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11.12.12

Caso Kate Middleton, infermiera suicida I dj dello scherzo in tv: "Siamo distrutti"



secondo me ,sono sinceri anche se un po'ingenui ( ma chi non lo è o non lo è mai stato ) perchè cme dice un commento vedere sotto per gli altri << (...) Ovunque nel mondo ci sono persone psicologicamente fragili ed altre viceversa forti. Non possiamo mai sapere con sicurezza se un nostro vicino, collega o conoscente rientri in una piuttosto che in un'altra delle due categorie. Proprio per questo, prima di fare delle "bravate", chiunque dovrebbe ben rifletterci. A prescindere dalle considerazioni che si possono fare sulla psiche di questa povera donna (..) >> a questo articolo


I dj dello scherzo in tv: "Siamo distrutti"





Le lacrime di uno dei conduttori della trasmissione Mel Greig: "Penso sempre a quella donna".

MEL GREIG E MICHAEL CHRISTIAN, I DUE CONDUTTORI RADIOFONICI AUTORI DELLO SCHERZO



I due speaker telefonici, autori della telefonata all'ospedale londinese (  foto sopra  al centro)  dove era ricoverata Kate Middleton, sono comparsi in pubblico, in un'intervista alla tv australiana, dopo giorni di silenzio in seguito alla morte di Jacintha Saldanha che si sospetta si sia suicidata dopo aver risposto alla falsa telefonata dei due dj. Nell'intervista hanno detto di essere "distrutti" dalla vicenda, che non avrebbero mai immaginato avrebbe avuto un tale drammatico epilogo e che i loro pensieri sono con la famiglia di Jacintha. Mel Greig, uno dei conduttori poi prima di lasciare la trasmissione si è lasciato andare e in lacrime ha ammesso: "Penso sempre a quella donna...".




Commenti dei Lettori 
hal9000
11/12/2012 17:06
chissà..
..i colleghi e gli amici di lavoro come se la sono presa in giro, prima di puntare il dito sugli autori dello scherzo
( neanche poi di cattivo gusto ) bisogna riflettere su questo.
DomusdeJanas
11/12/2012 16:31
Pensare prima di agire
Ovunque nel mondo ci sono persone psicologicamente fragili ed altre viceversa forti. Non possiamo mai sapere con sicurezza se un nostro vicino, collega o conoscente rientri in una piuttosto che in un'altra delle due categorie. Proprio per questo, prima di fare delle "bravate", chiunque dovrebbe ben rifletterci. A prescindere dalle considerazioni che si possono fare sulla psiche di questa povera donna, non credo che le abbiamo fatto una semplice reprimenda...soprattutto conoscendo gli inglesi...
SADDIM
11/12/2012 13:07
Solo ipotesi...ma
Sarei curioso di sapere se la centralinista/infermiera abbia avuto qualche notizia su un probabile provvedimento disciplinare, una possibile sospensione o addirittura licenziamento da parte della clinica.
becky
11/12/2012 12:46
sorigumaccu
Con tutti i mali che ci affliggono ci vuoi togliere anche un pò di sana ironia ? Vedi la gioventù di oggi come è solita divertirsi.Meglio uno scherzo al telefono.
LucMan
11/12/2012 07:57
Era solo uno scherzo .
il gesto della signora , o meglio infermiera , è stato spropositato . La vita è fatta anche di queste cose , lo spirito goliardico non deve mancare .
dartagnan71
10/12/2012 23:35
Anubi17
Forse hai ragione, pero' ricorda che in Inghilterra esiste da sempre un etica comportamentale e valori indissolubili. Chi ricopre cariche di responsabilità non puo' commettere errori. In quel Paese ci son stati Ministri che si son licenziati perchè avevano tradito la moglie. Per noi (grazie alla classe politica che abbiamo) è cosa da fantascenza. Ma non li.
Anubi17
10/12/2012 17:37
Non esageriamo...
...ora diciamo che sono idioti e che potevano risparmiarsi lo scherzo solo ed esclusivamente per il tragico epilogo!La signora poverina ha reagito in modo sproporzionato, non credo che si sia suicidata per la telefonata e per la figuraccia da parte della clinica! E' sicuramente una tragedia ma per il mio modesto parere ci devono essere senz'altro altri motivi che l'hanno spinta a suicidarsi....magari aveva altri problemi! Non darei la piena responsabilità ai Dj....
pixeloso2
10/12/2012 15:41
Poteva capitare a chiunque
Allora vorrei ricordare una cosa, ricordate quando Fiorello fece scherzi a Mike Buongiorno al telefono? Lui è uno dei tanti in Italia, ci sono quelli dello Zoo di 105 e tanti, tanti altri Speaker sia di trasmissioni radiofoniche nazionali e regionali..Sono dei metodi divertenti (a volte) che vengono fatti per attirare pubblico..Ora è successo a loro, che hanno una vita completamente distrutta psicologicamente ma poteva capitare a chiunque.. E' stata una tragica fatalita(?)...
Sorigumaccu
10/12/2012 12:34
Lacrime di coccodrillo
spero vi siate resi conto della miseria della vostra esistenza, grandi e grossi ancora a fare scherzi telefonici con le vocine cammuffate come degli idioti




l'altro volto delle donne . la storia di Simona Non mostra curve mozzafiato, sono donne coraggiose

La prima  storia   è  quella  di una donna che rimasta vedova  ha  scelto  di continuare  a fare il mestiere     del marito  ovvero i pastore  
 foto Elisabetta Loi
idem precedente 

                                  
Non rinuncia al fard e al filo di mascara ma Simona Mighela, rimasta vedova troppo in fretta e con una bimba di un anno e mezzo da crescere, sa che essere donna non è solo seduzione e vanità. Il 
tailleur e i tacchi a spillo li ha relegati al passato. Faceva l'agente di commercio. Da quando è rimasta 
sola si è rimboccata le maniche e ha preso il mano l'azienda che il marito, stroncato da un infarto nel 2003, le ha lasciato. Ogni giorno, ai piedi del Gennargentu, anche tra il rigore e il gelo, accudisce le sue mucche.

 fonte  (  foto comprese  )  unione sarda  online  dicembre 2012



La  seconda  storia  invece  è  di una  giornalista  antimafia   che   come  Saviano le  minacce    dal clan camorristico  dei Casalesi  ma  differenza  di quest'ultimo lei non solo ne  ha  scritto come lui  ma  ha mostrato grande coraggio per aver reagito alle minacce del cognato del boss Nicola Panaro, numero tre della cosca dei casalesi di Casal di Principe, denunciandolo alla magistratura 

                                          
da www.senzamemoria.it/     Posted by mario on dic 10, 2012 in Uomini di Stato, Varie 

Non solo Saviano, la Storia di Marilena Natale giornalista.

Laura Eduati


C’è una foto che senza didascalia potrebbe semplicemente raffigurare una donna felice, sdraiata sulla poltrona reclinabile in un salottino Ikea. Quella, però, non è una stanza qualunque. È il covo di Michele Zagaria, superlatitante del clan dei Casalesi arrestato il 7 dicembre del 2011 a Casapesenna, uno dei tanti luoghi infelici della criminalità casertana. E la donna è una cronista di mafia con l’animo di ferro e la penna inflessibile, che dopo l’arresto è voluta entrare nel covo, voleva vedere gli oggetti del mafioso, il pouf, il tavolino. E infine quella poltrona comoda. Una sfida: ora mi ci siedo io.
Nonostante il savianesimo italiano, Marilena Natale non la conosce nessuno. O, meglio, le cronache nazionali non si sono mai occupate di questa giornalista minacciata dagli esponenti della criminalità organizzata e dai politici collusi, che poi spesso le due categorie si confondono. Scrive per la Gazzetta di Caserta, piccola testata mai citata nelle rassegne stampa, alla quale per rappresaglia molti imprenditori negano la pubblicità per poterla prosciugare economicamente, e magari chiudere. Eppure resiste. “Negli ultimi 30 anni siamo stati abbandonati dallo Stato. No, non intendo la politica. Qui non esiste destra né sinistra. Qui valgono le parole di Nicola Schiavone, il figlio di Sandokan, che in una intercettazione ambientale parlava delle nuove elezioni a Casal di Principe e diceva: “Lasciate che dicano quello che vogliono, tanto poi comandiamo noi”. Comandano loro. E Natale è diventata, nelle sue parole, “un intermediario tra la gente comune e la polizia”: la sua casella mail è ormai un ufficio denunce, una richiesta di aiuto, una buca delle lettere dove i cittadini scrivono quello che sanno, danno informazioni, sollecitano inchieste, lamentano soprusi e illegalità. Lei, 40 anni e due figli, vaglia gli elementi e poi scrive. E manda in malora interi consigli comunali. È accaduto anche nel 2010 quando Angelo Ferraro, parente di camorristi, venne nominato assessore ai beni confiscati a Casal di Principe. Un nuovo schiaffo alla legalità. E allora Natale, donna fumantina, aveva preso in mano carta e penna e aveva scritto una lettera a Giorgio Napolitano chiedendo come fosse possibile che nessuno si accorgesse di cosa stesse accadendo, ancora una volta, nel Casertano. Napolitano rispose, il neosindaco si dimise, e dopo qualche mese il consiglio comunale venne nuovamente sciolto per infiltrazioni mafiose.
Si capisce quanto i Casalesi abbiano voglia di sbarazzarsi di Marilena, e non è soltanto un’impressione: nelle inchieste della magistratura sono emersi spezzoni di conversazioni tra capibastone che stavano organizzando una agguato alla giornalista. “Una volta mi rivolse la parola il cognato di Nicola Panaro, un affiliato. Mi disse: ti dovrei ammazzare. E allora risposi: se mi vuoi ammazzare fai presto perché io ti denuncio. Non sapeva che stavo registrando, lo denunciai e fu condannato”. Ha rifiutato la scorta, Marilena, perché non vuole subire restrizioni nella sua professione. “Se vivessi circondata di agenti non potrei parlare con le persone e nessuno si fiderebbe di me. Dovrei comunicare alle forze dell’ordine i miei spostamenti, raramente mi ricordo di farlo”. Di questi pericoli e della professione di cronista in terra mafiosa, Natale ha parlato la scorsa settimana a Montecitorio in una conferenza dedicata alle giornaliste minacciate di morte. Accanto a lei sedevano la 22 enne Ester Castano, reporter di Magenta (Milano) che ha subito intimidazioni da parte del sindacoAlfredo Celeste, arrestato lo scorso 10 ottobre; Marilù Mastrogiovanni, direttrice del sito pugliese il tacco d’Italia, finita nel mirino della sacra corona unita per le sue inchieste; eLuisa Betty, giornalista de il manifesto specializzata in campagne e articoli contro la violenza sulle donne e per 
questo ha subito cyber stalking e ingiurie. Le loro storie, come quelle dei molti giornalisti che in Italia rimangono vittime di minacce, o peggio, sono tutte raccolte nel sito Ossigeno per l’informazione   [ più precisamente  in questo articolo  da  cui  è tratta la foto  a destra   ] . Marilena dice che vivere così, sempre sul filo, ormai è normale. Non ammette nemmeno di avere paura: “non sento timore, io realizzo che per il mio mestiere potrei finire male, ma allora penso a Don Peppino Diana che fu ammazzato in chiesa a Casal di Principe nel 1994, il suo sangue ha fatto nascere una coscienza civile molto forte. Se mi uccidessero, sai che casino verrebbe fuori?”. E allora viene facile pensare a Roberto Saviano, e appena ode il suo nome Marilena si rabbuia e lascia che io scriva sul taccuino soltanto questo:
“La camorra non si sconfigge scrivendo libri. Di cronisti come me e pieno, qui. Non sono l’unica e per favore ricordalo. A me non interessano gli scoop, non mi interessano i racconti. Io voglio stare sul territorio e registrare quello che accade giorno dopo giorno. Niente altro, nessuna gloria, solo il mio lavoro”. Il suo lavoro è inscindibile da quello delle forze dell’ordine, con le quali comunica costantemente. Non è possibile contare tutte le volte che pronuncia la parola “polizia”: “Dicevo prima dello Stato, ecco lo stato sono loro. Non c’è altro. Qui le piccole illegalità sono diventate grandi illegalità, la camorra si è fatta politica e molti hanno smesso di pagare persino l’acqua e l’assicurazione della macchina. Non vogliamo che il ministro dell’interno si ricordi soltanto di noi quando accadono cose plateali, come quella volta che Maroni scese perché a Castelvolturno erano stati ammazzati sei africani. Non s’era mica accorto che Setola stava ammazzando gente da settimane? E poi, se mi dici che gli africani si ribellarono e allora fu una cosa sensazionale ti posso dare ragione. Anche a Rosarno furono i braccianti neri a prendersela con la mafia e sai perché? Perché hanno più dignità”.

9.12.12

come sopravvivere al natale e alle sue feste 7 puntata come evitare un regalo indesiderato

Questo aggiornamento   \  ripresa  della  III puntata  della  guida  del natale  2012\13  sara un articolo ovvio e magari  e banale  , ma  purtroppo  visto  l'alto numero di regali riciclati o messi in vendita  ,  è sempre  attuale  e  ripeterlo  \ non darlo per  scontato  non fa male




Come fare di fronte ad una amica che ha dei gusti terribili e sapete già che a Natale vi porterà qualcosa che non vi piace? Come comportarsi se si ha bisogno di qualcosa e si farebbe volentieri a cambio con qualunque prodotto hanno in mente di mettere sotto l’albero per voi i familiari? La soluzione è una sola: iniziare a mettere in atto qualche settimana o mese prima una strategia che possa indurre i propri cari ad azzeccare i doni. Certo, se non volete fare una magra figura dovete essere proprio bravi e cercare di far cadere il discorso in maniera quasi indifferente.
Mi raccomando, non pensateci certo dieci giorni prima, potrebbero già aver provveduto e nemmeno con troppo anticipo, perché lo dimenticheranno. Spero per voi che non siano i tipi che scelgono i doni di Natale durante l’anno a seconda delle cose che trovano in giro, per evitare la ressa nel periodo di festa. In ogni caso, ogni tanto riprendere il discorso non fa male, ma a questo punto calcolate che magari chi è con voi inizierà a fare la stessa cosa. Preferite davvero non rischiare di ricevere qualcosa di brutto, oppure forse è meglio comunque optare per l’effetto sorpresa? Un’altra possibilità è quello di uscire insieme e casualmente finire di fronte alla vetrina dove si trova l’oggetto dei desideri. Di fronte al vostro viso da “Bambi abbandonato” come si fa a resistere? Certo evitate di essere troppo sfrontati ed esagerare con il prezzo, soprattutto con la crisi economica che c’è in giro. Se poi non ce la fate proprio ad aspettare e siete in confidenza con la persona in questione, forse è il caso di essere diretti. Parlatevi e dite che preferireste ricevere e fare un dono utile e che proprio perché i risparmi latitano è meglio dirsi chiaro che cosa serve. La vostra sincerità sarà premiata e l’albero sarà arricchito dal dono che volevate.

Ecco Un altro " trucco  " ( sempre   consigliato  dallo stesso sito citato prima  ) che conoscono tutti  ma quasi nessuno lo mette in pratica , Il motivo è legato in parte alla pigrizia e alla convinzione che tanto all'arrivo delle feste c’è tempo , è  quello  di   comprare i regali durante  l'anno  o al massimo  negli ultimi mesi dell'anno . 
Questo è verissimo in effetti, ma pensarci prima permette non solo di poter scegliere senza la ressa degli ultimi giorni dell’anno, ma anche di conservare qualche euro in più nel portafoglio. Infatti poichè  ,  sbadato ( le perdo o me  le  faccio rubare  ) , disattento  oltre  a  problemi  d'equilibrio le  rompo e\o le  rovino , o  non ho soldi per  comprarmi  quello che mi piace realmente   spono uno spendaccione   a  Natale mi serve qualcosa, applico le strategie sopra  descritte  dall'articolo . Ecco   che  mi muovo strategicamente e, casualmente, lascio cadere il discorso su ciò che potrebbe piacermi. Diciamoci la verità, sono convinta che gli altri lo capiscono ma mi vogliono bene e la prendono a ridere. Il più delle volte, tra l’altro, anche loro magari  fanno così e alla fine non sarà una sorpresa, ma almeno avremmo scongiurato il dono riciclato o non gradito. Si va avanti in questo modo di Natale in Natale, ma stavolta con la crisi economica in corso e i portafogli di tutti completamente vuoti non sarà facile per niente. Le strategie familiari non mancheranno, ma ci accontenteremo tutti di fare ciò che si può. L’importante è davvero stare insieme.


Con questo  è tutto  alla  prossima puntata  che sarà   come  anticipato nelle ultime righe la  famiglia 

Decrescita felice per rispondere alla crisi "Si coltivano orti e si vendono più bici"

non ricordo la fonte  di questo interessante articolo

"La paura c'è" ma gli italiani reagiscono alla crisi anche con "difese strenue": è quanto si rileva dal rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese.
In due anni 2,5 mln di famiglie hanno venduto oro o preziosi; l'85% ha eliminato sprechi ed eccessi, il 73% va a caccia di offerte; il 62,8% ha ridotto gli spostamenti per risparmiare benzina, si vendono meno auto. Alla contrazione della vendita delle auto ha risposto un boom delle biciclette: ne sono state vendute 3,5 milioni; 2,7 milioni di italiani coltivano ortaggi da consumare ogni giorno.

LE SPESE - La sanità costa cara agli italiani. Nel 2011 le famiglie hanno tirato fuori di tasca loro (out of pocket), per acquistare beni e servizi sanitari, ben 28 miliardi di euro, pari all'1,76% del Pil. Lo evidenzia il 46° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Una spesa sostenuta soprattutto per far fronte alla scarsità di cure domiciliari e integrazione socio-sanitaria, necessarie per sostenere l'aumento dei malati gravi e cronici. E anche se, secondo l'Ocse, la spesa out of pocket italiana nel 2010 è stata pari al 17,8% della spesa sanitaria complessiva, quindi al di sotto della media Ocse del 20,1%, gli italiani spendono molto di più di altri Paesi europei come Francia (7,3%), Regno Unito (8,9%) e Germania (13,2%). Del resto, come evidenziano i dati del Ministero della Salute, il numero medio di ore erogate a ciascun caso preso in carico dall'assistenza domiciliare integrata nel 2008 è stato di circa 22 ore. Il che rende inevitabile per le famiglie supplire alle mancanze del sistema pubblico, e sostenere costi spesso insostenibili, quando si tratta di malattie gravi o croniche. Ad esempio, la stima dei costi sociali diretti a carico delle famiglie, fatta dal Censis, vede una spesa di 6.403 euro per l'ictus, di 6.884 euro per il tumore e 10.547 per l'Alzheimer. Ciò evidenzia, secondo il Censis, come il modello assistenziale socio-sanitario sia capace di coprire solo una parte dei bisogni, lasciando scoperti proprio i soggetti che più ne avrebbero bisogno, soprattutto nel lungo periodo.

POLITICA E SOCIETA' - Italia "separata in casa" per sopravvivere alla crisi: da una parte ci sono le istituzioni politiche alle prese con il rigore sui conti, dall'altra i soggetti economici e sociali, che, "rimasti soli", attuano "affannose strategie di sopravvivenza".

I CONSUMI FAMILIARI - "Risparmio, rinuncio, rinvio": il rapporto annuale del Censis indica così "le tre 'r' dei consumi familiari", alla base del crollo delle spese. "Nel primo trimestre 2012 la flessione delle spese delle famiglie è stata del 2,8% e nel secondo trimestre vicina al 4% in termini tendenziali". Nel 2012 i consumi reali pro-capite, pari a poco più di 15.700 euro, "sono tornati ai livelli del 1997". Mentre è in "drastica riduzione"anche la propensione al risparmio, "dal 12% del 2008 all'attuale 8%".

BOOM DI CERCA LAVORO - "Tra primo semestre 2011 e primo semestre 2012 il numero delle persone in cerca di lavoro è aumentato di oltre 700mila unità", a 2,75 milioni. "Incremento davvero eccezionale, +34%", rileva il Censis nel rapporto annuale. Mentre è "anticiclica" la dinamica dell'occupazione femminile, con 110mila nuovi posti tra 2010 e 2011, +1,2%; "Tendenze destinate a consolidarsi ancora di più nel 2012", con un saldo di +118mila unità nel primo semestre. In controtendenza anche l'occupazione nelle coop.

LA CRISI COLPISCE LA LETTURA - Gli unici mezzi di comunicazione che riscuotono un successo crescente sono quelli che integrano le funzioni dei vecchi media nell'ambiente di Internet, come gli smartphone e i tablet. E' quanto si legge nel capitolo del rapporto del Censis dedicato a comunicazione e media. Prosegue l'emorragia della carta stampata: i lettori di quotidiani (-2,3% tra il 2011 e il 2012), che erano il 67% degli italiani cinque anni fa, sono diventati oggi solo il 45,5%. Perde lettori anche l'editoria libraria: ormai meno della metà degli italiani legge almeno un libro all'anno (49,7%), anche se si segnala un +1% per gli e-book. La penetrazione di Internet ha guadagnato 9 punti percentuali nell'ultimo anno ed oggi l'utenza si assesta al 62,1% degli italiani (90,8% tra i giovani). Continua anche la forte diffusione dei social network: è iscritto a Facebook il 66,6% delle persone che hanno accesso a Internet (il 41,3% dell'intera popolazione). Al tempo stesso i telefoni cellulari (utilizzati ormai da 8 italiani su 10) aumentano ancora la loro utenza complessiva (+2,3%). La televisione continua ad avere un pubblico che coincide con la totalità della popolazione (il 98,3%: +0,9% rispetto di utenza complessiva rispetto al 2011), ma cambiano i modi guardarla: il 42% degli italiani collegati ad Internet cerca i canali su YouTube per costruirsi i propri palinsesti. Anche la radio resta un mezzo a larghissima diffusione (la ascolta l'83,9% della popolazione: +3,7% in un anno).

8.12.12

il comodore 64 compie 30 anni



                                                                                                                                  UN MODELLO DI COMMODORE 64



Ha milioni di fan nostalgici in tutto il mondo, programmatori che lo utilizzano anche se ha una potenza di calcolo ridicola se confrontata con quella di un qualsiasi telefonino, mostre, tavole rotonde e persino un'orchestra che fa concerti basati sulle sue musiche.
Il Commodore 64, il computer più venduto al mondo con 70 milioni di pezzi, compie 30 anni, ma il suo ricordo è ancora più che vivo, e ha "contagiato" anche persone che alla sua uscita erano appena nate. Infatti   ricordo ancora    di come  nel periodo   delle  superiori \  università prima fra  appassionati  e pi  in  rete si cercassero adattatori  per   poter  continuare  a  giocare   con i  suoi  giochi  .  << I   primi C64   >>   secondo  l'unione del 8\12\2012 << invasero il mercato americano alla fine del 1982, avevano 64 kilobyes di memoria (moltissimo per quell'epoca, anche se adesso qualsiasi dispositivo elettronico ne ha molta di più), e costavano 595 dollari, un prezzo considerato ''per famiglie'' visto che gli altri pc già presenti sul mercato, come l'Atari, anch'esso simbolo degli anni '80, costavano il triplo. >> A corredare la macchina dal familiare colore beige  i primi modelli ( vedere foto  sopra  )  marroni nelle edizioni successive  (  foto a destra  )
  un catalogo di diecimila programmi, fra cui giochi famosi ancora oggi , come Pac-man o Super Mario,buble bolle  e le  loro versioni  piratate   con  vite  infinite   ( ma come non dimenticare  quello delle  olimpiadi , quello   dei  baristi  ,  e  Sisters  il  clone  \ copia   di super mario  )  ma anche i primi fogli di calcolo e programmi di scrittura progenitori di quelli che usiamo oggi, che giravano su un rumoroso floppy disk o addirittura su cassetta. <<"Anche se >> sempre  secondo l'unione  sarda   << non è stato il primo pc della storia, il Commodore 64 è stato comunque il primo ad avere una potenza di calcolo tale da permettere agli artisti che progettavano videogiochi di esprimere il loro potenziale - spiega Marco Accordi Rickards, direttore del Museo del Videogioco di Roma - ed era il primo ad un costo accessibile. Probabilmente è per questo che è ancora nel cuore di molti, anche giovani, che continuano non solo ad usarlo ma anche a scrivere programmi e giochi dedicati". >>  vedere  con google   quanti siti e dei vecchi giochi  e  d'adattatori   si trovano del comodore  64   .
 Purtroppo quest'anno non potrà partecipare ai festeggiamenti in tutto il mondo Jack Tramiel, il fondatore della Commodore. L'imprenditore di origine polacca naturalizzato americano, che durante la seconda guerra mondiale è passato anche per il campo di concentramento di Auschwitz, morto proprio lo scorso 8 aprile. Contrariamente a Steve Jobs, a cui spesso viene paragonato per l'innovatività delle sue 'creaturè, Tramiel ha però dovuto assistere al declino della sua azienda: "Proprio come Jobs anche Tramiel è stato allontanato dalla propria azienda dal consiglio di amministrazione - spiega Accordi Rickards - che ha iniziato una serie di operazioni finanziarie spregiudicate che ne hanno decretato la fine"della produzione  . Un pc  che  rimane nella storia     e che ha  ispirato  il film



 Quanti   ricordi . Riucordo ancora   di tutot quello che ci potevi fare non solo giocare  ( infatti mio zio   lo usava  anche per  scrivere  e fare  grafici ) . Ricordo ancora  la pubblicità  che  trovate  qui sotto

 le  giocate  con gli amici  ,  il tempo sottratto  allo studio , le liti  con i miei   che me  lo  sequestravano  e me  lo  ridavano  dopo aver studiato  , i programmi che s'impallano  , il tempo per  caricarlo  , le liti per  aver cancellato \  smagnetizzato   una versione  pirata   con le  vite  infinite  di  bolle  bolle .
Bei tempi  ( proprio  come questa  canzone) del bluesman  Paolo Bonfanti )  che   non ritornano 


 più e  vivono solo nel ricordo  e nella  nostalgia , ma  che  ci si  vuole fare  , è la vita  . Ma  non èm detto che possano  essercene altri magari più belli di quelli passati
 (  una  do
per  chi volesse  approfondire  ricordare    e \o saperne di più



natale all'antica in famiglia causa crisi e A CACCIA DI REGALI (LOW COST) PER NATALE nei mercatini anticrisi

su  da  televideo rai  del 9\12\2012 leggo che 

Sono 23 milioni di italiani che quest'anno alla ricerca dei regali frequentano i mercatini di Natale che si moltiplicano nelle piazze italiane. E' quanto emerge da una analisi Coldiretti/Swg dalla quale si evidenzia che si tratta dell'unica forma commerciale che cresce nel tempo della crisi. Una opportunita' che - sottolinea la Coldiretti - unisce il relax con la possibilita' di fare acquisti con curiosita' e novita' a originalita' garantita per garantirsi buoni affari e sfuggire alle solite offerte standardizzate. 

 

Nei mercatini ad essere piu' gettonati per il 34 per cento degli italiani sono - precisa la Coldiretti - i prodotti tipici dell'enogastronomia anche perche' le difficolta' economiche spingono verso acquisti utili per se stessi e la propria famiglia o da regalare a parenti o amici. Non manca peraltro chi - continua la Coldiretti - va nei mercatini a caccia dei decori natalizi (32 per cento), di piccoli oggetti per la casa (26 per cento), dolciumi e caramelle (22 per cento) o oggetti artigianali (17 per cento) ma anche solo per passeggiare e non compra nulla (14 per cento). Il 62 per cento degli italiani infatti comprera' regali meno costosi rispetto allo scorso anno anche per effetto della riduzione del reddito pro-capite che spinge ad una maggiore pianificazione d'acquisto basata sulla convenienza dei prodotti e dei punti vendita, secondo l'analisi della Coldiretti sulla base dell'indagine "Xmas Survey 2012" di Deloitte dalla quale si evidenzia che per Natale ogni famiglia spendera' solo per i regali 264 euro, l'8,6 per cento in meno rispetto al 2011. 
Nonostante la crisi economica gli italiani continuano pero" - precisa la Coldiretti - ad essere sensibili sia alla sostenibilita' ambientale (8 italiani su 10 eviteranno di acquistare prodotti che hanno impatti negativi sull'ambiente) sia all'etica sociale (l'83 per cento non acquistera' prodotti derivanti dallo sfruttamento di lavoro minorile). Vanno in questo senso i mercati del contadino cosiddetti farmer's market, ai quali dichiarano di partecipare in modo regolare oltre 7,2 milioni di italiani, secondo Censis/Coldiretti. La rete dei mercati e dei punti vendita degli agricoltori di Campagna Amica comprende 4.739 aziende agricole, 877 agriturismi, 1.105 mercati, 178 botteghe ai quali si aggiungono 131 ristoranti per un totale di quasi settemila punti vendita. 
E per il 30 per cento di italiani che dichiara che effettuera' acquisti tramite internet non mancano le iniziative di solidarieta' come la possibilita' offerta dalla Coldiretti attraverso il Consorzio dei produttori di Campagna Amica di acquistare in tutta Italia direttamente dai produttori alcune delle migliori specialita' che hanno reso la Toscana celebre in tutto il mondo, per aiutare i produttori colpiti dall'alluvione. Su www.coldiretti.it e possibile ordinare i cesti della solidarieta' sia telefonicamente allo 06/4682371-503 sia tramite mail all'indirizzo cestisolidali@cpca.it.
  Infatti  unione sarda online  dei Sabato 08 dicembre 2012 11:38

La famiglia è il tema assolutamente centrale del Natale: a rivelarlo è una indagine di 'Impresa turismo', a cura dell'Isnart, l'Istituto nazionale di ricerche turistiche, che ha intervistato 1777 persone, secondo la quale per ben il 59% degli intervistati, il "ritrovarsi in famiglia" rappresenta l'aspetto che non può mancare a Natale.Insieme alla centralità della famiglia, queste festività saranno caratterizzate dal crollo dei consumi, soprattutto quelli non strettamente utili (compresi i viaggi in altissima stagione) e dalla voglia di un "nuovo" migliore. Cala decisamente l'idea consumistica della Festività, dato che "i regali sotto l'albero" sono l'aspetto qualificante per solo il 6,3% delle persone; ma è anche bassa la sensibilità verso la componente più religiosa, poiché meno del 5% indica "la Messa di mezzanotte" come componente principale del Natale. Nonostante la limitata attenzione verso il rito religioso, rimane relativamente alta l'associazione tra Natale e fratellanza: "un'azione buona per i meno fortunati" è, con oltre il 15% delle risposte, al secondo posto tra le opzioni scelte. Fa però riflettere la notevole distanza dal tema della "famiglia" al primo posto (34 punti percentuali), indicatore del divario tra una visione del Natale, comunque centrata su se stessi, rispetto a quella orientata "all'altro", meno fortunato. Il segnale negativo verso i consumi è, in parte, mitigato dal 10,2% di risposte che mette al primo posto la componente enogastronomica, segnalando "il cenone del 24 o il pranzo del 25". Niente da fare, invece, per il turismo, considerato che "un bel viaggio verso i mari caldi o le vette innevate" è il tema imprescindibile del Natale solo per l'1% del campione. Gli orientamenti relativi al Capodanno offrono segnali altrettanto chiari. Al primo posto, con un terzo delle risposte, c'è il "momento dei buoni propositi": l'inizio del nuovo anno come desiderio di lasciarsi indietro tante cose che non vanno, e avviare una fase nuova, a livello personale e probabilmente non solo. Forse mai prima d'ora, questa giornata è vissuta da così tanti come un momento di riflessione e di (auspicato) cambiamento. Del resto sono solo poco più del 20% quelli che indicano la tradizionale "grande festa pazza con gli amici", per altro superata dal "ritrovarsi in famiglia" che arriva a quasi il 21%. L'equilibrio tra le due visioni del Capodanno si ritrova nelle preferenze riscosse da altre due opzioni "minori": "i fuochi d'artificio" da un lato e "una passeggiata nella città vuota l'1 mattina" dall'altro che ottengono entrambi l'8% delle indicazioni.

Vent'anni trascorsi dentro un tombino Storia sommersa di 2 coniugi colombiani




In Colombia, a Medellin, una coppia di coniugi vive da più di vent'anni all'interno di una fogna.Una vita "sotto", una storia di disagio e povertà, ma anche la forza di resistere a tutti i costi. Miguel Restrepo, 62 anni, e Maria Garcia vivono a Medellin (Colombia) in un tombino. All'interno c'è quasi tutto: una cucinino, un ventilatore, una televisione e un giaciglio per dormire. Con loro anche il cane. La foto, che fa parte di una gallery, è stata scattata dal fotografo Raul Arboleda dell'agenzia Afp.

siamo alle solite Londra, suicida l'infermiera dello scherzo telefonico a Kate

 Stamattina leggendo i  giornali  apprendo questa  triste  news  


Gb: suicida infermiera dell'ospedale, 
vittima di uno scherzo su Kate incinta

La donna era stata la prima a ricevere la telefonata della conduttrice di una radio australiana che, fingendosi la Regina, aveva chiesto notizie sulla salute della duchessa di Cambridge. Aveva quindi passato la chiamata all'infermiera-capo che aveva rivelato le informazioni sulla gravidanza in diretta


LONDRA - L'infermiera dell'ospedale di Londra Edward VII (VIDEO), dove era ricoverata Kate Middleton per forti nausee mattutine, è stata trovata morta in quello che sembra un suicidio. Lo riferiscono Sky News e altri media britannici. La donna era finita nella bufera per non aver verificato prima di passare all'infermiera incaricata di occuparsi di Kate, la telefonata di una radio australiana, i cui conduttori si erano spacciati per la regina Elisabetta e il principe Carlo. In questo modo la radio aveva poi trasmesso in diretta un aggiornamento sulla gravidanza della duchessa di Cambridge. Il corpo senza vita della donna è stato trovato poco prima delle 9,30 locali presso un'abitazione poco lontana dall'ospedale dove lavorava, nel quartiere londinese di Marylebone, vicino a Regent's Park. L'infermiera è stata dichiarata subito morta dai medici che hanno tentato invano di rianimarla. Sul posto sono intervenute due ambulanze.




In un comunicato il King Edward Hospital ha confermatola morte dell'infermiera che aveva risposto alla finta telefonata per Kate Middleton. Esprimendo "profondo cordoglio" nella nota si definisce la vicenda "uno shock" e aggiunge che dopo la telefonata finta "lo staff dell'ospedale le era stato vicino sebbene stesse passando un momento difficile". La donna, riferisce il Daily Mail, si chiamava Jacintha Saldanha ed era madre di due figli. Stava lavorando come centralinista quando, alle 5,30 del mattino di martedì, era arrivata la chiamata dei conduttori australiani. Nel comunicato l'ospedale la definisce un'infermiera di prima categoria e non risulta che l'ospedale avesse preso provvedimenti disciplinari nei suoi confronti. Da Buckingham Palace è stato diffuso un comunicato con cui "Il duca e la duchessa di Cambridge esprimono profonda tristezza nell'apprendere della morte di Jacintha Saldanha". 
"Pronto? Sono la Regina, vorrei notizie della salute di mia nuora Kate...": lo scherzo aveva irritato non poco i Windsor. La finta 'regina' aveva interrogato l'infermiera ottenendo un breve rapporto sulle condizioni della moglie di William. Solo che, come si è scoperto dopo, all'altro capo del filo non c'era Sua Maestà, ma una dj di una radio privata australiana, Mel Grieg di 2Day.Fm. "Francamente non pensavo che mi avrebbero fatto parlare con infermiere o medici", aveva poi detto l'autrice dello scherzo. "Credevo che avrebbero riattaccato appena sentito il mio pessimo accento australiano. E invece mi hanno presa sul serio". 
L'immediata reazione dell'ospedale era stata di "vivo rammarico" per aver violato involontariamente la riservatezza della principessa. William e Kate non avevano fatto commenti. E la dj si era detta "dispiaciuta" che lo scherzo avesse avuto buon esito, e aveva poi fatto "i migliori" auguri alla futura madre. Sul sito della radio 2Day.Fm però il video non è stato ancora rimosso e gli utenti stanno lasciando commenti di fuoco nei confronti dei conduttori. 

L'unico  commento  che  mi sento di fare  prima  che cada il silenzio  



è che  i  che gli attuali metodi dei media hanno superato ogni limite. I dee jay della radio australiana ora sono stati sospesi, ma forse andavano sospesi dopo lo scherzo, non dopo il suicidio", perchè va bene  essere  sulla notizia  ma non a  tutti  i costi  . Cosi non solo  hanno contribuito  a dare il colpo di grazia  all'infermiera 

Lo psicologo Ammaniti: "L'onta universale puo' spingere al suicidio"

di ALESSANDRA BADUEL

ROMA - "L'onta universale può spingere fino al suicidio". Per lo psicopatologo Massimo Ammaniti la vicenda dell'infermiera Jacintha Saldanha è emblematica del potere negativo che può avere su una persona il dover portare una vergogna davanti agli occhi del mondo intero, con lo stigma di un fallimento professionale nella tutela della privacy di un paziente, per giunta di Kate Middleton, gestante del futuro erede al trono. Ammaniti, in questi giorni a Londra per un ciclo di conferenze, ha seguito come tutti la vicenda e non si stupisce, mentre tiene anche ad accusare un sistema mediatico che "dovrebbe avere rispetto perlomeno verso la malattia".

Professore, davvero l'errore davanti a una platea universale può schiacciare una persona fino a questo punto? "È come se rispondendo a quella chiamata all'alba la signora Saldanha fosse entrata in una specie di videogioco mondiale in cui si è trovata intrappolata senza sapere come né perché. Certo il senso di annichilimento è enorme, perdi ogni speranza nel futuro. Pensi anche che il nome della tua famiglia, dei tuoi figli, sarà legato per sempre a quel momento. Lo psicoanalista Ronald Laing definisce la malattia mentale una reazione comprensibile rispetto a una situazione incomprensibile. Ecco, io credo che questo suicidio, almeno in base agli elementi noti finora, sia proprio questo. La vergogna è diversa e più potente del senso di colpa. Il senso di colpa è un giudice interno, privato, ma la vergogna è pubblica. Si perde la faccia davanti agli altri, ci si sente giudicati. In questo caso, poi, a giudicare l'infermiera Jacintha Saldanha è stato il mondo intero, appunto, che l'ha conosciuta come colei che non era stata capace di salvaguardare la riservatezza di una paziente. Sarebbe il primo dovere di ogni medico o infermiera". 

E non si trattava di una paziente qualsiasi. "Anche questo aggrava la situazione. La Casa reale è sotto gli occhi di tutti, però ci dovrebbe essere una garanzia di privacy almeno in ospedale, è stato proprio violato un tabernacolo, un momento di malattia e vulnerabilità, per di più su un argomento a sua volta delicato come la gravidanza di colei che darà un erede al trono. La signora Saldanha si è trovata davvero in una pessima posizione, avendo il primo momento di fama della sua vita per aver compiuto un'involontaria incomprensione
e  a far  si che altri paghino per loro  . Infatti  la catena di supermercati 'Coles', sponsor della trasmissione, ha annunciato di aver intimato di ritirare dalla programmazione tutti i propri spot a 2Day Fm.



fonti repubblica online 

come sopravvivere al natale e alle sue feste 6 punta odiare o non odiare il natale ? come sopportarlo





ho ritrovato  cercando in rete   un post  del mio vecchio blog  . Tale post  avrebbe dovuto essere  l'introduzione della consueta  guida  ma non  avevo  voglia  di  ricercare il post  e  apportarte modifiche  e quindi  lo  metto adesso in corso  d'opera  .

Odiare o non odiare il natale   questo è il dilemma d'ogni  anno  . Qui ripropongo  aggiornando  il quesito  cher propongo  dall'anno scorso  .  Si può odiare il Natale per motivi estetici: le luminarie a forma di fiocco di neve, i canti natalizi magari ascoltati dallo stereo dei grandi magazzini, la figura-simbolo di quel grosso omone sovrappeso con la barba, tutto vestito di rosso e con la voce arrochita.
Per motivi di principio: perché essere costretti a passare del tempo con persone che molto serenamente nel resto dell'anno non vediamo mai?
Per motivi ecologici: gli alberi sacrificati alla tradizione, la colossale impronta di carbonio lasciata dallo shopping globale di massa.
Per motivi politici: che Babbo Natale sia stato inventato all'inizio del ventesimo secolo da una multinazionale delle bibite gassate è una leggenda metropolitana, ma è indubbio che proprio il marketing abbia dato un contributo decisivo a trasformare Santa Claus, per motivi commerciali, in un'icona praticamente globale. E chi è anti-consumista trova nel Natale e nelle maratone di regali la conferma delle proprie peggiori opinioni in materia.
Per motivi religiosi: chi appartiene a altre fedi spesso non può non sentirsi vagamente alienato davanti al culto di massa per l'anniversario della nascita di una figura religiosa che non appartiene alla propria spiritualità.
Per motivi dietetici: tra carni grasse e dolci che nessuno si azzarderebbe a mangiare normalmente, il Natale resta il trionfo dei trigliceridi fatto comprensibile nell'Italia del boom che ancora ricordava il buio e la fame della guerra: meno giustificabile nell'Italia dal girovita in aumento delle statistiche 2010.
Insomma chi fin da bambino guardava con preoccupazione alla figura di Babbo Natale, un anziano sconosciuto deciso a scassinare le finestre di casa, non può che attendere anche da adulto il 25 dicembre con un certo senso di disagio: il giorno che secoli di propaganda vogliono definire come il più bello dell'anno per una minoranza resta una data da guardare con sospetto. 
Si sa che la  cena  della  vigilia  o  il pranzo di Natale e quello  del  26 , con relativa adunata di parenti vicini e lontani, non e' sempre una situazione da Mulino Bianco. Si sa che spesso a fine feste ci si ritrova diciamo, un pò sovrappeso Si sa che comprare il regalo giusto per lui, per gli amici\ amiche, per mammà, per le zie è un tour de force sia per le gambe che per il portafogli. Si sa che spesso alla parola Natale vi viene l'orticaria. Si sa che non sapete mai come fare gli auguri. Si sa che magari la situazione sentimentale che state vivendo non è proprio quanto di più armonioso e strutturato si possa immaginare. 
Guardati allo specchio e fatti una domanda: perchè odi il Natale? Perchè la sola idea dei pranzi e dei cenoni ti fa venire il voltastomaco? Perchè decine di parenti riuniti ad una sola lunghissima tavola ti ispirano vaghi desideri di suicidio o di solitudine  ?
Perché ci si deprime sotto le feste? Non a tutti piacciono, è una questione di gusti. Quanti effettivamente festeggiano solo perché sono entrati nel meccanismo di regalo, spesa, pranzo, parenti? Cercate di fare ciò che vi sentite, senza obblighi. Se non avete voglia del pranzo con i parenti fate qualcosa per voi: non andate. Ogni famiglia è a sé, ma ognuno di noi sa esattamente quanto sia alto il grado di ipocrisia durante i pranzi di famiglia. 
Oltre alla solitudine può deprimerci il fatto di non essere riusciti a raggiungere un obiettivo. Pensavate di laurearvi entro Natale? Avere un aumento? Sposarvi, rimanere incinta? Perdere qualche kg? Ecco arrivato il fatidico giorno e non è cambiato nulla. E’ un’ottima occasione per perdonarvi e guardare ai vostri errori. Se non si è arrivati a un traguardo non è forse solo colpa nostra.
Capodanno è un’altra tappa amata o odiata. Feste, divertimento obbligatorio, costi, vestiti. Cosa vorreste fare davvero? Con chi lo vorreste passare? Fatelo. Organizzate voi una cena a casa vostra. E se non potete, partite. Prima andrete in un’agenzia o cercherete su internet e più alta è la probabilità di trovare viaggi vantaggiosi. Organizzatevi in tempo, scoprirete che in altri paesi la maggior parte della gente festeggia per strada senza curarsi del vestito né della festa più chic

Sei ben consapevole di non far parte della fazione degli amanti del Natale. Quelle persone che riescono a trovare sempre idee deliziose per fare regali a tutti provando piacere nel farlo, che non si innervosiscono nemmeno imbottigliate nello snervante traffico natalizio, che non cercano di calcolare il prezzo dei regali che ricevono, che adorano cucinare per tutti al cenone o preparare dolcetti per i parenti, che rispondono di buon grado alla zia zitella che chiede dove sta il fidanzato. Ecco i miei consigli poi liberi  o non liberi di seguirli e fare  a modo  vostro 


 Agli Auguri
  io faccio cosi  (  vedere  puntata precedente    )  poi  voi   decide  come regolarvi  
Potete dire (  magari lo avete fatto davvero o siete atei )  d'aver abbandonato il cristianesimo, quindi non sentite più il Natale ? Vi rimane comunque difficile evitare regali e auguri. Ma forse, se il vostro cambio di religione o ateismo è una scelta nota potrete comunque accettare gli auguri in quanto “augurio di gioia”, ma saltarvi la parte dei regali. Basterà rispondere: “Voi festeggiate lo Yom Kippur o il dio Ganesh? Avete festeggiato il solstizio d’inverno?”. Un paio di anni e nessuno vi manderà più gli auguri freddi e tutti uguali sul cellulare. Oppure  fare  come la canzone  che trovate  sotto  

 Atmosfera natalizia

 Ma forse il vostro problema è legato alla solitudine: avete da poco perso una persona cara? State vivendo un lutto? Oppure siete single da solo un mese e pensate a tutti i Natale trascorsi con il vostro ex a baciarvi sotto il vischio? Per il primo caso c’è poco da fare. Chi vive un lutto a cavallo delle feste, ma anche molti mesi antecedenti, alla prima occasione si renderà conto della mancanza, una sofferenza che tornerà ogni anno, ma che poco alla volta vi permetterà di ritornare a festeggiare in modo sereno. Alcune persone continuano a comprare dei pensieri anche per chi non c’è più, e se può farvi stare meglio perché non farlo? Qualcosa di molto personale, un cd del gruppo preferito ad esempio, così lo potremo ascoltare e sarà un nostro piccolo segreto, o un libro, una pianta. 
Se siete single la parola d’ordine è: non stare da soli. Può essere micidiale. Ma evitate i viaggi con sole coppie. Dimenticate l’ultimo Natale, evitate le telefonate anonime a mezzanotte solo per sentire la sua voce (potrebbe rispondere la nuova fiamma). Pensate che avrete un regalo in meno da fare, quindi fatevi un regalo, coccolatevi e divertitevi. e  <<  un cordiale fanculo ad un altro Natale  >> 



Ci  sarebbero altre soluzioni (  chi  ha  già letto  il mio post  dell'ano  scorso che  trova  qui  sotto Http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2011/12/odiare-o-non-odiare-il-natale-come.html  può  saltare  queste  riche  e Se non vi basta  ci sono  le più ovvie  e scontate  tratte dai  siti ( non  ricordo  se  girlpower.it  o  http://vitadastrega.com  )  usati per  il post 


 La più ovvia è la fuga: verso Paesi – sempre più remoti – dove il Natale non significa nulla.
Oppure: darsi malati per tutto il periodo. Rinunciare al Natale, alla tirannia dei regali forzati e dei brindisi aziendali con sorrisi altrettanto forzati è una scelta minoritaria ma che in tempi di crisi può forse trovare nuovi adepti.
Per chi non ha bambini – ai quali è faticoso e probabilmente crudele chiedere di rinunciare a una festa disegnata su misura per loro e per i portafogli dei loro genitori – la lezione è: si può dire no. Per gli altri, invece, my delicious Persivale, la lezione ahinoi è: staccate il cervello, partecipate al rito, godete del panettone, delle luci, dei piccoli regali.. e aspettate con fiducia la fine del tunnel .

 adesso  chi le  ha  saltate  può  riprendere la  lettura  

Se nulla di tutto ciò non  ti ha convinto/consolato, possiamo sempre farti presente che il Natale si festeggia solo una volta all'anno e finisce velocemente fra  le feste del 24 notte e i rendez vous più o meno  nichilisti con gli amici  del 25 pomeriggio o  con i colleghi di lavoro  giorni precedenti Forse lo si odia perché lo si  vivi male...l'importante è non farlo vivere male anche agli altri solo perchè tu lo si odia! Non è poi così grave ; non l' ha ordinato un medico che a Natale tutti debbano sentirsi allo stesso modo.
Sarebbe peggio se per 10 giorni ci sentiamo dei Santi e per i restanti 355 non ci parliamo fra noi. 

7.12.12

Claudio Scazza, dalla complicità nell’omicidio Ramelli al coinvolgimento negli esposti sui maltrattamenti a pazienti Posted: 06 Dec 2012 11:02 AM PST Tra i dieci condannati in via definitiva per l’omicidio di Sergio Ramelli c’era anche l’attuale vice-primario presso il reparto Psichiatria 3 dell’ospedale Niguarda Ca’ Grande di Milano: Claudio Scazza. Il 16 maggio 1987, dodici anni dopo la morte di Sergio Ramelli, Scazza è stato condannato in primo grado a 11 anni per omicidio preterintenzionale. In aula esibiva un elegante loden verde, era immobile e silenzioso: i tempi del servizio d’ordine di Avanguardia Operaia e delle Hazet 36 sembravano già lontani, dimenticati. In appello, il 2 marzo 1989, l’accusa è stata mutata in omicidio volontario, ma la pena ridotta in virtù del riconoscimento dell’attenuante del “concorso anomalo”: 6 anni e 3 mesi. Il 22 gennaio 1990 la Cassazione ha confermato la sentenza d’Appello, chiudendo la vicenda giudiziaria sull’omicidio Ramelli. Claudio Scazza non colpì materialmente Sergio Ramelli con le Hazet 36, ma fece parte del gruppo di squadristi che aggredirono il giovane missino in quel 13 marzo 1975, causandone la morte dopo 47 giorni di agonia. Inoltre il medesimo servizio d’ordine, appena un anno dopo l’aggressione a Ramelli, si rese protagonista dell’assalto del bar di largo Porto di classe, considerato covo di “neo-fascisti”. Dopo la condanna, Claudio Scazza non tornò in carcere: riuscì ad usufruire di un condono e di pene alternative grazie alla sua “condizione sociale” e alla “ridotta pericolosità”. Scazza si è poi pentito: assieme ad altri quattro complici decise di inviare una lettera di scuse alla madre di Ramelli, offrendo e depositando presso un notaio un risarcimento di 200 milioni di lire. La donna, con grande dignità, rifiutò. Nel frattempo Claudio Scazza si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano, ha poi svolto per oltre 10 anni l’attività di terapeuta familiare ad indirizzo sistemico-relazionale e da 30 anni svolge attività clinica nei servizi psichiatrici pubblici. La sua biografia professionale è ben visibile sul sito dell’Ospedale Niguarda Ca’ Grande, dove è specificato che all’interno del Dipartimento di Salute Mentale dell’azienda ospedaliera, oltre e essere il responsabile della Struttura Semplice Territoriale 3, svolge funzioni di coordinamento nel Servizio di Diagnosi e Cura. Mancano ovviamente riferimenti al suo passato da rivoluzionario di sinistra, ma viste le gesta non c’è nulla di cui gloriarsi. Il passaggio da complice dell’omicidio Ramelli a psicoterapeuta presso una struttura pubblica sarebbe passato inosservato, non fosse per alcune anomalie che riguardano proprio il Dipartimento di Salute Mentale del Niguarda. Suicidi, maltrattamenti ai pazienti, morti sospette, contenzioni fisiche, documenti mancanti e mobbing. Pazienti legati al letto in maniera disumana, una deceduta perché soffocata dal cibo che stava mangiando, altri trovati morti nel loro letto di contenzione o sul pavimento accanto al letto. Trattamenti disumani documentati in due esposti inoltrati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, il primo il 13 dicembre 2010 e il secondo il 22 marzo 2011. Ve li alleghiamo integralmente. Gli esposti si riferiscono a ricoveri avvenuti tra il 2005 e il 2011. ESPOSTO integrazione ESPOSTO Dal settembre 2010 è iniziato anche il mobbing ai danni della dottoressa Nicoletta Calchi, vicenda che si trascina da oltre 30 mesi e che è costata alla dottoressa 6 procedimenti disciplinari aziendali, di cui uno archiviato e gli altri 5 costati circa 365 giorni di sospensione lavorativa senza retribuzione; una denuncia in Procura immediatamente archiviata dalla stessa; 6 denunce all’Ordine dei Medici di Milano dalle quali la dottoressa è stata assolta dall’Ordine stesso; difficoltà economiche inimmaginabili. La dottoressa è stata abbandonata dalla Cgil a partire dal giorno stesso in cui il sindacato ha saputo della sua partecipazione alla conferenza stampa in cui veniva annunciata la presentazione in Procura del primo esposto. Una sorta di “cameratismo di sinistra”. Da luglio 2012 la dottoressa chiede di poter rientrare almeno per svolgere la sua attività in regime intramoenia, ricevendo sempre risposta negativa. La sua vicenda è documentata in due lettere, la prima scritta dalla madre di un paziente e la seconda dalla dottoressa stessa in occasione di un convegno organizzato dalla Cgil nel febbraio 2011. Lettera 1 lettera 2 Sugli esposti farà chiarezza, si spera, la Procura della Repubblica. Noi non possiamo fare a meno di ribadire che gli aspiranti medici che nel 1975 hanno spezzato una giovane vita in nome dell’odio politico sono poi diventati luminari di successo. Con qualche ombra.

 DA http://www.qelsi.it/ del 6\12\2012

Tra i dieci condannati in via definitiva per l’omicidio di Sergio Ramelli c’era anche l’attuale vice-primario presso il reparto Psichiatria 3 dell’ospedale Niguarda Ca’ Grande di Milano: Claudio Scazza. Il 16 maggio 1987, dodici anni dopo la morte di Sergio Ramelli, Scazza è stato condannato in primo grado a 11 anni per omicidio preterintenzionale. In aula esibiva un elegante loden verde, era immobile e silenzioso: i tempi del servizio d’ordine di Avanguardia Operaia e delle Hazet 36 sembravano già lontani, dimenticati. In appello, il 2 marzo 1989, l’accusa è stata mutata in omicidio volontario, ma la pena ridotta in virtù del riconoscimento dell’attenuante del “concorso anomalo”: 6 anni e 3 mesi. Il 22 gennaio 1990 la Cassazione ha confermato la sentenza d’Appello, chiudendo la vicenda giudiziaria sull’omicidio Ramelli Claudio Scazza non colpì materialmente Sergio Ramelli con le Hazet 36, ma fece parte del gruppo di squadristi che aggredirono il giovane missino in quel 13 marzo 1975, causandone la morte dopo 47 giorni di agonia. Inoltre il medesimo servizio d’ordine, appena un anno dopo l’aggressione a Ramelli, si rese protagonista dell’assalto del bar di largo Porto di classe, considerato covo di “neo-fascisti”. Dopo la condanna, Claudio Scazza non tornò in carcere: riuscì ad usufruire di un condono e di pene alternative grazie alla sua “condizione sociale” e alla “ridotta pericolosità”. Scazza si è poi pentito: assieme ad altri quattro complici decise di inviare una lettera di scuse alla madre di Ramelli, offrendo e depositando presso un notaio un risarcimento di 200 milioni di lire. La donna, con grande dignità, rifiutò. Nel frattempo Claudio Scazza si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano, ha poi svolto per oltre 10 anni l’attività di terapeuta familiare ad indirizzo sistemico-relazionale e da 30 anni svolge attività clinica nei servizi psichiatrici pubblici. La sua biografia professionale è ben visibile sul sito dell’Ospedale Niguarda Ca’ Grande, dove è specificato che all’interno del Dipartimento di Salute Mentale dell’azienda ospedaliera, oltre e essere il responsabile della Struttura Semplice Territoriale 3, svolge funzioni di coordinamento nel Servizio di Diagnosi e Cura. Mancano ovviamente riferimenti al suo passato da rivoluzionario di sinistra, ma viste le gesta non c’è nulla di cui gloriarsi. Il passaggio da complice dell’omicidio Ramelli a psicoterapeuta presso una struttura pubblica sarebbe passato inosservato, non fosse per alcune anomalie che riguardano proprio il Dipartimento di Salute Mentale del Niguarda. Suicidi, maltrattamenti ai pazienti, morti sospette, contenzioni fisiche, documenti mancanti e mobbing. Pazienti legati al letto in maniera disumana, una deceduta perché soffocata dal cibo che stava mangiando, altri trovati morti nel loro letto di contenzione o sul pavimento accanto al letto. Trattamenti disumani documentati in due esposti inoltrati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, il primo il 13 dicembre 2010 e il secondo il 22 marzo 2011. Ve li alleghiamo integralmente. Gli esposti si riferiscono a ricoveri avvenuti tra il 2005 e il 2011.


Dal settembre 2010 è iniziato anche il mobbing ai danni della dottoressa Nicoletta Calchi, vicenda che si trascina da oltre 30 mesi e che è costata alla dottoressa 6 procedimenti disciplinari aziendali, di cui uno archiviato e gli altri 5 costati circa 365 giorni di sospensione lavorativa senza retribuzione; una denuncia in Procura immediatamente archiviata dalla stessa; 6 denunce all’Ordine dei Medici di Milano dalle quali la dottoressa è stata assolta dall’Ordine stesso; difficoltà economiche inimmaginabili.
La dottoressa è stata abbandonata dalla Cgil a partire dal giorno stesso in cui il sindacato ha saputo della sua partecipazione alla conferenza stampa in cui veniva annunciata la presentazione in Procura del primo esposto. Una sorta di “cameratismo di sinistra”.
Da luglio 2012 la dottoressa chiede di poter rientrare almeno per svolgere la sua attività in regime intramoenia, ricevendo sempre risposta negativa. La sua vicenda è documentata in due lettere, la prima scritta dalla madre di un paziente e la seconda dalla dottoressa stessa in occasione di un convegno organizzato dalla Cgil nel febbraio 2011.

Sugli esposti farà chiarezza, si spera, la Procura della Repubblica. Noi non possiamo fare a meno di ribadire che gli aspiranti medici che nel 1975 hanno spezzato una giovane vita in nome dell’odio politico sono poi diventati luminari di successo. Con qualche ombra.

6.12.12

La pizza non si paga. Si baratta La nuova provocazione di Massimo Bosco, vulcanico pizzaiolo gallurese

unione sarda del 6\12\2012

TEMPIO. Sempre al passo con la cronaca, l'artista del lievito, fa satira tra pomodoro e mozzarella 
presa dal suo facebook
www.facebook.com/massimo.boscopizzeria/             
In questo periodo ogni espediente per arginare la crisi è buono. Così, a Tempio, una volta la settimana, e per tutto il mese di dicembre, la pizza la si potrà barattare. Niente soldi il lunedì. Per una volta a settimana, infatti, alla pizzeria Bosco, si ritorna alle origini, come spiega il proprietario: «da lunedì 10 dicembre, e solo i lunedì - spiega Massimo Bosco ( foto  a destra  )  - parte la prima di una serie di giornate di scambio di beni. Introduciamo lo scambio mediante baratto». Poi, il fantasioso pizzaiolo aggiunge: «In economia, il baratto è un'operazione di scambio bilaterale di beni. Noi abbiamo i nostri prodotti artigianali, che verranno barattati con quello che si hanno da proporre». Ci sarà solo qualche vincolo: il baratto dovrà essere concordato prima, con diritto di accettare o no. Lo scambio, inoltre, dovrà avere valore in equa misura. «Prendiamo in considerazione oltre i prodotti alimentari, anche abbigliamento, oggettistica, prestazioni professionali e quanto altro verrà proposto - continua Bosco - Torniamo per una volta alla settimana, per il mese di dicembre, all'antica: niente soldi da sborsare, solo riciclo». Il pensiero di Massimo Bosco va a chi non può permettersi di acquistare la pizza: «Tutto questo, serve anche per dare una possibilità in più per mangiare un prodotto della nostra tradizione. E anche a chi non si può permettere un pasto caldo. Col baratto potrà. Questo è anche il mio piccolo contributo verso il modo del sociale». In un mondo che corre veloce e che guarda sempre avanti c'è bisogno di un ritorno alla tradizione. La cosa bella della tradizione e che, prima o poi, anche nella modernità, si intrufola sempre. «Sono un innovatore - conclude il titolare di partita iva - e forse la vera innovazione oggi è tornare al vecchio, all'antico». La fantasia di Massimo Bosco non ha confini. Il pizzaiolo, originario di Carbonia, è stato tra i primi a ricevere gli ordini su facebook. Inoltre, nella sua pizzeria si segue l'esempio altre attività commerciali: per deputati e senatori la pizza costerà 100 euro. Stesso prezzo per gli avvocati olbiesi che vogliono il trasferimento del tribunale da Tempio ad Olbia. Lo scorso anno è arrivato secondo ai campionati mondiali di pizza con la sua "operaia" dedicata ai lavoratori della Vinyls.

Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

   Dopo  la  morte  nei  giorno scorsi  all'età  di  80 anni   di  Maurizio Fercioni ( foto sotto  a  sinistra )  considerato il primo t...