17.9.15

Orfani -Ringo n 12 C'era una volta e bilancio sula II stagione e prospettive sulla III

musica  in sottofondo Guns N' Roses - Don't Cry



Ho aspettato un paio di giorni , onde  evitare  accuse  d'essere  uno spoiler     ed  uno che rovina sorprese  ,  prima di scrivere  la mia recensione  ed  il mio bilancio di  questa seconda  stagione di
Orfani  .
Dopo   questa    premessa   vediamo    d'analizzare  il  numero   in questione   sia  la  Seconda stagione altalenante  fra  il  sottotono ed  il sublime  . Il  giusto dosaggio  fra  numeri  troppo  slow  foud  e  numeri  (   gli ultimi  3\4 )  a  cardiopalma    ha dato una gran spinta sull'acceleratore.
Aspetto con ansia la terza stagione  in quanto  Mi piace l'idea del nuovo protagonista x stagione, ma tirando le somme... Seguirò la terza serie? Non lo so.... A tratti ho trovato , salvo  che  negli ultimi  5\6 numeri  , la storia un po' povera nei contenuti. Forse bisognerà attendere il terzo capitolo per capire il vero filo conduttore... La copertina  del primo numero della  nuova stagione   è interessante....  poi deciderò se  continuare  a comprarlo  o meno    visto   che secondo me orfani può concludersi qui , quello che aveva da dire l'ha detto . Ma mai dire mai .In quanto sono curioso di vedere come se caverà Recchioni con un personaggio femminile in un simile ruolo 

Soprattutto lui che ha un grande coraggio e un senso narrativo deciso di chi sa come proseguire sceglie di eliminare in maniera definitiva tutti i veri protagonisti. ..grande Recchioni...sto adorando   ulteriormente  questa serie
Come   Elia Carlini  della  pagina  fb ufficiale  del fumetto >>   A me è piaciuto molto l'ho letto tutto d'un fiato... >>  ho  dovuto  rileggerlo  tre volte per  capire    come  mai Ringo avendo la possibilità di uccidere la  Juric  non lo fa  . >> i  disegni e colorazione sono da 10 .
 << Parlando di Ringo che  >> ---  sempre  Elia  Carlini  ---    << ha accettato il suo incenerimento, sarebbe una cosa fuori dal personaggio, ma in questo caso ha senso perché si riconosce come padre e mostra tutta la sua umanità: accetta di consegnarsi per poter far salvare Rosa (legame padre-figlia).
Infatti  aveva deciso di smettere di combattere, perché almeno sarebbe morto in pace sapendo che sua figlia avrebbe continuato a vivere nel nuovo mondo seguendo gli ideali che lui le aveva trasmesso. Molto commovente... e questo viene chiarito anche dalle parole della magnifica quarta di copertina ("Era scritto che sarei rimasto fedele all'incubo che mi ero scelto").
Come dice  la  didascalia  alla  foto dell'ultimo numero  E' la fine di un'avventura che ci lascia ancora più carichi di energia ed emozione per la terza stagione... ORFANI: NUOVO MONDO ! 
Un finale  commovente  , intenso , struggente  ,   carico  di simbolismi  e  contrasti ed opposte prospettive  come  ad esempio  quella  espressa   qui  sula pagina ufficiale   sul perché Ringo avendone la possibilità non ha ucciso la  Juric  ,Uno dei tanti significati  simbolici   potrebbe essere quello riferito a Ringo: il suo incubo, iniziato quand'era giovane con la scoperta del tradimento della Juric, il combattimento contro tutti gli Orfani che erano la sua famiglia, la loro morte, l'arrivo sulla Terra, la conduzione della Ribellione,la morte di Barbara, la fuga disperata con i ragazzi, la morte di due di loro, e finalmente la fine dell'incubo: la sua morte. E così si sarà sentito purificato da tutto il dolore e le difficoltà sofferte nella sua vita, sapendo di aver fatto ciò che avrebbe dovuto fare e avendo salvato sua figlia. 

 Magnifico.  Concordo con




Matteo Pisaneschi Nuovo Mondo.

e non poteva essere diversamente, vista la strada percorsa da Ringo, Rosa, Seba e Nuè da "Ancora vivo".
gente che fugge da un mondo condannato verso uno nuovo, verso la speranza. 
neocolonialismo.
immigrati clandestini.
penso, eh!
ma visto che Orfani è fin dall'inizio una serie fortemente politica, e che Roberto  ha scritto questa terza serie recentemente, sono sicuro che sarà uno specchio (distorto) del mondo attuale. Emoticon winke non poteva essere diversamente, vista la strada percorsa da Ringo, Rosa, Seba e Nuè da "Ancora vivo".gente che fugge da un mondo condannato verso uno nuovo, verso la speranza. neocolonialismo.immigrati clandestini.penso, eh!ma visto che Orfani è fin dall'inizio una serie fortemente politica, e che Rrobe ha scritto questa terza serie recentemente, sono sicuro che sarà uno specchio (distorto) del mondo attuale.                                                                                                     Non mi piace piùRispondi214 settembre alle ore 16:01Modificato

Forse  , vero un po' scontato  perchè era  inevitabile  che non poteva finire in nessun altro modo, ma infatti si intuiva dai numeri precedenti in particolare nell'otto  che  sarebbe  finita  con la   sua morte e quelli degli altri due protagonisti  . Ma  è altrettanto vero   anche se   ci sarebbero potuti  essere  come  dice  

    Erik Loche Possibili finali a cui ho pensato? In sintesti: 1 - finale epico di Ringo che muore combattendo contro tutto e tutti. Muore rosa, ma viene salvato il bambino che diventerà il nuovo protagonista a combattere il nuovo governo. 2 - muore rosa e il bambino, Ringo non saprá mai chi è il figlio. Riesce a uccidere la juric, ma sam alla guida dei nuovi orfani diventa una leader dittatoriale militare. Nuova serie con Ringo ancora protagonista (da vecchio) e sam cyborg come primo antagonista. 3 - Ringo viene sconfitto e le sue capacità vengono in qualche modo piegate alla volontà del governo, i nuovi orfani si ribellano e la terza stagione avrebbe avuto un nuovo gruppo di orfani guidati da mamma rosa come protagonisti.. Insomma secondo me c'erano sviluppi davvero interessanti e piu esaltanti. È stato un finale un po' debole secondo me..


Infatti   mi sarebbe piaciuto se la Juric fosse morta. Ma  va  beh  non si può pretendere troppo. Ma  credo  se   ho capito  bene da questa  anticipazioni 


  e  da  alcune congetture  e forse  spoiler    su  gruppo fb    che   essa  sarà  uccisa  dal Sam  



Un  ottima serie  ,   con un inizio lento  e  piatto , ma  andata  poi  dal  6 numero sempre    crescendo  .
alla  faccia  di chi  lo dava per  flop  \  fallimento   ed  afferma  che  è  <<  Un esperimento che era un primo passo verso l' americanizzazione totale della casa editrice di Tex e Zagor >> non concordo  perchè  tutta la  cultura  sia  che  voglia innovare  ( ed  il caso di Orfani e  della scuola italiana  della  disney  \  topolino   )  o imitare  più o meno pedissequamente  deve sempre  rifarsi  o  alla tradizione precedente  o a  un modello  diverso .  Come  è avvenuto  per  esempio per la musica  italiana   dagli anni  50  in poi  .
Una serie  buona   che   ha  avuto  molte recensioni favorevoli  o parzialmente  favorevoli   o pessime  (  ma  quest'ultime  devono essere  abituati  alle saghe  della nostra generazioni   come  quelle  di  :   rambo,conan,comando,terminator,ecc) ecconne  alcune  prese da  questo post  sulla pagina   facebook   ufficiale  di Orfani






Daniele Ramella Roberto Recchioni sei un maledetto... da pag. 82 a 87 mi hai quasi fatto piangere.




Marco Colella Ero sicuro della morte di Ringo;ma immagginavo un attacco kamikaze riuscito e con la Juric morta...invece vederlo sul patibolo è un po una sconfitta...




    • Vittorio Volpi spero vivamente che nella terza serie vi impegniate di più con la trama: la prima stagione aveva una trama molto bella ed uno storytelling ILLUMINATO (il dualismo passato/presente era una gran trovata) ma nella seconda stagione la trama era quasi del tutto assente o comunque molto semplice. spero che ritorniate ai fasti della prima serie, con la terza...

      https://www.facebook.com/OrfaniSergioBonelliEditore/posts/1110820768945365



    Stefano Maragnarock Non voglio essere cattivo, ma la seconda stagione di orfani non mi e piaciuta proprio per nulla. Belle le ambientazioni bei disegni ma rispetto la prima serie la seconda e crollata tantissimo. Quindi la terza serie non so se essere contento o no. Chiedo scusa ancora
    Elia Bender Posso chiederti come mai non ti è piaciuta? Io l'ho trovato molto bello sia le ambientazioni che la storia era ben fatte x me...
    Vittorio Volpi concordo con stefano e credo di condividerne il pensiero: la seconda serie è ad essere generosi mediocre. ambientazioni belle ok ma la trama è quasi del tutto assente: nella prima serie ci siamo trovati per le mani un idea di storytelling originale ed innovativa: il dualismo passato/presente in ogni albo, dove il passato aiuta a capire il presente e vi si ricongiunge in maniera geniale. e nella seconda serie? boh, loro scappano, incontrano gente pazza, li ammazzano e continuano a scappare. fine della trama. un po' semplicino, mi pare....
    trama della seconda serie molto deludente, mentre nella prima serie mi lasciava continuamente un senso di meraviglia e stupore. prima serie capolavoro, seconda serie mediocre. speriamo nella terza....
    Stefano Maragnarock La motivazione e come quella di Vittorio Volpi. Prima serie favolosa, la seconda e la storia bonelliana, poi che e successo tra la prima e la seconda, perché Ringo vive da solo e fuori dalla società e dai casini che ha fatto.
    Stefano Maragnarock Poi che fine ha fatto il nuovo mondo? Ne sentì solo parlare all'inizio e poi basta
    Elia Bender Ma ti dirò io avrei trovato più banale la storia se ringo una volta sul pianeta terra diveniva a capo di una rivoluzione contro la juric tendando di dire la veritá alla persone. ma qui non ne parla, anzi va oltre e non potevano raccontarla diversament...Altro...
    Lorenzo Scala Non reputo ne orfani ne ringo dei capolavori, ma dei fumetti veramente buoni e ben fatti, capaci di intrattenere e suscitare emozioni. Secondo me bisogna capire una cosa: ogni stagione ha una struttura diversa....la prima fatta di giochi a incastro con un finale a effetto domino (quindi con una trama piu strutturata) la seconda totalmente diversa, on the road e una struttura on the road non può che essere strutturata da alti e bassi proprio per arrivare a un crescendo finale ( se ogni puntata è sconvolgente il crescendo, va da se, non poteva esserci, tanto meno l' empatia coni personaggi. E il bello ( poi può piacere o meno) è proprio il fatto che gli autori cambiano registro, saltando di fatto da un genere all' altro in una stessa serie. Per questo ha un senso parlare di stagioni e non di serie regolare. Quindi le strutture di narrazione diverse sono volute. Uno può preferire una o l' altra, ma mi sembra chiaro che queste persone che ci lavorano hanno le idee chiare.
    Lorenzo Scala ho scritto a cavolo, ficcando parentesi ovunque e facendo un casino, però si il concetto arriva, una seconda stagione simile alla prima era impensabile. chissà se riusciranno a cambiare così drasticamente registro anche nella terza , ma i presupposti ci sono!

Luigi Di Taranto Molto belli gli ultimi 2 numeri per azione e disegni...finalmente, perchè la storia si era troppo appiattita, sfiorando la noia fino al numero 9...certo che tutta questa azione e violenza sembra esagerata visto che non trova riscontro nei precedenti numeri...a questo punto non ci resta che attendere un finale degno di questa serie.


Rispetto alla prima stagione si sono superati  .  Infatti sono sempre  più le cose  imprevvedibili di quelle  prevvedibili  ed  quest'ultime lo sono solo a quelle persone che leggono il fumetti non per  rilassarsi    ma  per  gusto letterario . 
La  Grafica è  sempre  eccelente  sembra  di vedere un blu ray  trasferito  su  carta  .  I disegni  sempre  più impeccabili ed  eccellenti . Le  copertine    vanno oltre  i  vecchi  racconti  di fantascienza  della  collana Urania  che   che  si  ritrovano  sulle bancarelle dell'usato  e  che  avevano caratterizato  la  prima  serie  .  I  Riferimentinon solo al mondo   della  fantascienza   ma  anche   alla  cultura  e  all'arte      sempre    buoni   ed  eccellenti  . In  alcuni  casi palesi   ed in altri  nascosti  , ma  facilmente  individuabili   \ riconoscibili   da noi guardiani della  memoria  delle  vecchie  generazioni  .ma  chji se  ne frega  , Credo che  recchioni abbia pensato Orfani per le  nuove generazioni  , ma  è  rkuscito ads attrarre  anche    nuove generazioni  all'oscuro o quasi  (  perchè non tutto finisce  nella cultuira  e  nell'uso del Revival   )  della cultura  dele generazioni precedenti  .
Una serie   , come  la  prima  , che  riesce  ad  appassionarti   nonostante  i  suoi  limiti   ,ìed  vuoti   narrattivi  (  forse  voluti altrimenti  che  cavolo ci metto  negli extra  della  Bao    ?  )  .  Una serie  in cui  i personaggi  principali  (  ringo e  Juric  )  ruotano  nella  ..  fascinazione del potere e  l'assoluta mancanza  di scrupoli ed  etica   per  ottenerlo   nel  caratterizzano  i capisaldi   dell'intrattenimento contemporaneo   quaòli trono di spade  e  house  of  card  . Una serie   (  almeno  fin ora  )   proprio bastard  inside  e  politicamente scorretta  come piacciono a me  ,  e   che la  Bonellli  (  Mister No  , il  primo  Tex  )    sembra aver  smarrito  in cui  il  cattivo  (  La  Juric  )  <<  gelida  madre   disposta   a tutto  pur  di raggiungere  i propri  scopi  e l'unico personaggio   a  dominare  stabilmente la scena   data l'allarmate   fragilità [  crisi  corsivo mio   ]  dimostrata  da  Ringo  durante la  sorta d'estemporaneo processo che   ha portato alla morte  di Seba    [ n 10 ]  >> (  dall'introduzione del   numero 11  ) e  nel viaggio  verso la libertà . 


Una serie questa  seconda   in cui  


M'han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede
nei miti eterni della patria e dell'eroe
perché è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità
le fedi fatti di abitudini e paura
una politica che è solo far carriera
il perbenismo interessato
la dignità fatta di vuoto
l'ipocrisia di chi sta sempre
con la ragione e mai col torto.
È un Dio che è morto
nei campi di sterminio, Dio è morto
coi miti della razza, Dio è morto
con gli odi di partito, Dio è morto.

Ma penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi
perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre giorni
e poi risorge.
                                                In ciò che noi crediamo Dio è risorto

nel cui il concetto   di   :  bene    , d'eroe , di famiglia ,  sono usciti bene anche   in questa  serie  .Credo che  comprerò , almeno  i primi due \ tre numeri , la  terza stagione  




16.9.15

Il vento sradica un faggio e riporta alla luce una tomba medievale ., Regala l'Apple Watch al fidanzato. Ma dentro c'è ben altra sorpresa...

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Il vento sradica un faggio e riporta alla luce una tomba medievale



il faggio sradicato
                                              Il faggio sradicato
Una scoperta archeologica dovuta al caso.
O, meglio, al maltempo. E' accaduto nelle campagne di Colloney, in Irlanda, dove una tempesta ha abbattuto un grande faggio secolare.
E quando gli addetti alla rimozione dell'enorme tronco si sono presentati sul posto sono rimasti increduli: sotto la pianta, accanto alle radici, c'era infatti uno scheletro umano.
Lo scheletro ritrovato
                                              Lo scheletro ritrovato
Ulteriori indagini hanno potuto poi confermare di cosa si trattasse: di una tomba di origine medievale, ora al vaglio della locale Soprintendenza.







la seconda

Regala l'Apple Watch al fidanzato. Ma dentro c'è ben altra sorpresa...



Fa il giro del web il video dello scherzo di una ragazza americana al suo fidanzato. La giovane ha finto di regalargli un nuovo e costoso Apple Watch. In realtà dentro la scatola c'era ben altro: un test di gravidanza positivo. "Stai per diventare papà", gli ha detto. E lui, emozionato, è scoppiato in lacrime di gioia.

darsi del tu è da caffoni ? la battaglia solitaria di umberto eco

da  http://www.vanityfair.it/news/italia/  del  14\9\2015


Umberto Eco: «Basta dare del tu a tutti. E' quasi un insulto»
Il linguista contro l'uso generalizzato del «tu», che rischierebbe di contribuire alla «perdita della memoria» dell’Italia













Occhio a darsi sempre del «tu». Si rischia di simulare «unafinta familiarità che rischia di trasformarsi in insulto» e di contribuire alla «perdita della memoria» dell’Italia. Lo sostiene Umberto Eco nella lectio magistralis pubblicata oggi da Repubblica, dal titolo «Tu, Lei, la memoria e l’insulto».
«La lingua italiana – spiega - ha sempre usato il Tu, il Lei e il Voi. Voi sapete che la lingua inglese usa solo il You. Però contrariamente a quel che si pensa lo You serve come equivalente del Tu o del Voi a seconda che si chiami qualcuno con il nome proprio».
Nella Roma antica, invece, si usava solo il «tu». «Ma in epoca imperiale appare un Vos che permane per tutto il Medioevo e nella Divina Commedia appare il Voi quando si vuole esprimere grande rispetto. Il Lei si diffonderà solo nel Rinascimento nell’uso cancelleresco e sotto influenza spagnola».
Ma oggi, segnala Eco, è sempre più frequente l’uso del «tu», non solo fra bambini e giovanissimi. «Da tempo invece, a un giovanotto sui quarant’anni che entra in un negozio, il commesso o la commessa della stessa età apparente, cominciano a dare del Tu.
In città il commesso ti dà evidentemente del Lei se hai i capelli bianchi, e possibilmente la cravatta, ma in campagna è peggio: più inclini ad assumere costumi televisivi senza saperli mediare con una tradizione precedente, in un emporio mi sono visto trattato col Tu da una sedicenne col piercing al naso, la quale è entrata gradatamente in crisi solo quando io ho interagito con espressioni quali “gentile signorina, come Ella mi dice...” Deve aver creduto che provenissi da Elisa di Rivombrosa , tanto mondo reale e mondo virtuale si erano fusi ai suoi occhi, e ha terminato il rapporto con un “buona giornata” invece di “ciao”, come dicono gli albanesi [...]».

Così facendo, l'Italia, secondo Umberto Eco, perde la memoria. Perché? «Ho sperimentato con studenti stranieri, anche bravissimi, in visita all’Italia con l’Erasmus, che dopo avere avuto una conversazione nel mio ufficio, nel corso della quale mi chiamavano Professore, poi si accomiatavano dicendo Ciao. Mi è parso giusto spiegargli che da noi si dice Ciao agli amici a cui si da del Tu, ma a coloro a cui si da del Lei si dice Buongiorno, Arrivederci e cose del genere. Ne erano rimasti stupiti perché ormai all’estero si dice Ciao così come si dice Cincin ai brindisi.
Se è difficile spiegare certe cose a uno studente Erasmus immaginate cosa accade con un extra-comunitario. Essi usano il Tu con tutti, anche quando se la cavano abbastanza con l’italiano senza usare i verbi all’infinito. Nessuno si prende cura degli extracomunitari appena arrivati per insegnare loro a usare correttamente il Tu e il Lei, anche se usando indistintamente il Tu essi si qualificano subito come linguisticamente e culturalmente limitati, impongono a noi di trattarli egualmente con il Tu (difficile dire Ella a un nero che tenta di venderti un parapioggia) evocando il ricordo del terribile “zi badrone”. Ecco come pertanto i pronomi d’allocuzione hanno a che fare con l’apprendimento e la memoria culturale».

14.9.15

LA LETTERA DI UN EMIGRATO SARDO TORNA IN ARGENTINA DOPO 50 ANNI

  canzoni   consigliate   stavolta  a sorpresa
http://bit.ly/1I5mZ4r
https://youtu.be/3j8mr-gcgoI
https://youtu.be/Sr-z0PDuR-I

Eccovi una storia di quando la burocrazia non fa danni e non crea ingiustizia ma permette di conservare \ recuperare i ricordi più cari . La curiosa storia di una lettera inviata dall'Argentina da un emigrato sardo e tornata indietro dopo quasi 50 anni.
 Storia  che ha   avuto forte  eco sui  giornali argentini   e non quelli italiani , eccetto   il quotidiano sardo l'unione sarda  


  dall'unione  sarda  del 12\9\2015

San Gregorio è un paese di neanche 5 mila abitanti nella provincia di Santa Fe in Argentina.
Qui vive Pedro Gerardo Cocco figlio  (  per  chi non vedesse  il video  preso  da  videolina    locale  emmittente  sarda    del gruppo dell'unione    e  da quello scaricato da  me  con il mio  downloadhelper  di mozzilla  firex  fox  può    trovare  qui  sotto   a destra  la sua    foto  e  sotto a  sinistra   la  cartolina  "  incriminata  "  )
da  http://radiovenadotuerto.com/
di un emigrato di Bottidda, giornalista e programmatore musicale in emittenti locali che con i suoi video documenta vita e eventi di quella comunità che conta una discreta presenza italiana.

Nei giorni scorsi ha vissuto una emozione forte e inattesa quando la moglie Myrian, direttrice del locale ufficio postale, gli ha consegnato una lettera che il padre Mario Cocco, morto trent’anni fa, aveva inviato nel maggio del 1966 a suoi nipoti residenti in Italia a Verbania. Lettera arrivata dopo cinque gironi nel nostro paese ma rispedita indietro a distanza di quasi 50 anni perchè il destinatario risultava sconosciuto al
da  http://www.ancaloo.com.ar/nota/7365/
mittente.
Una lettera nella quale con un italiano a tratti approssimativo di cui si scusava Mario Cocco raccontava della sua vita e dei figli in Argentina.
Pedro Cocco non ha potuto frenare la commozione e il pianto chissà se per il dolore della perdita di quella persona a lui cosi cara o per la felicità del messaggio che forse si nascondeva in quella lettera scritta dal padre partito dal paesino del Goceano per fare fortuna in sud America.
Che non è andata perduta e che ripercorrendo il viaggio a ritroso oltre oceano ha dato vita a questo davvero insolito miracolo postale.

SUCCESSO COMPLETO di © Daniela Tuscano

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http://www.lultimaribattuta.it/32003_us-open-pennetta-e-vinci-riscrivono-la-storia-del-tennis


Di sport non capisco nulla, nel senso che ne ignoro le tecniche; ma il colpo di genio, l'arte, il cuore, quelli sì, arrivano a tutti, pure ai profani. Dietro ogni "gioco" c'è una sacralità (si pensi alle antiche Olimpiadi) e una storia, la storia d'un paese. Incisa nelle facce, negli sguardi dei protagonisti. Quelle di Flavia Pennetta e Roberta Vinci, le trionfatrici dell'U.S. Open, le due Eva contro Eva senza malizia, son vere e, dunque, raccontano molto. Di se', di noi. Due facce normali. Di femmine normali, che incroci per strada e saluti, che escono con gli amici, si divertono e studiano e però coltivano un
grande sogno. Più spigolosa Roberta, con quegli occhi senza cigli, indice d'una spontaneità ossuta, più morbida Flavia, ma entrambe simili, fin nello chignon, che se ne infischia della seduzione per consentire la praticità, la corretta visione del gioco. Perché in quei momenti non sei femmina o maschio, sei aria e vento e tattica e fatica.
Hanno vinto entrambe senza retorica, comunque andasse era un successo, e adesso si sprecano termini come leggenda, impresa, prodigio. Storia, l'abbiamo detto; e storia sia, non solo dello sport ma dell'Italia, delle donne, della civiltà e... della discriminazione. Sì: hanno vinto malgrado la spocchia e la noncuranza dei media importanti, che non si sono degnati di dedicare allo "storico" incontro uno straccio di diretta (trasmesso solo da Dj TV); malgrado l'ipocrisia tignosa della politica, soprattutto della destra, per quel volo di Renzi a New York "coi soldi degli italiani" mentre non ricordiamo levate di scudi dopo contratti da capogiro (con immancabili passerelle di pavoni) a calciatori di serie Z o cospicue regalie di sedicenti "statisti" a donnine di ben altre qualità, anch'esse pagate dal popolo italico. Hanno vinto, Flavia e Roberta, per la loro bravura e professionalità pur se una legge del 1981 continua a relegarle, in quanto donne, nella categoria "dilettanti". Hanno vinto contro un lessico, una filosofia, un pensiero unico, che non vuol saperne di sparire, se perfino un quotidiano "progressista" come "Repubblica" ha l'impudenza di scrivere (ma non è la prima volta), tramite la penna di Paolo Rossi: "...quando fece arrabbiare papà Oronzo, detto Ronzino, che desiderava un maschio e alla notizia imprecò contro l'amico ginecologo. Si sarebbe molto più tranquillizzato se avesse saputo - anni dopo - cosa avrebbe detto Potito Starace di Flavia: 'ragiona come un uomo, si comporta come un uomo'. ALTRIMENTI non sarebbe sopravvissuta..." (maiuscolo mio), e via con altre amenità senza dimenticare un dettagliato reportage sulla vita intima di Pennetta degno d'un rotocalco popolare. Insomma, il solito, frusto, intollerabile stereotipo della "donna con le palle", che vince nonostante l'"handicap" del sesso sbagliato, debole, bisognoso di riscatto. Per questo, anche, Rossi e i maschi come lui chiacchierano di "annuncio shock" riguardo alla decisione di Flavia d'abbandonare il tennis. Per quella faccenda dell'amore, ch'essi non possono capire. Non solo verso il futuro marito Fabio Fognini, ma della vita, dello stesso sport. Flavia Pennetta non vuol diventare una macchina da guerra, sacrificarsi per quell'antico sogno che l'ha fatta volare ma, se l'assorbisse completamente, diventerebbe un incubo. Nessuno di noi si esaurisce in un'unica aspirazione, per quanto magnifica. Flavia (e la sua amica-rivale Roberta) hanno insegnato che la massima ambizione per una ragazza non è trovare il principe azzurro e prendersi cura della casa e dei bambini; che si può accarezzare un futuro assai più avvincente e variegato, non rinunciando alla propria femminilità come insinua Rossi ma, al contrario, conservandola; esaltando quella normalità, quella banalità diremmo, fisica, morale, intellettuale, così semplicemente elevata da non escludere nulla. Poi, ben venga il principe azzurro...
E non occorre alcuna militanza femminista, basta aver limpida coscienza del proprio valore, non concepirsi mai parziali: esseri umani prima che donne, e donne perché umane.

© Daniela Tuscano

11.9.15

IO buonista pentito, vi chiedo una mano: aiutatemi a dire la verità sui migranti Mi avete convinto: il buonismo è insostenibile, inadeguato, ridicolo. E però, ora mi serve una mano.

In riferimento a  gli ultimi fatti di cronaca  e  ai soliti  :    tentativi  di negazionismo  in particolare  quelli che  dicono che le foto  e  i video  dei  bambini morti affogati    è  una bufala .,

Daniele Carbini8 settembre alle ore 15:24 ·

il giustificazionismo a priori, forzato, contro ogni evidenza, il cercare continuo di sviare l'attenzione spostandosi su altri argomenti collaterali, non rispondere mai nel merito, metterla in polemica, identifica come tifosi ma mostra al tempo stesso una grande debolezza di fondo (ovvero l'impossibilità oggettiva di difesa) e unitamente una palese perdita di credibilità.
In questi casi bisogna trovare la forza razionale di non andare oltre nella discussione, perché si sta cadendo nel tranello di chi non ha altre armi.
ad esempio questo avviene tutti i giorni contro i migranti e anche contro chi ne denuncia la condizione (non va mostrato un bimbo morto in spiaggia).
è banalmente un modus operandi, uno schema ripetitivo e prevedibile, che tendenzialmente riscuote anche un grande successo, parla alla «pancia», ma è ovviamente privo di ogni consistenza.
Ed è questa assenza di sostanza che deve emergere, nient'altro

 ai  soliti   stantii    commenti  sia  nei caffè   sia  su social  o  nei commenti agli articoli  che parlano  d'essi    ho deciso   di  rifarmi    deliberatamente  a  questo articolo  http://www.fanpage.it/io-buonista-pentito-vi-chiedo-una-mano-aiutatemi-a-dire-la-verita-sui-migranti/


N.B Ovviamente  a scapito d'equivoci  sono sarcastico ed ironico 

Cari amici \  che 
Lo confesso, mi avete convinto. Me lo avete scritto decine, forse centinaia di volte, con tutta l’enfasi e la decisione (diciamo così, va) di cui siete capaci: “I buonisti come te stanno rovinando l’Italia”. Del resto, lo dite sempre, “qui non c’è posto per tutti”, “non c’è lavoro nemmeno per gli italiani”, “non possiamo mantenere tutta l’Africa e  l'Asia  ”. Poi c’è anche la questione delle cooperative rosse e tutto il “magna magna di Mafia Capitale”; ci sono gli alberghi a 4 stelle che ci costano tanto, troppo; c’è il rischio terrorismo, ci sono le malattie, c’è l’invasione pianificata. E se l’Europa non fa niente, perché dovremmo fare tutto noi ?,ecc 
 Però, ecco, ancora non riesco a capire bene alcune cose. E ho il terrore di non essere capace di comportarmi come voi e di continuare ad agire, a pensare, come un buonista del cazzo. Quindi vi chiedo di aiutarmi a rispondere alle domande che ancora mi tormentano e mi tengono ancorato al mondo del passato, quello della solidarietà, dell’accoglienza, dell’amore per il prossimo.
Come si fa a restare indifferenti di fronte al dramma di migliaia di persone? Come si fa a voltarsi dall'altra parte e non provare compassione, empatia, sofferenza?
Come si fa a distinguere tra migranti economici, profughi, rifugiati, disperati? Come si può pensare che un'etichetta basti a lavare la nostra coscienza?
Come faccio a bollare come "clandestino" chi ha la sola colpa di cercare un rifugio da guerra, povertà, carestie? ed   a distinguerlo da  un profugo povero  da  uno ricco  ?
Come si fa a spiegare ad un bambino che non ha diritto ad una vita dignitosa, o anche soltanto ad una vita, solo perché è nato dall'altra parte del Mediterraneo e  dell mondo
Come si fa a dire "non c'è posto", se arrivano 100mila persone in una nazione che ha 60 milioni di abitanti?
Come faccio a ripetere che "vengono tutti qui", malgrado il numero dei rifugiati in Italia sia in proporzione molto più alto in Paesi come la Francia, la Svezia, la Germania?
Come posso convincere gli altri del fatto che diamo asilo a tutti, malgrado i dati dicano che accogliamo meno richieste della media europea?
Come posso sostenere contro ogni evidenza statistica che "la stragrande maggioranza" dei migranti finisce per delinquere?
Come si riesce a strumentalizzare ogni episodio di cronaca nera, in un senso o nell'altro, senza provare un minimo di vergogna?
Come posso sostenere che qui arrivano solo baldi giovani in buona salute e pochissime donne e bambini, senza un appiglio reale o la benché minima aderenza alla realtà?
Come faccio a continuare a ripetermi che i profughi li ospitiamo nel lusso con tutti i confort, mentre loro si lamentano del cibo e del servizio in camera?
Come devo fare a parlare di allarme terrorismo, malgrado i fatti dicano tutto il contrario?
Come posso rilanciare allarmi inconsistenti su malattie, epidemie e collassi del sistema sanitario senza avere un po' di rimorso?
Come posso continuare a prendermela con l'Europa che non fa niente e allo stesso tempo incazzarmi perché l'Europa approva l'agenda Juncker?
Come faccio a non pensare che quella dei campi profughi in cambio di quote – elemosina sia una pessima idea?
Come posso prendermela con i tedeschi cattivoni, anche quando decidono di accogliere i rifugiati siriani?
Come posso cominciare a pensare che sparare ai migranti sui barconi sia una soluzione umanamente accettabile?
Come faccio a far finta di non sapere che persino per le operazioni di contrasto agli scafisti in acque internazionali serve il via libera dell'Onu? E che non esistono mai soluzioni semplici, semplicistiche ed immediate a problemi dannatamente complessi?
Come si fa a dire "prima gli italiani" senza farsi sfiorare dal dubbio che le due cose non c'entrino nulla?
Come si fa a dire "prima gli italiani" senza pensare di essere strumento di chi vuole la guerra fra poveri, di chi specula sulla vera sofferenza delle famiglie italiane, di chi non esita a sfruttare persino i suicidi delle persone per qualche applauso in più?
Come si fa a dire "prima gli italiani" citando dati fasulli, notizie farlocche e bufale razziste senza provare un minimo di vergogna?
Come si fa a dire "prima gli italiani", citare Mafia capitale in ogni conversazione, dimenticando che a speculare sull'accoglienza sono, appunto, gli italiani?
Come è possibile giustificare la sospensione di Mare Nostrum dicendo che non possiamo spendere 110 milioni di euro l'anno? Con una spesa pubblica di 880 miliardi di euro l'anno poi…
Come è possibile giustificare la sospensione di Mare Nostrum dicendo che l'emergenza è finita?
Come è possibile giustificare la sospensione di Mare Nostrum dicendo che "invogliava" i profughi a venire in Italia sapendo che avrebbero beneficiato del "servizio taxi" della Marina Militare? Ma allora perché gli sbarchi continuano?
Come è possibile giustificare la sospensione di Mare Nostrum dicendo che serviva un impegno europeo? Ma allora perché abbiamo cambiato le regole di ingaggio? Non bastava coinvolgere l'Europa in Mare Nostrum, invece di "sperimentare" Triton, Triton 2.0 e chissà che altro?
Come si fa a pensare di rispondere ad una emergenza globale che è assieme demografica, politica, sociale, culturale con i muri, col filo spinato, coi respingimenti?
Come posso sostenere senza abbassare lo sguardo idee come quella del "pocket lunch", ovvero del panino e della bottiglia d'acqua lanciati ai profughi nei barconi prima di rimandarli indietro?
Come pensare ai respingimenti senza considerare il destino di migliaia di persone?
Come giustificare la contrarietà alle operazioni di search and rescue, ovvero quelle che ci impongono la ricerca e l'aiuto in mare a chi sta affogando, pensando di poter dare una mano "solo a chi ne ha diritto"? Da quando la sopravvivenza è un diritto di pochi?
Cosa significa esattamente "accogliamo solo chi sul serio scappa dalla guerra" e rimandiamo a casa tutti gli altri? Ma i rimpatri non li stiamo già facendo da un pezzo? E come facciamo ad impedire a chi cerca una vita migliore di lottare contro la fame, le malattie?
Come faccio a ripetere "aiutiamoli a casa loro", senza ricordare il fatto che da anni continuiamo a diminuire i soldi destinati alla cooperazione e allo sviluppo?
Come posso rispondere a chi mi fa notare che non è fattibile l'idea di andare direttamente sulla costa libica a fare una "selezione" degli ingressi? Anche perché non sapremmo che fine farebbe la gente che non ha i requisiti e nessuna garanzia sul fatto che non proverebbero comunque a raggiungere il nostro Paese, giusto?
Insomma, io ce la metterò tutta per smetterla di essere un buonista del cavolo. Ma dovete aiutarmi voi, magari fornendomi  voi delle risposte  perché io a queste, ed altre, domande temo davvero di non riuscire più a rispondere.

PS: Che poi io sono convinto che ad un certo punto si possa arrivare finanche fare a meno della forza degli argomenti razionali. Semplicemente perché la carica emotiva, l’empatia e secoli di civiltà si impongono e ci mettono di fronte ad una scelta: restare umani o rassegnarsi all'abisso. Cedendo al cinismo, alla paura, all'egoismo.

Idee economiche per studenti squattrinati fra : pigrizia , incoscienza e genialità


Si sa che gli studenti, soprattutto quelli fuori sede, spesso non navigano nell'oro: ecco perché trovano sempre soluzioni geniali ai piccoli inconvenienti quotidiani. Un gruppo di loro ha raccolto gli scatti più esilaranti pubblicandoli sul web ( www.boredpanda.com ) . ecco i più esilaranti ed originali



Lo specchietto dell'auto si è rotto? Nessun problema, ecco una spazzola per capelli dotata di specchio su un lato
Niente microonde? Gli studenti usano un ferro da stiro e un phon per capelli





Ecco come un bollitore può essere usato per cuocere gli spaghetti

Tagliare il prato in modo divertente e veloce? Ecco l'invenzione giusta

studente    pigro  fodera il piattoed  il  tavolo   con la pellicola trasparente per non doverli pulire  e lavaew
                                                         taglia pizza  fai  da  te

      mancano  i  bicchieri  e non hai  voglia \ tem,po di comprarne  di plastica   ecco come fare
 non hai  il  grill ecco come  fare

il divano  è rotto  ecco  ripararlo 

ecco come sostituire  gli anelli rotti  o mancanti 

n sostituzione del soffione della doccia rotto ecco una bottiglia di plastica con i buchi

non hai  uno scola pasta   anche  una racchetta   dopo averla pulita  può andare




Se mancano gli altoparlanti per ascoltare la musica dal telefonino...§

pattumiera fai da te  



8.9.15

ALLA VIGILIA © Daniela Tuscano

sempre  sullo stesso  fatto

È spirata anche lei, alla vigilia del giorno della Madre, alla vigilia della scuola. Reham aveva ventisei anni, era insegnante e s'è fermata sulla soglia, in perenne attesa. Il suo cuore ha ceduto dopo la perdita ancora senza giustizia del figlioletto Ali, 18 mesi, arso vivo in un incendio causato da estremisti
israeliani. E ha seguito il marito Saad, anch'egli deceduto pochi giorni fa per le ustioni. Di questa famiglia, quasi una sacra rappresentazione musulmana, non è rimasto più nulla. Peggio: è rimasto Ahmed, l'altro figlio. Quattro anni gettati nel mondo. Quattro anni che ancora ignorano di dover camminare da soli, e per quali vie. Le esistenze non sono quadri, anche nell'orrore c'è sempre una sbavatura, un surplus di pena, una vigilia di catastrofi, un bimbo solo. È soprattutto a lui che, ora, il mondo deve stringersi. E far sì che la cenere del ricordo non divampi nel fuoco dell'odio inestinguibile. Per contemplare, un domani, quell'incompiuta Trinità in nome dell'amore, dignitoso e austero, che vi traspariva.
Non oso invocarlo, quell'amore. Nemmeno sperarlo. Non ne ho il diritto. Della distruzione di questa famiglia siamo davvero responsabili tutti. E non possiamo condannare la vendetta che s'invocherà. Ma dobbiamo, dobbiamo assolutamente garantire ad Ahmed di superare quella vigilia, d'entrare in una vita piena, innocente e gioiosa, d'innamorarsi, di completare l'opera iniziata dai genitori e dal fratellino. Altrimenti quell'immagine, già torta dalle fiamme, verrà completamente distrutta; si perderà, come tanti martiri, nel fumo oblioso del tempo, sconosciuta e dannata. Basta fissarla un attimo, e domandarsi: possiamo arrivare a questo punto?


                                      © Daniela Tuscano

6.9.15

il mostro di FOLIGNO da ieri in una struttura protetta



Luigi Chiatti da ieri recluso nel centro del Cagliaritano



Il “mostro di Foligno" in una struttura blindata, ma a Capoterra la gente ha paura - Cronaca -...
Cronaca - Approfondisci su UnioneSarda.it
UNIONESARDA.IT


Questo uomo ha vissuto tutta una vita rinchiuso tra le sbarre...prima in orfanotrofio dove lo hanno violentato per anni, è stato adottato da una coppia che non è stata in grado di accorgersi della pazzia che aveva sviluppato,poi i delitti e il carcere,morirà in manicomio perché è irrecuperabile,ma non dimentico il padre del bambino che all'epoca del processo disse: lo perdono perché a lui hanno fatto ciò che lui ha fatto a mio figlio,di fronte a questo giudizio coloro che invocano pena di morte o dicono amenita smili dovrebbo tacere





e mettere di Non fare disinformazione. E' rinchiuso in una REMS (Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza) E' chiuso a chiave. Sorvegliato e vigilato. All'interno della struttura la sorveglianza è armata. A Capoterra è affidata a una società di sorveglianza e copre l'arco delle 24 ore.

5.9.15

IL valore delle cose di Ferruccio Gianola di http://www.ferrucciogianola.com/

Il valore delle cose

di Ferruccio Gianola - 18 ore fa
C’era una volta un contadino in pensione. Il contadino benché ricevesse un contributo previdenziale mensile si dilettava ancora in piccole cose simili a quelle che avevano caratterizzato tutta la sua faticosa esistenza. Aveva un orto, coltivava un piccolo campo e allevava diverse galline. Era un buon modo per trascorrere il resto del tempo che aveva da vivere e racimolava qualche spicciolo vendendo le uova del suo pollame ai vicini. Tra questi c’era un giovane scrittore che abitava lì dirimpetto. Così il contadino, una volta la settimana, suonava alla porta dell’abitazione del .. altrocontinua sul blog dell'autore

L'autunno ormai è vicino

oltre  alla classiche  



 eccovi la mia  compilation   autunnale
   






Ancora ufficialmente  non  è  avvenuto , in quanto  l' Equinozio d’autunno  avverrà il     23 Settembre alle   08:20 (  secondo  http://gak.it/almanacco-astronomico)   già    si respira    nell'aria  


L'estate sta finendo...rassegnatevi, rassegnamoci...le giornate son come le vecchiette, rimpiccioliscono a vista d'occhio. Tra poco verrà il tempo di mettersi su una sedia e frugare nel cassetto alto, alla ricerca di quei maglioni caldi andati in letargo..le donzelle riporranno quegli short cortissimi e terranno i loro deterani al caldo, riparati da gonne lunghe o jeans imbottiti..i maschietti continueranno a usare le canottiere, ma stavolta sotto pesanti ed orribili felpe in pile. Amici del mare ed abbronzatura andranno via, lasciando il posto alla terribile routine invernale...le note malinconiche che spesso accompagnano i santi nelle processioni sembrano salutare l'estate... estate di surfisti, ma sopratutto di selfisti, estate di barche,di sbarchi, di scafi e scafisti, di deportati ed importati,di importanti e dimenticati, di incendi e di incidenti,estate di pantere in fuga e leoni decapitati ..estate di malcapitati..estate di barche che affondano e corpi che galleggiano..estate di troppi giovani che non rivedranno l'estate..estate di state come state..aspettando la prossima estate..


Io  voglio anticiparlo  perchè ormai   non  ne  posso più  di caldo  e  di tg  che parlano solo    ( per
dal frame  di questo video    ANTONIO VIVALDI - LE QUATTRO STAGIONI - Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti
coprire o per allungare il brodo ) di mare di , vacanze e di ricette estive , ecc . Lo so che poi sarà peggio perchèparleranno di come rimettersi in forma dei kg appresi d'estate e d menate varie ma mi affascina insieme alla primavera per i colori come potete notare da questa mia foto fra quelle scattata l'anno scorso e che potete trovare qui sulla mia bacheca di fb




4.9.15

Il viaggio non è una diapositiva. I libri e le vite di cinque appassionate esploratrici del secolo scorso tra stati nascenti, navi in balia delle onde, città proibite e scommesse sessiste (vinte).da Nathan RangaaI dolori della giovane libraia


*La narrativa di viaggio non gode delle mie particolari simpatie ed è uno dei motivi per cui raramente recensisco qualcosa del settore*. *La sensazione di guardare le diapositive del viaggio in Thailandia del mio vicino* di casa, per quanto appassionante e rivelatore esso possa essere stato, non mi abbandona mai. So che ha i suoi appassionati estimatori, ma io trovo difficile appassionarmi alle avventure vere di qualcun'altro. Sicuramente è un mio limite, di certo non ho ancora trovato il libro che mi aiuterà a superarlo. Gli unici libri che mi ispirano vaghe eccezioni, sono quell... altro »




2.9.15

MOHAMED, CHE NON CAMMINAVA SULLE ACQUE © Daniela Tuscano


Mohamed non camminava sulle acque
per via della sua tumida testa.
Mohamed non camminava sulle acque
e non separava i flutti
perché non era Isa né Mousa,
non era profeta né inviato,
non era Dio e miracoli
non ne faceva.
Mohamed non si chiamava nemmeno Mohamed,
aveva forse quattr'anni, quel momento
breve ed esausto,
ricolmo di gioia
in cui non hai religione, ma solo
te stesso:
la tua carne fragrante e compatta,
docile allo sguardo
dove nessuno a nome tuo
parla all'Eterno
e per questo sei dorato
ma, se ti prende
quel Dio dal troppo cuore
sa esser così, violento,
circolare e crudele.
Mohamed non camminava sulle acque
e, se vuoi illuderti, ora ascende al cielo;
ma qui era piovuto,
qui doveva fiorire.

MORTE D’UN CAMMINATORE



Issato fra le braccia possenti d’una guardia costiera, fra Turchia e Grecia, sembra un povero fantolino spenzolato. Un pupo che ha perduto il suo Mangiafuoco, e giace immemori in soffitta. Riverso sulla battigia, il corpo del piccolo profugo siriano ha una sua raggelata compostezza. La gravità della testa, sferica come la Terra, lambita dallo stesso mare che poco prima l’ha inghiottito, ne rammenta la dignità di persona. Nella foto vediamo le scarpe.
Così umane e inutili. Così poveracce, anteguerra. Simboli del camminatore, di chi non rimane inerte, di chi esplora e fugge: l’uomo. Quelle gambe hanno marciato fin troppo, le hanno trascinate, hanno visto il secco del deserto e il gelo dell’acqua, sole e placenta, elementi vitali, che invece l’hanno ucciso. È morto così il piccolo camminatore, finendo in un porto sepolto, in un respiro che non è giunto. Non so perché non lo pubblico. Forse perché voglio conservare una pietà un po’ mia, perché quello è stato anche un mio figlio, e non voglio consolazione.

                   © Daniela Tuscano

L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza -
alzare la mia sola puerile voce -
non ha più senso: la viltà avvezza
a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.

(Pier Paolo Pasolini)

“Tutta colpa del Whisky”. Chiacchierata -intervista con Cristian A. Porcino Ferrara

    musica  in sottofondo   
Giovanni Lindo Ferretti - Per Me Lo So (Video Lyric Ufficiale)   versione    del  Brano tratto dall'album: Giovanni Lindo Ferretti in concerto A Cuor Contento


Per  chi aveva nostalgia  delle mie interviste eccovene una fatta  di recente    con Cristian Porcino sul suo  ultimo lavoro  Il libro in vendita su www.amazon.it     m'incuriosisce  eccoti alcune domande 

   1) Come mai questa  alternanza  fra prosa  e poesia?

 Non è la prima volta che mi cimento in libri del genere. Proprio l’anno scorso è stato pubblicato da una casa editrice americana  il mio primo libro in lingua inglese: Born too late to a world too old. In quel caso il libro era suddiviso in poesia e prosa. Tale ripartizione è necessaria perché la poesia è istintiva, sgorga dal profondo dell’essere, mentre la prosa è più ragionata ma non meno incisiva.»

2) Come è stato passare  dal linguaggio filosofico, delle tue  opere precedenti,  a  quello   letterario   che usi  nell'ultimo ?

Per me letteratura e filosofia non sono due sorellastre in gara perenne per farsi apprezzare da un burbero capo famiglia. Entrambe fanno parte dello stesso nucleo familiare. Sfido chiunque a considerare Shakespeare o Pirandello solamente degli scrittori. Le loro opere, ad esempio, sono intrise di filosofia.  Quindi per me è stato un passaggio del tutto naturale.»

3) In Servi dell'orinale   si denota  un po'  di populismo  \ qualunquismo   come  mai  tu  che nelle tue opere precedenti  te  ne sei tenuto alla larga?

Sinceramente ho sempre rifiutato le etichette. Il pensiero libero non può essere catalogato. In un certo qual modo mi lusinga la tua critica e la rispetto, in quanto diversi scrittori, del passato e presente, sono stati accusati di populismo soltanto perché si sono ribellati al sistema vigente. Penso a Balzac, Zola, Maupassant, Moravia, Pasolini, Vassalli, Bradbury e molti altri. Ciò che tu chiami qualunquismo è il grido d’indignazione di un cittadino che non accetta più  di buon grado la corruzione di chi governa e amministra la Res publica. Parlare ancora oggi di qualunquismo e populismo mi fa venire in mente la risposta che Mario Martone fa dire nel film “Il giovane favoloso” al suo Giacomo Leopardi: “Pessimismo, ottimismo…che parole vuote”. Ecco io considero qualunquismo e populismo parole vuote. Il populista cerca di accalappiare facili consensi e nella mia attività non ho mai scritto nulla per compiacere qualcuno, se mai il contrario. Sono stato querelato per aver detto il vero. Nel nostro Paese è la verità che viene punita e non la menzogna!

 4) Cosa intendi   per  umano disumanizzato in  Disumano ?

Premetto che ogni termine non può essere rivelato prima di essere letto; però posso anticiparti che intendo ciò che conduce un individuo a ripudiare la propria umanità. Quando si annienta l’empatia, che è connaturale alla nostra specie, allora tutto diventa una parodia dell’umano. Non basta vestirsi con giacca e cravatta per definirsi esseri umani. Purtroppo questa sottospecie di esercito di cyborg dell’indifferenza mostruosa avanza sempre più.

5) Disprezzi  il genere  umano,  come ti consideri  allora?

Caro Giuseppe io non disprezzo nessuno. Se mai, per parafrasare Socrate, io sono semplicemente un tafano che punge la cavalla e spero di non dover bere anch’io la cicuta. Come ti dicevo prima disdegno chi annienta la propria umanità e si riduce ad automa. Poi il discorso si estende alla mancanza di educazione e all’ossessione per il tu vedi L’Elogio del Lei, o all’ignoranza vedi  L’Oriana e la mistificazione surreale dello scandalo Elogio del Piffero. Pier Paolo Pasolini affermava: “L’uomo tende a addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi, perde l’abitudine di giudicarsi, non sa più chiedersi chi è. È allora che va creato artificialmente, lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti. I poeti, questi eterni indignati, questi campioni della rabbia intellettuale, della furia filosofica”. Noi letterati manifestiamo nelle opere che pubblichiamo la nostra indignazione verso un sistema che non può più essere tollerato. La nostra rabbia intellettuale, che tu prima hai definito qualunquismo, io la chiamo proprio come Pier Paolo: furia filosofica

  6) In La virtù degli sciocchi    s'intravede  un riferimento  a idiot  wind di Bob Dylan   o sbaglio? 

Apprezzo la liricità dei testi di Dylan ma confesso che non è mai stato un mio punto di riferimento musicale. Quindi non posso dirti se esistono dei richiami con le sue canzoni. Il Vero Sapere comprende ogni ramo dello scibile umano e non solo, quindi  si possono scorgere ovunque e in modo inconsapevole tracce del proprio percorso artistico.

7) Ho trovato ottimo in  Selfami, una delle  mie preferite,   una corrosiva   risposta   alla  mania  dilagante  dei  selfie *  .... ehm.... autoscatti (  scusa ma  preferisco usare   visto che  esiste il termine  italiano contro l'imperante     abuso     dei termini  anglo \  americani  ).   E'  nata   come  immagino   dallo spazio dedicato in rete  e sui media  agli autoscatti   dei vip  e  non solo ?

Come affermo ne  L’elogio del Lei io non seguo le mode e me ne tengo alla larga. Le mode servono per la massa. Il popolo vuole essere indirizzato dalle lobby per uniformarsi al gregge. La società odierna vive del riflesso dei social network. Come direbbe Giorgio Gaber vediamo: “Una specie di massa senza più l’individuo”.  Per quanto riguarda la questione della terminologia straniera con me sfondi una porta aperta. Trovo avvilente per un popolo mortificare la propria lingua cioè la propria essenza per prendere termini in prestito da altre culture. Prova ad andare in Francia, Germania, Inghilterra e Usa e vedi quanto termini italiani trovi nel loro lessico familiare. Nessuno!

8) Oltre gli evidenti   richiami diretti    a Catullo in  Odio e  amo  ad  Allen Ginsberg , alla  beat  generation,  a  Gramsci,  ecc  ed indiretti a   Charles Bukowski  in Maestri dell'esistere    quali sono  i  tuoi  punti di riferimento in  Tutta  colpa del wisky ?

Nessuno in particolare. Chi legge e recensisce un’opera, solitamente, è portato a fare paragoni e a intravederne tributi e similitudini. Talvolta ci azzeccano, ma nella stragrande maggioranza non corrispondono al vero. Quando scrivo un libro non ho in mente nessun testo pubblicato da altri. Ascolto solamente la mia voce interiore.  Ne I maestri dell’esistere ho reso omaggio a coloro che per me sono stati dei veri maestri e maestre. Io li ho definiti, infatti, maestri dell’esistere; con le loro opere mi hanno insegnato a vivere e a sviluppare il mio talento ed un percorso artistico indipendente. Non ci sono mitizzazioni.

9) Quale  genere   musicale  e  quali gruppi  o cantanti  
sceglieresti   per  questo tuo  ultimo saggio ?

La musica è la mia principale fonte d’ispirazione. Ogni genere musicale è utile ad accompagnare la lettura del mio libro. Dai compositori contemporanei come Sakamoto, Glass alla musica pop e rock. Non a caso nei ringraziamenti finali è citato Miguel Bosè.

10) Classico  o moderno   visto che    hai affermato << Al nuovo che avanza preferisco il vecchio che arretra! Non è l’età anagrafica che determina la novità, ma la giovinezza e onestà intellettuale che si possiede. >>

Classico e moderno camminano insieme e non possono essere separati. L’onestà intellettuale, però, non dipende dall’età anagrafica. Pasolini scriveva: “Ciò che spinge a tornare indietro è altrettanto umano e necessario di ciò che spinge ad andare avanti”.

11)  Concludendo   con questa  proposta,    visto il  tuo potenziale   nel destreggiarti nell'inserire  la filosofia  fra   le arti,   ha mai  pensato di riversare   i tuoi  pensieri  in  un fumetto? o  di scrivere   per  dylan dog  o  orfani  , opere letterarie  e  filosofiche ( io  ho imparato  di più  da  DD    che    da  una barbosa   lezione   liceale  di filosofia)  allo stato puro?

Da anni dipingo e disegno, diciamo sin dall’età di sei anni. Ho già all’attivo diverse mostre e realizzazioni di copertine, inclusa quella di Tutta colpa del whisky. Quindi non escluso tale possibilità, anzi. Anch’io da ragazzino leggevo Dylan Dog e Topolino, poi durante l’adolescenza i miei interessi si sono rivolti altrove e ho smesso di frequentarli. Ciò non toglie che i fumetti possono assolutamente occuparsi di filosofia. Bisogna solamente trovare un editore che non rifiuti a priori tale opzione perché poco commerciale.