Ero avvocato come Harmon Whitney
o Kinsey Keene o Garrison Standard,
perché anch’io mi occupai del diritto di proprietà,
per trent’anni, anche se alla luce delle lampade,
nella sala da gioco del teatro.
E vi dico che la vita è un giocatore
che la sa molto più lunga di noi.
Non c’è sindaco al mondo che possa chiudere la bisca.
E se perdi puoi strillare quanto vuoi:
non riavrai il tuo danaro.
Fissa una posta difficile da vincere;
trucca le carte per metterti in difficoltà
e sfruttare la tua debolezza.
E ti dà settant’anni per giocare:
se non ce la fai a vincere in settant’anni
non ce la farai mai più.
Quindi, se perdi, vattene dalla stanza—
vattene dalla stanza quando è l’ora.
E’ meschino stare a cincischiare con le carte,
e imprecare se perdi, con gli occhi ottenebrati,
e piagnucolando tentare ancora e ancora.
Edgar Lee Masters (1868–1950). Spoon River Anthology1916.
In questi giorni post esame ed essendo raffreddato e non avendo voglia non avevo voglia di uscire ( se non per le cose essenziali ) e rintanarmi per il troppo freddo in bar , ho preferito guardare qualcosa in tv anche se per trovare l’oro ( qualcosa di buono ) devi setacciare il fango ( metaforicamente parlando J ) . Per fortuna che esistono i video registratori e delle “isole “ dove la spazzatura \ il trash non vi ancora arrivata completamente , anche se io credo che prima o poi si arriverà come nella storia “ la fuga di homer “ storia a fumetti dei simpsons contenuta in - BENVENUTI A SPRINGFIELD edito dalla collana i classici del fumetto serie oro del quotidiano la repuublica ( qui per ulteriori news ) Esattamente in una di queste zone incontaminate (o quasi ) dal trash ho visto il documentario “ il paese mancato "
. Un documentario la cui visione dura quasi due ore ( compresi sic gli spot pubblicitari ) del primo andato in onda sabato 17 su rai tre ( tra poco dovreste trovarlo in su www.raiclick.it. ) è adatto ( oltre per gli appassionati di storia come me ) anche a coloro vogliono farsi una idea dei libri \ saggi di storia che non siano quelli dell’onnipresente marchettaro ( come il prezzemolo
) Bruno vespa . Il documentario – sottolinea Guido Crainz ( uno degli autori insieme a Italo Moscati, autore e regista, che ha già diretto per
La Grande Storia la puntata intitolata “Passioni nere” ) .ordinario di storia all’Università di Teramo ed autore del libro “Il paese mancato”, edito da Donzelli ) – nasce dal confronto e dal dialogo di differenti saperi, altrettanto decisivi nella costruzione di un prodotto audiovisivo, in questo caso di carattere storico».«Al centro del documentario – prosegue Crainz – vi sono i temi che ho trattato in un volume dallo stesso titolo, pubblicato due anni fa dalla casa editrice Donzelli e ristampato in questi giorni in edizione economica: l’Italia degli anni Sessanta e Settanta, le speranze e le delusioni, le contraddizioni e le lacerazioni di quegli anni. Per chi, come me, insegna da più di vent’anni all’Università di Teramo è motivo di orgoglio sottolineare che sia Italo Moscati, regista e coautore del programma, sia Roberto Carradori, che ha realizzato il montaggio. >>. Esso è un viaggio che presenta i fatti attraverso i documenti diretti e poco conosciuti ricavati soprattutto dagli archivi della Rai e che cita programmi tv e canzoni che hanno scandito i fatti stessi, contribuendo a restituire la temperatura di un ventennio carico di sorprese e di emozioni, un ventennio che ha segnato la vita e le speranze del paese, coinvolgendo diverse generazioni, comprese quelle che non l’hanno vissuto e s’interrogano su di esso. Un vero e proprio film-documentario fatto che riassume e rilancia temi ancora al centro di un dibattito sulla storia del nostro paese in continua ricerca di equilibri per tenere il passo della contemporaneità. Infatti è grazie ad esso che vedo confermato , quel pensiero che m’era balenato in mente approfondì la storia ( ma soprattutto l’altra storia ) del nostro paese degli ultimi 60 anni e vedendo documentari inchieste tipo quelle di Sergio Zavoli o Lucarelli o dopo aver letto fin da piccolo storia d’Italia a fumetti di Enzo Biagi e i due romanzi da me recensiti su questo blog : la quattordicesima commensale di Gianni Marilotti e L' amore degli insorti di Stefano tassinari ( da leggersi insieme a i segni sulla pelle e L'ora del ritorno ) e dal film la meglio gioventù ( da guardare insieme pasolini un delitto italiano e a cento passi , di Tullio m. Giordana che l’Italia oltre ad essere un paese senza memoria come ho affermato in alcuni post precedenti e un paese mancato le cui conseguenze sono evidenti . Dalla fine degli anni sessanta ai primi anni ottanta ( ma anche ben altre il periodo analizzato dal libro e dal film in questione ) il paese è attraversato da sommovimenti che coinvolgono le economie e le culture, le produzioni e i consumi, i soggetti sociali e gli immaginari collettivi. Il sopraggiungere del miracolo economico e delle speranze riformatrici del centro-sinistra e il rifluire successivo di entrambi; l'esplosione del movimento studentesco e dell'"autunno caldo", gli anni cupi della "strategia della tensione" e il delinearsi della "crisi della Repubblica", in anni che vedono un'offensiva terroristica senza paragoni. Una ricostruzione fatta attraverso le fonti più diverse: i quotidiani e i periodici così come i rapporti di prefetti, polizia e carabinieri ma anche i film, le canzoni, la letteratura, la televisione .
n questi giorni dopo delel figure di 




l'assoluzione dei dirigenti dela juventus dalle accuse di doping .. la cosa mi fà più male perchè sono anche juventino ( anche se come ho già detto prima sulla ex chat ufficiale dell'inter e poi
Il lungo filo della sentenza con la quale e' stata assolta la Juventus e' legato a poche parole pronunciate da Zdenek Zeman sette anni fa: "Il calcio deve uscire dalle farmacie". Una frase che forni' a un pm torinese, Raffaele Guariniello, lo spunto per curiosare nel mondo del pallone. Zeman parlo' il 25 luglio 1998 a Predazzo, il paese del Trentino in cui aveva portato in ritiro la sua Roma, per commentare lo scandalo dei ciclisti che al Tour de France prendevano l' Epo. Per la verita' il tecnico boemo disse anche che il calcio doveva uscire "dagli uffici finanziari", ma questo, all' epoca, nessuno lo senti'. Bastava il riferimento alle farmacie. E Guariniello apri' un' inchiesta per controllare quali prodotti - a cominciare dalla creatina - circolavano tra i giocatori. Per mesi nell' ufficio del magistrato sfilarono i nomi piu' noti e amati del pianeta football: campioni come Del Piero, Vialli, Ronaldo, Maradona, Zidane e Deschamps, allenatori come Trapattoni, Lippi e Castagner, i vertici del Coni e della Figc, i medici sportivi. Bastarono poche settimane per scoprire che nel calcio qualcosa non quadrava. Il laboratorio antidoping dell' Acqua Acetosa non eseguiva i controlli regolarmente (e il Cio gli revoco' l' accredito), e i giocatori del passato, una volta cessata l' attivita', venivano colpiti da malattie strane come il morbo di Lou Gehrig. La stessa procura del Coni, al termine di un' inchiesta autonoma, stilo' un rapporto nel quale il calcio non veniva scagionato completamente. Guariniello, per ragioni di competenza territoriale, indago' sulle uniche due squadre che avevano la sede legale nel capoluogo piemontese, la Juventus e il Torino. I vertici del club granata finirono sotto processo per la sola violazione della legge sui farmaci, e vennero assolti in Cassazione nel 2001. Sulla Juventus si allungo' l' ombra piu' nera, quella del doping: secondo il magistrato, per alterare le prestazioni in campo dei bianconeri si ricorreva all' uso dei farmaci, sfruttando certi loro effetti collaterali. Il processo comincio' il 31 gennaio 2002, e vide alternarsi sul banco dei testimoni Baggio, Ravanelli, Ferrara, Lombardo, Pessotto. Il 15 luglio 2004 ci fu un colpo di scena: ascoltata la relazione del perito Giuseppe D' Onofrio, i pm aggiunsero l' accusa di Epo. Il 24 novembre successivo il giudice Giuseppe Casalbore condanno' il medico, Riccardo Agricola, e mando' assolto l' ad Antonio Giraudo. Quindi, il 21 giugno 2005, la Procura antidoping del Coni, basandosi sulle motivazioni della sentenza del processo, chiese due anni di squalifica per il dottore.
furono invece assolti, al pari di altri due imputati, Zeno Tascio e Corrado Melillo, dall'accusa di alto tradimento. «È un discorso vergognoso non solo per le vittime, ma per tutti gli italiani». Daria Bonfietti, presidente dell' associazione dei familiari delle vittime per la strage di Ustica, commenta così l’assoluzione. «C'è una sola certezza - ha aggiunto - ed è quella che un aereo civile è stato abbattuto in tempo di pace. Ma la magistratura non è riuscita a trovare i responsabili di questa mancata verità. Sono passati tanti anni e la magistratura non è riuscita a stabilire come questo possa essere accaduto».«Prendiamo atto della sentenza, e sottolineiamo come i giudici hanno stabilito che ci sia stata una insufficienza di prove». È la prima frase pronunciata dai pm Erminio Amelio e Maria Monteleone, subito dopo la lettura del dispositivo della sentenza della prima corte d' assise di appello nel processo di secondo grado sui fatti relativi al disastro di Ustica. «Rimane una ombra su tutta la ricostruzione - hanno continuato Amelio e Monteleone - e ora aspettiamo di capire dalla motivazione dei giudici qual è il punto dove le prove sono stati insufficienti». Per i pm, a questo punto «è scontato il ricorso in Cassazione, soprattutto dopo che in primo grado la sentenza aveva resistito a tutte le prove».«Ogni sentenza va comunque rispettata - ha detto a sua volta Alfredo Galasso, uno dei legali di parte civile - ma in una vicenda di questo genere mi sembra di trovarmi di fronte a una sentenza profondamente ingiusta. Provo una pena profonda perché dopo tanti anni si è arrivati alla conclusione che nessuno ha fatto nulla e che non ci siano responsabilità. Il popolo italiano subisce delusione e sconforto».La decisione dei giudici è giunta dopo circa cinque ore di camera di consiglio. Nel disastro avvenuto al largo di Ustica il 27 giugno 1980 morirono 81 tra passeggeri e componenti dell' equipaggio del Dc 9 dell'Itavia partito da Bologna la sera del 27 giugno 1980 e diretto a Palermo. >> Ma sopra








da quando ho scritto quel post sula tav molti mi hanno chiesto via email e msn messanger e chat le mie opinioni dopo aver sentito e le letto ii pro e i contro , e dopo aver visto Ballarò ( rai 3 ) di ieri e letto sia media ufficiali che non ufficiali in particolare indymedia.it ( di cui ho riportato gli url in un post 