarà presentato ufficialmente in occasione di Napoli Comicon, festival del fumetto le cui iniziative hanno spesso un occhio puntato sulle tematiche sociali e il maggio alla grande festa in onore di Peppino Impastato.





A Ceglie Messapica



Trullo fatatoCari amici di Ceglie e dei blog, vi presento il mio trullo fatato incipriato. Nella  vita  tutti abbiamo bisogno di stimoli e di nutrimento. Come una carrozza ha bisogno del carburante per andare avanti. Anche noi abbiamo bisogno di alimentarci.  Il nostro cervello ha bisogno di essere stimolato, nutrito e coltivato. Nasciamo alla stessa maniera, sta solo a noi organizzarci e lavorare ...lavorare. Nessuno ci regala nulla, tutto deve essere fatto, dalle nostre mani, dalla nostra cultura, dalla nostra fantasia, e dalla nostra pazienza. Qualsiasi esempio posso scrivere, è sempre la stessa cosa; qualsiasi cosa facciamo  servono sempre gli stessi ingredienti, altrimenti non si costruisce nulla. Vabbè! non la voglio fare troppo lunga, perchè ci comprendiamo, e lo sappiamo benissimo, che quando ci mettiamo tutto il nostro amore, poi raccogliamo il risultato. Questo dobbiamo fare per la nostra Ceglie, e non dobbiamo fare ostruzionismo,  dobbiamo solo lavorare in equipe. I nostri cervelli, le nostre mani, la nostra cultura il nostro amore, se è unito, porterà ad avere una grandissima famiglia, e a un ottimo risultato. Amici, oggi  sono contentissima; il più bel regalo che ho ricevuto per il 2009, non sono denari, non sono gioie, sono le vostre visite su "youtube Presepe". Ha avuto oltre 300 presenze in una settimana. Sapete, solo il giorno prima,  il folletto Buzzichino, mi ha spiegato come si girava il video. Lo so, che ci sono sbagli, ma non essendo esperta, non sono stata in grado di togliere, eppure il video è stato visto. Ci sono diversi video sui presepi, ma il mio era differente, io ho pensato di regalare un presepe fatato, ha regalato agli amici del blog la mia Ceglie. Se qualcuno di voi ancora non lo ha visto, metto l'indirizzo. Perciò, anche se non sono di Ceglie, e mi trovo in altro posto, le posso donare amore e tempo. Franca Bassi



                            http://it.youtube.com/watch?v=_k1iLdoR8LQ   



ग्राफिक नोवेल देदिकातो अ पेप्पिनो इम्पस्तातो




L'editore padovano Becco Giallo ha in cantiere un altro importante volume di giornalismo a fumetti . L'opera questa volta è dedicata ala vita e al pensiero di peppino impastato

Fonte il Nord sardegna del 30\12\2008

. di Christian M. Scalas

Scrivere di Peppino Impastato e farlo in terra di mafia cercando di raccontarne nuovi aspetti e visioni è un compito tutt'altro che facile.
Il nuovo lavoro di Marco Rizzo per Beccogiallo, coadiuvato ai disegni dal giovane Lelio Bonaccorso, riesce appieno nell'obbiettivo creando un altro splendido volume di graphic journalism . IL volume è composto da una serie di episodi (dei veri e propri racconti brevi), che prendono in esamevari momenti della vita di Peppino Impastato. Questi momenti sono collegati tra di loro da un’unica storia che fa da cornice: in definitiva fa vivere Impastato attraverso i ricordi e quello che rappresentava perchi lo conosceva: figlio, fratello,amico, guastafeste, nemico. Se l’intenzione era quella di offrireuna panoramica ampia ma non didascalica,il graphic novel riesce pienamente nell'intento,procedendo con un ritmo e una struttura narrativa “particolari”, differenziandosi così dal film [ cento passi ] di Giordana. Grazie all'aiuto di Salvo itale (autore di numerosi libri su Impastato, e suo amico) e di Giovanni, fratello di Peppino, sono poi stati inseriti dei particolari importanti che nel film non vengono raccontati. Il disegnatore, Lelio Bonaccorso, uno dei primi ragazzi a frequentare la Scuola del Fumetto di Palermo, ha raccontato di questo nuovo lavoro che ha una valenza ben al di là del fumetto come strumento di solo svago. «Inizialmente ho lavorato con Beccogiallo sui due antologici Resistenzae e Zero Tolleranza- spiega l'illustratore- Poi è arrivata la proposta dell'operasu Peppino, che non è solo un “lavoro”, ma anche, e soprattutto, un impegno civile. Lavoraresu l progetto di un uomo così co-raggioso, ti da delle grandi responsabilità nonche' delle forti emozioni. Peppino rappresenta la parte bella di questa terra di Sicilia ». E continua Bonaccorso: «Leggendo la sceneggiatura, pensavo a qualcosa di fresco e semplice che arrivasse a tutti, ma che fosse anche evocativo, come deve essere la storia di un uomo come noi, della sua quotidianità. Il mio segno doveva essere necessariamente semplice». «Sono certo che il suo stile si farà notare» dice di lui lo
scrittore Marco Rizzo, autore anche di una bellissima graphic su Ilaria Alpi. « Lelio, oltre a essersi appassionato al fudroneggia uno stile molto fresco e personale, che si muove tra il realismo e il grottesco adattandosi perfettamente a questa storia. Posso azzardare che questo volume, come i tanti libri e il film, le molte iniziative della asa Memoria e del centro di Documentazione, le numerose testimonianze degli amici, dei sostenitori e dei parenti di Peppino, pu essere un altro tassello, per le generazioni presenti e future, utile per scoprire e appassionarsi alla figura del giullare che ha sfidato la mafia. Scriverne è un grande onore e una grande responsabilità» conclude. Il volume, in uscita ad aprile, sarà presentato ufficialmente in occasione di Napoli Comicon, festival del fumetto le cui iniziative hanno spesso un occhio puntato sulle tematiche sociali e il maggio alla grande festa in onore di Peppino Impastato.

Senza titolo 1138






<…NATALE CON CHI VUOI!>


 


 


SENTITE A ME! FIN D'ORA.


PER IL PROSSIMO NATALE,


NON SFORZATEVI DI OSSERVARE


 


LA TRADIZIONE CHE RECITA :


<NATALE CON I TUOI…> !


 


FA’ COME PER PASQUA:


<… PURE NATALE CON CHI VUOI!>


 


Passate le feste...


Questo è uno scritto, sempre purtroppo riproponibile,


da me edito nel gennaio 1994


 


Quello stato d’animo  confuso e vagamente 


depresso che segue le feste è forse


un’occasione per interrogarsi


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       Le feste – non  esitiamo a dirlo – sono ormai  un  dramma  sociale; qui infatti l’uomo condensa tensioni  d’ogni  natura,  superiori   alla   propria quotidiana portata per un  intero anno. Le festività natalizie non vengono colte come occasione di riscoperta del proprio prossimo  da amare come sé stessi: è che, per amare il proprio prossimo come se stessi, bisognerebbe innanzitutto amare, vale a dire capire, e accettare, sé stessi come si è.


 


       Ma le feste natalizie (ma anche quelle pasquali, o di ferragosto...) sono troppo piene di luoghi comuni da osservare, tali che si obbedisce – come al classico riflesso condizionato – al dovere di  “stare con i tuoi, a Natale” e “con chi vuoi a Pasqua”, anche quando non ne hai alcun piacere. Eppure un altro topos, come quello dei “parenti come le scarpe, che più son strett’ e più fanno male”, viene spesso osservato quasi tutto l’anno! (*)


 


       E’ che si coltivano troppe speranze, aspettative cioè che gli altri – sempre gli altri – si comportino “come dico io”. Indubbiamente, non c’è nessuno che dentro non senta, comunque, quella vitale scintilla d’amore altruistico, seppure soffocata dai piaceri del mondo che mortificano lo spirito. Ma questo spirito chiama comunque a raccolta: un’annosa palude vien scossa dalla sua falsa quiete, dall’immobilismo, per ridestare alla vita individui languenti d’una società sempre più rotolante verso il precipizio d’un coma profondo.


 


       Ogni festività vede il messaggio della vita e dell’amore, smarrito e ricoperto di persuasivi messaggi che distruggono la capacità di intendere e volere. E il sentire che certe cose si fanno per dovere (da parte di una madre verso un figlio, ad esempio(*) può rendere l’idea di come il rapporto non possa non nuocere sia alla madre – che non agisce per “piacere” – sia al figlio, che –essendo un individuo con proprie antenne – recepisce gli effetti negativi del dovere: a che pro’ quindi fare una buona azione se non è condita dalla gioia e dalla voglia di dare serenità e armonia? Tanto vale non farla, questa buona azione; se non altro il rapporto potrà dirsi franco; infatti la madre non avrà accumulato – nè per sé nè per il figlio – quella tensione stressogena, che porta a manifestare comportamenti patologici per sé, nell’immediato, e -per il figlio- in prospettiva.


 


       La gente è malata tutto l’anno e non se ne accorge, finché, in prossimità delle festività, non si sente costretta a fare a meno delle proprie abitudini quotidiane, costretta a rapporti sostanzialmente indesiderati (fare buon viso a cattivo gioco).


 


       Così, un’occasione di intima condivisione e solidarietà viene sprecata, lasciando il posto ad un illusorio “tanto rumore per nulla”: il “clou” d’ogni festa, come gli spari a mezzanotte a San Silvestro, è preceduto dall’ansia di riportare la propria intima solitudine – mascherata a volte da esteriore e grassa allegria – tra le proprie più rilassanti quattro mura domestiche.


 


       Caso apparentemente strano: tutti pare che stiano bene  prima delle feste, ma durante e dopo...! Il fatto è che vi è un indaffararsi dapprima entusiastico per manifestare, con una sorta di mero baratto di doni materiali, l’intenzione – non seguita dall’azione – di donare anche se stessi, che resta spessissimo bloccata e richiusa in sé: quanti ripensamenti e pentimenti!


 


       La Tradizione diviene una catena che ci fa tossicodipendenti:  sappiamo già che riunirci per le feste ci farà male, ma lo facciamo lo stesso. Il fatto è che non si prende coscienza che la propria Coscienza ha bisogno, appunto, di prendere coscienza: “Una parete, immensa, unisce due stanze, se parete non c’è che mi divida da te”.


Fiore Leveque


 


 


(*) un esempio calzante: Parenti serpenti!)


 


AAA NUOVO DE NICOLA CERCASI  1^ puntata


http://scuoladivita.splinder.com/post/19302061    


 


DA DIOGENE A CRISTO GESU’ 2^ puntata De Nicola


http://scuoladivita.splinder.com/post/19399226   


 
 


 

Senza titolo 1137

  L'AVETE LETTA LA FIABA IL REUCCIO GAMBERINO ?  :-)


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Quello scantinato buio, dove io ero e ora non sono più. Tentativi (assai) meditati di una evasione dall'incoerenza.


scantinato di casa

Riusciremo mai a renderci conto degli errori commessi e a tornare in noi stessi, in tempo per soccorrere una società che sembra maturare il suo strano cammino nell'indolenza?

Questo mi chiedo, mentre gli occhi ancora assonnati guardano fissi l'orologio a parete, quasi a stramaledire la giornata domenicale di lavoro che m’aspetta nello sgabuzzino di casa, cercando finalmente di dare un po' di ordine tra le cose che ho accantonato senza tanta cura.
Con fatica e un po' di inquietudine chiudo il portone di casa, neanche dovessi partire per la guerra, e scendendo le scale fino al corridoio dei ripostigli condominiali, nel silenzio più totale, credo d'aver capito il perché di tanta riluttanza a raggiungere la meta. Non sono le ore di sonno in meno o la prevista fatica e il sudore o la tetra solitudine di quel piccolo vano a spaventarmi; non è nemmeno l'indecisione e la nostalgia di cosa conservare o buttare. No, niente di tutto questo.
Ciò che temo è invece il confronto con me stesso: infatti, appena comincio a rovistare tra gli oggetti alcuni di loro sembrano animarsi e seguire il mio sguardo quel tanto che serve ad identificarmi, per poi circondarmi e chiedersi cosa ci fa ormai uno come me tra quadri, libri di politica, discografia “alternativa” in vinile e ricordi della “fuga” dalla famiglia, dal momento che in quel luogo buio si accantonano pure molte convinzioni che non potrebbero sopravvivere nemmeno un secondo alla luce di un sole d’autunno ormai (pure lui..) arrivato al compromesso con la primavera, convinzioni che hanno ceduto il passo ad una mentalità con il planning su ogni tavolo e scrivania, due computer sempre pronti ad assecondarmi, offerte commerciali da presentare il giorno dopo ma corrette e rivedute la notte prima, rateizzazioni e utenze da pagare, il carico di responsabilità nei confronti di una azienda che ha affidato una parte delle sue risorse economiche nelle mie capacità.
O forse è un modo come un altro per non pensarci, visto che non sempre si può addurre a pretesto il fatto di avere poco tempo a disposizione e che le giornate durino solamente 24 ore.

E non si tratta solo di un personalissimo “trip” allegorico.
Qua dentro c'è veramente tutta una vita, e la polvere che vi spadroneggia non facilita sicuramente quel ritorno al passato che spesso si rivive toccando o semplicemente sfiorando come ora un vecchio libro delle Scuole Superiori, quando la scuola era “pubblica” e soprattutto non era un circo con insegnanti costretti a fare i domatori alle prese con tante piccole scimmie in abiti firmati e legati per la testa da un i-Pod, una scuola dove si sognava la California...e non la mini-car con stereo incorporato come oggi.
Lo scantinato non è semplice da “affrontare”, perché bisognerebbe un attimo fermarsi, e se mi ci fermo un po’ di più a pensare finisco per affogare di nuovo in un presente di contraddizioni; certo, fosse stato pieno di vino rosso, mi sarei anche accomodato  per...meditare meglio, ma tra il silenzio e l'odore di cose passate non posso far altro che star lì e guardare, sfiorare, toccare, indossando di nuovo il maglione più per paura di un brivido di coscienza che di freddo, dopo aver ingenerosamente relegato una parte del mio passato a fianco di barattoli di pomodoro e bottiglie d’olio.
Cosa avranno fatto mai di male Russel, Bukowsky e Marcuse da non meritare più uno spazio nella mia piccola e “ufficiale” biblioteca? Per non dire dello straordinario poster 50x70, regalo di mia sorella, che racchiude lo sguardo di Ernesto Guevara?
Così ripenso al mio appartamento, dove un arredo minimalista e moderno -figlio di Ikea e di un comune quanto banale pensare a quattro assi di legno per formare un tavolo o un una sedia- sembra non poter ospitare neanche un Pirandello con le pagine ingiallite ma tanto attuale nelle sue novelle a tal punto che le sue persone e i personaggi sembrano ricordare il trasformismo di tanti di noi, soprattutto in faccende di politica, che imperversano (o “governano”, se vogliamo) in nome di una democrazia che non potrà mai essere tale se è sorretta unicamente da sudditi e doveri.
O forse è perchè non vorrei ritrovarmi seduto sul divano con a fianco un libro che punta il dito e indica anche me tra i personaggi e le sue perenni trasformazioni e mille facce, con buona pace della propria professione e professionalità?
Chissà.
Nel cercare un po' di conforto intravedo, in uno scatolone semichiuso, il nero-rosso della copertina di “Stato e Anarchia” di Bakunin, ricordando un periodo della mia adolescenza dove, a parte la vita sregolata e antimonarchica dei Sex Pistols, per anarchia si intendeva soprattutto il valore, l'impegno e una morte “accidentale”, e, nel rileggere velocemente alcuni passi che avevo sottolineato a suo tempo in modo maldestro con una biro, penso troverei imbarazzo e un po' di vergogna a guardarlo negli occhi, il russo libertario, per come mi sono “adattato”...ma fortunatamente il libro non è illustrato.

Mentre continuo a cercare tra i vari scatoloni mi accorgo che non ho cominciato a buttare praticamente nulla.
Niente da fare.
Sono troppo distratto dalle “presenze”, che mi rispolverano una copia dei risultati della mia classe scolastica in sede d’esame di Maturità , e mentre la leggo m'accorgo ancor di più delle mie prime contraddizioni, premiate con il tanto agognato “pezzo di carta”:
voto finale 54/60
preparato in:
Italiano, Letteratura e compito in classe
tema d’attualità
affascinato dal Romanticismo francese
propensione all’idealismo
riflessioni sulla realtà a non finire
capacità ampia di comunicare le proprie intenzioni
conoscitore di musica
rock anni sessanta
poeta.

Diploma?...in Ragioneria.....appunto, che significava lavoro (quasi) sicuro ma anche la recinzione di alcuni valori che non sono stato in grado di condividere con il prossimo se non sporadicamente, quando si riusciva a scappare ogni tanto dal cancello semichiuso della Rinuncia.
Anche se: condividere con chi, cosa e come?
Dov'è quella sana quanto illusoria volontà di cambiare il mondo, se nel frattempo il mondo ha cambiato noi e le nostre possibilità di poter avere finalmente tutto....in comode rate mensili? Dove sono finiti i compagni di lotte, di botte (prese) e i cortei davanti l'ambasciata Usa? Anche loro indaffarati nella pulizia dei solai o con il prato inglese da curare? O, peggio ancora, con l'Unità o Liberazione sotto braccio, presenziando e plaudendo ai cortei di una nouvelle gauche” italiana che al solo sentire la parola “comunismo” comincia ad indossare collane d'aglio?

Provo ad uscire un attimo, quel tanto per respirare un po' d'aria, e non è solo la polvere rimossa a darmi fastidio: sarà il sole che osserva e sembra ridere delle mie “gesta” domenicali, ma devo riconoscere che di polvere ce n'è anche nella mia testa, soprattutto nell’idea comune in un cambiamento che non potrà esserci, almeno a breve, vittime come siamo del presente e di un immediato futuro già scritto da “cassandre” come me comodamente sedute davanti ad un computer.

Troppi “ripostigli” mentali, assai poco illuminati e illuminanti, hanno occupato degli spazi che, assieme al posto auto e alla casa al mare o in montagna, hanno reciso con una drastica linea di confine delle identità, dei valori, che nemmeno un collante come la Rivoluzione (in senso culturale) potrà mai rinsaldare. La rinuncia al pensare in cambio del comune vivere la vita, magari riuscendo ad elaborare concetti meno tristi tra la visione di un TG e un Porta a Porta...: ecco qual'è forse l'aspetto più “estremista” dei nostri tempi, assieme al vero Grande Fratello che ci controlla e tormenta, e cioè la falsa imitazione del falso.
Possiamo pure continuare a riconoscerci tranquillamente allo specchio per ciò che siamo, anche se così diversi per età e volontà rispetto a vent’anni fa; potremmo copia-incollare un autoscatto di ogni nostro ragionare sensato sull'attualità e rendere conto al mondo intero che noi (cioè, quelli dello spirito critico) non apparteniamo a questa società di marionette senza fili, ma alla fine rimaniamo comunque intrappolati in un presente distratto e castrante, noi che abbiamo creduto di respirare mille volte, oltre al loro fiato non certo gradevole, le vicissitudini dei nonni durante la Resistenza, i loro racconti di sopravvivenza, gli orrori di una guerra per certi versi mai conclusa, fatta di muri che si costruiscono, si condannano, si abbattono ma che oggi si ricostruiscono.
Cosa ne è del nostro passato, oltre l'angusto sgabuzzino, noi che abbiamo creduto nelle letture di chi sessant'anni fa, durante la lotta partigiana, ha scritto con il proprio sangue un testamento di coraggio e di ideali tanto da essere tradotti in una Costituzione che invece qualcuno sembra voler modificare?
Arriveremo ad immaginare ancora quel futuro che i nostri nonni si potevano permettere solo di sognare, presi com'erano da povertà e bombardamenti?

Mentre il capo chino è intento a cercare e curiosare, una parte di me sembra essere salita su casa, nella speranza di ripopolare l'appartamento con i testi “sacri” d'allora ...così, tanto per dargli un tocco ancor più “inusuale” e pregno di autocritica,….ma il mio alter ego alla fine è più propenso a guardare l'orologio: s'è fatta la una, è ora di pranzare e di trascrivere questi passaggi chiamati pensieri, tanto per non aver (anche) buttato inutilmente il mio tempo (e il sonno) dentro un disordinato bugigattolo che magicamente rivive ogni volta che ci rimetto piede.
Credo proprio che i libri rimarranno lì al buio ancora per un pezzo, ne sono convinto, come le enormi buste che contengono oggetti destinati al cassetto dell’immondizia, proprio quando questi tentennamenti da de profundis domenicale mi porteranno inevitabilmente a dover ritardare un appuntamento in buona e bella compagnia.
Finirà tutto questo pensare e riflettere, finirà troppo presto; o è già finito da un pezzo e ancora non me ne rendo conto, vuoi l'appuntamento, vuoi anche una generale povertà di intenti se penso al torpore in cui ricadrò una volta uscito da qui.

Ma, come accennavo, in divagazioni del genere l'allegoria lascia spesso e volentieri spazio alla semplice e schietta realtà.
Forse lo scantinato è l'ultimo dei miei problemi, o forse è la chiave di lettura del mondo che mi circonda: probabilmente vorrà dire che non riuscirò mai a fare a meno di un passato che rivendica tuttora un sacrosanto “diritto di replica”, dopo la contraddittoria gestione della mia cultura, maturata in anni di letture, studi e ascolti di vita vissuta tra degrado, difficoltà relazionali con la famiglia ed emarginazione, ma per fortuna tutta la polvere del mondo non sarà mai sufficiente a coprire le speranze nate nel Secondo Dopoguerra, le illusioni sessantottine dei nostri padri. Nonostante la mia tranquilla ed attuale vita nella periferia romana.
Neanche di ripensamento si può parlare, perchè i concetti, come i ricordi materializzati in questo sgabuzzino, sono rimasti sempre gli stessi, e, nonostante le circostanze siano poi diventate anche opportunità, ho sempre mantenuto una sorta di aplomb verso certi apparati del Sistema intesi ad irretirmi ed assimilarmi;  con ogni probabilità il “ponte” psicologico che collega l'appartamento con lo scantinato non è in grado di sopportare un abbandono fisico di ciò che ho filtrato ed accumulato per anni, il che significa dover  continuare ad indossare la maschera contraddittoria di me stesso, tra improvvisati monologhi e poesie in Internet e fughe quotidiane tra i tetti luridi della società dei consumi.
Il che, in parole povere, equivale ad una sconfitta personale, seppur anonima e confessata in un eremo di blog.
Nonostante le piccole soddisfazioni professionali.
Nonostante speranza e ottimismo siano ancora ben riposti non solo nel mero ragionare, ma anche nel profondo del proprio cuore.
Alcune volte credi di aver buttato vent’anni della propria vita cercando di smussare un carattere impulsivo per meglio comprendere e convivere con le ragioni dei tuoi simili, anche di coloro che parlano il linguaggio dell'intolleranza e della violenza, ma, a quanto sembra, non è nulla se paragonati ai cinquemila anni certificati di civiltà e umane vicende, dove siamo riusciti a malapena ad azionare il mulino di un Pensiero che ha macinato finora solamente buoni intenti e tanta desolazione,...a parte qualche rara eccezione come l'invenzione della ruota, dei rigatoni con il sugo e della lingerie femminile...
Se nell'Uomo i sentimenti, l'amore, il sacrificio, dovessero servire -come avviene in molti di noi- a riempire l'horror vacui che ad un certo punto bussa alla porta delle nostre vite, allora la stessa paura del vuoto e della Morte non dovrebbe consentire lo sterminio di esseri umani in Africa dove esser bambini significa morire d'inedia, per non parlare dei conflitti (leggi: profitti) che insanguinano la tremenda attualità del Medio Oriente.

Nel risalire in casa mi affanno a pensarci, e arrivo alla conclusione che se non c'è un seguito significativo ai propri ideali di libertà e convivenza civile, probabilmente è meglio non averli e pregare ognuno il proprio Dio di dotarli a chi li può mettere in pratica. Se poi uno scantinato riesce ad assurgere ad “oasi di riflessione” e nonostante tutto siamo così riluttanti a frequentarlo per via di nostro passato fatto di oggetti (e non solo) abbandonati,..beh, probabilmente la riflessione da fare è un po' più profonda e complessa del semplice confrontarsi, al di là del malumore e del personale disgusto verso una cultura dominante fatta di Odio e di Paura.

Con tali presupposti, mi verrebbe voglia di serrare la porta con il chiavistello e scalciare qualsiasi avance di distrazione, inclusa l’uscita all’ora di cena, ma non me lo posso permettere: è innanzitutto la mia “ora d’aria”, misurata con il poco tempo che mi sono concesso, e qualsiasi ripensamento può significare un progressivo esilio senza scampo da una realtà che non riconosco più mia.

In un mondo sempre più complicato, dove la complessità nasce dal non essere chiari soprattutto con se stessi, uno scantinato così in disordine credo possa anche bastare per ricominciare ad aprire un poco alla volta gli occhi.



Salvatore (HAVEADREAM), blogger LIBERI FINALMENTE LIBERI

1.1.09

Senza titolo 1136

Non nasconderti!
La Vita ti troverà
sempre!
Non fuggire!
La Verità ti vedrà
ovunque sei!
Non parlare!
Il Silenzio già urla
quando sei solo!
Non piangere!
Il sorriso riaffiorerà
se sai ascoltare le tue lacrime!
Ora vivi!

Senza titolo 1135

maglia


Imprigionami
nel tuo mondo,
avvolgimi
nei tuoi pensieri,
legami, possiedimi
senza tregua.
Insegnami a sfiorarti il cuore
con rispetto, costanza, amore.
Come delicata bimba
una carezza profonda e vera.

elena ©Copyright

Il personaggio del 2008

Pensando all'anno appena trascorso, mi sono venuti in mente tanti fatti e personaggi che hanno costellato questi ultimi 365 giorni della nostra vita. Ma chi è stato il più rappresentativo? Anch'io desidero fare un piccolo sondaggio, escludendo volutamente personaggi mondiali che vedrebbero quasi sicuramente decretato la schiacciante vittoria di Obama, seguito a ruota dal Dalai Lama; e anche Europei, perché probabilmente Sarkò e Carlà oscurerebbero il fascino degli italici eroi.


Rasto dunque nel cantuccio italiano e faccio una breve rassegna di personaggi, elencati in rigoroso ordine alfabetico.


  1 - Berlusconi Silvio


Presidente del Milan, di Mediaset e titolare di tante altre prestigiose Presidenze, quest'anno si è aggiudicato anche la prestifgiosa carica di Premier. Sta preparando il terreno per diventare prossimamente Presidente della Repubblica, anche per assicurare un futuro a Piersilvio e agli altri suoi pargoli.


Della serie: Da Cavaliere della Repubblica alla Repubblica del Cavaliere



  2 - Di Pietro Antonio


Tonino è stato eletto al Senato per l'IDV e a poco a poco sta raccogliendo attorno a sé gli esponenti della sbandata Opposizione, rivelandosi l'unica vera spina nel fianco del Premier e dei decreti a maggioranza bulgara.


Della serie: Da Mani Pulite in poi,non se ne lava le mani.


  3 - Gelmini Mariastella


Incrollabile esecutrice di direttive dall'alto, Mary Star si impone all'attenzione con le sue movenze da perfetto robot. Si sta impegnando zelantemente per riformare la Scuola, sostenendo il concetto che  per migliorare si devono tagliare i posti, gli stanziamenti e gli investimenti.


Della serie: Dalla (M.) Stella alle stalle


  4 - Gregoracci Elisabetta


Procace e ruspante bellezza, non è riuscita a diventare attrice né soubrette e neanche Velina, ma è riuscita a sposare Flavio Briatore, fascinoso (?) manager e vippissimo della Costa Smeralda. Lo ha conquistato, "avvicinandolo alla fede" (sic!)


Della serie: Cenerentola abita ancora qui


  5 - Luxuria


Primo Trans in Parlamento,  vince l'ultima edizione dell'isola dei famosi, impegnandosi ad affermare che la dignità non deve essere messa in discussione e, altresì, che si può recitare bene in qualsiasi palcoscenico.


Della serie: Omo sum, nihil a me alienum puto


6 7 - Rubicondi Rossano


Ex marito della miliardaria Ivana Trump, approdato all'Isola de4i Famosi, capisce che può avere il suo angolo di "gloria" senza il peso dell'ingombrante consorte. Da allora, impazza su tutti i salotti televisi e i talk shows, come comparsa, ospite, inviato, opinionista, testimonial.


Della serie: dalla fame alla fama


   7 - Veltroni Walter


E' riuscito nella non facile impresa di distruggere il PC, il PD, la Sinsitra e di disperdere l'Opposizione.


Dopo aver perso le elezioni, è diventato Capo del Governo Ombra.


Della serie: C'era una volta


 




 


E, secondo voi, quale personaggio nel 2008 è stato il più rappresentativo della patrie virtù? 


 




 


(Sondaggio di G. Vanella)

2009 ..Un dono per le donne

Le intermittenze del cuore





"L'anno inizia col genere femminile". Lo ricorda don Paolo Farinella nella liturgia (di rito romano) odierna, dedicata da ormai 42 anni a "Maria Regina della Pace". Pace, Maria, Spirito: potremmo definirla una nuova Trinità al femminile - nell'originale ebraico Ruàh, che noi traduciamo appunto con "spirito", appartiene allo stesso genere delle altre due -. In verità i cultori mariani non hanno mai badato molto a lei, alla pace. Pace come giustizia, solidarietà, collaborazione tra i popoli.


Pinturicchio, Madonna della Pace, 1502. S. Severino Marche, pinacoteca Tacchi-Venturi.



A essi solo importa issare Maria sui loro tronfi stendardi di Ordine e Disciplina, nascondendo un vieto tradizionalismo dietro i veli verginali d'uno sbiadito santino per benpensanti. Secondo loro, esiste un unico nemico: il sesso. Pace, giustizia? Bagattelle.


Che si effonda questa Ruàh di pace vera, invece! Noi l'invochiamo. L'invochiamo oggi, in particolare, per un'altra, femminile e devastata, Palestina. Sempre don Farinella ne La questione Palestina riesce a individuare gli autentici motivi dell'inazione dei governi. Non si tratta di parteggiare per l'uno o l'altro popolo. Non indosso né la kefiah né il talit, e altrove ho denunciato con forza le criminali pagliacciate dei rivoluzionari da operetta, che si bardano da guerriglieri per ammazzare la loro vuotaggine intellettuale. Si tratta di onestà e quindi, ancora una volta, di giustizia, "l'altro nome della pace" (Giovanni XXIII). Senza giustizia non può esistere pace ma solo intollerabile difesa dello status quo, delle diseguaglianze sociali, economiche, religiose, culturali, etniche, sessuali. Ebbene, anche nella tragedia Israele-Palestina non possiamo permetterci alcun manicheismo. Più che mai occorre il binomio pace+giustizia o, forse, viceversa.


Buon 2009 a te, cardinal Tettamanzi. Sono certa che non ti offenderai se ti do del tu. Hai la stessa età di mio padre, la tua figura m'ispira calda simpatia. Non sei ieratico come il tuo predecessore, le tue rotondità rispecchiano le conche dei laghi brianzoli. Sei un intellettuale, eppure il tuo cristianesimo è laborioso e vivificante come i sentierucoli di montagna. La tua parrocchia rassomiglia a una bottega artigiana.


Conosci la giustizia perché sai cos'è il lavoro. Perché apprezzi lo scandire dei giorni. E vedi il mondo come una famiglia. Famiglia che, per te, non è una sfera astratta da difendere con una spada irta d'anatemi; ma è quel passaggio relativo e tuttavia consustanziale che rende l'uomo più uomo qui, su questa terra, perché s'involi un domani verso il cielo, svuotato delle sue pesantezze.


Non per nulla hai battezzato l'iniziativa della diocesi Fondo famiglia-lavoro: e li hai sbaragliati tutti, quei cattolicisti che si forgiano la bocca con imbecillità come "radici cristiane", "valori irrinunciabili", "tradizione", "purezza". La tradizione, la purezza, le radici e i valori irrinunciabili si trovano nel momento in cui si allenta la mano; quando si risolleva l'indigente dalla polvere, e si rialza chiunque è caduto. Quando si perde la propria vita, per poi ritrovarla.


Ti odiavano da tempo, i cattolicisti. Ti hanno odiato praticamente da subito: da quando hanno scoperto che "non stai con loro". E nella loro impudenza sono giunti ad attaccarti anche quando hai commesso il sacrilegio di redigere una lettera natalizia ai migranti, quando hai riaffermato il diritto dei musulmani a possedere una loro moschea. Quei cattolicanti che non hanno perdonato don Prospero Bonzani, nazifascisti pagani improvvisati teologi, gli stessi che fra breve festeggeranno devoti l'Epifania - che forse chiameranno "Befana" - restando impassibili, d'un'impassibilità impenetrabile e idiota, davanti alla liturgia che celebrerà i Magi "primizia delle genti lontane". Ignorano che proprio le vesti dei Magi, dipinte sulla pareti della Basilica della Natività a Gerusalemme, hanno dissuaso i conquistatori musulmani dal distruggere il tempio. Erano "loro avi", si dissero. Legami familiari remoti nel tempo, uniti dalla storia.


Betlemme: il mio ingresso nella Basilica della Natività, estate 2008.



Per i cattolicanti le genti lontane semplicemente non esistono; o non sono nemmeno persone, bensì numeri. Le genti lontane, nella loro visione della vita, possono al massimo provenire da Cornate d'Adda.


Dunque buon 2009 anche a te, Abraham, sconosciuto senegalese dal nome fatale, che forse t'intimorisce un po', perché ne avverti la smisurata vastità. Ti sei ritrovato pure tu in una sconfinata prateria e non sai se avrai discendenza. Sei stato costretto a lasciare la tua terra senza rassicurazione alcuna sul tuo futuro, se non uno sguardo verso le stelle del cielo, che non riesci a contare ed è meglio così. E' un modo come un altro per mantenerti umile e affidarti totalmente a Dio. Non hai potuto tenere i soldi che hai trovato, perché hai compreso che nulla è tuo; che, del resto, la tua felicità non si esauriva in una manciata di pur legittimi desideri.


E buon 2009 anche a voi, amici. A voi che mi avete fatta sentire famiglia, in un momento in cui ognuno è costretto a mostrarsi allegro quando magari il suo cuore è ulcerato. Amico è l'amore che s'impara; la poesia della quotidiana conquista. Grazie davvero, per essere qui.









Senza titolo 1134

  VE LO RICORDATE IL FURGONE DELLA VOLKSWAGEN ?  :-)


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31.12.08

Solidarietà a don Prospero e al suo presepe-moschea

Un fatto grave è successo in questi giorni a Genova: un parroco, don Prospero Bonzani, grande educatore di generazione di giovani e sempre attento a lasciarsi stupire e a stupire col Vangelo alla mano, da anni ha posto nel presepe una piccola moschea come segno che il mondo è cambiato nel panorama, ma non è cambiato nel cuore di Dio. Un segno di novità religiosa, culturale, civile, umana. Un segno da aggiungere ai segni di cui parla il vangelo di Luca: Ecco il segno: troverete un bambino … ecc. ecc. In tutti questi anni nessuno si è accorto di nulla fino a quando la destra becera, atea e miscredente (con tutto il rispetto degli atei veri ed i miscredenti d’annata) non ne ha fatto una campagna denigratoria e con i fascisti di Forza Nuova che hanno minacciato rappresaglie, la Lega che vomitato come suo solito e i fascisti del msi che gridano allo scandalo. Conclusione: la curia di Genova ha ordinato di togliere la moschea dal presepe per prevenire eventuali intemperanze.


Kibbutz di Nevé-Shalom (Israele): interno del tempio multireligioso voluto da padre Bruno Hussar, cattolico d'origine ebraica, dove si riuniscono a pregare cristiani, musulmani e appartenenti a qualsiasi religione.

 

 


Questa la conclusione ufficiale, quella reale è invece che questo prete che ha fatto solo il suo dovere di educatore si trova solo, la lega e i fascisti di risulta che esultano inneggiando alla loro cristianità occidentale con la quale non dico quello che devono farci per non essere intemperante. L’opinione pubblica almeno a Genova è: il prete è stato sconfessato, la Lega e i fascisti hanno vinto. Inoltre la gente dice che il cardinale Bagnasco ha avuto paura, timoroso più di non avere problemi come presidente della Cei che di difendere un suo prete come era suo dovere e obbligo. Io credo che il vescovo avrebbe dovuto lasciare qualunque altra cosa, andare nella Parrocchia di Nostra Signora della Provvidenza in via Vesuvio, cantare Messa davanti al presepe con la moschea e dire: nomino don Prospero Bonzani vicario generale della Diocesi perché ha dimostrato di essere un cristiano senza colpi di ritorno.

Personalmente ho chiamato don Prospero e gli ho dato tutta la mia solidarietà anche con una e-mail per lui e la sua comunità e gli ho proposto di portare da me la moschea con una processione dalla sua parrocchia alla mia. Io mi sarei fatto trovare sulla porta della mia chiesa bardato di tutto punto, l’avrei presa e posta sull’altare maggiore, l’avrei incensata e poi sarei andato per i vicoli a invitare i musulmani a visitare la moschea che non hanno e a cui hanno diritto. Don Bonzani mi ha informato che aveva dovuto togliere la moschea per ordine della curia e così non se n'è potuto fare niente. Eppure penso che qualcosa bisogna fare. Alcuni amici della parrocchia hanno organizzato per gennaio, dopo le feste, un’assemblea della Consulta delle Religioni, lì accanto alla chiesa incriminata. In attesa di questo incontro, io propongo a tutti coloro che hanno la pazienza e la bontà di leggermi di inviare una breve e-mail di solidarietà a don Prospero Bonzani e alla sua Comunità di via Vesuvio che ne hanno bisogno perché è stata calpestata la loro dignità e la loro fede per essere fedeli al Vangelo e al presepe dell’ebreo palestinese Gesù. L’indirizzo e-mail di don Prospero Bonzani è il seguente (lui non sa che io lo sto divulgando, ma sono disposto anche a sciropparmi una denuncia per violazione della privacy, se esiste ancora pur di fargli sentire il calore di molte voci amiche):


Don Prospero Bonzani Comunità di N.S. della Provvidenza:
http://it.mc236.mail.yahoo.com/mc/compose?to=prospero.bonzani@fastwebnet.it

A tutti un abbraccio e che il 2009 possa vedere Berlusconi lasciare l’Italia, l’Europa, l’Occidente, l’Oriente, il Sud e il Nord per un posto caldo adatto ai reumatismi.


Paolo Farinella, prete