18.6.08

Senza titolo 624


Gruppo tecnico di studio dell’attraversamento Alta Velocità


(con la partecipazione del Dipartimento di Urbanistica


dell’Università di Firenze)


 


Comitato contro il sottoattraversamento AV di Firenze



 


Italia Nostra - Sezione di Firenze


 


Coordinamento dei Comitati dei Cittadini dell’Area Fiorentina


 

VENERDì  20 GIUGNO - ORE 16,30


 


Sala vetri delle Murate        Piazza Madonna della Neve


(ingressi da via Ghibellina e da via dell’Agnolo)


 


LA FATTIBILITA’ DELL’ATTRAVERSAMENTO


IN SUPERFICIE


DELL’ALTA VELOCITA’


A FIRENZE


 


Introduce Alberto Ziparo


 


MIGLIORIE E ALTERNATIVE PER LA RETE FERROVIARIA


 


VINCENZO ABRUZZO


 


IL PROGETTO DI ATTRAVERSAMENTO IN SUPERFICIE


 


GIORGIO PIZZIOLO


  ANTONIO FIORENTINO


PAOLO CELEBRE


 


L’IMPATTO DELLA STAZIONE AV NEL CASO DEL SOTTOATTRAVERSAMENTO


 


MANLIO MARCHETTA


 


DAL MUGELLO A FIRENZE: DANNI AMBIENTALI


E PROCEDURE ANOMALE


 


TERESA CRESPELLANI


  MAURIZIO DE ZORDO


 


DIBATTITO E PROPOSTE



 



17.6.08

Senza titolo 623



Lettera inviata ai quotidiani di Prato-





 

Casale, 13 giugno 2008

 


                                                                          


 


Ci vediamo costretti ad intervenire, ancora una volta, per denunciare l’ennesimo attacco da parte dell’Amministrazione ai danni delle Pantanelle. Ricordiamo che questa area, nascosta e ancora sconosciuta ai più, si trova in prossimità del casello di Prato Ovest, percorrendo la stretta strada che da Casale porta a Ponte dei Bini (comune di Agliana). E’ una zona umida, da sempre meta di una ricca fauna migratoria, finanche aironi e fenicotteri rosa, come testimoniato, qualche tempo fa, anche dal Centro di Scienze Naturali di Galceti. Il suo delicato equilibrio paesaggistico e ambientale, caratterizzato da numerosi corsi d’acqua (Calice, Bardena, Fossetto, Ficarello) e laghi da caccia, viene negli ultimi anni sempre più spesso aggredito e minacciato dalla miope visione dell’Amministrazione che, ad ogni evidenza, mira a fare di quella parentesi verde un’appendice della zona industriale pratese e un polo dove racchiudere gli impianti di servizio alla comunità.


Tanto, forse già fin troppo, è stato costruito alle Pantanelle: il depuratore, ormai più che raddoppiato, con tutti le problematiche connesse all’aerosol che si alza dalle vasche; la costruenda seconda tangenziale, nuova strada completamente rialzata sul terrapieno, che, come un vulnus, ha squarciato il territorio e la sua estetica paesaggistica. Qualche mese fa si decise anche che saranno le Pantanelle ad accogliere un’area attrezzata destinata ad alcune famiglie Rom, cioè un campo nomadi sulle cui dimensioni e prospettive di allargamento non c’è certezza.


Come non ricordare poi il progetto della Provincia di Prato di localizzare proprio nel cuore della zona, accanto – o forse al posto – del lago di Pantanelle, l’inceneritore di rifiuti, che condannerebbe irrimediabilmente quella zona ad un futuro grigio e triste?


E’, poi, notizia degli ultimi giorni, la realizzazione di un campo fotovoltaico, 15 ettari di pannelli solari installati da privati, nelle aree di laminazione. La decisione ci sembra bizzarra: caso raro, se non unico, di un impianto rialzato da terra, per consentire l’eventuale esondo delle acque in caso di piena dei fiumi.


Ci rallegriamo, indubbiamente, che l’Amministrazione cominci ad interessarsi alle energie pulite e rinnovabili (quelle vere e non quelle da combustile da rifiuto!), ma ci sembrerebbe in ogni caso più appropriato partire incentivando e favorendo la collocazione dei pannelli sui tetti delle abitazioni e delle aziende, e non andando ad incidere sui terreni a destinazione agricola, che a Prato sono divenuti ormai una rarità.


Del resto questo è l’atteggiamento che l’Amministrazione tiene negli ultimi anni nei confronti di Casale e nello specifico delle Pantanelle: decisioni improvvise, scollegate, senza mai interpellare e informare la popolazione, ma calando le proprie risoluzioni dall’alto e trincerandosi, poi, in una pericolosa autoreferenzialità nel momento del tanto agognato confronto.


Così è stato per l’inceneritore, per il campo Rom, per i pannelli fotovoltaici. Così è per le strade e la viabilità del paese. Già! Si proclama la costruzione di ponti e strade, ma dov’è l’Assessore Giardi che aveva promesso un incontro a maggio per la presentazione del progetto sul bypass viario che dovrebbe alleggerire la situazione insostenibile del traffico a Casale? Auspichiamo che le migliorie annunciate aiutino realmente il quieto vivere dei cittadini e non aggravino ancor più l’imbarazzante vivibilità, stretta nella morsa di autoarticolati e costruende zone artigianali.


Per concludere, un appello accorato ai nostri amministratori: perché non valutare la possibilità di realizzare, nella parte ancora non urbanizzata delle Pantanelle, un corridoio per i migratori – cioè per il loro passaggio e sosta  - e difendere così una zona umida da restituire all’intera popolazione con i minori interventi impattanti possibili?


Ci fa sorridere il fatto che la Circoscrizione abbia organizzato la scora settimana, nell’ambito della Festa a Casale, una visita naturalistica alle Pantanelle, quando è la stessa Amministrazione che fa di tutto per cambiarle i connotati. E’ forse l’ultima occasione?


 


Il Comitato Ambientale di Casale











LA TERRA DELLE MILLE PAGODE

Tristemente noto per il suo regime militare e per la recente tragedia del ciclone Nargis, che, il 3 maggio si è abbattuto violentemente sul Myanmar causando 130.000 vittime, tra morti e dispersi, questo straordinario e sfortunato paese è detto “la terra delle mille pagode”.



Leggi quì il seguito:


http://etnomondi1.splinder.com/post/17454914/LE+PORTE+DELL%27ORIENTE


arrestateci tutti

IL bellissimo film a sposa siriana altro che americanate




Alla fine dopo una sofferenza ( perchè tutte sono adatte , secondo me , al tema del film ) fra ninna nanna dei Mcr ( trovate qui un video stupendo  e qui il testo )  e la donna cannone di Francesco De Gregori de Gregori  ( qui il testo ) ho optato per Im Nin'Alu  ( di cui trovate sotto un video e  qui il testo mi spiace non averlo potuto  riportare  ma  non capisco il perchè mi scombussolava  il template  ) della madonna    israeliana la   cantate  Ofra Haza consigliatami  da uno  dei migliori cdv esterni  in questi 4 anni d'attivita'  del mio \ nostro blog    lisoladelpiratadellamor.splinder.com/















ieri in  una giornata di “piattezza “ televisiva ( film già visti e stra visti , tanto da  sapere  a memnorioa le parole  e d'anticipare  la scena successiva  , programmi mediocri o spazzatura , partite degli europei , o la  spazzatura   --- salvo    qualche  eccezione  --- degli ultimi 15- 20  anni proveniente  dagli Usa  , e  Remarque   vari  ) sono riuscito a vedere in dvd il  film la sposa  Siriana di di Eran Riklis del 2004. Devo ringraziare   la bellissima ( e formativa sul mondo )  rivista settimanale  l'internazionale per averlo messo in vendita  in edicola oltre che  sul suo  sito  e per  giunta  con gli extra ) che desideravo vedere   da tempo attratto da questa recensione :<< (....) Nato  da  una  coproduzione Franco-Israeliana-Tedesca  di altissimo livello, "La sposa siriana" è un film che vale la pena vedere per molte ragioni. Perché dà l'idea della situazione dei drusi del Golan, popolazione di cui non si parla molto nei media ufficiali e non solo qui in occidente , ma anche perché è un film poetico, fatto di piccoli gesti, di sguardi e di movimenti appena percettibili, messi tuttavia in evidenza da una regia sicura e discreta. Ma si può anche notare una certa ironia, soprattutto nel constatare come certe zone della terra, benché contese politicamente, nella normale amministrazione siano spesso dimenticate da una burocrazia ottusa ed implacabile. (...) >> di filmup. Esso è  come dicono le recensioni   " Un film ironico e intelligente. Il dolore personale di Mona rappresenta il caos dell'intero Medio Oriente".­ - New York Post  e "La storia di tutte quelle linee invisibili che dividono le persone e distruggono i sogni".­ - Newark Star-Ledger .
Infatti io l'ho trovato
un film  toccante ,. ironico  , graffiante  . La compagnia con  cui l'ho visto ieri  (  e una ragazza   mia compaesana  che studia  arabo   a Milano lo ha rivisto volentieri ) . Una storia semplice eppure emozionante  che Impregnati e contaminati da una sempre più vieta cinematografia Usa, restiamo estasiati, stupiti quando, se ci è rimasto ancora un barlume di sensibilità, "incappiamo" in una pellicola come La sposa siriana....Un racconto condotto con intelligenza e grande misura, concretamente politico ma insieme poetico ed emozionante, che apre una finestra su una delle tante prigioni del mondo...Bellissimo film, veramente fatto bene, interessante, divertente , La trama, delicata ed attuale, è stata sviluppata con intelligenza e sensibilità. Un bel modo per avvicinarsi ad un mondo diverso dal nostro, quello occidentale. Ottima la scelta di sottotitolare il film lasciandolo in lingua originale anche. ...ma se   poi si volesse sottilizzare, il problema di Mona non é  solo quello  di essere drusa ma di vivere nel Golan, che é una regione contesa tra Israele e Siria, e da qui i problemi burocratici che incontra. un film da vedere e che arricchisce la mente e il cuore . Insomma, Guardando  (   per problemi di tempo  di alcuni di  noi  e perchè  il lettore  dvd  della compagnia con cui l'ho visto non riusciva   a prenderli )  solo  il film normale    senza  gli extra  (  cosa  che  ho fatto   stamattina non avendo voglia di studiare  e per  verificare  se nel  mio si  vedevano  )   ci siamo posti  (  risposta  che  viene  intuita   dalla visione  delle  scene tagliate  messe  nell'extra  )   se  La sposa alla fine come fa a varcare il confine ? Va verso il futuro marito consapevole che sarebbe stata sparata o arrestata ? e realmente  convinta  a  sposarsi  o  è incerta  ? o lo fà per  accontentare il padre  pur sapendo  che và inconto ad  un punto di non ritorno  ? .Durante  i  film   i gli amici   si sono messi a ridere  e  alcuni a prendermi in giro perchè  ho pianto  in alcune scene  , ma non è colpa  mia   se  mi succede  davanti  ale cose tristi  ( non solo film  , ma  anche a lefggere certe cose )  . Infatti mi sono adirato   con Israele  e i Siriani ( occiamente  contro i politici   e lo statoi non i popoli perchè dall'esperienza  diretta che ho  avuto  con dei rappresentanti israelianin e palestinesi  e altri    con cui israele  è   in lotta non tutti  gli abitanti sono a favore  dela politica  scriteriata  dello stato  israele o  dela palestina   )  quando  descrive  la  trafila  al confine  o  quando il polizzioto israeliano vuole arrestare  arbitrariamente il padre  della sposa   ; o anche ...

...quando il taxista  che deve portare il fratello  dela sposa  che abita in russia  in prosegue oltre perchè ha  paura  che gli arabi   gli rompessero la macchian  a sassate  ;  o quando  ( sono contrario a  qualsiasi  fondamentalismo religioso  e  culturale  avvelenano lòa no0stra  vita  e  la nostra  amicizia  o  nel caso del fiulm i rapporti tra  famiglie  )  quando i capi drusi   decidono d'isolare  il padre    se al matrimonio   della figlia  ci sarà il fratello  esiule in russia  e  ostile perchè  i barba  ai principi  religioso  culturali dei drudi ha sposato una donna diversa  da  quela imposta ; e  altre scene che adesso non mi vengono in mente  . Ma   ho anche riso  in particolare   quando la  ragazza ( l'assistente dell'Onu   )  di un fratello dela sposa   da  il duie  di picche  ( se'era  accorta  che tipo era  )  e  quandfo  lui  regala  il profumo che aveva  comprato per lei   all'amica  ( anche llei   assisaente  dell'onu)  dicendole  che  l'aveva  comprato per lei  , in quanto anch'io un tempo  ( e  forse  è questa  una dele cause    del mio essere single  ) ero cosi
Concludo   dicendfo che  esso  è  uno di quei film  che  ti restano dentro   finom a diventare  una parte di te . Infatti  << La sposa siriana è il tentativo di realizzare un film fatto d'amore >> ha detto il regista Eran Riklis.  << Amore per la libertà, per i paesaggi fisici ed emozionali che ci circondano, per le donne che si battono per trovare spazio in questo mondo. Ma anche amore per un popolo che continua a sognare e a sperare. Qui, là , oltre la frontiera, ovunque >> 
e che  : << (..)  ha  contribuito a levigare la mia esperienza   della  vita   fino a scolpirmi come  una palla in un torrente  (....) >> (  Renato Curcio in A  viso aperto intervista  con Mario scialoja  ) . buona  visione  a tutti\e 




  per  chi vuole  approndire  sia il film   sia le tematiche in esso trattate   riporto  qui sotto  una serie di link 


                   SUL  FILM


premi ricevuti





  altro  ( trailler  ,  foto  ,  ecc  ) 




             contesto storico  culturale 


i Drusi



                conflitto arabo-israeliano



Senza titolo 622

  VE LO RICORDATE IL FILM DRAMMA DELLA GELOSIA TUTTI I PARTICOLARI IN CRONACA ?  :-)


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io ho frirmato contro le leggi vergogna e voi ?

Berlusconi contro giudici e giornalisti


“Una giornata per la giustizia”. Lettera aperta a Veltroni e Di Pietro



di Furio Colombo, Giuseppe Giulietti, Pancho Pardi

Margherita Hack, Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Sergio Staino, Telmo Pievani, Lidia Ravera, Gianni Barbacetto, Salvatore Bragantini e oltre 1500 cittadini hanno già sottoscritto l'appello

Aderisci anche tu! Scrivi a Veltroni e Di Pietro

Caro Walter Veltroni, Caro Antonio Di Pietro,
lo spirito con cui scriviamo a Voi questa lettera è di allarme per la promessa fatta solennemente sabato scorso dal Presidente del Consiglio Berlusconi al convegno dei giovani industriali.
Se ci saranno ancora intercettazioni nelle indagini contro la criminalità saranno puniti con cinque anni di carcere i magistrati che hanno richiesto le intercettazioni, con cinque anni di carcere chiunque si presterà a eseguire l’ordine e a renderlo disponibile, nei modi e tempi previsti attualmente dalle leggi in vigore (e non cancellate) e cinque anni di carcere ai giornalisti che, sulla carta stampata, in televisione o in rete rendano possibile la divulgazione di atti altrimenti consentiti dalle leggi.
Ricorderete che come nella sequenza di un film deliberatamente pensato per denigrare gli imprenditori italiani (nel caso i più nuovi e più giovani) i tre impegni del Presidente del Consiglio, contro i giudici, contro i giornalisti, contro chiunque voglia restare nella lettera e nello spirito della Costituzione combattendo il crimine, sono stati accolti da uno scroscio di applausi entusiastici.
Anzi ci sono stati tre scrosci, come per ringraziare il premier per la pietra tombale che si appresta a gettare sulla giustizia e per la protezione offerta alla criminalità, soprattutto la criminalità dei colletti bianchi, degli affari, delle banche, delle aste truccate, dello insider trading, del passaggio indebito e riservato di notizie che arricchiscono immensamente e scardinano la concorrenza se conosciute solo da alcuni prima del tempo. E la criminalità delle cliniche.
Ma le tre aree indicate come sole permesse per le intercettazioni sono solo una parte di tutta la criminalità che tormenta il paese e contro cui si battono magistrati e forze dell’ordine. E non solo: interi rami di attività criminosa di mafia, camorra e ndrangheta si esercitano e si attuano lungo percorsi che adesso diventano area proibita alle intercettazioni, come gli affari di finanza.
Nello scrivervi questa lettera noi siamo certi che condividete il nostro allarme. Però nelle grandi questioni pubbliche che riguardano soprattutto la protezione dei cittadini (che sono coloro che pagano i grandi imbrogli, le grandi truffe, i grandi silenzi) è importante che l’allarme diventi pubblico, proclamato, comune.
Siamo convinti che il Partito Democratico e l’Italia dei Valori debbano – con urgenza – farsi testimoni di un allarme che vuole avvertire il Paese contro questi tre solenni impegni liberticidi. Viene denunciato il normale percorso della giustizia, viene deformato il fondamento della democrazia che esige la separazione dei poteri, si mette in atto un attacco del potere esecutivo contro il potere giudiziario ma anche contro le prerogative del Parlamento. Infatti il nuovo applaudito editto contro i giudici di Silvio Berlusconi corrisponde, nella forma stentorea e definitiva dell’annuncio, a un potere che un primo ministro democratico non ha. E scavalca con la disinvoltura delle nascenti dittature la voce del Parlamento.
L'editto presidenziale è una minaccia intimidatoria contro i giornalisti italiani che osassero disubbidire e rendere pubbliche notizie di crimini.
Noi siamo convinti che il Partito democratico e l’Italia dei Valori siano i naturali difensori della giustizia e della libera informazione nel paese di un vasto conflitto di interessi mediatico in cui gran parte delle fonti di informazione sono già nelle mani di una sola persona, in veste di proprietario e capo del Governo. Perciò contiamo di ritrovarci uniti con i cittadini che ci hanno votato in una “giornata della giustizia” che vi chiediamo di convocare al più presto. Una grande manifestazione in piazza del protagonismo civile, a torto definito giustizialista, per affermare con rinnovata energia la necessità che l’informazione e la giustizia siano svincolate dal controllo del potere politico.
Abbiamo di fronte un governo prepotente e deciso a tutelare gli interessi particolari che incarna e rappresenta, e a gestire il Parlamento come un parco a tema a cui, di volta in volta, si impongono immagini e rituali di Berlusconi e di Bossi, in un alternarsi di protezionismi, interessi speciali e paure ingigantite fino alla caccia all’uomo. In questa situazione preoccupante e grave, noi pensiamo che il silenzio sia il vero pericolo che dobbiamo respingere con la massima energia.

Roma, 12 giugno 2008

On. Furio Colombo
On. Giuseppe Giulietti
Sen. Francesco Pardi

Senza titolo 621

Bush e il Papa del ribaltone guardano le pesche mature nei giardinetti vaticani, parlano di conversione e valori, intanto cadono bombe sui bambini a Bagdad, altri bambini sono vittime di preti pedofili; Bush promette ortodossia e il giorno dopo lo troviamo a Parigi al Magnificat di Carla Bruni....consumismo cattolico?

Senza titolo 620


Senza titolo 619

Col pretesto della "sicurezza" si sta superando il limite... l'esercito nele strade c'è solo in caso di guerra o dittatura...


RITORNO IN EGITTO

Nei paesi arabi si trova la sporcizia, il disordine, la disorganizzazione –tutte cose che non centrano con la religione- e l’arte di arrangiarsi, però non manca la cosa più importante… che è la spiritualità. In Occidente al contrario c’è l’organizzazione, la perfezione, l’igiene, l’alta tecnologia ma manca la cosa più importante,quella che i paesi più poveri hanno… la spiritualità. Se si unissero le due cose sarebbe tutto perfetto, forse troppo?


Leggi il seguito quì:


http://etnomondi1.splinder.com/post/17455204/RITORNO+IN+EGITTO

presentazioen del libro di Merina garofalo LA cirConCisione DeLLe parROLe

  da aureliovalesi.splinder.com/  rivevo ed  inoltro 


alle ore 18.30 MERINA garofalo presenta alla LIBRERIA rinascita (viale agosta 36, roma) il suo libro LA cirConCisione DeLLe parROLe.

MEME : il personaggio letterario e cinematografico

Per la terza volta sono stata nominata per lo stesso meme :P ....
Il primo è stato Sergio la seconda Pupottina e adesso sono stata nominata da Calimera :)

Il meme
è lo stesso che ho pubblicato su Allen


Le regole sono: indicare (motivando) di quale personaggio letterario vi innamorereste (donna se uomo, uomo se donna, ovviamente anche altro) ed anche di quale personaggio cinematografico (non l’attore o l’attrice ma il personaggio da questi interpretato); nominare sei blogger (possibilmente tre donne e tre uomini) e comunicarglielo. Questi ovviamente dovranno indicare da chi sono stati nominati.

Partiamo dal personaggio letterario : Non ricordo il primo libro che ho letto in assoluto, ma come potrei dimenticare il primo personaggio letterario che mi è entrato nell'animo, che ho sentito mio, con cui ho pianto e sofferto, che era parte di me.
Avevo 11 anni e mi capitò tra le mani, passato da un caro amico più grande, il romanzo "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Erich Maria Remarque.
La storia di quel sodato, le brutalità a cui aveva assistito, le immagini di morti assurde, ingiuste, hanno per sempre scavato un solco nel mio cuore.
Ancora oggi, se penso alla guerra, inorridisco ripensando alla morte del "mio" soldato Paul
"Era caduto con la testa avanti e giaceva sulla terra, come se dormisse. Quando lo voltarono si vide che non doveva aver sofferto a lungo: il suo volto aveva un'espressione così serena, quasi che fosse contento di finire così".

Per quanto riguarda il personaggio di un film del quale sono innamorata … Patrick Swayze.
Patrick, indimenticabile Johnny in Dirty Dancing, ineguagliabile Sam in Ghost ... in quel film è stato l'uomo più dolce, seducente e bello che io abbia mai visto in vita mia ...
Purtroppo adesso è malato e io vorrei dirgli : Sono cresciuta con te, e ti auguro con tutto il cuore di guarire da questo male terribile... In bocca al lupo … .Posso solo augurargli di guarire presto, forse bisogna crederci, penso che una preghiera lo possa in qualche modo aiutare.
Quando l’ho saputo, mi è dispiaciuto moltissimo, tra parentesi si è anche ammalato di uno dei tipi di cancro peggiore ... coraggio Patrick non mollare!!!

Eh eh è il momento di passarlo di là l'ho passato come dice il regolamento a tre uomini e a tre donne, qui lo passo ad una sola persona e spero che lo faccia ..

Cucù è tutto per te ....

Max-buck-office

Finalmente il Sindacato

Francesco Scrima: "Il ministro si guardi da consiglieri improvvisati"


Conoscere la realtà di cui si parla dovrebbe essere la prima regola per fare della buona informazione
e per distribuire consigli utili a migliorare le cose che si sono analizzate.
Il fondo di Fracesco Giavazzi sul Corriere della Sera di oggi (domenica 15 giugno) è costruito su elementi di così scarsa conoscenza della scuola che non bastano poche righe per controbattere le tesi che esprime.

Segnaliamo alcuni punti:
1. Il primo per immediata gravità e urgenza: la questione dei precari. Smettiamola di crederli dei
fastidiosi clandestini in attesa di sanatoria; sono insegnanti che hanno avuto l’abilitazione a questo
mestiere attraverso prove regolari, e in più hanno maturato significative esperienze. Fino ad ora
molte scuole hanno potuto funzionare regolarmente solo grazie a loro. L’Amministrazione li ha utilizzati e sfruttati; chi vuole rottamarli non ha il minimo senso di responsabilità e di giustizia.
C’è del resto una norma della Finanziaria che ne decreta e regola l’accesso nei ruoli. Fra le “regole di convivenza” che la scuola dovrebbe insegnare e testimoniare non c’è anche quella che ci dice di
rispettare le leggi e onorare i patti?

2. Il malessere della scuola ha cause un po’ più ampie e profonde di quanto l’editorialista sembra
presumere.

3. Le code di precari che bussano per un lavoro stabile alle porte della scuola sono le stesse che i
laureati fanno in Italia per qualsiasi altro posto adeguato ai titoli e alle aspirazioni che hanno.

4. Esistono già gli strumenti perché il sistema si difenda da quella quota di incapaci e furbastri che
in ogni grande organizzazione possono esserci. Se tali strumenti non vengono attivati di chi è la colpa?

5. Il sistema dei concorsi pubblici per entrare di ruolo nella scuola, se ben governato, è un serio meccanismo di garanzia per la società e il “pubblico” prima che per i singoli concorrenti; selezionare su criteri di competenza è doveroso e possibile.
Se non avviene sempre così di chi è la colpa? Il sistema dei Concorsi pubblici è comunque previsto dalla Costituzione; che facciamo?

6. I concorsi sono indetti per gradi di scuola, dunque non si va in una scuola media o in un liceo senza specifica abilitazione.

7. I curricoli di scuola sono già in larga parte nelle potestà progettuale delle singole scuole autonome e degli insegnanti e non di un Ministro o di una Commissione ministeriale.
Si tratta di sostenere la scuola in questo compito.

8. I dati Ocse-Pisa sono un po’ più complessi e articolati di quanto Giavazzi sembra conoscere.
Analizziamoli sino in fondo.

9. Sono anni che i Sindacati chiedono un sistema di valutazione nazionale. Chi non lo costruisce?

10. La classifica delle scuole non serve ai genitori per scegliere la scuola migliore. Le famiglie (tranne quelle di categorie privilegiate e abbienti) possono mandare i figli solo nella scuola più vicina. La qualità va assicurata a tutti e non è il sistema della classifica che lo garantisce (neanche in America).

Questo solo per cominciare a precisare. Al Ministro chiediamo di guardarsi da consiglieri improvvisati. A Giavazzi chiediamo di approfondire la conoscenza del sistema scolastico. Credendo nella sua onestà e buona fede, gli chiediamo di confrontarsi con noi in una riflessione più articolata.
Anche noi, quanto Lui, vogliamo una scuola efficace, efficiente, capace di rendicontazione sociale.

Francesco Scrima
Segretario Generale Cisl Scuola

16.6.08

Senza titolo 618

  17 / 06 / 2008 / S. GREGORIO E S. ADOLFO !  SINCERI AUGURI DA LUCKY !  :-)


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Qualche distrazione

Mentre passa il ddl sulle intercettazioni, i giornalisti rischiano il carcere se diffondono le notizie, l' esercito entra nelle citta' con le armi grazie al decreto sulla sicurezza, l' italia dell' informazione si chiede:
"come e' stato possibile pareggiare con la romania?"
Se questi sono i presupposti, se tutto passa grazie anche alla complicita' della gente (indifferenza), mi auguro che il campionato europeo di calcio finisca qua', almeno passata la delusione si ricomincera' a parlare di altro.

Leopinioni

"orfeo9 " per sempre . intervista con Fabio Sanna



 

Fabio Sanna , il 26 giugno prossimo tu e la tua compagnia teatrale, Le Strane Felci , vi esibirete a Roma, alla Stazione Birra , per un Tributo a Orfeo 9 [cfr. la locandina a lato]. Prima di presentare il lavoro, vuoi raccontarci qualcosa di te? 


- Non sto mai fermo: sono cantante, musicista, attore, imitatore, grafico, web designer ... e, per completare il tutto, mi onoro di esser stato prima allievo e poi braccio destro del M° Nora Orlandi. Eclettiche le mie esperienze musicali: Battisti, Beatles, Renato Zero, Wilson Pickett, il rock progressive (soprattutto italiano), l'hard rock (Kiss, Black Sabbath, Deep Purple) e molti altri.
- E la Compagnia? Avete un repertorio particolare?

- La Compagnia esiste dal dicembre 2005, ma si tentò di portare in scena Orfeo già nel 2002. La maggior parte dei componenti della Compagnia ha progetti paralleli ma al momento ci stiamo dedicando esclusivamente a questo, che necessita di molte risorse tecniche.








Fabio Sanna (a sinistra) con Fabio Privitera, nei ruoli del Venditore di Felicità e di Orfeo.


 





 



- La prima opera rock della storia, ancor prima del leggendario Tommy degli Who...
- Eh sì. Lo spettacolo originale andò in scena nel gennaio 1970, quindi venne interamente composto l'anno precedente. Seguì poi il film e il disco. Tito Schipa jr. , autore e protagonista [assieme a Renato Zero, Loredana Berté, Tullio De Piscopo, Edoardo Nevola, Santino Rocchetti, Bill Conti, Ronnie Jones e tanti altri, n.d.A.] si è dimostrato un precursore: certe idee, suoni ed esperimenti, soprattutto in Italia, non esistevano. Il suo è stato un rischio, una sfida.
-Ma cosa s'intende, in realtà, col termine "opera rock"? Quali le differenze col musical ?
Innanzitutto la struttura è prettamente operistica, con riprese, temi, leit motiv. Nel caso di  Orfeo 9 , Tre note , Il tema dell'alba , Il tema d'amore . Poi, come nell'opera, il dialogo è - per la maggior parte - cantato: raramente vi si incontrano parti recitate. Io considero opere rock solo Jesus Christ Superstar , Tommy e appunto Orfeo 9 , ma è anche grazie agli altri lavori che il pubblico sta tornando ad interessarsi del teatro musicale. che ogni tanto tornano o vengono "citati" in altre canzoni. 







- Ecco, il pubblico. Orfeo riscuote successo tra i giovani?      Urca! Il 99% delle persone che ho contattato in questi anni non conosceva l'opera, ma l'hanno adorata immediatamente. Esistono "orfeomani" in tutta Italia ed anche all'estero. Da quel che so se ne trovano molti a Torino, Napoli, ovviamente Roma... Un disco che a distanza di 35 anni è ancora in catalogo e continua a vendere nonostate la censura che ha dovuto subire è un vero e proprio cult! Quanto a noi lo abbiamo arrangiato per formazione rock con l'esperienza e la conoscenza che in trentotto anni i musicisti hanno dato e recepito. Per il resto Orfeo 9 è senza tempo, strutturalmente abbiamo dovuto cambiare poco o nulla, certo abbiamo evitato alcune ingenuità della versione teatrale e la "maestosità" della versione disco film... ecco... siamo l'esatta via di mezzo tra la versione teatrale e il disco! Che modesti, eh? [risate] .


- Un'opera senza tempo. Di qui la tua passione?

- La passione nasce dal fatto che Orfeo 9 è meraviglioso! Mio fratello portò a casa il disco, dove partecipavan o alcuni amici  Piper. Beh, all'inizio quella copertina con gli occhi dipinti e l' Ouverture così drammatica, da film dell'orrore, mi terrorizzava (avevo otto anni), ma un paio d'anni dopo lo trasmisero in tv in seconda serata, sul secondo canale. Mi incuriosì, andai a ripescare il disco e piano piano me ne innamorai. Poi lo persi di vista. Negli anni trovai, grazie ad amici zerofolli, qualche spezzone del film qui e là ed infine, nel '99, uscì la versione su cd. Lo ascoltai quasi maniacalmente sino a che non decisi di riportarlo in scena.


- Schipa vi conosce?                                                                    - Collaboro con lui dal 2001 e ci scambiamo informazioni informatico-musicali: dove io sono quello bravo con il computer e lui quello bravo con la musica, ma da un po' di tempo in qua ci stiamo scambiando i ruoli. Tito è notevolmente migliorato in informatica e io riesco a eseguire il giro di DO con la chitarra più velocemente. Incontro ancora qualche difficoltà coi barré.
 - Cosa pensa del vostro lavoro?
- Ne sa poco o nulla: questo è il mio progetto e voglio che resti tale. Se Tito vorrà riproporre il suo Orfeo 9 lo farà quando, come, dove e con chi lo riterrà opportuno. Noi non possiamo che ringraziarlo eternamente per il permesso accordatoci.

  - Hai citato più volte Renato Zero, che nel film ricopriva l'importante ruolo del Venditore di felicità, antagonista di Orfeo-Schipa...A dire il vero volevo il ruolo della Chiromante, è una delle canzoni più belle, ma non me l'hanno permesso i ragazzi della Compagnia. Ho sempre preferito ruoli da antagonista o da villain (come si dice negli StatiUniti) e una parte così non poteva che essere mia, oltretutto il mio tipo di voce potente mal si adattava ad altri ruoli come quello di Orfeo (che è giovane) o del Vivandiere, dove è richiesto un registro da tenore leggero. Poi, ammettiamolo, è un ruolo magnifico che mi permette di giocare con trucchi, maschere, ecc.; non può essere altrimenti per uno cresciuto con i Kiss e Renato: è colpa loro! È sempre affascinante interpretare il male.












 





Nella copertina di Orfeo 9 del 1979 comparivano il nome e l'immagine di Renato Zero, precedentemente censurati












- So che hai informato Renato dell'allestimento, che l'hai trovato educato e gentile, ma hai avuto una sensazione di sostanziale disinteresse da parte sua..
Beh, che un artista del calibro di Renato non si preoccupi dell'allestimento di un'opera da parte di una Compagnia piccola come la nostra, fa parte del gioco. Tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta frequentava il Piper con i miei fratelli maggiori, e qualche volta è venuto a casa nostra.


- Due ultime domande: che tipo di locale è la Stazione Birra?




- Bello, spazioso, con dell'ottima birra [risate] , un eccellente impianto e un direttore artistico ( Dante Colavecchi ) che, per amore della musica, di Orfeo 9 (ma anche perché gli sistemo il computer...), ha accettato la nostra scommessa.



- E se un giovane d'oggi volesse intraprendere la carriera di attore/cantante/showman?...




- Il giovane in questione, oltre alla voglia, dovrebbe possedere doti quali l'impegno, lo studio, la dedizione e, soprattutto, l'umiltà. Solo così si creano le "possibilità" per affermarsi, nel lavoro come nella vita.

















Diari e domande

Sta partendo. Mi fa ciao con la mano e io la guardo dubbioso. Ce la farà?
Giorno 1

È partita da un giorno e già mi manca. Vorrei aver insistito, vorrei aver alzato la voce. Ma in fondo so che non sarebbe servito a nulla.

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Segnali di fascismo


Dall'amico Carlo ricevo, pubblico e sottoscrivo PAROLA PER PAROLA. Visto che quella parola, nessuno osa più pronunciarla. Proprio come si diceva ai bei tempi, ora tornati: "Tacete, il nemico vi ascolta". Mai avrei immaginato di riviverli. (D. T.)

Militari nelle città . Brutto segno. Brutto come lo è quasi tutto quello che sta facendo, o annunciando di fare, l’attuale governo. Il governo più di destra che la Repubblica italiana abbia mai avuto da quando è nata.


Per i prossimi sei mesi, ovviamente rinnovabili, 2.500 militari si andranno ad affiancare alle forze dell’ordine nel presidiare i luoghi considerati più a rischio delle maggiori città italiane. Se a questa ultima trovata aggiungiamo, con la scusa dell’ultimo giro di vite sulle intercettazioni, le minacce di arresto per i giornalisti; se aggiungiamo la possibilità di chiudere i migranti nei centri di permanenza, come previsto dall’ultima direttiva europea, anche per 1 anno e mezzo e la criminalizzazione di tutti i migranti senza permesso di soggiorno; se aggiungiamo la minaccia di manganelli ed esercito per chi ostacola l’accesso, anche con un pacifico sit-in, ad altre pattumiere a cielo aperto nella già martoriate terre campane; se aggiungiamo i rastrellamenti nei quartieri a più alto tasso di popolazione straniera e gli sgomberi dei campi nomadi; se aggiungiamo, infine, i tanti piccoli atti di razzismo che si moltiplicano e si stanno verificando ormai quotidianamente, ne viene fuori un quadro ben poco felice del nostro Paese.




Come per il lupo, anche per la destra, vale il detto: “perde il pelo, ma non il vizio”.

Tutti questi brutti segni sono, inequivocabilmente, segnali di fascismo. Come il sindaco di Roma, che sotto la camicia porta la croce celtica, numerosi componenti del governo Berlusconi nascondono sotto il vestito la vecchia camicia nera. E, come accadde nel ventennio mussoliniano, anche oggi si sta cercando di stringere nella morsa autoritaria le nostre città, mentre i poteri economici più forti possono fare il loro comodo più indisturbati che mai.



Ecco quindi, la vera faccia del governo Berlusconi: è la faccia inconfondibile del fascismo.


Ora si tratta di contrastarlo, prima che faccia danni irreparabili e ci faccia tornare indietro di cento anni. L’appello a tutti i cittadini democratici è chiaro e semplice: apriamo gli occhi, organizziamoci, formiamo gruppi spontanei in tutti i nostri quartieri e poniamo una barriera nonviolenta contro la dilagante violenza che si sta preparando. Non permettiamo a questi nostalgici di “ordine e disciplina” di rosicchiare pezzo dopo pezzo la sovranità popolare e costruiamo una società più radicalmente democratica, che non dia mai più la possibilità ai fascisti di prendere il potere.




Carlo Olivieri - Roma

Non serve correre!


img053Immagine  di Franca giovane a Bagnoregio 1955, una  vecchia segnaletica stralale. Anche se la segnaletica dell' immagine è modificata, e io sono un po' cresciuta,  sono ancora una brava autista, nessun incidente e tantissimi chilometri sulle ruote. Quante volte ho scritto questa frase: "Non serve correre!" e ho fatto spesso post inerenti all'argomento, molte volte, ma le cose non cambiano. Per molti anni, ho insegnato codice della strada e dal 1958 sono perito d'infortunistica stradale. Ieri domenica, sono andata a Formetto, vicino  Roma e ho percorso la strada Salaria, poi la Cassia bis, in 20 chilometri, con la mia vettura MBW compat, ho evitato 5 gravi incidenti stradali a ragione. Io li chiamo i 'domenicanti' sono quei conducenti che conoscono il volante e l' acceleratore, guardono sempre  avanti, pretendono sempre di passare e fanno anche brutti gesti. Riscrivo ancora: "Non serve correre"  e per evitare incidenti, bisogna solo rispesttare la segnaletica stradale, e la distanza di sicurezza. Ho sempre preferito la vettura con il cambio manuale. Qualche consiglio nella guida, se ci mettiamo a una velocità costante sulla corsia di destra sempre mantenendo una distanza dal mezzo che ci precede e deceleriamo, quando vediamo un ostacolo lontano, togliendo il piede dall' acceleratore, la vettura automaticamente  perde velocità, scalando anche le marcie, e   evitiamo di frenare all'ultimo momento, primo si ha un consumo minore di carburante,  abbiamo anche un consumo inferiore di pneumatici e importanntissimo, siamo sicuri di arrivare. Con questo non possiamo evitare tutti gli incidenti, ma  stiamo sulla buona strada. La mia velocità, per andare a Formello, circa 70/90 come prevede la segnaletica verticale, preciso che le vetture che mi superavano andavano minimo il doppio di me  e bastava che la prima vettura della fila si fermasse, le altre sarebbero state coinvolte in una carambola di minimo di 30 auto. Il tempo che ho impiegato per arrivare 15 minuti. La nostra vita  e il rispetto per la vita degli altri,  ci deve far comprendere, che la prevenzione è il rispetto della guida, è alla base, per evitare incidenti. Perciò ripeto: "Non serve correre",   altrimenti la nostra vettura si trasformerà da mezzo di locomozione in un'arma, che ci può cambiare la vita.




                         Franca Bassi


Senza titolo 617

  VI PIACEVA IL TELEFILM ALICE ?  :-)


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Parco giochi della mia infanzia

Parco giochi della mia infanzia, quando hai perso le stagioni? Quando i tuoi prati, oasi alate d'un circoscritto paradiso, hanno smesso di risuonare di voci tinnanti? Dove l'erba ha assorbito muta il cilestrino colore di garruli giochi? Eravamo uno sciame, allora, figli svettanti d'un futuro assolato. La bicicletta e gli schettini, il rapido vortice di pantaloni scampanati, beatamente implumi e frondosi, tra boom e austerity. La certezza d'una vacanza al mare, e tuttinpiedi davanti alla maestra. Qualcuno già nutriva un pensiero nascosto, un sottile e inquieto rigo musicale tra i risvolti delle casacche a quadri. Il saggio di danza, e ragazzine sparute più che aggraziate. Le lezioni di judo per i maschi, poi qua e là, circondati da un'ebollizione di generi, scompigliati fra barbe lunghe, camicioni colorati, e già qualche tocco di trucco su guance ruvide, si assaporava il fermento d'una porta arcana, d'una primavera sovvertita. Ma nessuno ci cancellava il sorriso. Niente poteva turbare il nostro coraggio fresco e lacustre.


Parco giochi della mia infanzia, perché ora giaci abbandonato? Inutile come un cerino umido, lasci vagolare, distrattamente, una desolata famigliola. Si riapproprino del cielo, riafferrino le tue stinte altalene. S'illudano ancora, questi figli del Duemila, ignoti bambini, obsolete novità. Riprendano il loro giorno, godano delle tue albe germinali, tornino a riempire, con cirri luminosi, il nostro cielo di città.


                     Daniela Tuscano

«Benedetto Bush! Povera Chiesa! Misera Italia»


Genova, 15 giugno 2008


Tre fatti salienti segnano a carattere di fuoco la settimana appena conclusa. Il primo riguarda la visita di Bush, presidente degli Usa in scadenza, che viene ricevuto da papa Ratzinger non solo con gli onori di Stato, come si conviene da protocollo tra potenti, ma con familiarità e intimità, fino a concedere al guerrafondaio la passeggiata nei giardini vaticani, prospicienti la torre di san Giovanni dove papa Giovanni si ritirava in preghiera. Giovanni XXIII è il pappa che nella enciclica Pacem in Terris definisce la guerra «alienum a ratione», cioè del tutto insensata. Per buon peso c’è stata anche la cantatina dei pueri cantores della Cappella Sistina davanti alla grotta della Madonna della Guardia. Questa Madonna si venera a Genova, sul monte Figogna (m.s.l.m. 1000) e fu fatta predisporre nel giardini vaticani da papa Benedetto XV, al secolo Giacomo della Chiesa, genovese di nascita, che fu il papa che definì la 1a guerra mondiale «una inutile strage». A molti, anche all’interno del Vaticano, è sembrata una dissacrazione perché mai un pontefice è stato così accogliente e generosi di elogi verso un capo di Stato come Benedetto nei confronti del texano Dabliu Bush.



Giovanni Paolo II aveva definito la 2a guerra in Iraq «immorale» e rimase isolato, ma irremovibile. Ora se la logica ha una ragione, si desume che abbia dichiarato «immorale» anche chi quella guerra l’ha voluta, cercata e imposta, contro ogni fondamento di diritto internazionale perché, come gli stessi Usa oggi ammettono, avvenne su false testimonianze e false prove. Bush è un bugiardo di livello internazionale. Ricevere con tutti gli onori e intimità un omicida, un genocida, un antidemocratico, un assassino, un extra-ius come Bush, fa del papa un connivente e un complice. Di fronte al mondo dei disperati, dei poveri del sud del mondo che vedono in Bush la causa dei loro dissesti economici, governati dalla politica egoista e parassitaria degli Usa, il papa appare come colui che approva e condivide le scelte del governo statunitense. Le persone semplici non fanno tanti distinguo, ma vedono alla tv il papa a braccetto con un uomo del genere e giungono diritti alla conclusione: il papa sta con Bush non coi i poveri del mondo.

Era ancora fresca la notizia che il Vaticano aveva rifiutato per «opportunità politica» udienza ad alcuni capi di Stato partecipanti all’inutile assemblea della Fao, carrozzone iniquo che ingrassa se stesso e non risolve alcun problema. Non solo, ma alcuni mesi addietro, il papa per le stesse ragioni di opportunità aveva ritenuto di non concedere udienze nemmeno al premio Nobel per la pace, il Dalai Lama. Il popolo registra nella memoria del cuore e tira le conclusioni. Si aggiunge un’aggravante che nei colloqui pubblici e privati, dalle indiscrezioni di corte, il papa non abbia fatto alcuna critica o mosso alcun rilievo alle responsabilità di Bush per l’insicurezza mondiale e l’incremento del terrore in cui la miope politica di un uomo ignorante ha gettato il mondo intero. La modalità della visita per molti credenti è apparsa come una dissacrazione che avrà effetti devastanti per la Chiesa. Molti si allontanano dalla essa e noi preti ne raccogliamo il dolore, la distanza, la sofferenza e la croce.




La vista di Bush al papa fa da pendant a quella di Berlusconi che forte della benedizione papale, nel pacchetto sicurezza emanato il 13 giugno, ha incluso una norma che tutela i preti e/o i vescovi: «quando emerge un reato nei confronti di un sacerdote, dev’essere immediatamente avvertito il vescovo, e quando emerge un reato a carico di un vescovo dev’essere avvertito il Vaticano», superando lo stesso concordato che era più misurato. D’altronde che cosa ci si poteva aspettare da un presidente del consiglio che uscendo dall’udienza papale a double baciamo-le-mani, dichiara che «non si può non ossequiare la Chiesa», riducendo così lo spazio di libertà e di democrazia di una Stato sovrano?

Il secondo fatto è il pacchetto di provvedimenti varati dal governo il 13 giungo sulla sicurezza e le intercettazioni. Oramai siamo sicuri che lo Stato di Diritto sta morendo lentamente per asfissia sotto gli occhi di tutti e pochi si ribellano. Nemmeno l’opposizione politica parlamentare (tranne Di Pietro e l’Italia dei valori) si scandalizza limitandosi alle esternazioni di rito pur di mantenere una parvenza di dialogo che è e sarà impossibile con questo governo e la sua maggioranza. Tutti i provvedimenti sono finalizzati a blindare e mettere in sicurezza il cittadino extra legem Silvio Berlusconi e i suoi compari, alimentando la paura come sistema che diventa terrore diffuso per distogliere le attenzioni dai veri problemi che il governo non è in grado di risolvere perché non ha il senso dello Stato e delle Istituzioni. 2500 soldati dislocati anche solo nei capoluoghi di provincia che sono n. 107 fanno 23,36 soldati per provincia, cioè un insulto alla intelligenza e al buon senso. Solo gli allocchi possono cadere nella trappola mediatica del governo che mira solo a fare proclami di effetto che a risolvere i problemi reali.

Con tutta l’emergenza economica che sta strangolando il paese per gli effetti dell’allegra economia del 1° governo e 2° governo Berlusconi che finì sotto inchiesta europea per infrazione di deficit (per la cronaca: risanato da Prodi, Padoaschioppa e Visco), solo agli allocchi si può fare credere che la grande emergenza siano le intercettazioni telefoniche. Il decreto relativo mette al riparo tutta la delinquenza dai colletti bianchi e la magistratura è in ginocchio, potendo così andarsene a pescare perché ormai i reati perseguibili saranno solo quelli dei ladri di polli. Berlusconi con questo decreto si vendica dei magistrati e il paese plaude, senza accorgersi che sta passando da uno stato di libertà ad uno stato di sudditanza, da una condizione di diritto democratico ad una condizione di paese a democrazia limitata. E’ il progetto della P2 che diventa operativo. Con la benedizione dei vescovi che nulla hanno da dire, mentre invece gioiscono del nuovo clima che sta portando e porterà l’Italia alla deriva su ogni fronte.

Scrivo questa «finestra» perché resti in testimonianza a futura memoria perché giorno verrà in cui la coscienza e la morale chiederanno conto di ciò che abbiamo fatto e non fatto in questa epoca e allora non basterà solo chiedere scusa, ma ognuno dovrà assumersi le responsabilità di avere taciuto, di essere stato connivente, complice e correo. Invito i Vescovi della Cei ad andare a rileggersi il documento che loro stessi hanno scritto e firmato il 04/10/1991 come programma pastorale per l’Italia nel decennio 2001-2010 dal titolo profetico «Educare alla legalità» (v.qui : in basso a sinistra tenendo premuto Ctrl cliccare due volte su «edulega.rtf») che è forse uno dei documenti più belli prodotti in questo secolo. Esso profetizzò tutto lo sfacelo che avrebbe portato il berlusconismo prima ancora che si verificasse, quindi in tempo non sospetto. Se gli stessi vescovi disattendono i loro stessi documenti perché li scrivono in bella grafia, ma poi fanno il contrario di ciò che scrivono, come si possono presentare alla gente a chiedere credibilità e autorevolezza?

Il terzo fatto è pastorale: sabato 14 giugno è stato celebrato a Roma, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, un matrimonio alle spalle del Vaticano. Nulla da eccepire se due si sposano in chiesa, ma permettere che il sacramento del matrimonio venga ridotto ad una passerella mondana con foto in esclusiva, la sposa (si fa per dire!) seminuda è un insulto all’austerità sacramentale. I due nubendi non sono gente qualsiasi, ma due notori concubini (sto usando una terminologia usata spesso dalla gerarchia cattolica che difende la legittimità del matrimonio e per la quale può esistere solo il matrimonio come sacramento) pubblici: lui per la vita effimera che organizza per i ricchi in Sardegna e lei per essere famosa spogliarellista, velina, e forse adusa a vendere le sue grazie per ottenere favori. Questo matrimonio in chiesa non si doveva concedere se non a condizione che fosse strettamente privato, a porte chiuse, senza pompa, senza clamore e senza fotografi e cosa più importante con una sposa vestita. Avendolo concesso nelle modalità pagane che un certo mondo è solito vivere resta solo lo scandalo dei ricchi che anche in chiesa possono fare quello che vogliono.

 




Paolo Farinella, prete


Note a làtere:

1. Le notizie delle morti di operai sul lavoro si susseguono a ritmo sostenuto, conseguenza tragica della deregolamentazione della sicurezza sulla quale le imprese investono sempre meno, specialmente orsa che hanno un governo «amico» e la Marcegaglia si scioglie in giuggiole e bigné. Bisogna predisporre una litania di operai morti in omaggio all’art. 1° della Carta costituzionale che dichiara la Repubblica «fondata sul lavoro». Il governo è latitante perché è pressato dall’urgenza delle intercettazioni, mentre per gli operai, una volta sopraggiunta la morte «il reato si estingue» che tradotto in lingua corrente significa: chi è morto è morto e chi è vivo è vivo. Seppelliamo i morti e pensiamo ai poveri impresari che devono sopravvivere e a causa di queste morti devono tenere chiuso qualche giorno, anche le apparenze vogliono la loro parte, e ci rimettono in quattrini, caldi e freschi.
2. Molti operai morti lavorano in nero in ditte del Nord e del Sud: il nero unifica la Nazione che Bossi vorrebbe divisa. La colpa non è delle ditte che assumono in nero, ma degli immigrati che non solo lavorano in nero, contribuendo all’economia sommersa e alla evasione delle tasse, ma vengono anche ad arrecare danni gravi venendo a morire qui, mentre potrebbero tirare le cuoia al loro paese. Ingrati, non si contentano mai.
3. I difensori della «vita dal concepimento alla morte naturale», come mai sono afoni di fronte a queste morti ingiuste, indegne e orripilanti? La vita è diversa se riguarda gli immigrati o i nativi oriundi? Se così fosse vorremmo conoscere la graduatoria e la priorità.
4. Il ciellino Formigoni, vergine a suo dire, ci può dire i termini del contratto con la clinica di Santa Rita di Milano, clinica privata e lautamente convenzionata con la Regione Lombardia? Visto che siamo in argomento, l’esimio e cristianissimo presidente, mancato senatore, ci potrebbe fornire l’elenco delle convenzioni e relative competenze economiche con la Compagnia delle Opere a gestione di Comunione e Liberazione?
5. Apprendo da comunicazioni di amici che «Il Giornale» di proprietà dei Berlusconi, un giorno sì e l’altro anche chiede la mia sospensione a divinis, e questa è la prova che ormai il giornale del padrone ha perso la sinderisi se si sente minacciato (?!) da un parroco del centro storico di Genova e pretende che tutti osannino e s’inchinino al passaggio di sua bassezza (riferito alla statura – absit iniuria verbi! – ), senza se e senza ma. Poiché non leggo giornali pornografici, non leggo codesto foglio, anche se ogni tanto qualcuno mi passa qualche appunto che regolarmente cestino. Sono ansioso di essere ricevuto dal mio vescovo per potere leggere insieme a lui i miei scritti e verificarli alla luce della dottrina e della morale della Chiesa. Informo comunque per buona pace degli scribi berlusconiani che finora non sono stato mai richiamato né ho avuto appunti da parte dell’autorità di riferimento perché quello che scrivo e dico è perfettamente lecito e non sconfinano affatto dai due ambiti di competenza che sono appunti la dottrina e la morale. Ho l’impressione invece che «Il Giornale» non goda di buona fama presso gli ambienti seri, anche dentro la Chiesa.