Andrea sduona con il boss le foto della nuova sardegna
da la nuova sardegna del 17 luglio 2016
SASSARI. Un gruppo di amici e genitori e amici sassaresi l'ha
portato a vedere il grande concerto di Bruce Springsteen a Roma e lui,
che ha appena 13 anni, ha esposto dal pubblico un cartello con scritto
"Ho 13 anni, studio percussioni, il mio sogno è suonare con te".
È
successo l'incredibile: qualcuno ha avvisato il mitico Boss, una delle
star assolute del rock planetario, che l'ha chiamato sul palco davanti a
60mila persone. Andrea Casu, che studia percussioni allievo di Luca
Piana alla scuola media n.12 di via Mastino a Sassari, ha suonato tutta
"Dancing in the dark" con Max Weinberg, il drummer del Boss. E alla fine
il batterista gli ha regalato anche le sue bacchette, la cui foto,
incredulo, Andrea ha subito postato su Instagram.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
17.7.16
San Teodoro, ragazzo disabile pestato e fifilmato messso sui social .i media oscurano i volti , la famiglia ne autorizza la circolazione senza filtri e senza censure
ultimi aggiornamenti sul fatto di san teodoro
N.b
la pubblicazione integrale e senza censure dei volti come hanno fatto i media italiani e come impone questo ...... di legge sulla proivacy che protegge i criminali e i delinquenti ( ion fatti i video degli arresti o di telecamere che soorprendono ladri a rubare o altro i visi sono oscurati ) ma rompe le scatole e punisce , esperienza personale i poveri diavoli , è stata autorizzata dala famiglia èper chiarire meglio i dettaglio ( il picchiatore è, vedere url sopra con gli ulti i aggiornamenti già stato individuato ed , nonostante abbia dei precedenti , la solita giustizia italina a piede libero ) di come nessuno sia intervenuta a difesa del ragazzo handicappato e a bloccare l'agressore anzi applaudivano ed incitavano
E poi Credo che :
1) sia "giusto" pubblicare questo video dove un bastardo picchia selvaggiamente un disabile.
Lo pubblico per mostrare sia la violenza bestiale del bastardo e sia la vigliaccheria di chi non interviene a difendere Luca. << Questo è il tempo che ci è dato vivere. Questo tempo "devastato e vile". >> ( Emiliano Deiana )
2) che visti i precedenti del tipo il carcere non serva e che come suggerisce nei cmmenti della pagina fb dell'unione sarda
Giorgio Pintus
Metterlo in galera non serve a nulla. Menarlo neanche perché poi bisogna pagarlo per buono. La famiglia di questo sfortunato dovrebbe affidarsi a un buon avvocato e chiedere i danni. Fisici e morali. Non c'è altra strada. Chi propone stravaganti forme di vendetta e posta commenti che vorrebbero far grondare sangue è un animale. Siccome di animale ce n'è già uno, questo basta e avanza. Si procede civilmente e sono convinto che per questo ubriacone fargli cacciare il dovuto sarà molto più doloroso delle botte.
Non so che altro aggiungere se non queste parole di
UN ABBRACCIO A LUCA ISONI E ALLA SUA FAMIGLIA.
Per chi, come noi, ha la fortuna e il privilegio di vivere la disabilità (o la bis-abilità come amiamo definirla), sta male anche fisicamente, nel sentire del barbaro pestaggio subito da Luca, il bis-abile sassarese. Sapere di come egli, Luca appunto, abbia cercato di nascondere ai propri genitori quanto capitatogli, probabilmente per paura di ulteriori rappresaglie e nondimeno per via dell’affiorare dei sensi di colpa tipici in chi subisce violenze, ci fa piangere amaramente (da intendere in maniera letterale e senza retorica…). Poi, il dolore diviene addirittura lancinante, quando si scopre che nessuno è intervenuto in sua difesa; ecco, in questi frangenti, si prende coscienza di un dato terribile: nessuna legge, dunque né il “dopo di noi”, né altre, potrà essere effettivamente messa in pratica, poiché viviamo in una società come quella attuale, popolata da bestie feroci che, quando va bene, vivono gli eventi in maniera passiva; quando va male, girano il capo dall’altra parte, poiché il non vedere lava tutte le coscienze.
Nel nostro piccolo, per quanto poco possa servire, ci stringiamo simbolicamente intorno a Luca e alla sua famiglia, nella speranza che il loro Amore spazzi via questi orribili momenti.
Per chi, come noi, ha la fortuna e il privilegio di vivere la disabilità (o la bis-abilità come amiamo definirla), sta male anche fisicamente, nel sentire del barbaro pestaggio subito da Luca, il bis-abile sassarese. Sapere di come egli, Luca appunto, abbia cercato di nascondere ai propri genitori quanto capitatogli, probabilmente per paura di ulteriori rappresaglie e nondimeno per via dell’affiorare dei sensi di colpa tipici in chi subisce violenze, ci fa piangere amaramente (da intendere in maniera letterale e senza retorica…). Poi, il dolore diviene addirittura lancinante, quando si scopre che nessuno è intervenuto in sua difesa; ecco, in questi frangenti, si prende coscienza di un dato terribile: nessuna legge, dunque né il “dopo di noi”, né altre, potrà essere effettivamente messa in pratica, poiché viviamo in una società come quella attuale, popolata da bestie feroci che, quando va bene, vivono gli eventi in maniera passiva; quando va male, girano il capo dall’altra parte, poiché il non vedere lava tutte le coscienze.
Nel nostro piccolo, per quanto poco possa servire, ci stringiamo simbolicamente intorno a Luca e alla sua famiglia, nella speranza che il loro Amore spazzi via questi orribili momenti.
16.7.16
sciacallaggio ed ignoranza dei media sulla strage di nizza e sulla tragwedia ferroviaria in puglia
in sottofondo DADO Canta la notizia: "Ninna nanna... per Nizza"
la primna è sulla strage di Nizza http://www.alessandrocascio.com/?p=2841 condivisa da pino scaccia
la primna è sulla strage di Nizza http://www.alessandrocascio.com/?p=2841 condivisa da pino scaccia
Attentato di Nizza – Il fake della bambola e del bambino
On 15/07/2016 by alecascio
Una bambina e il suo bambolotto? L’ennesimo caso di sciacallaggio mediatico.
Io questa bambola l’ho vista ieri notte durante la diretta. Il cameraman l’ha inquadrata da vicino, ma non c’era alcun corpo accanto ad essa. La bambola è stata presa dal fotografo e messa accanto a un corpo morto per scattare la foto simbolo della strage. I giornali l’hanno sbattuta in prima pagina, il fotografo l’ha venduta bene in barba a qualsiasi codice deontologico del giornalismo.
Miliardi di dollari in informazione in mezza giornata: a chi volete che freghi, quindi, dei morti?
Sotto vi ho fatto un’analisi dell’assurdità della foto.
Per verificare dovete cercare le immagini in diretta di ieri, ore 2.00 circa, di sky Tg 24.
A.Cascio
La foto del bambolotto che cammina. Questo è uno dei video che ritraggono la bambola senza alcun corpo accanto.
Io questa bambola l’ho vista ieri notte durante la diretta. Il cameraman l’ha inquadrata da vicino, ma non c’era alcun corpo accanto ad essa. La bambola è stata presa dal fotografo e messa accanto a un corpo morto per scattare la foto simbolo della strage. I giornali l’hanno sbattuta in prima pagina, il fotografo l’ha venduta bene in barba a qualsiasi codice deontologico del giornalismo.
Miliardi di dollari in informazione in mezza giornata: a chi volete che freghi, quindi, dei morti?
Sotto vi ho fatto un’analisi dell’assurdità della foto.
Per verificare dovete cercare le immagini in diretta di ieri, ore 2.00 circa, di sky Tg 24.
A.Cascio
La foto del bambolotto che cammina. Questo è uno dei video che ritraggono la bambola senza alcun corpo accanto.
FATE GIRARE PER FAVORE, VERIFICATE E FARE GIRARE
L’autore della foto è Erik Gillard, almeno secondo Selvaggia Lucarelli, donna piena di tanta di quella retorica che ci si potrebbe scrivere un trattato. A me frega poco che il fotografo si chiami Gillard e che lei si senta la portatrice della verità in terra, io so cosa ho visto e ci sono i video a dimostrarlo. Lei saccente com’è non li guarderà, ma voi fatelo se ne trovate qualcuno.
la seconda dalla fogna di libero presa da un utente della mia bacheca facebook
L’autore della foto è Erik Gillard, almeno secondo Selvaggia Lucarelli, donna piena di tanta di quella retorica che ci si potrebbe scrivere un trattato. A me frega poco che il fotografo si chiami Gillard e che lei si senta la portatrice della verità in terra, io so cosa ho visto e ci sono i video a dimostrarlo. Lei saccente com’è non li guarderà, ma voi fatelo se ne trovate qualcuno.
la seconda dalla fogna di libero presa da un utente della mia bacheca facebook
Giuseppe Scano ha condiviso il post di Gisella Rossi Rossa.
Gisella Rossi Rossa con Carlo Romano e altre 22 persone.
La volgarità di «Libero» contro gli archeologi - di MARCELLO MADAU (il MANIFESTO)
La polemica. Il quotidiano si scaglia contro gli esperti del nostro patrimonio storico-artistico: la tragedia dei treni pugliesi, secondo Mario Giordano, è da attribuire alla tutela di "tre ciotole"
9 h ·
La polemica. Il quotidiano si scaglia contro gli esperti del nostro patrimonio storico-artistico: la tragedia dei treni pugliesi, secondo Mario Giordano, è da attribuire alla tutela di "tre ciotole"
Un quotidiano che si autodefinisce Libero titola che la colpa della
tragedia ferroviaria pugliese è degli archeologi. Come è noto, quando ci
sono i morti arrivano sciacalli e avvoltoi. E i responsabili non sono
mai da cercare nelle politiche degli ultimi decenni, nello sviluppo
senza controlli. Sono da cercare nel lavoro: ieri i ferrovieri, oggi gli
archeologi.
«Sono queste le pratiche dell’archeologia preventiva, adottate in tutti i Paesi civili, da anni vigenti nel nostro Paese e recentemente riviste nel nuovo Codice degli Appalti. Sono procedure che non bloccano i lavori ma anzi li facilitano, rendendo compatibili la conoscenza e la salvaguardia del patrimonio culturale e la realizzazione di importanti opere pubbliche», dicono gli archeologi in un a dura nota congiunta.
Non si tratta semplicemente dello squallore di un fogliaccio reazionario, che indica il nome di un collega: qualcuno da dare in pasto alla “ggente”. C’è l’irrisione dell’analisi specialistica, c’è ancora integro un reperto: la vena fascista del «culturame». Ma, soprattutto, vi è la rappresentazione rozza di una mentalità più ampia, che permane da anni e cerca di eludere la tutela del paesaggio.
Si costruiscono a questo scopo nuove leggi, spesso affrettate e impugnabili ma efficaci nel breve periodo, magari affidando archeologia o paesaggio alla Protezione Civile (come nel 2009 con la nomina di Bertolaso a commissario di Roma) per sottrarli al controllo pubblico e cercare di regalarne il controllo alla politica corruttibile; oppure li mette all’indice, come nelle linee di un presidente noto per il suo fastidio della tutela dei monumenti, prima nell’esperienza fiorentina, ora a Palazzo Chigi.
Si elude la salvaguardia del paesaggio con eccezioni, grandi opere, l’attacco alla norme urbanistiche, lo Sblocca Italia; si intacca quel patrimonio ancora difeso dall’articolo 9 di quella Costituzione che fra poco, con gravi cambiamenti, andrà sotto referendum.
Gli archeologi lavorano a quel patrimonio che tutti dicono essere una delle grandi risorse morali e materiali dell’Italia. Danno fastidio perché operano nel territorio. Formatisi con senso del patrimonio pubblico e dei beni comuni, in numero crescente lavoratori indipendenti che operano nei piani urbanistici, nella programmazione culturale, ai quali è affidata, come obbligo di legge, la valutazione archeologica preventiva delle opere pubbliche.
Ho l’impressione che ciò spieghi, assieme alla familiarità stretta con il concetto di “culturame”, il volgare attacco e ne costituisca la ragione profonda.
La cultura non si mangia e neppure si digerisce. Serve al massimo a trovare un capro espiatorio e pensare alle mani libere sul territorio, insomma, al servizio degli speculatori di ogni risma.
Ma non prendetevela solo con Libero e Mario Giordano. Essi sono gli esecutori di un piano che ci vuole riportare alle opere senza valutazione di impatto ambientale, che prosegue la deregulation berlusconiana (della quale il giornale era sostenitore), attraverso Monti e Letta sino all’attuale governo.
Non prendetevela con Libero e Mario Giordano, perché essi fanno parte della maggioranza al governo.
«Sono queste le pratiche dell’archeologia preventiva, adottate in tutti i Paesi civili, da anni vigenti nel nostro Paese e recentemente riviste nel nuovo Codice degli Appalti. Sono procedure che non bloccano i lavori ma anzi li facilitano, rendendo compatibili la conoscenza e la salvaguardia del patrimonio culturale e la realizzazione di importanti opere pubbliche», dicono gli archeologi in un a dura nota congiunta.
Non si tratta semplicemente dello squallore di un fogliaccio reazionario, che indica il nome di un collega: qualcuno da dare in pasto alla “ggente”. C’è l’irrisione dell’analisi specialistica, c’è ancora integro un reperto: la vena fascista del «culturame». Ma, soprattutto, vi è la rappresentazione rozza di una mentalità più ampia, che permane da anni e cerca di eludere la tutela del paesaggio.
Si costruiscono a questo scopo nuove leggi, spesso affrettate e impugnabili ma efficaci nel breve periodo, magari affidando archeologia o paesaggio alla Protezione Civile (come nel 2009 con la nomina di Bertolaso a commissario di Roma) per sottrarli al controllo pubblico e cercare di regalarne il controllo alla politica corruttibile; oppure li mette all’indice, come nelle linee di un presidente noto per il suo fastidio della tutela dei monumenti, prima nell’esperienza fiorentina, ora a Palazzo Chigi.
Si elude la salvaguardia del paesaggio con eccezioni, grandi opere, l’attacco alla norme urbanistiche, lo Sblocca Italia; si intacca quel patrimonio ancora difeso dall’articolo 9 di quella Costituzione che fra poco, con gravi cambiamenti, andrà sotto referendum.
Gli archeologi lavorano a quel patrimonio che tutti dicono essere una delle grandi risorse morali e materiali dell’Italia. Danno fastidio perché operano nel territorio. Formatisi con senso del patrimonio pubblico e dei beni comuni, in numero crescente lavoratori indipendenti che operano nei piani urbanistici, nella programmazione culturale, ai quali è affidata, come obbligo di legge, la valutazione archeologica preventiva delle opere pubbliche.
Ho l’impressione che ciò spieghi, assieme alla familiarità stretta con il concetto di “culturame”, il volgare attacco e ne costituisca la ragione profonda.
La cultura non si mangia e neppure si digerisce. Serve al massimo a trovare un capro espiatorio e pensare alle mani libere sul territorio, insomma, al servizio degli speculatori di ogni risma.
Ma non prendetevela solo con Libero e Mario Giordano. Essi sono gli esecutori di un piano che ci vuole riportare alle opere senza valutazione di impatto ambientale, che prosegue la deregulation berlusconiana (della quale il giornale era sostenitore), attraverso Monti e Letta sino all’attuale governo.
Non prendetevela con Libero e Mario Giordano, perché essi fanno parte della maggioranza al governo.
come mai non metto ne bandiere francesi sul mio fb ne parlo qui sul blog ed sui miei social ma lo faccio fare a gli altri\e dell'ennessimo attentato fondamentalista islamico
potrebbe interessare
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/07/padova-due-palazzi-corsi-anti-isis-per.html
in sottofondo oltre la guerra e la paura - Modena City ramblers
Lo so che metto sempre la slita canzone ma :<<
Ecco infatti i Perchè come da titolo il mio atteggiamento sui fatti di Nizza .
Ma soprattutto perchè condivido in pieno , mi ha tolto le parole di bocca quando dice la mia utente di fb
( da oltre la guerra e la paura dei Mcr testo e video )
non so che altro dire alla prossima
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/07/padova-due-palazzi-corsi-anti-isis-per.html
in sottofondo oltre la guerra e la paura - Modena City ramblers
Lo so che metto sempre la slita canzone ma :<<
"Oltre la guerra e la paura… ci aspettano grandi sfide, e grandi
prove! Contro l’imperante cultura del
da www.traterraecielo.it tramite gooogle |
terrore, che si fonde col
qualunquismo e la sfiducia e ci rende egoisti, e deboli. Una canzone sui
questi tempi bui ed inquieti.">>dal sito ufficiale del gruppo
- due parole sono poche ed una è troppo ( lo so frase abusata e diventata luogo comune ma non so come esprimerlo )
- perchè non mi ca l'indignazione a tempo infatti condivido il post di Vincent Aldo .
come passa il tempo !Non fai in tempo a siamo tutti francesi che siamo tutti turchi
ehehehehe
- perchè si può essere indignati ed essere solidali senza essere a senso unico vedere il mio precedente posrt del 17\1\2015 sui fatti di Charlie Edo intitola appunto : #JE SUIS CHARLIE ma anche # JE NE SUIS PAS CHARLIE e soprattutto # JE SUSIS BOKO HARAM
Ma soprattutto perchè condivido in pieno , mi ha tolto le parole di bocca quando dice la mia utente di fb
non prendetelo come un autocensura , ma come il fatto che personalmente mi sono stancato rotto le ..... ( vedere vignetta sopra ) di ripetere le stesse cose ad ogni tragedia..ma ringrazio che esistono quelli come il mio contatto spopra che usano la testa (n e non hanno mandato il cervello alll'ammasso \ in cassa integrazione ) e han capito molto.. agli stolti ed ai malpancisti è per loro principalmente che scroivo auguro solo un pizzico di intelligenza e apertura mentale per vedere oltre alle apparenze ond e evitare (....)Sono rimasta fra i pochi che ancora non hanno commentato quel che è successo a Nizza.Volevo continuare su questa strada ma, scorrendo la home di fb, due cosine da dire le avrei.
Potreste ascoltare l'appello della polizia francese che chiede rispetto per le vittime e i loro familiari.
Potreste evitare toni vendicativi o analisi scellerate. Potreste evitare di trasmettere eccessiva paura ai vostri figli. Potreste lasciar stare l'idea e la voglia di acchiappare like ad ogni tragedia.
Potreste evitare di ridurre tutto a “noi e loro”.
Potreste invece chiedere uguaglianza e pace. Potreste difendere i valori di civiltà e libertà.
#passoechiudo
Mio fratello vede tutto
e il suo occhio non distingue,
mio fratello vede tutto
ma il ricordo si confonde,
urlano teorie, rincorrono morali,
la propaganda vince
con frasi sempre uguali
Mio fratello ha rinunciato
ad avere un'opinione,
mio fratello ha rinunciato
in cambio di un padrone
che sceglie al suo posto
e che non può sbagliare
perchè ormai nessuno
lo riesce a giudicare
( da oltre la guerra e la paura dei Mcr testo e video )
15.7.16
Padova Due Palazzi, corsi anti-Isis per chi lavora in carcere Progetto finanziato dall’Europa per riconoscere i detenuti fondamentalisti.
Ecco , per evitare l'ennessimo attentato degli stronzi fondamentalisti e i soliti serminoni pieni d'odio generalizzato dei malpancisti \ populisti e non solo .Oltre alle consuete regole del buon senso
1) evitare generalizzazioni stupide e forvianti non sempre chi è mussulmano è necessariamente \ per forza terrorista . E' come se dicessimo che noi cattolici siamo tutti per i roghi e l'inquisizione
2) esistono nell'islam , come neele altre fedi ( compresa la nosta ) diverse correnti \ scuole di pensiero oltre a quelle fanatiche \ fondamentaliste
3) vedere nele diversi fedi anche le cose positive non solo quele negative cioè 50 e 50
ecco come fare terra bruciata senza usare bombe ed armi o finanziare dittature o i nemico
vedere la storia
PADOVA. Le carceri del Triveneto si preparano per meglio affrontare la sfida contro il fondamentalismo islamico, iniziando la lotta contro il terrorismo da dietro le sbarre. Padova è stata inclusa nel programma, finanziato dalla Comunità europea, per evitare la radicalizzazione nelle carceri e migliorare la valutazione del rischio. Tutti gli operatori penitenziari, di ogni ordine e grado, saranno formati ad hoc per riconoscere gli individui a rischio e farli desistere da posizioni estremiste. Progetto finanziato dall’Europa per riconoscere i detenuti fondamentalisti. Tutti gli operatori penitenziari, di ogni ordine e grado, saranno formati ad hoc per inquadrare gli individui a rischio e farli desistere da posizioni estremiste. Lo scopo è evitare che alcuni detenuti una volta usciti dal carcere passino dall’estremismo ideologico all’azione violenta, trasformando le strutture di detenzione in una palestra e un luogo di incontro
«L’obiettivo è analizzare i contesti detentivi», spiega Angela Venezia, direttore dell’Ufficio detenuti del Provveditorato penitenziario per il Triveneto, «e trovare chiavi di lettura che permettano di interagire con i soggetti, potenzialmente aggressivi, che dimostrano simpatia per il mondo islamico. Il progetto sarà avviato con la collaborazione di un agenzia di formazione e sarà in rete con università e dipartimenti penitenziari esteri». In Europa la radicalizzazione è una minaccia crescente, per questo la Commissione si è impegnata a sostenere gli stati membri finanziando programmi di formazione per gli addetti ai lavori del sistema giudiziario penale. Lo scopo è evitare che alcuni detenuti una volta usciti dal carcere passino dall’estremismo ideologico all’azione violenta, trasformando le strutture di detenzione in una palestra e un luogo di incontro.
Un rischio che si è già trasformato in realtà in altre città come Parigi. Amedy Coulibaly, uno degli attentatori che ha commesso la strage di Charlie Hebdo, era stato in carcere per rapina a mano armata e, stringendo legami con un secondo attentatore, Chérif Koauchi, è uscito intenzionato a portare a termine un attacco terroristico.
Attualmente circa 750 persone sono recluse al Due Palazzi. Metà dei detenuti provengono da 60 paesi diversi. A loro è dedicato un nuovo protocollo d’intesa per il rispetto delle diversità religiose, che nasce tra il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia e il Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata (Fisppa) dell’Università. L'iniziativa è stata presentata ieri al Bo, alla presenza del rettore Rosario Rizzuto, del direttore Fisppa Vicenzo Milanesi e del provveditore Enrico Sbriglia. «Sono coinvolti
5 ricercatori con competenze multilinguistiche», specifica Mohammed Khalid Rhazzali, coordinatore, «sottoporremo ai detenuti stranieri questionari di indagine, con l’obiettivo di capire come organizzare gli spazi e i tempi per le diverse abitudini e pratiche religiose».
1) evitare generalizzazioni stupide e forvianti non sempre chi è mussulmano è necessariamente \ per forza terrorista . E' come se dicessimo che noi cattolici siamo tutti per i roghi e l'inquisizione
2) esistono nell'islam , come neele altre fedi ( compresa la nosta ) diverse correnti \ scuole di pensiero oltre a quelle fanatiche \ fondamentaliste
3) vedere nele diversi fedi anche le cose positive non solo quele negative cioè 50 e 50
ecco come fare terra bruciata senza usare bombe ed armi o finanziare dittature o i nemico
vedere la storia
da http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2016/07/15/http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2016/07/15/"TERRORISMO ISLAMICO"
(Breve lezione di storia per chi non sa o non vuole sapere)
Sino agli anni 80 l'Afghanistan era una repubblica democratica, laica e socialista. La religione era permessa ma non era tollerato alcun radicalismo. Le ragazze portavano la minigonna e compivano studi universitari. Un signore in cravatta vendeva dischi. Avevo un amico laggiù, faceva il medico. Gli Usa, reduci dal disastro Vietnam, per pure ragioni ideologiche (guerra fredda imperante) sobillarono una guerriglia antigovernativa, sino a che l'Afghanistan chiese l'intervento della Russia, nazione confinante e da sempre in strette relazioni. A quel punto Usa e Gran Bretagna cominciarono ad armare in modo massiccio le fazioni ribelli di stampo radicale, usando come mediatore un saudita la cui famiglia risiedeva a Boston, Osama Bin Lader. I guerriglieri erano addestrati in Pakistan dalla CIA. Dopo dieci anni i russi si ritirarono, vinse la guerriglia islamica e prese il potere la fazione più estremista, quella dei Talebani. Bin Laden fondò Al Qaeda. L''Afganistan tornò al medioevo e sparì dalla cronaca. Il mondo lo riscopri l'11 settembre del 2001. Il resto della storia ognuno se la racconti come vuole, a partire dalla guerra in Iraq.
Due Palazzi, corsi anti-Isis per chi lavora in carcere
Progetto finanziato dall’Europa per riconoscere i detenuti fondamentalisti. Protocollo d’intesa con il Bo per il rispetto delle diversità culturali e religiosePADOVA. Le carceri del Triveneto si preparano per meglio affrontare la sfida contro il fondamentalismo islamico, iniziando la lotta contro il terrorismo da dietro le sbarre. Padova è stata inclusa nel programma, finanziato dalla Comunità europea, per evitare la radicalizzazione nelle carceri e migliorare la valutazione del rischio. Tutti gli operatori penitenziari, di ogni ordine e grado, saranno formati ad hoc per riconoscere gli individui a rischio e farli desistere da posizioni estremiste. Progetto finanziato dall’Europa per riconoscere i detenuti fondamentalisti. Tutti gli operatori penitenziari, di ogni ordine e grado, saranno formati ad hoc per inquadrare gli individui a rischio e farli desistere da posizioni estremiste. Lo scopo è evitare che alcuni detenuti una volta usciti dal carcere passino dall’estremismo ideologico all’azione violenta, trasformando le strutture di detenzione in una palestra e un luogo di incontro
«L’obiettivo è analizzare i contesti detentivi», spiega Angela Venezia, direttore dell’Ufficio detenuti del Provveditorato penitenziario per il Triveneto, «e trovare chiavi di lettura che permettano di interagire con i soggetti, potenzialmente aggressivi, che dimostrano simpatia per il mondo islamico. Il progetto sarà avviato con la collaborazione di un agenzia di formazione e sarà in rete con università e dipartimenti penitenziari esteri». In Europa la radicalizzazione è una minaccia crescente, per questo la Commissione si è impegnata a sostenere gli stati membri finanziando programmi di formazione per gli addetti ai lavori del sistema giudiziario penale. Lo scopo è evitare che alcuni detenuti una volta usciti dal carcere passino dall’estremismo ideologico all’azione violenta, trasformando le strutture di detenzione in una palestra e un luogo di incontro.
Un rischio che si è già trasformato in realtà in altre città come Parigi. Amedy Coulibaly, uno degli attentatori che ha commesso la strage di Charlie Hebdo, era stato in carcere per rapina a mano armata e, stringendo legami con un secondo attentatore, Chérif Koauchi, è uscito intenzionato a portare a termine un attacco terroristico.
Attualmente circa 750 persone sono recluse al Due Palazzi. Metà dei detenuti provengono da 60 paesi diversi. A loro è dedicato un nuovo protocollo d’intesa per il rispetto delle diversità religiose, che nasce tra il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia e il Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata (Fisppa) dell’Università. L'iniziativa è stata presentata ieri al Bo, alla presenza del rettore Rosario Rizzuto, del direttore Fisppa Vicenzo Milanesi e del provveditore Enrico Sbriglia. «Sono coinvolti
5 ricercatori con competenze multilinguistiche», specifica Mohammed Khalid Rhazzali, coordinatore, «sottoporremo ai detenuti stranieri questionari di indagine, con l’obiettivo di capire come organizzare gli spazi e i tempi per le diverse abitudini e pratiche religiose».
14.7.16
13.7.16
la violenza è ....
in sottofondo resta vile maschio dove vai - rino gaetano
Leggo sulla mia bacheca m non ricordo chi o ha condiviso , questo post di Michele Citoni
commento dell'ottima iniziativa lanciata da Trenta uomini sul blog del Corriere della Sera La27esimaora lanciano la proposta di una nuova giornata nazionale contro la violenza maschile per prendere parola come uomini e per "diffondere al massimo la sensibilità e l'impegno fra tanti ragazzi e adulti ancora troppo silenziosi, isolati e confusi". e ripresa da http://noino.org/
Leggo sulla mia bacheca m non ricordo chi o ha condiviso , questo post di Michele Citoni
«La violenza non è un gesto di trasgressione o di devianza: è parte di una dinamica di riconferma di un ordine gerarchico. Un ordine gerarchico tra uomini e donne ma che ordina tutta la realtà: tra attivo e passivo, tra razionale ed emotivo, tra culturale e naturale in questa gerarchia il maschio bianco, eterosessuale, produttivo, occidentale, capace di dominare razionalmente il proprio corpo e la natura corrisponde a un modello di potere che va oltre le relazioni tra i sessi. Concepisce tutte le differenze come disparità e come soggezione. Il valore della virilità, a cui oggi molti si appellano pensando contrastare la violenza maschile ("i veri uomini non picchiano, chi è virile sa dominarsi"), è in realtà il riferimento che rappresenta come inferiori gli altri: gli uomini effemminati, le razze non civilizzate, le donne incapaci di dominare la propria corporeità ed emotività. La virilità chiede di essere continuamente verificata e riaffermata: da quando a tre anni veniamo incitati a dimostrare di non essere una femminuccia a quando l'insulto verso l'omosessuale è il gioco di gruppo di conferma e di vigilanza reciproca tra maschi. Ma questo dimostra anche come la violenza contro l'altro e l'altra sia un dispositivo di controllo e di disciplinamento per tutti gli uomini. Nella violenza c'è anche la perdita della nostra libertà.»
commento dell'ottima iniziativa lanciata da Trenta uomini sul blog del Corriere della Sera La27esimaora lanciano la proposta di una nuova giornata nazionale contro la violenza maschile per prendere parola come uomini e per "diffondere al massimo la sensibilità e l'impegno fra tanti ragazzi e adulti ancora troppo silenziosi, isolati e confusi". e ripresa da http://noino.org/
Bambino salvato dall’incidente ferroviario ANDRIA E CORATO , festeggia il compleanno in ospedale. sciacallaggio dei social acchoappalink e del medico del reparto che la postano non oscurandone il volto
Sulla bacheca facebook di una mia amica è stato condiviso questo post della pagina https://www.facebook.com/dituttounpoditutto/?pnref=story
Ecco il piccolo campione tratto in salvo dalla tragedia dell'incidente ferroviario in Puglia...Oggi è il suo settimo compleanno e festeggia il miracolo della vita... Gli facciamo tutti insieme gli auguri ???
non ci sarebbe niente di male se : non si usassero tali metodi , al limite dellosciacallaggio e violazione delle leggi penali e civili , per achiappare clic degli utenti . Infatti nei media( eccne uno a caso )
Bambino salvato dall’incidente ferroviario, festeggia il compleanno in ospedale
Bari. Samuele ha conosciuto la linea sottile tra la vita e la morte. È stato uno dei passeggeri della tratta maledetta sulla quale si sono scontrati in tarda mattinata due treni nella provincia di Bari. Oggi quel bimbo scampato alla morte grazie all’abbraccio della nonna deceduta poco dopo, estratto dalle macerie e trasportato d’urgenza all’ospedale di Andria, festeggia il settimo compleanno. Samuele sorride nella foto postata su facebook da uno dei medici e scattata nella sua camera d’ospedale con davanti la torta e la candelina. Il peggio sembra passato.In tutta Italia risuona ancora la rabbia e fa male sentire i numeri di morti e feriti, rispettivamente 23 e 52, di uno degli incidenti ferroviari più tragici ed evitabili allo stesso tempo. Negli istanti subito dopo l’accaduto sono stati creati dei presidi di aiuto psicologico sul posto e negli ospedali per i feriti e le persone che erano presenti nei vagoni e che hanno assistito alla scena terribile dell’impatto. Ora continuano le indagini e a queste fanno da contraltare la pesante e comprensibile dichiarazione del presidente della Repubblica Mattarella: “Quello che è successo è inammissibile”.
Samuele ha festeggiato il compleanno con medici ed infermieri dell’ospedale. Un sorriso, il suo sorriso in mezzo a tante lacrime
su fb e sui social non c'è controllo in quanto averla diffusa senza filtri su fb è un medico del reparto in cui il nbambino ricoverato , la foto è censurata perchè si tratta di un minore !!!
12.7.16
mio diario sul Rattle That Lock World Tour 2016 del10.7.2016 arena di verona di David Gilmour
N.b
le foto e il primo video dal cellulare prima che si scaricasse in quanto l'apparecchio per collegarlo all'accendisingari dell'auto era rotto ) il video ( tranne il primo che di mio cugino gli altri miei li trovate sulla mia bacheca di fb ) ritrovati per caso nella Sd della della digitale . In quanto nella ressa ho perso nella calca la schedina della video camera , meno male che le schede Sd sono compatibili , e quindi ho usato la scheda della digitale nella video camera perchè non avedndo una reflex ma una power point le foto fatte da lontano con macchina digitale vengono una cioffecca . Meglio fotografare con la video camera .
le foto e il primo video dal cellulare prima che si scaricasse in quanto l'apparecchio per collegarlo all'accendisingari dell'auto era rotto ) il video ( tranne il primo che di mio cugino gli altri miei li trovate sulla mia bacheca di fb ) ritrovati per caso nella Sd della della digitale . In quanto nella ressa ho perso nella calca la schedina della video camera , meno male che le schede Sd sono compatibili , e quindi ho usato la scheda della digitale nella video camera perchè non avedndo una reflex ma una power point le foto fatte da lontano con macchina digitale vengono una cioffecca . Meglio fotografare con la video camera .
Fra autostrada ( Como -Verona ) trovare parcheggio e mangiare qualcosa arriviamo che la fila per i bihlietti non mumerati era gia molto lunga, sebbene avessero cambiato l'orario del concerto ( dalle 21 alle 22 ) e quindi l'orario d'apertura dei cancelli .
Ma per fortuna durante il tempo trasacorso , si è trovatyo da chiaccherare e sentire dai bar vicini l'andamento della partita della finale degli Europei di calcio 2016 .
dirti dove , solo dopo una decina di minuti e su pressione della calca si decidono ad aprire l'altra ala delle tribune a sinistra del nrel mio caso del palco . Un altra corsa sulle gradinate in dicesa per cercare
un posto più in basso dove si vedesse meglio . Riusciami a trovare posto all sinstra del palco ( foto vedi foto al centro scattata durante l'intervallo ) . Meglio questa posiione che niente . Meno male che avevo la fotocamera . E poi la scarsa visuale ed il cullo rovvente non essendo riusciti a prendere i cuscini all'ingresso è stata ripagata da un ottima scaletta
da http://www.optimaitalia.com/blog/2016/07/10http://www.optimaitalia.com/blog/2016/07/10/
5 am
Rattle That Lock
Faces of Stone
Wish You Were Here
What Do You Want from Me
A Boat Lies Waiting
The Blue
Money
Us and Them
In Any Tongue
High Hopes
Astronomy Domine
Shine on You Crazy Diamond
Fat Old Sun
Coming Back to Life
On an Island
The Girl in the Yellow Dress
Today
Sorrow
Run Like Hell
Time/Breathe
Comfortably Numb
e da una magistrale re interpretazione dei pezzi , in culo alla cultura Revival , dei Pink Floid e ad torio da solista
Il tempo di fare una Zummata con il cellulare al pubblico dell'arena
e il concerto inizia .
Il video il video di mio cugino ( ero nel panico per i motivi detti nele righe precenti ) poi mi sono fatto coraggio e mi sono ripreso e ho fatto anch'io dei video che troveete prossimente sul mio canle di youtube
Un concerto stupendo come potete vedere da quest foto . le altre le rovate qui sul mio album di facebook
Unico rimpianto è stato quello di non aver potuto vedere bene nè l'arena nè la zona circostane ma poi il rimpianto l'ho fatto passare e mi sono detto come suggrito da un mio contatto di fb << la città aspetterà altre occasioni. Goditi il concerto ! >>
11.7.16
testamento © Daniela Tuscano
Le guardi e non hai scampo, non sono
dipinti, sono profezie realizzate, la Chyniere che si squarcia come una
Madonna nera e poi sviene in chiesa, annullata in un urlo munchiano, e
la povera crista nera di botte, la sindone del femminicidio, la Federica
spolpata, anch'essa con un grido ultimo, digrignato per l'eternità. La
prima ha perso un amore, gliel'ha strappato via l'infame furia del
razzismo, la seconda ha perso per amore, per un'altra infame furia dalla
stessa radice. Signori, questo è l'odio. L'odio per il diverso, l'odio
per la donna, anch'essa diversa, anch'essa da punire. Emmanuel, il
marito di Chinyere, è stato trucidato semplicemente perché era lui,
perché era nero, perché occupava lo stesso suolo, respirava la stessa
aria del suo assassino. Perché aveva una moglie che non ha tollerato di
sentirsi chiamare scimmia, perché non lo voleva lui, perché la dignità
non ha prezzo, perché curvarsi non si può e non si deve più. Francesca,
rea d'aver lasciato Luigi Alfarano, il marito-padrone, è stata
ingiuriata anche dopo morta dal parroco che ha assolto e commiserato
l'assassino (anche del figlioletto di quattro anni) e suicida,
attribuendo la responsabilità del delitto al "Demonio".
Perché Alfarano
"era un uomo buono, amava la famiglia e adesso è senz'altro in
paradiso". Come se il demonio non fossimo noi, come se il diavolo, colui
che divide, non fosse in quel pugno che ha letteralmente diviso il
bimbo dalla madre e massacrato il corpo d'entrambi.
A lui il paradiso spetta di diritto in quanto maschio devoto "alla famiglia", ecco il senso delle sciagurate parole del prete, ministro d'un dio con un solo sesso, davanti a cui è fatto obbligo inginocchiarsi, e servire, e morire.
Signori, questo è l'odio, e questa la cultura che troviamo nei libri, le frasi che sentiamo al bar, lo sguardo che leviamo sul mondo, da millenni, dagli albori dell'umanità. Questa la summa del darwinismo sociale, dell'apartheid dei sessi, del mondo a una dimensione: quella del maschio bianco, arroccato in una normatività criminale.
Sono baratri senza fine, queste donne. Rapprese in un definitivo "no". Stremate eppur possenti. Signori, questa è la guerra. L'avete in casa, ogni giorno. Sta solo a voi, a noi, disarmarla. Adesso, per sempre, ne vediamo il volto.
© Daniela Tuscano
di Mauro Biani pagina |
A lui il paradiso spetta di diritto in quanto maschio devoto "alla famiglia", ecco il senso delle sciagurate parole del prete, ministro d'un dio con un solo sesso, davanti a cui è fatto obbligo inginocchiarsi, e servire, e morire.
Signori, questo è l'odio, e questa la cultura che troviamo nei libri, le frasi che sentiamo al bar, lo sguardo che leviamo sul mondo, da millenni, dagli albori dell'umanità. Questa la summa del darwinismo sociale, dell'apartheid dei sessi, del mondo a una dimensione: quella del maschio bianco, arroccato in una normatività criminale.
Sono baratri senza fine, queste donne. Rapprese in un definitivo "no". Stremate eppur possenti. Signori, questa è la guerra. L'avete in casa, ogni giorno. Sta solo a voi, a noi, disarmarla. Adesso, per sempre, ne vediamo il volto.
© Daniela Tuscano
9.7.16
ALLE SPALLE di © Daniela Tuscano
Eri lì, con quell'aria timida, provvisoria, ingannevole. La faccia degli studenti quando non son più studenti. Ed è sempre un giorno tiepido, e c'è sempre silenzio.
E ti scoppia nel cuore una gioia vorticosa, un senso di pianto che il mondo non saprà; muori in un attimo, in un attimo risorgi.E sei adulto, e la vita ti seduce, fatale Armida senza delizie. Sei grande e diventi minimo. I tuoi progetti falliscono; sei costretto a fuggire. Tu, figlio di popoli giovani, guardi oltre le vetrate, nell'aria azzurra, straziante come un addio. Partendo, non piangi. Non ne hai il tempo. Subisci tutto e non sai perché: furto, violenze, percosse. Domani, ripeti, domani sarà finita, appena un poco e tornerò.
Ma non torni. Sei fuggito dal fanatismo, ti uccide il fanatismo. Cioè il nonsenso. Ti aspettava da quel giorno, covava alle tue spalle fra le congratulazioni e i sogni d'avvenire. Era dietro di te. Una croce spessa e nera. Ti sarebbe piombata addosso, l'avresti replicata sotto colpi assurdi, privi di dignità. Sì, una croce nera, nera come te. Nera come il buio. E muta, come il gorgo nel quale sei sceso.
© Daniela Tuscano
8.7.16
Tempio Pausania, Affollato sempre di più il circo dei ben pensanti Bullismo da social. il video di due ragazzi minorennni che cercano un po' d'intimita nei vicoli del centro storico divenmta virale
Sulla scia dell'articolo di Gallura news ( vedi url sopra ) sul recente bullismo da social
avvenuto nella mia cittadiba da social dedico questa cover de Andreiana
foto archivio google - www.bullismoedoping.it |
avvenuto nella mia cittadiba da social dedico questa cover de Andreiana
specie questo verso
Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio.
a chi ha rovinato con il suo video e con le chiacchere la vita a due ragazzini qui in un post sulla mia bacheca di fb una mia riflessione ed uno scambio d'opinioni . e su questo chiudo sull'argomento per evitare di scendere al livello della mali lingue di paese . Aggiungo solo lo questa vigletta qui a destra
la condivisione ai tempi di fb e dei social puo essere equivocata e mal interpretata
Ormai dovrebbero saperlo anche i muri che in tempo di social condivisione non vuole dire per forza che tu accetti o sia d'accordo su quella cosa o meno . Esistono due tipi di condivione quella CRITICA cioè quando si condivide con una introduzione ma anche non una cosa che contesti o su cui non sei d'accordo per contenstarla o propporre su d'essa un dibattito \ discussione ) queola ACRITICA \ PASSIVA tanto per farla cioè perchè se
d'acordo e pensi che gli altri\e siano del tuo stesso parere o quanto meno vicino ad esso .
Ora Certe persone, che non distinguono la differenza tra le due codivisoni : La prima i cui condividi cose contrarie al tupo modo di pensaee per poter smerdare / contestare mettere sull'avviso che
sono idiozie xenofobe populiste come nel caso successomi recentemente sulla mia pagian di fb in cui commentavo la disinformazione sulla fatto di Fermo riportando con un introduzione critica l'articolo mi pare del il giornale ripreso in maniera distorta dal sito fogna \ bufalistico http://www.riscattonazionale.it/ . E La seconda . Ciò mi ha portato alla considertazione che certa gente , specie quella che ti rimuove senza contestarti la cosa e senza darti diritto di replica per poterglierlo spiegare ė meglio a volte perderla che trovarla
7.7.16
"Gli americani sbarcheranno in Sardegna". All'asta i cimeli della spia che ingannò i nazisti
in sottofondo The Rain Song - Jimmy Page & Robert Plant HD [No Quarter 1994]
L'UnioneSarda.it »
Cronaca
»
"Gli americani sbarcheranno in Sardegna". All'asta i cimeli della spia che ingannò i nazisti
Cronaca
» Sardegna
"Gli americani sbarcheranno in Sardegna". All'asta i cimeli della spia che ingannò i nazisti
Ieri alle 14:30 - ultimo aggiornamento alle 16:50
John Masterman
Sono state messe in vendita, in Gran
Bretagna, le medaglie al valor militare conquistate durante la Seconda
guerra mondiale da John Masterman.
Ai più il suo nome non dice nulla.
Gli studiosi, invece, sanno che senza di lui la Storia europea avrebbe preso una piega diversa.
Masterman,
ufficiale inglese specializzato in azioni di spionaggio, fu infatti
l'ideatore dell'operazione "Mincemeat", che nel 1943 consentì agli
Alleati di sbarcare in Sicilia pressoché indisturbati per dare il via
alla riconquista dell'Italia sotto occupazione tedesca.
I dettagli di tale operazione farebbero venire l'acquolina in bocca a diversi sceneggiatori e produttori di Hollywood.
Navi alleate nel 1943 in Sicilia
Masterman ideò
infatti un incredibile depistaggio, per ingannare l'esercito nazista e
permettere alle truppe statunitensi di raggiungere le coste siciliane
senza trovare una feroce opposizione: ai tedeschi venne fatto ritrovare
il cadavere di un uomo, abbandonato da un sottomarino della Royal Navy
davanti alle coste spagnole, con indosso un passaporto inglese e alcuni
documenti "segreti", nei quali si accennava a un imminente sbarco degli
Alleati, non in Sicilia, bensì in Sardegna e in Grecia.
Credendo
di essersi imbattuti in un pezzo grosso dell'esercito nemico in
possesso di informazioni preziose e riservate (in realtà il corpo
apparteneva a un senzatetto morto in Galles), gli ufficiali del Reich
diramarono l'ordine di monitorare le coste sarde ed elleniche, di fatto
sguarnendo la sorveglianza alla Sicilia.
Il diversivo si rivelò un successo e gli Alleati poterono iniziare la loro controffensiva.
Il tutto, grazie allo 007 (ante litteram) Masterman.
Secondo le stime, il suo piano, oltre che alla disfatta nazi-fascista - contribuì a salvare circa 40mila vite umane.
Dopo
decenni, i riconoscimenti ottenuti dalla diabolica spia britannica
saranno messi all'asta da un anonimo collezionista che li ha gelosamente
custoditi e che ora ha deciso di privarsene.
La vendita, riferisce il Mail Online, avverrà il prossimo 22 luglio.
Base fissata per accaparrarseli: 5mila euro.
Una
cifra irrisoria, dicono i responsabili della casa d'aste Dix Noonan
Webb di Londra dove avverrà l'incanto, per dei cimeli appartenuti a uno
degli artefici della sconfitta di Adolf Hitler e del suo Reich.
Le medaglie di Masterman messe all'asta
La polizia lo cerca per 37 anni. Quando lo rintraccia fa una scoperta incredibile
Cronaca » USA
Lunedì 04 Luglio alle 14:54 - ultimo aggiornamento alle 16:24 www.unionesarda.it
La polizia lo cerca per 37 anni. Quando lo rintraccia fa una scoperta incredibile
Bill Burchfield alias Harold Arnold
Nel 1979 era stato condannato a 16 anni di carcere per omicidio volontario, ma era riuscito a fuggire, facendo perdere le sue tracce.Oggi la polizia è riuscita a riacciuffarlo.
Trovando però un uomo incredibilmente diverso da quello che 37 anni fa finì sotto processo.Lui è Bill Burchfield, 67 anni, rintracciato dalle forze dell'ordine nello Stato Usa del Kentucky. Secondo quanto riferito dai media americani, dopo l'evasione ha assunto l'identità di un suo cugino deceduto, tal Harold Arnold. Ed è andato a nascondersi nella cittadina di Laurel County, 59mila abitanti, famosa per aver dato i natali al primo ristorante della catena Kentucky Fried Chicken e per il Festival mondiale del pollo fritto che si tiene ogni anno per le sue strade.Qui Bill, alias Harold, ha iniziato una nuova vita, avvicinandosi alla religione, fino a diventare diacono.Non solo: per anni si è speso per i più bisognosi e si è prodigato per i poveri, impegnandosi come volontario al servizio degli ultimi e distribuendo pasti ai senzatetto. "Altro che assassino. È l'uomo più buono che abbiamo mai conosciuto", raccontano i suoi concittadini.Che ora, dopo l'arresto, hanno avviato una petizione per convincere le autorità a concedergli la grazia.O, comunque, ad esere clementi, alla luce delle tante, documentabili opere di bene a favore della società. La vicenda ha fatto il giro del mondo, rilanciando il dibattito sul recupero e le possibilità di riscatto per i detenuti.
Trento Cacciatrici e «modelle»: gli insulti corrono sul web Una delle doppiette che aveva posato per il calendario 2016 ha denunciato i commenti alle foto su Facebook ritenuti diffamatori e anche minacciosi
premetto che sono per amare gli animali contro la caccia ( salvo che questa non sia inevitabile es nel caso di animali in sovranumero e creando dei problemi di aquilibrio ambientale tra prede e predatori , cme esempo il caso dei cinghiali in sardegna ) e la sua esaltazione . Ma qui si tratta di mancanza di rispetto . Un vero amante dela natuira e dovrebbe avere rispetto verso tutte le forme uomo comnpreso . Non ti piace la esaltazione , denucciarlo se c'è un reato penale o criticalo pure , ma senza minacciare ed insultare . E' per questo che vado contro corrente è dico hann fatto bene le protagoniste a denuciarli i fanatici animalisti OVVIAMENTE SENZA GENERALIZZARE
da http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2016/07/07/news
Cacciatrici e «modelle»: gli insulti corrono sul web
TRENTO. La finalità dell’iniziativa era (ed è) benefica: la raccolta di denaro per sostenere associazioni che aiutano famiglie, bambini e anziani in difficoltà. Il mezzo è collaudato: un calendario. Particolari le modelle unite dal fatto di essere tutte cacciatrici trentine e di mettersi in posa - assolutamente vestite - con le «divise» delle doppiette anche di altri tempi. E proprio il calendario delle cacciatrici trentine è entrato nel mirino di alcuni animalisti che hanno bersagliato le «modelle» con una serie di messaggi offensivi (anche pesanti) su Facebook. Tanto da spingere una di loro a rivolgersi all’avvocato Marcello Paiar per denunciare alcune di queste persone per diffamazione, minacce e ingiurie.
Una denuncia contro la quale la procura ha chiesto l’archiviazione ma il legale ha presentato opposizione aggiungendo altro materiale a quanto già depositato a gennaio quando era stata presentata la querela.
Ma per spiegare la vicenda è necessario fare un passo indietro al novembre dello scorso anno quando il gruppo cacciatrici trentine presenta (e non si trattava della prima edizione) il calendario. Cercando su Facebook la notizia della loro iniziativa si sono imbattute nel profilo di un trentino (animalista) e soprattutto nelle sue riflessioni pesanti e anche in qualche modo grevi. Seguite da commenti di altri utenti del social network dello stesso tenore.
Con paragoni con i calendari dei camionisti con gli pneumatici sostituiti dai fucili. Oppure frasi come «vogliamo parlare delle “donne” (le virgolette sono dell’autore del post, ndr) di questa provincia succhiasoldi. A parte che sono una più.... dell’altra, (...) la cosa allucinante è che sono delle assassine».
Una frase fra le tante che riportiamo per far capire il tenore degli interventi. Corredati da alcune immagini del calendario presentato nei giorni immediatamente precedenti.
Ma a spingere una delle cacciatrici a presentare la denuncia sono state quelle frasi che lei ha avvertito come una minaccia diretta alla sua attività commerciale e ai suoi clienti. Con la promessa di un’attività di boicottaggio. Che, nei fatti, non si sarebbe mai tramutata in azioni «reali».
Pensieri e frasi che hanno causato nella donna un profondo stato di malessere tanto da spingerla ad affidarsi
ad un legale per veder condannati chi l’aveva diffamata e minacciata. Una denuncia per la quale, come detto, la procura ha chiesto l’archiviazione e ora la «palla» passa al giudice che dovrà esprimersi sull’opposizione all’archiviazione che è stata presentata dal legale della cacciatrice.
da http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2016/07/07/news
Cacciatrici e «modelle»: gli insulti corrono sul web
Una delle doppiette che aveva posato per il calendario 2016 ha denunciato i commenti alle foto su Facebook ritenuti diffamatori e anche minacciosi
TRENTO. La finalità dell’iniziativa era (ed è) benefica: la raccolta di denaro per sostenere associazioni che aiutano famiglie, bambini e anziani in difficoltà. Il mezzo è collaudato: un calendario. Particolari le modelle unite dal fatto di essere tutte cacciatrici trentine e di mettersi in posa - assolutamente vestite - con le «divise» delle doppiette anche di altri tempi. E proprio il calendario delle cacciatrici trentine è entrato nel mirino di alcuni animalisti che hanno bersagliato le «modelle» con una serie di messaggi offensivi (anche pesanti) su Facebook. Tanto da spingere una di loro a rivolgersi all’avvocato Marcello Paiar per denunciare alcune di queste persone per diffamazione, minacce e ingiurie.
Una denuncia contro la quale la procura ha chiesto l’archiviazione ma il legale ha presentato opposizione aggiungendo altro materiale a quanto già depositato a gennaio quando era stata presentata la querela.
Ma per spiegare la vicenda è necessario fare un passo indietro al novembre dello scorso anno quando il gruppo cacciatrici trentine presenta (e non si trattava della prima edizione) il calendario. Cercando su Facebook la notizia della loro iniziativa si sono imbattute nel profilo di un trentino (animalista) e soprattutto nelle sue riflessioni pesanti e anche in qualche modo grevi. Seguite da commenti di altri utenti del social network dello stesso tenore.
Con paragoni con i calendari dei camionisti con gli pneumatici sostituiti dai fucili. Oppure frasi come «vogliamo parlare delle “donne” (le virgolette sono dell’autore del post, ndr) di questa provincia succhiasoldi. A parte che sono una più.... dell’altra, (...) la cosa allucinante è che sono delle assassine».
Una frase fra le tante che riportiamo per far capire il tenore degli interventi. Corredati da alcune immagini del calendario presentato nei giorni immediatamente precedenti.
Ma a spingere una delle cacciatrici a presentare la denuncia sono state quelle frasi che lei ha avvertito come una minaccia diretta alla sua attività commerciale e ai suoi clienti. Con la promessa di un’attività di boicottaggio. Che, nei fatti, non si sarebbe mai tramutata in azioni «reali».
Pensieri e frasi che hanno causato nella donna un profondo stato di malessere tanto da spingerla ad affidarsi
ad un legale per veder condannati chi l’aveva diffamata e minacciata. Una denuncia per la quale, come detto, la procura ha chiesto l’archiviazione e ora la «palla» passa al giudice che dovrà esprimersi sull’opposizione all’archiviazione che è stata presentata dal legale della cacciatrice.
6.7.16
.Si laurea a 82 anni per amore della moglie Carmelo Toscano aveva finito gli esami già nel 1974 e ieri ha presentato a Sociologia la sua tesi sul capitalismo in agonia
Lo so che molti di voi , come non biasimarli , mi diranno : è che palle è già il terzo articolo che riporti su argomenti simili in queste due settimane ; ma stasi diventando vecchio.; non sapevo che t'interessassi d tematiche da giornali rosa e tipo harmony ; ... ecc .
Ma se leggete questa storia fino in fondo , prima di sparare cazzate a random capirete che tale vicenda non puo' essere in modo riduttivo in quadrata in tali categorie
Si laurea a 82 anni per amore della moglie
Carmelo Toscano aveva finito gli esami già nel 1974 e ieri ha presentato a Sociologia la sua tesi sul capitalismo in agonia
di Giorgio Dal Bosco
TRENTO. Laurearsi a 82
anni suonati (ieri pomeriggio a Sociologia) è fuori del comune, ma non è
un primato. Laurearsi a questa età a distanza di 42 anni trascorsi dopo
aver superato tutti gli esami canonici (iscrizione nel 1968 e ultimo
esame nel 1974) rifiutandosi di discutere la tesi (già scritta) di
laurea soltanto perché «contesto la frattura tra mondo operaio e mondo
intellettuale che quel pezzo di carta, la laurea, lo certifica»,
comincia ad essere un evento straordinario. Se ci si aggiunge a tutto
ciò che una laurea siffatta altro non è che un regalo di lui per amore
di lei che gli ha chiesto un ulteriore “segno” d'affetto in occasione
delle loro nozze di diamante, beh, allora, veramente si va dritti nel
libro del Guinnes dei primati.
Non solo, ma questa è una pagina tenerissima di un libro rosa dove,
tuttavia, di realismo non manca niente. Non manca l'ambizione di lei
«desidero essere la moglie di un dottore» e nemmeno la smorfia di
assenso di lui che, prima, sbuffa un «vabbè, mi arrendo, mi laureo» e,
poi, le sussurra un « sono contento di ...accontentarti». Questa, in
maniera stringata, è la storia di Carmelo Toscano, nato nel 1934,
siciliano di Lentini, bolognese d'adozione, ragioniere, sposato con
Antonietta, venuto a Trento nel 1968 ad iscriversi alla già quasi famosa
Sociologia.
La sua, professionalmente, è una vita tutta dentro “Timo” e Sip,
rispettivamente “nonna” (emiliana) e madre di Telecom, fino al
pensionamento nel 1987. Con la passione, oltre a quella del contestatore
che presagiva come la tecnologia si sarebbe fagocitata centinaia di
migliaia di posti di lavoro, una grande passione – si diceva - per tutto
ciò che è “sociale”, in particolare per una diversa modalità
dell'organizzazione del lavoro che avrebbe dovuto ubbidire
all'imperativo «far lavorare meno ore per far lavorare tutti».
Carmelo si è sempre messo di buzzo buono anche in questo almanaccando
sistemi organizzativi migliori. Quella tesi dal titolo «Capitalismo in
agonia», scritta quando aveva 38 anni, intanto , però rimaneva lì in
casa tra gli scaffali come un impolverato album di foto di famiglia.
Antonietta la moglie, - come sussurra la figlia Alessandra «moglie sì,
ma con un'espressione più intima io definisco meglio una compagna di
vita, una donna che ha condiviso con il marito ogni decisione e ogni
grande o piccola emozione» - ha covato per qualche tempo un segreto
desiderio.
Lo covava, forse, anche tra un gorgheggio e l'altro, tra un'opera e
l'altra, cantando come soprano lirico al Teatro Comunale di Bologna.
Poi, l'anno scorso Carmelo si è trovato tra le mani quel fascicolo
«Capitalismo in agonia» che ha portato , non si sa mai, alla casa
editrice Pendragon che subito ha pubblicato l'opera in due volumi.
Involontariamente Carmelo ha così dato il “la” alla sua laurea. Sì,
perché la moglie Antonietta e la figlia Alessandra come due carbonare
hanno tramato nell'ombra.
Qualche telefonata a sociologia, qualche distinguo e infine la certezza
di una cosa importante: il laureando, all'epoca dell'ultimo esame, per
motivi tutti suoi e non per eventuali ripensamenti sulla eventualità di
laurearsi, si era fatto certificare dall'Università di aver superato
tutti gli esami. E questo attestato che gli ha permesso di laurearsi a
distanza di 42 anni.
Così per Carmelo è arrivata la “bomba”: la richiesta della moglie,
ossia, la preghiera di andare a Trento, discutere la tesi già
pubblicata. La “carboneria” di madre e figlia aveva vinto. D'altra parte
60 anni di matrimonio vissuti senza tentennamenti e con un grande
dolore, supportandosi (attenzione, non sopportandosi) vicendevolmente
dovevano essere festeggiati.
Ecco, appunto, supportandosi. Sì, perché quando Carmelo, allora già
impiegato alla Sip, aveva deciso di iscriversi a Sociologia, la moglie
aveva apprezzato e stimolato l'iniziativa anche se lo studio avrebbe
distolto Carmelo, almeno parzialmente, dal ruolo di grande padre e di
bravo marito.
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