http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/06/le-cose-miglioriu-sono-quelle-poco-note.html
La seconda
Su ispirazione e continuazione del post http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/05/come-viaggiare-senza-abusare-del.html
scritto a Genova dal pc della familia di amici che mi
ospitava , ecco come alcuni suggerimenti su come non farsi
svenare in nave e non solo nell'uso del cellulare
In nave
, e credo anche in aereo l'uso del cellulare ha costi
proibitivi sia nelle chiamate suia per usare internet
soprattutto il wifi . Quindi usiamolo con parsimoinia e non per
cazzeggio a meno che non abbiate € da buttare . Infatti come
dice https://www.tripadvisor.it/ShowTopic-g1-i10703-k4625345-o10-Telefono_e_internet_in_mare_e_a_bordo-Cruises.html Una nave è come un albergo/villaggio, con collegamenti telefonici/internet a pagamento.
Se usate il telefono della nave per chiamare casa, sappiate che andate incontro a una spesa non indifferente.
Le modalità di uso e pagamento del telefono di bordo, le trovate in cabina e siccome i prezzi variano, è inutile metterli qui.
Chiamare
quando si è in porto - e dal proprio telefono - è la cosa migliore come
costi e come qualità della comunicazione, controllate col vostro
gestore i prezzi e le modalità.
Se siete in mare e dovete ricevere o chiamare:
Se
usate il vostro telefonino, sappiate che è possibile farlo grazie alla
copertura di tipo GSM che consente di utilizzare i telefoni cellulari a
bordo.
Con Vodafone non ci sono problemi anche in caso siate fuori dal mediterraneo : prende ovunque.
Con
TIM : Sono abilitati alle chiamate in navigazione i clienti Tim o di
gestori con un accordo di roaming internazionale con Tim.
www.tim.it/consumer/o72839/infoutile.do
Con gli altri gestori, controllate prima di partire.
Nel dubbio : comperate una sim sulla quale deviare le chiamate.
Internet: sempre per via del fatto che siete in alto mare, la connessione internet è costosa e lenta.
Esiste la possibilità di usare il WiFi oppure i computer messi a disposizione dalla nave.
In entrambi i casi, il collegamento è lento.Cosa fare?
in
ogni porto ci sono internet point a costi ragionevolissimi e in alcuni
porti ci sono zone wifi, chiedete a qualcuno dell'equipaggio come fa a
collegarsi a casa :-)
Potete tranquillamente portare il vostro
portatile per scaricarci le foto, guardarvi la posta scaricata
nell'internet point a terra e scrivere il vostro diario di viaggio
giorno per giorno.
( ... )
LE ALTERNATIVE PER NON USARE
IL CELLULARE. E’ evidente quindi che utilizzare il telefono in crociera
comporta una spesa piuttosto importante. Con tutte le compagnie è
possibile continuare a navigare sul web collegando il computer alla rete
di bordo, oppure il tablet o telefono cellulare tramite una connessione
Wi-Fi solitamente presente nelle aree comuni della nave e a volte nelle
cabine. Ovviamente il servizio non è economico, si deve selezionare la
quantità di credito desiderata che verrà addebitata direttamente sul
proprio conto di bordo (dagli 8 ai 25 euro). E’ possibile inoltre
navigare presso i loro Internet Caffè, dove si paga a volte un po’ meno
(ma rimane sempre un servizio costoso e lento). Fare una chiamata dalla
cabina non è consigliato affatto: si può pagare perfino 9 euro al
minuto. (..... ) continua qui http://www.oggi.it/famiglia/offerte-e-risparmio/2014/07/12/quanto-costa-usare-il-cellulare-in-crociera/?refresh_ce-cp e qui una comparazione dei costi con le altre compagnie http://sostariffe.oggi.it/tariffe-cellulari/
Nel post precedente ( vedi url nel collegamento sopra ) avecco suggerito alcune alternative eccone altre.
io esempio ho all'andata finityo Il vicere di Ouidah di Bruce Chatwin
al ritorno il grafic novel Cronache Birmane di Guy Delisle
scrivere ccome ho fatto per i due post ( e er un altro eventuale post futuro ) , sula moleskina o sul cellulare oii vostri pensieri , progetti .
fare foto con la digitale e con il cellulare . mandatele dopo però altrimenti vi succede come al sottoscritto che convinto essendo nello stretto di bonificacio ( tra sardegna e e corsica ) che usando internet prenda anzichè la rete italiana quella stranmiera , francese in questo caso , senza neppure accorgetene . concludo con questa guida di http://comeviaggiareinformati.it/viaggiare-informati/connessioni-internet-e-wi-fi-sulle-navi-da-crociera/
è meglio verificare con le opzioni tecniche delle compagnie di crociera prima di partire visto che variano per nave e compagnia.
Prezzi wifi delle varie comagnie di crociera
Controllare il prezzo il prezzo in anticipo:
Ricordate che l’accesso a Internet, nave – terra le chiamate e l’uso del telefono cellulare possono essere costose.
Chiamare dalla vostra cabina può costare 9 € al minuto o più. Gli utenti di telefonia mobile pagheranno, al loro ritorno, una fattura di roaming internazionale e altri oneri.
Per contro, una cosa è cambiata: molte navi da crociera hanno ripetitori a bordo o dei satelliti. Ciò significa che il telefono cellulare, che in precedenza non aveva nessuna rete, dopo che la nave era salpata, può ora operare.
Ma aspettati di pagare 4,50 € / minuto. E ‘più economico di una chiamata dalla cabina, ma il prezzo rimane alto.
Verifica le tariffe prima di utilizzare qualsiasi dispositivo high-tech. Potrai ridurre i costi di accesso a Internet in mare con l’acquisto di credito di conversazione (confezione) direttamente alla compagnia di crociera, piuttosto che pagare minuto per minuto.
La connessione a Internet su una nave da crociera può essere costosa: tra 8-25 euro dipende dalla compagnia e dai pacchetti offerti.
Ricorda che utilizziamo sempre più minuti del previsto. A volte le connessioni Internet in mare possono essere terribilmente lente: un tempo di caricamento delle pagine può durare più a lungo del solito, lo stesso per inviare e ricevere messaggi.
Le aree internet sono spesso occupate e può essere a volte difficile trovare un computer libero. I baby boomer viaggiano sempre di più in crociera e sono molto coinvolti nel loro business e social network e vogliono rimanere connessi 24/24.
Come usare Internet:
Per risolvere la forte domanda per l’utilizzo di computer a banda larga, si prega di visitare la sala internet nelle ore morte. Il momento ideale è la cena.
Tenete a mente che l’utilizzo di Internet da più persone contemporaneamente possono rallentare la connessione. Inoltre, quando il mare mosso o un percorso con molti cambiamenti di direzione si può perdere il segnale del satellite di comunicazioni della nave , a volte per diversi minuti. Il Web è sempre più veloce quando la nave è ferma.
Tuttavia, i croceristi hanno voglia di essere in contatto con la terra anche in mezzo all’oceano.
Ecco una rapida panoramica di alcune caratteristiche high-tech offerti dalle principali compagnie di crociera. Segui i miei consigli per risparmiare tempo e denaro quando si utilizza Internet a bordo della nave.
Sia che siate a bordo o in porto, ecco alcuni suggerimenti utili per una connessione internet
Outlook e altri programmi di messaggeria:
Guarda come accedere alla posta elettronica. Se si controlla la posta elettronica tramite Microsoft Outlook o altri software di messaggistica (Netscape Messenger o Eudora, per esempio), non è possibile accedere al tuo account e-mail con i computer nel bar della nave se non si conoscono alcuni parametri quali server “pop3″ e “SMTP”.
Anche se li conosci, la maggior parte degli internet caffè non offrono programmi che permettono di modificare queste impostazioni.
In questo caso, la cosa migliore da fare è utilizzare ciò che la maggior parte di fornitori di servizi Internet (mail server) offrono: “web mail” le pagine Web che fornisce accesso al tuo account di posta elettronica.
Con Outlook sul tuo PC per/ controllare i messaggi sulla nave attraverso la “webmail”, assicurarsi di avere spento il computer a casa, o almeno Outlook per non fare scaricare la posta dal server dove si tenta di accedere dalla nave.
Una volta scaricati i messaggi dal server di posta principale, non sono più disponibili a meno che cambiate server Web per lasciare una copia sul server.
Un altro problema su molte navi, non è possibile accedere alla posta elettronica se il server non inizia con www ( http://www.cruise.co.uk) Se incomincia con la parola ”mail”, molti internet caffè lo bloccano.
In considerazione di quanto precede per l’utilizzo di Outlook per la posta, suggerisco di portare il vostro portatile su una nave che offre accesso wireless, Wi-Fi.
Con il proprio computer, non devi preoccuparti di restrizioni imposte dalla compagnia di crociera sui programmi via Internet.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
4.6.16
come passare il tempo in nave senza cellulare ed internet II e come non svenarsi usandolo
Le cose miglioriu sono quelle poco note e non quelle del turismo morfi e fuggi . la mia visita a Genova
mettendo apposto le cose di genere sulla mia moleskina
ho trovato questi due bozze di post che avrei dovuto scrivere
al mio ritorno da G enova . Eccole in ritartdo ma eccole qui .
La prima è il racconto de mio viaggio a Genova avvenuto fra il 27 al 31 maggio per vedere la mostra fotografica Genesi di Salgado . Mentre mi accingo a riordinare i mie pensieri sparsi dele giornate e " dei diversi tipi " di Genova ( la popolare \ faberiana e don Gallo quella dei vicoli e dei carrugi , quela nobile \ superba dei rolli , quellla del terrore del G8 del 2001 Piazza Alimonda e Scuola Diaz ) mi ritornano in mente le due canzoni su di Lei in particolare quella che poi è quela in canna nello stereo mentre riordino gli appunti per il post d'oggi .
La prima è il racconto de mio viaggio a Genova avvenuto fra il 27 al 31 maggio per vedere la mostra fotografica Genesi di Salgado . Mentre mi accingo a riordinare i mie pensieri sparsi dele giornate e " dei diversi tipi " di Genova ( la popolare \ faberiana e don Gallo quella dei vicoli e dei carrugi , quela nobile \ superba dei rolli , quellla del terrore del G8 del 2001 Piazza Alimonda e Scuola Diaz ) mi ritornano in mente le due canzoni su di Lei in particolare quella che poi è quela in canna nello stereo mentre riordino gli appunti per il post d'oggi .
Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare
respiro al largo, verso l'orizzonte.
Genova, repubblicana di cuore, vento di sale,
d'anima forte.
Genova che si perde in centro nei labirintici vecchi carrugi [....]
( francesco Gucccini piazza Alimonda )
Adedsso incominciamo .
Ho preferito vederla in primo giorno appena arrivato subito dopo pranzo per paura di non
riuscire a vederla , volendo vedere molte cose , ma sopratutto perchè la domenica faceva \ era prevvisto brutto tempo e ci sarebbe stata molta gente .
una foto rubata con il cellulare della mostra |
Una mostra bellissima , due ore intense per visitarla . Infatti
Con 245 eccezionali immagini che compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di grande incanto, la mostra racconta la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta. Genesi è suddivisa in cinque sezioni che ripercorrono le zone in cui Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. Il percorso espositivo presenta una serie di fotografie (tra cui molte di paesaggio) realizzate con lo scopo di immortalare un mondo in cui natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente. Una parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro habitat. Salgado ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe giganti, iguane e leoni marini, ha viaggiato tra le zebre e gli animali selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania rispondendo al richiamo annuale della natura alla migrazione. Un’attenzione particolare è riservata anche alle popolazioni indigene ancora vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale; i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto namibico e quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea. Salgado ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi per poter raccogliere una serie di fotografie che li mostrassero in totale armonia con gli elementi del proprio habitat. Le immagini di Genesi, in un bianco e nero di grande potenza, sono una testimonianza e un atto di amore verso la Terra. Viaggio unico alla scoperta del nostro ambiente, l’ultimo progetto di Salgado rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare un atlante antropologico del pianeta, ma è anche un grido di allarme e un monito affinché si cerchi di preservare queste zone ancora incontaminate, per far sì che, nel tempo che viviamo, sviluppo non sia sinonimo di distruzione. Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall’essenza della nostra natura. È un viaggio attraverso paesaggi terrestri e marini, alla scoperta di popolazioni e animali scampati all’abbraccio del mondo contemporaneo.
Read More at www.skartmagazine.com/2014/06/genesi-sebastiao-salgado-milano-palazzo-ragione-fotografia/ © Skart Magazine
Con 245 eccezionali
immagini che compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di
grande incanto, la mostra racconta la rara bellezza del patrimonio
unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta.
Genesi è suddivisa in cinque sezioni che ripercorrono le zone in cui
Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della
Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.
Il percorso espositivo presenta una serie di fotografie (tra cui molte
di paesaggio) realizzate con lo scopo di immortalare un mondo in cui
natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente. Una
parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo
obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro
habitat. Salgado ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe
giganti, iguane e leoni marini, ha viaggiato tra le zebre e gli animali
selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania rispondendo al
richiamo annuale della natura alla migrazione.
Un’attenzione particolare è riservata anche alle popolazioni indigene
ancora vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i
Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale; i Boscimani
del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto
namibico e quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea. Salgado
ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi per poter
raccogliere una serie di fotografie che li mostrassero in totale armonia
con gli elementi del proprio habitat.
Le immagini di Genesi, in un bianco e nero di grande potenza, sono una
testimonianza e un atto di amore verso la Terra.
Viaggio unico alla scoperta del nostro ambiente, l’ultimo progetto di
Salgado rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare
un atlante antropologico del pianeta, ma è anche un grido di allarme e
un monito affinché si cerchi di preservare queste zone ancora
incontaminate, per far sì che, nel tempo che viviamo, sviluppo non sia
sinonimo di distruzione.
Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è
evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i
propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall’essenza della nostra
natura.
È un viaggio attraverso paesaggi terrestri e marini, alla scoperta di
popolazioni e animali scampati all’abbraccio del mondo contemporaneo.
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245 eccezionali
immagini che compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di
grande incanto, la mostra racconta la rara bellezza del patrimonio
unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta.
Genesi è suddivisa in cinque sezioni che ripercorrono le zone in cui
Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della
Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.
Il percorso espositivo presenta una serie di fotografie (tra cui molte
di paesaggio) realizzate con lo scopo di immortalare un mondo in cui
natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente. Una
parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo
obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro
habitat. Salgado ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe
giganti, iguane e leoni marini, ha viaggiato tra le zebre e gli animali
selvatici che at
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245 eccezionali
immagini che compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di
grande incanto, la mostra racconta la rara bellezza del patrimonio
unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta.
Genesi è suddivisa in cinque sezioni che ripercorrono le zone in cui
Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della
Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.
Il percorso espositivo presenta una serie di fotografie (tra cui molte
di paesaggio) realizzate con lo scopo di immortalare un mondo in cui
natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente. Una
parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo
obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro
habitat. Salgado ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe
giganti, iguane e leoni marini, ha viaggiato tra le zebre e gli animali
selvatici che at
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Potente nella sua
essenziale purezza, il messaggio di Genesi è infatti incredibilmente
attuale, qui ed ora, nei mesi di preparazione dell’EXPO, mentre la città
di Milano e il Paese riflettono sulla sostenibilità dei progetti
energetici e sull’imprescindibile necessità di vivere in un rapporto più
armonico con il nostro ambiente, a partire dal tema dell’alimentazione.
Proprio Milano sarà nei prossimi mesi il centro nevralgico
dell’attenzione mondiale per queste problematiche.
Un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, un canto d’amore per la
terra e un monito per gli uomini, Genesi di Sebastião Salgado
rappresenta un contributo importante a questo dibattito.
Con 245 eccezionali immagini che compongono un itinerario fotografico in
un bianco e nero di grande incanto, la mostra racconta la rara bellezza
del patrimonio unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta.
Genesi è suddivisa in cinque sezioni che ripercorrono le zone in cui
Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della
Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.
Il percorso espositivo presenta una serie di fotografie (tra cui molte
di paesaggio) realizzate con lo scopo di immortalare un mondo in cui
natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente. Una
parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo
obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro
habitat. Salgado ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe
giganti, iguane e leoni marini, ha viaggiato tra le zebre e gli animali
selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania rispondendo al
richiamo annuale della natura alla migrazione.
Un’attenzione particolare è riservata anche alle popolazioni indigene
ancora vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i
Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale; i Boscimani
del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto
namibico e quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea. Salgado
ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi per poter
raccogliere una serie di fotografie che li mostrassero in totale armonia
con gli elementi del proprio habitat.
Le immagini di Genesi, in un bianco e nero di grande potenza, sono una
testimonianza e un atto di amore verso la Terra.
Viaggio unico alla scoperta del nostro ambiente, l’ultimo progetto di
Salgado rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare
un atlante antropologico del pianeta, ma è anche un grido di allarme e
un monito affinché si cerchi di preservare queste zone ancora
incontaminate, per far sì che, nel tempo che viviamo, sviluppo non sia
sinonimo di distruzione.
Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è
evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i
propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall’essenza della nostra
natura.
È un viaggio attraverso paesaggi terrestri e marini, alla scoperta di
popolazioni e animali scampati all’abbraccio del mondo contemporaneo.
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In pratica una sintesi di quello che è il mondo ed la vita , che rischia di scomparire per sempre ( non basta i danni fatti dal colonialismo e e del capitalismo \ glòobalizazione neo liberista ora .Read More at www.skartmagazine.com/2014/06/genesi-sebastiao-salgado-milano-palazzo-ragione-fotografia/ © Skart Magazine
Potente nella sua
essenziale purezza, il messaggio di Genesi è infatti incredibilmente
attuale, qui ed ora, nei mesi di preparazione dell’EXPO, mentre la città
di Milano e il Paese riflettono sulla sostenibilità dei progetti
energetici e sull’imprescindibile necessità di vivere in un rapporto più
armonico con il nostro ambiente, a partire dal tema dell’alimentazione.
Proprio Milano sarà nei prossimi mesi il centro nevralgico
dell’attenzione mondiale per queste problematiche.
Un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, un canto d’amore per la
terra e un monito per gli uomini, Genesi di Sebastião Salgado
rappresenta un contributo importante a questo dibattito.
Con 245 eccezionali immagini che compongono un itinerario fotografico in
un bianco e nero di grande incanto, la mostra racconta la rara bellezza
del patrimonio unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta.
Genesi è suddivisa in cinque sezioni che ripercorrono le zone in cui
Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della
Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.
Il percorso espositivo presenta una serie di fotografie (tra cui molte
di paesaggio) realizzate con lo scopo di immortalare un mondo in cui
natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente. Una
parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo
obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro
habitat. Salgado ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe
giganti, iguane e leoni marini, ha viaggiato tra le zebre e gli animali
selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania rispondendo al
richiamo annuale della natura alla migrazione.
Un’attenzione particolare è riservata anche alle popolazioni indigene
ancora vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i
Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale; i Boscimani
del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto
namibico e quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea. Salgado
ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi per poter
raccogliere una serie di fotografie che li mostrassero in totale armonia
con gli elementi del proprio habitat.
Le immagini di Genesi, in un bianco e nero di grande potenza, sono una
testimonianza e un atto di amore verso la Terra.
Viaggio unico alla scoperta del nostro ambiente, l’ultimo progetto di
Salgado rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare
un atlante antropologico del pianeta, ma è anche un grido di allarme e
un monito affinché si cerchi di preservare queste zone ancora
incontaminate, per far sì che, nel tempo che viviamo, sviluppo non sia
sinonimo di distruzione.
Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è
evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i
propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall’essenza della nostra
natura.
È un viaggio attraverso paesaggi terrestri e marini, alla scoperta di
popolazioni e animali scampati all’abbraccio del mondo contemporaneo.
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Genova è bellissima è non è solo acquario e porto . Per visitarla in fretta Massimo un intera giornata correndo o due giorni pieni . 5 giorni per girarla con calmae ed assaporaerla godendosela . Dato che per vedere solo i Rolli \ palazzi della nobiltà Genovese ( visitabili integralmente solo due giorni a maggioil cosidettoi giorno dei Rolli ) ci voglionmo due giorni
Per esserre sintetici la mia vista a Genova potrebbe essere riassunta da queste mie tre foto foto : scattate salendo a Castelletto la prima
dalla collina di Castelletto le altre due versioni ( bianco e nero la prima , a colori al seconda)
e da queste due canzoni " Guccini la prima e Fabrizio De Andrè la seconda collegabili " alle foto precedenti . Piazza Alimonda di Francesco Guccini ( che rapressenta soprattuto nele prime strofe la colonna sonora del mio viagio a Gencoa ) e Crueza de Ma di Fabrizio De Andrè
Infattti Esssa non è solo porto ed acquario ma anche : tetti , i carrugi , vicoli , piazze , chiese colline , salite , Creuza de ma ,piazzette rolli ( palzzi della nobiltà ) ecc . Insomma << Girala bene c'è tanto da guardare e fotografare >> ( un consiglio di un mio amnico Genovese , ma ormai trapiantato qui a tempio per lavoro ) . Inoltre ecco cosa dicono ai commenti al mio reportage fotografico ( trovate sotto i link ) i Miei contatti Genovesi :
-- che pubblicità per questa citta "sommersa"....
---- più che sommersa direi nascosta, tutta da scoprire chi la conosce bene e la ama nulla è celato, andate a visitarla
Complimenti!! sei riuscito ad esprimere l'essenza della città, mi hai fatta sognare :-) comunque sembra che ti sia piaciuta, dalle foto
Per non annoiarci con tantissime foto le altre le trovate qui
https://www.facebook.com/redbeppeulisse1/posts/10210087010241724
https://www.facebook.com/redbeppeulisse1/posts/10210090748455177
https://www.facebook.com/redbeppeulisse1/posts/10210087532974792
https://www.facebook.com/redbeppeulisse1/posts/10210087723939566
https://www.facebook.com/redbeppeulisse1/posts/10210090378525929
https://www.facebook.com/redbeppeulisse1/posts/10210091011341749
https://www.facebook.com/redbeppeulisse1/posts/10210087409571707
3.6.16
ma è possibile che i gay ed il mondo lgbt verde omofobia dove non c'è ? Utero in affitto, guerra tra gay e donne, lesbiche e non Terragni «omofoba»: e Facebook la oscura
Leggendo questa frase << Se una donna è una "cosa" che si può affittare,
tutta o in tranci, la si può anche bruciare, vetriolare, uccidere». Una frase
forte dai toni paradossali, ma dalla logica ineccepibile: se si impone la
cultura del possesso, e un essere umano è un oggetto da vendere e comprare,
possedere e gettare, le conseguenze estreme possono essere anche certi
agghiaccianti fatti di cronaca.>> pubblicata sulla sua
bacheca, Marina Terragni, giornalista e scrittrice, a lungo nota firma di «Io
donna» e del «Corriere della sera», dopo una sequela di insulti, è stata
segnalata come "omofoba" e si è vista cancellare il post da Facebook
e bloccare per 24 ore il profilo , mi chiedo dove sta l'omofobia ?
Infattti sempre su http://www.avvenire.it/ leggo che
Marina Terragni non esclude che si tratti di una forma di
ritorsione per il suo ultimo libro, «Temporary Mother. Utero in affitto e
mercato dei figli» (VandA epubblishing), che denuncia come le donne diventino
mezzi di produzione e le creature umane oggetti in vendita: «Se perdiamo il
nostro statuto di esseri umani – spiega – può essere meno drammatico dar fuoco
a una donna o somministrarle acido muriatico».
«Violenza maschile», conclude Marina Terragni. E ricorda il caso recentissimo della sociologa milanese Daniela Danna, dichiaratamente lesbica. Sabato scorso doveva parlare a Udine del suo libro «Contract Children: questioning surrogacy» («Bambini su commissione: domande sulla maternità surrogata»), ma Arcilesbica, che organizzava l'evento, ha disdetto all'ultimo minuto su pressione, pare, di altre componenti del movimento Lgbt. Gran parte delle lesbiche sono infatti contrarie alla Gpa (Gestazione per altri), i gay invece sono a favore; e per qualcuno è guerra: «Sarebbe orribile se ci scannassimo tra donne sulle pretese maschili», è l'amaro commento di Cristina Gramolini, presidente di Arcilesbica Milano. Intanto l'appuntamento di Udine è rinviato a data da destinarsi.
«Violenza maschile», conclude Marina Terragni. E ricorda il caso recentissimo della sociologa milanese Daniela Danna, dichiaratamente lesbica. Sabato scorso doveva parlare a Udine del suo libro «Contract Children: questioning surrogacy» («Bambini su commissione: domande sulla maternità surrogata»), ma Arcilesbica, che organizzava l'evento, ha disdetto all'ultimo minuto su pressione, pare, di altre componenti del movimento Lgbt. Gran parte delle lesbiche sono infatti contrarie alla Gpa (Gestazione per altri), i gay invece sono a favore; e per qualcuno è guerra: «Sarebbe orribile se ci scannassimo tra donne sulle pretese maschili», è l'amaro commento di Cristina Gramolini, presidente di Arcilesbica Milano. Intanto l'appuntamento di Udine è rinviato a data da destinarsi.
1.6.16
SBAGLIATA di © Daniela Tuscano
·
SBAGLIATA
(Immagine: G. Badari, "Donna crocifissa")
E poi ci son quelli che “madri di maschi, educate i vostri figli”.
E son quelli e quelle.
(La misoginia è interiorizzata dalle vittime, si sa.)
Perché se lui è così cattivo, la colpa è della madre.
Non è stata attenta.
Non è stata brava.
Non gli ha insegnato a rispettar le donne.
L’ha servito troppo.
Gliele ha date tutte vinte.
L’ha considerato il suo bambino.
Il suo re.
Il suo mondo.
Sì, la colpa è sua.
Della madre, ancora della madre, sempre della madre.
E son quelli e quelle.
(La misoginia è interiorizzata dalle vittime, si sa.)
Perché se lui è così cattivo, la colpa è della madre.
Non è stata attenta.
Non è stata brava.
Non gli ha insegnato a rispettar le donne.
L’ha servito troppo.
Gliele ha date tutte vinte.
L’ha considerato il suo bambino.
Il suo re.
Il suo mondo.
Sì, la colpa è sua.
Della madre, ancora della madre, sempre della madre.
E ci son quelli, e quelle, che dimenticano:
che la madre è stata figlia.
Ed è stata bambina, scolara, studentessa.
Forse laureata.
E a scuola, sui libri, sui media
Ha imparato che doveva servire il maschio.
Che bisognava dargliele tutte vinte.
Che era un re.
E tutto il mondo.
Così fanno le donne per bene – le hanno detto.
Altrimenti.
Una donna senza un uomo è incompleta.
Anzi, inutile.
che la madre è stata figlia.
Ed è stata bambina, scolara, studentessa.
Forse laureata.
E a scuola, sui libri, sui media
Ha imparato che doveva servire il maschio.
Che bisognava dargliele tutte vinte.
Che era un re.
E tutto il mondo.
Così fanno le donne per bene – le hanno detto.
Altrimenti.
Una donna senza un uomo è incompleta.
Anzi, inutile.
Perché nei testi scolastici, nei libri di grammatica, nelle vie e nelle piazze, nella grande storia
Ricorrono solo nomi maschili.
Lei non c’è - non deve esserci.
Lei è, al più, un’appendice muta.
Ricorrono solo nomi maschili.
Lei non c’è - non deve esserci.
Lei è, al più, un’appendice muta.
Questo ha imparato, quella madre di maschi.
Questo doveva imparare.
Questo doveva imparare.
Ma adesso ci son quelli, e quelle, che glielo rimproverano.
Non sei stata brava, non sei stata attenta.
Gli hai impartito i valori che noi ti abbiamo inculcato.
Dovevi farlo.
Ma dovevi pure insegnargli a rifiutarli.
(Senza farti scorgere, sia chiaro; sia mai tu sovverta l’ordine stabilito; sia mai ti diano della femminista.)
Non sei stata onnipotente.
Senza la forza dell’onnipotenza.
Vergogna, madre di maschi.
La madre, ancora la madre, sempre la madre.
Non sei stata brava, non sei stata attenta.
Gli hai impartito i valori che noi ti abbiamo inculcato.
Dovevi farlo.
Ma dovevi pure insegnargli a rifiutarli.
(Senza farti scorgere, sia chiaro; sia mai tu sovverta l’ordine stabilito; sia mai ti diano della femminista.)
Non sei stata onnipotente.
Senza la forza dell’onnipotenza.
Vergogna, madre di maschi.
La madre, ancora la madre, sempre la madre.
E ci son quelli, e quelle, che mai si volgono ai “padri di maschi”.
I padri sono innocenti a prescindere.
I padri sono i capi.
I padri sono i re.
I padri sono i capi.
I padri sono i re.
Eppure sono stati i padri
- Padri di maschi, figli di maschi –
Che nei secoli hanno costruito un mondo
Di escluse e privilegiati.
- Padri di maschi, figli di maschi –
Che nei secoli hanno costruito un mondo
Di escluse e privilegiati.
Sono stati i padri
- Padri di maschi, figli di maschi –
Che hanno redatto libri, fondato scuole, predicato, edificato
Una società fondata sul disprezzo della donna,
Sulla sua assenza e il suo asservimento.
- Padri di maschi, figli di maschi –
Che hanno redatto libri, fondato scuole, predicato, edificato
Una società fondata sul disprezzo della donna,
Sulla sua assenza e il suo asservimento.
Dovrebbero trovarsi loro, oggi,
Sul banco degli imputati.
Almeno, accanto alle madri.
Sul banco degli imputati.
Almeno, accanto alle madri.
Ma non funziona così.
L’educazione è roba da madri. (Ma non chiamatela pedagogista, quel titolo è riservato agli uomini.)
La colpa è delle madri.
La colpa è delle donne.
La colpa è delle madri.
La colpa è delle donne.
Non sono i maschi a doversi rieducare, sono le donne a doversi difendere.
“Donne, denunciate i vostri aguzzini!”
(Anche se non vi credono mai, anche se gli basta simulare l’infermità mentale, anche se li rilasciano subito, anche se li assolvono col cuore e con le parole: parole maschili: raptus, eccesso d’amore, passione, ecc.)
(Anche se non vi credono mai, anche se gli basta simulare l’infermità mentale, anche se li rilasciano subito, anche se li assolvono col cuore e con le parole: parole maschili: raptus, eccesso d’amore, passione, ecc.)
Solo quando vedrò i padri
Richiamati alle loro responsabilità
Allora sì, potrò credervi.
Richiamati alle loro responsabilità
Allora sì, potrò credervi.
Ma finché leggerò le accuse alle madri, ancora alle madri, sempre alle madri
Vi chiamerò ipocriti e ipocrite,
Servi e serve del sistema,
Sepolcri imbiancati,
E le vostre figlie e i vostri figli
Torcano il viso da voi.
Servi e serve del sistema,
Sepolcri imbiancati,
E le vostre figlie e i vostri figli
Torcano il viso da voi.
© Daniela Tuscano
(Immagine: G. Badari, "Donna crocifissa")
(Immagine: G. Badari, "Donna crocifissa")
31.5.16
SARA, I PIEDI E IL CUORE © Daniela Tuscano
Anni fa. Tanti, ma non troppi. Ero già una matura signora. Milano, Ferrovie Garibaldi. Intorno ancora ventri di case, sterrati nebbiosi, vaste nullità. Il classico teatro per fini atroci e anonime. All'incrocio con via Melchiorre Gioia emergono, dal silenzio, due individui. Uno a destra, uno a sinistra. Un cenno fra i due. Io mi trovo in mezzo, facile preda. Il campo d'abbandono è lì vicino. Mi vedo a terra, la gonna lacera, sgozzata. L'epilogo, lo sento sulla pelle. Già sono pietrificata, oso articolare un misero "No" all'indirizzo dei due. Così flebile. Così inutile. Così fermo. Quando il tizio sulla sinistra mi smanazza un seno, comprendo che non c'è nulla di peggio, né di più prezioso. È la mia vita ed è una. E tanto l'amo, e tanto vale, che son disposta a perderla pur di non vederla insozzare, calpestare.
E, non so come, mi trovo sul cofano d'un'auto. Mi ci sono lanciata in un impeto di disperazione. Non però sventato, no. Sono riuscita a spiare l'abitacolo. Vi ho scorto una coppia, uomo e donna. Mi accoglieranno? Tireranno diritto? Poco importa. Una strada e un'auto sarebbero altare più gradito di un'indegna profanazione.
Accadde dieci anni fa. Quella coppia si fermò. E mi trasse in salvo. Li ricordo solerti, compresi, essenziali. Furono, per pochi istanti, la mia famiglia. In un angolo del cuore lo resteranno per sempre.
E, non so come, mi trovo sul cofano d'un'auto. Mi ci sono lanciata in un impeto di disperazione. Non però sventato, no. Sono riuscita a spiare l'abitacolo. Vi ho scorto una coppia, uomo e donna. Mi accoglieranno? Tireranno diritto? Poco importa. Una strada e un'auto sarebbero altare più gradito di un'indegna profanazione.
Accadde dieci anni fa. Quella coppia si fermò. E mi trasse in salvo. Li ricordo solerti, compresi, essenziali. Furono, per pochi istanti, la mia famiglia. In un angolo del cuore lo resteranno per sempre.
Non avrei mai pensato di raccontarlo. Tornare a quei momenti, a quel buio, a quel degrado, mi procura ancor oggi profondissima angoscia. Ero, nella sera del 2006 circa, non più mia e non più umana. Ero un oggetto da usare e scartare. Mi era piovuto addosso il cascame del mondo. Ma ebbi una famiglia. Una breve e sconosciuta famiglia di nome umanità. Qualcuno che ascoltò il mio grido, ebbe il coraggio d'arrestare la corsa e mi ridonò il sangue nelle vene. Perché la morte è così facile, rapida...
Quell'umanità è mancata a Sara, appena ventiduenne, in un maggio del 2016 a Roma. No, per il degenerato che l'ha bruciata viva, e avrebbe dovuto amarla, non spreco parole. Quanto gli spetta, spero arrivi presto e il più crudamente possibile. Ma maledire, a cosa serve? Sarebbero servite mani, piuttosto; anzi, piedi. Piedi capaci di premere sul freno dopo le grida della ragazza. Dopo le vane, sgolate invocazioni d'aiuto. Ecco, in quel caso i piedi, cioè il cuore, si sarebbero dovuti fermare, come successe con me, e la famiglia umana si sarebbe ricomposta, la speranza nuovamente incamminata, nel faticoso e dolente futuro.
Non è stato così. Il mio flebile "no" raccolse, chi sa come, un riparo. Le suppliche di Sara hanno urtato un cielo muto. Muto il cielo in alto. Muti i piedi in basso. Le vetture hanno continuato a sfrecciare sull'asfalto implacabile. Il 28 maggio 2016, a Roma, Dio era assente e l'umanità spenta. Rimaneva una ragazza col suo cuore. E non poteva farcela.
© Daniela Tuscano
nella ricorrenza di Santa Giovanna d'Arco
(Immagine: R. Ferré, "Franco")
30.5.16
Valentina Piccini, mamma blogger, allatta in pubblico ma viene insultata sui social: "Ostenti il seno". Lei: "Donne, a volte fate pena"
da L'Huffington Post del 29/05/2016 13:01
Insultata sui social per aver postato una foto mentre è al ristorante e allatta il suo bambino. E' quello che è capitato a Valentina Piccini, blogger 34enne che cura il sito Mamme a Spillo, attaccata su instagram perchè avrebbe, a detta di alcuni, ostentato e provocato. "Altre persone stanno magari cenando ed hanno diritto di non voler assistere ad un atto intimo come quello dell allattamento...ci sta...Il pudore o il fastidio per qualcosa di intimo è qualcosa di molto soggettivo. .. quindi nel dubbio io eviterei o allatterei con un foulard. Tutto qua. È convivenza civile", scrive un utente.
La maggior parte dei commenti è di solidarietà verso Valentina Piccini: "Lascia stare i maligni e allatta dove vuoi e condividi con tutte noi questi momenti di meraviglia!!. Oppure: "Ostentazione ??? Ma la gente non sta bene ! Quelle che scrivono certe cose sono povere donnette rosicone e frustrate senza cose intelligenti a cui pensare, probabilmente piene d'invidia... E poi se hanno da criticare perché ti seguono ? Continua così Vale che sei una grande!". E ancora: "Quando leggo certi commenti rimango esterefatta ....poi capisci il comportamente dei ragazzi del giorno d'oggi persone con cervello zero arrivate e partorite da persone senza cervello!!!".
Ma è la sua risposta a chiudere definitivamente la polemica nata sui social network. Con un post su facebook la blogger dice:
Oggi sono stata MASSACRATA per questa foto su Instagram.Era la prima uscita "ufficiale" di mio figlio e volevo dire "donne non chiudetevi in casa, quello che fate in casa con un neonato potete farlo anche fuori. Mi hanno tacciato di OSTENTAZIONE del seno, di PROVOCARE, addirittura una ha detto "è tuo diritto allattare, ma è mio diritto mentre sono al ristorante che tu non lo faccia mentre io mangio". Donne, io sono sempre molto pacata ma stavolta ve lo dico e date pure la colpa agli ormoni: se vedere qualcosa di sessuale in questa foto, se ci vedete una provocazione, se provate schifo a vedere un neonato allattato dalla sua mamma mentre voi mangiate le tagliatelle... Avete dei problemi. Seri. E ve lo dice una che l'allattamento non lo ama nemmeno ma che in questa foto vede soltanto tenerezza. E tranquille, se voglio far vedere le tette mi faccio un profilo Instagram magari come uno dei vostri, con magliette attillate o bikini. PORACCE.
29.5.16
chi ha ucciso Rino Gaetano ? ne parliamo con bruno Mautone
Avvicinandoci al 2 giugno , data in cui cade oltre il 70 esimo anno della nostra amata \ odiata repubblica , 35 anniversario della morte di Rino gaetano , segnalo ( ed intervisto l'autore ) il libro intitolato “Chi ha ucciso Rino Gaetano?” edito dalla Revoluzione Edizioni-Uno Editori . Esso rappresenta un ulteriore stadio delle lunghe ricerche affrontate da Mautone per studiare gli aspetti umani ed artistici del cantautore calabrese. Le conclusioni alle quali perviene sono decisamente inquietanti, infatti si gettano fortissimi dubbi sulla reale dinamica del sinistro, paventando un incidente organizzato appositamente per mettere a tacere l’artista, oltre a ipotizzare una vicinanza tra Rino e ambienti massonici.
Esso sembra destinato , visto :
1) lo stile asciutto , semplice , non accademico , lontano dal nozionismo pedante di certa cultura accademica .Insomma per la semplicità con cui , vedi l'esempio le trasmissioni di Lucarelli sui misteri d'Italia , spiega il contesto non semplice per chi non ha basi storico \ culturale del periodo delle canzoni di Rino e dei suoi testi che fecero paura ai poteri forti tanto da portarlo alla morte .
2) nuovi documenti ( vedere qui ) che fanno si che la denuncia fatta ala magistratura dall'autore stesso e non [ sic ] dalla sorella Anna non : << La richiesta di apertura delle indagini ad oggi non risulta archiviata. Farò una seconda ed ancora più dettagliata istanza, alla luce di riscontri documentali nuovi ed inediti che ho scoperto e che illustro nel libro CHI HA UCCISO RINO GAETANO ?, alla procura presso il tribunale penale di Roma affinché vengano riaperte le indagini sulla morte di Rino e non solo, chiedo pure che si indaghi sulla prematura morte di un suo amico che lavorava, come già detto, in uffici consolari-diplomatici.>>
a superare il successo del precedente
Nel nuovo libro ci sono ulteriori dubbi e particolari che non tornano e fanno si che la vicenda entri a pieno di titolo fra i misteri d'Italia . La parola a Bruno che ci spiega , ovviamente senza svelare troppo per non togliere a fans ( vecchi e nuovi ) e a chi non ha mai creduto alla versione della morte per mala sanità .a superare le vendite del precedente .
come mai stavolta non hai cambiato il titolo come nel libro precedente ? la sorella Anna , ha accettato che le prove che mettono in discussione la versione ufficiali sono credibili e sembrerebbero confermare la tua ipotesi sull'omicidio di Rino ? Oppure preferisce la tecnica del silenzio e del non rispondere , , cosi nessuno ne parla più e il clamore scompare e il fatto finisce nel dimenticatoio ?
Il secondo saggio ha un titolo significativo, non ho mai pensato di cambiarlo- tesi lanciate nel primo libro vengono comprovate da una svariata serie di elementi, compresi incongruenze, dubbi e stranezze involgenti l'incidente e i soccorsi, presunti, che vennero dati(?) a Rino Gaetano in quella fatale notte del 2 giugno 1981. La signora Anna è una persona che rispetto profondamente, non ha espresso rimostranze verso la titolazione del nuovo volume.Tuttavia anche se intervenissero valutazioni contrarie il titolo non viene cambiata poichè è riassuntivo di precipui riscontri, anche documentali. Il secondo saggio ha un titolo significativo, non ho mai pensato di cambiarlo- tesi lanciate nel primo libro vengono comprovate da una svariata serie di elementi, compresi incongruenze, dubbi e stranezze involgenti l'incidente e i soccorsi, presunti, che vennero dati(?) a Rino Gaetano in quella fatale notte del 2 giugno 1981. La signora Anna è una persona che rispetto profondamente, non ha espresso rimostranze verso la titolazione del nuovo volume.Tuttavia anche se intervenissero valutazioni contrarie il titolo non viene cambiata poichè è riassuntivo di precipui riscontri, anche documentali.
quali sono ii brani di Rino Gaetano in cui : ci sono Nomi ed elementi precisi nei testi i che portano a vicende e scandali politici con ruolo attivo e segreto di ambienti diplomatici e Servizi filo-USA in odore di logge massoniche ., in cui si parla di Una “rosa assassina” e un “pugnale USA” e c'è quindi un riferimento alle inchieste della Magistratura su la “Rosa dei Venti” e un anticipazione al caso “Gladio”. ?
In pratica tutti i brani di Rino Gaetano contengono una serie di messaggi e significati criptici che svelano fatti inquietanti della vita politica e di cronaca dell'Italia contemporanea al cantautore e,nonostante ciò, ancora attuali. potrei rimarcare Nuntereggapiù, che contiene riferimenti alla tragica vicenda di Capocotta, ove trovò la morte la giovane Wilma Montesi, nonchè riferimento al ruolo filo-governativo e quindi filo-DC di Cazzaniga, Vincenzo Cazzaniga, evocato nel brano, che collaborava con l'intelligence USA per impedire una affermazione del PCI e il paventato sorpasso sul partito dello scudo crociato. Oppure in AD 4000 DC offre un memorabile spaccato sulla vita, anche futura, del mafioso e massone Michele Sindona. Oppure in "Mio fratello è figlio unico" nomina esplicitamente il treno Taranto-Ancona che, lungi dall'essere un mero convoglio sud-nord, risultò essere il treno dei servizi segreti deviati, usato per inquinare indagini sugli attentati ai treni avvenuti negli anni precedenti. In "OK papà" e nelle canzoni ove evoca sempre una ROSA ("Il compleanno della zia Rosina", nonchè "Cogli la mia rosa d'amore" e "Rosita" oltre un quarto brano rimasto inedito) si notano, rispettivamente, palesi riferimenti a Gladio e alla Rosa dei Venti, misteriose e pericolose agenzie di intelilgence filo-Usa...ma è lunghissimo l'elenco di significati incredibili che emergono nelle tante canzoni).
quali sarebbero Gli intriganti parallelismi con una voce giornalistica scomoda ( Pecorelli secondo me ) controcorrente, con fonti informative di altissimo profilo ?
Si Carmine Pecorelli, detto Mino, fu un coraggiosissimo giornalista che venne sminuito nella figura per sminuire le pungenti circostanze contro i potenti, Andreotti in primis, che illustrava nei propri articoli. Ad esempio in un articolo Pecorelli parla di Mario, Gino e Berto e rapporta tali nomi allo scandalo Lockeed. Guardate i nomi che Rino fa in La Berta Filava, sono identici, e infatti lì si nota, in abbinamento con Standard brano poco conosciuto, proprio allo scandalo Lockeed.
nella presentazione del tuo libro su http://revoluzione.it/cospirazionismo-e-misteri/451-chi-ha-ucciso-rino-gaetano.html fra gli argomenti tratti all'interno del libro si parla degli intriganti parallelismi con una voce giornalistica scomoda, controcorrente, con fonti informative di altissimo profilo.>> potresti dirci , ovviamente senza svelare troppo per non guastare la lettura del libro , quali sarebbero questi parallelismi ? se se le fonti informative di altissimo profilo sono amici o conoscenti della setta a cui avrebbe aderito Rino oppure qualcuno dei salotti bene ? Sempre nel tuo libro hai raccolto le testimonianze dirette di due carissimi amici del cantautore, Mimì Messina, amico di infanzia e di scuola, frequentate assieme a Narni, e Franco Pontecorvi, addetto artistico e compagno assiduo di ogni tournèe e dei viaggi all’estero, entrambi hanno escluso in modo convintissimo che Rino fosse massone, così come lo ha escluso Anna Gaetano. Quindi, si dovrebbe desumere che Rino non fosse affiliato a qualsiasi loggia massonica e che riferimenti agli ambienti dei liberi muratori fatti in via continua in vari brani e anche in interviste siano il frutto di un interesse da studioso e di interessato osservatore. Opppure era realmente affiliato visto che sempre nel libro , almeno dallle indiscrezioni che ho letto sul web , si rimarca una clamorosa dichiarazione rilasciata da Rino dopo i trionfi sanremesi al giornalista Manuel Insolera, il festival della canzone viene paragonato in modo esplicito ad “un ordine massonico(!!). ?
Mimì Messina e Franco Pontecorvi , i più cari amici di Rino, escludono che fosse massone. Ne prendo atto, tuttavia e sicuramente l'artista conosce il mondo dei Liberi Muratori. Tanto è vero che Rino gaetano paragona esplicitamente il festival di Sanremo ad "un ordine massonico", inoltre in tanti brani descrive e richiama fatti e persone dell'universo massonico.Oltretutto recentemente il Venerabile Gran Maestro del GOI, la loggia massonica più potente d'Italia, nel discorso di insediamento ha nominato esplicitamente Rino Gaetano. Insomma Rino non era massone però conosceva il mondo delle logge (e viceversa!).Si confermo che primo articolo che esplicitamente accosta versi gaetaniani ai massini risale addirittura al giorno appena successivo alla sua morte, sulla Stampa di Torino. La cosa sconcertante che il giornalista che redasse quell'articolo non è ...identificabile nonostante avesse scritto il resoconto su uno dei più importanti e difussi quotidiani nazionali(!).
Nel tuo ultimo libro su parla delle sconcertanti vicende post mortem al cimitero del Verano , cosa avvenne e perchè sconcerntanti ?
Mino Pecorelli firmò degli articoli nei quali sottolinea che in Italia persone ritenute scomode venivano soppresse con incidenti stradali congegnati. Anche u caro amico di Rino Gaetano, che lavorava in importantissimi uffici consolari-diplomatici della capitale, muore prematuramente sopravvivendo poco tempo a...un incidente stradale. Tale amico, è del tutto plausibile, in modo coraggioso poteva essere il depositario di notizie e di fatti poi trasmessi a Rino.
quindi Proseguendo nella sua opera di certosina ricerca sia in questo che nel precedente libro dimostri come la ventilata colleganza Rino Gaetano-Universo massonico non sia una tesi nata in questi ultimi anni. Infatti hai reperito un interessante articolo del 3 giugno 1981, quindi risalente al giorno appena successivo alla morte, pubblicato sull’importantissimo e diffuso quotidiano La Stampa nel quale esplicitamente e senza mezzi termini testi gaetaniani vengono rapportati a fatti inquietanti della p2, la famigerata loggia guidata dal Venerabile Licio Gelli.Quello che sconcerta è la identità del coraggioso giornalista che sul giornale dei bilderberghiani Agnelli ha stilato l’articolo, è una identità…misteriosa, infatti il notevole pezzo giornalistico è siglato solo da due lettere e il quotidiano di Torino, alla tua richiesta esplicita ha risposto che a distanza di 35 anni non è possibile risalire al nome e cognome poiché vari giornalisti si firmavano con sigle non corrispondenti alle proprie iniziali e che poi mutavano frequentemente. Nel libro si rimarca, altresì, la singolare circostanza rappresentata da esplicite citazioni dedicate a Rino Gaetano da Stefano Bisi cioè il Venerabile Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, la loggia massonica più potente della penisola, addirittura nel suo discorso di insediamento alla guida della potentissima obbedienza massonica. I versi di una misconosciuta e inedita canzone di Rino vengono fatti propri da Bisi per sottolineare che i dignitari massoni devono operare in unione e concordia per rafforzare il potere e la forza della loggia.
Rino può esere considerato un simpatizzante o un ospite della massoneria in particolare dela p2 oppure uno che ricevendo confidenze d'amici iscritti o che frequentavano tali abbienti , non ce l'ha fatta a tenersi tuto dentro è ha preferito rilevarlo in maiera criptica ( mica tanto per chi riusciva a leggere fra le righe o frequentava tali ambienti ) ed quindi per questo che è stato ucciso
l'incidnte precedente di rino è collegato a quelo mortale ? se si come ? oppure è solo un avvertimento non colto dal cantante ?
malore o sabotaggio freni ?
in realtà il primo incidente non è mai ...avvenuto. O meglio avvenne ma si trattò di una collisione con una jeep condotta da un ragazzo alquanto alticcio, collisione avvenuta no distante da Castel Giorgio ove Rino si era recato a trovare Mimì Messina. L'epilogo della vicenda fu alquanto esilarante. Rino e il ragazzo dell'altro veicolo si recarono presso la caserma dei Carabinieri di Castel Giorgio, l'ora era tarda, attorno alle due del mattino. Si affacciò un brigadiere corpulento, oltrer 150 chili di stazza, per chiedere chi bussasse a quell'ora, Rino e il ragazzo dissero di voler segnalare un urto tra veicoli e che si erano già messi d'accordo per i danni e che non c'erano feriti. Appreso ciò il sottufficiale disse di "non rompere i ..." poichè non essendoci feriti ed essendosi accordati sui danni non c'era necessità di rivolgersi ai Carabinieri e chiuse bruscamente la finestra. Testimone oculare di tutta la vicenda fu Domenico Messina. Con riferimento all'incidente letale è importante sottolineare che in Italia, e Mino Pecorelli lo denuncia e lo scrive apertamente nella sua rivista O.P., molte persone ritenute scomode per il potere venivano messe a tacere con congegnati incidenti stradali. Si applicava nel cofano un piccolo apparato e con un radiocomando si faceva perdere il controllo del veicolo al guidatore. Rino quelle notte era solo e il suo veicolo incidentato non si sa da chi fu esaminato la notte del 2 giugno, inoltre stranamente non intervennero infermieri a soccorrerlo ma dei ..tecnici, dei pompieri non si sa da chi chiamati. In ogni caso Pecorelli, già nel 1978, scrive di incidenti procurati con radiocomando nonchè con ..camionisti distratti.
quindi l'ultima domanda
che ne pensi dell'ipotesi di venditti http://www.televisionando.it/articolo/antonello-venditti-su-rino-gaetanoera-un-cocainomane-la-sorella-di-rino-lo-querela/3899/ ? sembrerà fuori contesto visto che io considero molto probabile e verosimile .le ipotesi di bruno . Infatti << Venditti ha poi precisato non che Rino fosse un abituale consumatore di stupefacenti quanto piuttosto che, in generale, nel mondo dello spettacolo si fa uso di droghe in gran quantità. Quindi Venditti chiarisce che non intendeva affatto infangare la figura del compianto Rino Gaetano, suo grande amico. Nel libro, piuttosto, si evidenzia come Venditti abbia ufficialmente scritto che con Rino Gaetano ebbe, a casa di un'amica medium, delle esperienze chiamiamole esoteriche-spiritiche. Secondo me, tra le righe, Venditti ha voluto lanciare un messaggio. C'era qualcuno, ma non credo certo agli spiriti, che dava loro notizie di fatti rilevanti della vita politica italiana del tempo. Questo qualcuno si maschera sotto forma di ...ectoplasma.>>Io già . come la famosa seduta spiritica a cui partecipo prodi durante il sequestro di ldo Moro
Brumo. si Giuseppe come la famosa seduta spiritica
no grazie Giuseppe, fai tutto tu e fai tutto bene, non aggiungo nè modifico nulla attendo solo il tuo link così come lo complilerai .
Vi lascio . a lla prossima intervista
28.5.16
come viaggiare senza abusare del cellulare , tablet ,ecc
- http://www.homemademamma.com/2011/07/18/consigli-trucchi-e-passatempi-per-viaggiare-in-traghetto-con-i-bambini/
In un mondo sempre più dipendente , da cui nessun sottoscritto compreso ed immune , dalle tecnologie in particolare Tablet e cellulari ecco come sono riuscito a non usare in internet ed il cellulare ed a farmi spennare visto che sulle navi sia la connessione con wifi che senza era a pagamento .
Oltre a farmi i conti su quanto avrei speso oltre la mia offerta internet ho usato i vecchi metodi pre rivoluzione digitale che valgono oltre che durante un viaggio in nave ( mio caso ) anche con altri mezzi pubblici .
Se il viaggio è di notte consiglio di dormire, se hai la cabina è meglio ! se la nave parte prima delle 22 si può prima di prendere sonno 1) leggere , se qualcuno\a di voi legge ancora, in ebook oin cartaceo un buon ( ovviamente il concetto di buono come di brutto è soggettivo ) magari un libro sulla cultura e i luoghi itinerari della sardegna se vieni dalla pensisola o o su quella zona se fai il per corso inverso . 2) sdraiarsi in cabina o in poltrona ed iniziare a fantasticare e a pensare sul futuro o cosa avreste fatto in un altra vita , insomma le seghe mentali a volte aiutano . 3) nelle sere di primavera \estate vai un pò fuori a guardare il mare che rimane sempre lo spettacolo più bello ! e facilità la fantasia ed i viaggi mentali .4) oppure per chi vuole esercitare la mente , ottimo per prevenire l'Alzheimer ed invecchiamento precoce del cervello cruciverba, gioca a carte ( possibilmente quelle vere non quelle su pc ) anche facendo solitari . 5) guardare si è, amanti del trash e cronaca nera in quanto i canali della nave sono generalmente posizionati su tali trasmissioni o meno che tu in abbia
C'è da aggiungere che la noia durante il viaggio è una cosa che accomuna tutti i passeggeri, quindi troverai tutti ben propensi a scambiare quattro chiacchierare!!!
24.5.16
a volte anche la normalità può esere straordinaria Sgabello, birra e noodles: la foto di Obama ad Hanoi fa il giro del mondo
Obama ad Hanoi
Non un pranzo luculliano, ma un semplice piatto di spaghetti accompagnato da una birra ghiacciata in un modesto fast food.Questa la scelta di Barack Obama per la sua seconda sera ad Hanoi, in Vietnam, dove è in visita ufficiale.
Il presidente Usa ha cenato con lo chef-scrittore Anthony Bourdain, che vive proprio nella città vietnamita, in un locale di poche pretese. Seduto su uno sgabello di plastica, ha ordinato dei noodles (consumati con le tradizionali bacchette asiatiche) e una bottiglia di lager ghiacciata. La foto del pasto, straodinaria nella sua normalità, sia che sia costruita o studiata e non spontanea postata sui social, ha fatto il giro del mondo e colpisce che la guarda .
Il presidente Usa ha cenato con lo chef-scrittore Anthony Bourdain, che vive proprio nella città vietnamita, in un locale di poche pretese. Seduto su uno sgabello di plastica, ha ordinato dei noodles (consumati con le tradizionali bacchette asiatiche) e una bottiglia di lager ghiacciata. La foto del pasto, straodinaria nella sua normalità, sia che sia costruita o studiata e non spontanea postata sui social, ha fatto il giro del mondo e colpisce che la guarda .
23.5.16
Chi ha ucciso Rino Gaetano? “, è il nuovo saggio di Bruno Mattone
Vediamo adesso come reagirà la sorella di Rino davanti ad ulteriori prove che mettono sepre più in crisi la versione ufficiale della morte di Rino .
da http://www.scomparsi.eu/rino-gaetano-fu-ucciso-documenti-lo-provano/
“Chi ha ucciso Rino Gaetano? “, è il nuovo saggio di Bruno
Mattone. Circa tre anni fa l’avvocato salernitano pubblicava un libro
dedicato a Rino Gaetano, il cantautore crotonese scomparso
prematuramente all’età di 30 anni a seguito di un tragico sinistro
stradale avvenuto a Roma il 2 giugno 1981. La pubblicazione del volume
ha suscitato grande interesse e pure una polemica reazione di Anna
Gaetano, sorella del cantautore, in ordine a due precipui punti. Una
presunta affiliazione massonica di Rino Gaetano e la dinamica
del’incidente mortale secondo Mautone fortemente sospetta al punto da
ipotizzare che non fu legata al caso ma frutto di una deliberata
pianificazione.
QUELLO STRANO INCIDENTE
Con il secondo volume Mautone ha portato una serie di riscontri documenti che indubbiamente riaprono le questioni rimaste insolute e che gli scettici hanno voluto liquidare frettolosamente come frutto di fantasia. Ed ecco che viene portato alla luce del materiale oggettivamente interessante, infatti il legale salernitano ha scoperto addirittura la esistenza di una interrogazione parlamentare rivolta il 4 giugno 1981 per iscritto al governo Forlani, in carica nel giugno 1981, con la quale si chiede in via ufficiale e in sede politico-istituzionale chiarimenti sulla drammatica morte di Rino Gaetano.
I due senatori Di Crollalanza, già ministro di Mussolini, e Mitrotti
invocano dall’Esecutivo risposte su quanto successo sulla via Nomentana
e su cosa accadde effettivamente al Policlinico e nei vari ospedali
coinvolti a vario titolo nella vicenda. La esistenza di tale documento
ufficiale rappresenta un indubbio sostegno a quelle teorie che legano la
morte dell’artista ad una macchinazione.
L’autore ha pure “scovato” la risposta, sopravvenuta con vari mesi di ritardo, fornita dall’Esecutivo, tramite il ministro della sanità dell’epoca, il liberale Altissimo (vicino, peraltro, ad ambienti massonici. Il dominus politico del PLI, ad esempio, era Valerio Zanone, politico affiliato alla massoneria). Ebbene nel saggio si rimarca la assoluta genericità della nota governativa di risposta fornita in Parlamento, ai limiti della omertà. Effettivamente non si chiariscono tantissime circostanze della drammatica vicenda, ad esempio non si precisa l’ora dell’incidente, chi allertò i soccorsi e come, perché intervenne una unica ambulanza in loco nonostante il camionista coinvolto svenne e rimase giacente sull’asfalto esanime e nello stesso tempo l’artista era immobilizzato nella sua automobile,non si precisa perché la unica ambulanza venuta sui luoghi era un mezzo poco attrezzato dei vigili del fuoco e perché Rino, una volta prelevato con una gravissima ferita cranica, venne condotto fatalmente in un ospedale privo del reparto di traumatologia cranica. Non si fanno neppure i nomi dei medici che avrebbero curato o cercato di curare il ferito in gravi condizioni, non si fa nessunissimo cenno ai presunti motivi che spinsero altri ospedali, pur se allertati, a non approntare nessunissima forma di soccorso ulteriore al paziente in condizioni di estrema gravità. Né si fa cenno su chi convocò medico- traumatologo, fatto venire da altro ospedale poiché al Policlinico non vi era il reparto, né a che ora sopraggiunse al Policlinico tale medico, né se ne precisano le generalità, così come non si indicano i nomi dell’anestestista\rianimatore che pure si dice fosse intervenuto. In sostanza la risposta del Governo non forniva alcun chiarimento limitandosi ad una dozzinale nota burocratica destinata, per la evidente vaghezza,a moltiplicare i dubbi e gli interrogati sulla intera drammatica vicenda. Tali riscontri documentali provano che sin dai primi momenti la morte prematura morte dell’artista calabrese suscitò interrogativi e dubbi. Ma nel libro la vicenda viene accostata ad un’altra morte prematura che colpì un caro amico di Rino, pure seguita ad un incidente stradale.
Tale persona lavorava in importanti uffici
consolari-diplomatici a Roma e Mautone chiede alla Procura di Roma di
riaprire le indagini non solo sulla morte dell’artista ma anche
di tale suo caro amico che l’avvocato indica come coraggiosa fonte di
tante notizie e fatti trasfusi altrettanto coraggiosamente nelle
canzoni. Tra l’altro l’amico di Rino venne seppellito al Verano, così
ristabilendo una vicinanza ideale già riscontratasi in vita e tuttavia
vicende post mortem danno delle inquietanti connotazioni a
fatti illustrati. Infatti , senza nessunissima plausibile ragione,
l’amico dell’artista viene disseppellito dopo pochissime settimane e
portato in un altro cimitero di Roma. La vicenda già strana diventa
ancora più oscura poiché l’autore dello spostamento dei resti mortali ha
una identità che coincide con un personaggio storico dello spionaggio
italiano, collegato addirittura al Noto servizio segreto, cioè ad un
apparato riservato dello stato che compiva atti di intelligence in modo
autonomo rispetto ai Servizi istituzionali (prima il SID poi il SISMI e
il SISDE), spesso sfociando in atti illegali e gravissimi. Specialità
inquietante del Noto servizio segreto risultò essere, con atti
sequestrati e acquisiti dalla magistratura, la uccisione di persone
ritenute “scomode” con incidenti stradali!! Nel volume di Mautone sono
indicati i nomi delle persone protagoniste delle illustrate vicende e
riferimenti documentali e bibliografici di tutti gli avvenimenti.
UNA PRESUNTA AFFILIAZIONE MASSONICA
Nel volume l’avvocato salernitano ha raccolto le testimonianze dirette di due carissimi amici del cantautore, Mimì Messina, amico di infanzia e di scuola, frequentate assieme a Narni, e Franco Pontecorvi, addetto artistico e compagno assiduo di ogni tournèe e dei viaggi all’estero, entrambi hanno escluso in modo convintissimo che Rino fosse massone, così come lo ha escluso Anna Gaetano. Nel libro Mautone, quindi, perviene alla conclusioni che il cantante calabrese non fosse affiliato a qualsiasi loggia massonica e che riferimenti agli ambienti dei liberi muratori fatti in via continua in vari brani e anche in interviste siano il frutto di un interesse da studioso e di interessato osservatore. Nel libro si rimarca una clamorosa dichiarazione rilasciata da Rino dopo i trionfi sanremesi al giornalista Manuel Insolera, il festival della canzone viene paragonato in modo esplicito ad “un ordine massonico(!!). Sempre proseguendo nella sua opera di certosina ricerca Mautone dimostra come la ventilata colleganza Rino Gaetano-Universo massonico non sia una tesi nata in questi ultimi anni. Infatti l’autore del saggio ha reperito un interessante articolo del 3 giugno 1981, quindi risalente al giorno appena successivo alla morte, pubblicato sull’importantissimo e diffuso quotidiano La Stampa nel quale esplicitamente e senza mezzi termini testi gaetaniani vengono rapportati a fatti inquietanti della p2, la famigerata loggia guidata dal Venerabile Licio Gelli.Quello che sconcerta è la identità del coraggioso giornalista che sul giornale dei bilderberghiani Agnelli ha stilato l’articolo, è una identità…misteriosa, infatti il notevole pezzo giornalistico è siglato solo da due lettere e il quotidiano di Torino, a richiesta esplicita di Mautone, ha risposto che a distanza di 35 anni non è possibile risalire al nome e cognome poiché vari giornalisti si firmavano con sigle non corrispondenti alle proprie iniziali e che poi mutavano frequentemente. Nel libro si rimarca, altresì, la singolare circostanza rappresentata da esplicite citazioni dedicate a Rino Gaetano da Stefano Bisi cioè il Venerabile Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, la loggia massonica più potente della penisola, addirittura nel suo discorso di insediamento alla guida della potentissima obbedienza massonica. I versi di una misconosciuta e inedita canzone di Rino vengono fatti propri da Bisi per sottolineare che i dignitari massoni devono operare in unione e concordia per rafforzare il potere e la forza della loggia.
Sempre in tale quadro una notizia di grande interesse è rappresentata da una stretta frequentazione di Rino, precisamente nel cerchio delle sue più care amiche si annovera la giornalista Elisabetta Ponti figlio di un medico, Lionello Ponti, che risultò inserito nella lista della P2. Ma il dr. Ponti non è un medico qualunque ma è addirittura il sanitario di fiducia di Licio Gelli, quindi a tutti gli effetti e in concreto la persona più in stretto contatto e in intimità col Venerabile maestro piduista. Elisabetta Ponti ha detto che dopo la pubblicazione della lista degli affratellati alla p2 parlò molto volte di massoneria con Rino e che l’artista, pur riferendo dei concetti alquanto indecifrabili, non espresse alcuna attenzione e\o interesse particolari per la fenomenologia massonica. In realtà tale ricostruzione della Ponti, forse per il gran tempo trascorso, non risulta plausibile. Infatti Rino morì appena 10 giorni dopo la pubblicazione della lista della p2 e in un lasso di tempo così ristretto non era possibile che avesse potuto parlare “molte volte” di massoneria con la Ponti, oltretutto impegnato come era, fino all’ultimo, nella sua frenetica attività artistico-canora.
I CONTENUTI DELLE CANZONI
Nel volume si sottolineano pure i tanti mirabili significati dei testi gaetaniani, dimostrandosi che l’artista faceva trapelare le proprie cognizioni, frutto di fonti di alto profilo, di fatti e personaggi. Ad esempio Mario e Gino de La Berta Filava non sono due baristi della RCA come taluni riduttivamente hanno sostenuto,ma indicano i ministri Mario Tanassi e Gino (Luigi) Gui. Infatti nel 1976, anno in cui venne inciso il brano, l’artista non era nella casa discografica RCA ma cantava ancora per la IT di Vincenzo Micocci. Inoltre Rino in vari concerti, compreso quello immortalato in una registrazione “storica” a San Cassiano, in Puglia, dichiara esplicitamente che il brano è dedicato al mondo dei grossi politici ed altri enigmatici mondi, quindi conferma che il brano non è assolutamente rapportato alla figura di …due baristi. Inoltre anche un altro coraggioso, per quanto più controverso, testimone di quegli anni scrive in una propria filastrocca di Mario, Gino e Berto e accosta tali suoi versi allo scandalo Lockheed e fa coincidere, per sua stessa ammissione, le identità di Mario e Gino con le figure politiche di Mario Tanassi e Gino (Luigi) Gui.
Sempre in modo minimalistico taluni hanno individuato il Cazzaniga nominato in Nuntereggaepiù in un giornalista sportivo non certo passato alla storia per chiarezza di argomenti e acume nei commenti. In realtà Mautone evidenzia che si tratta di Vincenzo Cazzaniga, già amministratore delegato della Esso Italia e poi vice-presidente della Bastogi un carrozzone pubblico, oggi non più esistente, che si interessava di energia e costruzioni. Tale Vincenzo Cazzaniga risulto essere un collaboratore dei Servizi americani e per conto degli USA finanziava segretamente la DC in chiave anti-sinistra. Ebbene in Nuntereggaepiù Rino, mostrando ancora una volta di avere conoscenza di fatti assai riservati, canta DC DC DC DC CAZZANIGA…. mostrando di sapere il ruolo occulto che quest’ultimo rivestiva, cioè di finanziatore segreto della Democrazia Cristiana. A ulteriore dimostrazione che si tratta di Vincenzo Cazzaniga, posto alla direzione della Bastogi, sotto l’ala protettiva quanto asfissiante di Giulio Andreotti e di Eugenio Cefis, supermanager del mondo energetico,vi è una intervista di Rino Gaetano ove nomina esplicitamente la BASTOGI di Vincenzo Cazzaniga, rispondendo in maniera del tutto avulsa ad una domanda di musica che gli pone un giornalista.
Ma sono innumerevoli i casi ove Rino mostra di avere notizie di fatti inquietanti, e nello stesso tempo li svela in modo geniale inserendoli in contesti musicali apparentemente ironici ed allegri. In Mio Fratello è figlio unico menziona il treno Taranto-Ancona, cioè il convoglio e tratto ferroviario che qualche anno dopo emerse essere sotto controllo dei servizi segreti deviati. Infatti due ufficiali dei servizi segreti, “fratelli” affiliati alla p2, Belmonte e Musumeci, furono condannati per aver architettato sul treno Taranto-Ancona falsi attentati per confondere le indagini della magistratura sui drammatici e purtroppo reali attentati ai treni avvenuti in Italia attorno alla metà degli anni settanta.
Anche i riferimenti allarmati in taluni brani rivolti ad una “rosa” nonchè allusioni altrettanto allarmate ad un “pugnale USA” sono altri geniali riferimenti a fatti inquietanti di cronaca politica e giudiziaria contemporanei al cantautore, infatti Rino, tra le righe, richiama vicende giudiziarie di pericolosissime associazioni riservate quali la “Rosa dei venti” e “Gladio” (come è noto un lungo pugnale, una piccola spada).
Con il secondo saggio Mautone ha avuto e trovato conferme documentali alle ipotesi che aveva lanciato nel primo libro e in ogni caso dimostra che le questioni da lui sollevate non erano il frutto avvelenato di una immaginazione galoppante ma avevano già trovato origine e dibattito sin da primo giorno della morte di Rino Gaetano, pur occultate da organi di stampa “distratti” se non proprio colpevolmente silenti.
da http://www.scomparsi.eu/rino-gaetano-fu-ucciso-documenti-lo-provano/
QUELLO STRANO INCIDENTE
Con il secondo volume Mautone ha portato una serie di riscontri documenti che indubbiamente riaprono le questioni rimaste insolute e che gli scettici hanno voluto liquidare frettolosamente come frutto di fantasia. Ed ecco che viene portato alla luce del materiale oggettivamente interessante, infatti il legale salernitano ha scoperto addirittura la esistenza di una interrogazione parlamentare rivolta il 4 giugno 1981 per iscritto al governo Forlani, in carica nel giugno 1981, con la quale si chiede in via ufficiale e in sede politico-istituzionale chiarimenti sulla drammatica morte di Rino Gaetano.
Bruno Mautone |
L’autore ha pure “scovato” la risposta, sopravvenuta con vari mesi di ritardo, fornita dall’Esecutivo, tramite il ministro della sanità dell’epoca, il liberale Altissimo (vicino, peraltro, ad ambienti massonici. Il dominus politico del PLI, ad esempio, era Valerio Zanone, politico affiliato alla massoneria). Ebbene nel saggio si rimarca la assoluta genericità della nota governativa di risposta fornita in Parlamento, ai limiti della omertà. Effettivamente non si chiariscono tantissime circostanze della drammatica vicenda, ad esempio non si precisa l’ora dell’incidente, chi allertò i soccorsi e come, perché intervenne una unica ambulanza in loco nonostante il camionista coinvolto svenne e rimase giacente sull’asfalto esanime e nello stesso tempo l’artista era immobilizzato nella sua automobile,non si precisa perché la unica ambulanza venuta sui luoghi era un mezzo poco attrezzato dei vigili del fuoco e perché Rino, una volta prelevato con una gravissima ferita cranica, venne condotto fatalmente in un ospedale privo del reparto di traumatologia cranica. Non si fanno neppure i nomi dei medici che avrebbero curato o cercato di curare il ferito in gravi condizioni, non si fa nessunissimo cenno ai presunti motivi che spinsero altri ospedali, pur se allertati, a non approntare nessunissima forma di soccorso ulteriore al paziente in condizioni di estrema gravità. Né si fa cenno su chi convocò medico- traumatologo, fatto venire da altro ospedale poiché al Policlinico non vi era il reparto, né a che ora sopraggiunse al Policlinico tale medico, né se ne precisano le generalità, così come non si indicano i nomi dell’anestestista\rianimatore che pure si dice fosse intervenuto. In sostanza la risposta del Governo non forniva alcun chiarimento limitandosi ad una dozzinale nota burocratica destinata, per la evidente vaghezza,a moltiplicare i dubbi e gli interrogati sulla intera drammatica vicenda. Tali riscontri documentali provano che sin dai primi momenti la morte prematura morte dell’artista calabrese suscitò interrogativi e dubbi. Ma nel libro la vicenda viene accostata ad un’altra morte prematura che colpì un caro amico di Rino, pure seguita ad un incidente stradale.
la copertina del libro |
UNA PRESUNTA AFFILIAZIONE MASSONICA
Nel volume l’avvocato salernitano ha raccolto le testimonianze dirette di due carissimi amici del cantautore, Mimì Messina, amico di infanzia e di scuola, frequentate assieme a Narni, e Franco Pontecorvi, addetto artistico e compagno assiduo di ogni tournèe e dei viaggi all’estero, entrambi hanno escluso in modo convintissimo che Rino fosse massone, così come lo ha escluso Anna Gaetano. Nel libro Mautone, quindi, perviene alla conclusioni che il cantante calabrese non fosse affiliato a qualsiasi loggia massonica e che riferimenti agli ambienti dei liberi muratori fatti in via continua in vari brani e anche in interviste siano il frutto di un interesse da studioso e di interessato osservatore. Nel libro si rimarca una clamorosa dichiarazione rilasciata da Rino dopo i trionfi sanremesi al giornalista Manuel Insolera, il festival della canzone viene paragonato in modo esplicito ad “un ordine massonico(!!). Sempre proseguendo nella sua opera di certosina ricerca Mautone dimostra come la ventilata colleganza Rino Gaetano-Universo massonico non sia una tesi nata in questi ultimi anni. Infatti l’autore del saggio ha reperito un interessante articolo del 3 giugno 1981, quindi risalente al giorno appena successivo alla morte, pubblicato sull’importantissimo e diffuso quotidiano La Stampa nel quale esplicitamente e senza mezzi termini testi gaetaniani vengono rapportati a fatti inquietanti della p2, la famigerata loggia guidata dal Venerabile Licio Gelli.Quello che sconcerta è la identità del coraggioso giornalista che sul giornale dei bilderberghiani Agnelli ha stilato l’articolo, è una identità…misteriosa, infatti il notevole pezzo giornalistico è siglato solo da due lettere e il quotidiano di Torino, a richiesta esplicita di Mautone, ha risposto che a distanza di 35 anni non è possibile risalire al nome e cognome poiché vari giornalisti si firmavano con sigle non corrispondenti alle proprie iniziali e che poi mutavano frequentemente. Nel libro si rimarca, altresì, la singolare circostanza rappresentata da esplicite citazioni dedicate a Rino Gaetano da Stefano Bisi cioè il Venerabile Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, la loggia massonica più potente della penisola, addirittura nel suo discorso di insediamento alla guida della potentissima obbedienza massonica. I versi di una misconosciuta e inedita canzone di Rino vengono fatti propri da Bisi per sottolineare che i dignitari massoni devono operare in unione e concordia per rafforzare il potere e la forza della loggia.
Sempre in tale quadro una notizia di grande interesse è rappresentata da una stretta frequentazione di Rino, precisamente nel cerchio delle sue più care amiche si annovera la giornalista Elisabetta Ponti figlio di un medico, Lionello Ponti, che risultò inserito nella lista della P2. Ma il dr. Ponti non è un medico qualunque ma è addirittura il sanitario di fiducia di Licio Gelli, quindi a tutti gli effetti e in concreto la persona più in stretto contatto e in intimità col Venerabile maestro piduista. Elisabetta Ponti ha detto che dopo la pubblicazione della lista degli affratellati alla p2 parlò molto volte di massoneria con Rino e che l’artista, pur riferendo dei concetti alquanto indecifrabili, non espresse alcuna attenzione e\o interesse particolari per la fenomenologia massonica. In realtà tale ricostruzione della Ponti, forse per il gran tempo trascorso, non risulta plausibile. Infatti Rino morì appena 10 giorni dopo la pubblicazione della lista della p2 e in un lasso di tempo così ristretto non era possibile che avesse potuto parlare “molte volte” di massoneria con la Ponti, oltretutto impegnato come era, fino all’ultimo, nella sua frenetica attività artistico-canora.
I CONTENUTI DELLE CANZONI
Nel volume si sottolineano pure i tanti mirabili significati dei testi gaetaniani, dimostrandosi che l’artista faceva trapelare le proprie cognizioni, frutto di fonti di alto profilo, di fatti e personaggi. Ad esempio Mario e Gino de La Berta Filava non sono due baristi della RCA come taluni riduttivamente hanno sostenuto,ma indicano i ministri Mario Tanassi e Gino (Luigi) Gui. Infatti nel 1976, anno in cui venne inciso il brano, l’artista non era nella casa discografica RCA ma cantava ancora per la IT di Vincenzo Micocci. Inoltre Rino in vari concerti, compreso quello immortalato in una registrazione “storica” a San Cassiano, in Puglia, dichiara esplicitamente che il brano è dedicato al mondo dei grossi politici ed altri enigmatici mondi, quindi conferma che il brano non è assolutamente rapportato alla figura di …due baristi. Inoltre anche un altro coraggioso, per quanto più controverso, testimone di quegli anni scrive in una propria filastrocca di Mario, Gino e Berto e accosta tali suoi versi allo scandalo Lockheed e fa coincidere, per sua stessa ammissione, le identità di Mario e Gino con le figure politiche di Mario Tanassi e Gino (Luigi) Gui.
Sempre in modo minimalistico taluni hanno individuato il Cazzaniga nominato in Nuntereggaepiù in un giornalista sportivo non certo passato alla storia per chiarezza di argomenti e acume nei commenti. In realtà Mautone evidenzia che si tratta di Vincenzo Cazzaniga, già amministratore delegato della Esso Italia e poi vice-presidente della Bastogi un carrozzone pubblico, oggi non più esistente, che si interessava di energia e costruzioni. Tale Vincenzo Cazzaniga risulto essere un collaboratore dei Servizi americani e per conto degli USA finanziava segretamente la DC in chiave anti-sinistra. Ebbene in Nuntereggaepiù Rino, mostrando ancora una volta di avere conoscenza di fatti assai riservati, canta DC DC DC DC CAZZANIGA…. mostrando di sapere il ruolo occulto che quest’ultimo rivestiva, cioè di finanziatore segreto della Democrazia Cristiana. A ulteriore dimostrazione che si tratta di Vincenzo Cazzaniga, posto alla direzione della Bastogi, sotto l’ala protettiva quanto asfissiante di Giulio Andreotti e di Eugenio Cefis, supermanager del mondo energetico,vi è una intervista di Rino Gaetano ove nomina esplicitamente la BASTOGI di Vincenzo Cazzaniga, rispondendo in maniera del tutto avulsa ad una domanda di musica che gli pone un giornalista.
Ma sono innumerevoli i casi ove Rino mostra di avere notizie di fatti inquietanti, e nello stesso tempo li svela in modo geniale inserendoli in contesti musicali apparentemente ironici ed allegri. In Mio Fratello è figlio unico menziona il treno Taranto-Ancona, cioè il convoglio e tratto ferroviario che qualche anno dopo emerse essere sotto controllo dei servizi segreti deviati. Infatti due ufficiali dei servizi segreti, “fratelli” affiliati alla p2, Belmonte e Musumeci, furono condannati per aver architettato sul treno Taranto-Ancona falsi attentati per confondere le indagini della magistratura sui drammatici e purtroppo reali attentati ai treni avvenuti in Italia attorno alla metà degli anni settanta.
Anche i riferimenti allarmati in taluni brani rivolti ad una “rosa” nonchè allusioni altrettanto allarmate ad un “pugnale USA” sono altri geniali riferimenti a fatti inquietanti di cronaca politica e giudiziaria contemporanei al cantautore, infatti Rino, tra le righe, richiama vicende giudiziarie di pericolosissime associazioni riservate quali la “Rosa dei venti” e “Gladio” (come è noto un lungo pugnale, una piccola spada).
Con il secondo saggio Mautone ha avuto e trovato conferme documentali alle ipotesi che aveva lanciato nel primo libro e in ogni caso dimostra che le questioni da lui sollevate non erano il frutto avvelenato di una immaginazione galoppante ma avevano già trovato origine e dibattito sin da primo giorno della morte di Rino Gaetano, pur occultate da organi di stampa “distratti” se non proprio colpevolmente silenti.
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