27.2.12

il coltan nuovo oro bianco e gli effetti collaterali

 Lo  che questo post  verrà considerato dalle male  lingue   un copia ed  incolla  , ma  io me  ne frego e  avanti  . Perchè non  voglio   che 

Non credo ci  sia bisogno di commentare  ed  aggiungere  altro   parla da solo questo   articolo  in flash  tratto da http://www.slideshare.net/FilippoSardi/   che promuove  il http://www.umoya.org/















26.2.12

lavorare a 3 euro no grazie la storia di valeria gentile

La lettura, ne  trovate  sotto   "in appendice  al  post" l'articolo e sotto a  sinistra   la foto  ,   sulla nuova sardegna d'oggi 26\2\2012 dell'intervista a Valeria gentile , mi fa  ritornare  alla mente  questo articolo  scritto da  un nostro  utente  \  compagno di strada     .
Valeria  è una  ragazza coraggiosa  e dinamica  come dimostrano sia  questa intervista per  il sito    http://www.lanuovaatlantide.info i suoi blog  personali  : 1)  http://igrandireportages.blogspot.com/  2) http://kindlerya.blogspot.com/ 3)http://viagginversi.com/
4) http://kindlerya.tumblr.com/. Per  chi volesse  sostenerla  ed  aiutarla  essa  si finanzia  con l'aiuto dei lettori  ----  proprio come faceva ( e credo ancora  faccia oltre  a scrivere   in un blog per  il fatto quotidiano   )   Riccardo Orioles   autore  della catena  di  San libero   ---- trovate  qui come inviarli soldi  perché  purtroppo al  giorno  d'oggi senza   €  non si canta : nè messa  né  bandiera  rossa  .
Una   ha fatto solo bene, a rifiutare un offerta di lavoro del genere . Finchè ci saranno in Italia ci saranno persone che continueranno a sottostare a condizioni lavorative del genere Il paese continuerà ad andare a rotoli. Non sono solo i sardi che si trovano in questa situazione: c'è gente che al sud Italia e non solo, lavora dalla mattina alla sera nei campi a raccoglierne i frutti che offre a seconda delle stagioni sempre a 3 o 4 euri all'ora...se non accetti c'è un altro...e magari extracomunitario clandestino sbarcato stamattina. .....Purtroppo è da una vita che ciò avviene e continuerà cosi per sempre....non penso che il sig.Monti riesca ad ostacolare sti negrieri!!!!!!!!!!!!!! io li metterei in un carcere in sud America e ne butterei la chiave!!o metterei loro a lavorare a quelle condizioni . Scusate lo sfogo  , veniamo ora  alla  storia  di Valeria  



Sono andata via di casa a diciannove anni, dopo il diploma linguistico e qualche dramma familiare in valigia. Ho vissuto a Firenze per laurearmi in Media e Giornalismo, ho vissuto due anni a Roma collaborando con festival, riviste, agenzie di comunicazione, case editrici. Ho viaggiato come reporter in Europa, Medio Oriente, Africa e Asia. Ho dormito e mangiato per terra con i bambini in Senegal, mi sono lavata nei bagni delle palestre abruzzesi con le donne terremotate delle tendopoli. Ho girato da sola nell'infinita metropolitana di Tokyo, ho passato i checkpoint israeliani a Ramallah, ho scalato col vento gelido di gennaio la Grande Muraglia Cinese. Sono salita su mulini olandesi e torri taiwanesi, sono entrata nella pancia dell'enorme Buddha di bronzo sulla costa giapponese, ho assistito ai lanci dai tetti di soldati mangiatori di serpenti in Libano, ho guidato una zattera di bambù sul fiume Li. 
Ho ventisei anni. Si potrebbe dire che io sia coraggiosa. Ma ancora più di questo, sono sarda. Ogni giorno della vita è una lotta in cui le mie radici sono alleati e nemici, armi e talloni d'achille. Sono tornata per scelta a vivere nella mia isola perché tutto il mondo non basta a contenere l'amore e la gratitudine che provo verso questa terra. Credo nella vita e nel mio futuro perché la Sardegna mi insegna ogni giorno i suoi miracoli senza vergognarsi di essere onnipotente. 
Finché poi arriva un giorno in cui metti tutto in discussione. Arriva un super resort di lusso fondato da milanesi e altri italiani, che sulla mia isola ricopre venticinque ettari di parco in cui ci sono ventun ristoranti di lusso, quattordici bar, otto alberghi cinque stelle più diverse suites e qualche centinaio di bungalow, nonché children city, leisure land, sport academy, discoteca, spiaggia privata e tanto altro, dove una notte per una persona non costa meno di seicento euro. Arriva proprio quando meno me lo aspetto, mi contatta tramite Linkedin, mi offre un lavoro di gestione della comunicazione online e offline. Il che vuol dire comunicati stampa, fotografie, video, gestione della presenza e della reputazione sul web. 
Passo il primo colloquio telefonico, la Media Relations & Events Manager mi adora e “caldeggia la mia candidatura”. Passo anche il secondo colloquio in carne ed ossa, quello con il Sales & Marketing Executive Manager. Mi dice che ho un curriculum anomalo, che “mi sono fatta il mazzo” e mi porta a farmi conoscere al General Director che è anche socio, ai piani alti insomma, dove si parla a voce bassa e si tiene anche la testa, bassa. Primo e secondo colloquio, poi test individuale per il percorso di selezione, ma i manager ormai mi presentano dicendo “lei è, si occuperà di”. Ma non si accorgono che loro non hanno passato il mio, di colloquio. Il luxury resort numero uno mi contatta via Linkedin, mi offre un lavoro, mi scomoda, mi prepara a lasciare tutto quello che ho per trasferirmi a vivere dentro il resort, a non avere mai un giorno o un'ora libera, per fare la comunicatrice tuttofare, in un'industria dello svago di lusso che è una gabbia d'oro finto, in cambio di un contratto a progetto di sei mesi per settecento euro al mese. 
E allora ripenso alle nuove tendenze del futuro che vogliamo, il futuro sostenibile di cui tanto ci riempiamo la bocca. Ripenso alla manifestazione della Consulta dei Movimenti di stamattina a Nuoro dove Gavino Sale ha detto una cosa semplice e vera: noi sardi siamo poveri perché regaliamo le nostre ricchezze. Ripenso alle mie amiche laureate che lavano scale per cinquanta euro alla settimana, alle sette donne che hanno fatto lo sciopero della fame, ai padri che non sanno come dare da mangiare ai figli per colpa delle trame marce di questo sistema mortificante. In loro onore e in loro nome, in nome della loro dignità, io rifiuto l'offerta e vado avanti, a testa alta. Rifiuto, declino, non accetto, respingo, boccio, dico di no, a questi signori tristi che hanno perso completamente ogni contatto con la realtà. Ho ventisei anni. Si potrebbe dire che io sia coraggiosa. Ma ancora più di questo, sono sarda.


Ecco il commento di Michele Serra   preso da  http://www.lanuovaatlantide.info
 qui   sotto l'intervista  ala  nuova  sardegna   di Mauro Lissia

 Valeria, nell'isola dei disoccupati e della povertà che avanza tu hai rifiutato un lavoro, comunicazione in un resort superlusso. Sei matta o cosa?

«Ho capito che non faceva per me e che non era giusto accettare».

25.2.12

«Nuvola Bionda», gay al tempo del fascismo: spedito in miniera

  dalla nuova  sardegna del 25\2\2012 
«Nuvola Bionda», gay al tempo del fascismo: spedito in miniera
"A Roma mi ero innamorato di Nicola, figlio di un fornaio. La matrigna lo riferì alla polizia che mi arrestò. Arrivai nel 1941. A noi omosessuali il capo ci trattava come bestie, ci mise anche i campanelli ai polsi"


di Gianfranco Nurra

dall'articolo

CARBONIA. C'è un racconto, pubblicato su una rivista del mondo omosessuale, che conferma quanto detto dal senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico a proposito del trattamento che veniva riservato ai gay durante il ventennio fascista. Durante una trasmissione radiofonica, il parlamentare ha affermato che venivano mandati a Carbonia, in miniera. Sfogliando le pagine della rivista Adam ci si imbatte in una testimonianza diretta.
Un certo Vittorio, soprannominato Nuvola Bionda, racconta del suo arrivo a Carbonia. «Fui vittima di una delazione - racconta -. Mi ero innamorato di Nicola, un ragazzo molto bello, il figlio di un fornaio di Trastevere. La matrigna di Nicola non vedeva di buon occhio la nostra amicizia. Intuì che io ero gay e per liberarsi del figliastro raccontò i suoi sospetti ad un prete di sua fiducia che la indirizzò a un commissario di polizia. Ci pizzicarono a letto assieme, all'alba di un giorno di primavera del 1941. Fui processato e spedito a Carbonia, in Sardegna. Lì fu brutta davvero. Stavo in miniera con altri come me e certi comunisti. Ma non si poteva parlare mentre si lavorava. E la sera si era troppo stanchi per fare conversazione. Eravamo trattati come bestie. Il peggio fu quando arrivò un certo Calascione. Questo tipo ci odiava, a noi. Ci mise dei campanelli ai polsi e alle caviglie in segno di scherno, «così la gente quando vi sente arrivare, scappa. Siete peggio degli appestati», ci diceva.

dalla rete 

Un racconto, quello di Nuvola Bionda, che pare comunque estremo. Molti dei vecchi minatori si ricordano della presenza di omosessuali in città durante il ventennio fascista. Ma nessuno ha memoria di vessazioni o maltratamenti particolari legati alle loro preferenze sessuali.
«Ne ho avuto alcuni tra i compagni di lavoro. Ma non ci sono mai stati problemi. Erano minatori come noi e come tali accettati - racconta Antonio Salis -. E poi, si stava talmente male che non c'era il tempo di scegliere le amicizie. Contava solo il fatto di scendere nei pozzi e lavorare nella stessa miniera».
Quel che appare certo è che quella degli omosessuali fu realmente una categoria che negli anni del ventennio fu soggetta a vere e proprie persecuzioni. La repressione del «vizio» omosessuale fu attiva nel periodo fascista senza bisogno di processi. A propria discrezione la polizia poteva intimidire, picchiare, ammonire, diffidare o inviare al confino tutti quelli che potevano essere ritenuti «turbatori della moralità».
Così, furono una normalità le deportazioni dei gay verso le miniere di carbone di Carbonia, esattamente come avveniva per gli oppositori del regime, carcerati a cui veniva cancellata la pena in cambio del lavoro in miniera e per altre persone di indubbia pericolosità. A Carbonia c'era un grande bisogno di manodopera, e se nonostante le difficoltà del lavoro moltissimi (i carcerati per esempio) la vedevano come la città della speranza, per il governo era anche una sorta di campo di concentramento, luogo ideale per isolarvi nemici politici e persone appartenenti alle categorie «scomode». Come gli omosessuali. Ma forse proprio per questo, e per quella sorta di solidarietà che si instaura tra gli oppressi, tranne rari casi non vi furono mai grandi problemi o fenomeni di rifiuto o di violenza nei confronti dei gay. La difficoltà nei rapporti quotidiani con il potere, rappresentato soprattutto da chi dirigeva la miniera, era un problema non solo per gli omosessuali ma per gran parte della popolazione. Che, per un motivo o per l'altro si ritrovava schedata e oggetto di particolare attenzione da parte della polizia.

24.2.12

c'era una volta il 1992-1994 II puntata l'omicidio Lima e il caso Andreotti


Dopo  la puntata  su tangentopoli qui  il post adesso si parlerà d dei casi Lima ed Andreotti


Dei  due  ( di lima  ed  Andreotti  )   non ho altro che   ricordi   indiretti  cioè mediati dai media  e dall'arte  ) .Del primo ricordo questa  foto 

http://senzamemoria.files.wordpress.com/


 e  ch'era protetto prima   e  difeso a spada  tratta  da  andreotti   


  nonostante  fosse  impresentabile ed  indifendibile   qui   e  qui ulteriori news  .



D'andreotti i ricordi  sono  : le vignette  satiriche   degli anni  70\80    che  comparivano  sul  giornale   (  foto a destra ) satirico il male  (   da  non confondere    con quello d'adesso )  e  su altri opuscoli dela sinistra esxtraparlamentari    gli articoli , ma  anche  libri \ inserti  del settimanale  avvenimenti   sul suo processo  a palermo   e  sulle altre  vicende   da  cui  n'è sempre uscito pulito  nonostante  le  prove  schiaccianti  o i fortissimi sospetti sui fatti in ci  è  coinvolto direttamente ed indirettamente  .,e la canzone satirica  andreotti di Baccini  ( qui potete vedere  il video  )  e adesso  il film il divo
L0unico merito  , da  quel loco che ricordo , e che  a differenza  d'altri boiardi di  stato   che sono fuggiti  o  si fanno leggi ad personam o  cavillano  per tentare  dio non andare  a sentenza  , Andreotti   si difese   nel processo  e  non dal processo  
Ora  che  mi ricordo scanvando   nella menoria  un piccolo ricordo indiretto c'è  , stavo facendo zapping  e ad  un certo punto  sono capiutato al tg 3  delle   14.30  e interrupero il tg per una notizia  straordinaria   che  il parlamento aveva concesso l'autorizzazione a procedere  ( allora  si usava cosi anche se dovevi indagare  un politico )   per  andreotti richiesta dai giudici di palermo  .La mia reazione  fu   di un urlo da  stadio , proprio  quando  segnano  un goal , e mi madre  , corse velocemente  dala cantina  preoccupata   perchèp credeva  mi fossi fatto male  o  avessi combinato  qualche danno . Quando poi seppe il perchè  mi fece una ramanziona  : <<  si ti capisco  ha  ragione , ma  che  .. mi faion spaventare  e  hai svegliato nonna  ( allora  era  ancora  viva  )  che   bisogno c'è  di urlare cosi ?  .  

con questa  canzone ,  che  è un altro ricordo di quel periodo  (  1948-1994 ) di merda  , non è che oggi sia  tanto meglio   vi saluto  e    v'anticipo  che il tema   della prossima puntata  

dal bloggers quaeram: La sigaretta è un killer anche da spenta

Non è solo un problema di cattivo odore, ma un vero rischio per la salute. Il residuo di nicotina che si deposita sui vestiti, sui divani e l'arredamento di una stanza o di una macchina, reagisce, infatti, con alcune sostanze inquinanti, producendone altre potenzialmente cancerogene. A lanciare l'allarme sulle pagine di Pnas sono i ricercatori del Lawerence Berkeley National Laboratory, guidati da Hugo Destaillats. 
“Il fumo di sigaretta rilascia nicotina sotto forma di vapore che viene rapidamente assorbite dalle superfici interne di un locale, come le pareti, il pavimento, i tappeti o il mobilio, e può restarci per settimane, talvolta mesi”,ha .....  segue  qui

Dalla mia esperienza : 1) , ho una madre  ex  fumatrice  e degli amici\che  e colleghi  fumatrici incalliti  ed  ex fumatori  ricaduti  nel vizio  2) soffro di congiuntiviti ho avuto  la   pertorsse    \ problemi respiratori , infatti è  per  questo  che anche se  ci  ho  provato  non riesco  a fumare  , .   posso dire  che  l'articolo  proposto da  Queram   corrisponde   a verità . Infatti   ricordo  quando ancora  non era stato introdotto il divieto di fumare  nei locali (  unica legge  giusta fatta  dalla Pdl  )  appena  tornavo a casa  dovevo mettermi colliri al cortisone  perché  avevo gli  occhi in   rosso fuoco  e  in lacrime  .  concludo   questo post   con un immagine   scioccante ,  cosi dovrebbero essere le campagne  antifumo  . Inoltre  le  sigarette  secondo questa  inchiesta  fatta  da http://www.promiseland.it
 vengono testate sugli animali: << Al riguardo si può leggere qui in questo sito ho preso anche la foto dei beagles torturati >> ( dall'articolo  sopracitato vedere   url  )  



  concludo   affermando  che lo stato dovrebbe , e sono queste le cose  da  privatizzare  non i servizi pubblici  ,  privatizzare  o dare  ingestione ai privati   i tabacchi  o il commercio delle sigarette   cosi la finirebbe  con questa ipocrisia   e  doppiezza   visto che da  un lato  ti vende  il tabbacco    \  il veleno  e   dall'altro 


un vecchio stereo ve lo ricordate ?


INTRANSIGENZA - TOLLERANZA / INTOLLERANZA - TRANSIGENZA da:"IL GRIDO DEL POPOLO", 8 dicembre 1917 - Antonio Gramsc





sembra scritto oggi eppure èdel 1917




Intransigenza è il non permettere che si adoperino - per il raggiungimento di un fine - mezzi non adeguati al fine e di natura diversa dal fine.
L’intransigenza è il predicato necessario del carattere. Essa è l’unica prova che una determinata collettività esiste come organismo sociale vivo, ha cioè un fine, una volontà unica, una maturità di pensiero. Poiché l’intransigenza richiede che ogni singola parte sia coerente al tutto, che ogni momento della vita sociale sia armonicamente prestabilito, che tutto sia stato pensato. Vuole cioè che si abbiano dei principi generali, chiari e distinti, e che tutto ciò che si fa necessariamente dipenda da essi.
Perché, dunque, un organismo sociale possa essere disciplinato intransigentemente è necessario che esso abbia una volontà (un fine) e che il fine sia secondo ragione, sia un fine vero, e non un fine illusorio. Non basta: bisogna che della razionalità del fine siano persuasi tutti i singoli componenti l’organismo, perché nessuno possa rifiutare l’osservanza della disciplina, perché quelli che vogliono far osservare la disciplina possano domandare questa osservanza come compimento di un obbligo liberamente contratto, anzi di un obbligo a fissare il quale lo stesso recalcitrante ha contribuito.
Da queste prime osservazioni risulta come l’intransigenza nell’azione abbia per suo presupposto naturale e necessario la tolleranza nella discussione che precede la deliberazione.
Le deliberazioni stabilite collettivamente devono essere secondo ragione. La ragion può essere interpretata da una collettività? Certamente l’unico fa più in fretta a deliberare (a trovar la ragione, la verità) che non una collettività. Perché l’unico può essere scelto tra i più capaci, tra i meglio preparati a interpretare la ragione, mentre la collettività è composta di elementi diversi, preparati in diverso grado a comprendere la verità, a sviluppare la logica di un fine, a fissare i diversi momenti attraverso i quali bisogna passare per il conseguimento del fine stesso. Tutto ciò è vero, ma è anche vero che “unico” può diventare o essere visto come tiranno, e la disciplina da esso imposta può disgregarsi perché la collettività si rifiuta, o non riesce a comprendere l’utilità dell’azione, mentre la disciplina fissata dalla collettività stessa ai suoi componenti, anche se tarda ad essere applicata, difficilmente fallisce nella sua effettuazione.
I componenti la collettività devono pertanto mettersi d’accordo tra loro, discutere tra loro. Deve, attraverso la discussione, avvenire una fusione delle anime e delle volontà. I singoli elementi di verità, che ciascheduno può portare, devono sintetizzarsi nella complessa verità ed essere l’espressione integrale della ragione. Perché ciò avvenga, perché la discussione sia esauriente e sincera, [1] è necessaria la massima tolleranza. Tutti devono essere convinti che quella è la verità, e che pertanto bisogna assolutamente attuarla. AI momento dell’azione tutti devono essere concordi e solidali, perché nel fluire della discussione si è venuto formando un tacito accordo e tutti sono diventati responsabili dell’insuccesso. Si può essere intransigenti nell’azione solo se nella discussione si è stati tolleranti, e i più preparati hanno aiutato i meno preparati ad accogliere la verità, e le esperienze singole sono state messe in comune, e tutti gli aspetti del problema sono stati esaminati, e nessuna illusione è stata creata.
[Diciotto righe censurate]
Naturalmente questa tolleranza - metodo delle discussioni fra uomini che fondamentalmente sono d’accordo, e devono trovare le coerenze tra i principi comuni e l’azione che dovranno svolgere in comune - non ha che vedere con la tolleranza, intesa volgarmente. Nessuna tolleranza per l’errore, per lo sproposito. Quando si è convinti che uno è in errore - ed egli sfugge alla discussione, si rifiuta di discutere e di provare, sostenendo che tutti hanno il diritto di pensare come vogliono - non si può essere tolleranti. Libertà di pensiero non significa libertà di errare e spropositare. Noi siamo solo contro l’intolleranza che è un portato dell’autoritarismo o dell’idolatria, perché impedisce gli accordi durevoli, perché impedisce che si fissino delle regole d’azione obbligatorie moralmente perché al fissarle hanno partecipato liberamente tutti. Perché questa forma di intolleranza porta necessariamente alla transigenza, all’incertezza, alla dissoluzione degli organismi sociali.
[Sei righe censurate]
Perciò abbiamo fatto questi ravvicinamenti: intransigenza-tolleranza, intolleranza-transigenza.

Qualcosa non quadra

La Farnesina richiama, con deplorevole ritardo, il console italiano a Osaka Vattani, fascista dichiarato e protagonista di esibizioni musicali inneggianti alla Repubblica di Salò. In Parlamento siede un altro convinto fascista, l'ex-andreottiano ora Pdl Ciarrapico, fervente ammiratore di Berlusconi e nostalgico dei tempi in cui "si mandavano i gay in miniera". Sempre a proposito di omosessuali, Giovanardi paragona il bacio saffico a uno scarico vescicale, mentre l'Annunziata annunzia che difenderebbe Celentano anche se "volesse mandare i gay in campo di sterminio". Gli operai della Fiat di Pomigliano sono obbligati a pronunciare davanti a un microfono "Io song n’omme ‘e mmerda". La penitenza viene inflitta quando l’operaio “non regge le cadenze o sbaglia a montare un pezzo”. Da più parti s'invoca di ripristinare la legge 188/2007 che impediva le dimissioni in bianco, di cui sono vittime soprattutto le donne. Due anni fa il precedente governo l'aveva abolita e la notizia passata sotto silenzio.

Nardò (Lecce): Rossano Paladino vieta l'"accesso" agli omosessuali nel suo bar. Chissà come ha fatto a individuarli.

L'Onu denuncia l'Italia come "paese a rischio femminicidio", mentre la Corte europea dei Diritti umani di Strasburgo ci ha condannati per aver violato, nel 2009, gli articoli 3 e 4 della Convenzione europea dei diritti umani. Undici somali e tredici eritrei erani stati all'epoca respinti in Libia, senza che il loro caso fosse analizzato e restando quindi esposti a maltrattamenti e torture. Le immagini qui riportate risalgono rispettivamente al 2006 (sopra) e a quest'anno. Tutto quanto avviene da noi, ed è possibile avvenga.

Qualcosa non quadra.


ULTIM'ORA. Lucia Annunziata dichiara alle agenzia stampa:
“La frase che ho pronunciato ieri sera da Santoro sugli omosessuali era a mio parere chiaramente paradossale. Veniva infatti alla fine di un discorso in cui ho preso nettamente le distanze sui contenuti dagli attacchi fatti da Celentano alla intera stampa italiana. Ho difeso la libertà di espressione dell’artista, ma ho usato l’esempio – di proposito estremo - della ferocia antigay per rendere più chiara l’esistenza anche di una contraddizione fra questo diritto e il merito delle opinioni che si esprimono.
La reazione che ne è seguita mi ha pero’ convinta che il tema dell’odio antigay va affontato meglio. Vi dedicherò, dunque, la puntata del 4 marzo di In mezz’ora. Le persone e le organizzazioni contattate hanno accettato l’invito”.

23.2.12

polemiche post carnevalesche [ lettera di una madre di una ragaza finita per una sbronza all'ospedale ]


Dopo i bagordi  (  frittellate, bevute , balli e sfilate  )  di carnevale   le  consuete polemiche

 La   foto   riportata  sopra   è ( insieme  alle  altre    che trovate  o nei miei albume di facebook  m, nei post precedenti oppure  qui  in questo mio album pubblico  )  scattata    da me  dal balcone  di  casa   nellla  sfilata  di  martedi  (  non sono uscito in giro e  poco in terazzo  per il troppo  freddo , parenti e frittelle a casa  )  



Credevo   che dopo la  chiusura  di splinder , non avrei più ricevuto   emnail , invece..... tolte  quelle fasciste e  revisionisti\ sionisti ed antisemiti  di destra   e sinistra  (  sui  post  del  27 gennaio  e   10 febbraio )   , omofobe  ( per  i post sui gay  ) , ne  ho ricevuto due   interessanti  riguardanti  i post  del carnevale  ( vedere   post precedenti  )
La prima  è  di una madre . La   seconda , credo visto che  non si è  firmato\a  , ma  dal tono  mi sembra una Lei  ( credevo che a farsi in polvere  fossero solo , o quanto meno  principalmente ,   i maschi )   . Ora  che pur  non condividendone   molti punti ( sopratutto  della seconda  )  , leggendole  bene  ,  hanno molta di dire    e fanno capire  molte  cose  sul malessere  e  sui gap generazionali e difficoltà per  i genitori della mia generazione di confrontarsi e capire  i propri  figli\e  , e  allenarli allo spirito critico  e   alla  durezza  del mondo d'oggi , in particolare   contro quella  pubblicità diretta o indiretta di certe mode che degenerano nel malcostume e nell'abuso, dando luogo a situazioni poi difficilmente controllabili vedere il caso di quella ragazza di  12  scappata  di casa per  andare   a  ballare (  qui  l'url del post 

  Vi lascio  qui  le due lettere  a  voi ogni ulteriore commento  in merito . 

N.B  nella prima    i  nomi  sono  di  fantasia visto  che  la  persona in questione   mi ha  chistom di non mettere i nomi  .,  nella seconda  manca  perchè  non si è firmato\a  ( anche se  credo  dal tono   polemico  d'aver  capito   chi è  e che  è un mio\a  compaesana  )  


Ciao 
Sono Anna Paola  

Sassari, dodicenne scappa di casa per partecipare a una festa in maschera

sono talmente  basito  da non riuscire  a commentare l'accaduto e  a lasciare      che a dirlo sia  questa  canzone  perchè   se  non ci siamo  già  ci siamo molto vicini


Infatt i mi chiedo   dopo  i   due post  precedenti  ( 1 2 )   dedicati al carnevale    dove  sono  i genitori   di questi ragazzi  ? a  voi  ogni ulteriore  commento


 Cronache dalla Sardegna
  da L'UNIONE SARDA.it > Cronache dalla Sardegna > Mercoledì 22 febbraio 2012 12.36Sassari, dodicenne scappa di casa per partecipare a una festa in maschera
             



Per potere partecipare ad una festa in maschera in discoteca con gli amici, nonostante il divieto dei genitori, una coppia separata, una ragazzina sassarese di 12 anni ha elaborato un piano apparentemente perfetto.
Ha raccontato alla madre che avrebbe dormito dal padre e  a quest'ultimo che avrebbe dormito dalla madre  ma, dopo 24 ore fuori di casa, è finita a riposare su una panchina dei giardini pubblici, prima di essere rintracciata dai carabinieri .
Re  Giorgio  carnevale  di tempio pausania 2012  dal mio balcone
la  sfilata  di domenica   
La ragazzina voleva partecipare alla festa organizzata all'ex cinema Ariston di Sassari, sabato scorso. Alla madre racconta che trascorrerà il fine settimana dal padre. Esce da casa sabato pomeriggio, incontra gli amici più grandi e tutti insieme si recano alla festa. Sono quasi le 7 del mattino quando la festa finisce e i partecipanti vanno via. La ragazzina ed i suoi amici raggiungono un bar, fanno colazione, poi iniziano a girovagare per la città. Intanto papà e mamma, chiamandosi, scoprono tutto e si mettono alla ricerca della figlia, coinvolgendo parenti ed amici. Il suo cellulare risulta irraggiungibile. Verso mezzogiorno, quando della ragazza ancora non vi è alcuna traccia, la madre chiama il 112 e racconta tutta la vicenda. Viene invitata a portare in caserma una foto della figlia da distribuire a tutte le pattuglie delle forze di polizia. Nella centrale operativa del 112 si prova a localizzare il cellulare della ragazza, ma senza esito. Poi verso le 17, dopo innumerevoli tentativi, il telefono aggancia la cella dell'emiciclo Garibaldi. Una pattuglia del nucleo radiomobile raggiunge prontamente la zona, ispeziona i giardini di via Tavolara. La ragazza è sdraiata su una panchina, i carabinieri si accertano della sua identità e le chiedono di seguirli in caserma, dove viene raggiunta dai genitori e a loro affidata, su disposizione della Procura dei minori.

Definitivo


Lui travalicava i muri. Lo poteva fare con l'eccesso cromatico delle parole, con quegli assoluti propri della gioventù. Con qualche vezzo, anche. Romantico, decadente. Una nuvola rock. Suonare in una band, giocare a calcio, come milioni di altri ragazzi cui mancava una domanda. La sua vasta casa era la città, il giardino pubblico. E oltre. Un viaggio spericolato e morbido, le vette innevate, le isole calde dell'India. Solo lì, inconsapevole, poteva fissare il sogno scarlatto dell'eternità, quell'appagamento mai sazio di sé. Lei era tutto, la tenera esploratrice dei desideri più reconditi, e l'amava sconsideratamente. Era la mèta raggiunta, che non si stancava di contemplare. Ma già la superava, con l'agilità sfuggente dei cerbiatti, un che di selvaggio e d'imprendibile, mai del tutto convinto, sempre sicuro e veloce. Ignaro e gracile dei suoi pochi anni, figlio dorato della fortuna.

22.2.12

il doppio aspetto di facebook


musica  in sottofondo  Tonino Carotone - E' un mondo difficile.

 
a questa  lista  aggiungo :

  • il  fraintendere 

Infatti  non    sempre  quando  si scrive,magari di getto  o  in fretta ,si viene  capiti  , ed questo  il  caso che vado a raccontare  nel  mio post d'oggi  .

Tutto nasce ,  come  potete vedere  sotto  , \ dalla discussione   sulla bacheca  del mio account   facebook (  http://www.facebook.com/redbeppeulisse1 chi  fosse interessato trova  sotto i post del  blog  l'icona  di fb ci clicca  e  mi puo' contattare  )     dall'avere postato questo video  . Ma  prima di lasciarvi alla discussione    devo premettere :1)  che  le accuse  che  mi vengono rivolte  non corrispondono al vero  . Infatti chi   di voi mi conosce   fin dall'inizio (  vecchio blog , inizi di questo  ,   primo periodo  di  facebbok  )   sa che ciò'  che  di cui mi s'accusa  non corrisponde  al vero . 2) Certe  gente   che la capisce   ti fa il cazziatone  giusto o sbagliato che  sia  ma poi ti cancella  e non ti mette  nella possibilità  di replicare   \ rispondere alle  sue   accuse  \  obbiezioni  , e po quando  vai  a ricercarlo  per    mandarli un email   per  rispondere   si mette  in modalità nascosta.  Non  potendo rispondergli personalmente  affido la  risposta  a questa  canzone " E ti vengo a cercare "  (  cover  degli ex Csi )   di cui trova  qui il video 




A Giuseppina Pocaterra piace questo elemento.


Gianluca Mastronardi · 10 amici in comune Un finto prete che ha confuso la dottrina leninista con gli insegnamenti di Gesu' e un depresso cronico suicida scampato. Questi 2 signori non possono insegnarmi niente.
22 ore fa · Mi piace

Melania Atzori Che tristezza questi commenti.......
16 ore fa · Mi piace
beh uno di destra che t'aspetti
11 ore fa · Mi piace






Gianluca Mastronardi · 10 amici in comune

Giuseppe, pensavo che fossi in grado di argomentare in modo critico. Mi sbagliavo. Io non sono rappresentato da nessun partito. Sono un liberale di destra aperto alla discussione. Prendo dalla vita le cose buone che essa offre. Non ho mai a...Visualizza altro
8 ore fa · Mi piace

Caro Gianluca , io per te sarò immatura, ma il qualunquismo è una brutta malattia. Spesso ci si trincera dietro la banalissima frase "Io non appartengo a nessun partito" ma così dicendo si è solo sempre pronti a saltare sul carro dei vincit...Visualizza altro
circa un'ora fa · Mi piace
Melania Atzori Ps x Gianluca , ho letto sul tuo profilo le belle frasi che ti piacciono, vedi ? piacciono anche a me che ho 65 anni con tuttta la mia immaturità. ...........
circa un'ora fa · Mi piace

Per  chi ancora  avesse dubbi   può verificare quanto detto nelle righe  precedenti     cercando in archivio  sia  in questo iniziando dal 2008  sia  nel vecchio  riportato qui  dal 2004-2008  non è sempre così....io attraverso fb ho conosciuto, anche se virtualmente, persone squisite... , come  Melania  della discussione ,alcune delle quali  scrivono  su questo vecchio  blog  

SARDEGNA, ti amo ma NON TI CAPISCO







 FONTE   febbraio 20, 2012http://kremablog.wordpress.com/2012/02/20/sardegna-ti-amo-ma-non-ti-capisco/#comments

le contestazioni a Napolitano mi hanno sbalordito ma, soprattutto hanno confermato che io di questa isola meravigliosa non capisco niente. Certo sono condizionato dal mio passato di non nato qui, eppure di vostri conterranei ne ho conosciuti molti là dove abitavo, fosse Bologna, o Trieste, o persino Brescia o forse come sempre accade chi emigra spesso ha una marcia in più. Possiede cioé quel quantum di energia che lo spinge a togliersi di torni i lacci e i condizionamenti del territorio.
e parliamo di quelle piccole cose che pur in qualche modo conosco. Tutelati da grandi nomi di politici di origine sarda forse non vi siete accorti che il sistema industriale che vi hanno cucito addosso era utilissimo per richiamare voti ma era un vestito inadatto al futuro. Industrie più o meno pubbliche a discreta intensità di manod’opera purché fosse poco qualificata, proprio come oggi si trova in molte altre zone del pianeta terra. E, ovviamente a minor costo. E non parliamo della salubrità di questi insediamenti, praticamente da rifare non appena la normativa europea lo viene a sapere.
la scuola! beati cantori salmodianti molto bravi in latino, greco e sardo antico. Poco o nullo il contributo di scuole tecniche, quelle vere. Quelle dei periti con i coglioni con cui ho lavorato in Emilia. Le industrie non si fanno con le facoltà di medicina, quella medicina che costituisce uno dei più forti poteri non solo di Cagliari ma di tutta l’isola.
con tutti i limiti, dell’uomo, mi era sembrato che Soru avesse lo sguardo al futuro, poi il suo stesso partito lo ha buttato fuori. Un caratteraccio, forse pure interessi divergenti, di certo ho avuto l’impressione che rompesse un equilibrio fra le variagate maggioranze sparse tra i tanti enti locali, montani e via raccontando. Con tutto questo che c’entra pigliarsela con Napolitano? Se non sbaglio forse l’unico Presidente della Repubblica italiana venuto fin qui, l’altro, quello del Consiglio un po’ scaduto, si fermava prima e per non correre rischi le sue “cocorite” le prendeva da fuori caricate subito sull’aereo di tutti ma con destinazioni molto personali.

Kreben













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21.2.12

fritelle di carnevale

tempo di carnevale  e   di frittelle  eccovi le  fritelle di mia madre   , che in Gallura  \ Sassarese  chiamiamo frijioli  o   frittelle lunghe 

                                                     
per  problemi di sfasamento  template metto  una dimensione piccola , quindi se  volete  vederla  ingrandita cliccateci sopra  . 
Per   chi volesse la ricetta  eccovela  essa  è  tratta  da  http://www.ricetteecooking.com/



                  FRITTELLE LUNGHE SARDE ("zippulas" o "frisjoli" o "cattas")


Versare in una capiente ciotola le due farine e mescolarle; intiepidire il latte, sciogliervi il lievito ed unirlo gradatamente alle farine, impastando con un movimento circolare.
Continuare la lavorazione per un po', sollevando e sbattendo l'impasto con una sola mano dall'alto verso il basso, ed aggiungervi quindi la scorza grattugiata dell'arancio, quella del limone ed i liquori. Continuare a lavorare per almeno un quarto d'ora fino ad ottenere un composto liscio e morbido.
Coprire la ciotola con della pellicola da cucina e fare lievitare in un luogo tiepido e privo di correnti d'aria per circa un'ora: l'impasto deve raddoppiare, ed e' pronto quando si formeranno sulla sua superficie delle bollicine.
Versare l'olio in una padella antiaderente piuttosto larga e procedere alla frittura (  url  molto utile  per  chi  , ma non solo , non ha mai fritto o frigge per la  1  volta  )  non appena raggiunge la giusta temperatura (per verificare cio', versarvi un cucchiaio d'impasto: se quest'ultimo a contatto con l'olio si gonfia subito, si puo' procedere alla realizzazione delle frittelle).
La difficolta' maggiore nella realizzazione di questa ricetta sta proprio in questa fase, che richiede una certa manualita': e' indispensabile utilizzare un imbuto con un'apertura di circa 2,5 cm., possibilmente munito di un manico lungo per evitare di scottarsi con l'olio caldo mentre si fa scendere l'impasto nella padella; in alternativa, si puo' utilizzare una bottiglia d'acqua capovolta della capacita' di 1500 ml. precedentemente tagliata lungo la sua meta'.
Il procedimento e' il seguente: inumidire l'imbuto con dell'acqua e versarvi con un mestolo un po' di composto tappandone momentaneamente l'apertura con l'indice ed il medio di una mano; avvicinare la bocca dell'imbuto alla superficie dell'olio caldo e lasciarvi cadere l'impasto disegnando una lunga spirale, partendo dal centro della padella verso l'esterno in senso orario; questa operazione va effettuata piuttosto lentamente, avendo cura al contempo di controllare con l'altra mano la frittella che si sta gonfiando, allontanandola con una forchetta dall'impasto ancora crudo che si sta continuando a versare.
Appena la spirale di frittella assumera' un bel colore dorato, capovolgerla e farla cuocere anche dall'altro lato. Sgocciolare man mano le frittelle cosi' ottenute su della carta assorbente da cucina e passarle nello zucchero semolato,facendolo aderire   abbondantemente su tutta la superficie.
Procedere cosi' fino all'esaurimento dell'impasto. Servire calde. con miele  o con zucchero  . io uso entrambi 
 N.B
Il composto non deve essere troppo liquido ma sufficientemente denso da scorrere lentamente ma con facilita' attraverso l'imbuto; se occorre, si puo' aggiungere un po' di latte tiepido all'impasto. l'impasto dev'essere fatto lievitare davanti ad una fonte di calore ( mamma usa il caminetto ) per 60\90 minuti . 
Curiosità
Queste lunghe frittelle sono un dolce tipico della Sardegna; si fanno nel periodo di Carnevale con piccole varianti da zona a zona: c'e' ad esempio la ricetta che prevede le uova e quella che impiega per l'impasto l'acqua al posto del latte (od entrambi in parti uguali); sono chiamate "zippulas", "frisjoli longhi" o "cattas", a seconda del paese di origine. Questa ricetta, che non e' altro che una delle tante versioni esistenti, ne rappresenta sicuramente un giusto ed equilibrato compromesso dal risultato veramente gustoso !
  
Buon appetito