25.5.07

Senza titolo 1853

Contrordine: Visco s-pregiudicato

Maurizio Blondet

25/05/2007



Vincenzo Visco

Sento alla radio ridacchiare Mario Blandini, il procuratore dell’Avvocatura Generale dello Stato: «Quello che dovevano fare l’abbiamo fatto. Il nostro compito era quello di effettuare un’indagine preliminare su un eventuale procedimento disciplinare nei confronti dei finanzieri. Non dovevamo studiare le dichiarazioni del generale Speciale, che per noi era solo un elemento di contorno».
Ridacchia: «Dalla deposizione di Speciale e dall’esame di altri finanzieri che abbiamo sentito, non sono emersi, in modo prepotente, gli estremi per una comunicazione di reato a carico di Visco».
Ma quale abuso d’ufficio, ridacchia il procuratore: è stato Speciale a trasferire i finanzieri, e «così ha negato di fatto di essere vittima di un abuso d’ufficio. Altrimenti non doveva dare seguito a un trasferimento che riteneva illegittimo, e fare denuncia».
Come se la ride, il procuratore.
Lui si stava occupando di mettere sotto accusa i finanzieri, mica Visco.
Contro Visco, gli indizi non sono emersi «in modo prepotente», tanto da dover «fare rapporto all’autorità giudiziaria».
Il che ci dice: non ci sarà un’altra Mani Pulite.
Perché allora, e con quanta «prepotenza», i procuratori che s’occupavano di un fatto A, appena emergeva anche il minimo indizio, o la più vaga testimonianza, di un possibile reato socialista o democristiano, aprivano un procedimento B!
Inviavano il fascicolo agli altri procuratori, «obbligatorietà dell’azione penale», e ai giornali in tempo per l’edizione straordinaria!
Nessuna deposizione di un ufficiale era tenuta per «elemento di contorno».
Anzi!
Come prepotentemente estraevano deposizioni, sbattendo in galera preventiva i testimoni, tanto da indurne diversi al suicidio!
A quei tempi, un generale Speciale, che trasferisce i finanzieri come richiestogli da Visco sotto minaccia, sarebbe stato considerato uno che ha «ceduto» a un abuso di potere, non come uno che «ha negato di fatto» l’abuso (perché si sa, anche un generale tutto d’un pezzo è pur sempre un italiota: un pezzo di pastafrolla).
E gli indizi emergevano, emergevano in modo prepotente!
Tanto che gli avvisi di reato e gli arresti preventivi fioccavano come una nevicata.




E finivano subito in prima pagina de Il Corriere, come l’avviso a Berlusconi premier al vertice di Napoli!
Oggi, Il Corriere, il fatto di Visco lo mette a pagina 22.
Segno che anche i poteri forti non spingono più di tanto.
Questo prova ciò che capimmo allora: che la magistratura stava stroncando DC e PSI per mandare al potere la casta di cui fa parte, il blocco dei parassiti pubblici e dei miliardari di Stato che si autodefinisce «la sinistra di governo», e da cui si sente garantita.
L’una garantisce gli altri.
Eccome garantita.
Benchè si detesti dar ragione a Montezemolo, occorre citare il suo discorso all’Assemblea di Confindustria:
«La politica è la prima azienda italiana, con 180 mila eletti».
Eletti stipendiati, da 2-4 mila euro mensili dei consiglieri di zona in sù.
Nessun’altra azienda ha tanti «lavoratori».
Il mestiere della politica è il solo che non conosca crisi né ridimensionamenti.
E’ la sola grande industria rimasta, il solo grande pagatore.
«Il costo della rappresentanza politica nel suo complesso in Italia è pari a quello di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna messi insieme».
«Il solo sistema dei partiti costa al contribuente 200 milioni di euro l’anno, contro i 73 milioni della Francia. E mi riferisco solo ai contributi diretti. Stime recenti parlano di un costo complessivo della politica di 4 miliardi di euro. In quale altro Paese i partiti politici sono così ‘pesanti’ e così numerosi?».
Solo la Cina ha più deputati dei nostri, che sono mille.
Quattro miliardi di euro, ottomila miliardi di lire l’anno per mantenere prebende d’oro di irresponsabili, che non sono mai chiamati a rispondere.
Paghiamo noi contribuenti.
Quelli di noi che paghiamo tutto, si capisce.
Perché «Su 40,6 milioni di contribuenti IRPEF, è inaccettabile che solo il 5% del totale dichiari un reddito complessivo superiore ai 40 mila euro e solo lo 0,8% sopra i 100 mila euro».
Ovviamente il Montezemolo non dice che proprio questo è lo scopo dell’Irpef, per questo è stata concepita: per colpire esclusivamente i ceti medi, i dipendenti agiati.
I veri ricchi non pagano l’IRPEF, semplicemente.
Non è per loro.




Ancora Luchino: «Le aziende italiane sono le più tassate d’Europa. O lo saranno quando, in gennaio, in Germania, andrà in vigore la riforma che riduce di 9 punti l’aliquota fiscale sui profitti».
L’aliquota media europea «è più bassa di ben 8 punti».
«Ridurre la pressione fiscale. La via è abbattere il debito pubblico, tagliare la spesa improduttiva e spingere la crescita dell’economia».
«Un conto è rispettare la politica e i suoi costi, altro è far finta di niente rispetto alla duplicazione delle strutture, degli incarichi, delle prebende in carico alla collettività, a tutta una serie di privilegi che molti politici si autoassegnano, fino ai funerali gratis agli assessori del Veneto».
«La riforma delle istituzioni, della macchina amministrativa e della politica viene prima di tutto».
«L’Italia non può continuare ad essere il Paese dei veti - dai rifiuti alla TAV, dai riclassificatori alle autostrade - ma deve diventare il Paese delle decisioni!».
Anche questo discorso - condivisibile punto per punto - ci dice che non si farà nulla, alla fine. Proprio perché ormai dello scandalo italiota, di questo scandalo primario delle burocrazie inadempienti e dei miliardari pubblici, che torchiano una società in via di tragico impoverimento, parlano ormai tutti.
Tutti, di colpo, hanno «preso coscienza».
La Chiesa.
L’Istat.
Confindustria.
Matrix e Ballarò.
Tutti a lodare i libro di Gianantonio Stella, tutti a scoprire qualche altra magagna e furto dei parassiti e dei privilegiati, tutti a calcolare i costi della politica… tutti attaccati ai loro privilegi di casta e gruppo, ai loro «incentivi» e finanziamenti di lobby o di cosca, sicurissimi che non accadrà nulla a loro.
Che nessun procuratore aprirà un fascicolo.
Che nessunissima riforma sarà avviata.
Del resto, chi ha mai visto nella storia una burocrazia che si autoriforma, un blocco parassitario che si autoriduce spontaneamente le prebende?
Tutto questo è diventato, direbbe Amleto, «Solo il discorso di un pazzo, pieno di furore e di foga, e che non significa nulla».
Continueremo a pagare 8 mila miliardi di lire l’anno, a mantenere 5 mila dipendenti ricchissimi del Quirinale, a pagare il presidente italiota dieci volte più del presidente francese, a pagare le autoblù e i consiglieri di zona che lo fanno di mestiere: 4 mila euro al mese, non li prenderebbero volentieri anche i giovani disoccupati o precari, magari con laurea in ingegneria?




Ma loro hanno commesso un errore: dovevano darsi alla «politica».
Studiare «teoria e pratica di Mastella».
Farsi assumere dalla più grande azienda italiota rimasta, quella delle burocrazie pubbliche e dei parassiti a spese dell’erario.
Difatti Prodi ha detto dopo il discorso di Montezemolo: «Si commenta da solo».
La tracotanza del gangster, di chi si sa intoccabile e protetto dal blocco di magistrati e sindacati.
Visco non si dimette, figurarsi.
E’ «efficace» nello spremere, per i bisogni insaziabili del blocco parassitario e privilegiato. L’esazione aumenterà.
Matrix non ne parlerà più.
Altri argomenti incalzano: nozze gay e simili, più urgenti, più concreti.
L’Unione Europea ha dato un ultimatum: ancora due mesi per decidere la TAV, o l’Italia perde i finanziamenti comunitari: Agnoletto esulta: «Basta resistere due mesi, e la TAV è morta!».
Fra venti o trent’anni, i figli e i nipoti tagliati fuori della modernizzazione, anzi dall’Europa, non sapranno nemmeno chi dovranno ringraziare.
Agnoletto è un medico pubblico e un partitante, fa parte anche lui del blocco parassitario e strangolatore.
A quell’ora sarà in pensione (anticipata).
Le due Italie si corrispondono: la tracotanza dei parassiti impunibili con la secessione minima dei gruppuscoli minoritari, ciascuno con la sua idea fissa e la sua rivendicazione locale o di cosca, che vuole immediatamente soddisfatta contro il bene generale, contro la collettività.
Gli uni e gli altri intendono la collettività come la tasca da spremere, la vacca da mungere, e l’asino da inceppare mentre tira la carretta, e in più da bastonare.
I tempi sono questi.




Tanto tristi, che si ricava qualche speranza da Sarkozy.
Il neocon filo-americano, il liberista salutato come quello che porterà la Francia nel liberismo globale, che accelererà il mercato comune euro-americano, in nome del mercato-mondo, ha parlato a Bruxelles con la voce della Francia di De Gaulle.
«L’Europa deve proteggere i suoi cittadini» non gettarli nel mercato-mondo, ha detto.
«La globalizzazione non può essere il cavallo di Troia dentro l’Europa. L’Europa deve prepararsi per la globalizzazione, non esservi trascinata».
Il Financial Times ha notato acido che queste frasi sono l’esatto contrario della «Europa aperta»
(a tutti i venti della competizione globale) auspicata da Barroso, il superburocrate.
Ma Sarkozy parla con la forza della legittimità che gli viene dal voto popolare e diretto, è questa la differenza.
Le sue dichiarazioni, si allarma il giornale della finanza britannica, «fanno prevedere che Sarkozy continuerà a perseguire il deciso atteggiamento francese in Europa, il che lo può porre in conflitto con tutti i fautori del libero mercato, compresa Angela Merkel».
«La appassionata difesa degli agricoltori francesi preoccupa i partner europei, che speravano un Sarkozy più flessibile di Chirac sui tagli ai sussidi agricoli. [Invece] il presidente francese ha criticato la Commissione per aver dato troppe concessioni alla liberalizzazione dell’agricoltura nei colloqui sul commercio mondiale. ‘E’ finita l’epoca della ingenuità’, ha detto. Ha aggiunto che non tollererà tagli agli aiuti ai contadini europei finchè le controparti USA beneficeranno di simili sussidi. Non svenderò l’agricoltura».
Insomma, per quanto neocon e mezzo ebreo, Sarkozy parla con la voce della Francia.
«Protezionismo», strilla il Financial Times.
«La fortezza Europa» di De Gaulle, teme ad alta voce Barroso, il servo delle potenze extra-europee che noi paghiamo e che non abbiamo votato.
Avere una nazione dietro, anziché un pullulare di secessionismi e privilegi indebiti, fa la differenza.
Avere un chiaro interesse nazionale da difendere, questo rende decisionisti; e non arbitrariamente, ma nel solco di una tradizione.
Di una patria.

Maurizio Blondet


dal sito http://www.effedieffe.com

24.5.07

Senza titolo 1852


 (...)

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!
ll'anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;     
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra. 

Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s'alcuna parte in te di pace gode.

(....)
  

divina Commedia  Purgatorio canto VI versi 76-86

Ma  mai  è possibile che  In Italia  anche le celebrazioni ufficiali ( oltre che  , al 90 % , vuote  e  retoriche ) devano essere   essere  sempre palestra  per  strumentalizzazioni politiche \ i
deologiche che spesso  ( ed  è questo il
 
caso  ) non c'entrano per nulla   con tali che spesso   non c'entrano per nulla   con tali  celebrazioni ufficiali e  o meno che siano  ?
In questi giorni  oltre  a  celebrare la strage di capaci  qui in sardegna si celebrava  la  persona di Emanuela Loi  un membro  dellla scorta , decapitata  nella strage di via d'Amelio, del giudice Borsellino  è successo  questo


dalla nuova sardegna  del 24\5\07

SASSARI.
A un certo punto Gianfranco Ganau e Alessandra Giudici si sono guardati negli occhi. Allibiti. Non c’è stato bisogno nemmeno di dire nulla, è bastato un rapido sguardo d’intesa. E adesso che si fa? Ci alziamo e ce ne andiamo, o continuamo a sentire questa roba qui? Sul palco, Daniele Sechi (nella foto sopra), segretario del sindacato di polizia (Sap), imperterrito continua a leggere le sue 9 pagine: «Ora va fatta giustizia dei tanti Caino che si sono riciclati in un Paese che dimentica troppo in fretta». L’allusione non è sottile: sono gli ex brigatisti arruolati come consulenti dal governo Prodi.

 E poi, giusto per non creare ambiguità, ecco i nomi e cognomi: «Susanna Ronconi, brigatista, già consulente del ministro Turco e oggi del ministro Ferrero. Franco Bonisoli, ergastolano, componente del commando di via Fani, dove venne trucidata la scorta di Aldo Moro, scontati 13 anni, ora è consulente del ministro Turco. E poi Sergio D’Elia, brigatista condannato a 30 anni per l’omicidio dell’agente di polizia Dionisi, dopo 12 anni riabilitato e oggi segretario della presidenza della Camera dei deputati. Se queste persone hanno avuto un’occasione di rifarsi una vita, ce ne sono altre alle quali è stata tolta per sempre. Prima di affidare incarichi istituzionali a chi ha commesso tali delitti gravi, i ministri dovrebbero riflettere due volte e pensare alle famiglie delle vittime». E allora giù con una lunga tirata sulle stragi delle Br.
 E’ la giornata del ricordo della «Strage di Capaci», quando quel lontano maggio di 15 anni fa saltarono in aria il giudice Giovanni Falcone, la moglie, gli uomini della scorta, e quell’aurea di invulnerabilità che lo Stato portava con sè. Il discorso di Sechi, ad ogni parola aggiunta, è lì lì per precipitare nell’incidente diplomatico. I rappresentanti di tutte le istituzioni sono seduti in prima fila, con la fascia tricolore, le divise, le stellette, i cappelli, e una faccia seria da commemorazione. Quando Daniele Sechi si avventura in un sentito rigraziamento per Beppe Pisanu, che da ex ministro dell’Interno del governo Berlusconi ha sostenuto l’iniziativa del Sap e promosso la giornata della memoria, nel piazzale della caserma La Marmora cala una coltre di imbarazzo e il termometro cala di dieci gradi. Infine la goccia che fa traboccare il vaso. Sechi, già incollato al microfono da diversi minuti, legge integralmente un intervento di Pisanu. Divora sino all’ultima riga. Conclude: «Firmato Beppe Pisanu, ministro dell’Interno». E’ troppo. Gianfranco Ganau non crede alle sue orecchie, gli occhiali neri di Alessandra Giudici celano una brutta perturbazione. Stanno per alzarsi e andare via. Il Prefetto di Sassari Salvatore Gullotta con una mano sul braccio della Giudici salva in extremis una cerimonia ormai in caduta libera. Il presidente della Provincia si accomoda nuovamente. Dice: «E’ inacettabile che una manifestazione come questa sia strumentalizzata in chiave elettorale e propagantistica. E’ stato associato un colore politico alla illegalità e un altro a chi la combatte». Il sindaco invece non ha tanta voglia di gettare benzina sul fuoco. Dice: «Queste commemorazioni sono fatte per unire anche gli schieramenti più lontani. Un’attenzione particolare e una doverosa sensibilità mi sarei aspettato da chi questa cerimonia l’ha organizzata». Il segretario del Sap forse è andato oltre le sue intenzioni. Dice: «Sono stato frainteso, di certo non volevo attaccare il Governo Prodi. Il mio non era un discorso politico, ho parlato di una legge sbagliata, da rivedere, che non rispetta la memoria delle vittime. Tutto ciò che ho detto è agli atti parlamentari. Provate a digitare su Google: “Susanna Ronconi-ministro Turco-incarico”. Vedrete cosa vien fuori». Due link sono dell’Osservatoriodroga, il terzo è Destraforever.



 

Senza titolo 1851



Tutte le volte che sentirai la disperazione dell’anima
e continuerai a sorridere
e a parlare agli altri di speranza;
tutte le volte che sentirai la morte dell’anima
e continuerai a sorridere
e a parlare agli altri di amore
e ad amare concretamente;
tutte le volte che avrai l’anima piombata nel buio più assoluto
e continuerai a sorridere
e a parlare agli altri di luce;
ti sembrerà di fare una commedia,
di non essere nella verità.
Ricordati:
quella è la Commedia Divina,
è la logica del dono autentico!
E’ essere con Gesù sulla Croce!

23.5.07

Senza titolo 1850

Il 18 maggio si svolta a tempio la “ tappa “ Gallurese della presentazione del libro pornoromantica di Carolina cutolo ( per chi è interessato può  vedere qui  su questo blog   l'intervista fattagli  ) .
Purtroppo le aspettative di Giuseppe Pulina espresse in un buon articolo sulla pagina locale della nuova Sardegna del 16\5\07 : <<
Si tratta di un appuntamento molto atteso da quella categoria di lettori che ha seguito con
curiosità,contribuendo probabilmente anche a determinarlo, il successo  di una giovane scrittrice che, passando con grande disinvoltura dal blog all’editoria cartacea, è oggi una delle autrici del momento. Merito anche di alcune trasmissioni televisive che ne hanno ulteriormente amplificato il nome, oltre che del fiuto e delle strategie promozionali di una casa editrice, la Fazi di Roma, che, guarda caso, è la stessa che ha fatto soldi a palanche con il primo romanzo di Melissa.P. e che ha recentemente inserito nei propri cataloghi anche Isabella Santacroce  (..) >> Sono andate deluse in quanto non c'era il pienone come per Melissa p forse perchè lei è stato un fenomeno mediatico ma forse perchè in una città chiusa si scambia sesso ironico con pornografia . Infatti  ,la lettera di Massimo Dessena manda per presentare gli autori  stavolta ha  fatto flop  :



<<





(...)  Siete tutti invitati a partecipare. Proprio tutti !
... stavolta non è stato per niente facile perchè,per mettere in pratica il compito per casa assegnato alle femminucce, innanzitutto avrei dovuto  trovare un maschio da trombare, che non è cosa che si possa o si riesca a fare solo perchè ce l'ha ordinato il medico. Allora ho pensato che con qualcuno con cui lo hai già fatto c'è sempre una chance in più e mi sonno  messa a setacciare la rubrica in cerca di maschi con cui ho trombato, selezionando quelli che in effetti mi baciavano poco o si lamentavano delle coccole post-coito. Non è stato facile, perchè nel frattempo, tra quelli che si sono fidanzati, quelli che non mi ritromberei neanche col fucile puntato, e quelli che non mi si ritromberebbero neanche sotto minaccia di evirazione, ne è rimasto solo uno di cui non avevo notizie aggiornate e tali da escluderlo a priori, e allora ho preso il telefono e l'ho chiamato speramdo di rintracciarlo al vecchio numero di casa dei suoi genitori ...



>>






ha scoraggiato i probabili spettatori quelli che  nele piccole cittadine sono più chiusi o accettano passivamente  e acriticamente quello che passa il convento  ( vedi  melissa p  , forse perchè è andata da Vespa e da Costanzo )  come dice il prof di Lettere della mia facoltà Aldo Maria Morace ( quello  con cui devo dare  il secondo esame di letteratura  italiana ) : <<  i fautori del nuovo  sono in realtà  i conformisti dela trasgressione senza effetti >>  . I quali avranno  creduto da quello stralcio di brano  messo mnell'email  di segnalazione che Massimo  manda  per segnalare \ ricordare  la presentazione d'autori  che fosse  un romanzo Hard tanto che l'autrice ha detto : << meglio pochi ma buoni >> infatti , meno siamo meglio stiamo come diceva in una recente  trasmissione tv   Enzo Arbore .
Ma tutto sommato nonostante  l'introduzione del logorroico ,ma bravo e colto " filosofo  e scrittore " daniele Carbini ( qui una recensione  su di lui e sotto  a destra una foto  con l'autrice  ) ) presentatore della serata , abbia  bruciato ma non importa  molte possibili
domande del pubblico, comprese [ SIC ] alcune del sottoscritto, è andata molto bene   visto che è stata  40-45 minuti firmando autografi e dediche  . E come dice  l'autrice sul suo blog  : <<  (....) in soli due giorni mi sono affezionata a queste persone come non mi sarei aspettata e ho sviluppato una gran voglia di tornare a trovarli il più presto possibile: se esiste il mal d'Africa vi comunico che esiste anche il MAL DI TEMPIO PAUSANIA!!! Tempio è anche la cittadina scelta da Fabrizio de Andrè per costruire la casa in cui ha vissuto in Sardegna, e la cosa non mi stupisce affatto: gente deliziosa con grande senso dell'umorismo e capace di un'ospitalità commovente e per nulla ostentata. In particolare mi riferisco a Massimo della libreria Max88 e ai suoi amici, Barbara (poche volte come in lei ho visto coincidere bellezza, grazia e intelligenza), Daniele, lo scrittore di Tempio che mi ha presentata facendo ridere tutti e usando parole bellissime, Giuseppe, un ragazzo che mi ha fatto un sacco di foto tra cui quella che vedete qui a fianco e che mi seguiva sul blog da tempo, ma anche Pierpaolo, il proprietario del locale in cui ho presentato il libro, dove abbiamo cenato divinamente e con il quale ci siamo messi a suonare a fine serata alternando stornelli romani a canzoni sarde e pezzi storici di De Andrè, con una naturalezza da vecchi amici che mi ha toccata profondamente. Insomma, Tempio Pausania è stata la cittadina del tour che ho lasciato con più tristezza di partire, non me ne sarei andata più!!  continua qui >>



Comunque potendo parlare prima della presentazione ( o vantaggi dell'arrivare in anticipo alle presentazioni )






e andando a cena ( vantaggio di conoscere il libraio ) ho avuto conferma , nonostante abbia letto solo parzialmente il libro ma mi prometto di leggerlo dopo l'esame di letteratura itraliana II perchè seguendo  il suo  ( passivamentecioè senza intervenire  e solo parzialmente attivamente intervenendo sporadicamente ) il suo blog , sapevo dove andava a parare , nonostante le modifiche apportate ai post che trattava nel blog , e che poi ha messo  nel libro  che conferma in pieno la seconda parte : << Tutto questo sino a quando non le è venuta l’idea di tenere in rete un corso di sesso per corrispondenza, proponendosi, molto per gioco e un pò per slancio ideale, come una piccola liberatrice dalle sessuofobie e dalle mille inibizioni che opprimerebbero l’eros italico. Un blog nato, quindi, per combattere pregiudizi e sublimare fantasie, ridicolizzare paure e luoghi comuni e, di tanto in tanto, provare a ridere di quel che si dice.Se queste è la ricetta, viene facile a spiegarne il successo, testimoniato anche dalle centinaia di migliaia di accessi che il blog ha fatto registrare in pochi mesi: centomila contatti nel corso del primo anno, sei volte tanto aperto nel 2003  oggi.Il blog della scrittrice si è trasformato in libro, diventando inevitabilmente un caso letterario e c’è chi vede nel “pornoromanticismo” dell’autrice quasi un indirizzo di pensiero da seguire. >> dell'articolo di Pulina e che Carolina sia una ragazza senza peli sulla lingua una che ha il coraggio di dire quello che pensa e mettersi in gioco . inoltre dal quel che ho potuto constatare durante e dopo la cena è ; 1) una ragazza colta in ambito letterario e non solo ; 2) ironica ; 3) che scrivere delle belle canzoni che secondo indiscrezioni riportate anche nell'articolo citato : << ( .... ) Viene difficile però immaginare che venerdì e sabato si parli solo di letteratura e costume, o di musica, visto che Pasquale Panella, che ha scritto gli ultimi cinque album di Lucio Battisti, sta lavorando sui testi della pornoromantica Cutolo. >> ma né confermate né smentite dall'autrice . 4) se la cava con la chittarra come dimostra questa foto scattata  dopo  cena





per finire è un'ottima  compagna di viaggio peccato che sia esterna ( cioè non iscritta al blog ) ma d'altronde non i può avere tutto dalla vita .
Speriamo di rincontrarla presto al prossimo libro .



Senza titolo 1849

la zattera della medusa


 


Indomiti


peccatori


affondano tra il


pelago e l'onde


quasi la zattera


battesse gli


occhi fino


all'ombre l'ira


gorgona non


ha fonte è una


quiete indenne


dell'orizzonte


un continuo


perpetuo senz'amore


che accarezza


le anime per


portarle a fondo


è gene e nutrice


della malbragia


lenitrice eppure


quieta i sogni


con coperte di


morte quasi


astemie d'ogni


forza di volontà


oltre Oceano e


Teti Poseidone e


Tritone fin quando


quasi sirena


stordisce con la


voce e si


fa galleggiante


croce in una gossa


in mezzo al


mare

Senza titolo 1848

ACROBAT READER ADDIO!


    Avete presente quel senso di panico che vi prende ogni volta che mi accingete ad aprire un file pdf, e il vostro pc inizia a ringhiare e a scarburare nel tentativo, non sempre coronato da successo, di avviare Acrobat Reader della fantomatica Adobe?
    Ecco, da oggi potete dire addio a questo insulso programma che vi spiattella ogni volta davanti a velocità smodata tutti i milioni di brevetti a cui è sottoposto, che vi occupa minimo 50 mega di hard disk, una badilata di ram e che non di rado vi pianta il computer.
    Per prima cosa andate a disinstallare Acrobat (risorse del computer/pannello di controllo/installazioni applicazioni ecc. ecc) e poi andate QUI e scaricatevi gratuitamente il mitico FOXIT READER che in un istante vi apre e vi legge qualsiasi file pdf e vi occupa solo 3 mega di hard disk e vi snellisce il carico del la memoria del pc. Inoltre potete scaricare anche la versione per la modifica e la creazione di pdf, cosa che la Adobe vi chiede un occhio della testa per darvela.
    Su su, diamo voce e fiato e spinta all'open source :)



   

22.5.07

Senza titolo 1847

Grazie STUDIO APERTO .. come faremmo senza di te



Questo è il video (tratto da scuolazoo) che ieri studio aperto ha mandato in onda dicendo che una ragazza a scuola sniffava cocaina... vedetelo e vedrete che per l'ennesima volta questo fantastico tg ha detto una cazzata!!! Questi ragazzi, infatti, fanno vedere all'inizio del filmato che la coca non centra niente... è solo creatina! Certo, sniffare creatina è comunque una cazzata ma è solo una goliardata  e niente più! Poi  ci si lamenta  dell'allarme  bullismo  .


Senza titolo 1846

PIANO SICUREZZA DEL MINISTRO AMATO
Un passo indietro sul terreno dei diritti, dell’inclusione e della lotta alla discriminazione

Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci

Il piano sicurezza del Ministro degli Interni, Giuliano Amato, ci sembra un segnale preoccupante, perché il governo rischia di intraprendere la strada della persecuzione e della criminalizzazione dei migranti e dei rom.

Facendo leva sulla ormai abusata retorica della sicurezza, si vogliono creare nuovi spazi di esclusione, ricorrendo all’abusata e ingiusta sovrapposizione tra immigrazione e problemi di ordine pubblico. Una rappresentazione distorta che rischia di rendere ancora più difficile la vita agli stranieri e di consolidare la percezione negativa nei loro confronti.

E’ ovvio che la sicurezza, come la legalità, siano problemi reali e necessitino di una risposta adeguata, anche con mezzi straordinari se occorre, ma un provvedimento come quello che andrà al varo domani con la firma del Ministro, e che prevede vigilanza dei campi rom e attribuzione di poteri straordinari ai Prefetti, serve solo ad alimentare l’isteria che identifica lo straniero come criminale.

Se di lotta alla criminalità si tratta, si intervenga allora in maniera più efficace sul disagio urbano, sull’esclusione sociale e sulla discriminazione, le piaghe su cui la criminalità prospera e recluta la sua manodopera.

Le prime vittime dei criminali nelle aree di disagio urbano, come dimostrano le statistiche, sono proprio stranieri e rom e bisognerebbe proteggerli anziché criminalizzarli.

Una risposta alla richiesta di più sicurezza della popolazione va trovata sul piano culturale con misure specifiche di costruzione di relazioni locali e interventi di prossimità, attraverso momenti di incontro e di dialogo, non indicando facili capri espiatori.

Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per quella che sembra essere una risposta repressiva alla domanda di diritti della la fascia più debole della popolazione. I problemi sociali vanno affrontati con le giuste riforme legislative (ed il ddl Amato/Ferrero, nel suo percorso di consultazione, sembra averne tutti i requisiti), con un impegno forte e inclusivo che parli di accesso alla casa, al sistema sanitario, alla scuola.

Le soluzioni dei tanti problemi delle comunità locali, compresa la localizzazione e il degrado di molti campi rom, vanno costruite con le istituzioni, i soggetti sociali e le associazioni che operano sul territorio, dando la parola ai diretti interessati. L’attribuzione di poteri speciali ai Prefetti verrebbe letta anche da noi, come una scelta che esclude la partecipazione e il protagonismo sul territorio.

Bisogna trovare risposte equilibrate, che rispettino le esigenze e i diritti di tutti.

Roma, 17 maggio 2007

Senza titolo 1845

Mi hanno girato questa segnalazione, ma non era una  novita  in quanto  su splinder  circola  di tutto e  viene rimosso solo ed esclusivamente  quando c'è  una denuncia alla magistratura  o se per caso  splinder interviene   .
Quindi per  questo  che  ho  deciso   di accettare  quello  che   c'è  scritto in questa  catena  : <<

Invia anche tu quest'email a: redazione@splinder.com
Falla inviare a tutti i tuoi amici!
________________________________
Gentile Redazione di Splinder

senza dilungarmi troppo segnalo un blog che viola la dignità umanaed  il rispetto : http://forzadestra.splinder.com/ econe  un esempio

.......un bastardo zingaro Rom,ubriaco,ha falciato col suo furgone,ed ucciso 4 ragazzi con età dai 16 ai 18 anni!
QUESTO è PERCHè SI PERMETTE A CERTA GENTE DI GIRARE LIBERAMENTE!
LURIDO PORCO!//
rom1


via la spazzatura

*VIA I ROM°°°




Questo utente produce materiale raziale e scade in offese molto pesanti.

Senza iniziare a fare una lista di leggi che tutelano le comunità estere chiedo che questo utente paghi la giusta sanzione ovvero chiedere allo stesso di modificare questo suo scritto il quale se non verrà modificato produrrà un allontamamento temporaneo da Splinder.com Spero che questa richiesta sarà presa in considerazione entro le 48 ore.


Ringrazio della cortese attenzione.
Attendo riscontro.

Senza titolo 1844

dove sei


andata tu


si chiudono gli


occhi


t'accarezzo fredda


e mi scosti


sputo sulla


cenere gemme


oscure rotolano


in mezzo aspetto


la neve quasi


grezzo ma non


torni a scaldarmi


il cuore ecco le


finestre preludio


dei balconi mentre


passi


aspiri ogni mio


anelito d'alma e


vita mi sgretolo


e rantolo tra il geranio


ed il cipresso se solo


potessi


divorerei le tue


ali di farfalla


se solo potessi ti


rapirei per smettere


d'ingannarti ma a


cosa servono i sogni


se non posso amarti?

La marcia di Barbiana

                                          La marcia di Barbiana





Come ogni anno, ormai da qualche anno, anche ieri, 20 maggio 2007, da Vicchio (FI) è partita la marcia per Barbiana, la frazione resa famosa dal Priore, Don Lorenzo Milani, che lì aveva aperto una scuola per i più poveri e che morì proprio quaranta anni fa.
Recarsi a Barbiana vuol dire capire molte cose, che sfuggono alla lettura dei libri, sia quelli scritti da altri e che riguardano il coraggioso sacerdote di Barbiana, sia quelli scritti dallo stesso Don Lorenzo.
L'esperienza umana, cristiana e pedagogica del Priore ha notevoli sfaccettature, che di rado vengono colte tutte assieme e che non infrequentemente vengono utilizzate e strumentalizzate per giustificare posizioni che poco hanno a vedere con Don Lorenzo.
All' evento di ieri, qualcuno riluttante, qualcuno commosso, qualcuno compiaciuto... hanno partecipato pure gli alunni di Don Milani. Io ho avuto la fortuna di incontrarne alcuni. Nevio Santini, ad esempio, poco d'accordo con la marcia e forse anche con la strumentalizzazione che a volte si fa del pensiero del suo Maestro. Michele Gesualdi che con piglio compiaciuto ha spiegato ai ragazzi in visita, come loro costruirono i tavoli della scuola, il cannocchiale, le cartine geografiche...Ma l'incontro per me più emozionante è stato con Fiorella Tagliaferri. Lei non è stata un'alunna di Don Milani in senso tradizionale. Lei era una bambina ed il padre non la lasciava andare nella scuola, in cui si recava già il fratello Giancarlo. Allora il Priore, che non aveva altro modo per istruirla, la tratteneva un po' dopo la Messa domenicale per insegnarle qualche cosa. " Per me il Priore è stato più di un padre" dice Fiorella "qui  Don Lorenzo ci dava l'olio di fegato di merluzzo" prosegue ed indica il pergolato di fronte alla porta della scuola... Fiorella è una bella signora e racconta commossa di quando don Lorenzo li portò a Roma in visita da Giovanni XXIII e di come furono ospiti di Indro Montanelli; di quando andarono alla Camera dei deputati, di cosa facesse il Priore affinché potessero apprendere meglio le lingue.....
A Barbiana ho scoperto che don Lorenzo aveva fatto togliere il crocifisso dall'aula della scuola, per far andare lì anche i figli dei comunisti ( se c'era il crocifisso i genitori non li avrebbero mandati) e perché il suo insegnamento era slegato da qualsiasi credo religioso e politico. Don Milani credeva solo nella forza dell' istruzione per qualsiasi riscatto.
Credo anch'io che la diffusione dell' istruzione sia fondamentale per giungere a colmare il divario tra i ricchi ed i poveri.  Oramai a quaranta anni dalla morte del Priore di Barbiana mi pare importante che il messaggio milaniano sia raccolto e portato avanti anche a livello mondiale.


Le altre  foto della marcia di Barbiana: 



DON LORENZO MILANI E LA SCUOLA DELLE GRIGLIE

l 26 giugno del 1947 moriva il Priore di Barbiana, Don Lorenzo Milani. Pochi giorni prima era stata pubblicata "Lettera a una professoressa" il testo che il sacerdote aveva scritto coi ragazzi della sua scuola e che era destinato a scuotere le coscienze dal profondo e a rendere famoso il suo autore.




Il messaggio del Priore di Barbiana, che, in fondo,  non era che l' autentico messaggio cristiano, scandalizzò molti quando apparve e, per certi versi, continua a scandalizzare ancora, perché un messaggio quando è autentico è sempre scandaloso e scuote dal profondo, toccando e facendo vibrare corde nascoste. Scevro da pregiudizi, da imposizioni e da usanze, il sacerdote-maestro a Barbiana aveva osato  mirare alla parte buona  dell'uomo, che indubbiamente esiste, ponendosi come obiettivo quello di svilupparla, a dispetto dei poteri costituiti, che invece hanno avuto e, purtroppo sembra che abbiano ancora troppo spesso, tutto l'interesse a svilirla.



Don Milani è stato un innovatore, ma nello stesso è stato uno di quei personaggi fuori dal tempo, destinati  a dire cose sempre attuali. Non ci si può meravigliare, dunque, se il messaggio del  Priore di Barbiana colpisce  ancora oggi nel profondo. Tutto è cambiato nella società e nella scuola di oggi, rispetto a quarant'anni fa, eppure tutto è rimasto troppo uguale. Cambiare tutto per non cambiare niente, si diceva a Barbiana. Anche se molte cose di Don Milani sembra siano state raccolte e fatte proprie dalle istituzioni scolastiche, in effetti, ciò che era fondamentale nell'opera del sacerdote di Barbiana, è stato troppo spesso misconosciuto, e, anche quelle provocazioni che di Don Milani sembrano essere state raccolte, in effetti, sono state ingabbiate in contesti e in strutture che troppo spesso non lavorano per l'uomo e per la sua parte buona.



Non credo che sia ininfluente il fatto che nella scuola di Barbiana non ci fossero tante cose. Nella sede mancavano libri e lavagne, non c'erano banchi... e questo poteva essere dovuto all' assenza di risorse economiche, ma non c'erano neanche feste e domeniche, si era liberi anche da quelle regole laiche ed ecclesiastiche, che obbligherebbero a non lavorare nei giorni festivi. L'uomo autentico, quando è veramente se stesso non ha bisogno di vacanza, non fa festa, non abdica alla sua missione, trasforma le pause in respiro creativo e in otium.



Oggi, a quarant'anni dalla morte di Don Milani, se la scuola italiana è, da un lato, abbastanza attenta a considerare i livelli di partenza di ciascuno, di fatto  è, da un altro lato, ben lungi dall'essere la scuola di tutti e di ciascuno, e rischia fortemente di essere la scuola del niente. La scuola dei saperi, del POF, dei debiti e dei crediti, degli obiettivi traversali e disciplinari, delle verifiche formative e sommative....in Italia è oramai un'istituzione troppo rigida, che rischia di sacrificare l'originalità di ciascuno, la creatività, la fantasia....nello spreco delle energie migliori.  Una scuola che parla didattichese e scolastichese, che si preoccupa troppo delle apparenze per poter vendere ed avere  più utenza, è una scuola che ha abdicato al suo compito per sposare le leggi del mercato, e che tende, purtroppo, a far dimenticare l'incontro umano, mentre le cose che veramente servono, per vivere bene ed in modo costruttivo per se stessi e per gli altri nell'età contemporanea, chi può, chi è fortunato, le impara altrove. Dalla scuola della centralità dell'insegnante o del programma, stiamo passando alla scuola del didattichese, in cui i moduli, le unità, gli obiettivi scopiazzati la fanno da padrone, anche se, per fortuna, molti insegnanti, ancora, non hanno dimenticato di essere persone e di avere a che fare con delle persone e cercano, a volte strenuamente,  di difendersi, come possono, dall' invadenza di una certa pedagogia, da cui anche Don Milani, certamente, si sarebbe tenuto lontano. "Chi insegna pedagogia all'Università, i ragazzi non ha bisogno di guardarli. Li sa tutti a mente come noi si sa le tabelline" si diceva a Barbiana.  Oggi troppi mestieranti della scuola, che in contatto con gli alunni o non ci sono stati o ci sono stati troppo poco, sono al servizio di nuovi feudi economici, consapevolmente o no, e dirottano con troppa prepotenza nella scuola le loro teorie. Il rischio è che, queste teorie, poi, acquistino un'ingiusta centralità a scapito di altro, determinando l'impossibilità di un  autentico incontro, in un' istituzione in cui si è gli uni accanto agli altri, ma si è soli,  il maestro non sa niente del discepolo e il discepolo non sa niente del maestro,  il prof. A è completamente all'oscuro di ciò che capita al prof. B, pur condividendo lo stesso edificio. Se al centro di processi scolastici ci sono troppo i programmi, i moduli, le unità, gli obiettivi, il POF, i progetti scopiazzati, le griglie coi i loro altisonanti descrittori ed indicatori...si rischia di spendere le energie migliori per star dietro a queste cose, lavorando soprattutto per confezionare un prodotto da vendere, qualcosa di fumoso, utile per distrarre chi lo confeziona e chi lo acquista, ma del tutto inutile, mentre si resta chiusi ed imprigionati, ciascuno nei reticolati di pertinenza. Gli alunni incastrati nei loro studi, nelle loro verifiche, nella loro routine, che porta ad andare a scuola troppo per il voto e per  il diploma e troppo poco per imparare, dimenticano di pensare, a volte anche nella consapevolezza che la scuola è un parcheggio, che non dà ciò che serve, mentre nei feudi contemporanei si entra NON per merito, ma per altri requisiti meno nobili. I professori, dall' altro canto, sono, anche loro, irretiti dai moduli e dalle griglie, in una condizione che lascia sopravvire stancamente, dirottando le energie verso le scartoffie e spronando a mancare a quell'incontro umano,  punto di partenza per ogni promozione e  ogni crescita sociale. La scuola, in questo modo, come la società, rischia di trasformarsi in un luogo di chiacchiere, in una cattiva fucina, in cui una manovalanza burattina si muove, sta insieme e nel medesimo tempo costringe i suoi componenti ad essere soli, facendo il gioco di chi ha interesse a coltivare certe parcellizzazioni, che hanno la parvenza di comunità, che masticano a iosa termini quali "democrazia" e "libertà", in un controllo delle coscienze non avvertito, ma esistente e reale, mentre si passa il tempo a scannarsi, in una guerra tra poveri, su una griglia o su un indicatore,  su un voto o su un compito, per un diploma di poco valore. Quello della scuola è un meccanismo che rispecchia la società intera, in un contesto che spinge verso l'omologazione, verso un' uniformazione che certamente non è neutrale. L'uomo omologato, che ha perduto ogni originalità, che non pensa, è pronto per essere un consumatore e per fare il gioco dei gruppi economici, degli abitanti dei castelli del nuovo feudalesimo, che portano avanti la sperequazione tra i pochi privilegiati e i molti omologati e diseredati, i primi da illudere con parvenze di democrazia e libertà,  i secondi  sempre più poveri e disperati, in una società, in una scuola, che sono ben lontane dall'essere per tutti e per ciascuno.

21.5.07

Deus ex marketing

Mi diverte sapere che qualcuno sta progettando il nostro comportamento futuro.


Un tempo, questo era l’attributo principale di Dio,  ora è passato agli uomini marketing.


Ma, come angeli decaduti, anch’essi vengono espulsi dall’olimpo dei fringe benefits, se le loro decisioni non sortiscono l’effetto previsto. Bello, allora, al supermarket, fingere di allungare la mano per prendere il prodotto più pubblicizzato, spostandola, dopo una frazione di secondo,  verso l’alternativa più economica; possibilmente anonima. Questo semplice gesto provocherà le dimissioni di un intero team di esperti. Oh, gaudio supremo. Sarete forse curiosi di sapere cos’è un fringe benefits. E’ il vantaggio dovuto al rango. L’auto aziendale di lusso è un fringe benefit, le vacanze pagate a Malindi, le tessere di associazioni prestigiose e club sportivi. Tutto gratis, e veramente gratis, non come gli omaggi pieni di imboscate che invece regalano a noi. Però… però. Possiamo sempre spostare la mano, da una confezione all’altra.

Senza titolo 1843

Bush definisce le zone di guerra nel mondo, si vede che non ha fatto il soldato, che non ha letto Hemingway  delle "Verdi colline d'Africa", che non ha competenze sulle zone erogene del corpo se si riscalda tanto solo a ciò che gli sfugge: la vittoria!


PS.I fascistelli del governo italiano si accodano al suo richiamo

Senza titolo 1842

finalmente   dopo tante angherie   da  parte degli Usa   l'italia  si prende una bella  rivincita 



VALENCIA - Luna Rossa torna in finale con un capitano napoletano: Francesco De Angelis. L’obiettivo minimo è raggiunto. Con James Spithill al timone la barca di Patrizio Bertelli straccia Bmw Oracle: è di 5-1 il verdetto definitivo.E per la prima volta gli americani sono fuori dai giochi. Negli oltre 150 anni di storia della ‘brocca’ piu’ famosa del mondo non era mai successo. Per Bmw Oracle, che aveva il budget più grande e si sentiva la barca da battere, è delusione pesantissima. La finale della Louis Vuitton, per non parlare della sfida con Alinghi per la Coppa America, gli americani la vedranno in tv.

Intervista a Ivan Scalfarotto

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Penso che la prima cosa che ti chiederò sia di farci una tua breve autobiografia. Sei piombato dal nulla nelle Primarie, hai provato a diventare Presidente del Consiglio, ma noi a malapena sappiamo il tuo nome e cognome. Chi è Ivan Scalfarotto?

Sono un cittadino. Uno che si fa fatica magari ad inquadrare nell’iconografia tradizionale del nostro paese, ma che in fondo rappresenta bene un’Italia che si vede poco eppure c’è. Comunque, tratti salienti: 41 anni, dirigente di una banca straniera, nato e vissuto in Italia fino a quando non ho accettato la sfida di un trasferimento all’estero quattro anni fa, convivo con il mio compagno, ho un gatto.

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20.5.07

Senza titolo 1841

L'allarme terrorismo dei fgruppi eversivi di sinistra   essite  è negarlo significa  fare come  lo struzzo  che nasconde la testa sotto la  sabbia  . Ma  quello che non capisco  e più  m'indigna  è il fatto  che qualunbque  governo al potere ( destra o sinistra )  si negano o si sottovalutino le  vigliacche  aggressioni  e  devastazioni di   sottoculture fasciste, razziste, omofobe e sessiste
  e media (  salvo pochi  ) s'accodano dandone solo  flash d'agenzie    e  poche righe in cronaca come questo caso











Bruciata lapide di Valerio Verbano Giovane di Autonomia Operaia ucciso 27 anni fa dai Nar (ANSA) - ROMA, 19 MAG - Bruciata a Roma nel quartiere Montesacro la lapide, la corona di fiori e la bandiera che ricordano l'uccisione di Valerio Verbano. E' il giovane militante di Autonomia operaia, che 27 anni fa, fu ucciso, all'eta' di 18 anni, da un commando dei Nar, che lo attese nella sua abitazione, dove aveva immobilizzato i suoi genitori. A scoprirlo e' stata la mamma di Valerio, che oggi ha 83 anni e non ha ancora perso la speranza che gli assassini di suo figlio possano essere scoperti.














20.05.07 - Rovigo:aggressione omofoba, 11 denunciati Nuovo, brutale, caso di bullismo antiomosessuale. Stavolta, dopo lo scherno e gli insulti, si è passati alla violenza fisica tanto che i carabinieri di Rovigo, a conclusione delle indagini hanno denunciato undici ragazzi per le violenze ai danni di un coetaneo


20.05.07 - Bologna: aggressioni e molestie all'Università “Spintonata e palpeggiata da un gruppo di Student Office” L’episodio denunciato alla polizia,è avvenuto dopo un diverbio al termine delle elezioni per l’ateneo.


20.05.07 - Trieste: aggressione fascista Nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 maggio il presidio permanente per il diritto alla casa in piazza a Trieste è stato violentemente attaccato da una squadraccia fascista.Facciamo appello a tutt* coloro le/i quali hanno a cuore la libertà e la giustizia sociale a non sottovalutare l’episodio della notte scorsa e a vigilare contro ogni tentativo di impedire l’agibilità sociale e politica delle famiglie in lotta a Trieste.


19.05.07 - Roma, fuoco alla lapide di Verbano Fuoco alla lapide che ricorda Valerio Verbano, il diciottenne militante di Autonomia operaia, che 27 anni fa, fu ucciso da un commando dei Nar


elenco  sempre in continuo aggiornamento di  www.ecn.org/antifa/

Inoltre  s'ignorano  sia le  reazioni  come la destavazione  per  fortuna  senza  danni allle persone di una sede  romana  del gruppo  xenofobo  forza nuova  o  il " mal di pancia  proveniente  dal movimento  ancora pacifiche  come dimostra  questo comunicato di un gruppo di sinistra  pne  e rose  qui il testo
Cosa  voglionoi che si ritorni agli  anni 70\80  con i morti da  ambo le parti ?  fra cui  anche  gente che non c'entrava niente  ?

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La balena ?










domenica, maggio 20

 




Il Popolo che c'è
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Family Day


Allora, il popolo della famiglia c’è. C’è anche il popolo cristiano. Non è possibile che tanta gente frequenti le Chiese di domenica, le invada al colmo per le prime comunioni dei ragazzi o per il funerale di una giovane mamma, e poi tutti insieme spariscano di colpo risucchiati dalle invettive dei presentatori televisivi o dai proclami degli imbonitori politici. C’è tanta gente che non solo crede alla famiglia, ma vive la splendida gioia dell’amore tra marito e moglie e figli. I genitori con bambini che hanno avuto l’ardire di viaggiar di notte o di prima mattina per andare a occupare tutti gli spazi di piazza San Giovanni a Roma, non erano controllati dai politici né si sono lasciati manovrare da giornali e tv.


E’ un livello interessantissimo della questione: il popolo cristiano si presenta vivo non soltanto nelle assemblee liturgiche, nei convegni ecclesiali dei rappresentanti degli organismi pastorali, nei grandi raduni dei giovani cattolici, nei santuari famosi  e nelle processioni del patrono o nelle devozioni popolari; il grande raduno a Roma di sabato 12 maggio ha mostrato che questo popolo sa esprimersi anche in manifestazioni pubbliche, presentandosi nella bellezza della vita e nei problemi, nei bisogni, nelle richieste. C’è dunque il popolo cristiano - e con esso altra gente che cristiana non è - e vive di lavoro, di famiglia, di gioie e dolori, di figli che crescono e portano soddisfazione e fatiche.


E’ dunque possibile non sottostare al ricatto dei politici che ci vogliono necessariamente di destra o di sinistra. E’ possibile raccontare anche in piazza che le esigenze primarie delle persone non sono quelle di rincorrere improbabili matrimoni contro natura, o di aggiustare i diritti di chi ha già tutti gli strumenti per garantirsi qualsiasi tipo di unione, ma le esigenze primarie sono quelle di dare la possibilità a un ragazzo e una ragazza che vogliono sposarsi, di avere una casa e un lavoro che glielo permettano; a un marito e a una moglie, di mantenere due figli o quattro o sei o quanti gli aggrada; di sperare in un futuro nonostante i malanni della salute o l’incombere dell’età anziana.


Io non so da chi sia partita l’idea del family day. Se è partita dai vescovi, è un ulteriore segno che ci si può fidare dei nostri pastori non solo come maestri di fede ma anche come guide del popolo di Dio; se è partita da laici cristiani, significa che spunta un laicato capace di andare oltre le scelte di sagrestia. Comunque, è un buon segnale. Quando noi preti diremo dal pulpito che la fede si gioca nella vita e porta conseguenze in famiglia e nella società, non avremo davanti soltanto le belle testimonianze delle famigliole che ci vivono accanto, ma l’esempio clamoroso di un popolo cristiano che c’è e che vuole vivere. Amen.


Don Angelo Busetto.


dal blog: giona.splinder.com