Smentiamo i luoghi comuni campanilistici che ci vogliono solo come
paddosi vanagloriosi . Raccontando la storia di Elisabeth Vargiu . Una tempiese d'adozione , ma che ormai essendo qui da 20 anni è diventata una di noi
per saperne di più sulla sua attività e su di lei
ecco la sua storia racconta dal foglio cittadino La Beltula gaddurésa
Scrivere di Elisabeth Vargiu non è altrettanto affascinante come ascoltarla mentre ci racconta il percorso fatto prima di approdare definitivamente a Tempio, città natale del padre. Elisabeth, è una giovane bellissima Signora,con una voce suadente, impostata, che ti trascina per itinerari impensati del suo vissuto, intrapreso, anche, da ciascuno di noi in modo più pianificato. Nata nella base USA di Bruxelles, vi rimane per i primi tre anni, dividendo lunghi periodi fra i nonni materni, che vivono ai confini del Canada, con altri in Sardegna, dove sono i parenti paterni. Il padre decide di congedarsi dall'esercito nel quale militava e trasferirsi a Tempio con tutta la famiglia: tre figli e la moglie americana.( foto a sinistra )
Il passaggio ovviamente è traumatizzante: vanno ad abitare in campagna ed al disagio dell’abitazione ridotta (abituati a grandi spazi), si aggiunge la lontananza dal centro abitato, dagli affetti conosciuti. Per sentire la nonna, alla quale Elisabeth è particolarmente affezionata occorrono dalle 50 alle 80 mila lire, pertanto i ragazzi si abituano a scrivere il resoconto della nuova vita. La signora che sente la lontananza dei nipotini, risponde con puntualità ed Elisabeth conserva tutt'ora le lettere che riceveva. I mesi invernali a Tempio sono più miti, come del resto il clima, le vacanze estive spostate, ed ogni 3 mesi e mezzo, la famiglia riparte per non dimenticare le vecchie abitudini, adattandosi ogni volta nei grandi supermercati per le provviste, fatti mensilmente, alla lingua, all'alimentazione, usi e costumi diversi. Il padre continua a spostare la famiglia;reputa che a Tempio possano esserci possibilità future, essendo a misura d’uomo, soprattutto nell'ambito turistico. La madre sentiva l’isolamento in cui viene a trovarsi. L’insegnamento della lingua inglese, che la vede dividersi fra Chilivani , Erula, Calangianus,non basta certo a inserirla nel luogo. Finite le scuole d’obbligo dei ragazzi nell’ 86 si riparte per l’America, dove Elisabeth frequenta il primo anno delle superiori. L’inserimento si dimostra a dir poco drammatico,per quanto riguarda lo scrivere, e la ragazzina per tre mesi viene inserita in una classe di recupero, per riappropriarsi delle nozioni di lingua inglese, per frequentare i corsi delle materie manuali facoltative che in America sono tenute in gran conto, mentre in Italia, soppresso l’avviamento, non esistono più. L’esperienza è dura, la madre firma un contratto di lavoro, per cui una volta rientrati in Sardegna per le vacanze estive, decide di rispettarlo. Elisabeth frequenta la 2ª liceo.
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con la sua famiglia ( marito e figli ) |
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la sua famiglia Americana
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Il padre insegna Spagnolo e Latino in una scuola privata e Francese in quella pubblica, quindi altri contratti da rispettare. La famiglia si divide. In America la ragazza viene affiancata da un tutor, ma che ad Elisabeth, carattere, che come vedremo anche in seguito, battagliero,
non accetta di buon grado e anche se sente che è necessario adeguarsi, soffre nell'essere etichettata e rifiuta i compromessi che in America fanno superare molti traguardi. E’ già una promettente bella ragazza e viene richiesta dai gruppi sportivi femminili, ma la visibilità, in tali settori proprio non la interessano. Si è prefissa altre mete, pertanto torna in Italia e finito il liceo decide di iscriversi all’Università di Lingue di Pisa, aperta a tutte le esperienze di studio e lavorative, ottiene un pass per frequentare la Biblioteca Universitaria della Scuola Normale, dove hanno il privilegio di accedervi, solo gli studenti Super.Si inserisce quindi in due mondi diversi: trovandosi bene in ambedue gli ambienti. La mente è aperta a tutte le innovazioni, che in quel periodo,soprattutto nel mondo universitario pisano, si susseguono, essendovi ospiti di ogni etnia e religione ed ideologia. Laureatasi le viene proposto un dottorato di ricerca ma la ragazza vuole immettersi subito nel mondo del lavoro. Il padre ha aperto nel frattempo il Pausania Inn sempre sicuro dell’importanza futura che l’investimento possa dare con il passare del tempo, i frutti tanto attesi (sembrava imminente l’apertura della strada Sassari-Olbia passante dinanzi all'albergo. Elisabeth rientra e come al solito si adegua al nuovo lavoro con umiltà nell'accettare i propri errori e limiti dovuti all'inesperienza. Inizia così un lungo apprendistato, affiancandosi ai tre direttori presenti,favorita dalla conoscenza delle lingue, ma soprattutto dal fattore umano, con il quale riesce a cogliere i segnali che le vengono dati attraverso le conversazioni con i clienti. Il padre nel tempo le cede ogni responsabilità e direzione, i fratelli seguono altre vie di lavoro e la nostra bellissima donna, ormai madre di due figli, con piglio manageriale,prende in mano la situazione, che nel momento non è delle più facili, riuscendo a portare in porto, ciò che il padre si era prefisso. La vita lavorativa è dura, la presenza nel Pausania Inn deve essere costante, i rapporti con le Agenzie di viaggi sotto controllo e costantemente aggiornati, niente può essere demandato. Il marito accetta il ruolo della moglie assecondandola e rendendosi disponibile per quanto il lavoro di echinasiologo glielo permette. Ha al suo fianco la famiglia e la suocera, che adotta tutti e con la quale instaura un rapporto che le permette di allontanarsi, per tenere i contatti con i clienti, supportarli in ogni momento del loro soggiorno, rendendosi disponibile alle molteplici e diverse esigenze e cercare di farli star bene, è l’obbiettivo principale. Cura con amore il locale, rendendolo accogliente e dandogli una impronta, che si aspetta chi viene a visitare l’entroterra sardo. Riconosce e crede nella potenzialità di Tempio, sfruttando gli ingredienti diversi da quelli della costa. Adegua il ristorante, servendo pietanze tradizionali, valorizza gli artigiani esponendo in vetrine i loro manufatti e veste i manichini, sparsi nella hall,con i principali costumi dell’entroterra e locali. Instaura un sistema di vendita (pacchetti) da proporsi ai tour operators, che comprendono anche escursioni,visite guidate: le promesse sono allettanti e puntualmente mantenute. Gira personalmente per le fiere espositive in continente, ed all'estero Belgio, Inghilterra, Polonia, gli stands che
riguardano la Sardegna la vedono sempre presente nel promuovere nuove valide iniziative. Si fa conoscere per la serietà di intenti e allarga sempre di più gli orizzonti prefissati. Dicevamo che durante il periodo universitario, la giovanissima donna era pronta a cogliere tutte le esperienze, che attualmente, fà vivere ai suoi bambini e agli amichetti. Pensa anche a loro, iniziandoli a feste casalinghe controllate,ma diverse dal solito. I ragazzini impazziscono per il pigiama party, compleanni a base di hamburghers preparati i casa e cotti al momento, e ad ogni componente della cucina americana ormai... europea. Si fa conoscere così come madre, moglie, oltre che imprenditrice di successo. Ama Tempio, come diceva il padre, perché è a misura d’uomo. Porta i suoi ragazzi dai parenti americani per metterli a contatto con un vivere diverso, ma li riporta nella realtà odierna, perché e qui che vive la famiglia acquisita, che ama con la stessa intensità della sua. Nel suo percorso lavorativo, non mancano la frequenza ai vari corsi di aggiornamento turistico, tenuti in sede provinciale, nei quali fà partecipare anche lo staff del Pausania Inn. Vince numerosi bandi regionali ed è nominata Presidente del terziario donna per la provincia Olbia-Tempio, Consigliere della Camera Commercio di Sassari
e della Federalberghi del nord Sardegna. Misurata nell’esprimersi, siamo riusciti ad avere queste notizie per interposta persona. Auguriamo alla bella Signora, una lunga strada di successo; li merita per la tenacia con la quale gestisce la sua famiglia e quella del Pausania Inn, per la scelta di sacrificio
che ha fatto a fronte di tante proposte più allettanti e facili. Grazie per aver scelto di credere nel
paese che l’ha adottata ed ha adottato.