27.1.12

L'eccezione (Per la Giornata della Memoria 2012)











(Nella foto: Particolare della Risiera di San Sabba, Trieste)



E sono qui,
dietro le coltri ispessite,
oltre il muro del tuo rifiuto,
ribelle, impudico
alla liscia normalità.
Sono l'eccezione,
sono la natura.
Sono il quadro incompiuto,
il riccio d'oro del ramo soave,
fronda sbarazzina, filo di seta.
Esisto, senza peso,
e più alzi quel muro,
più m'espando sulle pareti,
e divengo cielo, respiro,
imprendibile, beffardo,
sulla tua cappa di dolore.


26.1.12

per i vegani ,  i simpatizzanti ( come me   )   non vegani e   non vegani completi
 
1) Scrivi a volontari@veganfest.it e offri la tua disponibilità per distribuire i volantini nella tua zona indicando il tuo indirizzo.
2) Pubblica banner e scudetti sul tuo blog o sito: www.veganfest.it/?page_id=1929
3) Usa le grafiche VeganFest sul tuo profilo FaceBook: http://www.veganfest.it/?page_id=1929
4) Invia a tutti i tuoi amici e contatti i riferimenti del sito: www.veganfest.it   e della pagina Facebook: www.facebook.com/VeganFestExpo
 
Forza!... L’Onda Vegan deve travolgere la Toscana!!!
 
Il VeganFest non solo ha preso l’impegno di mantenere l’INGRESSO GRATUITO a tutti i visitatori, ma ha anche garantito l’accesso gratuito a tutto il ricchissimo programma di concerti, spettacoli teatrali, proiezioni, corsi di cucina, conferenze, presentazioni e mostre. Oltre a questo, i costi di partecipazione per gli espositori, sono bassissimi proprio per aiutare anche le piccolissime realtà commerciali a far conoscere i propri prodotti ecologici e crueltyfree. Nel rispetto della motivazioni etiche che danno vita al  VeganFest, verrà anche garantita la partecipazione gratuita alle associazioni animaliste e umanitarie.
In un esperimento mai tentato prima e per la prima volta in un evento Vegan. il Festival si estenderà nell’intero paese di Seravezza con la partecipazione degli abitanti che addobberanno la città in onore del VeganFest e dei commercianti che convertiranno le loro proposte offrendo prodotti e servizi Vegan… Le piazze ospiteranno mostre permanenti e eventi…
Insomma, l’onda Vegan arriverà a Seravezza, trasformandola per 5 indimenticabili giorni nella Capitale Vegan d’Europa!
Ovviamente un evento etico di queste dimensioni con ospiti e spettacoli internazionali ha un gran bisogno di volontari per essere promosso in tutta Italia.
Se sei Vegetariano, Vegan o comunque attento e sensibile agli aspetti etici ed ecologici che il VeganFest rappresenta, ti invitiamo a dare anche il tuo contributo nel promuovere l’evento.
Puoi aiutarci in molti modi, mettendoti a disposizione durante i 5 giorni del VeganFest, ma anche semplicemente distribuendo nella tua città i volantini che possiamo spedirti insieme a delle indicazioni su come svolgere questo compito al meglio.
Se vuoi anche tu contribuire al VeganFest, contattaci: volontari@veganfest.it  
Forza e coraggio… Sarà un evento grandioso e mai tentato prima!

la gnerazione Xo XL ? i casi di giulia 12 anni che da in beneficenza la sua borsa di studio e di un ragazzo 14 anni che riprende delle coetanmee che si .... e le mette in rete


 



iniziamo dall'ultima  news   che  è quella  più allarmante visti i  crescenti casi  di pedopornografia  pornografia  minorile  ecco   come  evitarla   seguendo  il consiglio  di Roberta Lerici  fondatrice   di bambinicoraggiosi  uno  dei maggiori  sitio antipedofilia   . Ma  soprattutto  l'accettazione  passiva   o  sottovalutazione   dei minorenni  che  pur  d'accettare  € extra  cadono nella rete   degli orchi  o  l'accettano  come  è  avvenuto  di nel novembre  dell'anno scorso   ad Alghero   dove   all'ufficio  di  un orcoc'era  la  fila  di ragazze   che  lo consideravano  un vecchio  bavoso    che  voleva  solo  guardare  e  pagava per  tenere  compagnia

  
by ScuolaZOO, 13 Gennaio 2012,


La Polizia postale e delle comunicazioni di Catania ha individuato un sito italiano su cui erano visibili alcune foto di ragazze adolescenti, alunne di una scuola media di una cittadina lombarda, ritratte nude  (  vedere   ancjhe  l'articolo  riportato sotto  )   e, in alcuni casi, in atti di autoerotismo. La Polizia, coordinata dalla locale Procura distrettuale etnea, ha immediatamente rimosso le pagine e acquisito i dati informatici utili per risalire all'autore del sito.
Dopo gli accertamenti tecnici necessari è stata compiuta una perquisizione domiciliare, anche informatica, che ha consentito di identificare il responsabile in un ragazzo di quattordici anni compagno di scuola delle ragazze.

Le immagini sembrano essere state fatte dalle stesse minori mediante la fotocamera dei telefoni cellulari. L'adolescente indagato aveva utilizzato la connessione internet della biblioteca comunale per realizzare il sito sperando in questo modo di non essere identificato. Il fatto sembrerebbe essere riconducibile a un fenomeno già conosciuto dalla Polizia postale, chiamato sexting (sex e texting) neologismo che indica l'invio di immagini sessualmente esplicite o di testi inerenti al sesso attraverso i mezzi informatici. Oggi il sexting è piuttosto diffuso fra i giovani, uno scambio di foto e video a sfondo sessuale, spesso realizzate con il cellulare, e la loro pubblicazione su internet.

Fonte:Leggo.it

Infatti ecco  cosda  si rischia  ( da  questo articolo  de il  http://www.fattodiritto.it/

  (....)   

D: Cosa rischia chi pubblica in rete video personali? E’ punibile anche chi diffonde materiale pedopornografico?
R: La diffusione di foto e video foto attraverso internet senza l’autorizzazione dei soggetti coinvolti comporta, oltre che la violazione delle norme in materia di tutela della privacy con le relative sanzioni e possibilità di risarcimento danni, anche il reato di diffamazione qualora si diffondano immagini di a contenuto diffamatorio, cioè tali da ledere la reputazione e l’onorabilità della persona.
Inoltre se alcuno dei soggetti coinvolti è un minore, come in questo caso, è ravvisabile anche il reato di pornografia minorile che punisce chiunque, con qualsiasi mezzo, anche in via telematica, distribuisce, divulga, diffonde o pubblicizza materiale pedo-pornografico ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori degli anni 18 (la pena prevista è quella della reclusione da 1 a 5 anni e la multa da 2.582 euro a 51.645 euro).
Il codice penale punisce anche chi al di fuori della ipotesi sopra detta cede ad altri, anche a titolo gratuito, il materiale pornografico che coinvolge minore degli anni 18 con la reclusione sino a 3 anni oltre una multa.
D: Viene punita anche la detenzione di materiale pedopornografico?
R: Sì, il nostro codice penale prevede la punizione di chi detiene materiale pornografico realizzato con minorenni con la reclusione fino a 3 anni ed una multa.
D: Il fatto che in questo caso sembrerebbe che le minorenni avessero volontariamente dato il materiale hard ai compagni, esclude la punibilità.
R: No, perchè viene integrata comunque e punita la diffusione a terzi.
D: I genitori in questa vicenda, potrebbero finire nei guai per omesso controllo o scarsa vigilanza dei figli avendo messo in mano di adolescenti quindi non ancora responsabili giuridicamente delle proprie azioni delle fotocamere sofisticate e potenzialmente pericolosi?
R: No, assolutamente no.Non si può certo richiedere al genitore di limitare le possibilità offerte ad un figlio – come può essere lo svilupparsi di un hobby bello come la fotografia- per paura del cattivo uso che lo stesso potrebbe fare dello strumento tecnologico.
D: Visto che gli inquirenti sono risaliti alla Biblioteca comunale quale luogo di provenienza del sito, il Comune potrebbe chiedere un risarcimento per i danni d’immagine alla famiglia del 14enne?
R: Teoricamente potrebbe chiederli, ma dubito fortemente che un giudice potrebbe mai accogliere la domanda perchè in realtà si è capito sin da subito che la biblioteca comunale era solo il luogo di immissione del materiale nel circuito informatico da parte di terzi, quindi non si è prodotto alcun concreto danno all’immagine comunale.
AVV.TOMMASO ROSSI



e sempre  dal  scuolazoo


Nuda a 10 anni su Facebook, choc in rete -Foto-


ROMA -  “Se la levo finisce sta barzelletta”, ha scritto la bambina di 10 anni a chi le chiedeva di rimuovere dal Facebook la foto che la ritraeva nuda. Una barzelletta, ecco cosa è per la bimba quel suo gesto così assurdo, così poco innocente: pubblicare sul popolare social network il proprio corpo senza veli. A riportare il gesto della ragazzina il portale Notizie.it, che mostra, opportunamente "censurata" dato la delicatezza del caso, la foto della ragazzina. È la stessa foto che vi riproponiamo noi, evitando però di citare non solo il nome della piccola, ma anche le sue iniziali.
D'altronde non serve di certo altro per cogliere la "lezione" di questa triste vicenda. Una storia che racconta il degenerare dei tempi e getta più di un allarme su una generazione che sembra ver smarrito qualsiasi bussola etica, in un susseguirsi sconcertantie di gesti sempre più scioccanti, sempre più eclatanti. Soprattutto, sempre meno innocenti.






ma  non tutto  è  perduto   come sembra  testimoniare   quest'altra  news    proprio  d'oggi   Giovedì 26 Gennaio 2012 - 14:39 sempre  da Leggo
MODENA - Giulia ha commosso tutti. Ha 12 anni, frequenta la scuola media ed è di Fiorano Modenese. Aveva vinto una borsa di studio di 250 euro dopo la promozione con la media del 10, ma ha rinunciato a ritirarla chiedendo che fosse assegnata a chi aveva più bisogno di lei.
A premiare lei e altri nove studenti meritevoli era stata l'Associazione Nazionale Alpini, gruppo di Fiorano. La borsa di studio era stata consegnata a fine dicembre, al teatro Astoria di Fiorano, durante il concerto di fine anno.
Giulia si è però resa conto che, vista la sua buona situazione economica e familiare, quel denaro non le serviva e poteva essere utile a qualcun altro. Così ha comunicato all'Associazione Alpini e al Comune di Fiorano, scrivendo una lettera di ringraziamento, la sua intenzione di rinunciare alla borsa di studio in favore di qualcuno che ne avesse più bisogno di lei. Nei giorni scorsi si è tenuta una breve cerimonia in cui la borsa di studio conquistata da Giulia è stata passata a un altro studente rimasto escluso dalle prime assegnazioni.
«Fa molto piacere vedere questo valore della solidarietà che si diffonde fra le persone - commenta l'assessore comunale alle Politiche educative e sociali, Maria Paola Bonilauri - Se i nostri ragazzi sono capaci di trasmettere agli altri questo tipo di etica siamo su una buona strada».







25.1.12

Nuoro mostra permanente di francesco Ciusa e Eugenio Tavolara. Il mondo magico 21 dicembre 2011 - 30 aprile 2012., Man H.B.Cartier




                                                                                                                                                                                                                                                                          

Domenica  22  con il Fai Gallura ho visitato    a   Nuoro  le  mostre  del  Tribù \ Francesco   Ciusa    (  nel sito maggiori informazioni sul museo  http://tribunuoro.it/  )  : 1)   Eugenio Tavolara il mondo magico mostra  (  album  fotografico di facebook   della pagina del  Museo Ciusa ) 


che  celebra  i  110  anni della nascita 2) la  permanente  dedicata  a  Francesco   Ciusa   ( Nuoro 1883- Cagliari  1949  )  suo  concittadino  e importante scultore sardo del Novecento.Eugenio Tavolara (1901-1963), creatore di arti applicate, scultore, designer, è l'artista che ha inventato l'artigianato sardo moderno, e con esso una nuova immagine della Sardegna al crocevia fra attualità e tradizione, radici locali e cultura internazionale. Appassionato di esoterismo e astrologia, affascinato dal passato nuragico e dagli antichi miti e credenze dell'Isola, Tavolara dà corpo a un "mondo magico": un mondo trasfigurato dall'immaginazione e popolato di presenze, nel quale, come insegna Ernesto De Martino ( il cui saggio Il mondo magico uscì nel 1948), i confini tra uomo e natura, soggetto e oggetto, sono ancora labili e fluttuanti .
 Un lascito ricomposto: grande statuaria, opere di piccolo formato, immagini e documenti, per raccontare "quasi una leggenda"
  da  una mia cattura  di  http://tribunuoro.it/museociusa/la-collezione
Una mostra  che mi ha colpito  tantissimo  e mi  ha  confermato   di come si  può innovare  senza  dimenticare  la propria identità e  le  proprie  radici identitarie  e culturali senza  per  questo chiudersi agli influssi esterni  
Una  mostra   di notevole  interesse  ,bellissima  e  profonda    sia  per  chi conosce bene,,ma  anche  sommariamente  come  nel mio caso   ,   i due  autori   in questione   . << [….] due esposizioni irrinunciabili per tutti coloro che amano l’arte,la Sardegna e la città che le ospita. Si tratta della mostra (permanente) dedicata allo scultore nuorese Francesco Ciusa e di quella che celebra, a 110 anni alla nascita dell’artista, l’opera di Eugenio Tavolara  ( Eugenio Tavolara – Il mondo magico, questo l’eloquente titolo della mostra che può essere visitata fino al 30 Aprile p.v.) 

. >> Francesco Ciusa (1883-1949) sempre secondo l’articolo  di   http://www.dillinger.it   <<  è l’artista che per primo in Sardegna ha dato dignità alla scultura moderna e che contemporaneamente, e assai mirabilmente, ha espresso l’anima della cultura sarda nelle sue rappresentazioni scultoree e nelle sue ceramiche. Dello scultore barbaricino si dice che egli fu, analogamente a molti altri artisti europei che vissero, come Ciusa, negli anni turbolenti a cavallo dei secoli XIX e XX, un artista moderno che paradossalmente non amava la modernità. Rileva il critico d’arte Giuliana Altea: ‘ “Dopo tanto frastuono, ritorno ora nel silenzio della tanca”, scriveva Ciusa in una lettera del maggio 1907, all’indomani della sua affermazione alla Biennale di Venezia. “Frastuono” e “silenzio” sono i due poli tra cui si muove lo scultore nuorese: il frastuono in questo caso è quello del successo, ma è anche il rumore della città, contrapposto alla pace che regna nelle campagne solitarie della Sardegna. . Una modernità cui si sente profondamente estraneo, della quale non condivide la logica del progresso, il movimento convulso e incessante, la spinta verso uno sviluppo e un cambiamento ininterrotti. Lo scultore trova rifugio nella lentezza e nel tempo che scorre a misura d’uomo che contraddistinguono e regolano gli eventi tradizionali e il vivere quotidiano della sua terra. Testimonianza diffusa di ciò troviamo in tutta l’opera di Ciusa e segnatamente nelle sue opere principali  La madre dell’ucciso (opera premiata alla biennale d’arte di Venezia del 1907), La filatrice, il dormiente, Il nomade, Dolorante anima sarda, Il monumento al poeta Sebastiano Satta,  Il fromboliere, oltre che nei numerosi lavori in terracotta, in pasta di marmo e in ceramica. Il Museo Ciusa di Nuoro raccoglie una sessantina di pezzi (comprendendo tra essi disegni e documenti d’archivio) realizzati in un arco di tempo che va dai primi anni del Novecento fino agli anni Quaranta. Essi costituiscono testimonianza dei periodi in cui la cui ricerca espressiva dell’artista si fa più intensa. >> Questo articolo trova conferma   nelle foto (  ad  iniziare  dalla seconda   a   destra  )   fatte da me    durante  la   visione della mostra  





Non meno rappresentativa ed  importante  è la  2 mostra (  sotto la  cattura   del volantino della mostra  )
in cui l’estro artistico dei sardi è messo  in evidenza  nell’’opera di Eugenio Tavolara, artista poliedrico che non fu solo scultore. Egli fu, soprattutto, l’iniziatore dell’artigianato sardo moderno (fu lui, negli anni Cinquanta del secolo scorso, a dirigere per la prima volta l’ISOLA – l’istituto sardo per l’organizzazione del lavoro artigiano), una sorta di progettista d’arte, di designer, di ‘creatore di arti applicate’ - azzeccata espressione utilizzata nel pieghevole che pubblicizza la mostra che celebra la sua opera, che tenta di riassumere tutto l’universo delle capacità creative dell’artista sassarese. Le sue opere, realizzate in solitudine oppure con l’aiuto di artisti e artigiani come Mario Pompei, Gavino Tilocca, Pasquale Tillocca ed altri, si muovono concettualmente nelle direzioni più varie e nei colori, nelle espressioni dei visi, nel significato più profondo veicolato dai manufatti presentati in mostra, con un unico denominatore: la Sardegna vista nelle sue innumerevoli sfaccettature. Non sono solo antico e moderno o sacro e profano ad essere rappresentati da Tavolara in questi meravigliosi oggetti: vi è, invece, un orizzonte vastissimo

23.1.12

giornata della me.memoria ( 27 gennaio 1945 ) questo è stato

Leggendo questo interessantissimo articolo   sul colonialismo italiano  e   su come  usava il  fumetti per  giustificare  la sua   becera e  vergogna  propaganda coloniale

 questo http://tinyurl.com/6sr2nak interessantissimo  articolo di Igia bascego (  qui il suo blog     e  all'interno  dell'url citato  sotto    trovate  dei cenni  su  di lei  )   e  quest’altro che  riporto  tratto da  http://www.linkiesta.it


La Shoa fu progettata 70 anni fa e la Germania non ha perso la memoria

Laura Lucchini  20 gennaio 2012 - 13:56
Sono passati 70 anni dall’incontro in cui si diede via alla “Endlösung der Judenfrage”, la soluzione finale alla questione ebraica. E in Germania oggi saranno presenti il presidente tedesco Christian Wulff e il ministro Yossi Peled, per ricordare una delle pagine più buie del secolo scorso. Dopo l’annuncio della ripubblicazione di estratti del Mein Kampf, il libro manifesto di Adolf Hitler, si sente sempre più viva la necessità di mantenere viva la memoria sull’Olocausto.
                                                           
La villa di Wannsee



BERLINO - Il 20 gennaio del 1942 circa quindici funzionari e segretari di stato del governo nazista si riunirono in un’elegante villa sul lago alle porte di Berlino. Nell’incontro dovevano trattarsi una serie di questioni logistiche. Ciascuno dei partecipanti sapeva esattamente qual’era l’oggetto di questo incontro, perché era stato stampato, a chiare lettere, su ogni invito inviato dal capo della sicurezza Reinhard Heydrich: “Endlösung der Judenfrage”, la soluzione finale alla questione ebraica.
Tutti i presenti, tra loro anche l’”architetto” Adolf Eichmann, avevano già avuto a che fare con l’emarginazione, la persecuzione e il saccheggio ai danni della popolazione ebraica in Germania e fuori. Si conoscevano tra loro. Si erano già incontrati. Proprio per questa ragione erano stati riuniti quel giorno. Si trattava di passare all’ultima fase dell’antisemitismo: l’eliminazione fisica. La conferenza di Wannsee marcò una netta cesura nella storia dell’Olocausto.
Oggi ricorre il settantesimo anniversario di quell’avvenimento e il Governo tedesco ha programmato una cerimonia per ricordare il momento in cui si decise lo sterminio di milioni di ebrei in tutta Europa. Il presidente della Repubblica Federale, Christian Wulff, ricorderà le vittime e tutti coloro che hanno sofferto per le conseguenze di questa decisione. Il ministro Yossi Peled rappresenterà il governo israeliano nell'evento. Alla fine della commemorazione, una conferenza di storici di tre giorni tenterà ancora una volta di  sviscerare i significati. Commemorazioni di questo tipo si ripetono in Germania ogni anno. Però ora cresce il numero di coloro che, senza essere neonazisti o di estrema destra, si chiedono se dopo due generazioni siano ancora necessarie queste forme di memoria storica. Il tema è oggetto di dibattito quotidiano. Tra amici tedeschi e stranieri, è facile che in una cena se ne parli.
Gli storici cercano di dire la loro, sottolineando la “singolarità” e il valore assoluto dell’evento, che va oltre ai confini della Germania e si trasforma in un “problema dell'umanità” intera. Secondo quanto scrive questa mattina Sven Felix Kellerhoff su Die Welt, «il 90% delle vittime dell’Olocausto non avevano mai posseduto un documento tedesco. Però coloro che davano ordini erano soprattuto tedeschi e austriaci, mentre l’organizzazione dello sterminio di massa avvenne quasi unicamente a Berlino». Eppure oggi «l’Olocausto è molto di più che un problema tedesco, ma un problema dell'umanità». Da qui nasce la necessità, l’imperativo, ma anche la responsabilità tedesca, di ricordare.
Dalla conferenza di Wannsee uscì un documento di 15 pagine dove si dettagliava il numero di ebrei e la loro distribuzione in paesi, così come il piano minuzioso per eliminarli. Si descriveva con precisione l'organigramma delle deportazioni sui treni che avrebbero trasportato le vittime a campi di stermino o lavoro. In base alla loro condizione fisica sarebbero stati destinati a «lavorare fino alla morte» o alla «eliminazione diretta».
Il documento è conservato nella stessa villa di Wannsee dove fu concepito e che oggi è un centro di documentazione. Il fatto che il protocollo non porti la firma diretta del Führer, Adolf Hitler, è una questione che ancora oggi divide gli storici. Da un lato c’è chi argomenta che la “soluzione finale” non fu sua iniziativa diretta. Dall’altro c’è chi invece assicura che la sua firma era superflua, semplice burocrazia. Avevano i funzionari riuniti a Wannsee l’ordine esplicito di organizzare l’Olocausto? Secondo Norbert Kampe, direttore  del centro di documentazione di Wannsee «non c'è alcun dubbio». Senza l'approvazione dall'alto una simile operazione non sarebbe stata possibile. «La decisione fu precedente», assicura. Secondo Kampe, Hitler non firmò il documento semplicemente perché, «non era il suo stile, odiava la burocrazia». L’argomentazione che toglie a Hitler la responsabilità dell'ordine esplicito, piace in genere ai neonazi, e viene usata come una specie di legittimazione del culto del Führer.
L’esistenza stessa di questi dibattiti dimostra la necessità di mantenere viva la memoria. Negli ultimi giorni l’opinione pubblica è stata scossa dalla decisione dell'editore inglese, Peter McGee, di ripubblicare estratti del Mein Kampf di Adolf Hitler a partire dal 26 gennaio. Il libro-manifesto non era mai stato ristampato in Germania dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma la vera provocazione, o trovata commerciale, è che il 27 gennaio è il “Giorno della memoria”, la ricorrenza annuale in cui si commemorano in tutto il mondo le vittime dei campi di concentramento. L'operazione avviene all'interno di un'iniziativa editoriale che porta il nome Zeitungszeugen (testimoniare con i giornali) e che prevede la pubblicazione di pagine di cronaca dell'epoca, non solo nazista. Il contesto non ha comunque smorzato la polemica, dove le iniziativa di carattere storico rischiano spesso di essere prese come spunto per la celebrazione dai fanatici, e il turismo di estrema destra. L’anno scorso una mostra totalmente dedicata a Hitler nel museo storico di Berlino aveva suscitato analoghe polemiche.
Come se non bastasse, l’attualità degli ultimi mesi impone di affrontare il tema. Nello scorso mese di novembre, la scoperta di una cellula terrorista di estrema destra che riuscì a uccidere una decina di stranieri e rimanere indisturbata per dieci anni grazie alla collusione dei servizi segreti, ha riacceso con violenza il dibattito sulla proibizione del partito neonazista NPD.
«Nonostante tutto rimangono persone che esaltano la folle dottrina di stato del terzo Reich e cercano di diffonderla. Antisemitismo e intolleranza avvelenano ancora oggi molte persone. (…) Ancora oggi ci sono fascisti che non solo gridano per le strade, ma che spaventano un'intero paese con una serie di omicidi, mentre la loro bandiera dell'NPD rimane ancora tollerata dallo Stato e addirittura sovvenzionata dai parlamenti tedeschi», scrive questa mattina Dieter Graumann, presidente del Consiglio centrale degli ebrei. A quanto pare, non mancano gli argomenti per continuare a parlarne.  continua  qui

mi  è  venuto  in mente  questa   riflessione   che  mi  ha  convinto  a continuare  a  scrivere  ( nonostante  i miei amici e  compagni di viaggio mi dicevano che  era  come lavare la testa dell’asino con il sapone  o peggio dare  le perle  ai porci ) e  a parlare  di questi argomenti  .
Infatti  In Italia  li facciamo  solo a metà nonostante  siamo  coinvolti    e vi abbiamo partecipato in prima .persona . con le leggi razziali del ’38 e, successivamente, con le deportazioni, iniziate con l’occupazione nazista  avvenuta dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.e  con la  collaborazione   della Rsi  (repubblica  sociale  italiana) Stato fantoccio della Germania nazista (lo stesso Mussolini ne era consapevole[13]), la Repubblica Sociale Italiana non fu riconosciuta dalla comunità internazionale. Fu considerata erede del Regime fascista italiano dalla Germania, che la riconobbe ma esercitò su di essa un protettorato de facto. Fu riconosciuta anche dall'Impero giapponese e dalla maggioranza degli altri Stati  dell’Asse  (    gli alleati filo tedeschi  )  che addirittura   istituì le  ss  italiane  e  abbiamo avuto ben    3    campi di sterminio
·  Campo di concentramento e sterminio della Risiera di San Sabba (in Italia)
·  Campo di concentramento di Fossoli (internamento, sterminio e lavoro in Italia)
·  Campo di concentramento di Ferramonti (in Italia)mentre  in Germania 
  Concludo   con questo  canzone   scusate  se   i video  sono  forti     e sconsigliati  per  i  deboli  di stomaco   

ma   : <<  questo  è stato  >> (  cit Primo Levi ( 1919 –  1987    reduce  di quello  che  fu     il campo di concentramento di Auschwitz. Autore  di  (  ovviamente  non  sono  in ordine cronologico ma  come mi sono venuti in mente    )  :  Se questo è un uomo, la  chiave  a stella   La  tregua ,I  sommersi ed  i Salvati in cui  si racconta   le sue esperienze nel lager nazista    

22.1.12

Nella notte


Nella notte sull'asfalto
ancora ascolto te
La tua voce accarezza
tenui briciole di fumo
le trasforma in stelle d'oro
e le strade, i viali nudi
il compatto grigio muro
s'apre come un grande altare,bianco, immenso, svaporato

Resta aperta la speranza
senza te, senza il tuo viso,
senza il tuo sguardo distratto,
pigro, immoto, lento, illune

Mi rimane quel che eri,
le tue note sparse all'aria,
qualche scampolo di vita
in ventose buie armonie,
e poi tutto si conclude,
serio e lieve, a un tratto dolce

.

19.1.12

Leggero

E non m'importa nulla
del domani, dell'amore,
non m'importa della vita.
Voglio solo passeggiare
su questi anni, smorti e tristi,
col mio sesso ineducato,
senza chiedermi perché.









(Nella foto: Dario Francesco Gay)


castellamare di stabia La processione sfila sotto casa del boss e il sindaco abbandona il corteo

da  ilfattoquotidiano   da  cui èmtratta la foto  estrapolata  dal  video   e il video  sotto riportato  , leggo   tale news 







Non è servito il pugno duro del sindaco Luigi Bobbio, e neppure l'impegno di Curia e forze armate per controlli più severi sui membri del comitato organizzatore della festa e sul percorso che la processione avrebbe dovuto seguire. Anche quest'anno la statua di San Catello, patrono di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, è passata sotto la casa del boss ai domiciliari Renato Raffone, detto 'Battifredo', e lì si è fermata in omaggio al ras della zona. Di più: Raffone sembra quasi guidare la processione, ordinando alla 'paranza' dal balcone di casa quando fermarsi e quando riprendere la processione. Una scena che non è piaciuta a Bobbio che, come lo scorso anno, ha deciso di togliersi la fascia tricolore, abbassare il gonfalone del Comune e allontanarsi. Beccandosi pure gli improperi di alcuni fedeli che non hanno visto di buon occhio il suo gesto.

Di Andrea Postiglione (si ringrazia Gennaro Manzo)

e  dal suo blog   http://luigibobbio.blogspot.com/  ( chi  se  ne  frega  se  è  della pdl  la  legaliotà non ha  colore  politico ed ideologico ) 

Festa di San Catello, incontro sindaco-Vescovo: no ombre di camorra su rito

nella foto: la statua di San Catello (ph. Manzo)
Si è svolta, ieri mattina, alle ore 10:30, presso l’Episcopio di Castellammare di Stabia, l’incontro tra S.E. Mons. Felice Cece e il Sindaco di Castellammare, on. Luigi Bobbio, con la partecipazione del dott. Ferdinando Rossi, dirigente del locale commissario Ps., fautore dell’incontro stesso.
La riunione ha avuto carattere di grande chiarezza e cordialità e, nel corso della stessa, sono state reciprocamente illustrate le rispettive posizioni alla fine risultate sostanzialmente coincidenti, diversamente da quanto un quotidiano cittadino aveva tentato di accreditare. Il sindaco ha ribadito la necessità, dal suo punto di vista di massima autorità cittadina e dal punto di vista del Prefetto, quale autorità di Governo, di escludere in qualsivoglia momento della processione – dalla fase organizzativa del trasporto della statua all’effettivo svolgimento del rito – qualsiasi aspetto che possa essere letto quale, attenzione a qualche associato alla camorra. Il vescovo ha condiviso quanto espresso dal Sindaco ed ha auspicato che la festa del Santo Patrono, con la collaborazione di tutti, diventi sempre più un momento di comunione e di concordia nella comunità civile e religiosa e nei rapporti tra le istituzioni.
Nel corso dell’incontro, peraltro, sono stati toccati vari aspetti problematici dal punto di vista lavorativo e sociale della città, primi tra tutti quelli riguardanti la vertenza Fincantieri e Terme di Stabia realizzandosi e riscontrandosi una piena identità di vedute tra gli interlocutori



da fiorepasut e anna villiardi di facebook

Siediti qui e....
guardami negli occhi.
dammi un sorriso, dammi il tuo calore
mi hai chiesto scusa per i tuoi capricci
e quante volte dovrei farlo io!
Per ogni volta che non ti ho capito
per tutti i "dopo" e la stupidità
di far passare in fretta la tua età!
Il tuo dolore, seppur ancor bambina,
forse l'hai consumato nel silenzio
mentre dall'alto della mia ignoranza
non davo nè valore nè importanza!
Ora mi insegni e....
so cosa devo fare
Amarti ad ogni passo senza la presunzione
che solo i grandi conoscono il dolore!
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 C'è una fonte della giovinezza: è nella tua mente, nei tuoi talenti, nella creativita' che porti nella vita.
Quando impari ad attingere a questa sorgente, avrai davvero sconfitto l'età.
 “ Per essere grande, sii intero: non esagerare e non escludere niente di te. Sii tutto in ogni cosa. Metti tanto quanto sei, nel minimo che fai, come la Luna in ogni lago tutta risplende, perché in alto vive. „
 

18.1.12

Ma è morto il capitalismo o le idee per rinnovarlo?



Il dibattito sul Financial Times sulla crisi del capitalismo colpisce più che per il contesto, che a discuterne sia il giornale della City, che per le idee che ne escono. Lawrence Summers crede che basti un po' di manutenzione alla teoria economica per rimettere in moto la macchina dei mercati. L'ex leader malesiano Mahathir Mohamad dice che la finanza è servita all'Occidente in questi ultimi vent'anni a coprire e rimandare la crisi del suo sistema industriale già da tempo emigrato a est. L'impressione è che grandi teorie non ne leggeremo ma che piuttosto il futuro sarà un patchwork di idee del passato. Quello che abbiamo davanti molto probabilmente lo avevamo dietro.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/cultura#ixzz1jqmQIsRP

Benigni fischiato a laurea honoris causa. L’ira degli studenti: “Una trovata pubblicitaria”

Ormai è una prassi consolidata: sempre più atenei concedono lauree Honoris Causa o per vivere attimi di celebrità o più di frequente e molto prosaicamente a compenso. Un titolo ormai inflazionato e che ha perso ogni appeal in personaggi dotati di un cervello appena normal a godere  di tale  titolo  sono    nella maggior parte  dei casi  dei cretini  .  Evidentemente, Benigni non si annovera tra questi, ma lo sapevamo tutti da un pezzo. Per quanto concerne l’Università, a volte gli atenei ricorrono a questo tipo di improvvisa celebrità che li coglie per prendere lo spunto e sottoporre all’antenzione delle competenti autorità problemi finanziari, didattici o di logistici .


Benigni fischiato a laurea honoris causa. L’ira degli studenti: “Una trovata pubblicitaria”

L’Università della Calabria premia il toscanaccio, i ragazzi protestano con l’Ateneo: “Basta con queste passerelle”.
Cosenza. Gli studenti di Calabria contro la laura honoris causa di Roberto Benigni. L’attore e regista toscano questa mattina è stato premiato all’Università di Calabria a Cosenza inaugurando così l’anno accademico ma tra le polemiche. Non dirette contro il toscanaccio, ma contro l’Ateneo accusato di pensare solo a “trovate pubblicitarie”. “Non abbiamo nulla contro Benigni – hanno detto gli studenti – ma con coloro i quali dovrebbero pensare bene ai problemi che vive l’Università. Perché puntare sulle passerelle con i politici locali quando abbiamo problemi seri? Non si capisce, per esempio, perché siano state ritardate di sei mesi le borse di studio. Chi l’ha deciso e per quale motivo? Ed ancora, abbiamo bisogno di biblioteche aperte, di trasporti meno cari e che funzionino. E’ questo quello che serve a noi studenti e a questa Università”. Tra gli studenti che hanno protestato c’è anche chi ha fatto sentire la sua voce perché deluso dall’essere costretto a rimanere fuori dal Teatro. “Non ci hanno fatto entrare – hanno detto – e c’è uno schieramento di poliziotti imponente. Ci chiediamo perché a noi è stato impedito l’accesso?



Il Teatro è per tutti e non per pochi. Invece si è preferito privilegiare gli amici. Non è questa l’Università che vogliamo”.


  

a volte le catene di sant'antonio posso essere utili

E' il caso di questa  che riporto sotto  che  ho trovato oggi  ap.orendo la mia bacheca  di facebook e  che proviene   da  http://www.slideshare.net/




 
Goditi la vita  cosi  com'è 
.le  cose sono peggio per  gli altri e molto meglio per  noi 









  ci sono molte  cose   nella  tua  vita   che  catturano il tuo sguardo  , ma solo poche  catturano il tuo cuore  ...
   ti stai ancora  lamentando  ?
 oserva  intorno a te  e sii  grato per tutto quello che  hai  in questo periodo passeggero


 andavo di fretta  e  quindi  l'ultima pèarte  ho preferito  copiarla direttamente  anzichè trascriverla

    

L'anima dei guai

Ma l'anima, dov'è? Dove s'è nascosta, o perduta, nella sciagura della crociera dal nome ironicamente beneaugurante, Concordia ? Forse s'è solo rincantucciata, emergendo timida e spaesata tra mozzichi di parole, in esplosioni d'incredulità, furia, sgomento e dolore. Come quelle del capitano De Falco, urlate all'ormai noto comandante Schettino: "Torni su quella nave, le faccio passare un'anima di guai". Vocaboli galleggianti, privi di suono e di senso, per chi l'anima non la conosce né la vede, soprattutto nel dolore altrui. L'anima è collettiva e altruista, non si ripiega mai su sé stessa
 Lo scrittore Björn Larsson sostiene che il Concordia non è il Titanic, non è neppure una nave, e Schettino non somiglia neppur alla lontana a Edward Smith. Ha ragione, naturalmente. Ma un colosso turistico affondato in uno spicchio di Mediterraneo non è meno tragico d'un transatlantico che s'inabissa nel gelo dell'oceano, annullando in sé il sogno prepotente, ma non privo d'una sinistra grandezza, del positivismo e del futurismo. Sbagliamo noi, a considerare tragedia solo quanto ci appare con toni altisonanti e vette sublimi. Siamo infarciti di cattiva letteratura. Perché quasi sempre, invece, il male è inglorioso, la rovina miseranda, persino un po' goffa, proprio come il nostro Titanic casalingo (o casereccio). E non esercita alcun fascino. Ben lo sapeva Dante il quale, al termine della sua discesa all'inferno, ci mostra un Lucifero deludente, un ebete mostruoso dalle lacrime vane, insomma un povero diavolo. Tutto qui?, domanda allora il lettore, sgomento. Sì, tutto qui. Il principe del Male non è un anti-Dio ma una banale creatura decaduta: materia vile, nullità. E dannarsi per nulla, non è forse la peggior tragedia che possa capitare?
Il Concordia langue, patetica balena d'acciaio, col suo carico venefico di nafta in procinto di sterminare anche quell'ultimo, incolpevole lembo di Natura chiamato Isola del Giglio. Pure questo fiore, adesso, simboleggia amaramente la purezza smarrita. Se il Titanic rappresentava la fine di un'utopia, il Concordia segna l'apice, e il crollo, della mancanza d'utopie. Il nome del primo evocava l'illusione umana della forza e del possesso; il secondo è dolce, paritario, come il benessere offerto a tutti della società dei consumi. Col denaro tutto si risolve, tutto si compra, tutto si semplifica; per il denaro, e il profitto che ne consegue, si può risparmiare sull'equipaggio, sulla preparazione del personale di bordo, sull'etica, sull'anima: ed eccoci tornati al punto di partenza. Un comandante fuggiasco per timore del buio e dell'abisso non può comprendere le esortazioni del suo superiore a rimanere sulla nave. Non può che ritenerle delle assurdità. Nella visione nichilista e consumista del profitto, conta la soddisfazione immediata: ovviamente da non dividere con nessuno. Il dovere termina laddove s'intravede, non diciamo il pericolo, ma un semplice impedimento. Il nichilismo e il consumismo vellicano l'istinto, ma degradano l'uomo. Lo lasciano solo nel suo egoismo spontaneo e incontrollabile, nel "si salvi chi può" dell'egotismo conclamato. E gli altri vadano in malora.
Il Concordia segna il naufragio di questo mondo parallelo e inesistente: il mondo della faciloneria, dell'approssimazione, della spericolatezza al posto del coraggio, dell'apparenza al posto della verità. Il mondo del qui-e-ora, dove conta solo l'attimo, da cogliere non per slanciarsi verso il futuro, ma per arenarsi in una morta gora: ché il futuro, il domani, non esiste.
Ma la verità sono persone morte, anzi uccise, dall'imperizia e dall'avidità. Certo, anche la morte, nella società nichilista, è gioco virtuale: le tv berlusconiane hanno proposto ai gentili spettatori un simpatico sondaggio per sapere chi, secondo loro, è il colpevole: il comandante, l'equipaggio o altri? Come una nomination al GF, o un quiz a premi con ballerine discinte. Portavoce per eccellenza del nichilismo, la televisione ne è pure il suo braccio armato. Essa non ascolta, non contempla, non ipotizza l'anima dei guai.
E chissà che l'anima di quest'impacciata tragedia del nichilismo non sia proprio quella di Giuseppe Girolamo, giovane batterista disperso che, secondo testimoni, avrebbe lasciato a un bambino il suo posto sulla scialuppa e per il quale non smettiamo di sperare. Abbiamo deciso di corredare quest'intervento col suo viso da Cristo rock dagli occhi timidi, non per cercare a tutti i costi l'eroe: ma perché meglio ci sembra rappresentare il sussurro di quell'anima smarrita, volatile come musica, l'arte più vicina a Dio; e forse, in quest'ora di buio, ansiosa solo di ritornarvi, immemore della nostra ingratitudine.





Danyart New Quartet fiori e tempeste

Ieri è stato presentato il nuovo lavoro discografico dei Danyart New Quartet, formazione jazz capitana da Daniele Ricciu, in arte Dany...