Ringrazio l'amica fb
https://www.facebook.com/maria.patane.370 per avermi segnalato questo post di Laura Marrucci
Giò è un bambino di ormai 9 anni che da 5 mesi vive in casa famiglia. IL motivo per cui sta lì e non a casa sua, con la madre e la sorella, è che deve recuperare il rapporto col padre. lo hanno stabilito degli adulti, che a prescindere da come sia il padre, hanno deciso che il bene superiore di giò sia di recuperare
il rapporto con lui. perché ciò sia possibile non è il padre che magari forse, e dico forse, dovrebbe rivedere un attimo i suoi comportamenti.
no. E' giò che 5 mesi fa è stato portato via a braccio, con l’inganno, per finire parcheggiato in una struttura. secondo certi adulti, interpretando a proprio comodo una certa normativa vigente scritta male, e cioè per la precisione la l. 54 del 2006, i bambini devono avere rapporti con entrambi i genitori sempre e comunque; anche se il padre li ha violentati; anche se il padre ha mandato la madre in ospedale; anche se il padre persino è stato già condannato penalmente per violenze familiari. niente, ci devono stare, devono avere rapporti con lui, e se ne hanno paura o proprio non ne vogliono sapere, è colpa della madre.
Urge ricordare che ci sono fior di psichiatri e psicologi, che fanno corsi a avvocati e giudici e altri psichiatri e psicologi, che affermano che in casi di violenze i minori debbano per forza essere allontanati.
ci rendiamo conto?
immedesiamoci nelle vittime. una donna subisce violenza, i figli assistono o ne sono vittime primarie essi stessi. l’adulta denuncia, e i figli, vittime primarie o secondarie, vengono portati via. grandioso, no? torniamo a giò, che sono 5 mesi che sta in struttura. gli adulti che l’hanno messo lì pensando al suo bene superiore, relazionano che continui a non avere troppa voglia di stare col padre. lamentano che il bimbo abbia nostalgia della madre e di casa sua, che le rammenti. è stranissimo che una persona abbia mancanza dei suoi affetti e di casa sua, vero? ma la società patriarcale insegna come i bambini, non essendo adulti, non sono delle persone ma dei bambolotti con cui giocare a piacimento, per guadagnare o per mantenere lo status quo. quindi a giò mancano mamma e casa, non sta bene in struttura, ma gli adulti deputati a decidere dicono che sia ancora colpa della madre, che lo vede un’ora a settimana. e lei, in tutta questa barbarie, è pure “fortunata” perché lo vede, dal momento che tantissimi bambini strappati non hanno più rivisto la madre neppure in cartolina. per alcune madri e alcuni figli sono trascorsi anni prima di potersi rivedere, per altre e altri ancora il novero del tempo mancato non è compiuto. il fatto è che sotto i nostri occhi pigri si stanno compiendo delle nefandezze di impossibile paragone. e le ignoriamo scientemente. mettiamoci per un secondo nelle carni di giò, e di tutti quelli come lui. a 8, 9, 10, 12, 3, 15 anni, dove avremmo voluto stare, e con chi? ci sarebbe piaciuto essere stati schiaffati in struttura nel tentativo di resettarci, annullando dunque la nostra persona, perciò tentativ seo impossibile ? ho 42 anni e ancora conservo il pelouche con cui dormivo da bambina. giò, e tutti quelli deportati come lui, non ce l’ha più, che bambini sono adesso. giò e gli altri sono stati condannati per volere bene a chi ha sempre loro voluto bene. succede accanto a noi, accosto la porta di casa del vicino. non guardiamo dall’altra parte. giò e quelli come lui sono io, siamo noi.laura marrucci o io, siamo noi.
Laura Marrucci