10.12.22

Mondiali ( ? ) del Qatar La morte del giornalista sportivo americano Grant Wah perchè portava una fascia arcobaleno e la vittoria del marocco prima squadra africana in semifinale ai mondiali

  forse       dovrei     chiudere    il  diario   countdown    del mio  diario  senza   mondiali  Qatar    2022  visto  che   in questo post  parlerò  della  vittoria       del   Marocco  .    Ma  come    dicono  molti  cronisti    fra  cui Lorenzo  Tosa  <<
Il Marocco ha appena scritto la storia. La Storia!!! Dopo la Spagna, battuto anche il Portogallo di
Cristiano Ronaldo. Ed è semifinale mondiale. Mai una squadra africana si era spinta così lontano in una Coppa del Mondo. Un Davide che batte Golia. In questi Mondiali di scandali, dei diritti negati, del sangue  >>  infatti si vocifera che






Il post sui social: "Sono gay. Per me Grant ha indossato la maglietta con la bandiera arcobaleno al Mondiale. È stato minacciato. Non è morto per un malore". Polemiche per l'aria condizionata: così Wahl ha contratto la bronchite?
La morte del giornalista sportivo americano Grant Wahl allo stadio di Doha durante Olanda - Argentina, ha scosso il mondo del calcio e dello sport in generale. Il giornalista aveva 49 anni e si sarebbe sentito male in tribuna stampa mentre seguiva la partita. Dagli Stati Uniti il fratello di Grant, Eric Wahl, ha pubblicato un video sui social in cui insinua dei dubbi sulla sua morte. segue su Grant Wahl, morte sospetta? Il fratello: "In Qatar è stato ucciso" | Gazzetta.it




non potevamo immaginare una favola più bella di questa. La vittoria del Morocco

 


contro il Portogallo, va oltre il calcio ed il divertimento. Un riscatto per oltre due miliardi di persone, che spesso sentono la gioia di vivere solo in momenti del genere. Infatti sarebbe bello   ma  qui siamo  purtroppo    nel campo dell'utopia    che  certa  gente    la  finisse     come fa  notare  l'amica  
Quanti bianchi italiani stanno già mettendo il cappello su questa vittoria storica del Marocco. Ovviamente hanno vinto perché hanno imparato da noi. Ci mancherebbe che ”noi” bianchi non abbiamo meriti. Li abbiamo accolti, gli abbiamo insegnato a tirare i calci, gli abbiamo dato tutto. Loro oggi incassano grazie a noi. Vero? Madonna quanto siamo brutti. Ma veramente

la smettesse  di     fare  commenti idioti   .,   vedere questi giovani gioire per queste imprese , a loro modo storiche . Ma il vero riscatto sarebbe, tifare Africa anche dopo , a mondiali finiti !  Ma  





non c'è solo il femminicidio c'è anche la violenza ostetrica il caso di Silvia: “Mi hanno chiesto quando alle analisi pre parto : ‘questo bambino lo vuoi o sei qui perché ti sei divertita una sera?

 Non esiste solo  e questo caso  riportato  da  https://www.fanpage.it  qui  per  l'articolo   completo  

Silvia: “Mi hanno chiesto: ‘questo bambino lo vuoi o sei qui perché ti sei divertita una sera?' 
Silvia è una donna che oggi ha trentatré anni. Dieci anni fa ha partorito in un ospedale del nord Italia. “Ho deciso di raccontare la mia storia perché altre donne non debbano subire ciò che è capitato a me”.

e   di cui trovate    nel  video  sotto  un riassunto


Ora  al  femminicidio  fisico ma anche la  violenza    ostetrica    che   può  essere    considerata   come  un femminicidio   morale . Esso   viene praticato dai consciamente ed inconsciamente nelle strutture mediche ( nel caso in questione    quella  ginecologica ) ma anche in ogni luogo ad iniziare dai media . Vedi il caso di Sabrina Quaresima, che ha tenuto banco sui media e sulla rete tra questa  primavera e quest' estate 50 anni, dirigente scolastica del liceo Montale di Roma, avrebbe avuto una breve storia  con un alunno del suo liceo . Se prima , parlo di quando avevo 12\13 anni e alle medie ci avevano fatto fare (all'epoca su chiamava così ) un unità di fattiva dedicata alle donne , ridevo e sminuivo l'argomento  con affermazioni    del  tipo  per  citare  le  più  educate e  che  sopravvivono in me    ancora  oggi  :  <<    che   bisogno  di truccarsi  sono    belle  al naturale  >>  o   << ì   che  bisogno    di mettersi i  tacchi  ,  ti metti un  paio  di scarpe  normali  >> , ecc   ora nel corso degli anni ho cambiato idea  e mi batto per quello che posso fare come singolo per i diritti e la  non essere discriminazione delle donne .  Infatti  anche questa testimonianza  dimostra che abbiamo ancora molta strada da fare .  Anche se  può essere considerato pur non portando alla morte fisica o cicatrici  sul fisico è sintomo oltre che di mancanza di rispetto e di mala sanità  soprattutto in una fase come quella del parto così delicata ed impegnativa per una donna , di una violenza psicologica / un femminicidio psicologico. Datemi pure del femminista i del buonista per quel che me ne frega ma qualunque individuo al di là del sesso  non dovrebbe essere  trattato in modo simile

[ 21 giorno senza mondiali ] il vagabondo stanco rincomincia il cammino


 Lo  so  che  non dovrei  sempre   stare ad  psicoanalizzarmi  /autoanalizzarmii  ma  sono stato educato alla scuola  che la  vera  auto  analisi  è   quella  che  viene  fatta  quotidianamente   ed h 24 .  Fatta questa premessa veniamo a noi .
Dopo aver  cavalcato la    tempesta  (  vedere   archivio blog  )   e motiva  di quest'estate  \  autunno     ,  essere    ritornato a  casa  ed  aver   affrontato  la  nostalgia   del  reduce   Si      riparte  Carichi e consci(almeno si spera )  dei propri errori  verso     un  nuovo  viaggio [ed  nuove  vette   da  scalare  (vedere foto  sotto a destra )   e   nuovi  anfratti    da  esplorare  insomma   nuovi percorsi  da  intraprendere  .   Come  ho fatto    e a riprendermi    vi chiederete  ?  Semplice  la  vita   è  fatta  di   alti  e bassi  ,  di gioie  e  dolori  ,  cadute  e  riprese  , ecc  .  Ma  soprattutto  perché  nonostante    abbia perduto bandiere e posti di lavoro,    perduto caterve di occasioni ,battaglie e  compagni di viaggio Oltre a qualche centinaio di elezioni.  Ed   Ho troppe ferite  ed  cicatrici  ed le mie gambe sono stanche.  Ho le palle piene e i piedi fumanti  Ma c'è un gioco da fare e una ruota che riparte E un vagabondo sa che deve andare avanti  * e   : << Canterò le mie canzoni per la strada\
Ed affronterò la vita a muso duro\ Un guerriero senza patria e senza spada
Con un piede nel passato \ E lo sguardo dritto e aperto nel futuro.>>  ( come  a Muso duro  una  famosa  canzone  di   Pier  Angelo  Bertol )  





Ma  soprattutto   perché  non sempre   si riesce  a  stare fermi   e poi     tutto  viaggia  .  infatti  coem   dic e una famosa  canzone  dei  primi  anni  90    :
[...] Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti \ Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia l'acqua sorgente \Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità\ Viaggiano ansie nuove e sempre nuove crudeltà  [...] **  Ovvero   bisogna   anche saper  ripartire    no si  può  sempre  stare  fermi  a    cercare  un centro  di gravità  permanente   ed    rimanere  immobili   ***  .  Ma  soprattutto  :  “È arrivato il momento di partire, dobbiamo andare fino in fondo al nostro compito, dobbiamo finire quello che abbiamo iniziato, la vita vuol dire questo: finire qualcosa, non importa cosa ma finirla, chiuderla… Io non voglio poter fare tutto,
voglio solo trovare il mio piccolo sentiero… dedicarmi solo a una piccola cosa che, se fatta bene, è già una vita intera.”
Così dice Andrej Nikto (cognome che evoca la notte), protagonista del “La sublime costruzione” di Gianluca Di Dio (Voland): un romanzo tutto costruito attorno al mito di Ulisse proprio come questo nostro blog .

Colonna   sonora

Imperfetti e senza filtri la bellezza di essere diversi di Maria Luisa Concu del Liceo Satta di Nuoro

   La conferma al mio post   ; <<  le  donne     che  si rifanno e  si  guastano     non le  capisco  >>  viene dalla rubrica settimanale (mi sembra ) scuola&lavoro  della nuova Sardegna del 8\11\2022   



di Maria Luisa Concu*

 Dipendiamo dai chili segnati sulla bilancia, dal numero di seguaci sui social e dall'approvazione della gente Invece dovremmo creare una società in cui sentirci protetti tutti noi abbiamo il diritto di essere accettati per come siamo». Perché la società di oggi invece ci fa sentire inadatti? Ogni giorno ci guardiamo allo specchio e ci paragoniamo alle fotografie che troviamo online, sulle riviste e sulle pubblicità. Foto apparentemente perfette, che in realtà nascondono una marea di imperfezioni. Trucco, photoshop e una serie di altri fattori giocano un ruolo fondamentale sulla figura di ognuno di noi, facendoci vedere non per come non siamo realmente ma per come vorremmo apparire agli occhi degli altri. È una sorta di maschera che indossiamo quando siamo circondati da altre persone e non vogliamo mostrarci nel nostro vero aspetto. La situazione si complica quando di mezzo però non c’è un filtro – come uno schermo – a interporsi tra noi e il resto del mondo. Allora diventa difficile nascondersi. Per esempio, con il passare degli anni il numero di persone che stanno sviluppando dei disturbi alimentari è

cresciuto sempre di più e spesso la propria condizione non è accettata, anzi si tende a chiudersi in se stessi alimentando così le proprie insicurezze e creando un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Dipendiamo dai numeri sulla bilancia, dal numero di seguaci sui social e dall'approvazione della gente. Siamo arrivati a non sentirci  adatti per gli standard odierni. Standard in realtà assolutamente fasulli che ci sono stati inculcati con il passare del tempo, che hanno fatto e stanno ancora facendo guadagnare le grandi aziende del marketing, sfruttando le nostre insicurezze pur di guadagnarci qualche soldo. Ci sentiamo sbagliati se pesiamo qualche chilo in più, se la pancia non è piatta o gli zigomi tirati, abbiamo la sensazione di essere una pecora nera all’intero di un intero gregge di pecore bianche. Sentiamo la necessità di aggrapparci alle diete on-line, alla palestra e a molto altro; invece bisognerebbe cercare di eliminare le etichette che ci vengono assegnate. Ma come facciamo a sentirci a nostro agio se viviamo in una collettività dove vi viene giudicati perennemente? Dobbiamo creare una società dove potersi sentire protetti, dove i ragazzi non sentano il bisogno di cambiare se stessi per piacere agli altri e dove si possa contare sulle persone che si hanno intorno. Ognuno di noi deve cercare di essere se stesso. Non dobbiamo pensare che dei chili di troppo, i capelli in disordine, le occhiaie, le rughe, le gambe non chilometriche o magari appesantite e quant'altro abbiano il potere di definire chi debba essere accettato dal mondo e chi non ne abbia il diritto; tutti noi abbiamo il diritto di essere accettati per come siamo.

 *Maria Luisa frequenta il Liceo Satta di Nuoro

Notte serena e senza incubi

 ‌ canzone suggerita

Spunta la luna dal monte - Bertoli/tanzenda 


Finalmente una notte serena senza incubi o sogni strani / particolari . Ma solo bruciori e pruriti ed ogni tanto dolore ma come mi ha detto il medico l'herpes volgarmente detto Fuoco di Sant Antonio ha tempi lunghi .
Credo che queste foto prese dagli  sfondi online   per PC e cellulari di https://www.geopop.it/

descrivano  benissimo sia il mio stato di serenità e pace dopo un 2022 ( salvo colpi di scena dell'ultimo momento  visto che ci sono ancora 2 settimane adibire l'anno ) di schiaffi e di tempesta/e emotive ti porta la vita . Dopo un periodo di incubi e sogni angoscianti  che ricordavano il mio passato  sia in negativo che in positivo   Il sonno è i sogni fatti  (perché smette di sognare è impossibile ) in questo ultimo periodo sono stati tranquilli e non agitati . Ve li racconterei anche ma sono troppo personali e privati Posso solo dire che  è come se  fosse un percorso  fatto in solitario. E poi scusate mica è obbligatorio dirvi tutto vi sarà pur qualcosa d'intimo e privato che ciascuno di noi vuole tenersi per se ? Poi c'è il fatto che  non lo  bloccato  e quindi   come   tutti  i sogni o incubi notturni   se non li blocchi subito , almeno che non sino ricorrenti e forti da riemergere anche al di fuori del sonno e dalle profondità del buio muoiono alle luci dell'alba  cioè del giorno e difficilmente si ricordano o si vogliono ricordare.  Ma   quel che  conta  non  è  qui   il mio  sogno   ma    che  
 0 almeno per il momento ho trovato un po' di pace ed serenità  in un lungo  periodo travagliato ed questo l'importante 


9.12.22

[ 20 giorni senza mondiale ] Nostalgia, la recensione: le conseguenze del passato La recensione di Nostalgia, il film di Mario Martone presentato a Cannes 2022 con protagonista Pierfrancesco Favino.

 Bene  oggi    anziché   psicanalizzarmi  e  auto  analizzarmi     oggi    parlerò  di  un film   visto     su Netflix .  Esso  è   Nostalgia il film di Mario Martone presentato a Cannes 2022 con protagonista Pierfrancesco Favino. un discreto  film    su  una tematica    abusata  e strausata   al cinema  e   in tv    fa    vedere  e recitare   un  bravissimo attore . Un Pierfrancesco Favino che   conferma ancora una volta il suo talento con un’interpretazione misurata ma ricca di sfumature e piccoli tocchi di classe. Un film   in cui    regista  Mario  Martone cambia stile e genere ancora una volta ma non perde la capacità di raccontare storie personali e al tempo stesso la sua città. Anche   se  è  un film  quasi  in soggettiva     visto  che   I personaggi secondari per  altro   alcuni   sono    molto  bravi  non sono ben delineati e sfaccettati quanto il protagonista e  non  sfrutta   a  pieno  le  loro  potenzialità    attoriali    e recitative  .  
Quindi   Se Martone è bravissimo a costruire, partendo dall'omonimo romanzo di Ermanno Rea, questo crescendo di consapevolezza fin dalla sceneggiatura, molto del merito della riuscita finale del film va certamente al suo interprete: Favino recita inizialmente in un italiano un po' rigido, con un un forte accento straniero, tipico di chi è stato via per decenni interi; più passa il tempo a Napoli, più ritorna in contatto con le sue radici e col se stesso del passato, e più cambia il modo di recitare e parlare,


 adottando con grande naturalezza il dialetto napoletano. A quel punto è evidente allo spettatore che il ritorno a casa è completato e la nostalgia ha avuto la meglio.   Nostalgia è  << un dramma con elementi crime che punta tutto sul suo protagonista, un bravissimo Pierfrancesco Favino, e sul fascino pericoloso  tà  del Rione Sanità di Napoli. >>  da   https://movieplayer.it/articoli/nostalgia-recensione_27023/ . Un scendere    nei meandri  della Napoli storica   senza  scadere   nelle  immagini  cartolina    tipo  Gomorra  (film e serie  )      ci  ho  visto    un  ritorno  a   le serie e  La  squadra  e   spaccanapoli  . Una storia che, fin dall’inizio, sembra già scritta e  prevedibile  al limite  del  scontato   ma che regia e interpretazioni riescono a rendere avvincente ed emozionante dalla prima all’ultima scena . 




8.12.22

Lingua dei segni per abbattere il silenzio Una giornata a scuola e un cortometraggio dedicato alla Lis L’esperta: «È importante favorire tutte le forme di comunicazione»

Le storie e i racconti di persone sorde e sordo mute La riflessione sui pregiudizi verso l’insegnamento a scuola

Di Giorgia meloni [ da non confondere con l'omonima ministra ] frequenta il Liceo De Sanctis Deledda a Cagliari

Una giornata dedicata alla Lis, la Lingua italiana dei segni. È stata organizzata presso l'Istituto secondario della scuola di via Meilogu e le classi del Liceo linguistico De Sanctis Deledda hanno potuto incontrare dei docenti: l’obiettivo era quello di sensibilizzare lo studio di questo mezzo di comunicazione per chi è sordo o sordo muto. In seguito a quest'incontro, 20 alunni selezionati tra 7 classi del Linguistico avranno la possibilità di fare alternanza scuola lavoro (Pcto) per avvicinarsi a questo mondo. La prima parte della giornata formativa e informativa è stata caratterizzata dalla proiezione del cortometraggio “Con la S maiuscola - Lingua cultura e identità sorda" introdotto dal



docente di lingua francese Pio Bruno. Il corto presentava storie e testimonianze di persone sorde che comunicano per mezzo della Lis da anni. Molti hanno raccontato le battaglie e difficoltà quotidiane che deve affrontare una persona sorda. Dopo la visione del cortometraggio, tutti gli studenti presenti hanno potuto avere la possibilità di parlare con la docente di Lis Alessandra Mura, una donna sorda che ha partecipato alla realizzazione del cortometraggio e che ha risposto alle domande dei ragazzi con l’ausilio dell’interprete dell'associazione Inmedizione Maria Paola Casula, che traduceva ciò che dicevamo in Lis. Al termine dell’incontro, ho avuto la possibilità di scambiare qualche parola con la professoressa Alessandra Mura, farle delle domande sulla sua esperienza e approfondire il suo pensiero sull’atteggiamento generale verso la Lis. Professoressa Mura, a che età ha imparato la lingua dei «L’ho imparata dopo i diciotto anni perché io stessa ho ricevuto un’educazione oralista ma non per scelta dei miei genitori. Mia madre e mio padre furono convinti dai medici a non usare la lingua dei segni». Ritiene che già da piccoli sia necessario imparare la Lis? «Non sempre, dipende molto dalla famiglia. Sono i genitori i primi a scegliere che cosa insegnare al bambino, se l'italiano oppure la lingua dei segni oppure entrambe: questa è la scelta migliore, permettere al bambino di imparare sia l’italiano parlato e scritto sia la lingua dei segni. Spesso però la Lis è poco conosciuta e molti hanno pregiudizi per motivi storici, per cui sono molto ostili verso la lingua dei segni. Adesso le cose stanno cambiando e cambieranno ancora». Che cosa si sente di dire a chi reputa il linguaggio dei segni poco importante? «Non capisco l’ostilità verso la lingua dei segni. Io penso che tutte le lingue siano belle e vadano conservate, per quello in questo periodo si parla molto anche di salvaguardare le lingue minoritarie e la lingua dei segni è una di quelle. Per le persone sorde la lingua dei segni è fondamentale, si tratta di un canale per loro funzionale e che favorisce la comunicazione e dunque l’integrazione». Quest’ultimo concetto lo condivido in pieno, la lingua dei segni come qualunque altra va rispettata perché favorisce la comprensione tra le persone e rompe l’isolamento delle persone che soffrono di disabilità uditive. Alcune scuole italiane, dopo il riconoscimento ufficiale della Lis da parte del Parlamento, hanno deciso di introdurre l’insegnamento alle Medie.

[19 giorno senza mondiali ] pensieri sparsi

 


Oggi non ho  niente  di   cui  :  auto  analizzarmi   o letture  o  film (  con recensioni   aprioristiche   o  definitive  )   da    segnalarvi   quindi     riporterò  dei miei   pensieri  sparsi . Sapendo  he  anche  in esso    per  chi  sa leggerli    c'è  La libertà di scavarsi a fondo senza rischiare di graffiarsi   (  cit.  di  www.pensierisparsi.it  da  cui  ho tratto l'immagine    riportata  all'inizio  del post    )    o  farlo  senza  troppi  grafi  e  riaprire    vecchie  ferite  o  farse  di nuove  


  •  non sempre  per  brillare  è  necessario brillare  
  • le  invenzioni   o le creazioni che molti  spesso   dobbiamo per  scontate o prevedibili  possono cambiare (  e  a volte  lo  hanno effettivamente  cambiato  )  il mondo   e il  nostro  vivere   ed  creare  in esso  
  • Sbagliare   fa   parte   del  gioco della  vita  . Infatti niente  è più  prezioso  della libertà  di  fallire  Essa  può  far  compiere    delle meraviglie   imprevedibili ed  inaspettate  .

7.12.22

Abodi: "Società di calcio come le imprese, nessun trattamento esclusivo. Le persone non lo accetterebbero. La Juve? Si muore e si rinasce"



speriamo lo mantenga
repubblica  






Il ministro dello Sport ha risposto al Question Time della Camera sulla rateizzazione chiesta da alcuni club di Serie A per i debiti fiscali da pagare entro il 22 dicembre. Meloni: "Lo scudo per le società sportivo è insostenibile". Giorgetti: "Regole uguali per tutti"




"Ci sono molte società di calcio che pagano tutto in regola, magari rinunciando ad acquistare un giocatore in meno, altre no. Il modello da seguire sono le prime e farò in modo finché potrò di far passare questo concetto". Così il ministro dello Sport, Andrea Abodi, in Parlamento durante il Question Time della Camera, ha risposto alle domande di alcuni deputati sulla rateizzazione dei debiti fiscali (Iva e irpef per circa 500 milioni di euro complessivi) che alcune società devono allo Stato entro il 22 dicembre. Abodi ha ribadito che "siamo contrari a delle norme ad hoc per le società sportive e di Serie A in particolare. Le società sportive rientrano nel novero delle imprese e non ci sono le condizioni per mettere a disposizione strumenti esclusivi. L'opinione pubblica non capirebbe".
Abodi: "Calcio e imprese, stesso trattamento"

Secondo il ministro, dunque, un club di Serie A vale proprio come un'azienda. "Questa interrogazione mi consente definitivamente di chiarire una posizione che ho già espresso in Commissione Cultura riunite e confermata dal deposito del parere negativo, avvenuto in giornata, sull'emendamento proposto. La risposta è quindi sintetica: siamo contrari, perchè riteniamo che il sistema sportivo, all'interno del settore sportivo quello calcistico e all'interno di quello calcistico il massimo livello professionistico, possano e debbano trovare soddisfazione delle loro esigenze all'interno del corpo normativo e con parità di trattamento e condizione rispetto al sistema delle imprese".

Abodi: "Il calcio deve trovare delle soluzioni al proprio interno"

Come risolvere, dunque, il propblema dei debiti fiscali con lo Stato?. "Riteniamo che il settore sportivo - ha spiegato il ministro dello Sport -, che al suo interno ha il calcio e nel quale c'è poi la sua massima espressione che è la Serie A, possa e debba trovare soddisfazione alle proprie esigenze nel corpo normativo esistente con parità di trattamento e condizioni al sistema delle imprese. Ci rendiamo conto dell'importanza di questo settore dal punto di vista della socialità e della comunicazione - ha proseguito Abodi - ma non riteniamo ci siano le condizioni per mettere a disposizione strumenti che siano esclusivi del settore. Anche nel rispetto di un concetto che è sia di vita che sportivo: ovvero quello dell'equa competizione". Abodi ha infine sottolineato che "la posizione del governo sul tema è unitaria e che ci sono società virtuose che pagano in modo puntuale i loro adempimenti, magari facendo un acquisto di un giocatore in meno per rispetto delle regole e altri che hanno un paradigma gestionale diverso".
Abodi: "La Juventus? Si muore e si rinasce"

Il ministro dello Sport ha poi parlato dell'indagine che riguarda la Juventus. "Mi trovo in mezzo tra la Procura e la Procura federale. Non sono certo io a dire chi è colpevole e chi no. Però la cosa bella dello sport è che si può morire e rinascere. È successo a tante squadre, il Napoli, il Palermo e alla Juventus stessa che è andata in Serie B. A costo di essere giudicato un pericoloso sognatore, credo che debba arrivare il momento della chiarezza e della responsabilità".
Meloni: "Lo scudo per le società sportive è insostenibile"

Il discorso di Abodi è stato apprezzato dalla maggior parte dell'aula. Ed era stato anticipato, nei contenuti, dalle intenzioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Lo scudo penale per le società di calcio è insostenibile", ha detto nel corso della riunione con i capigruppo di maggioranza.
Giorgetti: "Regole uguali per tutte le aziende"

Riunione in cui il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito che "non ci saranno norme ad hoc per le società sportive, sul fronte dei debiti ci saranno regole per tutte le aziende". Confermando dunque il "no" già espresso dal Mef all'emendamento al decreto aiuti quater per la rateizzazione dei versamenti sospesi per lo sport.



[18 giorni senza mondiali ] non ho resistito a lungo e sono contento per il marocco che arriva a i quarti

 In questi  18  giorni    ho  saputo     resistere      a non vedere    le partite   con i rispettivi  talk show. e  un po'  meno     nel parlare  d'esse anche  se  senza  gol  e  cronache    delle  azioni  e  dei goal   e quindi del  risultato   . Ma il calcio, come la politica, come la vita, senza un sogno e un batticuore è nulla. Ma soprattutto quando a vincere o a lottare fino alla fine sono gli ultimi, quando cadono gli dei e i potenti, è impossibile non emozionarsi. Ora Dopo   aver parlato   di quella  Iran-usa    adesso parlo di  quella   Marocco  - Spagna  . Sarebbe    bello   se    lo  vincesse  , risulterebbe una  vittoria  storica    visto     che  a  vincerlo   sarebbe   una  squadra  Africana    dopo  quasi  un secolo ( dal  1930  )   dalla   sua  istituzione     monopolio   Americano  \  Europeo   .


IL CALCIO, LA POLITICA STRABICA E IL TERZOMONDISMO IPOCRITA
Ieri il Marocco ha (meritatamente) eliminato la Spagna ai calci di rigore negli ottavi di finale dei Mondiali del Qatar.
Onore ai calciatori marocchini.
Ma oltre alla comprensibile gioia dei fan del Marocco, sono saltati fuori le posizioni politiche strabiche e ipocrite a dx e sin.
- In Spagna Vox e fascisti vari indignati per il fatto che una ex colonia spagnola (divisa con la Francia), araba e berbera e di religione musulmana, abbia battuto la Spagna. Vabbè Vox è Vox, se avessero un cervello non sarebbero di Vox. In Italia qualcuno, per esempio i pseudo giornalisti del fogliaccio NoVax e putiniano che si chiama Pravda (cioè La Verità) diretto dalla coppia B&B (Belpietro e Borgonovo) si lamenta del terribile caos creato dai festeggiamenti dei tifosi marocchini (dimenticando che queste cose, se non molto peggio, succedono con tutti: vedi le devastazioni compiute dai tifosi italiani dopo la vittoria ai Mondiali in Germania).
- Dall'altra parte però non siamo messi meglio. La vittoria del Marocco viene vista da qualcuno (pacifinti seguaci di bizzarri sociologi e ipocriti filosofi, terzomondisti d'accatto sullo stile di Di Battista e quei filopalestinesi che vedono tutto il male nello stato di Israele, negli USA e nel cosiddetto Occidente) come una vittoria del terzo mondo sull'Europa, di una ex colonia sugli ex colonizzatori (l'unica cosa indiscutibile) e soprattutto una vittoria dei calciatori che sventolano la bandiera palestinese (alla FIFA e alle autorità del Qatar dà fastidio solo il bracciale LGBT). D'altronde le monarchie arabe amano molto sostenere a parole il popolo palestinese (nei fatti molto meno. Oltre ad arrogarsi il diritto di decidere per il popolo palestinese almeno dal 1948 fino agli anni 90, ricordo quello che diceva un mio amico profugo palestinese cresciuto in Qatar e successivamente emigrato in Francia: i soldati israeliani, che sono nemici, hanno sparato ai miei parenti. Ma i poliziotti del Qatar, che dovrebbero essere amici, ci derubano, ci insultano e ci picchiano e lo stato del Qatar ci schiavizza).
Tornando al Marocco e il sostegno ai palestinesi: nel 1975 muore Francisco Franco e la Spagna abbandona l'ultima sua colonia, il Sahara Occidentale o Saharawi.
Il vicino Marocco (e, solo per qualche tempo, anche la Mauritania) invade l'ex colonia nonostante il suo popolo non sia per nulla d'accordo. Da allora, nonostante varie risoluzioni dell'ONU (ma sappiamo contino ben poco) che ha una missione permanente nel territorio occupato, il Fronte di Liberazione del Saharawi, che ha dichiarato unilaterale la Repubblica Democratica del Saharawi (riconosciuta da circa 80 nazioni) combatte contro l'occupante esercito marocchino e la popolazione che non vive nei campi profughi in Algeria ha scatenato ben due Intifada (già, non ci sono solo quelle contro gli israeliani).
D'altronde per i terzomondisti strabici i cattivi possono essere solo la UE, gli USA, Israele, UK e Commonwealth, al massimo il Giappone


Ma anche dalla recente aggressione da parte , i soliti bastardi xenofobici fascisti , che non hanno neppure di farlo a volto scoperto , dei tifosi marocchini che festeggiavano la vittoria della loro squadra . Era prevedibile , mi fa meraviglia che le nostre forze dell'ordine cosi attente , non lo prevedessero , visto che è da un po di giorni a questa parte, mio malgrado, mi capita di leggere commenti, di "Italiani" "per bene", per niente piacevoli... infastiditi dal fatto che le comunità marocchine, sparse un pò qua e là nella nostra bella ed accogliente Penisola, scendono per le strade a festeggiare le vittorie della loro nazionale!!
[.... ]   
Ben vengano questi pacifici festeggiamenti .. ben venga pure una eventuale vittoria del mondiale da parte della nazionale del Marocco! Ed, invece, non siano benvenuti i commenti razzisti e xenofobi che sto leggendo qua e là... anche da parte di "novelli" Farisei che
si affrettano ad occupare gli scanni più in vista delle aule liturgiche della Chiesa del Vivente!!!
Per Gesù di Nazaret anche un Marocchino è un fratello!!! Un fratello che merita rispetto ed amore...

 
sia ai commenti ------ ( non trovo parole per definirli allora uso questo espediente grafico fumettistico ) al mio post del tipo :
<< Però se per caso lo avessero fatto degli italiani in Marocco...tutti in galera senza ma senza se....emulazione dei marocchini belgi...o dimostrazione di poter fare ciò che si vuole..... >> .
Quindi  finitela    è  lasciamoli   festeggiare   (  finchè  sono  pacifiche  ed   non creano  gravi problemi  d'ordine  pubblico )     ,  come    si  fa  quando    vincono i  campionati le  nostre  squadre  o  la  nostra  nazionale  .  








Da Monti a Capo Nord in bicicletta per il sessantenne Domenico Fresu 4000 chilometri attraverso l’Europa

 


6.12.22

chi dice che le donne al volante siano solo pericolo costante ? il caso delle Donne camioniste, è record negli Usa

   da   https://www.repubblica.it/esteri/

                                       di  Massimo Basile





Le americane che lavorano nell’industria dei trasporti su strada sono 1,6 milioni. Nel settore, infatti, non ci sono abbastanza uomini disponibili. Così in tante lasciano il mondo della sanità, diventato durissimo durante la pandemia, e si mettono al volante di camion e tir. E spesso raccontano la loro vita su TikTok



NEW YORK - Nel thriller Paradise highway Juliette Binoche guida un camion. Nella vita vera Chelsea Ferguson è al volante di un tir. E come lei, Jeanette, Mell, Paula, e altre migliaia di donne che hanno scelto di cambiare vita e lavoro, viaggiando sulle strade d’America, alla guida dei loro bisonti. Il numero delle donne impiegate nell’industria dei trasporti su strada ha raggiunto la cifra record di un milione e 600 mila, il dato più alto da quando il Bureau of Labor Statistics ha cominciato a raccogliere i dati, nel 1990. La quota di donne che ha raggiunto un picco senza precedenti, pari al 18 per cento. E la maggior parte ha scelto di guidare. Il fenomeno, come spiega il sito Quartz, è legato alla difficoltà crescente di trovare uomini diposti a guidare e stare in viaggio per sedici ore al giorno. Il settore è a corto di ottantamila guidatori, secondo il report di ottobre pubblicato dall’American Trucking Associations, la più grande organizzazione dell’industria di trasporti su strada. Le donne stanno aiutando a coprire il vuoto.

L'ex infermiera

“Se non puoi attirare uomini bianchi, come erano soliti fare - spiega Michael Belzer, professore alla Wayne State University e ex camionista - allora ti rivolgi ad altri gruppi”. Chelsea Ferguson è una delle “donne bisonte”. A 28 anni, dopo aver passato un decennio nel settore dell’assistenza medica, ne aveva abbastanza. I due anni di emergenza pandemica l’hanno sfibrata. Certi giorni lavorava anche sedici ore, e sempre in piedi. “Dopo la pandemia - racconta a Quartz - ho deciso di prendermi una pausa”. La pausa è diventata un addio. A gennaio ha lasciato il suo lavoro di infermiera professionale ed è andata in una scuola guida per prendere la patente commerciale in Arizona. Adesso lei e il marito, camionista, fanno i turni al volante di un tir con rimorchio che porta legname e carta igienica in tutto lo Stato.
Nonostante questa sia una categoria sottopagata, Ferguson sostiene di guadagnare novemila dollari in più rispetto a quando faceva l’infermiera. Negli Stati Uniti lo stipendio medio è di circa 54 mila dollari l’anno. I camionisti vengono pagati solo quando sono in viaggio, non quando il tir è bloccato nel traffico o in attesa di un carico e scarico. Storicamente sono stati molti i motivi per cui le donne si tenevano lontane da questo lavoro: guidare un tir è duro, serve forza, per non dire dell’ambiente maschilista e del rischio di abusi sessuali. Ma il settore non può più farne a meno. “Fino a pochi anni - spiega Ellen Voie, presidentessa di Women in Trucking Association, sindacato delle donne camioniste - avrei detto che le donne lasciavano un impiego pubblico per unirsi a noi. Adesso arrivano in gran parte dalla sanità. È incredibile”.

Le loro storie su TikTok

La natura solitaria del lavoro fa la sua parte. “Molte persone - conferma Desiree Wood, presidentessa di Real Women in Trucking, un’organizzazione in difesa della categoria - non vogliono più avere a che fare con il pubblico”. È un modo di guadagnare più che da McDonald’s e non è richiesta una laurea. Su TikTok gli account delle donne al volante stanno diventando sempre più popolari. Le clip delle varie Emma, Paula e Helena alla guida dei ‘bisonti della strada’ raccolgono migliaia di interazioni. C’è Mell che racconta di aver cominciato a 22 anni e mostra il suo viaggio lungo una striscia di asfalto disseminata di palme tropicali, poi montagne e deserti. Lei che cambia una gomma, fa il pieno, attraversa una specie di Grand Canyon. “Impari a stare bene da sola”, dice ai follower. O ‘Blackgirlrave’ che si riprende in shorts, gambe tatuate, mentre guida un tir. Il suo motto è “Just another day, another dollar”, ‘solo un altro giorno, e un altro dollaro’, titolo di un brano rap. Con il passare del tempo l’età è scesa: sono molte le ventenni che si mettono al volante. E i colleghi maschi, dopo averle viste con sospetto, cominciano a restare ammirati. “Voglio dire - commenta Wood - se sei una donna camionista, beh, vuol dire che sei una tipa tosta”. 

Napoli, Federica: "Ho una laurea, ma sono felice di aver vinto il concorso da spazzina"

 

  da  https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/12/06

di Antonio di Costanzo

La 24enne da ieri è un'operatrice ecologica nell'azienda dei rifiuti di Napoli: "Finalmente un lavoro vero e di grande dignità. E mi renderà indipendente"

A 24 anni il suo futuro da laureata è in Asìa, l’azienda per la gestione dei rifiuti a Napoli, dove da ieri è stata assunta come spazzina. E la cosa sembra proprio non crearle problemi. Anzi, Federica Castiglia, una laurea in ottica e optometria, è felicissima di aver vinto il concorso nella società del Comune: “E’ un lavoro vero e stabile e, poi, diciamocelo: è un posto fisso che dà ampie garanzie. E non trovo nulla di particolare in una laureata che, come lavoro, sceglie liberamente di fare la spazzina”.

Nessun pentimento per aver rinunciato al percorso di studi che aveva portato a compimento?

“Francamente no. Sono solo molto emozionata. Tra l’altro dopo l’articolo di Repubblica mi stanno chiamando televisioni e giornalisti interessati alla mia storia. Sono diventata famosa”.

Una laureata che fa la spazzina colpisce.

“Per me è un lavoro di grande dignità. E poi l’aver vinto questo concorso e aver conquistato un posto fisso mi dà maggiore tranquillità. A 24 anni soffrivo il fatto di pesare ancora sulle spalle dei miei genitori. È frustrante non riuscire a rendersi indipendente. Devo dire che anni di studio non sono stati ripagati”.

Quando si è laureata?

“Nel 2021. Ero molto indecisa sul percorso di studio. Scelsi l’ottica dopo aver assistito a una lezione che mi rimase impressa, mi iscrissi e mi sono laureata in tempo. Credetemi: ci ho messo davvero tanto impegno, ma poi trovare un lavoro è stato difficile”.

Nulla?

“Solo contratti di apprendistato, senza nessuna garanzia e prospettiva. Invece, ora sono in un posto sicuro, dove i diritti vengono rispettati e la paga è coerente all'orario di lavoro svolto. L’Asìa rappresenta una certezza per il mio futuro”.

Dottoressa Castiglia mica vuole dire di essere pentita di aver studiato?

“No questo no. Anche se qualche dubbio alla fine viene. Ma in fondo a me è andata bene comunque”.

E i suoi genitori, cosa dicono della scelta di partecipare a un concorso da spazzina nonostante la laurea conseguita. Loro che lavoro fanno?

“Mio padre è un poliziotto in pensione, mia madre casalinga. Sono contenti che io abbia trovato una occupazione vera e che adesso sono indipendente da loro. Abbiamo festeggiato”.

Come utilizzerà il primo stipendio?

Finalmente mi potrò comprare un’auto. La prenderò con il cambio automatico. Perché nel traffico è più comoda, è un piccolo sogno che adesso posso realizzare”.

“Finalmente mi potrò comprare un’auto. La prenderò con il cambio automatico. Perché nel traffico è più comoda, è un piccolo sogno che adesso posso realizzare”.

L’AQUILA E LA BAMBINA CIECA

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