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7.2.15

STORIA DI UN INCESTO CONSENSUALE - LA RELAZIONE FRA FIGLI E GENITORI SEPARATI ALLA NASCITA E RITROVATISI DA ADULTI E’ PIU’ FREQUENTE DI QUANTO PENSIAMO - ECCO L’INTERVISTA SCONVOLGENTE A UNA 18 ENNE FIDANZATA DA DUE ANNI CON SUO PADRE, CHE STA PER DIVENTARE SUO MARITO

Metabolizzato --- per me ci vuole poco --- la questione creata dal post precedente ( trovate sotto i richiami ad esso )

 http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2015/02/che-gran-fisco-de-na-mignotta-lagenzia.html  ( il post  in questione 
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2015/02/ma-noi-italiani-siamo-maschi-allupati.html (  la  risposta   )


passiamo ad un altro argomento , sempre delo stesso tipo . Non è per fare polemica ( infatti evito di mettere altre foto , non per  censura   anzi meglio auto censura  ma  perchè    eccetto le due del  pprese  dall'articolo  e  una  presa  dalla rete  el altre  sono  tutte    troppo spinte ed  inadatte  a    un articolo serio  e non  sono attinenti all'argomento , perchè rischierebbero d'essere usate solo per attirare gente ) ma per creare una discussione in merito a tale argomento e rottura del tabu e la trasformazione del si fa non si dice . Non sono , tengo a precisarlo bachettone e\o eccessivamente moralista , ma certe cose si che si facciano e s'ammettono ( è il caso di questa storia sotto riportata ) che rimangano nascoste perchè i panni sporchi si lavano in famiglia si perchè si raccontino o per esigenze ( contrari all'ipocrisia e a gli altarini ed ai tabù)sia per fare " spettacolo " . . Ma la racconto anzo meglio la copippo ed incollo per descrivere i cambiamenti di costume in peggio o in meglio . della società attuale in resto non m'interessa

 da  http://www.dagospia.com/  del 16\1\2015 

Facemmo l’amore per la prima volta e persi la verginità. Gli dissi che volevo fosse il primo. Lui mi rispose che se non mi sentivo a mio agio dovevo dirglielo. Ma io non mi sono mai sentita così a mio agio con nessun altro. Fu incredibilmente sensuale. Durò un’ora, ci furono molti preliminari. Entrambi raggiungemmo l’orgasmo...








Negli anni Ottanta, la fondatrice del gruppo di sostegno per figli adottati che si ricongiungevano ai genitori biologici, coniò l’espressione “Attrazione Sessuale Genetica”
(GSA) per descrivere l’intenso sentimento sessuale e d’amore che si manifestava durante questo tipo di riunioni. Già nel 2003 gli esperti del “Guardian” stimavano che questo sentimento-tabù è presente nel 50% dei casi in cui i parenti si ritrovano da adulti. Le spiegazioni possibili sono tante: il sentimento primordiale di appartenenza, la volontà di sperimentare un legame che è mancato da piccoli, l’attrazione per le similitudini fisiche o caratteriali.
Si parla spesso di relazioni fra cugini, ma la relazione fra padre e figlia, anche quando si tratta di incesto consensuale, non viene quasi mai riportata. Keith Pullman ha intervistato una ventina di coppie GSA, e solo una 18enne di Great Lakes ha voluto raccontare la sua storia sentimentale che dura da 2 anni con il padre biologico, ritrovato dopo 12 anni.

Com’è stato crescere nella tua famiglia?
«I miei si incontrarono a 18 anni, rimasero insieme per sei mesi e si lasciarono che mia madre era incinta. Non rimasero in contatto. Lei voleva crescermi da sola. Ma soffriva di disordini bipolari, dopo la gravidanza ebbe un esaurimento nervoso e non si poté occupare di me. A due anni fui affidata ai miei nonni e vissi con loro»
Mai visto tuo padre da bambina?
«Fino a cinque anni lo vedevo nei weekend, ma le sue visite erano sempre fonte di discussione in casa. Giocavano in giardino, mi portava allo zoo, mi regalò un peluche che tenni fino a 16 anni»
Dai 5 ai 16 anni non vi siete più visti?
«Quando avevo 15 anni mandò una mail a mia madre chiedendo di vedermi. Lei mi chiese se volevo farlo e io risposi di sì, perché mi mancava. Lei non riusciva a capire come potesse mancarmi una persona che non avevo quasi mai visto. Invece mi mancava, mi chiedevo in continuazione dove fosse, perché non fosse lì. Lo rincontrai a 17 anni. Intanto mia madre pescò un altro paio di mariti sbagliati.
Il primo la lasciò, il secondo tentò di ucciderla perché era schizofrenico. Ebbe un figlio da un altro, che considero a tutti gli effetti il mio fratellino, e poi una figlia da quello che adesso è il mio patrigno. Ha una figlia 12 anni più piccola di me, e anche lei la considero la mia sorellina»
In tutto quel tempo tuo padre non tentò di contattarti?
«Mamma disse che lui non voleva avere a che fare con me, in realtà era lei che mi teneva sotto controllo nel fortino. Aveva tutte le mie password. Un giorno mio padre mi chiese l’amicizia su “Facebook“. Pensavo fosse morto. Cominciammo a chattare, scoprimmo quanto eravamo simili. Ci piacevano gli stessi programmi in tv, entrambi amavamo disegnare. Poco dopo ci incontrammo, poi mi chiese di andarlo a trovare nella sua città per una settimana»
Hai frequentato qualcuno da adolescente?
«Non avevo molta vita sociale. Ho avuto solo un ragazzo per due anni, ma non ci ho fatto sesso, al massimo un bacio. Al liceo ho fatto qualche esperienza con una ragazza, ma era molto religiosa, e ogni volta che si creava intimità fra noi, scoppiava a piangere e recitava versetti della Bibbia»
Con tuo padre hai provato subito attrazione fisica?
«La prima volta che lo vidi pensai che era davvero bello. Mi dissi, ma che diavolo vado a pensare? Lo vedevo come mio padre, ma anche come un ragazzo che mi aveva contattato on line e che era attraente. Passai con lui cinque giorni, nella casa in cui viveva con la fidanzata. La prima notte io dormii sul divano e lui sul pavimento. La seconda notte gli chiesi di starmi vicino perché soffrivo di incubi, allora dormimmo insieme sul divano. La terza notte io dormii abbracciata a lui sul pavimento. La quarta notte dormimmo a cucchiaino. Poi mi confessò di avere avuto un’erezione, ma me lo disse solo molto dopo. L’ultima notte giocavamo a fare la lotta e ammettemmo i nostri sentimenti. Facemmo l’amore per la prima volta e persi la verginità» 
Sapeva che eri vergine?
«Sì, ne discutemmo. Gli dissi che volevo fosse il primo. Lui mi rispose che se non mi sentivo a mio agio dovevo dirglielo. Ma io non mi sono mai sentita così a mio agio con nessun altro. Fu incredibilmente sensuale. Durò un’ora, ci furono molti preliminari. Entrambi raggiungemmo l’orgasmo. Non sono mai stata in una situazione così appassionata e gratificante»
Non ti sei sentita costretta?
«No, si assicurò in ogni modo che volessi farlo. E, dopo aver fatto l’amore, non ci sembrò nemmeno strano. Era naturale. Ci siamo innamorati profondamente e ci siamo trasferiti in un altro appartamento. Lui ha lasciato la sua fidanzata»
Chi è al corrente della vostra storia?
«Nessuno della famiglia di mia madre lo sa. Ne sono al corrente solo i familiari di mio padre, che ci vedono felici insieme. Ci trattano come una normale coppia. Vogliamo sposarci, anche se le nozze non saranno ufficialmente registrate. Non ho bisogno di un pezzo di carta per mostrare che ci amiamo. Abbiamo un amico che celebrerà, ovviamente non mi presenterò alla cerimonia in bianco. Vestiremo di nero e viola e indosseremo un paio di Converse. Poi ci trasferiremo in New Jersey, dove l’incesto adulto non è illegale. A quel punto, sarò in grado di dire a tutti come stanno le cose. Avremo dei figli, e, se mia madre vorrà venire a vederli, sarà la benvenuta. Non credo che diremo mai ai nostri figli che il loro padre è anche mio padre»
Non ti preoccupano i problemi genetici dell’incesto?
«No. L’incesto esiste dalla notte dei tempi. Viene permesso di partorire a chi ha il diabete o l’Aids. Mia madre era bipolare e ha potuto avere figli»
Nel sesso, avete ruolo di padre-figlia?
«No. Se succede, ci fermiamo. Quando lo chiamo papà, non è il mio fidanzato, è mio padre»
Se vi lasciate perdi sia un padre che un marito.
«Ne abbiamo discusso e lui mi ha promesso che resterebbe comunque mio padre, qualsiasi cosa accadesse. Non sopporterei un altro abbandono»
Non soffri per la differenza di età?
«Sono una donna di 37 anni imprigionata in un corpo da diciottenne»
E’ il tuo tipo?
«Sì ha tatuaggi e piercing. Ci piacciono le stesse cose, facciamo tutto insieme. Chi ci vede dice sempre che siamo una splendida coppia. Fisicamente non ci somigliamo e lui sembra un ventenne»
Cosa pensi di chi non concepisce il vostro rapporto?
«Non capisco perché mi si giudichi per essere felice. Siamo due adulti che insieme si sono salvati da un angolo buio. Non credo che capiate quanto spesso si formi questo tipo di relazione. Sono consenziente, mi so prendere cura di me. Se mi trovassi in una situazione di abuso, mi difenderei»
Sei mai stata sessualmente abusata?
«No. E mio padre dice che il pensiero di toccarmi da bambina lo repelleva. Non lo ha mai nemmeno sfiorato. Io sono sempre stata molto sospettosa con gli uomini. Non mi fidavo. Volevo fare l’amore solo con chi sarebbe rimasto con me. Voglio che i miei figli abbiano una famiglia stabile, felice e che li ami».

6.2.15

Kyenge: “Calderoli assolto per avermi detto orango, triste il Pd che lo difende” razzismo di stato ?

Premetto che   come politica  non come persona la Kyenge non mi piace  e non mi è  mai  piaciuta  eche è stata messa  li slo per  avere  voti  e fare bella fiugura    di un governo multi etnico per poi 
Clicca  sull'immagine per  ingrandire

   . Ma   come Michele Serra  sempee  su  repubblica  d'oggi  :  
(.....) Si capisce che la questione della libertà  di parola, in specie della parola politica, è  grande; complicata; non certo risolvibile  con un paio di querele o, al contrario, con  un paio di non-autorizzazioni a procedere.Ma almeno sul piano dell’esempio ci si  aspetterebbe che la classe dirigente di un  paese europeo pretendesse, da se stessa,un minimo sindacale di compostezza e di decenza. Quante ne bastano per capire che dare dell’orango a una donna italo africana è una schifezza proprio perché «nel pieno esercizio delle proprie funzioni politiche». In questo senso no, la Giunta per le autorizzazioni non fa pensare alla classe dirigente di un paese europeo.


affermo  che  è una vergogna  ed ipocrita .Infatti mi chiedo  che  cosa  la  si è messa  a fare  la  kyege    come ministro se  poi si da  ragione ai malpancisti come Caderoli   e  affini  ?

Proprio mentre  stavo per  preme ok  ,  leggo questo lancio  d'agenzia


ROMA - Il Pd potrebbe rovesciare la decisione assunta dai propri membri nella Giunta per le Autorizzazioni e le Immunità Parlamentari del Senato e votare, in Aula, a favore dell'autorizzazione a procedere nei confronti del senatore Roberto Calderoli, per le frasi offensive nei confronti dell'ex ministro Cecile Kyenge. E' quanto si apprende da ambienti del Pd di Palazzo Madama. I vertici del gruppo, comprendendo le motivazioni strettamente tecniche e giuridiche che hanno indotto alcuni senatori dem a votare in Giunta contro la relazione presentata ieri, sarebbero orientati a rovesciare quel voto in Aula dove, come previsto dal regolamento, la questione verrà affrontata nelle prossime settimane.   (....)    

Speriamo bene     e che rimedino alla figura  di cacca    che  ci  hanno fatto e  fanno fare  all'Italia   oltre  che ai loro simpatizzanti ed  elettori  

“Io e mia sorella perdute e ritrovate dopo ventisei anni” La scoperta di Giulia, iniziata con un pezzo del 1989 di “Repubblica” “Adottate in Italia dal Brasile e separate, ora insieme per sempre”il gioernLE DEL

A  differenza  di altre  storie  simili  che  ho ripreso sull'aonda  emotiva  o forse  perchè essendo   del '76   sono cresciuto  a feuilleton \ romanzi d'appendice televisivi  e  letterari  ,  questa  storia  non lo  è  o almeno o  è  in parte   Essa  è piuttosto  un caso alla  Serena Cruz   ( vicenda  raccontata in Serena Cruz o la vera giustizia (1990), saggio, Einaudi, ISBN 88-06-11749-1 di Natalia Levi Ginzburg  (  1916-1991 ) . 
Insomma una  Grande  ingiustizia  e  pessima conduzione  delle  famiglie addottive    delel due  protagoniste  .   

  la  vicenda  dela madre  
da repubblica  del  6\2\2015

“Io e mia sorella  perdute e ritrovate dopo ventisei anni” La scoperta di Giulia, iniziata con un pezzo del 1989 di “Repubblica” “Adottate in Italia dal Brasile e separate, ora insieme per sempre”


Giulia e Maria Grazia,di nuovo insieme.

                           STEFANO COSTANTINI

ROMA. Eccola Giulia. L’appuntamento è in un bar del Portuense,a Roma. Fuori diluvia. Non ci conosciamo,ma le nostre vite si sonoincrociate il 10 settembre di  26 anni fa. Scrissi per Repubblica dell’adozione di due sorelline brasiliane. La madre naturale stava venendo in Italia per riportarle a casa, aveva denunciato che le erano state sottratte. Poi più nulla fino ai primi di gennaio
di quest’anno, quando sulla scrivania trovo l’appunto di una collega. «Ciao Stefano, ti sta cercando una signora, Giulia Aigotti. Ha lasciato il suo numero, dice che ti sei occupato di lei tanto tempo fa, ti ho stampato l’articolo. Lei è una delle bambine di cui parli. Accidenti che storia. Fammi sapere.Ila».
Era il 1989 e non ricordo di aver scritto quell’articolo. Chiamo, risponde Giulia. È nata a Bahia nel 1977 («o almeno così c’è scritto sui miei documenti»), e si chiamava Dilma. È stata adottata a Pinerolo, vicino a Torino, da una coppia di insegnanti che le hanno cambiato nome e destino. La madre naturale era una domestica di 46 anni.  ha vissuto  protetta, ha studiato pianoforte
IL GIORNALE DELL'EPOCA 
e preso una laurea in Scienze infermieristiche. Oggi lavora in un ospedale di Roma. Ha due figli e un marito militare. È serena,ma dentro ha una voragine lunga quasi trent’anni.
«Pronto? Sì, sono Giulia. Ho trovato in Rete il suo articolo e a quel punto ho capito che non potevo più far finta di niente. Sapevo di essere stata adottata, che ero nata in Brasile. Stop. All’epoca avevo dieci anni. Ignoravo la battaglia legale tentata da mia madre naturale, non sapevo che era venuta in Italia per riavermi.
Le impedirono di incontrarci. Ricordavo di essere stata in diversi orfanotrofi. E ricordavo di una sorellina che tenevo sempre per mano, che mi facevo picchiare
pur di proteggerla. Niente altro. Troppe domande fatte ai miei genitori adottivi sono rimaste senza risposta, fino a quando abbiamo smesso di parlarci, una quindicina di anni fa per delle mie scelte che non hanno condiviso. Ora so che mia sorella esiste. Se è viva,la voglio ritrovare. Mi aiuta?».
Bastano poche ore per rintracciarla. La sorella che si chiamava Debora ora è Maria Grazia Grasso e non si è mai spostata da Giugliano,Napoli. Risponde al telefono
quando Giulia chiama.Scopre così di avere una sorella.
«L’ho trovata, è lei - mi avverte Giulia in preda a una felicità ormai incontenibile - e sabato prossimo
(il 17 gennaio, ndr) ci vediamo.Mio marito è originario di Caserta, lì vive mia suocera, vicino a dove abita Maria Grazia».
Sono passate due settimane e con Giulia ci incontriamo nel bar.Riprende il filo. «Grazie a Repubblica e alla Rete è avvenuto un miracolo.
Sono frastornata e felice. Mia sorella ha saputo di essere stata adottata quando era già grande e per caso. Ha cercato tracce della nostra famiglia, ha trovato dei parenti con i quali siamo ora in contatto. C’è un cugino che vive negli Stati Uniti e un’altra sorella rimasta a Bahia, più grande di me di un anno. Ci siamo scritte, in inglese, perché noi il portoghese lo abbiamo dimenticato. Sappiamo di avere avuto due fratelli maschi, che sono morti, e un’altra sorella, che oggi  avrà 43 anni. Nostra madre è morta tre anni fa e il cugino americano ci ha fatto vedere una sua foto. Maria Grazia aveva dei ricordi confusi. Quando ci siamo incontrate ci siamo abbracciate e abbiamo pianto, poi avevamo bisogno di una conferma. E allora dal passato sono spuntati dei particolari,uno decisivo: le mattonelle gialle dell’ultimo orfanotrofio in cui siamo state insieme. Ci siamo messe a ridere, perché è bastato guardarci per capire che siamo sorelle. Altro che prova del dna, siamo identiche ».
«Anche i suoi genitori adottivi - prosegue Giulia - non le hanno mai detto di me e sono stati sempre molto vaghi, come se anche loro avessero qualcosa da nascondere.
Ho chiamato i miei genitori, loro non rispondono, hanno il filtro della segreteria telefonica. Ho lasciato un lungo messaggio con le novità, mi hanno risposto con un telegramma: “Stai attenta a chi incontri”. Ora nella mia vita è tornata Maria Grazia: non vogliamo più lasciarci. Lei si sente brasiliana, l’ha sempre avuta dentro questa passione e da quando conosce le sue origini ancora di più: pensi che insegna un ballo tradizionale. Lei vorrebbe partire subito per il Brasile. Io  ho un po’ paura, finora avevosempre evitato di conoscere le mie radici. Un anno fa mia nonna adottiva mi accennò la storia di una donna che era venuta dal Brasile a riprendermi. Io non le volli credere. Poi mia nonna è morta e mio marito che aveva intuito qualcosa ha fatto il resto. Quando un giorno sono tornata a casa mi ha detto: “Giulia, guarda su Internet cosa ho trovato ”. E mi ha lasciato da sola davanti allo schermo. Dovevo scegliere, ho esitato prima di spingere quel tasto. E alla fine ecco, ho letto il suo articolo e si è spalancato un baratro. Il viaggio nel mio passato èappena iniziato». Buon viaggio,Dilma



Ma dove sono gli altri scrittori italiani ? hanno lasciato solo Erri de luca unia eccezione Fabio Geda e Laura Pariani,

Ma dove sono gli altri scrittori italiani?????? Se fosse capitato a loro di essere incriminati per le loro parole??? Questo silenzio è imperdonabile. Personalmente, non spenderò più' neanche un centesimo per comprare e leggere chi non difende il diritto di parola contraria in Italia. ‪#‎iostoconerri‬
"Fosse capitato a un altro scrittore, poeta, filosofo, scienziato, di essere incriminato per la sua parola contraria, sarei andato al suo processo. Avrei voluto ascoltare gli argomenti della pubblica accusa e della parte civile, per sapere in che tempo e in che paese mi trovo.
Nell’aula 52 del Tribunale di Torino il 28 gennaio 2015 c’era, fitta in piedi come in tram, una piccola folla di lettori.
Di scrittori erano presenti un uomo, Fabio Geda, e una donna, Laura Pariani, a nome personale e non delegati di una categoria assente.
Fuori di quell’aula e nei giorni precedenti altri gruppi di lettori si riunivano per leggere a voce alta le pagine di uno scrittore incriminato. Non credo sia successa prima una simile volontà di difendere con appuntamenti di letture uno scrittore sotto processo. In piccoli e grandi centri, in Italia e all’estero, alla pubblica accusa ha risposto la pubblica difesa, spontanea e corale.
Spero non dispiaccia ai miei avvocati Alessandra Ballerini e Gianluca Vitale, che io assegni a queste letture il primato della mia difesa. Poi lo assegno all’editore dei miei libri, Feltrinelli, che ha voluto pubblicare “La Parola Contraria” a un prezzo minimo, utile allo spargimento. Lo stesso succede in Francia, Germania, Spagna
Devo alla stampa estera un’attenzione che costringe quella nostrana a seguire il processo con un imbarazzato sforzo di obiettività.
Comunque vada il caso giudiziario, ho potuto spiegare le mie ragioni.
Per questo non presento appello in caso di condanna. Il mio pacco di sale l’ho sparso sul terreno dell’accusa perché sia inservibile una seconda volta. Non sono il primo scrittore incriminato, desidero essere l’ultimo."

5.2.15

Non ha mai giocato a bowling Nonnina fa strike al primo colpo

Ha 84 anni, e non ha mai giocato a bowling. I parenti le spiegano come deve fare. Lei afferra la palla, lancia, e fa strike. Il video è diventato virale anche su siti internazionali ed è stata creata una pagina Facebook in onore della nonnina.

Cagliari allontanato dala madre morente perchè finito l'orario dele visite . Ma riesce a vederlo grazia alla telefonata a ala segreteria del presisdenrte della regione

 se negli ospedali e non solo impareremo a  distinguere  dalla regola e  dall'eccezione   oltre  ad essere un po'  più umani  tali situazioni    non si verificherebbero. Per il resto non commento    tale  news 

"Da lei solo dopo una telefonata politica"

l'ospedale  in questione 
La madre è ricoverata in ospedale in condizioni gravissime, potrebbe morire da un momento all'altro. Il figlio va a trovarla, ma terminato l'orario delle visite viene invitato a lasciare l'ospedale.
La rigidità che si scontra con la morale. Gabriele Calvisi racconta, sulle pagine de L'Unione Sarda  in edicola  quello che gli è accaduto al Santissima Trinità di Cagliari, dove la mamma è ricoverata in fin di vita. "Martedì pomeriggio sono stato mandato via dalla stanza di mia madre, ormai vicinissima alla fine". Gabriele si arrabbia. Va in sala d'aspetto, fa partire una chiamata che di lì a poco gli avrebbe fatto ottenere una deroga alle regole. "Ho telefonato alla segretaria particolare del presidente Pigliaru. Le ho spiegato quanto accaduto. Dopo quattro ore mi è stato comunicato che mi sarebbe stato concesso un permesso. È vergognoso".
Alla domanda se esista un regolamento in caso di condizioni critiche di un parente, la Asl ha risposto: "I casi sono valutati singolarmente, spetta al responsabile decidere se rilasciare l'autorizzazione".
 
anche perchè   non ho letto  tutto l'articolo ma solo la versione online  .L''unica  cosa  che posso dire  e che, come dicono i commenti alla news   riportata  dal sito dell'unione sarda , che è  una cosa  che ha fatto   ( e sicuramente lo  farà nei  prossimi giorni  )  molto discutere   Eccone alcuni
Rossi
05/02/2015 19:41
Vergognoso
Ripeto:Vergognoso che ci si debba rivolgere ad un politico per poter stare con un proprio caro in fin di vita..il primario dov'era?E se non c'era lui qualcuno che ne facesse le sue veci?Bisogna far casino in ospedale in questi casi.
Franco2015
05/02/2015 17:52
Trattasi di una tipica storia italiana
dalla quale tutti i protagonisti escono male. Questo vale per l'ospedale, per il politico ed anche per colui che ha reso la storia di pubblico dominio il quale ha semplicemente fatto quello che fanno abitualmente tutti gli italiani; è cioè andato a cercarsi una raccomandazione per sottrarsi a delle regole (giuste o ingiuste che siano).
Ampurias
05/02/2015 17:50
Che primari ed infermieri si mettano una mano sulla coscienza
Ricordi truci mi rivengono alla mente: Mia madre dimessa da chirurgia d'urgenza al Brotzu e dopo sole 4 ore salvata per un pelo dalla setticemia. Del pranzo dovevo occuparmene io perche poteva mangiare solo omogeneizzati ma questi sparivano 'misteriosamente' dalle scorte.
Viaggi della speranza a Padova, per assistere mio padre dopo un operazione complessa, ma lasciata alla porta dopo ore di viaggio perché sprovvista di 'tesserino identificativo'. E potrei andare avanti per giorni... Sono morti a casa
LaSentinella
05/02/2015 16:29
Ospedale "Santissima Trinità" di Cagliari (3^ parte)
Il Sig. Calvisi ha esercitato il suo potere di cittadino e basta. Se avesse avuto quello politico d'appoggio immediato, non sarebbe stato invitato ad uscire dall'ospedale. Il numero di telefono delle segreteria di Pigliaru si trova sull'elenco telefonico e/o su Internet. Cercate con Google o sul sito web della RAS e troverete tutti i numeri e gli indirizzi e-mail (certificati o meno) a cui rivolgersi. Tutti i cittadini possono, anzi debbono farlo, soprattutto per segnalare comportamenti irrispettosi...
DAMOKLE
05/02/2015 16:25
nel momento del dolore
Ci si deve arrovellare,per stare vicino al proprio caro????in quei momenti penso che qualcuno stia vicino ai famigliari....non allontanarli,mi chiedo se hanno una coscienza oppure pensano al portafoglio.
apollinare
05/02/2015 15:43
Umanità dove sei?
Sono disgustata e inorridita di tutto questo. Come si fa a lasciare sola una povera donna che versa in condizioni disperate, senza un familiare vicino? Che permessi e permessi! E' una cosa inumana e vergognosa, a danno dei più deboli. Il signore conosceva il politico di turno, chi non ha santi in paradiso a chi deve rivolgersi?
Io sarei andata di corsa dai carabinieri e avrei fatto una denuncia in procura.
Come potremmo uscire da questa indegnità pubblica e sociale?
Il sistema va corretto e migliorato!
Greta64
05/02/2015 15:42
E' INCONCEPIBILE
ricorrere ad una telefonata per ottenere un permesso davanti ad una persona in fin di vita ,in effetti se uno non ha nessuna conoscenza che fa? E andando avanti quest'articolo sicuramente è stato scritto per denunciare un fatto di abuso di potere non solo personale e hanno voglia di trincerarsi dietro nel" I casi sono valutati singolarmente, spetta al responsabile decidere se rilascire l'autorizzazione" per evitare di essere criticatiil Sig. Calvisi ha fatto bene a farlo meno arroganza "signori"
Gap88
05/02/2015 15:35
problema diffuso
purtroppo è un problema diffuso in molti lavori specialmente nella P.A, dove queste persone miserabili si sentono in dovere/diritto di esercitare un piccolo potere che li rende però importanti, ci sono tanti esempi di burocrati del piffero che non hanno altre gioie nella vita che esercitare un poco di potere che tra l'altro esercitano in maniera pessima e vile.
Greta64
05/02/2015 15:26
ACCOMPAGNARE LE PERSONE CARE
a miglior vita...chissà se il sondaggio dell'Unione Sarda.. porterà ad una riflessione e spero ad un cambiamento delle regole.. per la classe politica e per la classe sanitaria nell'insieme.. nel Marzo 2014.. io e la mia famiglia abbiamo potuto assistere mia madre al Santissima Trinità fino alla fine..fortunati? Non lo so'.. di sicuro sarei "uscita di testa" se questo non mi fosse stato concesso..per tanti motivi ..ad esempio anche quello di sentirsi più uniti in un momento di forte dolore e d'impoteza


Non sono vissuto all'epoca  dei miei  nonni  , zii (  diretti , acquisiti,m   ala lontana    di cui   alcuni medici  )    e genitori  , ma  mi hann trasmesso   tali valori che  come  dimostra  sia  questo  post   che altri post    , non ho  voglia di cercare    nell'archivio  ,  ( come qiuello  dei   figli che non hanno poturo vedre i padre   che  moriva perchè gli kinfermieri dovevano pulire la stanza  ,  o  un prof    che  stava male  ed era  al'ospedale  senza  parewnti    agli amici  non èstato concesso  di  stargli affianco mentre   stavo morendo )  che Quando certi valori non esistono piu' (  o  se   certe persone   non li hanno  acquisiti  o peggio mai avuti  ) non si rispetta piu' neanche il dolore degli altri, pur sapendo che una persona sta per andar via non si consente piu' neppure ai propri cari di stargli vicino. Questo denota una mancanza assoluta di sensibilità e di rispetto, manca proprio il senso di umanità e comprensione. E' ovvio che in questi casi si ci rivolge a chiunque pur di ottenere un po di attenzione. Solidarietà al figlio di questa signora e un invito ai sanitari: Fate in modo che certe cose non accadano mai piu', perche è vergogoso.

ma noi italiani siamo maschi allupati visto che ci piace il sesso e la pornografia


avevo  ragione    . Oltre  che   nelle  droghe legere  e pesanti ( anchese   secondo alcuni puristi tali distinzioni   non va bene  )  in altri paradisi artificial  e legali    come l'acool

  vignetta 

  cerchiamo  il nostr evadere   nel sesso  e, secondo alcuni  ( vedi discussione sotto  )  nella  pornografia 

oltre  che nel cibo    e   nel  complottismo 

avevo ragione quando dico ( e i matusa mi dicono che sono un caffone o uno che parla per frasi fatte \ slogan , stereotipi , luoghi comuni , ecc  ) tira sui media di più un pelo di ... o i post di gossip che un bambino che muore . Infatti  Infatti un post pubblicato qui  sul blog  (  http://goo.gl/W3FZHl ) ho ricevuto  cosa  che non  mi succede  , se  non raramente  , con i post  normali ,    più di  100 visualizzazioni   in due  giorni  .
Infatti  oltre  che   :  nelle  droghe legere  e pesanti --  anche se   secondo alcuni puristi tali distinzioni   non va bene  -- in altri paradisi artificiali   e legali  in particolare  l'acool  , il calcio, oltre  che nel cibo    e   nel  complottismo 


 c'è  il Sesso      sia  erotismo che  pornografia  come dice  questo interessantissimo articolo   di  http://www.diggita.it/
Tutto di     è testimomniato  da  :  1)  da  questo  video parodia scelto fra i tanti     della saga  di fantozzi  più precisamente    fantozzi  il ritorno 1996   ( allora andavano molto i telefoni erotici e mlto , sottoscritto compres , ci cascavano )


2)   questa   discussione   avvenuta   sulla mia bacheca  i  cui commentavo    del perchè dell'alto numero delle visualizzazioni a tale mio post  e del perchpècerte  categorie di dagospia siano molto seguite 

  • Eleonora Casula è questione di uso di parole chiavi....escort tiene molto poi lo leggo
  • Loredana Ines Maria Morandi Beh.. se tu ci pubblichi pure il porno, ci credo che ti vengono gli utenti..
  • Giuseppe Scano non sapevo che una news fosse porno Loredana Ines Maria Morandi
  • Loredana Ines Maria Morandi Giuse... se ci metti di quelle foto lo diventa..
  • 4.2.15

    Jazzista ( Gilad Atzmon ) ebreo anti-sionista: e a Londra gli annullano il concerto Libre - Non può suonare in città, perché è un ebreo che non perdona Israele per i crimini commessi contro i palestinesi

      d'argomento simile  e di censure  dovute alla paura     vi puo' interessare    quiesto mio precedente 
    post  :

    lo so che    tale evento   avvenuto  più di un mese  fa ,  ma  i media   maitream e non  erano , anzi eravamo tutti presi  da  #JESUISCHARLIE

     dalla pagina  facebook INFORMAZIONE LIBERA che riprende l'articolo di http://www.libreidee.org/


    Jazzista ebreo anti-sionista: e gli annullano il concerto



    Non può suonare in città, perché è un ebreo che non perdona Israele per i crimini commessi contro i palestinesi. Tutto ciò, a prescindere dal fatto che nella sua musica – il jazz – non vi sia traccia delle sue opinioni politiche, peraltro nobili. Tanto è bastato, in ogni caso, per fargli saltare un concerto nel cuore della civilissima Europa, quella che a Parigi ha appena celebrato il lutto per il martirio civile dei vignettisti di Charlie Hebdo. La vittima in questo caso è un musicista di origine israeliana, Gilad Atzmon (  foto  sotto a  destra  ) e il paese non è la Francia ma la Gran Bretagna. Il jazzista, racconta il quotidiano israeliano “Haaretz”, doveva esibirsi il 15 gennaio al Bonington Theatre di Arnold, un sobborgo di Nottingham. Ma a fermare lo spettacolo è bastata una lettera aperta, sottoscritta da 13 sudditi di Sua Maestà e indirizzata ai dirigenti del teatro: impossibile, secondo i benpensanti, consentire al musicista di esibirsi. Atzmon ma punito nel modo più arcaico, con la censura del silenzio, solo perché professa opinioni non allineate alla teologia politica del mainstream occidentale sionista, secondo il quale Israele ha sempre ragione.
    Insieme alla sua band, “The Whistle Blowers”, il sassofonista avrebbe dovuto esibirsi nel teatro della cittadina inglese, scrive “Haaretz” citando il “Nottingham Post”, in un servizio tradotto da “Come Don Chisciotte”.                                      Il Gedling Borough Council, che Gilad Atzmonamministra il centro culturale, s’è visto recapitare la missiva dei 13 abitanti in rivolta, scandalizzati da diverse affermazioni di Atzmon. Per esempio: «E’ sempre il pessimo comportamento degli ebrei che provoca disastri agli ebrei». Oppure: «Il Tribunale di Norimberga era finto, ce ne vorrebbe uno vero per Israele». Affermazioni che, secondo il teatro britannico, «toccano dei punti che preoccupano i residenti locali», al punto da sposare il loro punto di vista e proibire l’esecuzione del concerto. «Pur riconoscendo e apprezzando l’importanza della libertà di parola, il Consiglio ha la responsabilità legale di costruire e mantenere buone relazioni tra i membri della comunità, anche tra persone di razze e religioni diverse», affermano gli amministratori del teatro, secondo cui «la presenza di Gilad Atzmon potrebbe essere un atto non conciliabile con questa responsabilità».

    Atzmon, 51 anni, lasciò Israele per emigrare in Inghilterra molti anni fa. «Non so cosa gli sia passato per la mente», dice. «Non mi interessa se la gente non condivide quello che scrivo, ma la mia musica non ha nulla a che fare con quello che scrivo. Penso che sia una cosa ingiusta». Autore nel 2011 del libro “The Wandering Who?”, uno studio di politica sull’identità ebraica, Atzmon è anche un blogger molto attivo. Secondo “Haaretz”, il sassofonista è una figura controversa: alcuni anti-sionisti lo considerano addirittura «un ebreo antisemita», mentre altri «lo apprezzano come una voce originale e senza paura». La società laica di Nottingham ha intanto reagito alla brutale imposizione, manifestando per protestare contro la cancellazione dello show. Resta ovviamente il vulnus inferto alla società civile: non si è impedito lo svolgimento un comizio anti-sionista, ma solo un concerto. Tutto questo, nell’imbarazzante Europa del 2015. Come se non si tollerasse più la semplice presenza di idee scomode: idee possibilmente da cancellare dalla faccia della terra, esattamente come gli “scarafaggi” palestinesi e i bambini di Gaza.

    Al liceo Asproni di Nuoro presentato il libro sulla sicurezza stradale scritto dal padre di una ragazza 18enne deceduta in un incidente stradale


    Lo so che sarà retorico  e  scontato  , ma  l'unica  canzone che mi viene in mente  apena leggo   fatti\  storie  come quella  riportata  sarebbe    Canzone per  un amica \ in moete  di S.f - Guccini \  Nomandi
     invece ne  ho trovato un altra   due  altrettanto  belle e meno scontate   : 
    addio ad  un'amica  - JadeyBenelli ?
    Dedicata ad un'amica morta - Musica di Yann Tiersen

    Il liceo Asproni di Nuoro


    La Renault Twingo guidata da Alessio sfreccia come un missile lungo le strade cittadine. Sempre più veloce, troppo veloce per riuscire a controllare l'auto che ormai non tiene più la strada. Inevitabile lo schianto contro il guard-rail a 170 chilometri orari. In un’ampia curva dell’Asse mediano. Erano le 21,30. La vita di Chiara Ibba, 18 anni appena compiuti, è finita lì. Quella sera e mai più tornerà a casa. La sua tragica morte è diventata un libro, dedicato a lei e a tutti i giovani che muoiono ogni giorno sulle strade mentre corrono felici e spensierati sulle strade delle città. Credendosi immortali. L'autore del libro è Giampietro Ibba, padre di Chiara, che al Liceo classico “Asproni” in un'aula magna gremita di studenti, ha presentato la sua opera dolcissima: «E poi? ...Chiara lo sa». Uno di quei giorni in cui Giampietro lascia la sua professione di gastroenterologo, presso l'ospedale “Brotzu” di Cagliari, per incontrare i giovani e lanciare loro l’allarme accorato, renderli coscienti del dramma dell'imprudenza, della leggerezza e dell'incoscienza e raccontare il dolore di un padre che ha dovuto seppellire la propria figlia nel fiore della giovinezza. «Il libro di Giampietro Ibba è una testimonianza e un monito – ha spiegato il preside del Liceo, Antonio Fadda, durante l'incontro – ma è anche una risposta al bisogno di essere padre e alla grande forza di mantenere sempre e per sempre viva sua figlia».
    Nel corso della mattinata, gli studenti hanno accompagnato la presentazione dell’iniziativa con la lettura di alcune pagine del libro e dei brani musicali eseguiti al pianoforte e al flauto traverso con il titolo dolcissimo: “Musiche per Chiara”. All'incontro al Liceo scientifico, moderato dal giornnalista di Videolina, Paolo Matta, ha partecipato anche il vescovo di Nuoro, monsignor Mosè Marcia sempre attento alla tematiche dei giovani e pronto a offrire il suo contributo per una causa così importante che anche a Nuoro è di stringente attualità: sono tre i giovani morti di recente in incidenti stradali.

    Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

       Dopo  la  morte  nei  giorno scorsi  all'età  di  80 anni   di  Maurizio Fercioni ( foto sotto  a  sinistra )  considerato il primo t...