7.9.23

lezioni di filosofia del prof . cristian porcino . LA FELICITA'

visto   il successo   del video precedente  (   qui  sul  suo  account  istangram  oppure qui   su  questo
blog
  )   io  e Cristian  abbiamo deciso  di  iniziare  una  nuova  rubrica    cioè  una  serie  di   lezioni  filosofia 
  buona visione  a tutti\e 










ci sono anche omossessuali o transgender al di fuori dei fondamentalisti del movimento LGBT che rifiutano il loro fondamentalismo

da etero e  da  quello  , che la destra soprattutto quella più reazionaria ed conservatrice chiama ideologia woke ( un termine che si riferisce a un insieme di idee e attivismo che si concentrano sulla promozione della giustizia sociale e dell’uguaglianza per le persone appartenenti a gruppi storicamente emarginati o discriminati sulla base della loro razza, genere, orientamento sessuale, religione, etnia o altro ) , devo dare loro ragione anche  se   lontani  da me   anni luce  e    al 99,90 %  i loro articoli  che  riguardano tali    argomenti  sono  talmente   pieni di odio  e  omotransfobia   ed  generalizzazioni     in quanto  non tutti omossessuali  ed   i  tansgender    fanno  parte  del movimento lgbt  . 


 
<< c’è chi pensa che sia normale parlare di uomini con le mestruazioni [...] . La  comunità Lgbt vuole dettare le regole del gioco, pena piogge di accuse di transfobia, omofobia e stupidaggini simili. Il disegno è chiaro: cancellare il genere. [... nel nome dell’inclusione prosegue la battaglia per eliminare le differenze. Un’idea di libertà alquanto buffa, che rischia di rendere il pianeta come un semplice assembramento di mutanti. I cromosomi parlano chiaro, ma c’è chi guarda oltre. L’ennesimo tentativo di mettere un segno “x” sul genere è legato alla stiratura del seno, brutale fenomeno di determinate regioni africane ma anche primo step della rimozione chirurgica delle tette.>> Ora Da Elliot (ex Ellen) Page in avanti, un trionfo di cancellazione del seno. Come rimarcato dal Foglio, la maggior parte delle “top surgery” viene praticata negli Stati Uniti, con un giro d’affari esorbitante. Le mastectomie sono praticate già negli ospedali pediatrici a partire dall’età di 12 anni – non è necessaria un’età minima – i dati sono impressionanti: lo studio pubblicato dal Journal of the American Medical Association rivela che dal 2016 al 2019 sono stati eseguiti oltre 48 mila interventi chirurgici di “affermazione del genere” (GAS, Gender Affirmation Surgery). Il 52,3% delle operazioni ha riguardato persone di età compresa tra 19 e 30 anni, mentre il 7,7% ha tra i 12 e i 18 anni.“È chiaro che i corpi dei bambini vengono alterati chirurgicamente”, l’analisi del The National Review, che ha acceso i riflettori sulla crescita esponenziale dell’isteria transgender: “Un numero spaventoso di bambini viene sottoposto a transizione chirurgica (…) quando gli studi mostrano che la confusione di genere nei bambini e negli adolescenti è spesso transitoria e la detransizione è in crescita”. Il giornale statunitense ha anche citato i dati dello studio della Vanderbilt University, secondo cui 489 minori – di età compresa tra 12 e 17 anni – hanno subito mastectomie nel 2019. Numeri che dovrebbero portare a una riflessione anche tra i talebani del settore, pronti a tutto per archiviare il genere in nome di una libertà che rischia di costare parecchio in termini di salute ma non solo.


quindi  si   alla  libertà   di sentirsi   come  si  vuole    e  di sentire  le  proprie  inclinazioni   sessuali ma  con giudizio  cioè   senza pretendere  di creare  un modello sessuale  unico   che  cancelli le  differenze  .   

Sesso e abusi secondo i teenager. "Toccare non è violenza" e "l'abito può provocarla" per 1 su 5. Se non si risolve il problema alla base è inutile istituire giornate come il 25 novembre

  inutile  fare le  giornate    contro il  femminicidio     se  non si è capice  d'affrontare il problema   alla  radice    e s'affonta  solo   dal punto di vista  repressivo ed  propagandistico .  Infatti  : 

Sesso e abusi secondo i teenager. "Toccare non è violenza" e "l'abito può provocarla" per 1 su 5
Storia di webinfo@adnkronos.com (Web Info) •1 ora/e

(Adnkronos) - Toccare le parti intime di una persona senza il suo consenso "non è violenza" per 1 adolescente su 5. Una stessa quota pensa che le ragazze possano provocare la violenza sessuale se mostrano un abbigliamento o un comportamento provocante. Solo alcuni dei dati che emergono da un'indagine condotta da Ipsos per ActionAid su un campione rappresentativo di circa 800 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni. 
Video correlato: Sesso e violenza: così i giovani diventano dei "mostri" (Mediaset)

Perché si diventa oggetto di violenza? In risposta a questa domanda al primo posto vengono indicate le caratteristiche fisiche (50%), poi l’orientamento sessuale (40%) e l’appartenenza di genere (36%). Il primo danno indicato dal 27% degli intervistati, senza distinzione di genere, è il malessere psicologico, al secondo posto isolamento e depressione (21%) e al terzo posto disagio e vergogna (18%). Un altro dato significativo è che "non sempre i ragazzi e le ragazze che subiscono una qualche forma di violenza poi la denunciano", evidenziano gli autori. Il motivo principale è la vergogna nel raccontarlo al mondo adulto, seguita dalla paura a dirlo e l'inutilità della denuncia, il timore di ulteriori minacce da parte dell’aggressore. Nella fascia di età 17-19 anni si registra la più alta frequenza di atti violenti subiti, che può derivare - interpretano gli autori - da una maggior consapevolezza di quanto viene vissuto.
RAGAZZE NEL MIRINO - Fra le convinzioni condivise da una quota minoritaria seppur significativa di teenager c'è quella che le ragazze possano provocare la violenza sessuale se mostrano un abbigliamento o un comportamento provocante. E molti di più, 4 su 5, credono che una donna, se davvero non lo vuole, può sottrarsi a un rapporto sessuale. Chi subisce violenza? Le ragazze più dei ragazzi, analizzano i giovani nella ricerca. Sono loro a vivere con maggior frequenza atti di violenza tra pari, in qualsiasi forma si manifesti: molto più spesso dei coetanei maschi assistono a gossip, prese in giro, insulti, scherzi, esclusione di persone dai gruppi, a situazioni in cui le parti intime vengono toccate senza consenso, alla diffusione non consensuale di foto e video di situazioni intime.  Inoltre, rileva l'indagine, le ragazze rischiano più spesso di ricevere molestie verbali mentre camminano per strada, di essere toccate nelle parti intime, di essere vittime di scherzi o commenti a sfondo sessuale e della diffusione di foto/video che le ritraggono in situazioni intime. I ragazzi invece rischiano principalmente di essere picchiati e le persone transgender/fluide/non binarie di venire insultate.   [.... ]

6.9.23

DIARIO DI VIAGGIO N°7 ANNO I . Zaini scolastici del marchio Esercito distribuiti da Giochi preziosi., bliz a caivano Inutile sceneggiata per propaganda” o intenzioni serie di risolvere il problema ?

leggendo sul Fq 6 SETTEMBRE 2023

Zaini scolastici del marchio Esercito distribuiti da Giochi preziosi, l’Osservatorio: “Vogliono trasformare le classi in caserme, boicottiamo”

Zaini scolastici del marchio Esercito distribuiti da Giochi preziosi, l’Osservatorio: “Vogliono trasformare le classi in caserme, boicottiamo”




“Boicottiamo gli zainetti scolastici della Folgore e degli Alpini prodotti dal marchio Esercito e distribuiti da Giochi preziosi. Le aule non sono una caserma”. A lanciare una vera e propria contro campagna pubblicitaria è l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, che da qualche giorno ha scoperto che quest’anno accanto alle cartelle di Barbie, Turtles o Shaman King, la nota azienda di
giocattoli e di materiale didattico ha sponsorizzato la linea dell’Esercito italiano con sei prodotti: lo zaino blu con il marchio Folgore (75 euro su Amazon), quello verde con la scritta Alpini (stesso prezzo), quello con la stampa ufficiale Esercito (medesimo costo) e gli astucci simili al costo di 13,99 euro, sempre su Amazon. Il tutto con tanto di slogan: “Che tu sia fan dell’esercito, della F
olgore o degli Alpini, potrai trovare il modello più adatto a te!” . [...... qui il resto dell'articolo ]

Si tratta solo di  una  Campagna di militarizzazione della società o Ringraziamento come ha replicato la ditta, per il lavoro svolto durante la pandemia, ai militari ? Mah . Io essendo abituato a vedere ( o almeno a provarci ) a vedere oltre il bianco e il nero ci vedo  oltre  ai due  elementi un trovatapubblicitaria a costo zero o quasi utile ad entrambi.
Alla ditta dei prodotti 
 per attirarsi come clientela i fans di vannacci o delle forze dell'ordine o di coloro che hanno come valori ordine ed disciplina ed usano come tutti grandi marchi pubblicitari di prodotti  (  non solo  giocattoli  )  per bambini/e "l'intermediazione "dei genitori  in quanto   i  bambini  pur   di  essere visti come   sfigati  chiedono  insistentemente    di comprargli   i  prodotti reclamizzati 
All'esercito  per fare passare in secondo piano (e prenderne le distanze ) la popolarità che sta avendo (ed ha ) a livello di base nelle forze armate il generale prima citato.


......


Dopo il raid nel quartiere della periferia più degradata di Napoli, Caivano, uno show con forze dell’ordine e telecamere, il governo mostra di nuovo i muscoli: "Conto che in Consiglio dei ministri domani ci sia un provvedimento a proposito di baby gang e delinquenza minorile, che aumenta i controlli e le sanzioni”, dice infatti in un’intervista a Rtl 102,5 il vicepremier e ministro delle
Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini. << Abbassare l'età per essere imputabili è utile perché il 14enne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne >>, spiega ancora a repubblica  doggi ,  (  qui l'articolo )    << La sicurezza è una priorità >>. E e il provvedimento, sottolinea, << era già pronto da tempo perché i decreti non si fanno in un quarto d'ora e l'operazione a Caivano non è stata “uno show>>. Ora speriamo che al  maxi blitz a sorpresa ( Sic ) con elicotteri e 400 uomini per sequestrare poco o nulla ed non arrestate nessuno non sia la solita gazzosa propagandistica . Per tranquillizzare l'opinione pubblica ma soprattutto chi ha votato ancora la sicurezza disciplina .. E che l'annuncio della presentrazione in consiglio dei ministri del nuovo decreto contro la delinquenza minorile non siano le solite grida manzoniane progandistiche alla Salvini dettate dai fatti di : palermo e di caivano. Visto che ed la storia lo ha sempre dimosrato le operazioni di polizia di questo tipo possono avere un impatto limitato sulla criminalità organizzata e che è necessario affrontare il problema in modo più ampio, affrontando le cause sottostanti della criminalità e investendo nelle comunità colpite. Infatti   : 

da Saviano accusa Meloni: “Inutile sceneggiata per propaganda” (41esimoparallelo.it) 
[..... ]Gli agenti impiegati nel maxi-blitz hanno trovato appartamenti vuoti e sequestrato una quantità di denaro che per una piazza di spaccio sono solo pochi spiccioli. La camorra ha avuto tutto il tempo di mettere al sicuro ciò che non doveva esser trovato. Risultato? Qualche pregiudicato andrà sotto processo, terranno dei blindati in strada per un po’ di tempo fingendo di credere che possano funzionare da deterrente… E poi, come sempre, il nulla. I maxi-blitz, come avvenuto a Caivano, non cambiano il destino di un territorio, non offrono riscatto, sono operazioni fatte per pura propaganda politica.

è   sempre stato  cosi  nella   nostra storia nazionale  . Altrimenti non si spiegherebbe  come  mai prosperano Le mafie 

4.9.23

cosa è 'l'amore ? risposta del dottor Cristian Porcio autore di Sulle tracce dell'altrove

un piacere ascoltare le parole di Cristian . Condivido ciò che dice. Però dico anche di non smettere mai di credere nell'amore. Perché lí fuori potrebbe esserci qualcuno\a che ti aspetta, che ti merita e ti accetta per ciò che sei. Per la grande persona che sei!!! ma ma sopratttutto perchè l'amor merità  qualuque  esso  sia  per parafraare una famosa canzone dal titolo omonimo

 


Non credo di © Daniela Tuscano

No, io non credo. Non credo che il crocifisso "apparso" a Michael Zanera tra le lamiere incandescenti gli dicesse "La tua fine è vicina". Non credo a un Dio compiaciuto della sofferenza umana. Non credo a un Dio che ci chiede di offrirci in olocausto.
Naturalmente si può, a volte si deve farlo. La storia cristiana, di ieri e di oggi, è costellata di martiri. Ma al Dio che immola le sue creature continuo a non credere. Chi ha dato la vita l'ha, appunto, donata. L'ha
consegnata volontariamente perché tutti "l'abbiano in abbondanza". Ha amato da morire per alimentare la vita. Sull'esempio di Cristo.
Ma la croce di Cristo non è una conclusione. È la porta stretta attraverso cui abbiamo la resurrezione. Non solo nell'aldilà. Adesso. Una vita cristiana è una vita doppia, una vita più vita, una vita più carnale.Michael Zanera non si era offerto in olocausto. E benché spesso siamo incapaci di comprendere le vie di Dio, di una cosa sono sicura: egli non voleva che Michael e i suoi compagni morissero, come non ha permesso il sacrificio di Isacco.
Certo, in questo caso, nessun angelo è intervenuto. Forse perché un angelo, sia detto senza retorica, si trovava già in quel nome "Michael", su quelle rotaie, e al posto della spada aveva accanto un crocifisso fiammeggiante. Un crocifisso che si è identificato non nella morte - che non desiderava - ma nella vita di Michael e amici. Una vita in bilico per ottocento euro al mese.
Il crocifisso è apparso a Michael, come si è fatto deporre tra la popolazione di Leopoli straziata dalla guerra, per dire che quello è il suo posto: tra gli sfruttati, i dimenticati, le vittime dell'ingiustizia e della violenza umana. Michael e gli altri sono morti per mano dell'uomo, perché è l'uomo che sfrutta, l'uomo che scatena le guerre, l'uomo che riduce il prossimo a scarto.
E tra gli scarti, i rifiuti di Ulan Bator, ai confini del mondo, è stata trovata da una donna - una madre - una statua di Maria. La Madre. Il volto femminile di Dio. A ricordare che nessun uomo, nessuna donna sono inutili. No, non credo nel Dio che ci vuole morti. Credo nel Dio che ci vuole vivi e non ci abbandona nella morte, nemmeno la più infame. Ma per quell'infamia che Dio condivide, che è un insulto a Dio, saremo chiamati in giudizio.

diario di bordo n°6 anno I . centro destra fra no castrazione chimica ed l'onda lunga del caso Vanacci ., Altro che Lukaku Benvenuto Azmoun Con Taremi ha sfidato il regime iraniano

da il FQ  del 4\9\2023

 CI RISIAMO I cruenti stupri estivi che hanno riempito le cronache di fine Agosto hanno riaperto il dibattito sulla castrazione chimica. Sorvolando sull’assoluta inutilità di un trattamento farmacologico applicato alla risoluzione di un problema culturale, esistono anche considerevoli aspetti etici che spingono ad interrogarsi sull’ipotesi di un intervento simile. Nonostante la proposta infatti parta dalle file della maggioranza con un disegno di legge depositato dalla Lega, anche all’interno della maggioranza stessa si levano numerose voci critiche. Rita Dalla Chiesa si fa portavoce della posizione di Forza Italia, mettendo in luce tutte le contraddizioni che una coercizione somatica ad opera dello Stato porta con sé: “Se s’introduce la castrazione chimica lo Stato fallisce. Uno Stato non può intervenire sul corpo di un individuo, nel modo più assoluto. Ci sono altre cose che dovrebbero aiutare a far sì che tutto quello che sta succedendo, che è veramente una cosa terribile, non succeda più”. Oltretutto la parlamentare azzurra sottolinea un altro potenziale rischio intrinseco alla proposta: la potenziale arma di distrazione di massa, che potrebbe allontanare invece da provvedimenti concreti.

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semre  dal  
  • Il Fatto Quotidiano
  • PAOLO ZILIAN
  • Altro che Lukaku Benvenuto Azmoun Con Taremi ha sfidato il regime iraniano

    “Le regole imposte qui in nazionale ci impediscono di parlare finché siamo in ritiro, ma non ce la faccio più a restare in silenzio. La punizione è l’espulsione dalla nazionale? Beh, cacciatemi. Se sarà servito a salvare anche una sola ciocca di capelli delle donne iraniane ne sarà valsa la pena. Quanto sta succedendo non sarà mai cancellato dalle vostre coscienze, io non ho paura. Vergogna per voi che avete ucciso con tanta facilità gente del nostro popolo: e viva le donne iraniane. Se questi sono i musulmani,che Dio faccia di me un infedele”.Non so voi: ma anche se il nuovo acquisto accolto con festeggiamenti da mille e una notte a Roma dai tifosi giallorossi è stato Romelu Lukaku, io sono più contento che in Serie A, sotto il Cupolone, sia arrivato Sardar Azmoun, 28 anni, il calciatore di cui avete appena letto la presa di posizione contro le violenze del regime del suo Paese, l’iran, all’indomani dell’assassinio di Masha Amini, la ragazza uccisa per aver indossato il velo in modo improprio e la cui morte fece sprofondare l’iran, nell’autunno scorso,in una spirale di proteste, repressioni e violenze. Erano, per il calcio, i giorni dell’avvicinamento ai mondiali in Qatar dov’era atteso anche l’iran. Che fece bella figura in campo, eliminata solo all’ultima partita del girone dagli USA di Pulisic dopo uno storico 2-0 rifilato al Galles di Bale e Ramsey, ma soprattutto fuori dal campo per la fermezza e il coraggio mostrati dai suoi calciatori che al debutto contro l’inghilterra si rifiutarono di cantare l’inno nazionale rimanendo muti in mondovisione, non esultarono dopo i due gol segnati da Taremi a Pickford e si mostrarono uniti nel manifestare solidarietà alle donne del loro Paese e al popolo in protesta: tutto ciò pochi giorni essere stati ricevuti dal presidente dell’iran Ebrhaim Raisi. La gran parte dei giocatori avrebbe fatto ritorno in patria a mondiale concluso ma anche i più famosi, come Azmoun, Taremi e Ghoddos, da anni in Europa (Azmoun in Germania nel Leverkusen, Taremi in Portogallo nel Porto, Ghoddos in Inghilterra nel Brentford), avevano e hanno famiglie e parenti in Iran. Si parlò di impedire loro il rientro in patria per sempre. Schierarsi contro il regime non fu affatto una scelta semplice.

    Non lo fu nemmeno per Mehdi Taremi, il 31enne attaccante iraniano il cui passaggio al Milan è sfumato proprio in chiusura di mercato, il bomber che con i suoi gol e le sue giocate nel Porto aveva eliminato dalla

    Champions negli ultimi anni prima la Juventus di Pirlo (2020-21), poi proprio il Milan di Pioli (2021-22). Pur provenendo da una famiglia conservatrice, benestante e filo-governativa, Taremi non ha esitato, come Azmoun, a esporsi personalmente sui social nei giorni terribili della repressione del regime di Raisi. “La giustizia non può essere fatta con un cappio”, scrisse su Twitter dopo l’impiccagione di due giovani manifestanti e la condanna a morte, poi tramutata in condanna a 26 anni di carcere anche grazie all’hashtag #Notoexecution rilanciato da lui e altri noti calciatori europei, decisa sul conto di un calciatore del Tractor, Amir Nasr Azadani, accusato di “Mohaerebeh” (guerra contro l’islam e lo Stato). “Quale società troverà mai pace se ogni giorno ci sono spargimenti di sangue ed esecuzioni?”, chiedeva Taremi schierandosi contro il governo e a fianco dei manifestanti e del popolo.

    Dall’iran con onore: quando il calcio diventa civiltà, umanità, ardimento. Benvenuto a Roma Azmoun. E che peccato non averti qui con noi, Taremi.

    Racconigi “Sculacciami” e “Pornodiva”: adesivi con frasi sessiste alla festa di paese, i genitori contro i dj di radio Gran Paradiso ma dovrebbero spiegare ai loro figli \e perchè non va bene

    Era  ora che qualche genitore si svegliasse ed indignasse giustamente contro tale messaggio . Speriamo che all'indignazione segua anche una risposta educativa che spieghi al loro figli \e perchè ciò non va bene . Solo cosi si pu.ò evitare che la protesta sia solo un fuoco di paglia e visto che i figli lo vedono solo come chiusura mentale da arte di genitori e trasgrediscono andando alla ricerca di quello che viene a loro proibito oppure peggio fiscono per autolimitarsi se va bene o per fare stupri .
    Ecco i fatti da

    “Sculacciami” e “Pornodiva”: adesivi sessisti alla festa di paese, i genitori contro i dj di radio Gran Paradiso
    Il Comune di Racconigi si dissocia: “Iniziativa di pessimo gusto”. La gaffe per difendersi: “Era tarda sera, pensavamo fossero rimaste soltanto persone maggiorenni”

    No, gli adesivi con la scritta “sculacciami”, “ingoio tutto” o “cerco una banana”, “pornodiva”, non sono passati inosservati. E non sono piaciuti. Un’iniziativa festaiola da sagra di paese che si è trasformata in un boomerang, in un periodo in cui le immagini dello stupro di Palermo, così come delle violenze di Caivano, ancora freschissime, sono ancora negli occhi di tutti. Sono stati in molti a non gradire affatto le scritte sugli adesivi che i disk jokey di Radio Gran Paradiso hanno distribuito, qualche sera fa, alla festa del Borgo Macra di Racconigi, nel Cuneese. Adesivi che in realtà girano già da un po’ di tempo nelle feste promosse dalla storica radio del Canavese, che trasmette dal 1976 in tutto il Piemonte da via Arduino a Cuorgnè. Una vera istituzione locale, perché Radio Gran Paradiso è anche sinonimo di festa, serate disco e latino americano, dj che da anni fanno ballare interi paesi.
    Questa volta, però, la festa di Racconigi ha alimentato una feroce polemica sulla piazza virtuale dei social. A sollevare il caso sono state alcune famiglie, dopo che nei giorni successivi all’evento, qualche ragazza si è dichiarata preoccupata dopo aver visto le fotografie della festa, con quegli adesivi espliciti incollati sui vestiti, pubblicate sul web.Tanto che, dopo le segnalazioni arrivate al Comune di Racconigi e all’ente che ha organizzato la serata, qualcuno ha pensato anche di rivolgersi a un legale. L’amministrazione comunale, con una nota ufficiale, si è poi dissociata da quanto accaduto, prendendo le distanze «nel modo più totale e assoluto dagli adesivi riportanti parole ed epiteti di pessimo gusto». E dato che palazzo civico ha concesso un contributo economico, l’amministrazione ha dovuto anche precisare che nessuna bozza degli adesivi è stata mai condivisa con gli uffici o con gli amministratori. Ovviamente il comitato organizzatore ha negato di essere stato messo a conoscenza dei gadget, «stampati e portati alla festa in modo del tutto autonomo dalla radio alla quale era stata affidata l’animazione della serata».
    Stranamente sorpresi dalle polemiche, i responsabili di Radio Gran Paradiso hanno fatto ammenda. Le immagini e i video postati sui canali social sono stati rimossi ed è arrivata anche l’assicurazione che, alle prossime feste, i dj non faranno più uso di quegli adesivi. «Radio Gran Paradiso si è sempre caratterizzata per essere la radio della gente e ha sempre agito cercando di rispettare la sensibilità di tutti - conferma, per l’emittente, Loredana Comolli -. Siamo dispiaciuti per il fatto che la distribuzione degli adesivi abbia suscitato polemiche e disagio, è la cosa più lontana dal nostro operare, da sempre volto all’intrattenimento e al divertimento della gente. Gli adesivi sono stati distribuiti a tarda ora, presumendo che non ci fossero più minori non accompagnati dai genitori. Ci scusiamo per avere urtato la sensibilità di alcune persone». Quindi, tutto bene se gli adesivi fossero stati distribuiti a dei maggiorenni?

    3.9.23

    Il medico al ladro che gli ha svaligiato l'auto a Milano: «Restituiscimi almeno gli appunti, ti aiuterò a trovare lavoro»

    in tempo  di  giustialismo  forcaiolo   c'è ancora  qualcuno    cha  capisce    e  comprende    del perchè si ruba  ed  si è costretti a  rubare  . ecco    la  storia    di  un medico a  cui  il lado   ha  svaligiato  l'auto   .


     da  https://www.msn.com/it-it/notizie/ del 3 settembre 2023  fonte  Il Gazzettino


    I cittadini di Milano, ormai, pensano che la città non sia più sicura: troppi furti e atti di delinquenza agitano gli abitanti della metropoli che, quasi tutti i giorni, sono vittime di criminali. Così, è capitato anche a Fabio Puccio, siciliano di Porto Empedocle e specializzando in Ginecologia e ostetricia in Bicocca al quale sono stati rubati, dalla sua auto il 31 agosto, importanti materiali universitari, oltre a borse, vestiti e portafogli. Il ragazzo ha deciso di fare un appello al ladro che l'ha derubato.Su un palo in Corso Como, Milano, uno dei luoghi più famosi della movida cittadina, è comparso un cartello con un appello che comincia così: «Messaggio al ladro». Stesso cartello anche in zona Garibaldi. L'autore è Fabio Puccio che, nel resto del suo appello, ha scritto: «Sono l'ex proprietario delle borse, dei vestiti e del portafogli che hai preso». La vittima chiede di riavere una cosa in particolare: «Il libro quello grande, gli appunti universitari e i foglietti scritti a penna. A te probabilmente non serviranno a niente ma per me non averli è un grande disagio. Sono disposto a perdonarti e a darti una mano». Fabio è stato intervistato da Il Corriere della Sera al quale ha detto: «Non è nella mia indole fare del male. Il ladro ha rubato in una Kia Rio sporca e ammaccata, forse vive una situazione di disagio.

    Un po’ paternalisticamente, voglio provare a dargli un’opportunità. Faccio la guardia medica in via Farini. Giovedì sera parcheggio l’auto, salgo in ambulatorio. Poi torno in strada per prendere lo zaino in cui conservo tutti gli appunti della specialistica degli ultimi tre anni. Sono scritti a mano, destinati a me soltanto, hanno un’immediatezza che nessun libro potrà mai darmi. Ma dello zaino non c’è traccia. Nessun segno di effrazione né vetri rotti. Solo l’auto vuota». 

    Dopo avere scoperto il furto, Fabio ha sporto denuncia e, poi, spiega: «Ho anche scritto quell’appello per il ladro e ho appeso varie copie nel quartiere che immagino sia la sua “zona di lavoro”. Mi auguro che mi contatti e mi ridia gli appunti. Gli lascerei, invece, tutto il resto. E poi vorrei capire il motivo del gesto: se è una bravata, se aveva bisogno di spicci o magari ha difficoltà economiche, sociali o psicologiche. Vorrei parlargli, offrirgli qualcosa da mangiare e nel mio piccolo cercare di dargli una mano, magari per trovare un lavoro

    2.9.23

    DIARIO DI BORDO \ DI VIAGGIO N°5 ANNO I ., La rivoluzione francese di Lady Oscar arriva in streaming su prime video sarà censurata anche stavolta ? ., riapre di nascosto ed in anti.cipo Riapre la chiesa dove fu uccisa Elisa Claps ., var serve o non serve ? ., l'autunno sta arrivando

     A più di quarant'anni dalla messa in onda, la serie completa (e immortale) di Lady Oscar arriva in streaming per i clienti di Amazon Prime Video. Non  è  una  novità   che   ancora  a  doistanza  d'anni   tale  genere  sia  passato da  un fenomeno di  nicchia  ad  un fenomeno  di massa  .  In ciò  è Complice il successo delle tante piattaforme streaming che sono presenti nel nostro Paese, oltre ai grandi film e alle serie tv americane, di recente c’è una vera e propria riscoperta degli "anime" storici (quelli   della mia  generazione  70\80  )  giapponesi. Di grande impatto prima sule   tv  locali e  poi  negli anni  90   in mediaset   cioè   sulle reti generaliste e poi, successivamente, su quelle specializzate. IL fenomeno delle serie televisive animate è un fenomeno del Sol Levante che è imploso, in Italia come nel resto del mondo,  tra    la  fine degli anni  70 e  primi  gli anni ’80. Genere  Di grande tradizione in Giappone, la loro influenza ha permesso di far conoscere a noi europei un mondo nuovo, fatto di miti, leggende e tradizioni. Gli anime, ieri come oggi, sono capaci di leggere il nostro futuro, ma anche il presente e il nostro stesso passato. Infatti, lady oscar   è una serie in particolare – per essendo molto datata – non è mai passata di moda, anzi è  diventata   un cult indiscusso.Speriamo solo   che  prime  video   la  trasmetta  senza  la  macelleria  censoria     che   subi   (  trovate  sotto  nei  link   la  stroria  delll'anime  e  delle  sue censure   che  subi  in Italia  ) 


    .....

    Da tredici anni era chiusa, dopo il ritrovamento, il 17 marzo del 2010, nel sottotetto, dei resti della studentessa Elisa Claps  (  se      non dovessero bastare    questi  url  ne  trovati altri sotto  a  fine  post  ) Ieri, la Chiesa della Santissima Trinità     

    da  omicidio di elisa claps - Bing images
    nel centro storico di Potenza è stata riaperta al culto, per volere della Curia vescovile. Tra mille polemiche. La famiglia della giovane studentessa scomparsa a Potenza la mattina del 12 settembre 1993, parla di una «apertura ambigua». Filomena Iemma, mamma di Elisa  al  corriere della sera  24\8\2023 dice: «Mi aspetto che nessun cittadino di Potenza entri in quella chiesa ». 
                             La chiesa di Potenza dove i resti di Elisa Claps erano stati ritrovati 
                                                         da omicidio di elisa claps - Bing images

    Ieri la famiglia Claps era fuori città. «Forse il vescovo sapeva della nostra lontananza ed ha approfitto della nostra assenza per riaprirla al culto — commenta Gildo Claps, fratello di Elisa —. Hanno agito come dei ladri, in silenzio. D’altronde da trent’anni sono ladri di verità».La «Santissima Trinità» rimarrà aperta ogni giorno dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20, comunica una nota dell’Arcidiocesi di Potenza-Muro. Che motiva la riapertura in chiave pastorale. «Così come invita Papa Francesco, la chiesa diventa “un luogo per la preghiera silenziosa, l’adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita”». Ora    si può essere d'accordo  o meno  su tale  decisone   . Ma   sarebbe  stato meglio   prima  cercare  un  dialogo    un confronto  con la  famiglia    enon fare  le cose  di nascsto  come i ladri    o  i nostri politicanti   che  approvano : leggi porcate quando  i  parlamentari hanno  fretta e  sono  distrattim visto  che     sono vicini alla   chiusura  estiva  o distratti    come  il pubblico bue      dalla Nazionale  di calcio   impegnata  in competizioni   internazionali   .,  o    per motivi  d'ordine pubblico    come  gli sgomberi di stabili occupati  (ex  leonkavallo  )   nel mese  d'agosto . Una  mancanza  di rispetto   questa  apertura  silenziosa   ed  anticipata  in  quanto a    distanza di trent’anni la Chiesa in questione   è ancora avvolta da quell’alone di misteri, ombre e depistaggi, che hanno coinvolto anche uomini del clero potentino, nella scomparsa di Elisa. A cominciare dal ruolo che avrebbe avuto l’ex parroco della chiesa, don Mimì Sabia. Il suo abito talare, all’epoca, fu sequestrato dalla polizia. Gli inquirenti trovarono nel sottotetto della Chiesa un bottone rosso porpora dai contorni tondeggianti e alcune fibre rifrangenti. Dello stesso tipo di quello che mancava all’abito del sacerdote.Ma  soprattuttto per  il fatto    che  Da trent’anni la famiglia Claps chiede un atto di «giustizia» da parte della curia potentina. «Volevamo che si assumessero le loro responsabilità — ammette Gildo —. Pretendiamo scuse pubbliche alla famiglia e alla comunità». Troppe le incongruenze che hanno segnato la vicenda della morte di Elisa. La disponibilità della famiglia Claps a un confronto sereno con il clero potentino non è mai venuto meno. Nelle ultime settimane un nuovo approccio, per cercare un’intesa sui tempi e le modalità della riapertura della chiesa della Santissima Trinità. Un gesto di grande disponibilità da parte di mamma Filomena, dopo la lettera che il Santo Padre le ha inviato l’11 luglio scorso. Parole che auspicavano al dialogo. «Invece hanno voluto agire nell’ipocrisia» spiega Gildo. E s’interroga: «Cosa sarà di questa chiesa, avrà l’aspetto di un ufficio anagrafe? L’apertura in sordina è l’ennesimo errore della Curia che ha indignato tutti. Moltissima gente mi scrive assicurandomi la disponibilità per qualsiasi manifestazione venga promossa contro questa indegna apertura».


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    Pubblicato l’audio del Var della sfida tra Juventus e Bologna. Si capisce una cosa: l’errore nasce dalla fretta, dalla fretta di far riprendere il gioco. Ed è una cosa senza senso. Nella pallacanestro le revisioni della moviola, come si chiamava una volta, durano tutto il tempo necessario a prendere una decisione. Si guarda e si riguarda, si considerano tutte le variabili, può durare anche diversi minuti. E soprattutto tutto avviene con l’audio degli arbitri aperto e le immagini disponili al pubblico a casa. Chiedo alla Figc: meglio perdere un po’ di tempo in più o prendere un bidone come quello della  domenica precedente  ?

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    in un settembre  ancora  caldo   e  con temperature   da  tarda  primavera  \ prima estate  vi lascio  in  attesa    dell'equinozio  d'autunno  ed  eventuali  altre     che  scattero   durante le  passeggiate  autunnali  cox artrosi permettendo   una  ( cosi imoaro  a regolarmi visto  che   non  a  torto mi si accusa  di essere   ridondante  \  compulsivo nel mettere  e   foto   )  una delle mie   foto   con un link     della mia galleria   delle  annate precedenti    su photogoogle   
     

    1.9.23

    Basta retorica sugli stupri di gruppo e sul femminicidio , guardiamo in faccia il nostro fallimento solo cosi posssiamo iniziare a fare prevenzione

    dopo il post  : <<  il problema degli stupri  specie  quelli condotti da minorenni  non va   affrontato di pancia  di  Gennaro Pagano  >>  su come fare risolvere   ed  asffrontare  il problema  degli stupri e  della  violenza  di genere , ecco da http://www.huffingtonpost.it/ un  articolo -a Storia di Antonella Boralevi

    Ansa© Fornito da HuffPost Italia





    Forse[  è  già arrivata  corsivo  mio   ] sta arrivando una valanga. Forse questa valanga ci  [ ha  sommerso sempre  aggiunta mia   ] sommergerà. Di certo, ci cambierà [  speriamo ]. Il coraggio della ragazza di Palermo, che ha denunciato, a rischio della vita, i 7 maschi che l’hanno stuprata, ha aperto un buco nell’omertà che circonda l’orrendo reato di usare la donna come un pezzo di carne. Ogni giorno, o quasi, la cronaca racconta nuovi casi, nuove coraggiose denunce. Il gruppo dei maschi che cattura la preda, e la usa come sfogatoio bestiale. Parole dure, parole di cui mi scuso. Ma credo che le parole siano pietre. Vanno pronunciate. Anche se sono pugni.
    È in atto una guerra dei maschi (alcuni, ma troppi) contro le donne. Il padre di Saman che la fa uccidere perché vuole essere libera. Il barman che avvelena col veleno per topi la compagna incinta, e siccome non funziona rapidamente come dovrebbe, la accoltella, sventrandola. Insieme al loro bambino. I bravi ragazzi di buona famiglia che scelgono la preda in discoteca e ne fanno carne da macello. La Terrazza Sentimento dove le urla della ragazza violentata per due giorni di fila, sono presidiate da guardie del corpo dietro una porta imbottita, in una stanza piena di telecamere. Quando non si prevede l’omicidio, si fa un video. E il video diventa virale in rete.

    Primo fatto: chi cerca e guarda e diffonde un video di uno stupro a mio parere deve essere chiamato a correo e incriminato.

    Secondo fatto: finora, evidentemente, non ha funzionato nulla degli apparati che abbiamo messo in atto, noi “buoni”, per proteggere le vittime ed educare gli aguzzini. Forse bisognerà chiederci se quello che da anni ci raccontiamo: “Serve l’educazione sentimentale nelle scuole” sia una favoletta rassicurante? L’educazione sentimentale a scuola c’è già. Da un secolo. Si fa senza psicologi, bensì con gli insegnanti. Che sono, quelli veri, educatori. La letteratura e la storia, persino la biologia e la chimica, sono “educazione sentimentale”. La Monaca di Monza e il “Buio oltre la siepe”, Eurialo e Niso e “Se questo è un uomo”. Il testosterone e la gravidanza. Credo che delegare, a uno specialista psicologo, il ruolo che fonda la qualità dell’insegnante sia mettere la testa sotto la sabbia.

    Terzo fatto: i ragazzi hanno da anni scelto un unico punto di riferimento. Non i genitori, ma il gruppo. Ogni gruppo ha un leader, la sua autorità è inappellabile. Il leader agisce tramite i suoi devoti, e si assegna il ruolo di regista. Dell’agguato e del video che lo documenta. In modo che diventi una medaglia dell’orrore, dove l’orrore diventa vanto e onore.

    Questi sono i fatti, secondo me. Brutali, insostenibili. Ma non è una ragione valida per continuare a raccontarci favole. Bisogna guardare il nostro fallimento negli occhi.


    ed  attuare  una  politica  una  guerriglia  contro culturale  perchè  di  combattere  ed  contrastare  tale  cultura  tossica  si tratta     

    Uccisa a fucilate l’orsa Amarena: identificato dai Guardiaparco e denunciato un uomo residente al confine con il Parco naturale dell’Abruzzo

    premetto che essendo cresciuto , chi legge il blog dal 2004 anno d'esordio sa di cosa sto parlando e troverà facilmente il post nell'archivio , al tramonto della civiltà contadina degli stazzi affermo che la caccia ad alcune specie come esempio il cinghiale aveva la sua funzione di salvaguardia delle colture ed evitare che essi diventino in il soprannumero causando squilibri nell'ecosistema . Ma ora tale abuso è diventato un abuso .  Infatti è  per 

    questo  che  ho  firmato per il referendum  sulla   caccia  . Infatti  il  caso dell'Orsa uccisa lo dimostra.
    L'animale Non aveva mai attaccato nessuno, non si era mai mostrata aggressiva o pericolosa, mai un problema o un episodio di pericolosità sociale.
    Eppure l’orsa Amarena è stata barbaramente ammazzata a fucilate ieri sera da un individuo
    che fatico a definire essere umano, in località San Benedetto dei Marsi, appena fuori dal Parco Nazionale dell’Abruzzo di cui l’orsa, insieme ai suoi cuccioli, era diventata simbolo. Come  

    6 h 
    [...] In un gesto del genere non c’è nessuna ragione, matrice o movente che non sia pura crudeltà e assenza di qualunque traccia di umanità.Eppure non è un caso isolato, piuttosto il frutto avvelenato di un imbarbarimento generale e, più ancora precisamente, di una campagna d’odio che in questi mesi ha messo sistematicamente nel mirino gli orsi, la cui unica soluzione, nella testa di qualche esaltato, è premere il grilletto di un fucile. Posso solo augurarmi che il responsabile risponda di quello che ha fatto almeno di fronte alla legge, visto che dubito possa farlo davanti alla sua coscienza.

    dall'Ansa   

    L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco –  denuncia lo stesso ente, che posta anche la foto dell’animale morto – . Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”. Il parco fa anche fatto sapere che il suo personale è impegnato nella ricerca dei due cuccioli per valutare il da farsi.E di “atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione” parla anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “Un atto che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile”, afferma il governatore, sottolineando come “in tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini”. “Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione”, aggiunge Marsilio confidando che “la giustizia faccia il suo corso”. “Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente”, conclude.La morte di Amarena ha scosso particolarmente la comunità di Villalago che negli anni è stata modello di accoglienza per l’orsa e i suoi cuccioli come ricorda l’amministrazione comunale. “La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura”, scrivono dal Comune condannando l’atto.Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. Gli esemplari, negli anni, sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute. La stessa sorte di Amarena è toccata il 12 settembre 2014 a un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio. L’autore dell’episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili.Il destino di mamma Amarena si incrocia con quello del piccolo Juan Carrito, star dei social e simbolo dell’Abruzzo, investito e ucciso lo scorso gennaio sulla statale 17 nel territorio comunale di Castel Di Sangro.