18.1.15

UNA CAREZZA IN UN PUGNO


Le frasi pronunciate da papa Francesco durante il viaggio di ritorno dalle Filippine hanno suscitato la riprovazione di molti e il plauso di molti altri (preti di strada, artisti come Moni Ovadia...). Qualche protestatario da web è giunto poi a tuonare "Bergoglio sdogana il terrorismo", "Bergoglio fascista".
Tali affermazioni, che impegnano esclusivamente i loro autori, non trovano alcuna giustificazione, nemmeno in una ingenua e frettolosa diffidenza verso la gerarchia ecclesiastica. Anzitutto, i discorsi vanno ascoltati per intero; in secondo luogo, contano gli atti; last but not least, la persona che parla e agisce. Se Francesco è il Papa, è anche e soprattutto un uomo. E chiunque conservi un minimo di pudore intellettuale, o solo di ragione, si guarderà bene dall'affiancare la sua vicenda umana e pastorale a un ammiccamento verso il fanatismo assassino.
Eppure, ci tocca ribadire l'ovvio. All'indomani della carneficina Bergoglio (e, dopo di lui, Monsignor Vingt-Trois), ha celebrato una Messa per i giornalisti trucidati. Le sue condanne della violenza religiosa sono state reiterate, ferme, severe fin dall'inizio del pontificato. Si sono concretizzate in
La Messa di papa Francesco al Rizal Park a Manila  da © Ansa
azioni vigorose e altamente simboliche. Ha richiamato i leader islamici alle loro responsabilità molte volte, in modo chiaro e inequivocabile.

La Chiesa contemporanea esce da un Concilio in virtù del quale, sia pure con fatica e in alcuni casi a malincuore, ha accettato la democrazia. Ne andava del resto, dopo secoli di Inquisizioni, guerre, torture, roghi, della sua sopravvivenza in Occidente - e accadrà, dovrà accadere, pure all'Islam, ché le tragedie attuali manifestano non uno scontro di civiltà ma una lotta tutta interna a quella religione e al suo rapporto col mondo moderno.
Un rapporto complesso, a volte tragico e sanguinoso. L'aveva sottolineato diversi anni fa Khaled Fouad Allam da me citato in questa sede e  lo ribadiscono oggi,fra gli altri,Orhan Pamuk e Paul Bhatti
Giusto quindi non abbassare la guardia. La laicità va difesa a ogni costo. A tutela non solo dell'incolumità personale ma della stessa religione. Una laicità forte preserva quest'ultima da tentazioni teocratiche.
Parimenti: consolidare la laicità, evitarle di degenerare in laicismo, può essere una missione importante per i credenti di qualsiasi religione.
La laicità da sola è d'altronde insufficiente a costituire una democrazia. La democrazia rimane, oggi, l'unico sistema di governo adatto all'uomo perché si fonda su valori, non semplicemente su principi; valori inviolabili e inattaccabili, quali libertà di pensiero, parola, azione, libertà, certo!, di cambiare credo religioso, pari dignità fra uomo e donna e fra etnie, giustizia, reciprocità ecc.
Ciò che però caratterizza i valori democratici rispetto ad altri è la loro, diciamo così, malleabilità, la capacità di declinarsi nel rispetto della storia d'ogni paese. Ammettiamo pure sia un parto occidentale; tuttavia è esistito, presso le varie culture, un momento umanista da (ri)scoprire e coltivare affinché cresca ovunque secondo le modalità proprie di quelle stesse culture.
Per questo un modello unico di democrazia non è esportabile, foss'anche il migliore del mondo. Può persino esser vissuto come un'imposizione, secondo l'impeccabile analisi di Jean-Loup Amselle  il quale individua pure il punto debole, eccessivamente eurocentrico, di molti osservatori sulle inedite, paurose forme di antisemitismo.
"Siamo il Paese di Voltaire e dell'irriverenza - proclama Christiane Taubira, Ministra francese della Giustizia - liberi di deridere anche la religione". Queste frasi avrebbero potuto sedurre, come in effetti è successo, un algerino di cinquant'anni fa in lotta per l'indipendenza; ma, così decontestualizzate, finiscono per risultare anacronistiche, inaccettabili per certe orecchie, loro malgrado astratte; rendono cioè totalmente irreali.
È certo possibile ridere di tutto; è anche sempre lecito? È lecito sghignazzare sulla Shoah o sulla decapitazione di Foley, come ha fatto l'ex comico Dieudonné? E su quali basi glielo si potrebbe impedire, se prevale la logica dell'individualismo assoluto? Siamo tutti Charlie, d'accordo; perché allora censurare uno spot come "Dear Future Mom", malgrado gli elogi di Cannes e un prestigioso premio dell'Onu? Per "non turbare le coscienze delle donne che hanno fatto scelte di vita diverse", com'è stato dichiarato? Insomma, Charlie sì e Down no? Liberté, égalité, fraternité è una sintesi mirabile del vivere civile, non merita un approccio così riduttivo.
Ritengo invece sfugga il vero obiettivo delle controverse dichiarazioni del Pontefice. Non il diritto di satira (ma i doveri?) o la giustificazione del terrorismo, questa sì un'affermazione improvvida. Ma piuttosto il nichilismo, quell'appiattimento del pensiero secondo cui ci si può burlare di qualsiasi valore perché nulla ha valore, e di cui soffrono le società occidentali avanzate. Ciò che, in Italia, spinge alcuni professori sedicenti progressisti a censurare il presepe a scuola in nome d'un malinteso "rispetto verso gli alunni musulmani", i quali alunni musulmani, d'altronde, il problema non se lo pongono nemmeno e anzi non di rado accolgono con gioia la rievocazione della nascita del profeta Gesù [ me n'ero già occupata qui  n.d.A.]. Il vero multiculturalismo non toglie: aggiunge. Né si potrà negare - come rilevato appunto da Bergoglio - l'atteggiamento spocchioso, denigratorio e a volte apertamente ostile verso i credenti da parte di di chi si ritiene intellettuale. Ne è esempio il povero filosofo Giovanni Reale, ingegno di razza, tra i più raffinati interpreti di Aristotele. Ma emarginato dai colleghi per il solo fatto d'esser cattolico ed esegeta di Wojtyla. Per tacere di Testori, il maggior scrittore del secondo Novecento dopo Pasolini. Ma non (più) ateo, anticlericale, di sinistra; per giunta omosessuale "peccatore", quindi ben meritevole d'oblio. Quell'oblio che non
da  http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/
denota solo pigrizia intellettuale; ha pure conseguenze pratiche; e non delle meno gravi. Esse vanno dal totale (e criminale) disinteresse per il genocidio dei cristiani iracheni al silenzio sulla tragedia di Asia Bibi, per cui non s'è udito un fiato da parte delle solitamente attivissime femministe. Le quali si sarebbero schierate senz'indugio con lei, se fosse stata una Femen nuda e blasfema (a proposito, in questi giorni dov'erano, le nostre pitonesse del libertarismo? Chi le ha viste in piazza o davanti alle moschee, e non in qualche paese europeo - troppo comodo - ma nei luoghi d'origine? Invece, nulla di nulla. Che fenomeno singolare! Eh?).

E poiché non siamo l'uno la fotocopia dell'altro, ne deriva che anche le percezioni di bene e di male variano, diventano liquide; e il politically correct cosa fa? Non sapendo più quali pesci pigliare, li piglia tutti, tranne naturalmente il proprio, cui attribuisce (esagerato!) l'origine d'ogni male. Quindi sì alla Femen ma non si sa come ribattere - si sa, le "loro tradizioni"... -, al fondamentalista che rifiuta il colloquio con l'insegnante donna, siamo tutti Charlie ma chi se ne importa della Nigeria (ma aggiungiamo il Pakistan dove sono stato trucidati cento bambini, il Sud-Sudan, il Corno d'Africa, la Siria...); infatti, sostiene la super-femminista Addis su Huffpost, i 12 morti parigini, emblema di democrazia, valgono più di duemila individui (e tre bambine trasformate in bombe umane) dalla mentalità tribale; proteggiamo le donne dall'Islam cattivo ma presentiamo una proposta di legge - rigorosamente bipartisan - affinché le prostitute/i, pardon, i/le sex-workers, siano riconosciuti lavoratori a tutti gli effetti; rispettiamo qualsiasi opinione purché in linea con la moda del momento, quindi guai a biasimare Charlie, se lo facciamo sosteniamo i jihadisti! Un Charlie misconosciuto, fino a quel maledetto 7 gennaio scorso, dalla maggior parte della popolazione e divenuto poi bandiera dell'Occidente progredito contro l'Islam fanatico e brutale, intento peraltro opposto a quello dei suoi fondatori, che non erano affatto (solo) anti-islamici ma antireligiosi; orgogliosamente sacrileghi. Un paio d'anni fa misero alla berlina la Trinità - non un semplice profeta - allo scopo di canzonare il già menzionato card. Vingt-Trois, reo d'aver biasimato il disegno di legge sulle adozioni gay. Ovviamente nessuno lo ricorda, forse addirittura lo si ignora.
Era la sciatteria comunicativa (e, quindi, etica) il vero bersaglio della critica di Francesco. Doveva tacere? O, per fare il simpatico, buttarla in caciara? E ciò non implica alcuna censura; invita semmai a un dialogo coscienzioso, soprattutto in determinati momenti. Che gli atti comportino conseguenze (e sempre succede) è un dato di realtà, non un'indulgenza verso la barbarie. Ogni tanto non farebbe male rileggere Kant. Sul serio, però.
  

                                                   

                                     Daniela Tuscano

gli schizzi di Mer... ehm... fango Non risparmiano neppure chi ha subito un sequestro come Greta e Vanessa

Lo so  che  m'ero promesso   di non parlarne  (  ma non ci sono riuscito     e chi  di voi lettori\lettrici  mi segue  anche sui social   lo sa  )  come suggerito  alcuni miei  utenti su  fb  e  tw 
<<
Insopportabile la retorica su queste due, dimenticare in fretta.E` la logica di D`Urso,De Filippi,la mediocrita` italianaBasta .>>  e  <<  Non fattene ora delle eroine da gossip televisivo. Risparmiatecelo per favore. >>   di non parlare  di loro  sia   che sia  vero  quanto riportato  da  qui  l'articolo   ( cosa che non è vera  competamente  come dmostra     il buon articolo di http://www.butac.it/   quanto riportai  anch'io  credendolo un semplice  giornale  destra  e   non  una  fogna exenofoba come   quei siti\pseudo tali    da  cui   è nata  la  bufala sessista   maschilista  in questione   riguardante Greta  e vanessa e  fartta  propria   senza  verificarla  da  Gaspartri   con il suo twitter     ) il fatto  che le  due   fossero i semplice  missione umanitaria  sia  che fossero per  finanziare  la  guerriglia  \  la resistenza  Siriana  . 
idal quoridiano imolaoggi 
 Ma   ho  rotto almeno  qui sul blog ( su  fb  e  tw  , non   ce  l'ho fatta coem  ho già detto prima    ) il  silenzio    si sta  gettando  merda   oltre  che  depistare . Infatti    anche  un sito qualunquista  di estrema destra  come voxnews    dice :   voxnews   << (...) limpressione che  abbiamo  ,  e è che qualcuno diffonda   certe informazioni   false  per screditare quelle vere  : ostaggi  o complici tradite :  spuntano intercettazioni dei  Ros  (...)  http://voxnews.info/2015/01/17/la-bufala-sul-web-abbiamo-fatto-sesso-con/ >> Mi auguro che gli avvocati delle due procedano presto a querelare gli autori dell atticolo nonché Gasparri che si diverte a gettare merda fango   nel ventilatore senza  verificare   e  fingendo  o scrivendolo a pifero   come una domanda  con una bella richiesta di risarcimento danni  .
Cncludo  condividendo    un sito diverso dal mio modo di pensare  : <<  (....) L’articolo è lo stesso, la parte finale è identica, tranne l’inizio dove Greta avrebbe fatto rivelazioni sulle sue attività sessuali. Strano vero? Quello è l’unico dettaglio aggiunto, l’unica parte che si sono presi la briga di rielaborare usando però la fantasia più becera.
Inventarsi dettagli per autocompiacimento e aizzare l’italiano medio è la dimostrazione di razza di gente ci sia in giro.
Non so se è stato per attirare click o chi ha copiato l’articolo fosse strafatto di crack o se è una sua fantasia sessuale perversa, ma questa è una delle cose di più basso livello che ho mai visto. Catenaumana su Facebook ha più di 30mila fan. A parte qualcuno che mette il like solo per leggere le vaccate che circolano su questo tipo di pagine, sono comunque troppi.
Ripropongo la parte finale di un mio status su Facebook di poco fa

L’Italia, finché sarà questo il livello, merita di essere il fanalino di coda dell’Occidente.
Neil

>> e  affermando  meditate   , anzi meditiamo , prima  di  pubblicare  \ condividere idiozie   e di fare il gioco della propaganda  e dela disinformazia 

cosa è peggio una morte a 15 anni per un male incurabile o non avere giusta in vita per una piccola storia (di burocrazia) ignobile ?

non so, come  dicevbo dal titolo ,   cosa è peggio se la morte per un male incurabile ( o difficilmente curabile ) di una 15 enne promessa dello sport ( il volley \ paallavolo in questoi caso ) ne  avevo parlato  anche  nelle pagine di questo blog   ma  trovate  l'articolo anche  in questo  url   http://goo.gl/yYdKLj o questa situazione che sotto vado a  riortare

 da  http://www.articolotre.com/2015/01/

Maurizio e l’Inps: una piccola storia (di burocrazia) ignobile

inps 

L.Q.-Pensione sospesa e da restituire, perché “indebitamente” percepita.
E' questa la “sentenza” che pesa come una spada di Damocle sulla testa di Maurizio -nome di fantasia-, 76enne della provincia di Torino.
Colpevole” di essere stato abbandonato dalla moglie.
E che, per questo, dovrà restituire i soldi presi in questi ultimi anni.
Era il 2010, quando Maurizio andò in pensione, quando ormai le energie lo stavano abbandonando e, pur volendo, non sarebbe riuscito a proseguire con il proprio impiego.
Era benestante: oggi è malato e vive in una casa popolare con la sua famiglia. A  fine mese, non faticano ad arrivarci: semplicemente, non ci arrivano. Tante, le bollette non saldate. “O paghiamo, o mangiamo”, spiega la famiglia.
Lo stesso si dica per l'affitto: “Non possiamo pagarlo”.
Una situazione drammatica, gravata ora dall'ennesima assurdità burocratica.
Maurizio non è sempre stato in Italia: per molto tempo, ha vissuto in Francia. Qui s'è sposato, ha trovato lavoro, ha vissuto per venticinque anni. Infine, lasciatosi con la coniuge, è rientrato nel suo paese d’origine, dove ha conosciuto la sua attuale compagna e ha avuto tre figli, di cui uno ancora iscritto alla scuola dell'obbligo.
Gli altri due non hanno stipendio: in tempo di crisi non è facile. L'unica entrata, oltre alla pensione di Maurizio, è quella della attuale compagna, che ogni mese riesce racimolare qualche centinaio di euro al mese per sopravvivere. Della moglie, nessuno ha mai più saputo niente.
L'Inps, però, la vede diversamente: Maurizio è ancora sposato con lei e, dunque, pretende da anni di conoscere i redditi della “familiare”. E, fin dall'inizio, ogni tentativo di chiarire la questione si è rivelato inutile.
“Ci siamo mobilitati da subito”, spiega la famiglia. “Abbiamo spiegato la situazione all'Inps, alla Caaf, ai sindacati, ad avvocati, assistenti sociali, ovunque. Siamo andati addirittura dai carabinieri per denunciare l'abbandono del tetto coniugale da parte della coniuge: sembrava l'unica soluzione atta a dimostrare che Maurizio e la moglie non hanno mai più avuto rapporti dal '92 a oggi”.
Non ha funzionato: il reato di abbandono, in Italia, non esiste più. Pertanto non è denunciabile e, quindi, dichiarabile.
Identicamente, non è servito neanche recarsi dal giudice di Pace: “Ci dissero che non era di loro competenza”.
L'ultima strada era la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà: in cui si spiegava come Maurizio non avesse neanche idea di dove si trovasse la moglie e come lei non volesse farsi trovare. Niente da fare, tutto respinto: serviva dimostrarlo con le carte.
Cinque anni di cavilli e meandri burocratici, labirinti e rimbalzi da un ufficio all'altro. Finché, nei giorni scorsi, proprio mentre Maurizio si trova in ospedale, il triste epilogo: la famiglia ha ricevuto una raccomandata dall'Ente di previdenza sociale, in cui si legge che “l'Istituto è tenuto a sospendere l'erogazione della quota di prestazione collegata al reddito e a procedere alla revoca della medesima prestazione percepita”.
Non solo: qualora non si consegnino i redditi della moglie o si dimostri la separazione tra i due entro il 28 febbraio 2015, “la prestazione collegata al reddito verrà definitivamente revocata e saranno recuperate le somme indebitamente corrisposte”.
“Le abbiamo provate tutte”, sottolineano ancora i parenti. “Per gli stessi motivi, avevamo anche perso gli assegni familiari.”
“Come possiamo dimostrare di non avere rapporti con questa donna, non avendoli? E' un paradosso”, concludono. “Senza i soldi della pensione di Maurizio, costretti anche a restituire i precedenti, ci troveremo presto in mezzo a una strada.”
E tutto per colpa di una burocrazia spietata e ottusa.

17.1.15

Uccisa da un tumore a soli 15 anni La pallavolo SARDA piange Beatrice Lopez

Proprio mentre   finivo  di fare  copia ed  incolla   di questo articolo che trovate  sotto   e    riordinare l'impaginazione     per  radio sento   Morte per  un  amica  \  Morte per  S.f   canzone    che  qui ripropongo sia  nella versione originale  dei Nomadi     sia  in quella   di Guccini  .

https://www.youtube.com/watch?v=i079KmULCOY -  Nomadi  in  una  versione  \  rarissima  una  poco conosciuta e difficilmente trovabile in giro)
https://www.youtube.com/watch?v=x1ixVcgsquo - Guccini



La  vita  è implacabile   sara  dura  rincominciare  e  che bisogna  mandare a  fncl  i presagi di  morte  
 ma  davanti a tali  fatti   , non bastasse la morte   qualche  giorno fa  di  due  cari concittadini  ,  si rimane  increduli \  basiti   e  sgomenti  Uccisa da un tumore a soli 15 anni La pallavolo piange Beatrice Lopez




Uccisa da un tumore a soli 15 anni La pallavolo piange Beatrice Lopez 


DAL CanaleSport Sport Volley DELL'UNIONE SARDA DEL 17/01/2015, ore 09:30


il sito internet dell audax
                 Il sito internet dell'Audax

Ha combattuto la malattia per oltre un anno, con la stessa grinta che metteva in campo durante le partite di pallavolo.


beatrice lopezMa la sua battaglia è finita ieri, quando il suo cuore ha smesso di battere. Beatrice Lopez, 15 anni di Quartucciu, giocatrice di pallavolo della Audax, è morta portata via da un tumore. Circa un anno fa aveva accusato un fortissimo dolore alla caviglia, ma il dolore e il gonfiore era stato ricondotto inizialmente ad una distorsione o un'infiammazione. Dopo alcuni mesi di visite e analisi, la drammatica scoperta: un tumore alla caviglia. La ragazzina era stata operata e l'intervento sembrava essere andato bene. Purtroppo sei mesi fa, alla visita di controllo si è scoperto che la malattia non si era arrestata. Nonostante le cure, purtroppo, la giovane atleta è venuta a mancare. Straziati dal dolore i familiari, sconvolte le amiche e le giocatrici dell'Audax che in questo anno hanno sperato e sostenuto la compagna. "Sono certa che l'Audax in 53 anni non abbia mai vissuto un momento così straziante - scrive sulla sua pagina Facebook, Luisa Serra, dirigente della società sportiva - il nostro valore più alto e importante è quello di impegnarci con tutte le forze per vedere crescere i nostri ragazzi, ma invece è toccato a tutti noi vivere un così terribile momento di separazione". E la dirigente racconta un episodio legato a Beatrice. "Di tutti questi mesi passati pieni di speranza che si alternavano allo sconforto, mi piace ricordare quell'ultima tua venuta in palestra dopo l'intervento, con il tuo sguardo ironico e pieno di speranza mi hai detto: 'Visto che per un pò di tempo non potrò giocare di nuovo, potresti farmi diventare il dirigente della squadra, così le mie compagne me le faccio filare iò, e ci siamo fatte una bella risata". In questi mesi la società e le compagne sono state vicine a Beatrice, seguendola anche su Facebook. "Oggi il nostro dolore è immenso Bea - scrive ancora Luisa Serra - nessuno riuscirà a colmare la tua mancanza e fra di noi tu ci sarai sempre come atleta e come dirigente delle tue compagne di squadra". La prossima settimana Beatrice avrebbe compiuto 16 anni, il funerale si svolgerà oggi.

parodia di topolino su dylan dog accordo reciproco per rilanciare il primo o semplice omaggio un po' anticipato per i 30 anni di dylan dog ?

Lo  so che leggo troppi fumetti  ma   non ci reisto  mi piace  evadere  , farmi due risate  ,  mi piacciono le arti  , sono cresciuto a  fumetti , ecc .
 Cazzeggiando  in cerca  d'anteprime  sulla pagina fb    di dylan dog   leggo   questo post  sulla prossima  uscita  di  topolino in cui  ci sarà  una parodia   su  DD .




ed  ecco alcune chicche  della  storia  in questione




Il  dubbio come ho espresso   dal titolo   è  di breve  durata    . Infatti   ripnsandoci  bene   credo che  l'omaggio a Dylan Dog non ha nulla a che vedere con il rilancio. È solo un omaggio , forse  un po' anticipato   visto che  ancora ai 30 ann di  DD   mancano  quasi  de  anni  ( settembre  2016 )  a un personaggio popolare della Bonelli ( e del fumetto italiano in generale) che segue l'omaggio a Tex di qualche tempo fa scritto e disegnato da Mastantuono. E  che il post  riportato sopra  sia  una  congettura     in quanto  l'autore del post  :  1) non ha   dati  del calo o crescita  degli ultimi  numeri di  DD  ., 2) ne  fonti anonime  .,  3)  se siti  che  riportino boatos   Bonelliani  . Comunque  aspettimo appena  uscirà  la parodia  ed  in rete ci saranno altri   commenti  magari    con meno  acredine   e  meno rancorosi  di  fans  delusi   che non capiscono   (  vedere quanto dico  in il cambiamento di dylan dog non piace a tutti\e . troppo abitudinari o c'è quialcosa che non va ?
   che  un  fumetto   che non viene ripreso in mano da   quasi  30    e per  giunta  da  un  nuovo   editore responsabile   ha  bisogno  di tempo  (  almeno un anno )  per  svecchiarlo e   farlo rinascere 






#JE SUIS CHARLIE ma anche # JE NE SUIS PAS CHARLIE e soprattutto # JE SUSIS BOKO HARAM

Musica  consigliata  
Ho  preferito aspettare , cari lettori\ lettrici   ,prima di scrivere ho lasciato trascorrere  qualche  giorno  dal nefasto e luttoso evento di Parigi    sia   onde  evitare  accuse  di speculazione \  strumentalizzazione , per non urtare   quella naturale indignazione   e  di profonda tristezza  che  ci assalito tutti . Anche me  .  Questo slenzio  \pausa  di  rigflessione   mi da la possibilità  di  poter scrivvere a mente fredda  e non a caldo (e magari scrivere cose  errate  o  d'essere frainteso  (   come  mi è capitato  recentemente  , ma  questa  è un altra  storia   e  chi mi segue  anche  su facebook   e  su twitter   dove  vengono condivisi i post  del blog  e di facebook in automatico ,  conosce  già la vicenda  ) a  rispondere  pubblicamente  ad  alcuni email all'indirizzo  del  blog  ( redbeppe@gmail.com )
Infatti  in  questi  giorni   per  i mie post    e  condivisioni   su facebook    ed  alcuni   qui   sul  blog   ( 1,2,3 ) ho ricevuto le  consuete   email :   I)   cariche  d'odio   verso  il popolo e la cultura mussulmana  e  gli stranieri   in generale  o peggio su  gli italiani\e  che decidono di  convertirsi o sono  convertirti a tale religione ., II)   di malpancisti :  tiepidi  cioè con cui si può discutere  e ragionare  perché pronti  a  scusarsi   quando un informazione che hanno  è sbagliata  ed  a   cambiare idea   perché si metto indiscussione .  Caldi   cioè il contrario     ., 3  )  dei  non   sono razzista  ma  ...  4)  critiche distruttive   ed  insultanti  verso me   che  parlo di coesistenza    fra  noi e loro  ( oltre che  le altre religioni  )  ed  invito a non generalizzare , 5) domande  \ dubbi del tipo   ma  tu sei pro o contro #Charlie visto ciò che pubblichii e condividi su Facebook  e  Twitter  ?  non tinstai contraddicendo  ? 
Alle  prime  4  non    intendo replicare  \  rispondere   in quanto ho già più volte  risposto  \ replicato  direttamente     ed  indirettamente  ( con storie   ed news   che le  smentivano o riducevano  le loro spesso insulse  critiche ) . 
  Replico  volentieri  invece    , cosi  ne  approfitto   per  chiarire meglio   il mio pensiero alle ultime  .   Chiarendo   che non sono  solo  Charle H ma  anche  Boko  Haram  perchè  come dice  la   un mmmagine riportata  all'interno del post , che  ho  condiviso  << contro l'omologazione ed il facile oblio!!!E forse vale la pena anche ascoltare la musica che muore ogni volta che si massacrano intere popolazioni di villaggi, regioni e stati del mondo dimenticato:




 contro l'omologazione ed il facile oblio !!!
da  https://www.facebook.com/DocentiControLaLeggeAprea/


Dopo  questa  spero esaustitiva   premnessa  Iniziamo    dal primo principio di quella  che   chiamano  contraddizione 

 #JE  SUIS  CHARLIE  a  360°   cioè  a  per  tutte le  vittime  di barbarie  e fanatismi  ( indipendentemente  dalla religione     che li applica \ li mette  in atto   ) . Condivido  inoltre  quanto  dice  giustramente 
Ivan Zzi Stica purtroppo quando si iniziano a imporre limiti e divieti alla libertà si scade spesso e facilmente in regimi dittatoriali. Le dittature sono caratterizzate proprio dalla mancanza di libertà di parola e di critica. Altra cosa invece sono i limiti del codice penale, ma anche quelli cambiano con l'evoluzione della pubblica morale e devono essere aggiornati
  in questa  discussione  sul mio fb  . Sostengo  C.H : 1)  pur  considerandolo  come  le  ultime due annate   di  quelo che era,il settimanale  sartirico  Cuore  , cioè  volgarità gratuita


dal numero speciale  di  Charlie  Ebo edito in italia  ,  nonostante il boicotaggio    dei media  allineati ed  ipocriti   dail fattoquotidiano del  15\1\2015
Ovviamente  , sia le  due  canzoni  suggerite  , che la  vignetta    ivi contenuta  , NON DEVONO ESSERE PRESE ALLE LETTERA  ,  in quanto   coe  mi è sucesso su fb  dove  ho riportato la stessa  vignetta
  • Daniela Carta Si sono fatti ammazzare per quello??????? Ma cosa dici???? Non esiste una giustificazione per questi omicidi!!!!
  •  (...) 
  • Giuseppe Scano  . concordo con te   carissima Daniela Carta. il mio riportare la vignetta di C.H e la canzone di Faber moriere per le idee era  c'era  del sarcasmo  . Ed ha dato , specie da chi non capisce il sarcasmo \ satira , a certe interpretazioni capziose  o  spaventrate 
    2)   affermo  che  il  Pontefice    non ha  tutti i torti  nelle  sue  ultime  dichiarazioni  . Perchè
la libertà  (  di  Satira  , di parola  ,  ed  a volte  di blasfemia ,  )    non significa   mancanza  di rispetto . Quindi    si può  e  ed  è uin dirittto   scherzare    anche  sulle   religioni   \  sui culti , perchè  : <<
ogni religione, senza sense of humour, diventa fanatismo.>> ma  cercando  d'evitare  il più possibile  gli insulti   e le denigrazioni .  Infatti  anche lo stesso pontefice esponente  di  una grande religione  qualìè  il  cattolicesimo   ha  ironizzato  
www.unionesarda.it   Venerdì 16 gennaio 2015 19:15



Purtroppo però esauriti quei sentimenti pro JE SUIS CHARLIE H e metabolizzati ( o quasi ) gli eventi , non ci resta che tornare alla nostra quotidianità fatta da piccoli e grandi problemi che portano altrove il nostro pensiero fino a quando non ci sarà qualche altro evento Nazionale o Internazionale da commentare ( sia qualunquisticamente \ demagogicamente \ qyualunquisticamente che seriamente ) Ma non prima d'aver  spieggato  anche   perchè  # JE NE SUIS  PAS  CHARLIE 


Cio' non significa che rinnego   quanto ho detto nelle  righe  precedenti  , anzi le  rafforza  .
Infatti    del  primo aspetto   condivido solo la lotta a  360 °   , la  solidarietà non pelosa ed  ipocrita  strumentale  .
Infatti l'eccido di Parigi è  stato usato : 1)  da  politici   politicanti  che  non vogliono sporcarsi le mani    vedi traffico  d'armi o meglio i cosidetti   master  of  war 



  e    e fanno  fare il lavoro  sporco ad  altri ai lord  of  war



 e  sono doppi contro  il terrorismo  islamico  prima  lo crei  e   poi    lo combatti    è spiegato benissimo  nella scena dell'interrogatorio   del protagonista   del secondo video   .  E  poi usi  le masse  (vedi schema    sotto   )    per  coprirti le spalle  e   rifarti una verginità 


2)  da  quei partiti  e  gruppi  exenofobici   che  strumentalizzino per  farsi propaganda tali vicende , snaturando  l'identità dela rivista  ed  usandola  a  loro uso  e consumo  come   dimostrano  alcuni manifestanti  il 10 gennaio a brescia



  3)   le manifestazioni  ( parlo del caso italiano    di  quello Francese   non so che  dire  )   di solidarietà  fper  C.H   fatta  a cui  hanno partecipato  a gente    che  , capita  in tutti  i  movimenti ci sono sempre  stati e  ci saranno  ,   che   si svegliano solo  ora    e prima 
 si muovono solo  per  i fatti internazionali    perchè  fa

16.1.15

Su un veliero in viaggio verso l'integrazione ., Hicham Ben’Mbarek mussulmano riceve un cuore da trapiantarew da un cristiano



l'odio ed il terrore posso essere sconfitti e\o ridotti con il dialogo e il confronto fra religioni \ culti diversi .
Ed ecco due casi .
Il primo Il progetto dell’associazione Abracadabra con le Università di Sassari e di Siviglia
    Da  la  nuova  saregna del  15\1\2015



Migranti
Su un veliero in viaggio verso l'integrazione  Il progetto dell’associazione Abracadabra con le Università di Sassari e di Siviglia di Anna Sanna







SASSARI. Un viaggio in barca a vela, per ascoltare storie e raccontarle al mondo. Unire le due sponde del Mediterraneo oggi che sembrano sempre più distanti, estranee, per far tornare il Mare Nostrum davvero di tutti. Ancora di più adesso, dopo che i fatti di Parigi hanno risvegliato paure difficili da superare. Nostro come lo sono i beni comuni, un mare che accoglie e non più una barriera innalzata a dividere popoli e culture. A bordo blogger, scrittori, illustratori che navigheranno dalla Spagna alla Sicilia attraverso il Marocco, l’Algeria, la Tunisia, in una rotta reale e simbolica che vuole superare la diffidenza e trasformarsi in dialogo e incontro.
Il progetto si chiama “Integrazione clandestina” e nasce dall’idea di tre ragazzi sardi, Gabriele Di Pasquale, Giuseppina Deiosso e Alessandro Multinu, che hanno unito la passione per il sociale a quella per il mare coinvolgendo altre persone convinte come loro che l’integrazione passi attraverso la conoscenza reciproca.Protagonista una barca, “Iolanda”, che per due mesi, dal 15 giugno al 15 agosto solcherà il Mediterraneo percorrendo 1300 miglia da Siviglia a Mazara del Vallo, toccando Melilla, Algeri e Tunisi per costruire un’opera umana e letteraria a più mani. A realizzarla saranno europei e africani che lavoreranno fianco a fianco, nello spazio ristretto di una barca. Dove non si può sfuggire all’altro, ma è necessario confrontarsi per lavorare insieme. «L’obiettivo di Integrazione Clandestina è promuovere il dialogo tra Africa e Europa – spiega Maria Vittoria Pericu, tra gli organizzatori del progetto – un incontro alla pari tra uomini e donne che si declinerà in varie azioni, innanzitutto il viaggio e poi l’incontro con i nostri vicini africani nelle tappe marocchine, algerine e tunisine».
Promotrice di “Integrazione clandestina” è la cooperativa sociale di Sassari Abracadabra Onlus in collaborazione con partner europei e africani come l’Università di Sassari, l’Università di Siviglia e la Sevilla Acoge, network di associazioni del nord Africa e sud della Spagna. Già a dicembre sono partite le selezioni per l’equipaggio: otto disegnatori, blogger, scrittori che si alterneranno in ogni tratta a gruppi di due, un europeo e un africano. Ci si può candidare fino al 25 gennaio compilando il modulo di adesione sul sito on line www.clandestineintegration.org (che è insieme vetrina e blog del progetto) e inviando una propria fotografia con la scritta “Aiutami a partire #clandestineintegration”. Ce ne sono già molte sulla pagina Facebook “Clandestine integration”: per ora soprattutto europei, per questo la scadenza per i candidati africani sarà prorogata di qualche giorno.
Altro passaggio fondamentale perché Iolanda possa salpare è la raccolta fondi, che partirà il 2 febbraio attraverso il sito Produzioni dal basso. Il viaggio ha bisogno anche di sponsor e testimonial che possano aumentare la visibilità del progetto. E poi ci saranno gli ambasciatori, un europeo e un africano che si uniranno all’equipaggio per un mese. Il primo sarà Livio Senigalliesi, fotogiornalista di. fama internazionale che viaggerà per trenta giorni su “Iolanda” cedendo poi il posto all’ambasciatore africano. Accanto a quelli di mare poi, anche gli ambasciatori “di terra” – come il giornalista Jean-Léonard Touadi, originario del Congo ma da trent’anni in Italia – per favorire il dialogo con l’Africa durante gli attracchi, attraverso eventi e iniziative che coinvolgeranno le comunità locali. Dell’equipaggio, guidato dal capitano Mauro Mancini, faranno parte anche due antropologi dell’Università di Siviglia, uno europeo e l’altro africano, che lavoreranno a una ricerca etnografica legata al viaggio di “Iolanda”.
Blogger, scrittori e disegnatori racconteranno poi la loro esperienza in un libro che sarà presentato a dicembre a Cagliari, Sassari e in altre località della Sardegna. «Ci siamo resi conto che nell’esperienza quotidiana c’è la necessità di conoscersi, di comunicare, perché le diversità con l'altra sponda del Mediterraneo sono molto relative e soltanto un’esperienza concreta può aiutare ad andare oltre – conclude Maria Vittoria Pericu – vogliamo dimostrare che l’integrazione è possibile, e non va confusa con l’omologazione. Integrazione significa accettarsi, rispettarsi senza pensare che il proprio modo di vivere sia l’unico valido. Il nostro progetto nasce per dimostrare che il dialogo è possibile e costruttivo >>


La  seconda   preso  dalla bacheca  facebookiana della nostra  Daniela  Tuscano    che riporta  questo bellissimo articolo  di Il Tulipano - Il Web Magazine Indipendente scritto dal Popolo

Io musulmano, ma sono in vita grazie a un trapianto di cuore cristiano. Il terrore si combatte insiem
e





Il padre che ha donato il cuore di suo figlio e che gli ha salvato la vita non ha voluto sapere di quale religione o colore fosse: «Me l’ha dato e basta». Lo dice con commozione Hicham Ben’Mbarek, per tutti gli amici solo Ben, musulmano e fiorentino, arrivato dal Marocco quando era piccolo su un barcone:
 «Sono orgoglioso che dentro di me ora batta un cuore cristiano», dice mentre parla della sua storia. Una storia di integrazione, un lavoro come stilista, un figlio che porta il nome del suo migliore amico fiorentino, un altro in arrivo che si chiamerà Francesco e una compagna «che veste come le pare».

La storia
Il 1 gennaio 2011 Hicham sta giocando a pallone con la sua squadra amatoriale sul campo di Ponte a Greve: l’ultima corsa e poi stramazza al suolo. È il suo cuore, pochi giorni dopo la visita medico sportiva, che lo tradisce. Sette attacchi cardiaci e i battiti che schizzano a oltre trecento al minuto. La corsa al vicino ospedale di Torregalli, un salvataggio miracoloso e una diagnosi gravissima: miocardiopatia dilatativa. L’unico modo per salvare Hicham è un cuore nuovo, un trapianto che però sembra non arrivare. Sette mesi dopo, quando tutto sembra perduto, arriva la telefonata di Matteo, il suo migliore amico: «Hicham, mettiti il pigiama che dobbiamo correre all’ospedale di Siena: là c’è un cuore per te». Quello di un cattolico che ha salvato la vita ad un musulmano e che Ben ricorda sempre.

«Il terrore si combatte insieme»
Quando ha saputo della strage di Parigi Ben si è sentito triste e indifeso come tutti, ma è rimasto colpito anche dai commenti sui social network quelli che raccontano di come un atto terroristico possa far fare un passo indietro alla nostra società: «C’è chi dice che l’integrazione non è possibile e che non siamo tutti uguali. Credo invece che tutti insieme possiamo dimostrare che si può vivere in pace, che dobbiamo tutti impegnarci per dimenticare secoli di tensioni create in nome della religione ma che con la religione non c’entrano niente». Perché oltre all’orrore la strage di Parigi rischia di lasciare uno strascico di problemi a chi «vive tutti i giorni insieme, che veniamo da un Paese o da un altro, di una religione o di un’altra. Il terrore si combatte insieme, insegnando il rispetto e la tolleranza per il nostro futuro».

Redazione San Francesco 10/1/2015

Greta e Vanessa liberate e già sorgono le polemiche


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E SE AVESSERO RAPITO TUA FIGLIA?

“Greta e Vanessa libere, ci sono costate dodici milioni”  Questo è il titolo di apertura di Libero.
“Ci” sono costate. A noi sono costate, dicono, dodici milioni. Perché, sapete, hanno messo le mani nelle tasche di noi contribuenti, per salvare la pelle a queste due ragazzine presuntuose e irresponsabili. Varranno dodici milioni, queste due vite?
Valgono dodici milioni, due vite umane?
E poi con i terroristi non si tratta: se lo Stato cede ai criminali, allora è finita, quelli se ne approfittano.
C’erano tante ragioni per non piegarsi al ricatto.
Certo Vorrei porre una domanda a quel giornalista, all’autore di quel titolo: e se avessero rapito la tua, di figlia, e lo Stato si fosse rifiutato di pagare per non scendere a patti con i terroristi?
Se lo Stato si fosse rifiutato di salvare tua figlia?
Lo avresti scritto tale e quale quel titolo?



Lancio   e sottoscrivo  l'appello lanciato ai media  da  parete del mio contatto di fb Anna Deidda  :  << (...)    Non fattene ora delle eroine da gossip televisivo. Risparmiatecelo per favore.  >>  per  chi fosse interessato   la discussione  sulle due  vispe  terese  continua   sulla mia  bacheca  .  Eccovi l'url   https://www.facebook.com/redbeppeulisse1/posts/10206166365668060

15.1.15

fanno più rumore le violenze dell'islam politico \ fanatico \ radicale che quellle contrarie .il caso del maestro Abdollah Jafari e la solidarietà dei suoi allievi ( bambini dele elementari )





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Cosa dice in merito alle stragi di Parigi, cercando di trovare un punto di vista differente, Tiziana Ciavardini, antropologa, giornalista, studiosa che ben conosce il Medio e l’Estremo Oriente così come il Sud Est Asiatico http://www.tag24.it/139484-islam-terroristi/



E' vero che i Governi ( anche quelli che si considerano e spacciano moderati ) e di conseguenza anche i loro abitranti dovrebbero oltre a smarcarsi dagli assasini impegnarsi di più per fare quella rivoluzione che in europa è avvenuta con l'illuminismo cioè libera religione in libero stato separando il potere temporale ( religioso ) da quello politico ( forma di governo ) . Ma alla o stesso tempo è vero anche che dopo gli orribili fatti di Parigi i giornali Mainstream ed ipocritamente Je Suis Charlie parlano de medio oriente solo da una parte sola . Ecco il caso dell'Iran .


da  la  stampa   del 13/01/2015

Iran, ventuno impiccagioni in una settimana
Il 2015 inizia con un record inquietante, e le ong denunciano: con la presidenza di Rohani le esecuzioni non sono diminuite, in compenso si è ridotta la vigilanza internazionale

carla reschia








Milleduecento persone condannate a morte dal giugno 2013, molte giustiziate sulle pubbliche piazze, con la drammatica scenografia denunciata in centinaia di scatti segreti: gru usate come forche per impiccagioni “esemplarmente” spettacolari. Da quando è stato proclamato presidente della Repubblica islamica iraniana Hassan Rouhani, presentato al mondo come moderato, è marcato stretto dalle associazioni per i diritti umani che non perdono occasione per sottolineare come alle aperture del paese in campo diplomatico e in politica estera non corrisponda altrettanta larghezza di vedute negli affari interni e come in Iran i boia lavorino come e anzi più di prima. Complice forse la minor vigilanza internazionale verso un paese diventato strategico nella lotta all’estremismo sunnita dell’Is.
E in questo senso il 2015 è iniziato con un record: 21 impiccati nei primi sei giorni dell’anno, da Capodanno all’Epifania insomma, secondo il nostro calendario. Lo denuncia Nessuno tocchi Caino in base ai dati diffusi da Iran Human Rights. Il primo ad aprire ufficialmente l’anno è stato A.Azizi, 38 anni, giustiziato nella famigerata prigione di Qazvin, notizia diffusa dall’agenzia di stampa Fars e motivata da un’accusa di spaccio di eroina. Colpevoli di reati legati alla droga anche le quattro donne impiccate lo stesso giorno nel carcere di Bam, i sette prigionieri giustiziati nel cortile della prigione di Shahab a Kerman. Erano accusati invece di omicidio i due detenuti giustiziati nella prigione centrale di Bandar Abbas, mentre un terzo è stato salvato dal perdono concesso dalla famiglia della vittima, secondo la peculiare tradizione iraniana che permette alla parte offesa o a chi la rappresenta di decidere della sorte del reo.
Per quanto la tossicodipendenza sia un problema tanto grave quanto tenuto sotto traccia della repubblica islamica, molti attivisti sottolineano da tempo che il contrabbando di droga è spesso una giustificazione per reprimere sanguinosamente anche reati di natura politica. Risale alla metà dello scorso dicembre un appello congiunto di sei associazioni per i diritti umani all’Unodc (United Nations Office on Drugs and Crimes) che chiede il congelamenti dei fondi delle Nazioni Unite destinati all’Iran per la lotta alla tossicodipendenze perché servono ad alimentare il numero delle esecuzioni capitali per traffico di droga. Che, negli ultimi dieci anni, secondo uno studio, sarebbero aumentate di pari passo con l’elargizione dei fondi internazionali: 27 solo nei primi dieci giorni dello scorso dicembre, di cui 18 nel giro di una sola giornata.
Il mesto elenco dei giustiziati a vario titolo prosegue con Mehdi V., Ehsan K. e Mahmoud V., impiccati il 4 gennaio nella città di Torqabeh rei di aver violentato una giovane donna. Il terzo prima è stato frustato pubblicamente per cento volte.
Il 6 gennaio, infine, quattro uomini sono stati giustiziati nel carcere di Orumieh. Uno di essi, identificato come Saber Mokhalad Mowaneh, è stato condannato a 5 anni di carcere per appartenenza a un partito politico curdo e a morte per un omicidio commesso nel 2009, altri due, Sattar Alipour e Ali Eghbaljou, entrambi accusati di omicidio mentre un altro prigioniero è stato impiccato per omicidio nella prigione di Qazvin. E l’elenco è destinato a proseguire. Secondo i dati raccolti dalle Nazioni Unite negli ultimi 15 mesi sono state eseguite in Iran 852 condanne a morte, una cifra che rappresenta il più alto tasso di esecuzioni per numero di abitanti nel mondo intero.
  vero    e triste   il contenuto  dell'articolo  . Ma   sempre dall'Iran  c'è unaltra news   ,  che ancora   non compare nei meida  italiani   su  google  news  trovi solo fonti in inglese   di  giornali arabi  e non   ( meno male  che c'è  internet  )  . Infatti la notizia  è  in inglese   ed  è presa   da   http://news.yahoo.com/  d'oggi 

    Tehran (AFP)                                                                 
 It is a disease that strikes tens of thousands of Iranians each year, but for 300 pupils news that their teacher had cancer prompted an unusual response they shaved their heads in sympathy.They did it out of respect to a teacher and a champion," Abdollah Jafari, an education official in Hamedan province who witnessed the pupils' en-masse gesture after morning classes on Wednesday, told Mehr news agency.Pictures on state media showed the teacher, Mohammad Reza Ghaderi, a former top cyclist and national champion several times in the 1990s, surr After a cycling career that included appearances in major championships, Ghaderi, now 36, became a physical education teacher and now works at Ayatollah Masoumi School in Hamedan, around 300 kilometres (190 miles) from Tehran. am so happy to have the pupils' affection and love. I feel God has given me a new life," he was quoted as saying by the agency.    The report did not specify what kind of cancer he was suffering from.     Iranian pupils, who shaved heads to show espect and in solidarity with their sports teacher Mohamma …    

Iranian pupils, who shaved heads to show respect and in solidarity with their sports teacher Mohammad Reza Ghaderi (C-top), a national cycling champion suffering from cancer, at Ayatollah Masoumi primary School in Hamadan on January 14, 2015 (AFP Photo/Iman Hamikhah)
"Mohammad Reza spends the money he earns from teaching on buying balls, bicycles and sports wear for his pupils. He loves his pupils," said the friend, Majir Khezriyan.
 "I wanted to lift his morale so I talked to the school's officials and they welcomed the idea," he added. Cancer is the third-highest cause of death in Iran and mortality rates have risen in recent years. The chairman of the Cancer Research Center of Iran, Mohammad Esmail Akbari, told state media in January 2014 that 41,000 Iranians die from different cancers each year.
 Around 85,000 new cancer sufferers are diagnosed annually, he said at the time, with 18 percent of cases relating to children and 50 percent of those cases become fatal.
 Air pollution from substandard fuel used in cars and at power-generation facilities is thought be a major cause in Iran's rising cancer rates.



13.1.15

L'italiano che ha beffato Adolf Hitler Roberto Levi era una spia inglese


Il ruolo dell'italiano era sconosciuto nel panorama spionistico della Seconda guerra mondiale. Ora un nuovo libro parla di lui.
Il suo nome in codice nei servizi segreti inglesi era "Cheese" ma per lo spionaggio tedesco si chiamava Roberto Levi, era di origine ebraica e italiano, precisamente di Genova. Secondo un libro
in uscita nel Regno Unito, "Double Cross in Cairo" di Nigel West, Levi, finora sconosciuto nell'universo spionistico della Seconda guerra mondiale, era riuscito a depistare i vertici dell'esercito tedesco, perfino Adolf Hitler, dando false informazioni sulle operazioni degli alleati nel Mediterraneo e in Nord Africa. Avrebbe avuto anche un ruolo nello Sbarco in Normandia. Basandosi sui suoi (falsi) rapporti, i tedeschi avevano tenuto 20 divisioni nei Balcani per il timore di un'invasione.

"Sei gay, vai con prostituta o ti licenzio" Rimini, denunciato titolare ristorante

Alla faccia  di chi   dice    che   i esagera  in italia  riguardo ale discriminazioni   sessuali  ed omofobiche  ,  e dice  che  non c'è bisogno  d'inserrla  mnel devreto Mancini  .

Sono talmente  schifato  \  disgustato  da  Questa incredibile storia   (  che trovate     sotto ).che non  riesco ad  esprimere la  mia  indigniazione    se    non  usando \ facendo mie le   seguenti affermazioni  di   Marco Tonti, vicepresidente della sezione riminese dall'Arcigay di Rimini :<< Questa incredibile violenza  ricorda quelle che si praticavano nei campi di sterminio nazisti ai danni di centinaia di migliaia di omosessuali imprigionati, che venivano costretti con la forza ad avere rapporti con prostitute per 'guarirlì. Anche se qualcuno lo nega, l'omofobia in Italia esiste eccome e si manifesta anche attraverso il branco come in questo caso. E' necessario introdurre il reato di omofobia perché se quell'uomo non fosse stato gay (o percepito come tale) nulla di tutto ciò sarebbe successo, ed è quindi chiaro che l'omofobia è la causa specifica e unica di questa violenza >> 
Essa  come     riportata  dal sito www. unionesarda.it d'oggi   arriva da Rimini ed è stata raccontata da "Il Resto del Carlino"


una   prostituta
Costretto ad andare con una prostituta per dimostrare la propria sessualità e non perdere il posto di lavoro. Un cuoco di 40 anni ha denunciato ai carabinieri un ristoratore riminese (che per un mese è stato suo datore di lavoro, in nero) per minacce ed ingiurie. Il cuoco - che secondo il racconto de Il Resto del Carlino è invalido civile all’80% per disturbi dell’umore e bipolarismo - ha raccontato ai carabinieri di essere stato umiliato davanti agli altri dipendenti dal ristoratore, che lo avrebbe costretto ad abbordare una prostituta e portarla dentro il ristorante per dare una dimostrazione, davanti a tutti. Dopo un mese di lavoro in nero, è stato poi licenziato e ricoperto di insulti omofobici da parte del ristoratore. I fatti sono avvenuti pochi giorni prima di Natale e sono stati denunciati nei giorni scorsi, dopo che il cuoco è stato licenziato ricevendo un assegno da 1.400 euro, risultato peraltro scoperto. L'Arcigay di Rimini ha lanciato un appello ai ristoratori riminesi ad aiutare la vittima, offrendogli un lavoro. I carabinieri stanno indagando per fare chiarezza sulle responsabilità della vicenda. Secondo Piero Ippoliti, legale del cuoco, le ipotesi di reato potrebbero anche configurarsi in maniera più grave, come violenza privata o estorsione. Il legale ha riferito anche che il ristoratore, una volta appreso della denuncia, sarebbe tornato a minacciare il cuoco, "vantandosi" di non temere di finire in carcere.