8.6.08

ecco perchè dico no al nuclare

dopo  aver letto questo articolo questo  articolo del settimanale di Massimo Serafini e Gabriele Trama left  del 30\5\2008  si è rafforzata in me la conenzione del no al nucleare




Nucleare killer


Contro il malaffare dell’atomo, favorito da stampa e Vaticano, bisogna essere molto intelligenti. Contro le ambiguità del centrosinistra e gli appetiti della destra occorre una nuova informazione. E lavoro per migliaia di giovani ricercatori


A pochi giorni dalla presentazione da parte del ministro Claudio Scajola del piano per il ritorno del nucleare in Italia, si è già spenta sui giornali l’eco della discussione e delle dichiarazioni dei vari esperti.
Ma noi, anche se a distanza di poche settimane dal nostro articolo sui rischi del nucleare, vogliamo ritornare sull’argomento delle centrali che sfruttano l’energia dalla scissione dell’atomo, perché riteniamo importante mantenere viva l’attenzione su un tema che ha risvolti sempre più inquietanti. Il piano del nuovo ministro delle Infrastrutture è già stato benedetto dalla neopresidente di Confindustria Marcegaglia e dal Vaticano, vero governo ombra e neanche tanto, e approvato dall’ambientalista Veltroni, con buona pace del responsabile dell’Ambiente del suo partito, Ermete Realacci, unica flebile voce contraria. È chiaro che non intendiamo ritornare a parlare degli aspetti tecnici delle centrali di tale tipo e dei rischi connessi al loro impiego. Vogliamo invece soffermarci su altri aspetti, forse anche più pericolosi per la libertà e la democrazia del nostro Paese. Ci riferiamo al cosiddetto primo livello del piano, ovvero il nuovo quadro normativo che prevede la modifica del titolo V della Costituzione, che ripartisce le competenze fra Stato ed enti locali, alla faccia del federalismo di Bossi, per centralizzare le scelte strategiche al livello più alto, cioè Parlamento e governo.
Tradotto in termini più semplici, visti anche i recenti provvedimenti per imporre le scelte delle discariche con l’esercito, si tratta di costruire le centrali nucleari nei siti scelti dall’Enel e imporle alle popolazioni locali anche con l’uso della forza in nome del bene della nazione. Fra centrali e discariche si parla, insomma, di militarizzare il territorio per tenerlo sotto controllo costante. Infatti, se mai un malaugurato giorno una centrale nucleare dovesse davvero esser costruita, dovrà pur essere difesa da eventuali attacchi terroristici e quindi il controllo militare potrebbe addirittura aumentare. Insomma uno scenario davvero cupo contro il quale nessuna voce si leva, tantomeno quella di Di Pietro e soci la cui cultura in termini di ordine pubblico non è così lontana dal governo di destra. Se poi vogliamo soffermarci sul programma cronologico della realizzazione del piano nucleare l’unica parola che ci viene in mente per commentarlo è: ridicolo.
Quattro anni per costruire quattro centrali nucleari più uno per un eventuale ritardo! Come abbiamo avuto modo più volte di dire e scrivere, negli ultimi anni le poche centrali nucleari entrate in servizio in Paesi come il nostro privi di strutture e normative adeguate hanno richiesto, dal tempo zero della decisione alla messa in rete della prima energia prodotta, dai quindici ai venti anni.
Ciò significa, oltre all’inutilità di tale scelta per fronteggiare qualsiasi tipo di emergenza chiamata in causa per giustificarla, la totale incertezza dei costi da sostenere che non possono che lievitare enormemente col passare degli anni. D’altra parte è questo il motivo principale per il quale negli Stati Uniti non si costruiscono più centrali nucleari da venticinque anni. Quale investitore rischierebbe un capitale in un’impresa che comincia a remunerare l’investimento dopo quindici anni?
Quello, infatti, che il piano del governo non dice è chi dovrebbe finanziare il tutto. L’Enel certamente no perché deve dare conto ai suoi azionisti, gli imprenditori italiani che stanno facendo a gara per l’Alitalia neanche, le banche tanto meno, non resta che lo Stato. Ma questo governo forse mira solo a mettere la prima pietra del primo impianto, poi si vedrà. Insomma tutta la storia non ci piace e pensiamo che vada fortemente contrastata non solo per i soliti sacrosanti motivi di opposizione al nucleare (sicurezza, scorie) ma anche per la difesa della civiltà e libertà del nostro Paese.
La lotta non potrà dunque essere solo quella del nucleare “no grazie” degli anni Settanta, ma dovrà avere contenuti più profondi e propositivi che andranno minuziosamente, e pazientemente, spiegati alla gente, oggi affascinata dal decisionismo del governo e malinformata da una stampa sempre più velinara. I no non bastano, il consenso delle popolazioni va conquistato su un altro progetto. In ogni territorio dovremo convincere e coinvolgere le persone che lo abitano spiegando che si può fare a meno del nucleare se si investe per rendere il Paese più efficiente dal punto di vista energetico. La parola d’ordine deve essere: aver bisogno di meno energia anziché produrne di più. Con poca spesa e senza pericoli si otterrebbe un risultato molto più efficace di quello che la costruzione delle centrali atomiche potrebbe dare. Più efficace per i cittadini che pagherebbero meno luce e gas e avrebbero meno inquinamento dell’aria. Più utile al clima e alla qualità dell’aria, perchè meno energia prodotta significa meno emissioni climalteranti e inquinanti. Infine più utile alla democrazia del Paese, perché per imparare a usare bene l’energia è necessario coinvolgere, informare, far partecipare le persone e non militarizzare i territori. Lo stesso ragionamento lo si può fare per le fonti rinnovabili che in pochi anni, non fra venti anni come per il nucleare, potranno darci l’energia che effettivamente serve alla società, dandocela però rinnovabile e pulita. E, ancora, il nostro no al nucleare sarà tanto più efficace se sarà in grado di mettere al lavoro migliaia di giovani ricercatrici e ricercatori per scoprire nuove tecnologie e materiali, e rendere più efficienti e meno costose quelle che già conosciamo e che ci consentono di sfruttare le fonti rinnovabili. Ai tanti “stranamore” che perdono tempo e sprecano denaro con il nucleare preferiamo puntare su una politica energetica fatta di usi razionali e intelligenti e sfruttamento del sole, del vento e delle biomasse. Non tutto e subito perché sappiamo che, prima che il modello energetico sia totalmente rinnovabile e che questa prospettiva venga aiutata non sprecando energia, passeranno anni e quindi è necessario continuare a produrre elettricità e calore con fonti non rinnovabili. La scelta meno costosa e meno inquinante è quella del metano soprattutto se lo useremo per alimentare impianti di microcogenerazione e trigenerazione, e piccole centrali a ciclo combinato. Per un’unica cosa queste proposte sono meno efficaci del nucleare: per i profitti delle grandi aziende costruttrici ed elettriche a cominciare da Enel ed Eni. Una ragione in più per ribadire il nostro “nucleare no grazie” e imporre la svolta energetica che abbiamo cercato di proporre.
La grande, ci auguriamo, manifestazione di Milano del 7 di giugno, promossa da un vastissimo arco di associazioni, sindacati, movimenti, riviste e giornali, fra cui left, sarà la prima tappa di una lunga marcia per il clima e il benessere collettivo, che dimostrerà che la sciagurata scelta nucleare del governo non ha il consenso del popolo e che un’Italia solare è necessaria e possibile.

Paul celan Fuga di morte


Paul Celan



(Cernăuţi, 23 novembre 1920 – Parigi, 20 aprile 1970) è stato un poeta franceseUcraino ebreo, di madrelingua tedesca, nato in una città della Bucovina austroungarica, oggi sotto l'




         Fuga  di Morte


Nero  latte dell’alba lo beviamo la sera
lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo la notte beviamo e beviamo
scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
lo scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi mastini
fischia ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
ci comanda ora suonate alla danza.

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
I tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti

Lui grida vangate più a fondo il terreno voi e voi cantate e suonate
impugna il ferro alla cintura lo brandisce i suoi occhi sono azzurri
spingete più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti

Lui grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco
lui grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell’aria
e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco
ti beviamo la sera e la mattina beviamo e beviamo
la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
ti colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell’aria
gioca con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco

i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith


Todesfuge, ovvero "Fuga di morte" rappresenta forse la più trasparente e conosciuta poesia dell'autore: è un potente grido di dolore che descrive la realtà del campo di concentramento, denuncia la condizione dei prigionieri, e mette a nudo la crudeltà dei carcerieri nazisti nella sua elementare banalità quotidiana. Il titolo, originariamente TodesTango, coniuga la morte con il ritmo musicale proprio della "Fuga", che Celan si propone di rispecchiare nell'andamento dei suoi versi; in esso è da vedersi anche un richiamo diretto all'imposizione umiliante, inflitta dai nazisti agli ebrei prigionieri dei campi, di suonare e cantare durante le marce e le torture.
Celan scrisse questa poesia pochissimi anni dopo la fine della guerra, tratteggiando quindi una descrizione a caldo dell'evento; Todesfuge divenne quindi l'emblema poetico della riflessione critica intorno all'Olocausto, soprattutto essendo stata scritta da un ebreo, che aveva conosciuto la realtà dei lager, e tuttavia in lingua tedesca - la lingua materna di Celan. Celan stesso non mancò di dare lettura pubblica della sua poesia, in Germania, e di concederne l'inserimento in alcune antologie; successivamente però si rammaricò dell'eccessiva notorietà di questo testo, la cui diffusione poteva costituire anche un modo troppo facile, a suo avviso, da parte dei tedeschi, di liberarsi del senso di colpa per i crimini nazisti. In questo quadro va ricordato anche il celebre verdetto di Adorno, secondo il quale scrivere poesie, dopo Auschwitz, sarebbe barbarico: in questo senso Todesfuge, ma anche tutta l'opera poetica di Celan, costituisce una vera e propria resistenza a questa condanna, un tentativo disperato e tuttavia lucidissimo di trasformare l'orrore assoluto in immagini e linguaggio.(...)  continua su wikpedia  nella parte fuga di morte


 


        


EMANUELE LO BUE - La vergogna della Regione Lombardia

Il  post  d'oggi avrebbe dovuto essere  un 'altro , ma  controllando le  mie tre  email  ( quella  di censurati , quellla per  il blog  su  gmail  e quella privata su tiscali  )  l mi è arrivato  sotto forma  si email collettiva  da un0amica del meetup di tempio  quiesta news  ripresa da  questo sito www.troviamoibambini.it/
 

La vergogna della Regione Lombardia che non si vuole occupare dei nostri bambini Prima di guardare il video è consigliabile bersi un litro di camomilla ... per  non incazzarsi e  farsi venire il nervoso 




Facciamo un breve riassunto…

 

Tutti noi, con una semplice mail di protesta inoltrata alla Regione Calabria, abbiamo aiutato Riccardo Pio, ad ottenere il riconoscimento della terapia (ossigeno terapia - Florida), che a tutt’ oggi, sta permettendo a questo bimbo di avere molti giovamenti, riportiamo ciò che ci scrive Giulia la mamma: 


Riccardino muove molto di più gambe e braccia, quando siamo venuti quì teneva le gambette all’indiana soprattutto da sdaraiato, ora invece le distende da solo e sgambetta, ha la schiena molto più diritta, riesce a reggere la testolina molto meglio, abbiamo quasi levato i sedativi, ne prende 10 volte meno di quanto ne prendeva 7 mesi fa e grazie a Dio non ha convulsioni, mentre prima con tutti i sedativi aveva le convulsioni e questo è un grosso passo avanti, poi digerisce meglio, riesce a defecare da solo, e sta anche crescendo, prima la sua crescita era bloccata, erano 3 anni fermo allo stesso peso, ora ha messo più di un kg e la cosa più bella che il 25 Aprile Riccardino per la prima volta mi ha chiamata “mamma”…Già, Giulia ci telefonò, per dirci, Riccardino ha detto MAMMA…

Quello che nei bambini “normali” è la normalità, per questi bambini diventa un miracolo…Ora cari amici abbiamo TUTTI, un grosso compito quello di aiutare un altro bambino: Emanuele Lo Bue (  foto  a  sinistra  ) Per questo caso, siamo ancora più arrabbiati, perchè Emanuele, era entrato in un ospedale Lombardo, per una semplice appendicite, quelle operazioni, alle quali TUTTI I BAMBINI, sono soggetti, quelle cose da nulla… “Ma si che vuoi che sia…” Vi ricordate ? Volevano dimetterlo il 12 dicembre 2007, ma grazie a TUTTI NOI, con una semplice mail di protesta al San Raffaele, lo abbiamo evitato…

La cosa schifosa (e scusateci ma non abbiamo ancora trovato un sinonimo) è che proprio in data 5 giugno 2008 scopriamo dell’altro (bere altra camomilla prima di proseguire) : e leggere  di quest'alta notizia     che non riguarda il fatto in se  ma  vi è ampiamente colleggata  e contestualizzata  innesso San Raffaele, arrestati due medici per truffa
L’inchiesta riguarda una serie di ricoveri ritenuti non necessari che risalgono al periodo 2005-2006, effettuati per ottenere rimborsi

MILANO - Un medico della clinica San Raffaele Turro (sede distaccata dell’ospedale fondato da don Luigi Verzè) è stato arrestato e un altro posto ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano su una presunta truffa al Servizio Sanitario Nazionale. L’inchiesta riguarda una serie di ricoveri ritenuti non necessari che risalgono al periodo 2005-2006, messi in atto per ottenere rimborsi. 


GLI ARRESTATI - In carcere è stato portato Luigi Serini Strambi, direttore dell’Unità per la Cura del Sonno della clinica San Raffaele Turro di Milano, mentre ai domiciliari è stato posto il direttore sanitario della clinica stessa, Pasquale Mazzitelli. Nei mesi scorsi i militari della Gdf avevano acquisito un migliaio di cartelle cliniche per verificare se ci fossero interventi per cui era stato disposto un ricovero non giustificato. Gli ordini di custodia cautelare sono stati chiesti dal pm Grazia Pradella e Tiziana Siciliano e sono stati emessi dal gip Luigi Varanelli. Nell’inchiesta risultano indagate quattro persone. 


FALSO E TRUFFA - Ai due medici arrestati dalle Fiamme gialle sono contestatili i reati di falso ideologico e truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale. Secondo le indagini, iniziate a febbraio 2007 e coordinate dalla Procura di Milano, i professionisti nel tempo «avrebbero attestato sulle cartelle cliniche dei propri pazienti fatti e situazioni non rispondenti al vero (necessità di ricovero prolungatoper procurarsi un ingiusto rimborso da parte della Regione Lombardia e dal Servizio Sanitario Nazionale per gli anni 2004, 2005 e 2006». «Relativamente ad alcuni specifici esami clinici - riferisce la Guardia di Finanza -, i medici avrebbero erogato le prestazioni attestando la necessità di procedere al ricovero dei pazienti (dai due ai dieci giorni, con una media di tre giorni). Questi, in realtà, sarebbero stati sottoposti a esami erogabili a livello ambulatoriale, per cui è previsto un rimborso nettamente inferiore».  





NOVELLI «CARBONARI» - Dalle intercettazioni telefoniche disposte emerge che alcuni dei medici indagati si erano riuniti in un bar per concordare una versione comune da fornire alla polizia giudiziaria che li aveva appena convocati, quali persone informate sui fatti. Gli indagati, a quanto ha riferito il gip, temevano di essere intercettati e avevano studiato strategie per neutralizzare le comunicazioni, autodefinendosi «carbonari».ARRESTI INGIUSTI» - Gli arresti dei due medici vengono defintiti «ingiusti e sproporzionati» dall’Istituto San Raffele. «L’inchiesta, iniziata circa un anno e mezzo fa, ci accusava di avere effettuato, presso il Centro di medicina del sonno di San Raffaele Turro, ricoveri con una durata di degenza superiore al necessario per ricavarne un ingiusto rimborso. Peccato - rileva l’Istituto - che le linee guida nazionali ed internazionali confermino la correttezza del nostro operato. Peccato anche che, per casi analoghi, i migliori Centri del sonno Italiani effettuino ricoveri con degenze superiori alla nostra. Si tratta di un argomento complesso, per cui, da subito, abbiamo collaborato con la Magistratura e le autorità di controllo (ASL e Regione) per chiarire il nostro operato. Del tutto a sorpresa, oggi dopo 16 mesi, la magistratura fa arrestare 2 stimati professionisti, trattandoli come delinquenti comuni, e questo è francamente intollerabile». L’ospedale ribadisce «piena fiducia nella professionalità e serietà dei medici coinvolti nell’inchiesta».ia di Finanza hanno sequestrato quasi tre milioni di euro, ritenuti profitto dei reati di truffa: si tratta dei crediti vantati dalla Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, da cui dipende il distaccamento di Turro, nei confronti della ASL Città di Milano. L’ospedale San Raffaele e il suo legale rappresentante don Luigi Verzè sono indagati per responsabilità oggettiva in relazione ai reati: alla Fondazione San Raffaele i magistrati contestano di non aver predisposto il modello organizzativo atto a prevenire la commissione di reati.Fonte il corriere della sera

Capito ? Truffe per tre milioni di Euro, ma non ci sono i soldi per Emanuele.La coragiossisima  famiglia di Emanuele, non si è mai arresa, è riuscita a raccogliere fondi per portare Emanuele, nella stessa clinica in Florida, specializzata in ossigeno terapia… Eleonora(mamma di Emanuele), prima di partire per la Florida, inoltrò la richiesta alla Regione Lombardia, per ottenere il riconoscimento della terapia, questo avrebbe permesso di proseguire la cura a carico della Regione…Ma stranamentE”, siamo già in uno stato federale,visto che la stessa terapia viene riconosciuta nella Regione Calabria per Riccardo Pio, ma non in Lombardia per Emanuele Lo Bue… Strano non trovate ? Tenendo anche conto, che Giulia (la mamma di Riccardo Pio) ci ha segnalato questa legge: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 dicembre 2000 ( pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 118 del 23 maggio 2001) Atto di indirizzo e coordinamento concernente il rimborso delle spese di soggiorno per cure dei soggetti portatori di handicap in centri all’estero di elevata specializzazione .






















De André, l'anima salvaa Bresso il 8.6.2008




Questa sera alle 21, al Centro Civico Sandro Pertini di Bresso (Milano), andrà in scena Una goccia di splendore, tributo al grande Fabrizio De André. Ripropongo qui sotto il ricordo che scrissi il giorno della sua scomparsa, consapevole che uno come lui, di là da ogni retorica, ci accompagnerà lieve e silente per tutto il migrare dei giorni.



Fabrizio De André ci ha lasciati con una sensazione di  levità, di dolcezza, di gentilezza. Di famiglia. Perché Fabrizio era la famiglia.

La sua certamente, innanzi tutto. Così presente, e nello stesso tempo così discreta. Così, direi, patriarcale. Con Fabrizio De André non occorrevano molte parole, bastava uno sguardo, un sorriso, un cenno. Il resto era tutto lì, nella secolare saggezza genovese, nei labirinti di una città arcana, obliqua, imprendibile, nel sontuoso (e talora scostante) scarlatto dei palazzi patrizi come nei recessi dei carruggi. Era lì che il giovane Fabrizio fuggiva, o forse si rifugiava, per cogliere il senso vero della vita. E lo trovava fra le pieghe graziose di una ragazzina di strada, nell’allegria insensata di una pazza, nel sorriso storto di un mendicante. Gente nuda. E la gente nuda, si sa, non ha confini né nazione, è apolide per sua natura. Perché è universale, umanità nella sua scaturigine, primavera di creazione. Dappertutto sempre uguale, dappertutto diversa, respinta come diversa. Quanto doveva sembrare limitante, a De André, la gente “perbene”. Poco interessante. Inutile. Di loro non c’era nulla da dire perché nulla manifestavano. Erano, al più, voci, o meglio, dicerie. Suoni senza eco inghiottiti dal vento salmastro. A De André, invece, interessavano i corpi, e il suo compito era quello di tradurre in musica – la più ineffabile delle arti – il linguaggio inarticolato ma vivo di quella gente nuda.
Non casualmente uno dei suoi capolavori (e il disco da me preferito) era La buona novella. Il paesaggio immoto e senza tempo della Palestina non poteva costituire sfondo migliore per dipingere la sua umanità nuda, scarnificata come il Forese dantesco.



“Non voglio pensarti figlio di Dio, ma figlio degli uomini, fratello anche mio”, è il verso che conclude il suo lavoro. Un incontro che, in apparenza, non avviene. De André, alla fine del viaggio, non incontra Cristo. Ma gli basta Gesù: “Non voglio pensarti figlio di Dio”, perché non sei, non ti voglio lontano da questa umanità nuda. Non sei che l’umanità vera, perfetta perché dolente, ingenua, maltrattata, umiliata, sciocca. Sciocca e ingenua come solo i profeti, e i bambini, sanno essere.
Cosa importa se l’uomo Gesù ha sbagliato? Ciò che conta è che ci sia stato, qui, su questa terra. E che questa terra lo abbia partorito, questo è già, comunque, motivo di speranza, ed è uno sguardo sull’infinito, consapevole o meno che sia.

Tanto più inconsapevole quanto più vero. L’unica certezza, per De André, era la vita stessa, il respiro, il soffio. In questa sua attenzione, in questo profondo rispetto per l’individuo terreno si trovano i germi della spiritualità. Attraverso i “suoi” poveri, il borghese De André ha compiuto un cammino a ritroso alle origini di sé. Si è denudato con loro. Sapeva ascoltare, De André. Ecco perché i suoi dischi uscivano con parsimonia, quella parsimonia ligure che sembra scontrosità ed è invece solo meditazione. Fabrizio era così profondamente genovese, ma anche tanto saggiamente zen. Così sensualmente persiano. Così stupito e fiducioso come un bimbo.

Ci ha lasciati con un disco, Anime salve. Ancora una volta gli amatissimi “poveri”, tra cui spicca la transessuale Princesa. Ancora una volta, dantesco. Il cammino di De André si è concluso perché, come Dante, ha avuto il privilegio di percorrere da vivo non l’Inferno, che per Fabrizio non esiste, ma quel Purgatorio che, nella sua intimità, è il regno della speranza, di quelle anime elette (“O ben finiti, spiriti già eletti”, Purg. III) in attesa del definitivo ritorno a casa.
Ecco perché De André era famiglia. Perché è stato veramente il padre (soprattutto), il fratello, l’amico, l’amante di tutti e di ognuno. E a tutti e a ognuno si è donato con la sua nudità di uomo e di poeta.


Fabrizio De André era il cantore del già e non ancora, l’unico modo di assaporare l’eternità concesso a noi mortali. L’amore, invece, è inesprimibile. Fabrizio non aveva più bisogno di sperare. La speranza termina quando sopraggiunge l’amore. E l’amore non ha più bisogno di parole né di musica, perché basta a sé stesso.



                        Daniela Tuscano

Senza titolo 605

  09 / 06 / 2008 / SAN PRIMO !  FELICI AUGURI DA LUCKY !  :-)


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Ballare sul mondo(Dedicato all'ultimo giorno di scuola)


Sospesa. L'aria sembra un po' più fina l'ultimo giorno, quando tutto si conclude, e afferri la vita. E, se ci fai caso, il tempo non è mai inclemente. Forse non lo è nel tuo paesaggio del cuore, perché finalmente scavalchi quella finestra e l'aula, d'improvviso, pare sgombra anche quando risuona ancora di voci, anzi di strida, e profuma di dolci e spuma di bevande. L'avverti estranea e la respingi, forzata e triste, e inadeguata, e il suo grigiore ti mette un po' d'imprevista nostalgia. E si vorrebbe frugare pensosi quel sottile dolore, impigliato qua e là, come a caso, fra le maglie gaudenti dei compagni e l'inarcatura delle spalle dell'amica, che finalmente si scopre bella e libera.

Vorresti cacciare e insieme lasciarti sedurre da quel suono arcano e vibrante, come un'eco perenne. In un angolo, dopo aver condiviso la festa, ti apparterai ascosamente. Non ti hanno nominato il più bello della scuola, né la più attraente delle compagne, eppure sai di esserlo, e resta in te un ardore inespresso, un interrogativo trepidante. Ti attira e ti stordisce quell'uscio a metà. Il solco del mondo fuori. Quando non ti sarà più permessa l'indulgenza verso gli altri, e ti renderanno spietato verso il tuo corpo e la tua mente.
Ne sei, in fondo, consapevole. Ma non ci pensi già più.I tuoi anni sono  rapidi e infiniti. Corri nel sole. T'immergi nella sua vaga carezza.

 

 Daniela Tuscano



 


Una moschea a Padova? voi che ne pensate ?

Probabilmente non molte delle persone che frequentano il mio blog sono a conoscenza del fatto che anche il mio Comune, come altri municipi italiani, ha in progetto di concedere una nuova moschea alla comunità musulmana locale. Naturalmente c'è forte contrasto da parte del centrodestra, attualmente all'opposizione: la Lega Nord, dopo aver fatto pascolare un maiale nell'area da edificare, si è impegnata in una raccolta firme con la quale istituire un referendum per bocciare il progetto. L'altro ieri, dopo un'intenso dibattito svoltosi in sede di consiglio comunale, la maggioranza di centrosinistra ha promosso alcune mozioni per annullare la precedente delibera in corso di approvazione e rimandare alla giunta il compito di definirne una nuova, con qualche variazione di carattere amministrativo: in questo modo ha ottenuto di annullare il referendum, per il quale il quorum era stato ormai pressochè raggiunto. La Lega Nord ha dichiarato che procederà ad una nuova raccolta firme.




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7.6.08

viaggio in cina di Olga Sedakova


da oggi inizierà  un rassegna  di poeti   degli ultimi  60  che generalmente non trovano spazio  sulle  antologie   scolastiche .


Inizio  da Ol'ga Aleksandrovna Sedakova ( foto a destra  )   in russo Ольга Александровна Седакова ) Mosca, 26 dicembre 1949) è una poetessa, traduttrice e narratrice russa.
Olga Sedakova è l'erede della tradizione dei grandi poeti russi del Novecento quali Anna Achmatova, Osip Mandel'štam,Velimir Chlebnikov e Josif Brodskij. Figura di grande rilievo, è ammirata non solo come "donna di lettere" e scrittrice, ma anche come studiosa nel mondo accademico internazionale. La sua presenza nel mondo della poesia e delle lettere dalla fine del Novecento agli inizi del Duemila non ha subito incrinature. Il suo pensiero, lucido e penetrante, è fortemente radicato nella sua coscienza religiosa e poetica. Il filosofo Sergej Averincev ha scritto di lei:« Con la coscienza poetica di Ol'ga Sedakova, ci si misura proprio come sulle stelle fisse, come si usava dire prima di Copernico, sulle stelle nocchiere come si esprimeva il giovane Vja. Ivanov; sui punti di riferimento più generali della tradizione poetica europea. 
»... continua su wikipedia


 



 viaggio  in cina  libro 10





traduzione  di  Francesca chessa    facoltàù di lingue  e letterature straniere sassari  per  chi volesse    gli altri le trova nella  homepage  di francesca   fch.uniss.it/ViaggioInCina/index.html




Grande è il pittore che non conosce il dovere
a parte il dovere del pennello che gioca:
il suo pennello penetra nel cuore delle montagne,
penetra nella felicità delle foglie,
con un colpo solo, con un solo umile
rapimento, con un solo turbamento
egli penetra nell'immortalità stessa -
e l'immortalità gioca con lui.

Ma quello che abbandona lo spirito dal quale
i raggi son deviati,
chi per la decima volta in un luogo torbido
cerca una fonte pura
chi è caduto dalle mani dei miracoli, ma non direbbe mai:
falsi son i miracoli! -
dinanzi a lui con rispetto
s'inchinano i cieli.

Senza titolo 604

  08 / 06 2008 / SAN MEDARDO !  AUGURI DA LUCKY !  :-)


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a chi è che doveva chieder scusa de magistris





Luigi De Magistris CATANZARO - Da quando questa storia è iniziata, è stato tutto un susseguirsi di colpi di scena, veleni, attacchi su tutti i fronti, tentativi di ogni tipo finalizzati allo screditamento. L’ondata emotiva della gente che aveva bisogno di far sentire la sua vicinanza ad un magistrato che altro non faceva che il suo dovere nel pieno rispetto della Costituzione, poi un’avocazione su cui nessuno ancora si è voluto pronunciare sull’effettiva legittimità e di l’inizio del ‘calvario’ di un giovane magistrato come tanti, arrivato agli onori della cronaca con l’unica colpa di aver espletato il suo dovere come meglio non avrebbe potuto fare.

Attacchi, pesantissimi attacchi. Qualcuno lo ha etichettato come un ‘cattivo magistrato’ prima ancora che se ne vagliasse il caso nella stessa sede competente, qualcun altro lo ha accusato di voler fare l’eroe, altri ancora lo hanno additato come il magistrato amante i processi di Piazza… ‘non rispetta le regole!’ qualche suo superiore ha detto, e qualche membro della Procura del capoluogo calabrese si è sentito offeso da quel magistrato che stava gettando discredito sul Palazzo di Giustizia parlando di corruzione, collusioni e tentativi di fermare le inchieste.
Poi i procedimenti disciplinari, le innumerevoli accuse, molte delle quali cadute nel vuoto (a  proposito, che fine ha fatto l’addebito sulla violazione della legge Boato?), rivolte da chi pareva non dormire la notte per cercare quale nefandezza imputare al Pm.

Abbiamo assistito ad un vero e proprio processo in cui pareva di aver di fronte il peggiore dei criminali, colui che doveva essere punito subito, senza riserbo, colui che doveva essere messo a tacere in fretta perché pericoloso e rappresentante di minaccia incombente per il sistema.

Per lui si sono tirati fuori termini inusuali, paroloni da pulpito ed anche i pregi sono stati trasformati in difetti… mai infatti vedere il proprio lavoro come una missione, mai amarlo troppo, mai mettere troppo zelo in ciò che si fa!
Poi dopo il criminale è bene ‘coprire’ e colpire anche i suoi misfatti. Semplicemente cancellarli, smembrarli, ridurli in piccoli pezzettini facendo in modo che nessuno ne possa capire più la forma.
Ed ecco che l’inchiesta su cui il magistrato ha passato intere giornate e tante notti, viene smembrata e messa in discussione anche da chi, forse un po’ per ‘eccesso di protagonismo giudiziario’  giudica l’operato del Pm inopportuno, mentre i Tg nazionali si affrettano a dare  ampio  risalto alla notizia del Ministro, vittima del magistrato senza scrupoli in cerca di fama, che ‘non sarebbe neppure dovuto essere iscritto nel registro degli indagati’. Ed ecco che si scatena ancora la bufera, con la vittima che chiede i danni al suo ‘carnefice’ perché ha osato indagare su di lui, giornali che riportano titoloni a caratteri cubitali in sostegno del Ministro – vittima, sostenendo la tesi del risarcimento con domande inquietanti del tipo ‘E chiedere scusa?’.
No, non è un racconto inventato. Tutto ciò è successo davvero. E’ successo in un capoluogo di regione dimenticato da tutti, per tutto. In un capoluogo dove la gente ha dimostrato la capacità di non farsi prendere per il naso. Questo capoluogo si chiama Catanzaro e quel magistrato tanto demonizzato dai media nazionali si chiama Luigi De Magistris.
In questi mesi d’incontri e dibattiti, questo magistrato ci ha insegnato a sperare, a credere nella Giustizia perché ‘alla fine trionfa sempre’ ad avere fiducia e a non farci prendere dalla sindrome della sconfitta. Era difficile crederci. Era difficile trovare una reale speranza di riscossa in quelle parole, quando tutto intorno pareva crollare, quando tutto intorno si stava freneticamente adoperando per darci torto. Eppure in quelle parole riscontravamo la serenità di chi sa di essere nel giusto, di chi sente davvero che alla fine la Giustizia sarebbe trionfata.
Così è stato. Oggi i giornali hanno dato la notizia e la vicenda comincia finalmente a trovare ristoro. Dopo mesi di attacchi senza tregua che lasciavano alludere a  pensieri del tipo ‘Al rogo, al rogo!’, si scopre che il magistrato tanto screditato, svilito e demonizzato, trascinato dinanzi al Consiglio superiore della magistratura per gravi irregolarità nell’esercizio delle proprie funzioni giurisdizionali, ‘ ha agito in maniera assolutamente legittima e corretta’ , e che quello stesso magistrato accusato da tutti di aver gettato discredito sui suoi colleghi della Procura è stato prosciolto dai ‘reati di calunnia, abuso d’ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio’, e che dagli atti della procura di Salerno , si evidenziano ‘continue ingerenze sull’attività inquirente’ e che ‘ il contesto giudiziario in cui si è trovato ad operare Luigi De Magistris, appare connotato da un’allarmante commistione di ruoli e fortemente condizionato dal perseguimento di interessi extragiurisdizionali, anche di illecita natura’. Stiamo parlando dello stesso magistrato visionario che denunciò a suo tempo disperatamente il tutto, addossandosi la colpa di aver risvegliato le coscienze dei cittadini.
Oggi tutto tace. Oggi chi nei mesi scorsi si è freneticamente adoperato per costruire l’immagine del magistrato visionario, che non rispetta le regole, malato di eccesso da  protagonismo, ha dato la notizia che quello stesso magistrato aveva semplicemente ragione. Oggi nessun giornalista SERIO del tubo catodico ha osato dar voce agli atti della Procura di Salerno.
Perché? Perché forse è difficile fare un passo indietro e rendere Giustizia (è proprio il caso di dirlo) a chi è stato condannato da tutti con un processo sommario che non ha precedenti. E’ ancora più difficile forse, mettere in evidenza l’errore grossolano compiuto dagli autorevoli membri del Csm che hanno ‘colpito’ la persona più sbagliata che potessero colpire all’interno della ‘Procura dei veleni’, dal Procuratore Generale della Cassazione, dai famosi ispettori dell’allora  Ministro della Giustizia e da tutti coloro che hanno imputato a Luigi De Magistris addebiti inconsistenti e da tutti quelli che hanno dato a questi addebiti ampia risonanza mediatica aggiungendo anche ‘del loro’. E’ forse tanto difficile ammettere che, adesso, a chiedere scusa, dovrebbero essere altri.
E queste scuse, adesso, noi le esigiamo. Sì le esigiamo anche noi, perché con Luigi De Magistris in questi mesi abbiamo sofferto e trepidato sentendoci lesi nei nostri diritti ed espropriati delle nostre libertà. E vogliamo le scuse da parte di tutti. Anche da chi si è fatto artefice di una campagna mediatica di screditamento e che adesso ha il cattivo (o forse buon?) gusto di tacere. Tace per vergogna,per imbarazzo o forse per fedeltà nei confronti del suo padrone.





Ed ora, aspettiamo fiduciosi la decisione definitiva della Suprema Corte di Cassazione, che speriamo, possa ristorare noi e lo stesso Luigi De Magistris dai danni subiti… perché tanto << bisogna sempre avere fede che alla fine, la Giustizia trionferà>>.

Rosaria Lucia Altilia
Ammazzateci Tutti Catanzaro


c'era una volta gli stazzi




per i non sardi  che  mi chiedono  visto che ne  ho parlato  molto nei primi post  di  questo notro blog  cosa sono gli stazzi   ecco qui la risposta

Ridiamo un pò...



Due amiche d'infanzia, dopo alcuni anni di matrimonio, riescono finalmente a convincere i rispettivi mariti a lasciarle uscire a cena da sole, per ricordare i vecchi tempi.Dopo una serata divertentissima nel loro ristorante preferito, ma soprattutto dopo due bottiglie di limoncello... e qualche amaro escono dal ristorante completamente brille.Nel viaggio di ritorno entrambe, certamente per aver troppo bevuto, vengono colte da un impellente stimolo... non sapendo, per l'ora tarda, dove andare a fare pipì... una ha un'idea :


 


 



 


 Entriamo in quel cimitero: certamente non c'è nessuno ! 
E l'altra:- OK!

 

Entrano... la prima si leva le mutandine fa la pipì, si asciuga con le mutande, e le butta...La seconda vede la scena e riflettendo sul fatto che indossa un capo firmato molto carino, si leva lo slip e se lo mette in tasca, fa la pipì e strappa un nastro da una corona per asciugarsi.


 

L'indomani il marito della prima chiama l'altro:  Carlo non puoi capire cosa è successo. Il mio matrimonio è finito !

 
Perché?

 

-E' tornata completamente ubriaca alle 2 di mattina e senza mutande! L'ho cacciata di casa!

 

Mario, ma non è nulla. Tu non sai che cazzo ha combinato la mia!!! Non solo era ubriaca e senza mutande... ma aveva anche una coccarda rossa infilata nel culo con scritto: 'Non ti scorderemo mai. Giulio, Ignazio, Pino, e tutti gli amici della palestra.'

Basta! ho deciso

    






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Cari amici,  questo post che questa matina vengo a riportare per voi,  l'ho letto su blogfriends, dove io posto. Lo trovo interessante, anche se mi preoccupa molto, l'economia sta andando a rotoli, l'immobiliare è bloccata, ci sono sempre più poveri. Facciamo qualcosa, ma facciamola, io dico Basta! ho deciso, fermate il mondo voglio scendere. Abbiamo ancora le nostre gambe, abbiamo la bici,  abbiamo i mezzi di trasporto, anche se sono sempre in ritardo e affollatissimi. Acconteniamoci lasciamo le vettura a chi non può fare veramente ammeno. Diciamo basta al caro barile. Franca Bassi



O sole quando ritorni

Va  bene  la pioggia  serve  ai campi e  alla natura  , ma quando  è troppo  fà male  . Va bene  che in regioni come   dive le precipitazioni sono (   o almeno erano un tempo  , poi con questo clima impazzito non si capice più niente  )  scarse e le  estati molto trorride  o  servono per  creare  riserve  d'acqua  dato che in estate    per  via  del turismo soprattutto  quello dei vip  e  deio politici spocchiosi  arroganti e caffoni ( ovviamente senza ggeneralizzare  perchè , anche  se  sono  quelle  che un tempo si chiamavano mosche  bianche  , fra loro posso esserci   anche  gente  come  si deve   e poco prezzemolina come evidenzia  l'ironico e gustoso   libretto  ironico ed  autoironico   di Maria Serena Patriarca è giornalista free-lance specializzata in mondanità, glamour, costume e fitness. Collabora con "Il Messaggero" e "Il Sole 24 Ore Sport". Nel marzo 2003 le è stato conferito il premio giornalistico "Cortina Top Press" ---  una  scheda del libro che sprecano l'acqua per matenersi il loro   sterminati ed inutili giardini e  i loro campi da golf  costruiti  illegalmente  come il caso Is arenas ( oristano ) , di cui ne ho parlato  nei precedenti post
. D'accordo  che nelle giornate  di pioggia posso  avvenire  degli incontri  ineressanti  con la scusa  che uno\a  ( come  è successo a me  )  sia  senza ombrello  e tu  gli offra un passaggio  . Oppure  che le giornate di piogia siano  suggestive coem questo video ( qui in un'altra versione ) di una famosa canzone   dei Mcr  una dele colonne sonore dela mia  adolescenza





o ch'essa possa essere suggestiva  come la  famosa  poesia  di  D'annunzio la  pioggia  nel Pineto


Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,


.....


ma  quando  è troppo  è troppo  .  Quindi  t'aspetto o  sole 


 


TESTO ORIGINALE IN NAPOLETANO

Che bella cosa na jurnata 'e sole,
n'aria serena doppo na tempesta!
Pe' ll'aria fresca pare gia' na festa
Che bella cosa na jurnata 'e sole.
Ma n'atu sole
cchiu' bello, oi ne'.
'O sole mio
sta 'nfronte a te!
'O sole, 'o sole mio
sta 'nfronte a te,
sta 'nfronte a te!
Lùcene 'e llastre d''a fenesta toia;
'na lavannara canta e se ne vanta
e pe' tramente torce, spanne e canta
lùcene 'e llastre d'a fenesta toia.
Ma n'atu sole
cchiu' bello, oi ne'.
'O sole mio
sta 'nfronte a te!
Quanno fa notte e 'o sole se ne scenne,
me vene quase 'na malincunia;
sotto 'a fenesta toia restarria
quanno fa notte e 'o sole se ne scenne.
Ma n'atu sole
cchiu' bello, oi ne'.
'O sole mio
sta 'nfronte a te!


TRADUZIONE IN ITALIANO

Che bella cosa una giornata di sole,
un'aria serena dopo la tempesta!
Per l'aria fresca pare già una festa...
che bella cosa una giornata di sole!
Ma un altro sole
più bello non c'è
il sole mio
sta in fronte a te
Il sole, il sole mio,
sta in fronte a te
sta in fronte a te
Luccicano i vetri della tua finestra,
una lavandaia canta e si vanta...
mentre strizza, stende e canta.
luccicano i vetri della tua finestra!
Ma un altro sole
più bello non c'è
il sole mio
sta in fronte a te
Quando fa sera e il sole se ne scende,
mi viene quasi una malinconia...
Resterei sotto la tua finestra,
quando fa sera ed il sole se ne scende.
Ma un altro sole
più bello non c'è
il sole mio
sta in fronte a te


con questo  è tutto  resto a disposizione ovviamente nel limite del possibile  per  critiche    richieste  email alla mia  email    che trovate  cliccando " per  contattare  compagnidiviaggio "  sotto i post  affianco  ai   commenti 







Senza titolo 603

  L'AVETE LETTO IL LIBRO LE AVVENTURE DI GORDON PYM ?  :-)


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Senza titolo 602

  VI PIACEANO LE CANZONI DI SANDRO GIACOBBE ?  :-)


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6.6.08

I EDIZIONE PREMIO INTERNAZIONALE STRAVAGARIO EMOZIONALE 2008 Concorso per la pubblicazione d’inediti





Art. 1
Edizioni Stravagario , indice il PREMIO INTERNAZIONALE LETTERARIO
Stravagario Emozionale - Concorso per la pubblicazione d’inediti.


Art. 2
E’ possibile partecipare con raccolte di racconti o di poesie, con romanzi o poemi lunghi, con racconti singoli o brevi sillogi di poesie, con opere critiche o saggi. Il tema è assolutamente libero. Non v’è limite di estensione né inferiore né superiore.

Art. 3
Il primo premio consiste nella pubblicazione in 150 copie dell’opera vincitrice, senza alcun contributo da parte dell’autore.
Il secondo premio consiste nella pubblicazione in 100 copie dell’opera vincitrice, senza alcun contributo da parte dell’autore.
Il terzo premio consiste nella pubblicazione in 50 copie dell’opera vincitrice, senza alcun contributo da parte dell’autore.
Verranno altresì fatte altre proposte di co-produzione tra Edizioni Stravagario e gli autori a tal fine selezionati. L’editore si impegnerà ad investire sugli autori selezionati, i quali se accetteranno la proposta, dovranno investire una cifra minima al massimo la metà del’importo, pagabili anche a rate, su se stessi e sul progetto. Tali volumi verranno stampati a partire da 100 copie forniti di Isbn.

Art. 4
La giuria è composta da elementi selezionati dalla casa editrice.

Art. 5
La scadenza del concorso è fissata al 30 ottobre 2008. Farà fede il timbro postale.

Art. 6
L’iscrizione al concorso ammonta a 20,00 €, inviabili direttamente con l’elaborato, via posta, all’indirizzo sotto riportato, oppure versabili sulla carta ricaricabile postepay 4023600455299000, intestato a Irene Sparagna.
E’ possibile partecipare a più sezioni oppure ad una stessa sezione con più elaborati, inviando o versando le relative quote, cioè 20 euro ad elaborato.
Tutti gli iscritti saranno automaticamente iscritti alla ricezione del bollettino informativo dell’Assoziazione Culturale Gennaro Sparagna, per un anno, con relativa promozione del testo selezionato; e co la libertà di scrivere nel bollettino.

Art. 7
I partecipanti saranno informati delle decisioni della giuria entro il mese di febbraio 2009.
Le pubblicazioni avverranno in aprile 2009.

Art. 8
La giuria si riserva di premiare altre opere, particolarmente distintesi per originalità o altro.

Art. 9
I testi in lingua straniera o vernacolare dovranno essere inviati con traduzione allegata.

Art. 10
Inviare dunque: l’opera/e in copia singola cartacea e digitale (floppy o cd); la fotocopia della ricevuta del versamento oppure il denaro contante; i dati personali, una breve biografia letteraria ed i propri recapiti (indirizzo, telefono e e-mail) a:

Concorso per la pubblicazione d’inediti
c/o Edizioni Stravagario – Irene Sparagna
Via Stazione snc
04026 Minturno (LT)

Art. 11
La partecipazione al concorso implica ovviamente l’accettazione di tutti gli undici articoli.

Per informazioni:
irenesparagna@alice.it
Tel. 393.6593511

Berlusconi sale al Vaticano e il papa scende a palazzo Chigi




Genova, 06 giugno 2008 – Il sogno berlusconiano si è compiuto: sulla via del monte Quirinale, il governo peggiore della storia italiana ha ricevuto la Cresima, officiante papa Benedetto XVI che clima primaverile e bucolico! Solo Virgilio avrebbe potuto celebrare l’idillio amoroso aggiungendo una undicesima bucolica alle dieci già esistenti. Che aria distesa! Se si chiudeva l’audio della tv (di Stato) era facile immaginare Melibeo e Titiro che descrivono il dolce tramonto romano, mentre umile e gaio si eleva nel terso cielo dell’Urbe il fumo dei camini! Che « clima cioioso» e festante per la nuova èra italo-vaticana. Il Tevere è ora biologico e le sue acque si possono bere tranquillamente senza più pericolo. La consacrazione e l’incoronazione hanno avuto successo e tutti vissero felici e contenti per la perfetta sintonia di vedute tra Governo e Vaticano. Firmate le transazioni economiche ancora sospese, come le scuole private, rimosso ogni sospetto di autonomia dello Stato, seppellita la nozione stessa di laicità, non ci resta che farci tutti preti e suore e finire gli ultimi giorni in convento o in sacrestia.

Berlusconi, dunque, è apparso al papa in tutta la lunghezza della sua piccola statura (dicono le cronache che per l’occasione abbia rinforzato i tacchi), fiato trattenuto per esprimere i pettorali, segno deciso di un governo decisionista. Come in tutti gli idilli, c’è un «però»: nessuno, però, si fidava del capo Narciso per lasciarlo solo col papa. Per la prima volta nella storia bimillenaria della diplomazia vaticano, il presidente italiano del consiglio dei ministri è accompagnato e assistito, anche durante l’udienza privata, da Gianni Letta, il cardinale Richelieu del caso. Tutti avevano paura del Narciso e delle sue solite gaffes. Il papa temeva che lo abbracciasse e dichiarasse di essere suo convivente di fatto. La curia aveva paura che si sedesse al posto del papa e si auto-proclamasse «Dio che manda in missione i suoi apostoli di partito». La casa pontificia che si travestisse da papa e presentasse il Benedetto come suo autista, oppure che scambiasse qualche prelato effeminato per una donna e la «distendesse» lì nei sacri palazzotti. Era necessario che l’uomo fosse guardato a vista con un cane da guardia accanto. Dicono le indiscrezioni che Gianni la Guardia avesse uno spillone per prevenire e, extrema ratio, una pistola da tasca per farlo fuori in caso di irreparabile necessità. Tutto però è andato bene: per il papa che ha ricevuto le chiavi del governo d’Italia, per Berlusconi che ha visto pompare il suo «super-ego» insaziabile, per tutti tranne che per l’Italia che ora dovrà pagare i conti a saldo.


Apprendiamo con compunto interesse che il cane da guardia, Mons. Gianni (per gli amici e la Segreteria di Sato), è stato insignito delle infule di «Gentiluomo di Sua Santità». Ora sappiamo che non vi sono solo atei devoti, ma anche atei gentiluomini di là e di qua dal Tevere. Questa nomina è significativa perché esprime una duplice fedeltà: il Gentiluomo del papa è anche sottosegretario del presidente del consiglio. A molti è sfuggita la mossa: ora a Palazzo Chigi governa Berlusconi che è governato dal Gianni-Richelieu, che è nominato Gentiluomo dal papa per conto del quale governa il governo delle banane. Las sua prossima nomina sarà: cardinale di Santa Ratzingheriana Chiesa.

Ci sentiamo completamente estranei a questa euforia e a questa, almeno per noi, invereconda sceneggiata: un papa che consacra un uomo come Berlusconi sarà certamente un capo di Stato che fa i suoi interessi, ma cessa di essere un Pastore (anche tedesco) in difesa del bene comune del suo popolo. Avrebbe dovuto dirgli: Non licet che tu ti arricchisca sulle debolezze della gente; non licet che tu vada in guerra; non licet che tu abbia fatto eleggere inquisiti e condannati anche per reati di mafia; non licet che un papa che è padre dei poveri e degli immigrati si presenti alle tv con te accanto: prima vai, vendi quello che hai, dàllo ai poveri, poi vieni e seguimi. Avrebbe dovuto, ma non lo ha fatto. Nonostante ciò, a noi non interessa la diplomazia, o il protocollo o la ragion di Stato, a noi interessa la simbologia dei gesti che parlano più di ogni discorso. Papa Giovanni, nel giorno dell’inizio del suo pontificato (28 ottobre 1958) disse: «Le altre qualità umane, la scienza, l’accorgimento, il tatto diplomatico, le qualità organizzative, possono riuscire di completamento per un governo pontificale, ma in nessun modo possono sostituire il compito di pastore».






Paolo Farinella, prete - Genova



Note a làtere:
1. Il cardinale Bagnasco all’assemblea generale della Cei ha fatto la sua prolusione di circa 50 mila parole (dodici pagine). Ci siamo presi la libertà di spulciare. Gesù Cristo è citato solo una volta e in una citazione scritturistica (quindi come se non ci fosse). Anche la parola vangelo non è mai menzionato. Dio è nominato 13 volte di cui 3 in citazioni. Il papa complessivamente è citato 11 volte (+ 5 volte Giovanni Paolo II) e Chiesa ricorre 25 volte.
2. Il capo dei lefebvriani, il vescovo scismatico Fallay, ha dichiarato che non è in vista alcun accordo con il Vaticano perché il motu proprio sul ritorno alla messa preconciliare non è sufficiente: l’accordo si farà solo quando verranno abrogate tutte le riforme del Vaticano II. Con buona pace di chi pensava che la «restaurazione benedettina» fosse in vista del rientro dei lefebvriani. Anzi, questa risposta dimostra che il papa ha agito perché convinto da sé e per sé che il concilio è una sciagura per la Chiesa e si sta impegnando lentamente, pantofola dopo pantofola, paramento dopo paramento, a riportare la gerarchia ai tempi del merletto (peccato che manchi l’arsenico).
3. Intanto il cardinale Martini, con la libertà di chi sta per morire, accusa preti e vescovi di essere carrieristi invidiosi e maldicenti, che, pur di avere le mutande a strisce rosso-cardinalizio, vendono Gesù Cristo con Madonna e Apostoli incorporati. Non si chiama più «gerarchia cattolica», ma Associazione «Et cum spiritu tuo». Amen.


intervista a me stesso

Alcuni  miei ops  nostri   nuovi  utenti   che invito (   se nel caso l'url della tag aggiornamento post  che si trova  sul lato  destro  del blog  dovesse funzionare male    , come molti si stanno lamentando , di cliccare la   tag  aggiormamento faq   che trovano  nei post in cui usano tale catgoria  o cliccando su aggiornamento faq  che trovano nell'elenco delle categorie   )  mi  chiedono uleriori detagli su di me    gli accontento   riutilizzando ed  aggiornando   alle mie carateristiche   questo testo  che s'intitola  appunto



CONFESSIONI...



Pubblicato in occasione del ventennale della morte di Ignazio Silone, avvenuta a Ginevra il 22 agosto 1978, su «Quaderni Siloniani», rassegna internazionale diretta da Luce d’Eramo e Vittoriano Esposito, (Pescina), n. 2, 1998, pp. 3-5.
Il testo originale si compone di quattro cartelle dattiloscritte ritrovate dal nipote Romolo Tranquilli, di fatto una vera e propria autointervista


N.b


si ringrazia  l'associazione  http://www.qualevita.it/ per  avermela  scannarezzatita  dall'agenda  giorninonviolenti 2008  ( dedicata  quest'anno a a tre  grandi  dell a  Nonviolenza : Martin Luter King  , Gandhi  , Ignazio Silone   di cui questy'anno si celebra il 30° della morte  )  Se non riuscite  a trovare l'originale   scrivetemi   cliccando sopra " per contattare Compagni di Viaggio "  lo trovate  affianco  ai commenti sottomi post 




1) Come spieghi la tua tendenza alla riflessione e all’autocritica ? Forse mi viene dalla mezz’ora di“meditazione”serale e non solo   che facevo da ragazzo . Non ne posso fare a meno.Infatti i miei gentori e i  miei  amici mi dicono che  mi piango  addosso e mi prendo colpe non miei  ( adesso un po' meno perchè  ho imparato a  discernere  quando  è autocritica  e quando  è solo piangersio addosso e  quando  prendermi colpe  non mie  e quando prendermele  ) ; 2) Hai riflettuto a questa domanda: perché scrivi ?  Per comunicare.Per mantenerrmi vivo 3) A quali lettori pensi, di preferenza, quando scrivi ? A donne, a uomini inquieti, disposti anch’essi a riflettere. 4) Cosa pensi di offrire a essi coi tuoi scritti ? Almeno un po’ di compagnia.una  voce  fuori dal coro  ,  dare voice  a chi non ha voce nei media ufficiali  . Come difenderti dal conformismo acritico  e  di  come evitare di mandare il cervello all'ammasso  5) E agli altri, ai lettori occasionali ?  Una pulce nell’orecchio, un granello  di sabbia  6) Quale influenza ha  la critica ?   se sono costruttive    ( anche se  feroci   )  ben vengano  , se  sonoi strumentali  o  gratuite  \ innoportune   mi scivolano via  e  sono come  il << ( .. )  Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.  (..) (dalla Divina Commedia, Inferno, Canto III, 51 ) opure  come  risponde  lo stesso  Silone  a tale  domanda  : <<  Forse nessuna. Ho sempre avuto l’impressione, leggendo le recensioni dei miei libri, che non si tratti di me >> 7) I tuoi narratori preferiti? Quelli che talvolta torni a leggere ? Cervantes, Tolstoi, Alende  , Marquez ,Omero ,  ecc 8 ) Quale mestiere, allora, sognavi per più tardi ? lo  storico . 9) il dono di natura più ambito ? La buona salute 9) Adesso, le tue occupazioni preferite? Leggere, conversare e cazzeggiare 10 )  Quali sono stati gli incontri più importanti della tua vita ? Carlo Gubitosa ( il responsabile  e tra i   fondatori di www.peacelink.it  ) , Vincenzo Cirami, Paolo Fresu  11) Quali personaggi della storia italiana  Della nostra epoca e non  ?sono ora per te più stimolanti ? Gramsci , Pertini,Giovanni XXIII  , Giovanni Paolo II , Gioacchino da Fiore, Francesco d’Assisi, Pietro da Morrone (Celestino V), Carlo Cafiero , Sante Caserio  , Enrico Malatesta   , Salvemini  ,  la francese Simone Weil., Don Lorenzo Milani , Padre  ernesto balducci  e  padre  Maria turoldo , don luigi  ciotti  , ecc  12) La data più importante della storia universale e nella cronaca recente ? Il 25 dicembre dell’anno l anno  in cui   nacque   quello che io  considero il pri o rivoluzionario dela storia  ; e il 14 luglio 1789  anno della  rivoluzione francese  . La primainternazionale  . Il Concilio Vaticano Il ., 13 )  Gli eroi militari più ammirati ? qui concordo con Silone  : << Giosuè, nell’atto di fermare il sole, e il bravo soldato Schweik.>> 14 )  Perché ti sei allontanato dalla vita di partito ? Perchè  come diceva  Silone  stesso  La lotta per il potere non m’interessa.Ma  soprattutto perchè ( per  parafrasare  de  Andrè )  non esistono  poteri biuoni   15)  Sei però stato in un partito per molti anni  Perchè  ho imparato  in famiglia mia nonno paterno fascista  , mio padre  e mio zio  sinistra extraparlamentare ( marxista -lenninista  il primo   potere operaio \ volante rossa il secondo ) mia madre berlingueriana    e cosi credevo anch'io   prima d'aver  letto gli scrittori anarchici  o comunisti libertari  , per un certo numero di noi, la politica era, in quel tempo, un'altra cosa . Poi dopo aver letto la  storia " segreta  " degli ultimi 60  del nostro paese ( di gladio ,  strategia dela  tensione  , p2 , mafia  ,  crak economici  , ecc )  ho  cambiato idea 16) I partiti sono però anche portatori di idee. Si,in teoria  ma un’idea adottata da un’istituzione diventa facilmente ideologia, e i suoi fautori, propagandisti, e quindi vuota  o sovrastruttura  come diceva Marx 17)  Puoi concepire una vita politica democratica senza partiti ? Una bella domanda  No se  s'intendono  come  gruppi ideologici  Si  se s'intendono come liste civiche.Infatti Lo diceva  anche Silone  : <<  Sarebbe tuttavia utile che i partiti non avessero il monopolio della politica.>> 18)  Che ne pensi del parlamento ? Non credo che quella parlamentare sia la sola forma possibile di democrazia.19)  A tuo parere, quale sarebbe preferibile? Quella che si basasse maggiormente su forme di democrazia diretta e riducesse al minimo la delega dei poteri a dei politicanti professionali.e  favorisse  le spinte dal basso  comne  sta facendo  (   anche  se  con un po' d'ambiquità  ) beppe Grillo .,  20 )  Che ne pensi dell’impegno degli intellettuali ? qui la penso come  Silone   : << Lo ritengo degno di rispetto se corrisponde a una vocazione personale; abietto o commiserevole, secondo i casi, quando comporta la subordinazione a un apparato.>>.,  21)  Credi nella fatalità del progresso? Non credo in nessuna fatalità. Il progresso è possibile. Per progresso intendo una ulteriore umanizzazione delle relazioni umane ,22)  Credi che l’uomo sia libero? Penso che l’uomo possa essere libero. se usa  il libero arbitrio cioè il suo spirito critico e il cervello ., 23)  È anche responsabile dei propri atti ? Certo, nella misura in cui è libero e  nonmanda il cervello all'ammasso .24) Credi che sia possibile un ordine politico perfetto? No, purtroppo., 25) Non credi nella possibilità di istituzioni, autorità perfette?  Disgraziatamente no. l'autoritànon è mai perfetta  . 26 ) Non credi in uno stato cristiano ? Fra i due termini, stato e cristianesimo, mi pare che vi sia incompatibilità. 27)  Credi almeno in una società cristiana ?  Sarebbe cristiana la società in cui l’amore e il rispetto e la solidarietà  quella disinteressata sostituisse le leggi.28) Cosa decide, in ultima analisi, il suo carattere? La coscienza. Voglio dire, la coscienza dei suoi militanti.29)  Insomma, sei pessimista.A volte sono come leopardi 30) Hai fede nell’uomo?  Ho una certa fiducia. Ho fiducia nell’uomo che accetta l’inevitabile dolore dell’esistenza e lo sopporta con qualche certezza.

con questo è tutto ala prossima

Auguri













112 anni, fuma, beve e va a donne
E' l'uomo piu' anziano della Gran Bretagna

(ANSA) - LONDRA, 06 GIU - Henry Allingham, uomo piu' anziano di tutta la Gran Bretagna, festeggia oggi un altro compleanno spegnendo, sulla torta, ben 112 candeline. 'Il mio segreto?', ha scherzato l'arzillo Allingham, ''sigarette, whisky e donne focose''. Nato a Londra il 6 giugno del 1896, ovvero quando regnava ancora la regina Vittoria, Henry ha visto passare davanti ai suoi occhi sei monarchi e 21 primi ministri. Festeggera' il suo compleanno presso il 'Royal Air Force College' di Cranwell, nel Lincolnshire.


 



                                                           






vecchio.jpg vecchio image by Micheal_Kelso

chiarezza in primo piano

dal fronte del video del 6\6\2008



Maria Novella Oppo



Bellissime dichiarazioni del sindaco Cacciari l’altra sera a Primo piano. Spiegando con chiarezza la situazione creatasi a Venezia attorno alla costruzione di abitazioni civili per i rom, ha messo in guardia contro chi diffonde paura e odio nei confronti di tutti i «diversi». Anche se poi sono assolutamente uguali, come i rom veneziani, stanziali da tempo. Non a caso, coloro che hanno organizzato la protesta contro una civilissima decisione, presa a maggioranza dal consiglio comunale, hanno avuto vergogna di presentarsi in tv. Anche se poi qualcuno si è presentato, sui titoli di coda, ma per esibire ragioni del tutto pretestuose. Il programma è riuscito così piuttosto squilibrato, ma sempre interessante. Del resto Primo piano, più che un programma è uno spazio del Tg3, confezionato ogni giorno con materiali vari. E questa è la cosa che lo rende attaccabile. Per salvare, come è giusto, questo spazio prezioso, bisognerebbe dargli una struttura stabile e una funzione chiara, che lo renda indispensabile per il pubblico, più che per il Tg3.

 

Senza titolo 601

  07 / 06 / 2008 / SAN ROBERTO !  UN GRANDE AUGURIO A TUTTI LORO DA LUCKY !  :-)


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Anna Magnani, una e due


 


 

I



Anna profumo di trifoglio,
sventagliata di fiordalisi,
pupille sgranate.



Anna orizzonte di prateria,

Anna dai sogni smunti,

Anna del ferrobedò.



Anna falcemartello,

un sole di lamiera

e un sogno di carne.



Anna peccato di corallo,

smarrita e lustra

su fogli patinati.



Anna gravida di sorrisi,

rimpianto subitaneo

nel dorato esilio.



II

Anna un bambino e la dissolvenza,

gli tende la mano

a lui sembra dio.



Gli accende in cuore

bizzarre fantasie,

orizzonti sbilenchi

di pensieri proibiti



Anna gl'inventa

suoni remoti,

strane passioni

di trine perdute...



"Ciao Nì!" gli grida,

ed è già lontana.

"Sta' buono, composto"

è un'eco vicina.



Lui sembra obbedire.

Ma con i suoi occhi

ne cattura il profumo,

e una notte, nel buio,

per lei fuggirà.





                                      Daniela Tuscano







Senza titolo 600

  LA CONOSCETE LA FIABA IL PESCIOLINO D'ORO ?  :-)


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intervista alla Poetessa erotica donatella Camatta

"Perle poetiche tu mi doni/sono come gemme/che indosserei solo per te./Gira felice passione,/variopinta nei giorni/mirabile spettacolo.//Come sultano eletto/scivoli silenzioso/fra danzatrici e ancelle.../immagine del piacere". Questi versi di Amore puro ben delineano l'estro creativo di Donatella Camatta (nelle foto), veneta d'origine e milanese d'adozione, scrittrice alata e passionale. Scrittrice perché donna.


Si parla di erotismo in poesia, nell'arte, e il termine sembra limitante, circoscritto, quasi un tema "minore"...


"Per me non c'è nessuna differenza tra eros e amore. Ho sempre scritto poesie d'amore. O di eros. Non esistono categorie distinte. L'eros, la passione, fa comunque parte del mio Dna [sorriso]... Ogni grande poeta, d'altronde, nella gioventù si è buttato con gli ormoni su un foglio di carta bianco o su un tovagliolo da ristorante.....e vi ha riversato sensazioni, emozioni e molto di più. Io ho fatto la stessa cosa, scrivere mi dà un piacere fisico, è eccitante. Mentre scrivi vivi fortemente, e lo comunichi al lettore. Glielo comunichi proprio a pelle. Se questo avviene, potrai ritenerti soddisfatta. E' il tuo modo di comunicare quella parte di eros nascosta in te!".



Questa visione "cosmica" e circolare, unificante della poesia, e dell'arte in generale, è a parer mio tipicamente femminile. Gli scritti erotici maschili sono molto diversi...



"La poesia è un fiore che sboccia pian piano: sfiora l'anima e il cuore ,e la mente 'immagazzina' e conserva nel ricordo! Il racconto coglie, come in una fotografia, l''attimo' dell'autore e fornisce al lettore le risposte alle sue domande più intime e segrete. Per quanto riguarda l'eros maschile, è molto diretto, a volte troppo: quasi pornografico. Quello femminile è soffice, raffinato e molto sensuale. Ciò non toglie, naturalmente, che esistano poesie maschili bellissime, eccitanti...".






Scrivi da sempre ma, come autrice, sei un'esordiente. E' difficile oggi trovare un editore?



"Bisogna impegnarsi davvero molto. Gli editori si pagano in anticipo e poi si recupera parte del denaro nel lancio del libro. Se quest'ultimo entra nel web è possibile effettuare la vendita diretta. Purtroppo l'artista (come penso tutti sappiano) non gode di grandi appoggi, a meno che non disponga di potenti 'sponsor' o abbia una fortuna sfacciata! L' artista rimane un dolcissimo folle sognatore che regala proprie emozioni, sentimenti e dolori a chiunque voglia ascoltarlo".



Tu difendi strenuamente la dignità femminile. Come spieghi il rinnovato attacco a diritti che sembravano acquisiti e la recrudescenza dell'aggressività nei nostri confronti ?



"E' sintomatico che, oggi, i simboli della pace e della giustizia perseguitata siano proprio due donne: Ingrid Betancourt e Aung San Suu Kyi. In verità, le violenze contro le donne si perpetrano dalla notte dei tempi: stupri, pestaggi, pedofilia, incesto... Oggi il potere (androcentrico) reagisce perché teme la nostra libertà. Molte più donne trovano la forza e il coraggio di condannare e denunciare le violenze. Non si considerano più colpevoli, o vittime designate cui spetta solo subire e tacere. Questo è molto importante. E' migliorata anche l'assistenza pubblica e privata per le donne in difficoltà: ma, naturalmente, non basta. Occorre proteggere ogni singola donna. Non dimentico, comunque, gli uomini che operano in queste strutture, e di cui si parla troppo poco. Sono persone splendide e coraggiose, che sanno superare difficoltà e diffidenze: conquistare la fiducia femminile, infatti, non è facile".



I tuoi prossimi impegni?...



"A breve uscirà la raccolta Il viola che c'è in me..., realizzata con un amico poeta di Latina e impreziosita dalle fotografie di un professionista salernitano. La presentazione avverrà a Roma, poi andremo a Salerno e quindi, finalmente, a Milano".



Buona fortuna, e a presto.









Daniela Tuscano





LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...