Super eroi...
A faccia in giù sull'asfalto, giacendo poco distante da un secchione della spazzatura. E' questa la conclusione che si fa quando si finisce di fare il proprio tempo?
Che ci faccio qui? Io sono un super-eroe. Sono Spiderman. L'uomo ragno. Non mi aspettavo questa fine ingloriosa, e poi sono ancora un gran bel giocattolo.
Ho indosso la mia tuta speciale rossa e blu con lo stemma di un grosso ragno nero sul petto e faccio la mia bella figura. Non ho nemmeno un graffio.
La mia plastica è ancora perfetta. La mia testa, le mie braccia e le mie gambe si trovano al loro posto.
Sono nuovo nuovo...e allora perché mi hanno buttato via?
Quando sono uscito dalla fabbrica e mi hanno alloggiato nella mia scatola di cartone, portandomi in un negozio di giocattoli, assieme ai miei fratelli gemelli, non avrei mai immaginato che mi aspettasse un destino simile.
E' pensare che, qualche mese fa, mi avevano anche avvolto in una carta da regalo tutta d'oro e deposto sotto l'albero di Natale, in attesa di essere scartato da Nino.
Ero il regalo che aveva tanto desiderato per tutto l'anno, il giocattolo che aveva chiesto insistentemente a Babbo Natale, richiedendoglielo nella sua letterina.
Anche Martina, quando mi ha visto, è stata un po' invidiosa di suo fratello.
A lei era andata in dono una di quelle bamboline nanerottole che hanno due occhioni enormi e delle grosse labbra rosse da far spavento.
Una Bratz. Mi sembra che si chiamasse cosi, anche se poi Martina l' ha ribattezzata il nome di Susanna.
Nino non ha voluto nemmeno farmi sfiorare da lei. Mi è dispiaciuto che abbiano litigato per causa mia.
Era geloso di me e voleva che appartenessi solo a lui.
Mi ha portato in camera sua, posandomi sullo scaffale della sua libreria, assieme agli altri suoi giocattoli.
Ho fatto amicizia anche con un bell'imbusto di plastica lucida che si chiamava Ken e chissà come e perché, Martina, aveva dimenticato tra i giochi di Nino.
Nonostante si desse un po' troppe arie, era un giocattolo molto simpatico e di notte, quando nessuno poteva vederci, trascorrevamo ore ed ore a scambiarci le nostre opinioni sulla giornata appena trascorsa.
Assieme a Nino, ho vissuto dei bei momenti. Passavamo intere giornate a giocare assieme senza stancarci mai e la sera, spesso, mi portava a letto con se, addormentandosi mentre mi teneva stretto al suo cuoricino.
Non sono state poche le volte in cui ho preso delle sonore botte sulla schiena, quando lui mi lasciava cadere giù da qualche mobile per vedere se ero in grado di fare la ragnatela ed aggrapparmi alla spalliera di una sedia prima di precipitare sul pavimento.
Peccato che il giocattolaio che ci ha ideato non ci abbia fornito di questo potere. In fondo io non sono il vero Uomo Ragno.
Sono solo il suo clone di plastica e sotto questa tuta non c'è nulla. Io non ho ne un viso e ne un corpo, ma un cuore....un cuore, però, lo possiedo.
Peccato che questo i bambini non lo capiscano e non sappiano quanto soffriamo quando ci accantonano per passare a giocare con qualche gioco più accattivante e tecnologico.
E' proprio quello che accaduto a me. Qualche giorno fa, papà Marco, è entrato in casa, portando con se un grosso scatolone di cartone.
Non capivo cosa conteneva, ma sia Nino che Martina, gli saltellavano intorno, tirandolo per i pantaloni, tutti contenti e felici mentre lui estraeva fuori da esso un altra scatola un po' più piccola e tutta nera.
“Grazie, papino. Non vedevamo l'ora che ci comprassi la nuova Playstacion3”, hanno esultato in coro, mentre papà Marco armeggiava con i cavi della televisione per collegarla a quello strano aggeggio dall'aria cupa e minacciosa.
Pensate poi che beffa. Quando Martina e Nino, l'hanno accesa per giocarci assieme, sono apparso proprio io sullo schermo....era il mio video-game.
Loro hanno preferito uno stupido personaggio virtuale, che non potevano ne vedere e toccare, a me.
Certo, potevano fargli compiere più azioni di quelle che erano concesse al mio corpo di plastica ...ma la fantasia? Dove troveranno più la bizzarria dei giochi che compivano quando erano in mia compagnia, se tutto, in quel video-game, è già predefinito ed impostato?
Mi hanno dimenticato. Sono rimasto a far polvere per diversi giorni sullo scaffale della scrivania di Nino, fino a quando, questa mattina, Mamma Rosa, senza un reale perché, mi ha preso con se, è portato qui dove mi trovo ora, accanto a questo cestino della spazzatura che puzza e mi da il voltastomaco.
Nonna Orsa, la matrona di tutti i giocattoli di Nino e Martina, una volta mi raccontò, di questo luogo selvaggio e maleodorante, dove era finita per “sbaglio”, a causa di uno strappo alla zampa destra che le aveva fatto fuoriuscire un po' di bambagia e per il quale i genitori dei bambini avevano deciso di liberarsi di lei.
Era stato solo per i capricci disperati di Martina, che aveva avuto una secondo possibilità di ritornare in casa, dove mamma Rosa le aveva dato due punti d'ago e filo per farla tornare come nuova tra le braccia della piccola Martina.
Ed io? Chissà se avrò questa possibilità? Chissà se torneranno a riprendermi?
Intanto me ne resto qui e piango, perché il cuore mi duole..ed in questo istante mi sento veramente poco un super-eroe.
Ehi! Ma di chi è questa mano che ora mi sta alzando dall'asfalto?
E' un signore anziano. Chissà dove mi porta? Questo sacco e buio. Ma guarda quanti giocattoli, come me ci sono!
Allora non sono l'unico ad essere stato abbandonato. Chissà quante Playstacion3 hanno venduto in questi ultimi tempi?
E quest'uomo, ora,cosa vorrà da me? Mi sta distendendo su un lenzuolo bianco al di sotto di un albero...però, mica male la Barbie che mi ha messo accanto e nemmeno quella bambolina di porcellana vestita tutta di bianco.
Ed adesso cosa ci fanno tutti questi bambini attorno a noi? Ecco la manina di uno di loro che mi afferra.
Sta chiedendo alla mamma se può tenermi con se. Un euro? Valgo cosi poco? Non importa. Bimbo portami con te!
Che bello, stiamo andando via! Allora non sono ancora da gettare nella spazzatura....e poi che begli occhi ha questo fanciullo.
Sono occhi che sanno ancora immaginare senza inutili artifici e futili tecnologie, occhi colmi di fantasia e colori.
Solo ora comprendo che sarà finché, al mondo ci saranno bambini, come lui, capaci di sognare attraverso la propria immaginazione e libertà di pensiero che noi giocattoli potremmo definirci, veramente, dei super-eroi... ma, bimbo, non mi getterai via anche tu? Vero?...
(Tratto dal blog di Pachucha)