stranamente a causa dei tabu e forse dello scarso valore massmediatico ci sono delle altre olimpiadi ovvero le paraolimpiadi ( http://it.wikipedia.org/wiki/Giochi_paralimpici ) che si tengono nella stessa città ospitante le classiche olimpiadi . Quest'anno saranno , a
partire dal 29 agosto al 9 settembre a londra .
Per l'italia vedremo fra gli atleti principali : 1) : come portabandiera la schermista Beatrice Vio ( foto a destra ) (ma non come partecipante perchè minorenne qui la sua storia , ma la vedremo a rio 2016)) in carrozzina e con menomata di 4 arti causa in tenera età ( 5 anni ) una menengite fulminate .,2) vittorio podesta su handbiye per una lesione al midollo spinale ., 3) fabrizio ma chi ciclista con una gamba amputata ., 3) zanardi alex handbiye per amputazione delel due gambe , ecc . L'italia parteciperà a 12 discipline su 21 cioè a : nuoto , basket , ciclismo , tiro con l'arco , vela , atletica , tiro a segno , tennis tavolo , e scherma . Quindi avrà 98 atleti , oltre 4200 quelli provenienti da da 160 paesi .
le foto ed i video sotto riportate sono causa pigrizia , fretta , fatte con il cellulare ( non quello regalato alla laurea in quanto rubato vedere post precedenti , ma con un altro vecchio il nokia 5230 ) e non con le digitali
e tra qualche giorno la festa patronale con il concerto di dolce nera , ho assisto come ogni anno quest'anno poche date per riunioni ( una volta all'anno in quanto lavorano o rientrano una volta all'anno in sardegna ) con ex compagni del liceo o amici della compagnia , la malattia ( adesso sta meglio anche se con un peacemaker e quindi tutte le limitazioni ch'esso comporta ) di mio padre ho visto :
due date dell'edizione 2012 di time in jazz la prima a Berchidda, Piazza del Popolo – ore 21.30
Bill Frisell "All We Are Saying" ( vedere video e prima foto sotto )
la seconda Tempio Pausania, Curraggia – ore 18.00 in cui c'era Alessandro Haber, Paolo Fresu & Trilok Gurtu > "Il salto, la lingua, la mano"Produzione originale Time in Jazz
una al festival perchè ai miei vecchi non piace il blues moderno e siamo andati solo perchè ci andavamo degli amici e perchè attratti dall'importanza ( vedere il mio album fotografico su flicker di tale evento , mi sono morso le mani ad avere la digitale rotta e non poter usare il video il concerto di Ana Popovic ) dell festival di Aglientu blues ( III ormai giunto alla 5 edizione
alcune foto
Invece sul versante letterario ho osservato ( ne riparlerò sono a metà libro cosi come parlerò dell'iniziativa di http://liberos.it/home di difesa delle piccole librerie sarde e delle biblioteche contro le grandi distribuzione e le grandi librerie ) alla presentazione , avvenuta il 24\8\2012 nel cortile del convento degli scolopi ex liceo scientifico e ora biblioteca comunale , alla presentazione , organizzata dalla libreria max88 , del libro l'incontro ( foto a destra ) di michela Murgia e sotto delle mie foto
ASSI DI PICCHE (La fattoria degli animali) Dopo la grande ribellione giunse il momento dell’accordo. Anzi dell’integrazione reciproca. Anzi…dell’unione. L’epoca dei malintesi apparteneva ormai al passato. La fattoria degli animali era una fattoria ben organizzata. Venne ribattezzata “Fattoria dei talenti”. Ed era divenuta più ricca di prima. (Così almeno si sosteneva). Anche se di questa nuova ricchezza nessuno se ne era accorto. Ma ciò era attribuito alla scarsa capacità di apprendimento degli animali, tutti frequentatori delle scuole dell’obbligo ma incapaci, nello studio dell’alfabeto, di andare oltre la lettera B. E così per tutti (cioè gli animali “lavoratori”) la vita sembrava pressocchè identica a come era stata prima della grande ribellione. (le cui motivazioni nessuno ormai ricordava più). Ma che aveva ormai raggiunto il suo principale obiettivo. Che era quello di rendere tutti, ma propri tutti, proprietari di tutto. Ma che non era possibile rivendere a chicchessia poiché i titoli di proprietà erano indivisi ed appartenevano collettivamente a tutti. Per festeggiare l’unità tra le due comunità (quella degli animali e quella degli umani/umanoidi) fu organizzato un grande banchetto ed una partita a carte. Con la partecipazione dei massimi esponenti delle due collettività. Che ebbe termine con una grande rumorosa baruffa. Poiché ciascuno dei partecipanti al gioco aveva simultaneamente giocato….l’asso di picche. (Evidentemente il "meccanismo" si era inceppato).Sorprende non poco che la BBC ed i massmedia inglesi abbiano decisamente posto un veto a ricordare, con una lapide o un monumento, lo scrittore/giornalista G.Orwell (che a suo tempo prese parte alla guerra civile spagnola, militando nelle file repubblicane) autore della “Fattoria degli animali” e di “1984”. Il cui contenuto (evidentemente urticante per qualcuno) non era certo quello di denigrare gli ordinamenti democratici inglesi o di altro paese occidentale.
Con le parole uno non sta mai abbastanza in guardia, hanno un'aria di niente le parole, non un'aria pericolosa di sicuro, piuttosto dei venticelli, piccoli suoni buccali, né caldi, né freddi, e facilmente assorbiti quando arrivano attravers
o le orecchie all'enorme noia grigio molle del cervello. Uno non fa attenzione a loro, alle parole, e la disgrazia arriva.
Di parole, ce ne sono che si nascondono in mezzo alle altre, come dei sassi. Non si riconoscono a prima vista e poi eccole lì che però ti fanno tremare tutta la vita che hai, tutta intera, e nel suo debole e nel suo forte... Allora è il panico... Una valanga... Resti lì come un impiccato, sopra le emozioni... E' una tempesta che è arrivata, che è passata, troppo forte per te, così violenta che non l'avresti mai creduta possibile solo con dei sentimenti... Dunque, non si diffida mai abbastanza delle parole, è quel che concludo .
( Louis-Ferdinand Céline - " Viaggio al termine della notte " )
In pratica moretti ha riassunto questo concetto cosi
Morto Joe Kubert: ecco alcune immagini per ricordarlo
Il 12 agosto, all'età di 86 anni, è venuto a mancare Joe Kubert, uno dei grandi del fumetto statunitense e mondiale. Nato nel 1926 da genitori polacchi, Kubert inizia a lavorare nel campo dei fumetti appena undicenne come apprendista. Diventato professionista lavorerà a lungo per la DC Comics disegnando numerose storie di Batman, Superman e Hawkman.
Tra le altre testate che l'anno reso celebre non si possono dimenticare Tor, Tarzan e il Punitore.
Negli anni novanta realizza il graphic novel Fax from Sarajevo e nel 2003 bissa il genere bellico con Yossel. Nel 2001 viene pubblicato il suo Texone intitolato Il cavaliere solitario: 230 pagine di grande fumetto, pubblicato in Italia da Sergo Bonelli e negli Stati Uniti (in parte) da Dark Horse.
Oltre al suo lavoro come fumettista, Kubert lascia un segno nella storia del fumetto avendo fondato la Joe Kubert School, una delle più importanti scuole di fumetto del mondo. Tra gli studenti più brillanti i suoi figli, Adam e Andy Kubert, entrami oggi fumettisti di livello internazionale.
Per omaggarie l'arte di Joe Kubert ecco una breve gallery con alcuni suoi disegni.
Sergio Toppi è morto all'età di 79 anni a Milano, la sua città. Il grande fumettista e illustratore milanese soffriva già da qualche anno a causa di un tumore. I suoi inizi risalgono a quando, giovanissimo, faceva l'illustratore per l’Utet, e per alcuni anni collaborò anche nella realizzazione dei cartoni dei Pagot, di Calimero e Grisù. Con il Corriere dei Piccoli Toppi arriva al fumetto a 35 anni. Realizza opere per le pagine di Linus, Alter Alter, Corto Maltese, L'Eternatuta, e soprattutto le tantissime riduzioni a fumetti dei classici della letteratura de Il Giornalino, il cui direttore, padre Stefano Gorla, lo ricorda così: "Toppi era un signore, un uomo gentile che con il suo tratto mai incerto sapeva definire ed evocare insieme: una rarità, un privilegio concesso a pochi. Lo ricorderemo presto con una ristampa del suo Il richiamo della foresta, di Jack London"
non cambierà mai niente se non ci ribelliamo o ci lamentiamo : << tutti rubano alla stessa maniera , tutti sono ladri , ed io pago >> o peggio facciamo come loro I tfr 2011/2012 dei precari della scuola saranno pagati a gennaio 2013 e nel frattempo, mentre Monti attacca i servitori onesti dello Stato chiude un occhio su reltà come Piedimonte Matese dove lo Stato si frega alla grande. In primis ci sino i datori di lavoro che fanno contratti part time ed invece i lavoratori lavorano full time. Dall'altro lato ci sono lavoratori che accettano questo tipo di c ontratto perchè non hanno il coraggio di andare in relastà dove esiste il rispetto della legalità. Infatti a Piedimonte Matese se vedono uno che investe una persona hanno il coraggio di dire che non è successo niente. A Piedimonte Matese n on si attraversa sulle strisce anche in presenza di un vigile urbano e ci sono i disoccupati cronici che se gli chiedi perchè non lavori ti risondono perchè ho deciso così e nel frattempo hanno fatto un movimento per chiedere all'Inps un sussidio di disoccupazione straordinario di 450 euro fissi. A questo punto dico perchè Monti tollera i furbi e attacca noi dipendenti della scuola pubblica ? anzichè con fatti come questi
Arriva riforma elettorale: com'è? Uguale a quella greca. in più liste bloccate, salva lega e kamasutra elettorale.
L’accordo sulla legge elettorale? Ancora non c’è, ma per il 29 agosto, quando tornerà a riunirsi la commissione competente in Senato dovrebbe esserci un testo base. In realtà le questioni sul tavolo non sono di piccolo conto, visto che mai come in questo genere di cose il diavolo è nei dettagli: in sostanza, la brutta legge che si profila potrebbe fare del tutto schifo. Il trio delle meraviglie che gestisce la partita – Denis Verdini per il Pdl, Maurizio Migliavacca per il Pd e Lorenza Cesa per l’Udc – tornerà a riunirsi lunedì o martedì e quello dovrebbe essere l’incontro in cui i tre alchimisti produrranno la pietra filosofale in grado di tenere in vita i loro committenti, i partiti della maggioranza montiana. Per alcuni l’esito di questa accelerazione è il voto a novembre, altri – come il costituzionalista Stefano Ceccanti – segnalano che è impossibile andare al voto così presto avendo da ridisegnare i collegi . Eccovi dunque, sempre che non salti il tavolo, una breve rassegna di quanto deciso finora.
COME LA GRECIA.
Il premio di maggioranza andrà al partito e non alla coalizione. Era una delle richieste del Pdl e anche il Pd alla fine ha capito che gli conviene. Sarà del 15% visto che questa soglia è stata considerata inprescindibile da Pierluigi Bersani: “Non un punto di meno”, ha avvertito. Curiosamente l’unico altro paese europeo che ha un sistema del genere è la vituperata Grecia: ad Atene il partito che vince si becca un premio di 50 seggi alla Camera, pari al 16,6% dei posti disponibili. Similitudine che non pare imbarazzare i proponenti.
L’AMMUCCHIATA.
Il sistema che si profila è largamente proporzionale: se non fosse per il premio di maggioranza saremmo ai bei tempi di Mariano Rumor. Col bonus al partito anziché alla coalizione non c’è alcuno spazio per le alleanze preelettorali, i governi si decideranno dopo il voto. Scenario perfetto per quanti – come il presidente della Repubblica – sostengono l’ipotesi di un nuovo governo Monti (o para-Monti) anche dopo le prossime elezioni. Simile, ma diversa la partita che su questo punto giocano Bersani e Casini: l’accordo per allearsi dopo il voto (col democratico a palazzo Chigi) c’è già – magari tirando dentro anche Vendola e Sel, ma non Di Pietro – solo che non si può dire prima, pena la perdita di pezzi consistenti di elettorato che giudicano questo accordo contro natura (questo è valido in particolare per l’Udc che, dicono i sondaggi, lascerebbe per strada circa la metà dei suoi voti).
LISTE BLOCCATE.
Croce e delizia dei partiti, resteranno anche nella legge elettorale prossima ventura per circa un terzo degli eletti: così i caporioni dei partiti potranno ancora nominare circa 200 deputati e 100 senatori. Peraltro, faranno finta di non farlo più: restringendo le circoscrizioni, che ad oggi sembra l’orientamento prevalente, nel listino deciso a Roma ci saranno al massimo quattro nomi, potrebbero finire persino sulla scheda dando l’illusione di una vicinanza fittizia tra eletto ed elettore.
SALVA-LEGA.
Siccome il Carroccio se la passa male e non è certo di raggiungere la soglia nazionale del 5% alla Camera (al Senato potrebbe essere all’8%), i tre saggi hanno pensato bene di introdurre una sorta di clausola di salvaguardia per gli amici padani. In Parlamento potranno entrare anche i partiti che non superano il minimo, ma che portano a casa comunque l’8% in almeno tre regioni (in un’altra versione si parla di cinque circoscrizioni elettorali ma il principio è lo stesso). I leghisti, dunque, potranno allietare la vita anche del prossimo Parlamento, mentre rischiano movimenti della stessa consistenza, al momento, come Sel o Italia dei Valori: avendo più o meno le stesse percentuali in tutta Italia gli sarebbe difficile raggiungere l’8% in tre regioni.
IL KAMASUTRA ELETTORALE
È quello dei collegi uninomali proporzionali, che eleggeranno la maggior parte del prossimo Parlamento. Attenzione all’ultima parola. Si dice: c’è il collegio, la gente vota il candidato. Non è vero: i voti di ogni collegio vengono poi raggruppati per circoscrizione (quando grande, ancora non si sa) e i seggi assegnati proporzionalmente ai candidati che hanno preso la percentuale più alta nei singoli collegi. Insomma, non è affatto detto che chi prende più voti in un collegio venga eletto, né che chi ne prende meno sia escluso. È quello che potremmo definire “il paradosso di Firenze centro”: il Pd non riuscirà mai ad eleggere nessuno in quel collegio perché le sue percentuali nel contado sono ancora più alte, anche se i voti assoluti inferiori. Per di più, questo sistema – già in uso per le province – lascia ampi margini di accordi sottobanco ai leader dei partiti, soprattutto al Sud, dove ancora esistono i pacchetti di voti: mettimi un candidato scarso in quel collegio così eleggo il tizio che mi piace e io farò lo stesso con uno tuo. Per evitarlo, qualcuno propone il recupero dei “migliori non eletti”
QUEL CHE MANCA.
È tantissimo. Finché non si sa quali saranno le circoscrizioni per i collegi e quelle per i listini bloccati non è chiaro quali saranno gli esiti: più sono piccoli, più l’effetto maggioritario è più intenso e viceversa. La partita è tutta lì: tra il ritorno completo al proporzionale (rappresentanza) e una distorsione che privilegi i partiti più grandi (governabilità) è solo questione di misure.
Marco Palombi
e poi il suo giornalaccio e gli altri a ruota come pecore senza andare oltre la semplice ripetere ciò che già si sa cioè che fini è solo la punta dell'icerbeg
Quanto ci costa la scorta di 40 poliziotti per il deputato Berlusconi e i suoi trucchi per conservarla
Una quarantina di uomini divisi in due squadre di 20 ciascuna e due auto blindate per una spesa superiore ai 200mila euro al mese. Vale a dire due milioni e mezzo l’anno. Tanto costano gli uomini dei servizi di sicurezza che ancora oggi stanno appresso all’ex premier Silvio Berlusconi. Senza contare i carabinieri dispiegati dal Ministero degli Interni per servizi ordinari presso le ville di famiglia. Un’eredità che lo stesso Berlusconi si è costruito da solo, a più riprese, con provvedimenti ad hoc e che è riuscito a mantenere anche oggi che è un deputato come altri, solo molto molto costoso. Tanto che gli 80mila euro per la scorta balneare di Fini, da settimane oggetto di furiose polemiche, diventano briciole.
Gli uomini al seguito del Cavaliere, spiegano fonti molto qualificate, hanno trattamenti economici doppi rispetto ai colleghi che svolgono servizi di sicurezza ordinari. Hanno stipendi e prerogative equiparati a quelli dei colleghi dello spionaggio e controspionaggio senza esserlo. Siamo, per essere chiari, intorno ai cinquemila euro al mese. E sono appunto quaranta. I conti sono presto fatti.
Nei suoi mandati, a più riprese, il Cavaliere è riuscito a cambiare le regole sulla sicurezza e imporre uomini di fiducia provenienti dalla sua azienda. Lo si scoprirà anni più tardi, quando i magistrati baresi cercheranno risposte all’andirivieni incontrollato di persone dalle ville del Cavaliere: possibile che nessuno della sicurezza controllasse chi entra e chi esce? Si, perché il premier, proprio per tutelare la sua “privacy”, già dal primo mandato era riuscito a sostituire gli uomini dello Stato con quelli della security di Fininvest e Standa (da quel giorno in poi a libro paga degli italiani). Un’impresa non semplice. Prima di allora, infatti, nessuno poteva entrare in polizia, carabinieri o finanza senza un regolare concorso pubblico. Per garantirsi la “sua” scorta – che obbedisca a personalissimi criteri di fedeltà privata e discrezione pubblica – Berlusconi ricorre allora a un escamotage senza precedenti: grazie alle sue prerogative di Presidente del Consiglio, s’inventa una nuova competenza ad hoc presso i Servizi, gli unici cui la legge consente di assumere personale a chiamata diretta. Nasce così un nucleo per la scorta del presidente che fa capo al Cesis (oggi Aisi, Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna) anziché al Viminale, anche se con l’attività di intelligence vera e propria nulla ha a che fare.
Gli uomini d’azienda vestiranno la divisa sotto la guida dell’uomo che, alla fine degli anni Ottanta, faceva la security alla Standa. E che di punto in bianco si trova capo-scorta del presidente del Consiglio con la qualifica di capo-divisione dei servizi. E si porta dietro almeno altre cinque ex body-guard Fininvest. Col tempo la struttura è cresciuta a ventiquattro unità, poi 31 e infine 40 che stavolta vengono in parte attinte dalle Forze dell’Ordine, ma sempre su indicazione di quel primo nucleo. Che tornerà regolarmente ad ogni successivo mandato. Anzi, non smetterà più di prestare servizio.
Quegli stessi uomini, infatti, sono lì ancora oggi che il Cavaliere è tornato ad essere un deputato. Perché? Perché ha deciso così. E’ il 27 aprile del 2006. Berlusconi ha perso le elezioni e si appresta a fare le valigie e cedere la poltrona e la “campanella” del Consiglio dei Ministri a Romano Prodi. Ma non ha alcuna intenzione di cedere anche quella struttura che i magistrati baresi tre anni dopo definiranno quantomeno “anomala” e che in fin dei conti è una sua creatura. Così, giusto 17 giorni dopo il voto, poco prima di lasciare il Palazzo, Berlusconi vara un altro provvedimento ad hoc che oggi giorno potrebbe chiamarsi a buon diritto “salva-scorta”, nella migliore tradizione delle leggi ad personam. Se ne accorgono, in ottobre, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul Corriere, che raccontano come, non fidandosi del professore, la scorta per il futuro Berlusconi abbia provveduto a farsela da solo stabilendo che i capi di governo “cessati dalle funzioni” abbiano diritto a conservare la scorta su tutto il territorio nazionale nel massimo dispiegamento. Così facendo riesce a portarsela via come fosse un’eredità personale, anche se era (e continua a essere) un servizio di sicurezza privato pagato con soldi pubblici. Al costo, ancora oggi, di due milioni e mezzo l’anno.
grazie a Daniela Tuscano e al gruppo di facebook in volo. ricevo questa news
L'Ucraina volta pagina, vuole sfruttare il suolo radioattivo e inabitabile per la posa di impianti fotovoltaici ed eolici. Ben 18mila km quadrati di terreni agricoli contaminati dall'esplosione della centrale nucleare nel 1986. Una scelta eclatante che già sta avendo molta eco. L'idea sarebbe di aggiungere anche impianti di cogenerazione e interventi di rimboschimento. Il Governo ha fatto approvare la legge lo scorso 18 luglio e presto inizieranno i primi lavori. La politica energetica dell'Ucraina punta ad coprire entro il 2015 il 10% del fabbisogno da rinnovabili, e a raddoppiare la percentuale entro il 2030.
Il paese può vantare già 3000 MW di eolico e 1000MW di fotovoltaico in preparazione. Un buon inizio tenendo conto che la Emirates New Agency stima che le rinnovabili, grazie alle caratteristiche geografiche dell'Ucraina, potrebbero coprire il 50% del fabbisogno elettrico nazionale.
Procedono intanto, seppur a rilento, i lavori per la realizzazione del nuovo “sarcofago”, iniziati in occasione del 26esimo anniversario lo scorso 26 aprile. La costruzione della seconda struttura protettiva per quel che resta del gigante nucleare è stata proposta nel 1997, ma si è dovuto attendere fino al 2004 per vedere il progetto finito e fino alla scorsa primavera per avviare i lavori.
Una corsa contro il tempo, considerando che le stime parlano di circa 5 anni come tempistica necessaria per l’ultimazione dei lavori. Nel frattempo l’attuale “sarcofago” si sta rapidamente deteriorando, lasciando sempre più spazio al rischio di una nuova nube radioattiva equivalente a circa 5 tonnellate di polveri contaminate. Riguardo la struttura del reattore 4, quello esploso nel 1986, lo smantellamento è cominciato nei mesi scorsi e richiederà per la realizzazione un periodo compreso tra i 10 e i 50 anni.
Moderno, sociale e immensamente ricco così YouTube ha 'ucciso' le radio star
Il sito di condivisione video è lo strumento più utilizzato al mondo per l'ascolto musicale, superando radio, download e cd. Un successo costruito grazie a una strategia ben costruita, puntando sulla legalità ma potendo contare su milioni di appassionati che gli danno linfa. Perché gli utenti non vogliono più solo le Top 40di ERNESTO ASSANTE
UN TEMPO la fonte primaria che i giovani usavano per ascoltare musica era la radio. Ora non è più così: a conquistare lo scettro è YouTube. Secondo un recente studio di Nielsen, è proprio il sito di condivisione di video la fonte primaria attraverso la quale il pubblico giovane ascolta musica, il 64% per cento degli intervistati la preferisce alla radio, ad iTunes ai cd.
E' un cambiamento che è in atto da tempo: il tasso di crescita nell'uso di YouTube tra gli adulti negli ultimi anni è stato di circa il 25% ogni mese, e tra i giovani la percentuale è stata quasi il doppio. E che questa crescita abbia colpito in particolare la musica non deve meravigliare, se si pensa che YouTube offre oggi in ascolto quasi tutta la musica del mondo on demand e gratuitamente, un servizio pressoché imbattibile.
A sorprendere è, semmai, che YouTube superi di gran lunga la radio: solo il 56% degli intervistati ha dichiarato di usare la radio come fonte primaria, il 53% ha detto di usare la musica acquistata da iTunes sui propri lettori multimediali, e il 50% di usare ancora i "vecchi" cd.
YouTube ha conquistato la sua leadership con una strategia molto ben costruita, investendo molto nella legalità del suo servizio, nel pagamento delle royalties ad artisti e case discografiche e, soprattutto, nella costruzione di un contenuto imbattibile, un "jukebox" planetario dove c'è praticamente di tutto, non soltanto il pop di consumo dell'ultim'ora, ma musiche di ogni genere e stile, classica, jazz, avanguardia, folk, musiche di nicchia e di successo, anche non occidentali.
Il tutto con la straordinaria collaborazione di milioni di persone che per passione, per divertimento, per motivi spesso insondabili, caricano nel sistema brani musicali di ieri e di oggi rendendoli disponibili a tutti. E YouTube ha anche cercato di chiudere accordi con le case discografiche, addirittura integrando in qualche modo il servizio di Vevo, costruito dalla Universal per fronteggiare lo strapotere di YouTube.
L'azienda, controllata da Google, ha puntato tutto sulla musica, su ogni genere di musica (basti pensare al lavoro, eccellente, fatto con la YouTube Symphony Orchestra 2), dando spazio attraverso il contenuto generato dagli utenti ad ogni artista del mondo che voleva rendere disponibile la propria musica affianco a quella delle più grandi star del pianeta.
E' diventata così, in pochi anni, la fonte primaria di consumo musicale per i giovani, perché offre un catalogo infinito, un'esperienza audivisuale, è gratuita, non avendo presentatori o testi è naturalmente planetaria, parla la stessa lingua in tutto il mondo e, cosa non secondaria, è un social network, funziona con le regole di partecipazione e ingaggio dei siti sociali, il suo contenuto viene facilmente dissemintato su Facebook e Twitter, ed è fruibile da ogni macchina, cellulare, computer, tablet, smartphone e molti televisori.
Gli utenti, con il loro uso di YouTube, hanno contribuito in maniera importante nel determinare cosa esattamente vogliono da un servizio musicale dell'era digitale, costringendo l'industria discografica e gli operatori Internet a fare i conti con una realtà che oggi ha assunto dimensioni straordinariamente grandi. Perché, ed è bene sottolinearlo, se l'ascolto radiofonico è frammentato tra milioni di radio in tutto il pianeta, YouTube è un'unica destinazione, gestita da una sola azienda. E questo nella storia della comunicazione e dell'industria musicale, non era mai avvenuto prima.
La radio è destinata quindi a soccombere? No, non proprio, anzi. Lo studio rivela che il 48% di chi consuma musica scopre nuovi artisti, nuovi brani, nuovi album attraverso la radio; solo il 10% lo fa attraverso amici e parenti e ancor meno, il 7%, lo fa usando YouTube. E questo è un altro elemento importante per comprendere come sta cambiando e come cambierà il mercato della musica in futuro e come il formato dominante della radio oggi, quello che propone i top 40, cioè i brani già arrivati ai vertici delle classifiche di vendita e null'altro, sia destinato a cambiare, a lasciare il passo a forme di intrattenimento musicale che consentano maggiore diffusione di musiche e artisti nuovi, selezionati, scelti dalle emittenti nel gran mare delle proposte che oggi la rete e YouTube in particolare offrono, mare nel quale è difficilissimo orientarsi anche per gli ascoltatori più appassionati ed esperti.
C'è una forte richiesta da parte del pubblico, secondo lo studio di Nielsen, di un ruolo di scelta e selezione che se in passato era fatto soprattutto dalle case discografiche, oggi invece può essere svolto principalmente dalle radio, che dovendo per natura scegliere quale musica programmare, possono presentare e proporre ai loro ascoltatori la scrematura della immensa produzione odierna, che arriva attraverso i sistemi digitali sempre più spesso senza il filtro delle aziende che fino a qualche anno fa producevano musica.
Ma non bisogna cadere nell'errore di pensare che YouTube sia la nuova radio, o la nuova Mtv. Al contrario non è né l'uno né l'altro ed è per questo che ha successo, perché è uno strumento nuovo, digitale, in perfetta sintonia con le giovani generazioni, così come la radio fu nel cuore dei ragazzi degli anni 50, il 45 giri in quello dei ragazzi del decennio successivo e, via via, gli album in vinile, il walkman e il cd hanno segnato il consumo musicale delle generazioni successive.