3.5.07

Senza titolo 1800

Super eroi...





A faccia in giù sull'asfalto, giacendo poco distante da un secchione della spazzatura. E' questa la conclusione che si fa quando si finisce di fare il proprio tempo?


Che ci faccio qui? Io sono un super-eroe. Sono Spiderman. L'uomo ragno. Non mi aspettavo questa fine ingloriosa, e poi sono ancora un gran bel giocattolo.


Ho indosso la mia tuta speciale rossa e blu con lo stemma di un grosso ragno nero sul petto e faccio la mia bella figura. Non ho nemmeno un graffio.


La mia plastica è ancora perfetta. La mia testa, le mie braccia e le mie gambe si trovano al loro posto.


Sono nuovo nuovo...e allora perché mi hanno buttato via?


Quando sono uscito dalla fabbrica e mi hanno alloggiato nella mia scatola di cartone, portandomi in un negozio di giocattoli, assieme ai miei fratelli gemelli, non avrei mai immaginato che mi aspettasse un destino simile.


E' pensare che, qualche mese fa, mi avevano anche avvolto in una carta da regalo tutta d'oro e deposto sotto l'albero di Natale, in attesa di essere scartato da Nino.


Ero il regalo che aveva tanto desiderato per tutto l'anno, il giocattolo che aveva chiesto insistentemente a Babbo Natale, richiedendoglielo nella sua letterina.


Anche Martina, quando mi ha visto, è stata un po' invidiosa di suo fratello.


A lei era andata in dono una di quelle bamboline nanerottole che hanno due occhioni enormi e delle grosse labbra rosse da far spavento.


Una Bratz. Mi sembra che si chiamasse cosi, anche se poi Martina l' ha ribattezzata il nome di Susanna.


Nino non ha voluto nemmeno farmi sfiorare da lei. Mi è dispiaciuto che abbiano litigato per causa mia.


Era geloso di me e voleva che appartenessi solo a lui.


Mi ha portato in camera sua, posandomi sullo scaffale della sua libreria, assieme agli altri suoi giocattoli.


Ho fatto amicizia anche con un bell'imbusto di plastica lucida che si chiamava Ken e chissà come e perché, Martina, aveva dimenticato tra i giochi di Nino.


Nonostante si desse un po' troppe arie, era un giocattolo molto simpatico e di notte, quando nessuno poteva vederci, trascorrevamo ore ed ore a scambiarci le nostre opinioni sulla giornata appena trascorsa.


Assieme a Nino, ho vissuto dei bei momenti. Passavamo intere giornate a giocare assieme senza stancarci mai e la sera, spesso, mi portava a letto con se, addormentandosi mentre mi teneva stretto al suo cuoricino.


Non sono state poche le volte in cui ho preso delle sonore botte sulla schiena, quando lui mi lasciava cadere giù da qualche mobile per vedere se ero in grado di fare la ragnatela ed aggrapparmi alla spalliera di una sedia prima di precipitare sul pavimento.


Peccato che il giocattolaio che ci ha ideato non ci abbia fornito di questo potere. In fondo io non sono il vero Uomo Ragno.


Sono solo il suo clone di plastica e sotto questa tuta non c'è nulla. Io non ho ne un viso e ne un corpo, ma un cuore....un cuore, però, lo possiedo.


Peccato che questo i bambini non lo capiscano e non sappiano quanto soffriamo quando ci accantonano per passare a giocare con qualche gioco più accattivante e tecnologico.


E' proprio quello che accaduto a me. Qualche giorno fa, papà Marco, è entrato in casa, portando con se un grosso scatolone di cartone.


Non capivo cosa conteneva, ma sia Nino che Martina, gli saltellavano intorno, tirandolo per i pantaloni, tutti contenti e felici mentre lui estraeva fuori da esso un altra scatola un po' più piccola e tutta nera.


Grazie, papino. Non vedevamo l'ora che ci comprassi la nuova Playstacion3”, hanno esultato in coro, mentre papà Marco armeggiava con i cavi della televisione per collegarla a quello strano aggeggio dall'aria cupa e minacciosa.


Pensate poi che beffa. Quando Martina e Nino, l'hanno accesa per giocarci assieme, sono apparso proprio io sullo schermo....era il mio video-game.


Loro hanno preferito uno stupido personaggio virtuale, che non potevano ne vedere e toccare, a me.


Certo, potevano fargli compiere più azioni di quelle che erano concesse al mio corpo di plastica ...ma la fantasia? Dove troveranno più la bizzarria dei giochi che compivano quando erano in mia compagnia, se tutto, in quel video-game, è già predefinito ed impostato?


Mi hanno dimenticato. Sono rimasto a far polvere per diversi giorni sullo scaffale della scrivania di Nino, fino a quando, questa mattina, Mamma Rosa, senza un reale perché, mi ha preso con se, è portato qui dove mi trovo ora, accanto a questo cestino della spazzatura che puzza e mi da il voltastomaco.


Nonna Orsa, la matrona di tutti i giocattoli di Nino e Martina, una volta mi raccontò, di questo luogo selvaggio e maleodorante, dove era finita per “sbaglio”, a causa di uno strappo alla zampa destra che le aveva fatto fuoriuscire un po' di bambagia e per il quale i genitori dei bambini avevano deciso di liberarsi di lei.


Era stato solo per i capricci disperati di Martina, che aveva avuto una secondo possibilità di ritornare in casa, dove mamma Rosa le aveva dato due punti d'ago e filo per farla tornare come nuova tra le braccia della piccola Martina.


Ed io? Chissà se avrò questa possibilità? Chissà se torneranno a riprendermi?


Intanto me ne resto qui e piango, perché il cuore mi duole..ed in questo istante mi sento veramente poco un super-eroe.


Ehi! Ma di chi è questa mano che ora mi sta alzando dall'asfalto?


E' un signore anziano. Chissà dove mi porta? Questo sacco e buio. Ma guarda quanti giocattoli, come me ci sono!


Allora non sono l'unico ad essere stato abbandonato. Chissà quante Playstacion3 hanno venduto in questi ultimi tempi?


E quest'uomo, ora,cosa vorrà da me? Mi sta distendendo su un lenzuolo bianco al di sotto di un albero...però, mica male la Barbie che mi ha messo accanto e nemmeno quella bambolina di porcellana vestita tutta di bianco.


Ed adesso cosa ci fanno tutti questi bambini attorno a noi? Ecco la manina di uno di loro che mi afferra.


Sta chiedendo alla mamma se può tenermi con se. Un euro? Valgo cosi poco? Non importa. Bimbo portami con te!


Che bello, stiamo andando via! Allora non sono ancora da gettare nella spazzatura....e poi che begli occhi ha questo fanciullo.


Sono occhi che sanno ancora immaginare senza inutili artifici e futili tecnologie, occhi colmi di fantasia e colori.


Solo ora comprendo che sarà finché, al mondo ci saranno bambini, come lui, capaci di sognare attraverso la propria immaginazione e libertà di pensiero che noi giocattoli potremmo definirci, veramente, dei super-eroi... ma, bimbo, non mi getterai via anche tu? Vero?...


(Tratto dal blog di Pachucha)


Senza titolo 1799





Pascal Renoux


Ogni attimo del nostro incontro


Lo zefiro dolce dà inizio ad una danza con i miei capelli.

Verdi fronde s’intrecciano al mio seno,

il cielo apre una gioiosa  e persistente armonia di note.


Frammenta le miei angosce e  ricompone il mio spirito.

Mi penetra, scaturendo in me sensazioni perdute.

Una gioia immensa è ospite della mia anima,



sosta sulle vellutata guance,

gentile come una farfalla.

Attorno a me tutto si dilegua,

restiamo solo io ed il vento…l’amore e la vita.

Negli scomposti tuoi silenzi

vivo purissime emozioni… misteriose impronte



che incidono pian piano il tuo nome


già  distinto nel mio cuore.

Rivivo con gaiezza, ogni attimo del nostro incontro.

La prima luce dei desideri coincide col sorgere del sole



e…. avverto che sveleremo sempre  il nostro amore.



Silvana

Global warming - dal sito effedieffe.com




Global warming
Maurizio Blondet
30/04/2007

Ci fu un tempo in cui l’umanità ridusse enormemente le emissioni di CO2, il colpevole dell’effetto-serra, e dunque del riscaldamento globale: fu nella grande Depressione del ‘29.
Nel 1928, il biossido di carbonio (CO2) prodotto dalle industrie nel mondo ammontò a 1,1 miliardi di tonnellate.
Nel 1929, salì ancora a 1,7 milioni.
Poi, il crollo di Wall Street, e la grande depressione cominciò.
Nel 1932, l’emissione di CO2 dovuta alle industrie umane era crollata a 0,88 miliardi di tonnellate.
Un calo del 30%.
Poi la curva ricominciò a salire, lentamente e in modo continuo, nel 1939 era a 0,90 miliardi di tonnellate.
La ripresa tuttavia fu lentissima.
Solo con la guerra e la ricostruzione del dopoguerra, verso il 1945-50, si tornò ai valori antecedenti al 1029.
Il 30% in meno di emissioni di CO2: è un calo enorme, molto maggiore di ciò che si possa sperare di raggiungere con le norme che gli ecologisti vorrebbero imporre al mondo, come i «crediti» sulle emissioni di carbonio (volute dalla convenzione di Kyoto: i Paesi che emettono troppo possono «comprare» crediti da Paesi che emettono poco).
Molto più di quello che vorrebbe l’ecologista politico Al Gore.
Molto più di quanto chiede, esige, l’ONU, o l’Inter-Governmental Panel on Climate Ch’ange.
Un calo del 30%.
Dietro questa percentuale c’è la tragica paralisi della produzione e dei commerci industriali, la spaventosa riduzione dei consumi in Europa e in America.
Ci sono le fabbriche chiuse, le decine di milioni di disoccupati, i tempi durissimi per la massima parte della popolazione del pianeta.
Il decennio (1929-39) del tirare la cinghia, il più duro per una generazione che non avrebbe visto la luce alla fine del tunnel, se non sotto forma della seconda guerra mondiale - l’altra tragedia immane, la grande consumatrice di prodotti industriali e di vite umane - nei cinque anni seguenti.
Ma almeno, il CO2 prodotto dall’uomo bruciando carbone e petrolio calò.
L’aria sarà stata più pulita.
I cieli più sereni.
Il mutamento climatico da effetto-serra (di cui sicuramente il CO2 è responsabile) sarà stato bloccato.
Invece no, non fu così.




La concentrazione di CO2 nell’atmosfera terrestre, espressa in parti per milione (ppm) non fece che salire.
Lentamente, di poco, ma inesorabilmente.
Nel 1928 era a 306 ppm.
Nel 1929, era 306.
Nel 1932, a 307.
E così via salendo, a piccolissimi ma inesorabili passi, fino al nostro oggi, dove siamo a 380 parti per milione.
Gli strumenti che controllano la concentrazione del gas-serra nell’aria a Mauna Loa (Hawaii) dal 1958, e i controlli sulle bolle d’aria intrappolate nei carotaggi estratti dai poli, mostrano sì variazioni, ma dovute alla natura: per esempio, tra l’estate e l’inverno la concentrazione può variare anche di 5 ppm, a causa del ciclo della fotosintesi delle foglie.
Ma la caduta verticale della produzione industriale dei primi anni ‘30 non ha causato nemmeno un calo di 1 ppm.
Immaginiamo di sovrapporre i due grafici relativi: quello delle emissioni industriali sale, scende a precipizio nel 1930/31, poi risale.
Quello della concentrazione di CO2 atmosferico sale lentamente ma senza mai scendere, e specialmente non scende quando scende l’altro.
A sovrapporre i due grafici è stato il professor Martin Hertzberg già nel 2001. (1)
Oggi Hertzberg è in pensione, ma è stato meteorologo per la US Navy; chimico e fisico laureato a Stanford, si è occupato per tutta la vita di combustioni esplosive, diventando il massimo esperto mondiale nell’accurata misurazione delle particelle sub-microscopiche nell’atmosfera (ha due brevetti in apparecchi di misurazione all’infrarosso).
Hertzberg non si è esposto come scettico della teoria sulla causa industriale del «global warming», ma ha tratto le semplici conclusioni dalla sovrapposizione dei due grafici.
Sì, la concentrazione di CO2 è cresciuta del 21% nel corso del secolo appena passato.
La temperatura terrestre è aumentata, anche se molto meno: mezzo grado centigrado tra il 1880 e il 1980, e da allora sale più rapidamente, più nelle regioni polari che altrove.
Ma, si domanda Hertzberg, è il CO2 a 380 ppm per milione a trattenere il 94% della radiazione solare assorbita nell’atmosfera?
Egli nota che il vapore acqueo è un assorbitore di calore altrettanto potente, e può essere presente nell’aria in percentuali fino al 2%, equivalenti a 20 mila parti per milione (ppm).
L’acqua, dunque?




L’acqua, onnipresente sulla Terra: oceani, nubi, ghiacci, nevi, vapore.
Una presenza enormemente più evidente del biossido di carbonio.
Eppure, i modelli elaborati dalla «scienza» del global warming non ne tengono conto.
L’attuale concentrazione di CO2 si ebbe anche nell’Eocene, 20 milioni anni prima della rivoluzione industriale: allora il biossido di carbonio salì a 300-400 ppm.
Che cosa causò, a quei tempi, l’effetto-serra?
Milutin Milankovitch, serbo, uno dei fondatori dell’astrofisica, studiò in ogni particolare, tra il 1915 e il 1940, tutte le possibili variabili all’opera nelle ere glaciali e post-glaciali.
Egli spiegò il ciclo dei riscaldamenti e raffreddamenti planetari con le variazioni dell’esposizione della Terra al Sole, dovute all’orbita ellittica, e alle variazioni di inclinazione (oscillazioni) dell’asse terrestre.
Egli ritenne che questa - la maggiore o minore irradiazione solare - fosse la causa primaria delle rilevanti variazioni di temperatura media tra glaciazioni e disgeli.
Hertzberg inclina alla stessa conclusione: oggi ci troviamo nella coda d’uscita dell’ultima era glaciale.
L’acqua copre oltre il 70% della superficie del pianeta.
E negli oceani, intrappolato in forma di carbonati, giace una quantità di CO2 almeno cento volte superiore a quello atmosferico.
Mentre avanza l’era post-glaciale gli oceani, riscaldati, emettono gas carbonico, proprio come una bibita gassata estratta dal frigorifero, che svapora mentre raggiunge la temperatura ambiente.
«E’ il riscaldamento degli oceani che provoca l’aumento del CO2 nell’atmosfera, non il contrario», sostiene perciò Hertzberg.
Difatti, recenti studi mostrano che negli scorsi milioni di anni l’aumento del CO2 nell’aria ha fatto seguito al riscaldamento climatico, con un ritardo fra gli 800 e i 2.600 anni.
Se Hertzberg ha ragione, allora tutte le misure invocate dall’ecologismo per ridurre le emissioni industriali non hanno senso alcuno.
In particolare, non ne ha il cervellotico meccanismo dei «crediti di emissione» pensato a Kyoto, questa compra-vendita di diritti di inquinare che vuole introdurre un incentivo di «mercato» alla decrescita produttiva.
Un’escogitazione ideologica - del liberismo - a soccorso dell’ideologia dell’ambientalismo malthusiano, che vede nella popolazione umana un «eccesso» e una malattia.




Il liberismo globale e l’ecologismo uniti a creare complessi di colpa a un’umanità che ha dimenticato il senso del peccato, ma non l’oscuro rimorso.
Il commercio dei «crediti d’emissione» equivale, dice Alexander Cockburn, alla «vendita delle indulgenze» del Papato di sei secoli fa: il peccatore poteva, con un esborso, comprarsi il purgatorio anziché l’inferno.
Lo stesso meccanismo di indulgenze viene offerto oggi dalla religione del liberismo ecologico, ma stavolta su basi ovviamente tecnocratiche.
Proprio vero quel che diceva Chesterton: l’uomo miscredente è quello che crede a qualunque cosa.
Invece, se Hertzberg ha ragione, a comprare «diritti» a man bassa dovrebbe essere Poseidon, il dio del mare.
Lui il vero colpevole.


Maurizio Blondet




Note
1) Alexander Cocburn,  «Is global warming a sin?»,  Counterpunch, 29 aprile 2007.



2.5.07

laicità questa sconosciuta




E’ polemica per  " gli attacchi " al Vaticano quella  che  dal 1929  quando con i patti lateranensi \  concordato poi confermati,sic,dalla costituzione, è diventata non più un semplice  gruppo di pressione, che  ha caraterizzato  direttamente  e indirettamente  la nostra storia   come  una  seconda  istituzione   .
E’ ancora polemica dopo le dichiarazioni di Andrea Rivera ( www.andrearivera.it/  ) uno dei tre conduttori della  15 edizione del  concerto del Primo Maggio in piazza S.Giovanni (insieme a Claudia Gerini e Paolo Rossi) che ieri, durante la manifestazione, ha detto: “Il Papa ha detto che non crede nell’evoluzionismo. Sono d’accordo, infatti la chiesa non si è mai evoluta”. “Non sopporto - ha proseguito - che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. E’ giusto così assieme a Gesù Cristo non c’erano due malati di Sla, ma c’erano due ladroni”. Sarà ( anche se non sono di tale parere )  pure offensiva   e poco rispettosa delle sacre scritture  , ma  è satira  e come talòe  và accettata  o  se dovess'essere criticata  non in quiel modo  li   che è come predicare bene  e  razzolare male   . Infatti  il linguaggio della Chiesa negli ultimi tempi non è linguaggio dell'amore e punta ad eccitare gli animi del cattolicismo(visto che ci chiamano laicisti io li chiamo cattolicisti). Tutto ciò è conseguenza della pesante ingerenza della Chiesa nell'agenda politica istituzionale  che la rende inevitabilmente attaccabile e criticabile  .
Per chi  come me   affronta  le questioni con ironia  guardatevi questa cronaca  di Emilio fede il tirapiedi  più  comico che abbia mai visto 







Immediate le reazioni del mondo politico . Critici verso Rivera i segretari di Cgil, Cisl e Uil . “Sono dichiarazioni molto stupide che non condivido - ha detto Luigi Angeletti della Uil - in un Paese civile la libertà religiosa e della Chiesa è altrettanto importante della libertà politica e sindacale”.
Per Raffaele Bonanni della Cisl “il concerto del primo maggio non è il luogo adatto per fare politica e fare divisioni”.
Duro anche Maurizio Ronconi, vice capogruppo dell’Udc alla Camera: “Un laicismo d’accatto contagia anche il concerto del primo maggio. E’ inqualificabile ed ingiustificabile che un concerto organizzato dalla federazione sindacale scada in un anticlericalismo offensivo per tutti i cattolici”.
Sullo stesso tono le critiche del presidente dell’Udc, Rocco Bottiglione: “Qualcuno a sinistra al concerto del primo maggio non sente il bisogno di esprimere solidarietà a monsignor Bagnasco, oggetto di inqualificabili attacchi alla libertà di espressione dei cristiani. Qualcuno non ha nemmeno la prudenza e la dignità di tacere. Da piazza S.Giovanni si elevano parole di sarcasmo e di incitamento all’odio. Questa è una mancanza di rispetto a tutti i lavoratori cristiani ed a tutti gli uomini che amano il dialogo e la libertà”.
Anche Giorgio Lainati, capogruppo di Forza Italia in Vigilanza Rai non ha apprezzato l’ “attacco gratuito e privo di senso a Papa Benedetto XVI e alla Chiesa cattolica”.
“Il tutto è avvenuto naturalmente dagli schermi del servizio pubblico radiotelevisivo, quello pagato da milioni di abbonati. Siamo curiosi di sapere se la sortita del signor Rivera sia stata concordata con il direttore di Raitre il cattolico Paolo Ruffini sempre così attento alla difesa e al rispetto di tutte le Confessioni religiose nei vari programmi della sua rete”, ha poi aggiunto.
“Le farneticanti parole espresse da Andrea Rivera, uno dei conduttori della manifestazione del primo maggio a San Giovanni, di fatto buttano altra benzina sul fuoco della pericolosa polemica contro la libertà di espressione dei credenti e in particolare del clero cattolico italiano”.
Così il capogruppo dell’Udeur alla Camera, Mauro Fabris.
“Ora mi auguro – ha proseguito - che i sindacati vorranno condannare, come è nella loro tradizione di rispetto per ogni cultura e ogni religione, le parole di sarcasmo e di incitamento all’odio di Andrea Rivera”.
E in una nota congiunta le parlamentari di Forza Italia, Isabella Bertolini, Patrizia Paoletti Tangheroni, Gabriella Carlucci, Simonetta Licastro Scardino e Laura Bianconi chiedono al Governo di “prendere immediatamente una posizione istituzionale, netta ed inequivocabile”.
“Le gravi minacce a Bagnasco, gli epiteti del patetico Rivera rivolti al Santo Padre dal palco di Piazza S. Giovanni, sono atti di gravità inaudita, figli del clima di odio e di derisione laicista, ormai imperante nel Paese. Il Governo deve dissociarsi pubblicamente”, si legge nella nota.
Marco Cappato, segretario dell’Associazione Coscioni e deputato europeo dei Radicali, invece è stato l’unico a difendere Rivera: “Un ‘bravo’ ad Andrea Rivera, che ha ricordato il comportamento del Vaticano sui funerali negati a Welby. Grazie a Rivera, almeno per un attimo, si è intravista la possibilità che questa piazza San Giovanni non consegni il testimone ideale alla ‘San Giovanni clericale’ convocata per il 12 maggio, ma aiuti, lo speriamo e lo chiederemo, la mobilitazione per il ‘coraggio laico’ del 12 maggio, a piazza Navona”.
E mentre ‘L’Osservatore Romano’ considera le parole di Andrea Rivera “terrorismo”, altri ritengono che la reazione del quotidiano sia stata esagerata.
A cominciare dal consigliere Rai Sandro Curzi che ha parlato di “pericolosa provocazione”, dal capogruppo Prc al Senato Giovanni Russo Spena che ha invece sottolineato la mancanza di “senso delle proporzioni” e dal Verde Mauro Bulgarelli che ha giudicato “immotivati gli attacchi del Vaticano ad Andrea Rivera”.
Il protagonista della vicenda, Andrea Rivera, all’indomani del suo tanto discusso intervento rivolto dal palco del Concertone del Primo maggio, si è edetto “dispiaciuto” per le polemiche nate a causa delle sue affermazioni e ha precisato di non aver voluto “offendere alcuna persona o religione”.
Al tempo stesso però ha sottolineato che le battute erano state “concordate con gli autori del Primo maggio”.
Quando c’è una diretta e a salire su un palco è un mattatore, gli autori di un programma mettono in conto “eventuali interventi ‘scomodi’”come quello fatto ieri da Andrea Rivera sul palco del Concertone. Sembrerebbe questa la posizione emersa dall’entourage degli autori del Primo Maggio, secondo i quali “anche per lo spettacolo di ieri si è lavorato su concetti più che su singole frasi il cui peso specifico è responsabilità diretta di chi sul palco è anche autore di se stesso”. Insomma, fanno notare che “si concorda la performance, ma poi il presentatore-mattatore di turno va a ruota libera, modella sul momento il copione”. Impossibile, quindi, secondo gli autori, concordare ogni singola parola. Ma che tristezza  sia che  governi la   sinistra  sia che governi al destra   guai  a criticare  e  a fare satira ( sia bella o brutta  che sia  )  sulla chiesa  e sulle gerarchie    siamo uno stato confessionale e aservito  al Vaticano  . E assistiamo  ad uno stuolo " bipartisan "   di politici  e giornalisti  per  giunta ipocrita   dove pochi sono  realmente cattolici credenti  e non decidono d'aderire a tali valori perchè lo sentono  dentro di loro  , sono persone che predicano bene e razzolano male  e hanno il piede in due staffe  . infatti sono quelle persone  che magari ( come il caso di Pier ferdinado casini )  sono divorziati e  risposati  e poi conducono  la caccia  ale streghe  verso coloro sono  nella sressa situazione  .,  oppure sono contro i Dico / Pacs  però  alcuni di loro ne  usufruiscono  .,  contro l'omosessualità  e  contro la droga , però  sono  tra  quelli  che  loro  condannano \ crociffiggono  , dicono  contro l'aborto ma  poi non solo  condannano  coerentemente  chi lo  fà  a cuor leggero  , ma  anche  chi lo fà  per seri problemi  ( incesto, strupro, non voler  trasmettere  terribili malattie  ereditarie ,. ecc )  e non si preoccupano   dell'aumento  del numero degli aborti in netto aumento  fra le minorenni  .
Potrei continuare  a lungo  , ma  rischierei d'annoiarvi  , continuate  voi se volete .

SOLIDARIETA' AD ANDREA RIVERA


Concertone primo maggio

Le frasi di Andrea Rivera

 

COSA HA DETTO DI TERRORISTICO?

 


- «Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, infatti la Chiesa non si è mai evoluta»

- «Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. È giusto così. Assieme a Gesù Cristo non c'erano due malati di Sla, ma c'erano due ladroni».

-ooo-


 

MA STIAMO SCHERZANDO?

 

Prodi invita ad abbassare i toni, i sindacalisti si dissociano e condannano queste frasi...Certo il Vaticano non si tocca, poi, ora che Bagnasco ha ricevuto minacce ( tutta la mia solidarietà, intendiamoci), tutto diventa terrorismo, attacco.

Sono disgustata. Ma è vero che Andrea ha chiesto scusa?

Che è stato costretto ad abiurare?

Meno male che c'è qualcuno che ha preso le sue difese: Cappato e Curzi e sicuramente tutti quelli che come me ne hanno piene le tasche dell'ipocrisia...



"Quando si arriva a parlare di terrorismo per la battuta di un giovane comico o di un artista di strada mi pare che si faccia, anche se involontariamente, della pericolosa provocazione". Cosi' il consigliere Rai Sandro Curzi ha commentato l'intervento dell'Osservatore Romano.


 


PER VEDERE LE FOTO DELLA GIORNATA E PER LEGGERE LE MIE RIFLESSIONI clicca QUI



 



Il prossimo appuntamento sarà per il 12 maggio a PIAZZA NAVONA, ALLE 15.00


Coraggio laico!


Rosalba


Senza titolo 1798

1 maggio 1947-1 maggio 2007


Portella delle Ginestre
Autore: D. Fo, P. Ciarchi Anno 1970 circa

Portella delle Ginestre
e i morti calabresi
e quelli delle Puglie,
quelli di Reggio Emilia;
e quelli morti in fabbrica
e quelli sui cantieri
e quelli avvelenati
dall'acido e il benzolo…
Non aspettar San Giorgio - che lui
ci venga a liberare;
non aspettare San Marco - che lui
ci venga a vendicare coi fanti e i cannoni…
E quelli che son crepati
di tisi e silicosi
e il cancro alla vescica per più di mille donne
e i morti giù in miniera…
ma basta con 'sto elenco:
son venticinquemila
crepati in poco tempo, in pochi anni;
nessuno paga i danni,
è roba del padron, comanda lui.
E non gridare aiuto - eh no!
chi può aiutari, oppresso,
è il tuo compagno stesso - è lui
che ti potrà salvare, soltanto lui.
Però
bisogna buttarci tutto
"O MERDA O BERRETTA ROSSA!"
o merda o berretta rossa!
Chi non vuol provar la scossa
sta dalla parte del padrone e la pagherà,
sta dalla parte del padrone e la pagherà.


 


prima della  strage  foto tratta  da www.misteriditalia.com/giuliano/strage-portella/


 


Preso dal concerto del primo maggio  mi sono dimenticato  di un grandissimo  anniversario che  ha avuto  ed ha   grande pesoi sulla storia del nostro amato-odiato paese  e che vede coinvolti  gli Americani  querli che certa  storiografia  o pseudo tale vede  come i veri liberatori al posto  di coloro  che  marcirono nelle carceri fassciste  o al confino e poi sali in montagna per  resistere  .
Per  evitare d'annoiarvi con la mia  logorroica prolissità  lscio che a parlare siano   questo  documentario  La memoria della strage di Portella della Ginestra raccolta da un gruppo di ricercatori sessant'anni dopo. Interviste a superstiti e familiari delle vittime. uno  dei tanti  di youtube  alla voce  portella  delle ginestre ( per chi è interessato a coltivare la memoria trova qui l'elenco )
e altri siti  sotto riportati








 





Alessandro Iacuelli - Le vie infinite dei rifiuti. Il sistema campano.

"Il Mediano" - http://www.ilmediano.it
con il patrocinio del Comune di Marigliano
presenta il volume
di Alessandro Iacuelli

“Le vie infinite dei rifiuti”
il sistema campano

Sabato, 5 maggio 2007 ore 17,30

Centro polivalente “Ex Chalet delle Magnolie”
Piazza Roma, Marigliano (NA)


Immagine1“Le vie infinite dei rifiuti” è un’inchiesta giornalistica che ricostruisce il viaggio e lo smaltimento dei materiali tossici verso la Campania e le motivazioni concrete dell'ormai cronica “emergenza rifiuti” della regione. Con una coraggiosa inchiesta giornalistica, Alessandro Iacuelli ha scavato nelle radici di questa imbarazzante pagina della storia del nostro Paese ricostruendo nei dettagli il percorso che le ecomafie hanno fatto in quindici anni per conquistare il “potere” sul territorio e garantirsi introiti stratosferici attraverso traffici illegali che avvengono sotto gli occhi di tutti e senza che nessuno muova un dito per fermarli.


Alessandro Iacuelli è giornalista free lance. Fa parte della redazione della testata on-line Altrenotizie per la quale ha curato tra l’altro, inchieste sull’emergenza gas dell'inverno 2005/2006, sul nucleare in Italia e sui rifiuti tossici e le ecomafie in Italia meridionale. Di origine napoletana e laureato in Fisica, da anni si sta occupando a tempo pieno della particolare “emergenza” che vive la Campania da quasi 15 anni, tornando a seguire la “sua” terra, il commissariamento straordinario dei rifiuti, le attività ecomafiose legate alla presenza camorristica, e l’aspetto sanitario che sta provocando un aumento dei casi di cancro nella regione.


Scheda del libro: Le vie infinite dei rifiuti. Il sistema campano - Autore: Alessandro Iacuelli
Prezzo versione cartacea a partire da € 12,46; e-book € 1,33
Anno 2007 - Editore Altrenotizie.org / Lulu - ISBN 978-1-84753-184-1
La brochure relativa alla presentazione può essere scaricata qui.

1.5.07

Senza titolo 1797


Il mondo nuovo
             
                  
Family Day - 12 maggio - Roma, P.zza San GiovanniL'Arcivescovo Bagnasco, il 30 marzo,parlando all'incontro degli operatori della Comunicazione Sociale della Diocesi di Genova, ha sottolineato le contraddizioni di un'etica basata su criteri soggettivi (come l'opinione pubblica o le scelte personali) invece che oggettivi. Se dovessero valere i criteri soggettivi perchè - ha chiesto - «dire di no all'incesto o al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano ?».Bagnasco ha contestato che «la libertà di ciascuno, come autodeterminazione, come scelta» possa costituire il criterio del bene e del male, e motivato la sua posizione facendo osservare come l'applicazione di tale criterio porterebbe a giustificare rapporti pedofili e incestuosi purchè fra persone consenzienti. Da qui a paragonare i DICO alla pedofilia ce ne corre . A questa conclusione, che a noi sembra così chiara, non sono giunti alcuni giornali - Repubblica ha titolato Bagnasco: "No ai Dico come alla pedofilia" - ed i benpensanti: la Pollastrini ha parlato di espressioni "che finiscono col ferire la dignita' delle persone e della loro vita", Pecoraro Scanio ha condannato "il paragone tra le convivenze e la pedofilia o l'incesto". Quindi, invece che confutare - è legittimo - le ragioni dell'Arcivescovo opponendogli le proprie, si è preferito condannarle come antiliberali, discriminatorie e poco caritatevoli.
Una volta sbattuto il mostro in prima pagina, non sono mancati - come sempre succede in questi casi - gli zelanti esecutori. Nel mese di aprile si è avuta una serie impressionante di minacce a Bagnasco [su Google News potete trovarne il repertorio completo in circa 20 pagine (al momento), l'ultima venerdì scorso con il recapito di una busta con proiettile, tanto che nel corso del mese, il 23 aprile, è stata pure tenuta una manifestazione di appoggio all'Arcivescovo, cui hanno partecipato in 7-800 secondo una prima stima della polizia riportata dal Corriere della Sera, invece 700 secondo la Repubblica (di solito, nel caso di manifestazioni "politicamente corrette" il rapporto con le stime della polizia è di almeno due a uno), migliaia secondo 'Il Tempo'.                  Anche la UE si è mossa con una Risoluzione, per condannare non le minacce a Bagnasco ma «i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali» (in una prima versione la condanna era per aver «comparato un progetto di legge che conferisce una serie limitata di diritti alle coppie omosessuali a una licenza a commettere atti di incesto di pedofilia»). Firmatari della Risoluzione sono stati - riferisce Il Manifesto - Vittorio Agnoletto, il compagno di partito Giusto Catania e Monica Frassoni dei Verdi.
Nel suo discorso (quindi in tempi non sospetti, prima che partissero minacce ed intimidazioni) Bagnasco aveva affermato che: «[...] quando viene a cadere un criterio oggettivo per giudicare il bene e il male, il vero e il falso, ma l'unico criterio o il criterio dominante è il criterio dell'opinione generale, o dell'opinione pubblica, o delle maggioranze vestite di democrazia - ma che possono diventare ampiamente e gravemente antidemocratiche, o meglio violente - allora è difficile dire dei no, è difficile porre dei paletti in ordine al bene». C'è da pensarci su.

dal sito :
http://tinyurl.com/2e8avbhttp://tinyurl.com/2e8avb

Senza titolo 1796

 Ricevo questo comunicato dalla MailList  dell'associaizione  del comitato verità giustizia  per  genova



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[comitato_verita_giustizia_genova] G8: Prima condanna per le violenze delle forze dell´ordine
comitato_verita_giustizia_genova@yahoogroups.com

Ebbene sì.
I processi a Genova continuano e qualcuno si conclude, purtroppo ne parlano solo i quotidiani genovesi. Il resto dell’Italia, ignora. Tutti i media,compresi quelli “alternativi” tacciono. Il processo per il delitto di Cogne fa molta più audience dei processi di Genova che vedono coinvolte centinaia di persone ferite e torturate, durante la più grave sospensione dei diritti civili in un paese “democratico” dal dopoguerra, come denunciato da Amnesty International.
Forse qualcuno pensa ancora che ci sarà una commissione d’inchiesta per i fatti di Genova, ma chi la vuole davvero? A chi interessa far luce sui gravissimi fatti di quei giorni? Certamente non al governo Prodi, non alla maggioranza e tanto meno all’opposizione in Parlamento.
Enrica Bartesaghi
Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova

LA PRIMA condanna nei confronti del Ministero dell´Interno per le illecite e gratuite violenze dei suoi poliziotti è arrivata nei giorni scorsi, e cioè circa sei anni dopo la vergogna del G8 genovese. Ma le parole con cui il giudice istruttore Angela Latella ha motivato la sua decisione rinfrescano  la memoria. Ricordando a tutti che quelle cariche sanguinarie, quelle teste  rotte a manganellate, quei lacrimogeni sparati contro le persone inermi, non erano frutto dell´iniziativa isolata o dell´autonomo eccesso di qualche agente. Facevano invece parte di un più ampio disegno - così come le menzogne raccontate più tardi per coprire le nefandezze - , che rappresenta  una delle pagine più buie nella storia della Polizia di Stato.
Il tribunale del capoluogo ligure ha dato ragione a Marina Spaccini,pediatra cinquantenne di origine triestina, pacifista che per quattro anni ha lavorato in due ospedali missionari del Kenia. Alle due del pomeriggio del 20 luglio, era il 2001, venne pestata a sangue in via Assarotti.
Partecipava alla manifestazione della Rete Lilliput, era tra quelli che alzava in alto le mani dipinte di bianco urlando: "Non violenza!". Gli agenti e i loro capi avrebbero poi raccontato che stavano dando la caccia ad un gruppo di Black Bloc, che c´era una gran confusione e qualcuno tirava contro di loro le molotov, che non era possibile distinguere tra "buoni" e "cattivi": bugie smascherate nel corso del processo, come sottolineato dal giudice. I cattivi c´erano per davvero, ed erano i poliziotti che a bastonate aprirono una vasta ferita sulla fronte della pediatra triestina.
Dal momento che quegli agenti, come in buona parte degli episodi legati al vertice, non sono stati identificati, Angela Latella ha deciso di condannare il Ministero dell´Interno. La cifra che verrà pagata a Marina Spaccini non è certo clamorosa - cinquemila euro tra invalidità, danni morali ed  esistenziali - , ma il punto è evidentemente un altro.
«Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto di  violenza da parte di un appartenente alle forze di polizia - scrive il giudice - , non si può neppure porre in dubbio che non si sia trattato né di un´iniziativa isolata, di un qualche autonomo eccesso da parte di qualche agente, né di un fatale inconveniente durante una legittima operazione di polizia volta e riportare l´ordine pubblico gravemente messo in pericolo». Perché l´intervento della polizia non fu «legittimo», è ormai abbastanza chiaro. Lo hanno confermato i testimoni e in un certo senso gli stessi poliziotti e funzionari, con le loro contraddizioni: «Gli aggressori erano diverse decine; l´ordine era di caricarli, disperderli ed arrestarli», hanno detto, interrogati. Ma poi risulta che furono arrestati solo due ragazzi (non feriti), la cui posizione fu in seguito peraltro archiviata.
La pacifista era assistita dagli avvocati Alessandra Ballerini e Marco Vano. Il giudice ha sottolineato come fotografie e filmati portati in aula «siano stati illuminanti»: «Si vedono ammanettare persone vestite normalmente; più poliziotti colpire con i manganelli una persona a terra, inerme. La stessaSpaccini è una persona di cinquant´anni, di cui giustamente si sottolinea  l´aspetto mite». E poi, le testimonianze come quella di una signora settantenne che parla di una «manifestazione assolutamente pacifica e allegra» e di aver quindi visto agenti «bastonare ferocemente persone con le mani alzate ed inermi come lei». Marina Spaccini ha accolto il giudizio con  un sorriso: «Era semplicemente quello che attendevo da sei anni. Giustizia».

>>

Putroppo  la  forza  (   da intendersi in senso  spirituale )  cher  avevsa  come cantava Andrea sisti nella bellissima  " non ricordo più del mare  "


Il mio nome è la memoria
Di chi ascolta la coscienza
Destinato dalla storia
Ho capito in un momento
Che un pensiero può viaggiare
Anche se va controvento
Genova lo sai, tante vite in una storia
Perchè si lotta e muore tutti uniti per un credo e la memoria
Genova dicevo, non è un idea come un altra
Non è un idea come un altra



 si  è  usarita   e ha prevalso   l'oblio come prefigurava la stessa canzone 

E l'assenza del ricordo
Fa più male del dolore
Fa più male dentro me

Ecco perchè  ricordo  e non bisogna mai dimenticare . Ma soprattutto  per me, tale argomento  , E poi come  potete vedere  da questo documentario  su peppino impastato ( di cui potete sentire  anche la voce  originale  )  l'oblio  insieme al silenzio  uccide





sarà aggiunto nelle faq e quindi , non ci ritornerò più ed email simili saranno cancellate .Per me ricordare cose come queste ( che non ho per l'età vivere in prima persona ) serve per mantenermi vivo e non subire dal potere ( culturale , politico ) che usa il passato come arma per opprimerti approfittandosi della nostra ignoranza d'esso perchè :  siamo ignoranti perchè ignoriamo  per parafrasare il trio Aldo Giovanni Giacomo . E poi come dice la nostra cdv PensieriVaganti in un commento ( non ricordo quale  blog ) al mio post   sul  25 aprile  : << Se il mondo è uno solo non dovrebbero esserci parti in conflitto fra loro, si dovrebbe essere come rami dello stesso albero o tralci dello stesso tronco....dalla propria parte si dovrebbe lavorare per l'intero non contro un'altra parte, ma l'umanità è ben lontana ... allora forse ricordare conviene. >>







Senza titolo 1795



linea16


PERDERSI



Attimi.

Miei e tuoi.

Sguardi.

Attimi......
e ci perdiamo
nella luna.


Senza titolo 1794




«   Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti conoscono.   » [   Primo Levi   ]





 




Il lanternino - sito di incontro tra le persone che danno vita ai libri

IL LANTERNINO
Lettera informativa n. 1 - Aprile 2007

Cari tutti,
il sito del Lanternino è pronto e sono in linea il regolamento e vari documenti. Ognuno potrà informarsi e capire meglio il nostro progetto, visitandoci all'indirizzo www.lanternino.net.

Chi ha buone proposte da sottoporci non esiti. Saranno valutate ed eventualmente pubblicate. Nessuno si offenda se alcune saranno rifiutate. L'esito dell'iniziativa dipende proprio dalla qualità di tali proposte.

Vi invitiamo a segnalare il nostro progetto a traduttori, scrittori, case editrici, associazioni, istituzioni culturali e riviste letterarie, in Italia e all'estero.

L'intento è quello di creare un punto d'incontro per tutte le persone che danno vita ai libri: autori, traduttori, revisori, editori.

Auguriamo buoni incontri a tutti.
Il Lanternino

30.4.07

salviamo la locatelli

Tra poco si festeggerà il primo maggio. La festa degli ex lavoratori e dei precari celebrata con canzoni in piazza e licenziamenti di massa. Cantano che gli passa. La Locatelli chiude. Siamo cresciuti a mozzarella Pizzaiola e formaggini Mio. Adesso dovremo importarli. E’ il solito shopping dall’estero. Si compra un’azienda italiana e la si chiude. E’ la legge del mercato. Senza concorrenza vinci facile. La Locatelli si può ancora salvare. Qualche industriale italiano si faccia avanti. Salviamo la nostra mozzarella e 1.500 famiglie.

’’ Vogliamo fare una breve storia della nostra azienda, la Locatelli di Moretta (CN). Caseificio presente da fine ottocento, poi acquisito insieme al salumificio dalla Nestlè negli anni ’70.
In seguito la multinazionale svizzera costruisce un nuovo impianto che ha comportato l’abbandono dell’attività del salumificio e la fine della multiproduzione casearia a Moretta, con un sito industriale del 1992.
Dopo 6 anni dall’avvio del nuovo sito, Nestlè decide di abbandonare il settore caseario e lo vende alla famiglia Besnier, già presente in Europa con 70 caseifici. Sarà l’inizio di uno shopping di aziende e marchi, infatti nel 2003 acquista l’Invernizzi, nel 2004 la Cademartori, e nel marzo del 2006 l’impero Galbani.
Come delegati ci siamo allarmati perché si trattava di stabilimenti gemelli con identiche produzioni: la mozzarella.
In quale modo l’antitrust ha funzionato?
Nel dicembre 2006 la direzione ci conferma la sua volontà di cessare la produzione, dopo che altre aziende del gruppo in Italia (Cademartori) erano state chiuse. Riteniamo inaccettabile che sia passato il concetto della possibilità di chiusura di uno stabilimento che solo a fine 2005 era in attivo!
La nostra trattativa ha puntato sulla vendita dello stabilimento ma per ora nessuno si è fatto avanti, per cui ci vediamo sommati ai lavoratori della provincia di Cuneo che nei prossimi mesi perderanno il loro posto di lavoro come la Michelin, l’Alstom, la Bertello e la St. Gobain. All’orizzonte ci aspetta una crisi in Provincia mai vista prima, e ci chiediamo se saremo costretti a emigrare dove portano il lavoro?
Il nostro stabilimento ha soltanto 15 anni di vita ed è avanzato tecnologicamente, non ci spieghiamo la logica per cui le produzioni le spostano in stabilimenti più vecchi e obsoleti, ma ubicati in Lombardia.Vogliamo denunciare che con questo processo di unificazione si stanno creando grandi monopoli, o se vogliamo oligopoli, con l’esistenza sul mercato di pochi operatori, ’’altro che libera concorrenza’’!
Dopo banche, telefonia, assicurazioni e compagnie petrolifere, vogliono creare il monopolio del latte e delle produzioni casearie. La perdita di questo patrimonio industriale che fa parte dell’Agroalimentare (uno dei settori non in crisi) è una sconfitta italiana.Il ricatto di questa azienda si basa sul prezzo del latte che in Francia è minore del 15% e domani toccherà di nuovo alle aziende italiane pagarne il prezzo.
Chiediamo:
• più tutela dei prodotti italiani e delle aziende italiane, se è necessario con il ricorso all’antitrust
• difesa dei posti di lavoro in una provincia che non può permettersi altri 1.500 disoccupati
• un fronte comune con i compagni di Alstom, Michelin, St. Gobain, Bertello etc. per organizzare una manifestazione comune e aprire un tavolo di crisi a livello nazionale
• se è possibile che questa multinazionale che detiene il 70% del mercato dei formaggi freschi in Italia ed il 40% in Europa, possa fare tutto quello che vuole senza problemi di mercato?
Speriamo vivamente in un vostro interessamento per sensibilizzare l’opinione di tutti e, magari, cambiare il nostro futuro.”

Non ci basta mai

alessandro-pavolini-4

















Se la Costituzione fosse scritta in sanscrito non ci dovrebbero essere nemmeno allora gravi problemi di comprensione. Sembra infatti che il Fascismo non si sia fatto mancare nemmeno professori di tale curiosa materia: era uno di costoro il sig. Paolo Emilio Pavolini, fascistizzatore della scuola fiorentina, passato agli onori non tanto per le sue imprese personali, quanto per quelle del frutto d’una sua eiaculazione (ah, il preservativo…).

Continua a leggere su "Il Satiro Saggio"

Senza titolo 1793

A chi leggendo i miei precedenti post  sulla  pedofilia mi dice  all'email privata o a quella di splinder   che  sono un malato  di sesso   o peggio un pornodipendente   oppure   che non ho il senso del pudore    anzi che mandarli in VFNCL  ( per chi non capisca   ci metta le vocali e avrà la  parola )   lascio che  a rispondergli  sia Carolina Cutolo  autrice  del blog  Pornoromatica e dell'omonimo libro ( vedere  nei post precedenti la mia intervista ) . Un'autrice  senza  peli sulla lingua  come Melissa P , ma fresca e spontanea il e non costruita a tavolino dai media  e dei salotti tv  come Uscioad Uscio ( leggi porta  a porta di Bruno Vespa ) e  Panzone P2 (il  maurizio costanzo show )

Senza titolo 1792


Prendere  e levare  ( Francesco De Gregori )


Lo vedi tu com'è... bisogna fare e disfare.
Continuamente e malamente e con amore, battere e levare.
Stasera guardo questa strada e non lo so dove mi tocca andare.
Lo vedi, siamo come cani. Senza collare.
Lo vedi tu com'è... è prendere e lasciare.
Inutilmente e crudelmente e per amore, battere e levare.
Ma non lo vedi come passa il tempo?
Come ci fa cambiare? E noi che siamo come cani. Senza padroni.
So che tu lo sai perfettamente, come ti devi comportare.
Abbiamo avuto tempo sufficiente per imparare.
E poi lo sai che non vuol dire niente dimenticare.
E tu lo sai che io lo so e quello che non so lo so cantare.
Lo vedi tu com'è... come si deve fare.
Precisamente e solamente, battere e levare.
Vedo cadere questa stella e non so più cosa desiderare.
Lo vedi, siamo come cani. Di fronte al mare.


IL post d'oggi è ispirato da : 1) dal numero 248 “ anima d'acciaio “ di Dylan Dog ,  copertina   a destra   e  qui SPOLER   la trama  SPOLER  2) dal film  Killing Words - Parole assassine qui la scheda.,3) dalla visione del profilo e del blog dell'utente splinder ominomorto che ha visitato il mio profilo .,4) dal racconto il passaggio di M.antonietta. Pirigheddu ( lunadivetro ) tratto dalla raccolta  le parole assssine  di cui trovate  un reseconto della presentazione  su questo blog  oppure qui nella Prefazione a cura della Redazione Kimerik ) ., 5) dal blog  dell'utente  splinder ominomorto ( www. piccolemorti.splinder.com/
E visto che tali riferimenti collimavano  con  alcuni miei scritti privati  ho deciso di tirare fuori dal mio archivio cartaceo questa sorta di , per parafrasare una dele opere  principali di  Cesare pavese di , Dialogo con Leuco qui maggiori  news  sull'opera in questione ) .

Per facilitarvi la lettura L ( sto per Leuco' ) , E ( per Ego ovvero me )


L ) secondo te è peggio la morte fisica o quella spirituale ?
E ) la seconda
L ) Perchè proprio al seconda ?
E) Perchè mentre la prima è assolutamente inevitabile per quanto si tenti di ritardarla con cure mediche o altri “ artifici tecnici “ , la seconda si può evitare o quanto meno ( la “ scuole di pensiero “ che preferisco perchè non possiamo tenerci tutto dentro e dobbiamo fare una scelta anche dolorosa e dolenti e nolenti bisogna accettare il fatto che certe cose sono inevitabilmente destinate ad appesantirci durante il nostro volo o viaggio ) usando il battere e levare ( vedere la canzone prendere e levare di De Gregori riportata all'inizio di questo post )
L ) Quindi vuol dire che dobbiamo rinunciare per non perdere una parte di noi ?
E ) Dipende se quella parte costituisce “ zavorra “ e non ci riesce ad andare avanti e migliorarci non vedo perchè dobbiamo angustiarci se la perdiamo o rimpiangerala lungo una volta tolta . E poi non sempre si può fare i donchisciotte ovvero combattere contro i mulini a vento  ( come dice  Guccini nella canzone donchisciotte  qui il testo  o  il romanzo   donchisciotte de la mancia di  Cervantes  ) e i muri di gomma che  sono sempre  esistiti c e clontinuano ad esistere  nella nostra storia  dall'unita  fino ad oggi
L ) ma come decidere di fare una cosa simile ?
E) ogni di noi ha percorsi diversi . sta a te ( in questo caso )  decidere scegliere quale e come percorrerlo se attraversarlo fino in fondo , io ti ho solo indicato la strada
 L)  Ok  grazie  alla prossima
E ) alla prossima

“Family Day”

“Bloggers uniti in difesa dei diritti delle minoranze
e della laicità dello Stato”.

Accendi, con una candela, la speranza di veder
riconosciuti i diritti di tutte le famiglie,
di tutte le forme di amore.



Sabato 12 maggio parte del mondo cattolico si riunirà a Roma per il “Family Day”. Una manifestazione, nata chiaramente come risposta alla proposta governativa dei Dico, che vuole promuovere un unico modello di famiglia: quello descritto nel manifesto della CEI.


Il “Family Day” è figlio dei “Non possumus”, di una concezione atavica di famiglia che non comprende le famiglie di fatto, e cioè le coppie  non coniugate che convivono stabilmente, con o senza prole, od anche i nuclei familiari composti da coppie omosessuali o costituiti dal singolo genitore e dai figli riconosciuti.


Noi crediamo che anche a queste altre famiglie vadano riconosciuti i diritti già acquisiti nella stragrande maggioranza dei paesi europei, nel rispetto soprattutto del sentimento che caratterizza più di tutti queste unioni: e cioè l’amore.


Per questo lanciamo, con la forza del dialogo e del “Possumus", il “Families Night”.


La notte che precede il 12 maggio, l’11 maggio alle ore 21,30, accendiamo una candela nelle finestre delle nostre case, accendiamo la speranza dei diritti per tutte le famiglie, illuminiamo la notte dall’oscurantismo di chi si ostina a non volere considerare uguali tutte le forme di amore.






Prime Adesioni
Franco Grillini, Ivan Scalfarotto, Aurelio MancusoPennarossa, Vanni Piccolo, Andrea Benedino, Paola Concia, Sciltian Gastaldi, ElfoBruno,
Simone Silvi, Francesco Costa, Tisbe, Fiaschi, Davide Martini, Titollo, Macondo83, Labattitura, Moltitudini, La Trudy, Barbara, Roja30cr, Marta Meo, QualcosadiRiformista, Andreas Martini, Joiyce, Andrew, Rosalbas, Samantha, Billo, VareseQueer, troublemaker78, wittyboy, Masumi86, Sergio Rovasio, Spartacus Quirinus, Ofidius, arte82misia,  ...



Per la riuscita dell'iniziativa, vi chiediamo di pubblicizzare l'iniziativa nei vostri blog con dei post dedicati.
Sono altresì a disposizione un bannerino (il codice è nella colonna a destra) e presto metteremo a disposizione un volantino, che potrete utilizzare per coinvolgere i condomini della vostra abitazione.


Inviateci, nei giorni successivi il "Families Night",  le foto delle facciate dei vostri palazzi, illuminati dalle candele, in seguito verranno pubblicate su questo blog come memoria dell'iniziativa.


Lasciate la vostra adesione nei commenti in fondo al blog.
Per contattare gli autori dell'iniziativa scrivi a "Families Night"


 

29.4.07

Senza titolo 1791

Trionfi (  fra  "culo"  e  bravura  )  nel volteggio, corpo libero e anelli. Bronzo per Cassina
Nel clan azzurro euforia per i successi e per il bis di Vanessa
Europei ginnastica, nuovi trionfi azzurri oro Giovannini e Ferrari, argento a Coppolin



AMSTERDAM - Nuovi successi azzurri agli europei di ginnastica in Olanda. Carlotta Giovannini ( nella foto a sinistra  ) ha vinto la medaglia d'oro nel volteggio, e Vanessa Ferrari ha trionfato nel corpo libero. Per l'Italia sono il secondo e il terzo titolo dopo quello conquistato ieri, sempre dalla Ferrari, nel concorso generale. E non basta: Andrea Coppolino si è aggiudicato l'argento negli anelli, Igor Cassina quella di bronzo alla sbarra
"Sono molto emozionata, ancora non realizzo" ha commentato Carlotta Giovannini subito dopo l'impresa. "Sono stata in ansia fino a cinque minuti fa - ha aggiunto - Sono partita per terza e ho dovuto aspettare la prova della Chusovitina, quando ho visto che il suo punteggio era basso ho capito che avrei potuto farcela. Il momento più difficile? Gli esercizi, ero molto agitata".
L'azzurra si è aggiudicata il titolo con il punteggio di 14.812, davanti alla tedesca Oksana Chusovitina (14.725) e alla campionessa uscente, la russa Anna Grudko (14.625). Quarto posto per l'altra russa Julia Loschetschko (14.450); quinto per la ceca Jana Komrskova (14.350); sesto per l'inglese Marissa King (14.175); settimo per l'ungherese Eniko Korcsmaros (14.012) e ottavo per la romena Sandra Izbasa (13.975).
La giornata italiana è stata ricca anche di podi. Negli anelli Coppolino si è aggiudicato l'argento a pari merito con il bulgaro Jovchev (l'oro è andato all'ucraino Alexander Vorobyov). Alla sbarra Igor Cassina si è piazzato terzo, dietro allo sloveno Pegan e al vincitore, il tedesco Hambuechen.
Ma a dominare il campo c'è il bis di Vanessa. Che ha vinto l'oro con il punteggio di 15.400 davanti alla britannica Elizabeth Tweddle (15.250) e all'ucraina Alina Kozich (15.050). Una delle favorite, la rumena Sandra Izbasa, che avrebbe dovuto scendere in pedana per ottava, dopo la Ferrari, si è ritirata a causa di un infortunio.





Senza titolo 1790

Finalmente qualcuno,( riporto sotto l'articolo di  Gioanfranco Bettin )  nel commentare l'insensato omicidio   in cui è morta  Vanessa





Russo,ha trovato il coraggio -- sempre  meno spontaneo   visto il suo  forte connaturarsi  nel  più bieco conformismo  e in una  pseudo indignazione --- e  che ha ancora del buon senso  d'evidenziare   come al  giorno d'oggi ( salvo  " alcune fasce di resistenza " ) manchi  la  capacità   di una vera  ed immediata  e non  posteriore ai fatti .
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Morire tra la «folla solitaria» senza che nessuno muova un dito     Trionfa il disinteresse, solo dopo esplodono rabbia e indignazione
Sono infiniti i modi di morire. Ma pochi sono più disperanti e odiosi di quello occorso a Vanessa Russo, uccisa all’uscita della stazione Termini della metropolitana di Roma dalla punta di un ombrello infilatole in un occhio da una delle due ragazze che l’avevano aggredita. Un modo improbabile e crudele, che lascia sgomenti e riempie di indignazione. Per la vita spezzata così brutalmente e stupidamente, innanzitutto. Ma anche perché torna a ribadire il carattere spesso insicuro del nostro muoverci in città, anche in luoghi affollati e, si presume, controllati, come una stazione di metropolitana.
 Pare che la polizia sia ora in possesso delle foto delle assalitrici, forse ragazze rom o dell’est, forse borseggiatrici, foto tratte dai filmati delle telecamere del metro. Strano effetto, spiazzante: siamo in grado di filmare gli assassini, ma MoMorire tra la «folla solitaria» senza che nessuno muova un dito     Trionfa il disinteresse, solo dopo esplodono rabbia e indignazione rire tra la «folla solitaria» senza che nessuno muova un dito     Trionfa il disinteresse, solo dopo esplodono rabbia e indignazione non riusciamo a bloccarli prima del delitto. E siamo, forse, in grado di individuarli rapidamente, ma non di neutralizzarli prima. La folla, il traffico, forse li rendono più sicuri, come animali da preda in una giungla, a proprio agio in quell’ambiente in cui faticano di più invece le potenziali vittime. Anche perché, queste ultime, che in realtà sono la gran folla che vi transita, raramente sono in grado di comportarsi, al bisogno, con efficacia. Sono una folla sempre pronta a gridare «al lupo!» e a ringhiare contro i colpevoli (veri o presunti) e a individuare capri espiatori del proprio disagio e delle proprie paure che però, quando si trova in una concreta situazione di rischio, raramente riesce a muoversi adeguatamente.
 Nessuno ha aiutato tempestivamente Vanessa, nessuno è riuscito a impedire l’aggressione violenta, nessuno è riuscito poi a fermare le due ragazze facilmente fuggite. Colpisce, questa impotenza o, peggio, questa ignavia se non questo farsi gli affari propri, salvo poi, a tragedia compiuta, levare un coro sommario di ovvia indignazione. E’ una reazione da «folla solitaria» - ciò che siamo troppo spesso nell’immensa provincia metropolitana - e da «individui atomizzati», capaci di spaventarsi (con buoni motivi, magari) e di arrabbiarsi (idem) ma non di comportarsi con razionalità, determinazione civica, disponibilità personale ad agire in soccorso del prossimo in pericolo. Non si tratta di sostituirsi a chi, per compito istituzionale, deve garantire la sicurezza e la stessa tenuta civile. Si tratta di dar prova di sensibilità, di capacità di presenza esattamente nello specifico spazio che occupiamo in quanto cittadini e, in quanto esseri umani, persone.
 Per quanto inattesa possa essere stata la criminale reazione delle due assalitrici, è un fatto che solo Vanessa si era opposta loro e che per questo è stata colpita, ed è un fatto che le assassine, in un’ora di punta, con tanta gente sotto i cui occhi hanno commesso il delitto, hanno avuto modo e tempo di dileguarsi. Straniere o italiane, rom o meno che siano, hanno comunque trovato in quella folla solitaria e incapace di reagire un terreno in cui muoversi e colpire facilmente. Saranno catturate, speriamo, se non si sono già involate per qualche patria lontana. In ogni caso, se la giustizia che giunge dopo il delitto le colpirà, resteranno il dolore per la vita troncata e lo sconcerto per la distrazione e l’ignavia che non hanno saputo evitare questo esito.








Senza titolo 1789








dalla nuova sarrdegna di  oggi  29\4\2007


La commovente storia di un marocchino arrestato dai carabinieri a Pozzomaggiore  «Sfida» la legge per assistere la sorella malata  Clandestino per esaudire il desiderio della madre morente: «Occupati di lei»     Rischia l’espulsione ma il giudice non ha ancora deciso






SASSARI. Il sogno di raggiungere la famiglia, dopo avere attraversato il mare a bordo di un barcone della speranza, è svanito nello strazio di un addio. A gennaio Mohamed Ibnorida ha accarezzato per l’ultima volta il volto della madre Essalaha, stroncata da una grave cardiopatia a soli 43 anni. Da allora, a 26 anni, il giovane marocchino è l’unico punto di riferimento per la sorella diciottenne, bambina per sempre a causa di una grave patologia, e per il fratellino di cinque anni. Venerdì Mohamed è stato arrestato dai carabinieri di Pozzomaggiore, nella casa dove il giovane viveva nascosto da mesi.
 Mimetizzato nell’attesa che il padre ritornasse dal Marocco, dove era andato per riaccompagnare la moglie nell’ultimo viaggio, e dove è rimasto per cercare di ottenere il permesso di espatrio per il figlio maggiore. Perché Mohamed è ormai indispensabile alla famiglia, da quindici anni in Sardegna con tutte le carte in regola. Solo lui, cresciuto dai nonni in un paesino del Maghreb dopo la partenza dei genitori, restava tagliato fuori dal sogno del ricongiungimento familiare.
 Ieri mattina la commovente storia di «Mohamed il clandestino» è approdata a palazzo di giustizia dove il giudice Carla Altieri, dopo averla ascoltata, ha convalidato l’arresto riservandosi però di decidere se concedere o meno l’immediata espulsione dell’imputato dal territorio italiano. Il pm Antonio Piras ha chiesto che, come prevede la legge in casi di disobbedienza a un foglio di via, Mohamed Ibnorida venga rimpatriato. E non c’è dubbio che il giovane abbia ignorato il decreto di espulsione, notificatogli a ottobre dopo il suo avventuroso arrivo a Lampedusa a bordo di una bagnarola del mare carica di disperati.
 Lui, che non parla l’italiano e che ieri è stato interrogato con l’aiuto di un interprete, anche volendo a quell’ordine non poteva obbedire. Perché, ha spiegato il suo avvocato difensore Giuseppe Onorato, a Pozzomaggiore lo aspettava una famiglia in difficoltà. La madre gravemente malata, il padre narcotizzato dal dolore, la sorella bisognosa di assistenza continua. Perfino più, se possibile, del fratellino. Ieri mattina la vera protagonista di questa storia di integrazione sperata ha atteso, con alcuni membri della comunità marocchina accorsi a palazzo di giustizia, che il fratello maggiore uscisse dall’aula del tribunale. Non appena lo ha visto si è riappropriata di Mohamed con un abbraccio. È lui, adesso, il suo faro. Lei, che in Italia ha maturato tutti i diritti di un cittadino disabile totale, non sa che rischia di perdere l’unica persona al mondo in grado di occuparsi di lei.
 Titolare di una carta di soggiorno permanente per stranieri, qualcosa di più di un semplice permesso, la ragazza-bambina ha una pensione di invalidità civile che tiene conto della sua grave minorazione «che ne ha ridotto - si legge nel certificato dell’Asl - l’autonomia personale in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale e in quella di relazione». Ma la sua nuova patria ha fatto di più per la fragile sorella di Mohamed: l’ha integrata in una scuola e le ha assegnato una docente di sostegno. Tre volte la settimana, la ragazza riceve la visita domiciliare di personale specializzato sanitario. Ma è il calore della madre che le manca da quattro mesi. Un amore totale che lei ha riversato sul fratello ritrovato. Da parte sua, Mohamed ricambia curando la sorella e occupandosi a tempo pieno del fratellino. Un’assistenza che il padre, che si guadagna da vivere facendo il venditore ambulante, non è in grado di assicurare con la necessaria costanza.
 In attesa che la sorte di Mohamed venga decisa dal giudice, l’avvocato Giuseppe Onorato si sta già muovendo perché al giovane venga concesso il permesso di soggiorno. «Dopo avere valutato la situazione - ha spiegato il legale - il questore potrebbe permettere a Mohamed di restare in Italia per motivi familiari, di salute, oppure umanitari».
 E che la storia di Mohamed meriti un’attenzione speciale sono certi i suoi connazionali e parenti, residenti in altri centri del Sassarese. Questo perché il ragazzo possa mantenere la promessa, fatta a gennaio alla madre morente, di non abbandonare i fratelli.

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