29.3.15

L'appello di Velia: "Aiutatemi a trovare la donna misteriosa che mi tenne tra le sue braccia" Una follonichese trova in soffitta una foto di lei in fasce coccolata da una ragazza: "Nessuno vuole dirmi chi è, non mi do pace"

Come  ho scritto  nel  sms    alla  protagonista  l'ipotesi che mi sono fatto  ,  appassionato  di  gialli , misteri  e  storie simili  (  infatti mi chiamano   ispettore  scaneau  )  è che essa  sia  stata  1)   addottata., 2)   che  alla  madre  vera  che poi  l''ha ceduta  in cambio di   soldi   gli sia stato concesso di tenerla  in braccio   prima di dirle  addio  .,  2)     che  suo padre  l'abbia avuta    da una relazione  extra  coniugale  ,  con il personale di servizioo  altro   , ma   abbia deciso  di tenerla  perchè la  sua  vera  moglie   non pteva  avere  figli ., 3)  una  figlia  fatta  fare  su  commissione  perchè  la  madre  era  sterile  .
Lo  so   che   potrtebbe  esssere  una storia  come  tante  ma  una mia  amica    giornalista  per   *****  a  cui  ho segnalato  la  stortia   mi  ha  risposto cvhe  :<< Grazie Giuseppe, ma una storia senza finale, non me la lasciano fare. Se questa donna scopre, per esempio, che quella nella foto era sua madre, potrei proporla. Mi chiedono storie FORTI ma che finiscono bene, possibilmente.  (....)  >>  Ma  ora   prima  di  riportare la  storia   tratta  da  http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca del  29\3\2015 ,  v'invito  se  sapete   anche qualcosa  informa  anonima  ad  aiutarla  Il numero per contattare la follonichese è 342 6484866 oppure  (  cercando  in rete )  Via Puccini 16,- 58022 Follonica (GR).0566 56333 .  : chiunque sapesse qualcosa può chiamarla.


FOLLONICA. Una foto, una donna di profilo con una bambina di poche settimane in braccio. Un’immagine ritrovata per caso in soffitta durante un trasloco, che ha fatto riaffiorare ricordi ma che ha portato anche tanti dubbi.
Velia Cristallini, 55 anni di Follonica, da alcune settimane ogni tanto guarda quella foto dell’agosto del 1959 che ritrae lei neonata in collo a una bellissima donna sorridente, che la guarda con occhi pieni di amore. Dai vestiti indossati, Velia ha capito che il giorno in cui è stata scattata è quello del suo battesimo. Dopo aver visto il volto della donna sono iniziati dei flashback. «Mi ricordo che questa ragazza veniva a trovarmi all’asilo dalle suore. Sono memorie sfumate, alle quali non avevo proprio più pensato e che mi sono tornate in mente quando ho trovato questa foto», dice.

La foto di Velia Cristallini, il...
La foto di Velia Cristallini, il giorno del suo battesimo, in braccio alla ragazza misteriosa
Chi era la giovane? Perché la teneva in braccio il giorno del suo battesimo? E soprattutto come mai andava spesso a trovarla a scuola? Domande a cui la follonichese non riesce a dare risposta. Ha chiesto ai parenti, agli amici di famiglia, ma nessuno, a quanto racconta, ha saputo, o forse ha voluto, dirle chi era quella giovane con i capelli scuri e un profilo marcato.
Un mistero fatto di pochi ricordi a cui Velia vorrebbe dare una conclusione o per lo meno un nome. «Da quando ho trovato questo scatto non riesco a darmi pace – racconta – Se non avessi sistemato la soffitta non avrei mai ricordato quella donna; a quanto ho capito, facendo domande su domande a parenti e amici, la ragazza doveva passare dalla scuola di nascosto, aveva chiesto di mantenere l’anonimato non voleva essere invadente, ma veniva lo stesso per vedermi. Ciò mi porta a pensare che ci tenesse a me, ma non so che legame che ho con lei».
Ed ecco che scattano altri dubbi: perché non voleva che Velia sapesse chi era? Perché il mistero intorno a lei? Il padre della follonichese è scomparso da più di dieci anni e la mamma, anziana, non l’aiuta in questa ricerca.
Velia pochi giorni fa è andata a trovare una delle suore dell’asilo di via Trento, che all’epoca era abbastanza giovane e adesso vive fuori Follonica. La sorella vedendo la foto ha confermato che quella ragazza passava a trovarla ma non ha saputo dirle di più. «I miei ricordi hanno trovato un appiglio, ma purtroppo non mi ha detto un nome o in che rapporti la ragazza era con la mia famiglia o come mai la lasciavano entrare per incontrarmi», spiega Velia.
La verità ancora non è venuta a galla, ma i dubbi continuano e Velia ha deciso di raccontare la sua storia così da capire se qualcuno nel Grossetano conosce la vicenda e sa chi è la donna del mistero. «Mi piacerebbe capire quale è il rapporto che ci lega: chiedo a chi riconosce quella ragazza di farmi avere qualche notizia anche in forma anonima. Per me è veramente importante, ho bisogno di capire»





Alcune domande all’autore di “Pensiero Riflesso” Cristian A. Porcino Ferrara

Leggendo   sia  l'intervista    citata  sotto (  che trovate  qui in un mio precedente post  )  e  alcune recensioni su questo libro   mi sono  venute delle  curiosità  che ho rivolto all'autore   . Ecco le sue  risposte

1) Il tuo ultimo libro  "Pensiero riflesso. La filosofia come la vedo io" ( in vendita su Amazon) è da intendersi  un libro  egocentrico,  dedicato a se stesso come  i Dialoghi con Leuco'  di Cesare Pavese  o Lettere a Lucillo di Seneca?  O  è un libro corale,  socratico  come sembra  di capire  da  quanto dici  in una recente  intervista:  << Il libro di un filosofo sulla filosofia. Al giorno d'oggi, un'impresa rischiosa, persino azzardata... «Beh, a 34 anni   posso pure permettermi di scrivere un libro senza dover pensare necessariamente al tipo di pubblico che lo leggerà. Sono stanco d’inseguire qualcuno. Volevo raccontare la filosofia così come l’ho percepita io. Credo che dietro questa splendida disciplina ognuno di noi può facilmente trovare un terreno fertile per raccogliere validi spunti riflessivi. Quando ho deciso di scrivere questo libro non mi sono posto il problema di chi lo avrebbe successivamente pubblicato. È da un pezzo che non mi pongo più simili domande. Non l’ho nemmeno proposto alle case editrici tradizionali >>

«I libri non si devono spiegare ma leggere, motivo per cui non posso definire in alcun modo il mio ultimo lavoro. In quel passaggio da te citato, non mi riferivo al tema trattato nel libro, bensì all’attuale condizione in cui versa l’editoria italiana. Io sostengo che non c’è molto spazio per gli scrittori indipendenti che non tentano di ammorbare il lettore, e di conseguenza il mercato, con le solite paccottiglie di pornografia splatter spacciata per erotismo raffinato. Nel senso che: o questo spazio te lo prendi senza alcuna concessione, oppure diventi servo del sistema vigente! Il mio libro racconta la filosofia con un linguaggio narrativo, poco accademico. Il testo si rivolge a chiunque desidera accostarsi ai temi della nostra esistenza senza pregiudizio o antichi retaggi culturali. Non ho un pubblico di riferimento, semplicemente perché non mi occupo di foraggiare i gusti della massa. Per intenderci non scrivo un tanto al chilo o  su commissione. Io sono un filosofo e guardo al mondo e all’essere umano nella sua completezza. Inoltre ogni autore ha il sacrosanto diritto di scrivere ciò che vuole senza dover pensare alla tipologia di lettore che si accosterà all'opera. Proprio per questo non propongo più alle case editrici tradizionali i miei lavori. Tale  discorso vale soltanto in Italia, in quanto ho la fortuna di aver incontrato un editore americano che ha tradotto la mia opera in inglese e l’ha distribuita in Usa, Canada e Inghilterra senza chiedermi un centesimo. Dunque perché sprecare del tempo con case editrici che non desiderano accostarsi a qualcosa di non omologato? Grazie ai diversi attestati di stima che ricevo quotidianamente dai lettori e dai giornalisti, mi sento lusingato per aver effettuato la scelta più giusta. Tengo molto  a questo mio lavoro e i risultati mi fanno ben sperare» . 


2) Tu  giustamente  parli di contaminazioni   tra  la filosofia   e le arti  ed il mondo circostante ( 
http://solferino28.corriere.it/2012/09/26/perche-ha-senso-iscriversi-a-filosofia-anche-per-trovare-lavoro )  Infatti è  evidente che  nei secoli,  ed  in particolare  a partire dal primo decennio del  XX secolo,  la  filosofia si contamina  con altri mezzi di comunicazione. E quindi anche  in cartoni animati,  vedi gli studi  sui  Simpsonshttp://goo.gl/kLFIYf ) su South Parkwww.amazon.it/South-Park-filosofia-R-Arp/dp/8876383581 )  e  i  fumetti,  come  la  prima  e  la seconda  serie   di Orfani della Bonelli o  "  la filosofia di Paperino  " di  Guido Giorello - Tito Faraci (  soggetto e sceneggiatura)  - Silvia Ziche  ( disegni  )  in   topolino  n 3054  Speciale  Paperino  . Ma   come   hai detto  tu   anche  con  i  cantanti  e  nello sport. Ma   non c'è  il rischio   che  : <<  (....)   Un artigiano di scoop forzati scrisse che Weimer già si scorgeva \e fra biscotti sponsorizzati videro un anchorman che piangeva.(...)   >>  Guccini “Nostra  signora dell'ipocrisia”  (www.testitradotti.it/canzoni/francesco-guccini/nostra-signora-dellipocrisia).


«Il sapere è diventato ormai prerogativa di determinate caste. Per ogni argomento o dibattito televisivo si convocano in studio solamente docenti universitari, giornalisti che scrivono per i settimanali e quotidiani più importanti del paese, e così via. Poi ci sono i nomi famosi che mettono soltanto la firma tanto a scriverlo, nella maggior parte dei casi, ci pensa  un ghostwriter, oppure uno scribacchino che si presta al gioco incassando una bella somma.
Ma ritornando a noi i discorsi filosofici non sono qualcosa di morto. La Filosofia è vita. Se si guarda bene la filosofia si cela dietro ad ogni cosa. Occorre soltanto osservare con molta attenzione, senza i soliti paraocchi che questa società tenta di metterci per deviare l’attenzione su altro. A mio avviso l’ipocrisia sta nel mascherare determinate verità per poi camuffarle da scoop e propinarle al volgo. Se esiste un messaggio sincero e vero poco importa che  a svelarlo sia uno scrittore o un cantautore o un fumettista.  Conta il risultato finale. Comunque in “Pensiero Riflesso” mi occupo anche  di sport e di certi fenomeni di violenza che si verificano negli stadi. Nel testo, ad esempio, racconto di essere un sopravvissuto della strage di Heysel e molto altro».

3)  Ritornando al discorso di prima, in  che modo  e  come  vedi la  filosofia  nello sport  che  vada oltre il classico  motto   di  Pierre de Coubertin  l'importante  non è vincere   è partecipare  o il film http://it.wikipedia.org/wiki/Running_-_Il_vincitore?


«Come dicevo esiste una filosofia dello sport che non si discosta molto dall’etica del rispetto del proprio avversario. In “Pensiero Riflesso” porto come esempio pratico Alessandro Del Piero. La mia riflessione si concentra soprattutto sullo sport che seguo personalmente, il calcio. Anche in questo caso rimando inevitabilmente alla lettura del testo perché un tema così delicato non può essere liquidato in due parole. Altrimenti si corre il rischio di apparire superficiali e populisti. Quindi vi consiglio la lettura dell’apposito capitolo».

26.3.15

in tempo di crisi riusiamo il passa parola . Per gli amici bolognesi - piemontesi aiutiamo Dario Chicchero

Da  quando    sono passato da  splinder  a   blogger ,  delegando   tali post  a  facebook . Ma  per  un amico   pre facebookino  e  pre  blog  . ho deciso di fare  un eccezione  .
Esso  è come me  uno degli ex  di   www.testedatagliare.it \ www.comemiele.it \ https://www.facebook.com/groups/testedatagliare/

Caro Giuseppe,
mi permetto di romperti le scatole perché, purtroppo causa esternalizzazione del settore comunicazione dell’OMCeO Torino (con cui collaboro da 7 anni) da maggio, nel migliore dei casi, vedrò il mio trattamento economico ridotto di un quarto/terzo o, nella peggiore delle ipotesi, il mio rapporto di lavoro con loro terminerà. Visto che il mio rapporto di lavoro con L’OMCeO è il principale, mi permetto di romperti le scatole (spargo la voce in ogni modo) per chiederti, se puoi e se ti va di farlo, di spargere in giro il mio curriculum (allegato) e la voce che sto cercando altre situazioni lavorative che possono essere realizzare videomusicali, spot, cortometraggi, interviste, videoindustriali, riprese audio-video o fotografiche di concerti, spettacoli teatrali, danza, di eventi vari o la loro “fotografia” nel senso di gestione delle luci ecc… o anche aiutarmi a contattare altri ordini professionali, fondazioni o qualsiasi altra realtà a cui possa proporre, naturalmente nel campo di interesse del committente, un progetto simile a quello che ho creato all’OMCeO (videomedica.org e in particolare la rubrica “Oltre il Giardino” http://www.videomedica.org/videomedica/?cat=1162 o cosa simile) o altra cosa che rientra nelle mie competenze, unica cosa che, sembrerà assurdo ma è così, non rientra nelle mie competenze video e fotografiche sono i matrimoni in cui farei solo dei disastri (è una cosa molto difficile da fare se non si è mai fatto), per quanto riguarda il montaggio invece rientrano anche i matrimoni.
Ti ringrazio per il tempo dedicatomi e “citando la lingua cinese” spero che questa "crisi” si trasformi in “un’opportunità”
Ti mando un abbraccio

 Dario  

 ecco il suo curriculum  
Dario Cicchero.
Regista, Montatore, Direttore della fotografia (anche per spettacoli teatrali, concerti e danza), Operatore video
“Artigiano dell’intervista” e Sceneggiatore
Fotografo (concerti, teatro, danza, eventi ecc…, per vedere alcune gallerie delle sue foto , altre gallerie “da spulciare” )
Nato a Torino il 07/04/1965 divide la sua vita tra Torino e Bologna
Tel..: 3485924560
email:
dario_cicchero@yahoo.it
Possiede Partita IVA, Automunito
Titolo di studio:
Diploma di qualifica in fotolitografia.
Attrezzatura e software di proprietà:
Computer Macintosh MacBook Pro 2.66 GHz core 2 duo con 8 giga di ram, più vari tera in dischi esterni, 1 Telecamera
Panasonic AGAC8,
1 Telecamera GOPRO Hero 2, 1 Telecamera Panasonic NV 500, 2 microfoni rode M3, 1 microfono rode
NTG2,
con sospensione, 1 BoomPole Rode 0,853,28
metri, convertitore audio MAUDIO
Mobilepre USB, convertitore audio
BeachTek DXA2S,
accessori vari, Final Cut studio, e vari software gestionali.
Macchina Fotografica digitale: Canon 450 D con ottiche 15/85 e 55/250
Sistemi di ripresa usati nella carriera:
Betacam sp, sx e digitale, DVCAM, DVCPRO, DV (Panasonic, JVC), miniDVsemiprofessionali (canon XL1, Panasonic
AGDVX
100 ), HDTV e HD (Sony, Canon e Panasonic), sia in troup ENG che EFP.
Varie tipologie di macchine fotografiche dal banco ottico alla Minox.
Software conosciuti e usati nella carriera:
FinalCut studio, (i programmi Mac li uso quotidianamente), Media 100, Edition (software di montaggio della pinnacle), Avid,
Première, Speedrazor, Photoshop, Peak, Soud Forge, Paris, Logic pro, Flash, Fireworks, Office e applicativi vari.
Curriculum Vitae
Dopo un inizio come montaggista litografo e fotomeccanico i suoi interessi si sono spostati prima alla fotografia poi al video,
attraverso un percorso disegnato da una serie di ruoli concatenati fra loro: assistente generico, elettricista/macchinista
cinematografico (mansioni tenute con fotografi e direttori della fotografia a livello nazionale), assistente operatore, operatore,
montatore video, direttore della fotografia, regista e “artigiano dell’intervista (Per vedere alcune delle sue interviste c liccare
qui )”.
2012/2014 O
ltre a continuare la collaborazione con il portale “ Torinomedica.com/videomedica.org” realizza, in qualità di
sceneggiatore, regista, direttore della fotografia e montatore i cortometraggi “ La Quinta volta”, “PreOccupato” e
“L’apprendista”, u na serie di spot per il MuuhFilmFestival e partecipa come giurato al “ Piemonte Movie Glocal Festival” di
Torino, realizza il videoclip “ Oggi No” brano che da il titolo all’ultimo disco della “B anda Elastica Pellizza”, realizza durante il
MuuhFilmFestival, curandone regia, riprese e fotografia, il cortometraggio “ B uona la prima:quando la realtà sembra
finzione”, e sperimento di cortometraggio con attori scelti tra il pubblico del festival e realizzato in 24 ore in modo da essere
proiettato nella seconda e finale serata del festival, crea e gestisce una rubrica per il sito w ww.videomedica.com chiamata “ Oltre
il giardino: due chiacchiere con personaggi italiani su sanità e dintorni” in cui realizza le interviste non solo in qualità di
operatore e regista ma anche come “intervistatore”, incontrando personaggi come G ermana Pasquero, Massimo Cirri, Marco
Ardemagni, Sara D’Amario, Enza Negroni, Sara Zambotti, Andrea Satta, Edoardo Sylos Labini, Paolo Maggioni, Danilo
Bertazzi, Tommaso Cerasuolo, Francesco Filippi, Erika Biavati, Francesco Filippi, Pia Tuccitto e altri professionisti di vari
settori, ad oggi ha realizzato oltre 50 interviste per questa rubrica, realizza una serie di servizi giornalistici in qualità di regista,
montatore e operatore per l ’ANAAO Piemonte, realizza il documentario “ Ortoliquiando:dell’orto e delle sue declinazioni”,
partecipa al progetto “ Lavoro cercasi… nella tradizione locale Mestieri
del passato, opportunità per il futuro” in
collaborazione con la “ Cooperativa Orso” di Torino curandone la realizzazione delle interviste in qualità di operatore,
montatore e regista, inizia le riprese di un documentario su una ricerca sulla demenza, realizza uno spot dedicato alla “ Medicina
di Genere” per la C ommissione Pari Opportunità dell’ordine dei medici di Torino, p artecipa al progetto europeo
“BABE(Bodies Across Borders: Oral and Visual Memory in Europe and Beyond)” r ealizzando una serie di video di
documentazione e un videoriassunto
dei video di documentazione in qualità di regista, montatore e operatore, r ealizza due v ideo
promozionali (uno breve e uno più esteso) per il cantautore Giangilberto Monti, r ealizza lo spot “Identità” c ontro la violenza
sulle donne e 5 video di un concerto simulato per la promozione dei concerti di Jino Touche (bassista di Paolo Conte) .
2011Oltre
a continuare collaborazioni con le ditte sottocitate e soprattutto con il portale “Torinomedica.com”, di cui realizza il
“restyling” della parte video creando il sito dedicato ai videoservizi “ w ww.videomedica.org” , realizza una serie di “videolive”
di concerti e “reading teatrali” come regista (del videolive), direttore della fotografia e montatore, di artisti come “ Guido
Catalano , Les SansPapier, Fryda (duo composto da Francesco MonetiMRC
e Daniele Contardo) , Almamediterranea e Luca
Morino ” , realizza le riprese e il montaggio del secondo spettacolo teatrale della compagnia “ gli Extranei:L’importanza di
chiamarsi Ernesto” . Realizza in qualità di sceneggiatore, regista, direttore della fotografia e montatore il cortometraggio “ La
Televisione”, il cortometraggio “ Okkupato” s elezionato dalla trasmissione, di Rai Radio2, “ Il Ruggito del Coniglio” per il
concorso nazionale “ Cortoconiglio”. A luglio 2011 realizza la d ocumentazione filmata (con la ripresa dei concerti e riprese di
back stage) del festival musicale “ Glocal Sounds” svoltosi a Torino. Nel 2011 con l’associazione “ Colori Quadri” partecipa
all’organizzazione della seconda edizione del “ Muuh Film Festival” e realizza in qualità di regista, direttore della fotografia e
montatore i cinque “ spot promozionali” distribuiti in rete, sempre con l’associazione “ ColoriQuadri” gira un nuovo
cortometraggio “ Corto o son desto” in qualità di direttore della fotografia, operatore glidecam e montatore, realizza tre
videoclippresentazione
del gruppo “Prisma” .
2008/2010 Oltre
all’attività video, negli ultimi anni, torna alla fotografia con una serie di servizi fotografici di vario genere dalla
documentazione fotografica della “ View Conferente 2008” a vari concerti e spettacoli teatrali svolti a Torino. A febbraio 2009
realizza una serie di spot e istituzionali per il “ training center Apple Espero” di Milano. Ad inizio 2009 partecipa come
ottimizzatore dei testi e supervisore tecnico allo spettacolo “ Grembiulini taglia unica” curando anche le riprese di
documentazione dello spettacolo e il loro montaggio. Oltre a collaborare con alcune delle aziende sopra citate continua a
realizzare i video per il portale dell’ordine dei medici di Torino “ Torinomedica.org( oggi la parte video [ situata su
videomedica.org)” , a settembre 2009 partecipa alla realizzazione dei testi di “ Grembiulini taglia unica, la svendita” e poi ne
seguirà la regia (lo spettacolo andrà in scena il 5 marzo del 2010), a novembre 2009 realizza tre videomusicali con il gruppo
musicale “ Bandakadabra” di Torino in qualità di regista, direttore della fotografia e montatore, nel dicembre del 2009 gira, in
qualità di regista, direttore della fotografia e montatore, il videomusicale del brano “ Mi Ma” della “ Banda Elastica Pellizza” , a
gennaio 2010 gira il video “ Il Bassista” del gruppo “ Ambaradan” i n qualità di regista, direttore della fotografia e montatore. A
febbraio 2010 fonda, con altre sei persone provenienti dai più disparati settori l’associazione culturale “ C olori Quadri” con cui
realizza il cortometraggio, in qualità di regista, “ L’insostenibile indifferenza dell’essere”, sempre con l’associazione “ Colori
Quadri” o rganizza la prima edizione della rassegna di cortometraggi “ Muuh Film Festival” c he si svolge a metà settembre a
Grugliasco alla “ cascina Duc” . A fine luglio 2010 realizza un “videolive”, come regista, direttore della fotografia e montatore, di
un concerto dei gruppi musicali (che condivideranno lo stesso palco) “ Les SansPapier” e “Le C.U.L.” . Ad ottobre 2010 realizza,
in qualità di sceneggiatore, regista, montatore e direttore della fotografia il videoclip “ Le quartier” d el gruppo musicale “ Les
SansPapier” e monta “ 12 pillole di Backstage” d el processo di realizzazione del videoclip. A novembre r ealizza le riprese e il
montaggio dello spettacolo teatrale “Family Circles” messo in scena dalla compagnia teatrale di Torino “gli Extranei”.
2006/ 2 007A
settembre 2006 torna ad abitare a Torino e, oltre a continuare sporadicamente a collaborare con alcune delle
aziende sottocitate, ad ottobre 2006 inizia una collaborazione con “l ’OMCeO Torino” ( Ordine dei Medici Chirurghi ed
Odontoiatri della provincia Torino) o ccupandosi della realizzazione dei filmati da pubblicare sul portale Torinomedica.org ( oggi
www.videomedica.o rg) , di questi filmati cura regia, montaggio e fotografia. Nel 2006 realizza con l’azienda “ Creative Image”
un’istituzionale per la “ Apple” sulla divisione di elaborazione grafica del gruppo “ Fininvest” . A maggio 2007 inizia a
collaborare al progetto del sito “ ANAAOPIEMONTE” supervisionandone la grafica e la progettazione dei database e dopo la
presentazione ufficiale del sito ne cura la realizzazione della parte video in qualità di Regista, Montatore e Direttore della
fotografia.
2000/2005 Si
trasferisce in Toscana in pianta stabile e inizia a collaborare con lo studio “ Sport Video Action ” di Firenze, in
qualità di montatore e regista, con lo studio “ Artape ” di Piombino, in qualità di montatore, operatore, direttore della fotografia e
regista, con “ l’Accademia di Cinematografia Sperimentale ” di Bologna in qualità di operatore. Continua la collaborazione con
la “ Uommo entertainment ” di Torino, in qualità di direttore della fotografia, montatore e regista, e occasionalmente con il
regista “ Willy Darko ” in qualità di operatore, direttore della fotografia e montatore. In questi ultimi anni realizza molti
industriali, degli istituzionali e alcuni documentari. A giugno 2000 ha realizzato le riprese video e la fotografia dell'ultima opera
di " Grazia Toderi ", Audience, r ealizzata per il “ Museo Nazionale del cinema di Torino ” . Nel 2004 realizza, oltre le solite
collaborazioni, in qualità di direttore della fotografia e di montatore, il cortometraggio “ Demented Forever ” di “M auro Russo” ,
uno spot per la concessionaria auto “ D i Viesto” di Torino e inizia una collaborazione con la ditta “ Caos” di Torino partecipando
al montaggio della trasmissione Tv “Ciau bale” ( trasmissione satirica dell’emittente piemontese Quartarete tv).
Nel 2005 inizia una collaborazione con la ditta C reative Image di Firenze come responsabile tecnico/creativo, per la
realizzazione di authoring dvd, montaggio, direzione della fotografia e regia. Sempre nel 2005 realizza 4 documentari in qualità
di coautore, regista, direttore della fotografia e montatore: “ Operazione Shingle ” dedicato allo sbarco di Anzio, “ Il museo dello
sbarco ” d edicato al piccolo museo sullo sbarco di Anzio, “ La villa di Nerone e il museo archeologico di Anzio ” , realizza come
direttore della fotografia e montatore “F los Duellatorum” , d ocumentario dedicato ad un “manuale” medioevale di scherma.
Sempre nel 2005 in qualità di direttore della fotografia, regista e montatore realizza una serie di documentari/istituzionali dedicati
agli “Ormeggiatori” .
1999Continua
a collaborare con la “ Uommo entertainment ” e il regista “ Willy Darko ” realizzando il montaggio del video per
i “ 15 anni di esistenza del Castello di Rivoli museo d’arte moderna” , inizia la sua collaborazione con l'associazione culturale
" 2Parole " di Firenze, per la progettazione e la realizzazione di spettacoli multimediali, come regista, direttore della fotografia e
del montaggio, come sceneggiatore per quanto riguarda la parte video.
Realizza 3 spettacoli: “Il sogno di Dracula”, “Maria Teresa di Gesù” e “La Discesa”.
1997/1998I
nizia la collaborazione con la " Uommo entertainment " di Torino come operatore di ripresa, direttore della
fotografia, regista e montatore video su sistemi non lineari ( c on le schede di montaggio Targa, Pinnacle Reeltime, DC1000 e
Media 100 e utilizzando i programmi Première, Final Cut, Media 100 e Speedrazor). Collabora in qualità di montatore con il
regista “ Willy Darko” , l avorando soprattutto per i l " Castello di Rivoli museo d'arte moderna " e alla realizzazione di video su e
per artisti del circuito dell’arte moderna internazionale come “ Gilberto Zorio ” , “ Grazia Toderi ” e molti altri ( link ad alcuni
video realizzati al tempo) .
1995/1996Inizia
a collaborare a vari cortometraggi con artisti Torinesi e non, occupandosi, secondo le esigenze, delle riprese,
della fotografia, del montaggio e talvolta della regia.
1993/ 1 994Fonda
con altri tecnici provenienti dai vari settori del campo audiovideo
la " cooperativa Magnetica " con la quale
termina il suo percorso professionale lavorando spesso con la società “Unistudio” di Torino .
1990/1992E
ntra in contatto con la casa di produzione video di Torino " Progetti Delta ", dove inizia a collaborare come aiuto
generico per poi diventare assistente operatore di ripresa e dopo un anno operatore.
Formazione:
Corso per Videomaker, realizzato dall'associazione " Movie club " a Torino, con docente " Vincenzo Badolisani " (regista di: “I
ragazzi Di Torino sognano Tokio e vanno a Berlino” e “Cinecittà Cinecittà”).
Corso di sceneggiatura realizzato dall'unione culturale " Franco Antonicelli " a Torino, con docente " Enrico Cerasuolo "
(sceneggiatore e regista molto attivo nella realtà piemontese e non solo, specializzato in documentari e spot, socio fondatore della
cooperativa “Zenit” di Torino).
Corso di narrativa, realizzato dall'unione culturale " Franco Antonicelli " a Torino, con docente " Gabriele Romagnoli "
(Giornalista, scrittore e sceneggiatore. Inviato per due anni de La Stampa negli Stati Uniti, inviato dagli stati uniti per la
trasmissione “Pinocchio”, è editorialista de La Repubblica e collabora (e ha collaborato) con molte riviste e quotidiani tra cui
Diario, autore di alcune sceneggiature di fiction televisive, tra cui Uno Bianca e Distretto di polizia e di vari libri.
Corso biennale di tecnico del suono, realizzato dal " C.P.M. " di Milano a Milano, con docenti, " Walter Conti " ( ingegnere che si
occupa del suono tra i più stimati in Italia, autore di molti articoli tecnici su riviste del settore audio italiane e non) e i tecnici
dello " studio Rexon " di Milano e dello studio interno al " C.P.M. " di Milano.
Stage per fonico di presa diretta e di montaggio, realizzato dall’azienda " Poliedra " a Torino, con docenti " Claudio Cormio "
(montatore cinematografico, tra i film montati troviamo: “Il caso Martello”, “La seconda volta”, Tutti giù per terra”, “Le
acrobate”, “Figli di Annibale” “Chiedimi se sono felice”, “La leggenda di Al, John & Jack”) e " Giuseppe Napoli " (fonico di
presa diretta e musicista).
Stage di sceneggiatura, realizzato dalla ditta “ Poliedra ” presso il “ D.A.M.S. ” a Torino, con docente “ Francesco Bruni”
(sceneggiatore di film di Paolo Virzì, Mimmo Calopresti, Francesca Comencini, David Riondino, Dominik Tambasco, Kiko
Stella, Vito Zagario)
Corso di montaggio su sistemi A vid, realizzato “ all ’ accademia di Cinematografia Sperimentale " di Bologna, docente " Paolo
Vanghetti" (Oltre ad insegnare montaggio all’accademia di cinematografia è docente al “ N.U.C.T.” di Roma e come montatore
ha collaborato e collabora tutt’oggi con produzioni televisive come “Superquark”, “MilanoRoma”,
“Geo&Geo” con “Discovery
(GB)”, “Nova (USA)” e “NHK (JAP)).
Corso di giornalismo presso l’università popolare di Torino con docente “ Piero Abrate” .
Per visionare alcuni suoi lavori video e fotografici potete recarvi sui siti sotto citati o cliccare sui link all’intero del
curriculum:
http://www.videomedica.org/
http://www.videomedica.org/videomedica/?cat=1162 (rubrica “oltre il giardino”)
http://ortiloquiando.wordpress.com/ortioquiandoildocumentario/
(documentario “Ortiloquiando”)
http://www.dariocicchero.com (in fase di “ristrutturazione”)
http://www.youtube.com/user/muuhfilmfestival/videos?view=0&flow=grid (cortometraggi vari)
http://www.coloriquadri.com/
Autorizzo il trattamento dei dati in base al D.Lgs. 196/2003
Dario Cicchero
 


25.3.15

Il giovane favoloso ( il film su leopardi ) di Mario Martone come fare un film letterario senza stravolgerlo


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« E 'l naufragar m'è dolce in questo mare »
(Giacomo Leopardi, L'infinito, v.15)


Come promesso nel post precedente sono riuscito, fra cazzeggio , lavoro  , ecc   a ritagliarmi un po' di spazio e a scrivere il post sul film di Giacomo Leopardi .

Nei giorni scorsi in attesa impaziente, visto che si è anche da poco si è celebrato il centenario della brigata sassari una delle brigate più decorate della grande guerra , che   al cinema del mio  paese   il e portino tornavano i prati ( III ) di Olmi , ho visto  due  film  :    1)  Uomini contro un film del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano. Insomma un classico del cinema italiano prima della decadenza,della mediocrità e dell'appiattimento   ed omologazione al modello  hollywoodiano ( quasi totale salvo eccezioni  come questa ) ., 2) il film  su Leopardi   il giovane favoloso di Mario Martone .
Il primo sul web ( lo so che non si dovrebbe ma .... questa è un altra storia prima o poi ne riparleremo  . IL  secondo al  cinema Ed è di questoi film  che  intendo parlavi  .
IL mio   giudizio è  stupendo   * * * 1/2 -
 Ma  andiamo  ad  analizzarlo  .
Un film bello , triste e profondo . Sembra una lezione di eltteratura . Buon gioco quello dei padroni della sala di organizzare una giornata speciale per le scuole . Peccato visto che qui in sardegna arrivano diei film , non da " cassetta " \ dozzinali solo poche copie , e quindi i cinema dei piccoli paesi lo possono tenere ( e quindi farlo vedere pubblico ) solo per pochissimo tempo massimo due giorni .Nonostante la sua lunghezza sembra renderlo pesante esso è recitato magistralmente da un buon cast in particolare 
Elio Germano un giovane attore che racchiude il talento di un grande io lo adoro e sicuramente in questa performance è superlativo !! . Esso e' riuscito ad immegersi nel mondo del poeta restituendone un ritratto complesso e inedito raccontando il poeta come un giovane ribelle. E alla fine, a ventiquattro anni, quando riesce a lasciare il natìo borgo selvaggio la dura esperienza dell'alta società italiana: prima Firenze, poi Napoli dove viene prima celebrato, poi criticato e emarginato. Il bravissimo il regista Mario Martone che racconta anche il lato umano e meno conosciuto del poeta de L’Infinito , riuscendo a rimanere fedele alla sua opera . 
 
 
 
 
Infatti La produzione ha avuto l'autorizzazione degli eredi a girare in Casa Leopardi e in luoghi simboli come la sala dedicata allo studio e alla lettura in particolare la biblioteca dei Conti leopardi e quindi sui veri luoghi di famiglia . ILl film mostra il percorso di Leopardi insieme all'amico Ranieri (Michele Riondino), dopo aver lasciato Firenze l'arrivo a Napoli che è un colpo al cuore e un colpo di fulmine. Leopardi si innamora della gente dei quartieri popolari: degli scugnizzi, delle prostitute,
delle taverne, dei bicchieri di vino e dei taralli. Finché scoppia il colera e l'amico Ranieri lo trascina a Torre Annunziata ai piedi del Vesuvio dove scrive La ginestra, la lunga poesia che racchiude il suo pensiero e con la quale si chiude il film. "La sfida era pronunciare quelle parole senza declamarle, dire quei versi portandoli nella carne, nella quotidianità - dice Germano - Ho cercato di non pensare di essere un attore che recita una poesia, ma di immaginare di essere la persona che li ha scritti. Mi sono immedesimato in un Leopardi che li stava rileggendo, li provava per vedere se funzionavano. La mia grande fortuna è stata che ho avuto un grande sceneggiatore. Ogni battuta che pronuncio nel film proviene dai suoi scritti: lettere, poesie o saggi. Una cosa folle per un attore al cinema, ma un grandissimo regalo".
Concludo    concordando con  quanto dice   quest''ottima recensione  di myomvies.it    : << [... ]   Il giovane favoloso è  << un film erudito sulla sensibilità postmoderna che ha collocato Leopardi fuori del suo tempo, origine della sua immortalità e causa della sua umana dannazione. Martone costruisce una grammatica filmica fatta di scansioni teatrali, citazioni letterarie e immagini evocative ai limiti del delirio, come sanno esserlo le parole della poesia leopardiana. All'interno di una costruzione classica si permette intuizioni d'autore, come l'urlo silenzioso di Giacomo davanti alle intimidazioni del padre e dello zio, o le visioni del poeta nella parte finale della vita. Il giovane favoloso "centra" in pieno la parabola di un artista che sapeva guardare oltre il confine "che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude". E ci invita a riconoscerci nel suo desiderio di infinito. >>


 
 

24.3.15

quando si dice morir contento La storia del soldato Stefanelli: il corpo trovato grazie a un articolo del Tirreno. Era in un ossario in Polonia, il fratello è riuscito a riportarlo a casa prima di morire

   da  http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/  del 17 \3\2015


Dino, dato per disperso ora ha una tomba a Volterra
La storia del soldato Stefanelli: il corpo trovato grazie a un articolo del Tirreno. Era in un ossario in Polonia, il fratello è riuscito a riportarlo a casa prima di morire di Rino Bucci







                                       Una foto di Dino Stefanelli prima della partenza per la guerra

VOLTERRA. La guerra che strappa un figlio ad una madre, il tempo che passa e non lascia speranza, un uomo che prima di morire realizza il suo ultimo desiderio e in una giornata d’ottobre seppellisce in patria il fratello. Sembra la trama di un bellissimo film, invece, è la parabola di una famiglia di Volterra che dopo circa settant’anni è riuscita a regalare un giusto finale ad una vicenda drammatica.
Dino Stefanelli aveva venti anni quando morì, forse di stenti magari di malattia, nel campo di concentramento tedesco di Drewitz. Di lì a qualche mese i russi avrebbero liberato quella nazione flagellata dalla guerra e i prigionieri nei campi di concentramento.
A Drewitz, Dino Stefanelli era arrivato da prigioniero militare. Classe 1923, aveva lasciato la madre Maria Pietrosi, il padre Luigi e il fratello Gino a Volterra. Si era vestito da soldato semplice e non aveva più fatto ritorno sul Colle. Morto il 16 febbraio 1943 e dato, in un primo momento, per disperso.
«La lettera arrivò a mia nonna - racconta la nipote Ortensia Stefanelli, 52 anni e residente a Montopoli - alla vigili di Pasqua del 1943. Fece sprofondare mia nonna nello sconforto». La donna, per tutta la vita, ha custodito insieme al ricordo del figlio maggiore partito in guerra anche un piccolo altare con la sua foto. «Spesso pregava davanti a quell’altarino. E anche mio padre ha sempre cercato e mai abbandonato il ricordo di mio zio», racconta Ortensia.
Ufficialmente, Dino è rimasto negli elenchi degli scomparsi per diversi anni. Non a caso la sua foto si trova ancora a Volterra nel milite ignoto di porta a Selci. «Diversi anni fa, ero una bambina - continua Ortensia - arrivò una lettera col timbro dello Stato dove si metteva definitivamente un punto alle ambiguità». E lo status di Dino Stefanelli passò da disperso a deceduto in guerra. In realtà, per la famiglia fu una formalità anche se rimase forte il desiderio di riportare la salma a casa.
«La svolta è arrivata qualche anno fa - racconta Ortensia - proprio sul Tirreno leggemmo del database “Dimenticati dalla Stato” e ci mettemmo in contatto con il suo ideatore Roberto Zamboni. Grazie al suo aiuto siamo riusciti a rintracciare il luogo di sepoltura di mio zio. Era in un ossario vicino Varsavia. Mio padre era entusiasta».
I contatti con il ministero della Difesa per il rimpatrio dei resti di Dino Stefanelli sono iniziati nel febbraio del 2014. «L’unico ostacolo - racconta la donna - era la sepoltura. Dovevamo verificare se mio zio fosse stato sepolto in un ossario comune e da solo. Quando abbiamo scoperto che i suoi resti non erano in un ossario comune abbiamoattivato tutte le procedure per riprendercelo e riportarlo in Italia a spese nostre».
Il 17 ottobre scorso all’aeroporto di Bologna è atterrato un volo da Varsavia con le spoglie del soldato volterranno morto 70 prima in Polonia. In prima fila, c’era Gino il fratello più giovane di quattro anni, i suoi figli Ortensia e David insieme ad altri partenti.
«Dopo qualche giorno abbiamo seppellito mio zio a casa sua, a Volterra - racconta Ortensia - insieme agli amministratori e ad un prete che ci hanno accolti. E’ stato un momento bellissimo, una giornata da ricordare e che ci ha uniti». Dopo due mesi, Gino il fratello minore di quel soldato si è addormentato per sempre, con la leggerezza nel cuore di aver riportato a casa quel parente che conobbe per soli venti anni.


non sempre si riesce a riportare tutto soprattutto quiando nessuno\a ti aiuta

 da quando  sono passato da  splinder  a  blogger  il  blog   collettivo  \  multi autore   langue  ed   a scrivere   sono  solo  io   e ogni tanto   una vecchia  utente  di splinder o  blogggeriana  chi   di voi    volesse   scrivere   da me    lo faccia sapere  o in  privato  redbeppe@gmail.com   su.whatsapp. 3286849962  . Infatti  non riesco  , da  solo  ( i comoagni di viaggio  che scrivono  latitano  ) a stare  dietro a tutte le storie  belle  e curiose  che   che circolano sul  web  e    che  i media  ufficiali relegano  in ultima pagina  o  ltime  news  salvo che non  abbiamo  la  forza  di suscitare   interesse morboso   nellla gente  . Comunque   chi è interessato  a   tali post  ne  ritrova  molte  nela mia bacheca  di facebook  o  di twitter

ahi l'amore compra l'anello di fidanzamento per lei lei lo tradisce e lui lo rivende via web ., l'amore ( ? ) scocca al semaforo

 

 

"Era per una ragazza seria
che si è rivelata una b..."
il testo dell'annuncio


In mezzo ai tanti annunci del gruppo Facebook "Il mercatino messinese" è comparso anche quello di un utente che recitava: "Vendesi trilogy causa regalo fatto a ragazza seria rivelatasi gran bagascia, valuto offerte", abbinato a una foto dell'anello. Il post ha suscitato grande curiosità sul web, ed è stato condiviso centinaia di volte; a raccontare la storia di quella tentata vendita è Selvaggia Lucarelli che nel suo profilo ha spiegato: "Prima che attacchiate lui, è bene che sappiate che lei, dopo averlo cornificato con due amici, gli ha chiesto indietro un integratore da 5 euro!".











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"Ragazza con bici nera ti cerco"
L'amore scocca fermi al semaforo.Salutista)

"Ragazza con bici nera ti cerco" L'amore scocca fermi al semaforo                                       IL cartello in via Massarenti
Lui in motocicletta si ferma al semaforo accanto a una ragazza con una bici nera e l'amore scocca. Al verde però lei scompare. Ecco cosa si è inventato un bolognese per ritrovare la giovane.
È successo in via Massarenti a Bologna, così come riporta La Repubblica.it: pochi secondi al semaforo e scocca l'amore. Il ragazzo in moto però la perde di vista così, per ritrovarla, decide di affiggere un cartello all'angolo, galeotto, di quella strada: "Ragazza bici nera, ti cerco. Ragazzo vespa rossa innamorato!! Incontrati al semaforo il 19 marzo alle 18.20", con tanto di indirizzo email. Il messaggio sta facendo il giro del web.

E' stato poco vispo e per nulla intraprendente. Oramai ha perso il treno. Le bici nere.............saranno milioni !!!!!!!!!

l'europa sta diventando come gli ultimi anni dell'impero romano non produce quasi più e\o vende le sue industrie alla cina ovvero Prede e predatori nel nuovo capitalismo

  a dirlo non  sono  io  o i "  comunisti no global  "  ma  Il Sole 24 ORE  <<   un quotidiano economico italiano. È il secondo quotidiano italiano per diffusione totale (cartacea + digitale) dopo il «Corriere della Sera»[2]. >>( dalla voce il sole 24 ore di wikipedia   )        quotidiano    di proprietà    della   Confindustria
           
    
La vicenda Pirelli ha un valore paradigmatico. La sua acquisizione da parte di Chem China rappresenta la definitiva uscita dal Novecento industriale italiano. E l'ingresso nelle nuove mappe di un capitalismo globalizzato in cui Europa e Cina si affrontano con durezza.
L'operazione sancisce la fine di un secolo lungo segnato per il nostro Paese dalla capacità di essere uomini di fabbrica e da una spinta all'internazionalizzazione che hanno sempre dovuto fare i conti con un capitalismo familiare interessato al controllo dell'impresa e dotato di minori capitali rispetto ai concorrenti stranieri. Un profilo, dunque, molto italiano. Ma l'operazione di Chem China su Pirelli è anche l'ulteriore prova del nuovo confronto fra grandi aggregati politico-territoriali, in cui il nuovo soggetto forte della globalizzazione – la Cina – sceglie di assimilare pezzi tecnologici e manifatturieri occidentali, secondo scelte di politiche industriali a cui invece l'Unione Europea – lacerata da micro politiche nazionali - non riesce a replicare. Qualcosa che, dunque, riguarda tutta l'Europa. «Questo episodio – riflette Franco Amatori, decano degli storici economici della Università Bocconi – si iscrive in una vicenda di lungo periodo in cui la spinta a crescere sui mercati esteri, essenziale fin dagli anni Cinquanta vista la piccola dimensione del mercato italiano, ha sempre avuto un freno in due caratteristiche del nostro capitalismo nazionale: l'ansia di controllo della famiglia fondatrice sull'impresa e i mezzi finanziari inferiori alle ambizioni». Franco Amatori, che ha avuto modo di raccogliere la testimonianza di Leopoldo Pirelli poco prima della sua scomparsa otto anni fa e che poi ha avuto accesso al suo archivio, ricorda il passaggio a vuoto del 1971. Allora si arrivò a pochi centimetri dalla fusione fra Pirelli e Dunlop. In quel passaggio storico Michelin aveva il predominio commerciale e tecnologico. L'operazione Pirelli-Dunlop aveva una significativa ragione industriale: i prodotti erano complementari. Ma Dunlop aveva un azionariato diffuso.
Era una public company. «Leopoldo – rammenta Amatori – non se la sentì di vedere la sua quota diluita in una nuova impresa in cui avrebbe faticato non a comandare, ma anche solo a determinare l'indirizzo strategico». C'è la questione del desiderio del controllo. E c'è il tema dei soldi. Ai Pirelli e alla Pirelli degli anni Settanta e Ottanta - «assolutamente centrali nel sistema di Mediobanca», secondo Giandomenico Piluso, docente di Storia di impresa all'Università di Siena - non si attaglia il giudizio severo che, su quel mondo ormai prossimo all'autunno, avrebbe formulato nel 1991 Napoleone Colajanni nel saggio pubblicato da Sperling & Kupfer “Il capitalismo senza capitale”. Ma, di certo, Leopoldo comprese la differenza delle regole e delle misure in gioco quando nel 1988 provò ad acquisire negli Stati Uniti la Firestone. Un mondo – fra Akron in Ohio, Chicago e Wall Street – in cui non valeva la frase di Enrico Cuccia «le azioni si pesano, non si contano». Il tentativo di scalata fallì per l'offerta dei giapponesi di Bridgestone, di gran lunga migliore sotto il profilo finanziario. Il tema della capacità finanziaria al servizio dell'espansione internazionale – cruciale in ogni periodo storico, anche quando i mercati erano più chiusi come negli anni Ottanta – rappresenta una continuità di lungo periodo per la Pirelli, che in questo appare davvero paradigmatica della fisiologia del nostro capitalismo. Fra il 1990 e il 1991 l'impresa italiana imposta una scalata alla Continental.
Una operazione che non ha una origine ostile. «Dopo una fase iniziale positiva – sottolinea Amatori – i negoziati prendono una brutta piega non soltanto quando Pirelli mostra di volere comandare non rispettando il principio di condivisione del potere proprio del capitalismo renano, ma soprattutto quando la proposta finanziaria viene formulata parte in denaro e parte conferendo la Pth, la holding quotata ad Amsterdam che racchiudeva delle attività internazionali. A quel punto, il sistema tedesco, formato in particolare da Deutsche Bank, da Volkswagen e da Bmw, dice no». Nella continuità di lungo periodo, gli anni Novanta e gli anni Duemila sono stati segnati sul piano micro dalla leadership familiare e societaria di Marco Tronchetti Provera che, nonostante il vulnus rappresentato dall'investimento in Telecom Italia, ha perversato in Pirelli nella strategia di risanamento e di sviluppo, di razionalizzazione delle procedure e dei processi interni e di internazionalizzazione. Questa consistenza industriale ha fatto il paio con il binomio formato dal controllo della società attraverso catene societarie e dalla ricerca di investitori in grado di apportare, appunto, nuovi capitali.
Una ricerca di nuovi capitali, all'interno delle ragioni e degli interessi sia della famiglia che dell'impresa, che alla fine ha appunto portato all'arrivo dei cinesi. Invece, sul piano macro, nella dialettica fra particolare e generale fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta in Europa è successo qualcosa i cui effetti perdurano ancora oggi. E che mostrano le cause dell'assenza di una risposta sistemica europea – di qualunque genere, beninteso - di fronte a una Cina che procede, rispettando le regole del mercato, come un cingolato, in questo come in altri casi. Fra il 1985 e il 1994 Jacques Delors da presidente della Commissione Europea prospettò la necessità di politiche industriali comunitarie. «Il suo consigliere Alexis Jacquemin – nota Franco Mosconi, docente di Economia industriale all'Università di Parma – dimostrò che era necessario abbandonare politiche industriali difensive su base nazionale. I singoli Stati preferirono, invece, procedere in autonomia. Il risultato è che, oggi, manca una politica industriale comunitaria, all'interno della quale si muovano i grandi gruppi industriali come Pirelli, che non sono italiani, ma europei». Che non erano italiani, ma europei, viene da dire. Dato che, ora, sono cinesi. «Pirelli doveva crescere. Aveva bisogno di capitale nuovo, per aprire per esempio un mercato come quello cinese che, fra il 2020 e il 2025, varrà quanto quello europeo», afferma Roberto Crapelli, amministratore delegato di Roland Berger Italia. Che aggiunge: «Non ha più senso parlare di Paesi. Ormai il confronto è fra piattaforme produttive di grandi dimensioni, soprattutto alla luce delle nuove tecnologie Industry 4.0. Dunque, anche le policy devono misurarsi su queste scale. I cinesi si muovono con decisione. L'Europa non sempre sa che cosa vuole dalla sua identità manifatturiera». E se non lo sa l'Europa, figuriamoci l'Italia.

a volte l'invenzione ti salava la vita . veterinario s'nventa una protesi e ricostruisce il becco dilaniato da una volpe ad un oca che difendeva ila siua comunità

BONASCOLA. Un'oca con un becco di rame: è stato questo lo strano ospite degli studenti di alcune classi dell'istituto comprensivo Fossola Gentili, che qualche giorno fa hanno accolto nella palestra della scuola "A. Dazzi" il veterinario toscano Alberto Briganti e la sua oca prodigio, denominata appunto "Becco di rame" in seguito all'installazione di una vera e propria protesi in metallo che le consente di utilizzare il becco e di nutrirsi dopo un incidente che l'ha vista protagonista poco più di un anno fa.
 
 
"Becco di rame", la favola per bambini tratta dalla vera storia di quest'oca, scritta dallo stesso medico, che ha effettuato questo singolare intervento, narra la vicenda di un animale da cortile come tanti, reso famoso dalla sua incredibile storia: dopo un'aggressione subita da parte di una volpe, che le era costato l'uso del becco, è stata salvata grazie a questa protesi, frutto del genio e dell'impegno del dottor Briganti, che da quando ha ottenuto questo successo veterinario, sta girando l'Italia per mostrare a tutti la sua impresa e per insegnare a grandi e piccini cosa significa accettare le diversità degli altri, oltre che amare gli animali, tutti gli animali, senza distinzioni: «Quando mi sono trovato davanti quest'animale - ha detto Briganti ai bambini - non ho pensato neanche per un istante che si trattava di un animale semplice, come ne avevo visti a migliaia nella mia vita: per me quello che contava era consentirgli di continuare a vivere, e ho effettuato l'intervento con questo unico scopo. Riuscire in un'impresa di cui neanche io stesso potevo prevedere l'esito, e salvare una vita, mi ha reso molto soddisfatto, come medico e come uomo».

22.3.15

giornata di primavera Fai 2015 a tempio pausania visita dell'ex carcere la rotonda

Ieri  equinozio di primavera  sono andato  (  molti diranno embeh sai che sforzo  è   a pochi passi da casa  tua , ci passi tutti i giorni  sa  che  novità ,  ecc. ma   tali commenti  ignoranti e  malevoli mi scivolanom via   ed  non mi fanno più ne' caldo nè  freddo  )




a  vedere l'ex carcere  ( la rotonda  come viene chiamato  in paese  )  di tempio pausania   per  la giornata  di primavera  organizzata  ogni anno  dal Fai  (  fondo ambiente italiano  )  .
Essa  è   carcere  della  secnda metà  1800 . L'unico  , se  non ricordo male  , rimnasto in sardegna    dopo  la demolizione    del  secolo scorso del vecchio carcere di nuoro ,  con  tipologia   a pianta  circolare con cortile interno  .


foto di  Vittorio Ruggero

per  gentile concessione  di Franco pampiro presidente
dell'associazione culturale la sardegna  vista  da  vicino
Non era  sol una  semplice   visista  , ma c'erano anche  esposte  foto  e   lavori artistici  di   ragazzi dell'accademia di  belle  areti di Sassario e del ragazzi  (  che facevano insieme  ai loro professori    da guide   e da " intrattenitori  "    rapressentavano  (  come potete  vedere dalla   foto sotto   scattata     dal sottoscritto )  in maniera teatrale  ed artistica    come  dovette essere  ol carcere   per  chi ci stava dentro  )   del  liceo artistioc cittadino  .  L'apertura  al pubblico della "Rotonda" è stata una grande occasione per vedere uno di quei luoghi che non capita tutti i giorni di visitare anche  è in pieno centro cittadino  .
La folla quasi festante durante la visita non contribuiva a creare l'atmosfera ideale per immergersi in questi ambienti con la giusta concentrazione e quasi si dimenticava che fra quelle mura sino a poco tempo fa hanno dimorato vite che, nonostante cadute nell'errore, erano pur sempre uomini  con tutto il collorario di storie  e  di annedoti    come quella   di un infermiera  richiusa  per   48  ore   per  falsa  trestimonianza  che  con vergogna    si è ritrovata   ad essere  servità  della colazione   da   un parente  guardia  carceri   . 





Ora Analizzando gli scatti fatti all'ex carcere della "Rotonda"  postati sul  gruppo di  Associazione   culturalòe la sardegna  vista  da  vicino   ho apprezzato molti lavori che trasmettono buona capacità d'osservazione e riflessioni profonde sul luogo oggetto delle foto.
Non era facile realizzare buone fotografie sia per la confusione della folla




                        le  altre  el trovate   qui sul   mio profilo  facebook 

 sia per le condizioni di luce non sempre ideali come dimostrano  anche   le foto del sottoscritto

21.3.15

illegalità dei poveri diavoli ( quando per dare una vita dignitosa il casso di Luca Claudio evasore per pagare gli stipendi ai dipendenti ) e quella del potere ( che ti va scontare due volte la stessa pena )



Iniziamo , come quando dobbiamo dare due notizie e chiediamo al nostro interlocutore vuoi prima quella buona o quella cattiva ? , da quella buona la storia di Luca Claudio





                                             Luca Claudio, sindaco di Abano Terme


Ad Abano Terme, in provincia di Padova, l'attuale primocittadino Luca Claudio a processo per evasione fiscale: in qualità di ex legale rappresentante dell’hotel Caesar aveva omesso di versare entro i termini previsti ritenute relative a stipendi pagati nel 2006 per 253.218 euro.
La gestione dell’hotel Caesar porta ancora guai al sindaco di Abano, Luca Claudio. Ieri in tribunale c’erano due processi che lo riguardavano, sostanzialmente identici. Il primo è stato rinviato al prossimo 2 luglio e vede Claudio, in qualità di legale rappresentante dell’hotel Caesar Terme srl di Montegrotto, accusato di aver omesso di versare entro i termini previsti ritenute alla fonte relative a stipendi pagati nell’anno di imposta 2006 per 253.218 euro. Reato accertato il primo ottobre 2007. Claudio si era opposto a un decreto penale di condanna di 5.130 euro e l’Agenzia delle Entrate figurava come parte offesa. Il rinvio a luglio non è causale: in quella data il reato sarà prescritto.
L’altra imputazione è identica, ma riguarda gli emolumenti pagati nell’anno di imposta 2007 ed è stata accertata nel maggio 2008. Leggermente diverso l’importo, 260.920 mila euro e cambia pure la denominazione della società: “Fallimento Hotel Caesar terme srl Unip”. La situazione era precipitata e l’Hotel Caesar, un quattro stelle, chiuse i battenti mentre l’Enpam (ente proprietario dell'immobile) sfrattò per morosità la società gestita da Claudio. Il 4 dicembre 2008 il tribunale dichiara il fallimento della società Caesar, già fortemente indebitata quando Luca Claudio aveva accettato la sfida di diventarne amministratore. Questo secondo processo è stato rinviato al 5 novembre per la discussione, la prescrizione qui arriverà il prossimo anno.
«Già molte sentenze in Italia stanno dando ragione al mio comportamento di allora» sottolinea Luca Claudio «Se un imprenditore non ha i soldi per pagare le tassazioni a scapito degli stipendi dei propri dipendenti, può non pagarle. Purtroppo forse la sto pagando perché sono stato il primo a farlo. Ma sono fiducioso nella giustizia e nella interpretazione contemporanea di questi fatti».
Nel maggio 2012 il primo cittadino era stato condannato a quattro mesi di reclusione (con la sospensione condizionale della pena) per aver evaso le imposte sul reddito e l'Iva, non versando 169.892 euro (stipendi 2005, contestazione del 2006). La difesa di Claudio fu la medesima anche allora: «Avevo accettato di diventare amministratore dell'Hotel Caesar perché da sindaco (all'epoca dei fatti era primo cittadino a Montegrotto, ndr) volevo valorizzare il territorio. Non c’erano più soldi in cassa e, a quel punto, ho deciso di pagare gli stipendi dei lavoratori piuttosto che le tasse».


L a secionda 

si sente l'aria della primavera ma intato la primavera tarda ad arrivare

  musica  consigliata

Anche se oggi piove e c'è un vento di ... e il sole va e viene già si respira l'aria di primavera


Peccato che non sia anche culturalmente e politicamente ( da non confondere con politka cioè quella delle caste e dei ladri \ corrotti ) ed in tanto

o   l'italia  ed  il mondo   continuano  il loro declino  inesorabile verso l'autodistruzione  .

Nasodoble, "Cazz boh" è la rabbia dei sardi



Per chi la guarda dal "continente", la Sardegna è terra di mari incontaminati ("Sardegna, performance quasi perfetta", titola il rapporto 2014 di Goletta Verde) e costruzioni millenarie, ma per i sardi il rapporto col continente non è sempre indolore. "Cazz boh" è il nuovo video dei sassaresi Nasodoble, "una canzone condita di riso sardonico che mette a fuoco il disastro politico, sociale, mafioso, militare e industriale della Sardegna degli anni zero", racconta Alessandro Carta, autore e cantante del brano. Al video prendono parte alcuni tra gli artisti più amati dell'isola: Ilaria Porceddu, pianista e interprete, già protagonista nella primissima edizione di X Factor e al Festival di Sanremo 2013, il rocker Joe Perrino, leader di Joe Perrino & the Mellowtones e dell'Elefante Bianco, Beppe Dettori, cantante dei Tazenda e Francesco Piu, chitarrista blues virtuoso. "Cazz boh" è un video ironico, divertente e inusuale anche nella tecnica con la quale è stato girato: un virato b/n con isolamento del colore su singoli oggetti: gli occhiali del cantante, le mutandone di un chitarrista dormiente, la camicia da notte della nonna o la bocca rossa e sensuale della cantante

Quando il make-up diventa uno strumento di empowerment femminile, la storia di Beatrice Gherardini

 Fin ora   credevo che il  trucco cioè il make  up femminile  (  ovviamente  non  sto  vietando  niente  ogni donna   è libera  di  fare  qu...