13.10.14

cari giornalisti finitela con il terrorismo mediatico la . la falsa news Ebola, a Roma scatta l'allarme virus Ricoverato un cittadino africano


spesso le agenzie e di conseguenza i giornali online e non chye si basano al 90 % su d'esse prendono cantonate . Infatti la notizia è già stata smentita.quest" uomo ha avuto una crisi epilettica.NON si tratta di Ebola e basta con questo terrorismo mediatico.L'articolo nn doveva esistere perchè nn c'è notizia. Per di più un titolo del genere specie in facebook e sui social dove la gente legge solo i titoli e condivide se non commnta con conati e malpancismi al limite estremo fra xenofobia e razzismo ( ovviamente senza generalizzare ) senza leggere l'articolo un titolo è assolutamente fuorviante .
Ma fortunatamente stavolta , come si puo' notare aprendoil post che porta all'articolo del giornale in questione , lo svarione è stato corretto . Infatti



Allerta durante un'udienza in tribunale. Il giudice dispone il ricovero. Paura anche a Roma, dove un caso di epilessia ha fatto scattare le procedure d'emergenza.

Un cittadino di origine ghanese, imputato a Milano in un processo per direttissima, si è sentito male e ha iniziato a sputare sangue. Per questo il giudice ha deciso di disporre il ricovero per accertamenti all'ospedale Sacco, presidio per l'emergenza nel capoluogo lombardo per i sospetti casi di virus Ebola. L'aula del Palazzo di Giustizia dove è avvenuto il fatto è stata contemporaneamente chiusa per controlli da parte delle autorità sanitarie. Sulla porta è stato affisso un cartello con la scritta: "Inagibile - Non accedere". I test medici, però, avrebbero escluso il contagio. Il paziente viene comunque tenuto ricoverato per accertamenti sul malore che lo ha colpito.
FALSO ALLARME A ROMA - Sempre oggi un altro campanello d'allarme era scattato nell'Ufficio immigrazione della Questura di Roma, dove un cittadino africano ha accusato improvvisamente un malore. Sul posto è intervenuto il personale del 118 che ha trasportato l'uomo all'ospedale Umberto I per accertamenti. In seguito ai controlli, i portavoce sanitari hanno però dato il cessato allarme: secondo le prime informazioni l'immigrato avrebbe avuto un semplice attacco di epilessia. "Aveva convulsioni, febbre alta, perdeva sangue dal naso a fiotti e si è accasciato improvvisamente al suolo", spiega il segretario generale del Siulp Saturno Carbone riportando i racconti dei suoi colleghi dell'Ufficio Immigrazione della Capitale. Di qui il sospetto che potesse trattarsi di Ebola., allarme poi fortunatamente rientrato.
Lunedì 13 ottobre 2014 15:11

12.10.14

la sardegna non è solo paolo fresu o enzo favata . Logrind: Da Oristano il rock made in Italy che fa la differenza

la sardegna   non è  solo  Maria  Carta  , Sandro  Fresi  , Piero Marras  ,  Paolo Fresu o Enzo Favata ,  solo per  citare  i primi  che mi vengono in mente . Ma    


Fra  questi nuovi  gruppi    della  nuove leve   ci sono   Oppure (  vedere  sotto  la   nota  stampa \ recensione  dell'amica     \  compagna di strada   Eleonora Casula ) i logrind un gruppo  Oristanese

Essi    a  mio avviso  almeno da quei pezzzi che  ho  avuto modo  d'ascoltare   online ( vedere  url  sotto  )   che promettono  bene , infatti  stanno   riscuotendo  ottimi critiche    da specialisti  e  dei media   ecco uno Da Oristano parte il viaggio musicale dei Logrind, una band rock/pop italiana, quattro giovani una sola passione: la musica pop ed il rock americano anni 90. 
Andrea Carmelita alla voce,  Sharmel, Gianluca Macis  alla Chitarra,  L.Macys, Alessandro Dalla Palma alla Chitarra ,  Dallas, Fabrizio Foglia, Batteria , Fabrice e Omar Lampis al Basso  O.Jay, un caldo mix sardo molisano, che si mette  in gioco. 
Il proprio ambiente non basta per chi è giovane ed ama la musica; è necessario uscire e, sognando un po,' si arriva a superare i confini nazionali esportando il “Rock made in Italy”. 
Tra aspettative e duro lavoro in studio e sul palchi dell'Isola e non solo,  i Logrind sono immediatamente apprezzati dal Contest Heineken Jammin’ Festival e da Mondo Ichnusa. I brani composti e suonati dal gruppo si “piazzano bene”: svettano in cima alle classifiche ascolti in poco tempo, i riconoscimenti arrivano da migliaia di utenti della rete e non solo. 
L'energia data dai risultati positivi porta i Logrind a partecipare alla tappa milanese del TMF (Tour Music Fest) dove ottengono “ un’ottima critica artistica da parte  degli addetti ai lavori.”  
A luglio 2014 esce  FIRED,  il primo EP della band made in Oristano. Fired è disponibile sui migliori digital stores ed in cd.  Interamente  creato e prodotto dai Logrind con il mastering analogico di Filippo Strang del VDSS Studio di Morolo – Frosinone, l’extended play  è composto da cinque tracce con una durata di 20 minuti di Rock/Pop. 
I Logrind sono determinati e così, qualche giorno fa, ennesimo goal:  la band conquista  il primo posto al concorso regionale “Radio Contea”  svolto in Sardegna e dedicato agli artisti emergenti. Ulteriore conferma della spiccata attitudine dei Logrind  per il live. 
Piccoli e grandi successi proseguono, i Logrind vengono apprezzati negli Stati Uniti dove alcuni artisti seguono con attenzione la band oristanese presente anche sul sito americano Reverbnation. 
Al  sogno segue la realtà: il singolo “Waiting for your call” dei Logrind è attualmente in rotazione su numerose radio FM regionali italiane e in diversi network europei. 
Altro da dire? Sicuramente tanto tantissimo ma lo faranno i Logrind stessi. 
Per ora continuiamo a seguirli e perchè no a dar loro sostegno al concorso online Redbull Tour Bus Chiavi in manoIl brano è  votabile dagli utenti fino al 17 Novembre 2014. 
Una band con un percorso musicale tutto vissuto e tutto da vivere, una band che continuerà a far parlare di sé: mentre scriviamo questa nota in quasi tutte le region di Italia passa il single, ascoltabile nelle maggiori radio fm regionali e diversi network europei. 
Perchè con Logrind il rock made in Italy è differente.  ma  peccato  che  abbiano deciso   di farsi conoscere  usando  solo l'inglese  . Con le loro  potenzialità  potrebbero dare l'esempio , e forse  portare  ad un movimento , le premesse  e e basi ci sono  capace ( come quello  che  fu il rock progressive italiano ) di svecchiare completamente come sta facendo il rap e l'hip hop la musica italiana che ha ripreso dopo al parentesi 60\80 a essere solo fior e cuore \ amore  e menate  simili , salvo poche eccezioni  del mondo  indie    che purtroppo non riesce ad  emergere  dal suo ruolo di  nicchia  , ma canzone fu cosi profetica  ,   in giro  da   Renzo Arbore con questa  canzone  


 Ma   è  ed   questo  che mi piace  di loro  l'umiltà e la modestia  . Infatti  <<  Non siamo una band che nasce con l’aspirazione e/o presunzione di svecchiare la musica italiana. 
. Per le  altre recensioni  , pezzi  , ecc   ecco dove  cercare  


LINE UP

Andrea Carmelita – Voce (Nome d’arte Sharmel)
Gianluca Macis – Chitarra (Nome d’arte L.Macys)
Alessandro Dalla Palma – Chitarra (Nome d’arte Dallas)
Fabrizio Foglia – Batteria (Nome d’arte Fabrice)
Omar Lampis – Basso (Nome d’arte O.Jay)

Siti

Contatti: booking@logrind.com – logrindmusic@gmail.com Tel. +39 347 5095698

Contatti con stampa e media:

Eleonora Casula
3397916117
eleonora@webjournalist.eu
Linkedin: Eleonora Casula




In virtù'  dei loro  pezzi  e    delle ottime recensioni  che  si leggono in rete   ho deciso  d'intervistarli

nella vostra bio : << Scelgono di esprimersi in lingua inglese per dare una dimensione internazionale alla propria musica, scelta dettata dal sound moderno a metà strada tra il Brit Pop e il Rock americano degli anni ’90, ma anche dal forte desiderio di varcare i confini regionali-nazionali per mettersi in gioco innanzi a realtà artistiche importanti ed esportare il Rock “Made in Italy”.>> non è che vi  siete , con il rischio di bruciarvi ( toccando ferro e facendo gesti apotropaici ) parti troppo in fretta a livello internazionale senza fare una gavetta in italia o tentare di svecchiare la musica italiana come fecero i gruppi ( pfm , banco del mutuo soccorso , ecc ) del rock progressivo italiano ? come mai questa scelta ? 
 La scelta della lingua inglese è dovuta alla musicalità della lingua stessa. Probabilmente ciò è dovuto
alla minore presenza di nessi consonantici e “suoni duri” rispetto all’italiano  che la rendono
maggiormente malleabile. E’ una scelta dettata dalla resa melodica complessiva, ma anche dalla
mia personale passione per le lingue estere.Non siamo una band che nasce con l’aspirazione e/o presunzione di svecchiare la musica italiana.
Hai fatto giustamente riferimento a capisaldi del prog italiano, tuttavia erano altri anni, noi siamo 
una band rock/pop del 2014 laddove le condizioni sociali si sono ribaltate, il music business pure e 
la “partita” si gioca a viso aperto nel mondo social con il quale è meno arduo rispetto al passato 
raggiungere un pubblico multiculturale, benché la qualità di molte bands  emergenti e dunque la 
concorrenza sia di altissimo livello.Essere sognatori è una qualità indispensabile per un musicista, pertanto non credo che il desiderio
di raggiungere certi obiettivi sia foriero di sventura o implichi la presunzione di voler evitare, o
sottrarci alla gavetta regionale e nazionale, cosa che peraltro stiamo facendo e vogliamo continuare
a fare con passione, dedizione e sacrificio. Ben vengano infatti clubs e manifestazioni che possano
ospitare i nostri concerti. Tuttavia spero che il contenuto della nostra biografia non dia adito a
fraintendimenti, l’umiltà è la prima delle qualità umane che si devono possedere in questo ambito.
Siamo persone umili ma determinate. [....]
Hai fatto giustamente riferimento a capisaldi del prog italiano, tuttavia erano altri anni, noi siamo
una band rock/pop del 2014 laddove le condizioni sociali si sono ribaltate, il music business pure e
la “partita” si gioca a viso aperto nel mondo social con il quale è meno arduo rispetto al passato
raggiungere un pubblico multiculturale, benché la qualità di molte bands emergenti e dunque la
concorrenza sia di altissimo livello.
In sintesi, non credo che il nostro modus operandi possa portare verso un’amara sconfitta. Anche
Mogol in una recente intervista, alla domanda: “Quali sono le possibilità di affermazione per un
giovane o per una band emergente?” ha risposto: “ Deve mettersi alla prova, sperimentarsi, crearsi
una cultura musicale e farsi conoscere. Formazione e promozione: le due parole d’ordine”.
 Ed è quello che stiamo facendo noi. Creiamo e suoniamo questi brani perché in questi ci
riconosciamo, ci appassionano e fare musica migliora la qualità della nostra esistenza, ci mettiamo
alla prova, sperimentiamo, inoltre ascoltiamo qualsiasi genere per accrescere la nostra cultura
musicale. Anche una semplice intervista presso una radio, un giornale e un ottimo blog come il tuo
credo possano instillare un certo grado di interesse verso la musica che facciamo, nel bene e nel
male.
cosa c'è oltre le vostra provenienza , di sardo e molisano nella vostra arte ?E’ vero, nella nostra arte non vi sono elementi folk, non ci sono tracce né di Sardegna né di Molise a
parte la provenienza geografica, ciò nonostante siamo fieri delle nostre radici.
a quando qualche pezzo in italiano ?
 Ti rivelo che esistono già alcuni singoli in italiano che potrebbero essere inseriti in qualche nostra futura pubblicazione,
ma che si possono già ascoltare ai nostri live.








la storia e' anche la gente non solo gli eventi [ perchè racconto storie ]

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Come  ho già detto  nel titolo  la  storia  è fatta  non solo di : date , eventi  , ideologie  \ pensieri  , ma  anche  dalla  gente  . Infatti :


 [--- ] La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere. E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia) quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare. Quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.[---] 
Ora  almeno all'inizio  credevo  bastasse  solo   questa  canzone  per spiegare\  rispondere alle  domande  che  mi vengono  , nonostante  le faq  ed i rispettivi aggiornamenti  (  a cui vi rimando  ) , continuamente  rivolte  . Ma  poi mi sono reso conto  che  è   da un bel  po'  a che non aggiorno  , dettagliatamente le  Faq . Ecco   che approfittando di questa  discussone    avvenuta nei commenti a  questo precedente  post  in cui riprendo la storia di un ragsazzo che entra ed esce dal carcere da 30 anni consecutivi o quasi  


 Alessio Meloni ha detto...
Che intervista inutile, chi ha scritto questo articolo il giorno dopo ha intervistato un missionario???!!!! Questo tizio arrestato 70 volte con quasi 30 anni di galera viene intervistato e gli dedicano una pagina nell'unione sarda. complimenti!!!!
05 ottobre 2014 01:40  

 Giuseppe Scano ha detto...
Caro Alessio Meloni perchè inutile ? ciascuno di noi nel bene e nel male ha una sua storia , bella o brutta che sia . Ed è giusto raccontarla . Ovviamente a 360 gradi , come mi sembra che sia stato fatto nell'articolo dell'unione . 
05 ottobre 2014 12:59  

di cui non ha  avuto repliche   . Evidentemente  o  non sa  cosa rispondere  o  gli va bene  la  mia risposta  .  

Ora   riporto   indirettamente  ( prendendole  dalla rete  )  o  direttamente  (  intervistando e facendo parlare  i protagonisti  come nel  caso  da  me  riportato precedentemente  di valentina loche  e  del suo blog http://millimetroemezzo.blogspot.it/ )    

PERCHÉ ORMAI SIAMO CIRCONDATI DA TUTTI I RACCONTIdi Giorgio Vasta 7 maggio 2013   da  www.minimaetmoralia.it/wp/recensione-immersi-nelle-storie-frank-rose/
[...] Immersi nelle storie. Il mestiere di raccontare nell’era di internet di Frank Rose (Codice Edizioni, traduzione di Antonello Guerrera) riflette su questo naturalissimo paradosso: com’è possibile che le storie – quelle che leggiamo, che guardiamo al cinema e in tv o che seguiamo (e contribuiamo a costruire) in rete – siano in grado di girare intorno alla nostra poltrona e collocarsi non solo alle nostre spalle ma tutt’intorno a noi?In effetti le storie non se ne stanno più al loro posto. Non le troviamo solo nei libri, sullo schermo, in un dvd o in un teatro. Non sono più oggetti che, consumati, riponiamo su uno scaffale, così come non sono più luoghi dai quali, conclusa la narrazione, possiamo andare via. In sostanza le storie non fanno più parte di un’esperienza separabile e perimetrabile. Come se dallo stato solido fossero passate prima a quello liquido, dilagando in ogni direzione, per divenire poi gassose, sostanze che un semplice respiro trasloca all’interno dei nostri corpi.Attraverso INCONTRI con registi (da James Cameron a David Lynch), creatori di serie tv (Damon Lindelof di Lost), ideatori e sviluppatori di videogame, Rose chiarisce un punto: se le storie sono ciò che ci nutre questo dipende dal fatto che tendiamo a leggere il mondo in relazione a un senso. Come in Cosmo di Gombrowicz, dove ogni fenomeno è percepito quale indizio di qualcos’altro, nel nostro quotidiano cerchiamo di non abbandonare nulla né al caso né al vuoto pretendendo invece che tutto ciò che c’è sia in grado di significare.[....]  È meglio spalancarsi all’ibridazione: scoprire che da sempre il legame tra realtà e finzione ha una natura meticcia. Ed è indispensabile ricordarsi che la ricostruzione del significato (o meglio la sua invenzione) procede per vie tortuose. Come il protagonista di Reality di Matteo Garrone anche noi penetriamo a forza nello spazio della finzione per contemplare sorridenti la stellata notturna del senso.


Ho fatto  mie  le tesi   di  Jack Zipes in  perchè abbiamo bisogno di storie. Ma  soprattutto perchè  << Miti, leggende, favole, filastrocche, ninnenanne, canzoni: sono tanti i modi di raccontare e di raccontarci. Il racconto accomuna tutti, piccoli e grandi, in ogni latitudine; si racconta sempre, a partire da quella che è stata la nostra giornata, riportando cosa ci è successo o qualcosa che si è visto o ascoltato.>>. Infatti i  ricordi  più beli che  ho di mio nonno  paterno  morto  che avevo appena  10 anni   sono  i suoi racconti   e e  sue  storie    alcuenvere  altre rimmaneggiate  come    quella  dello sceriffo di Bortigiadas. Ora  << Raccontare storie non è solo questione di parole, ma è anche mettere insieme immagini, musica, gesti, emozioni in una trama da cui viene fuori un tessuto che connette le persone tra loro e in cui ciascuno entra e trova il suo filo.>> sempre  secondo   www.multiversoweb.it/incontri/qui-capossela-2210/ <<  L’esperienza del racconto inizia da bambini, quando si entra in relazione con i tanti mondi della fantasia e dell’immaginazione. Spesso, gli artisti, alcuni più di altri, riescono a creare un contatto con il nostro immaginario attraverso le atmosfere e le vicende delle storie che raccontano. >>Tra questi artisti rientrano oltre A  Guccini  (   sia  dischi  che libri )  e  a  Luciano Ligabue  anche  <<  Vinicio Capossela che con il suo stile visionario e fiabesco, le sue ambientazioni ora malinconiche ora circensi, i suoi riferimenti alle più disparate storie popolari e intime è sicuramente uno dei più originali narratori del nostro tempo..  In un incontro con gli studenti universitari, Capossela ha ‘raccontato’ cosa sia per lui il racconto, come lui racconta e come si racconta in musica. >>  (  vedere  l'url  per  i  video  )  
 Come scelgo le  storie  ?  Semplice  non  ho  un criterio fisso o standard  , ma mi baso  sui sentimenti  e le  emozioni  che  esso mi danno  e  mi trasmettono  ,. Infatti posso essere  o  ai margini   dei media    e cioè usati come riempimento  televisivo o  cartaceo oppure  escluse  dai media  . Ed  a volte  e  il caso   recente  del blog  di valentina   ne  ho parlato precedentemente  qui  in questo post , quando  la storia  è incompleta(   leggi    articolo a pagamento  o tropo  breve  )  allora   faccio qualche intervista  . 
Ed  per  questo che mi sto appassionando   alla nuova collana della Bonelli intitolata  appunto le  storie  



9.10.14

non c'è solo l'omofobia ma c'è anche l'eterofobia[ reprise \ aggiornamento ]

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http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2014/10/non-ce-solo-lomofobia-ma-ce-anche.html

Il post precedente  ( vedere  url  sopra  )  ha  creato vespaio di polemiche ecco una email fra le  tante  che mi sono arrivate



Oggetto: ma  non eri gay
Data: Wed, 05 Oct 2014 06:01:55 -0700 (PDT)
da :**********@*******
A: redbeppe@gmail.com

Leggo che  rispetto  ai tuoi post  o meglio le   tue storie   sul mondo  \  universo Lgbt  ha cambiato idea  e  non sei come credevo un figlio della luna ed ha capito che  la canzone  di Povia  Luca  era gay  dice il vero

 eda queste voglio rispondere   e chiarire  il mio pensiero  rispetto  a  tali tematiche  .

N.b
ma stato gay



 da  1.43  a 3.00

e  poi  se  anche lo fossi  



  che ve  frega  l'importante   è  che  non v'inculi

questo  articolo   di http://www.fanpage.it  da me   condiviso  spero  valga  chiarirvi  da  che parte  sto

Un militare gay, ad esempio, ha scritto una lettera al Mattino che vi riproponiamo integralmente:
Sono un militare e sono gay, ho assistito come tutti alla manifestazione delle “Sentinelle in piedi”. Ebbene volevo dirle che sono indignato. Ho ventisette anni e un compagno.
Ripetere per l’ennesima volta che l’omosessualità non è una malattia mi sembra da stupidi, lo sanno anche i muri ormai.
Io ho giurato anni fa di difendere questa nazione dinanzi a una bandiera, e come me mille altri di noi (sia etero, sia gay, sia lesbiche). Mi sembra che giorno dopo giorno mi venga tolto quel poco di diritto che mi rimane.
Vivo male la mia omosessualità a causa di gente come le “sentinelle” a cui non auguro nulla di male, mai.
Vorrei prestargli, se me lo permette, le mie scarpe. A tutti questi meravigliosi individui con le candele ai piedi e i libri fra le mani, vorrei fargli provare il mio cammino, le mie sfide e la cosa più brutta di tutte, tenere nascosta una storia che di nascosto non dovrebbe avere nulla.
Mantenere nascosto un compagno, una vita, un amore. E dire bugie, quelle ormai sono semplici da inventare.
Soffrire in silenzio a lavoro perché se parli dopo vieni additato e mi creda non è bello. Eppure ti fai forza e speri che un domani le cose possano cambiare. Ecco, io vorrei solo un domani poter assistere il mio compagno, in salute e in malattia.
Non ho bisogno di un matrimonio in chiesa, vorrei solo che mi venga riconosciuto in tutto e per tutto il mio compagno, mio marito.
Oggi, nel duemilaquattordici la gente scende in piazza non “per noi” (che potremmo essere i loro figli, fratelli, nipoti, amici) ma “contro” di noi.
Tutto ciò mi fa tanto male, mi ricorda che siamo in un paese senza diritti.
In un paese dove i ragazzi come me, persone normalissime e con interessi, vengono “freddati” da atteggiamenti di questo genere che fanno male.
Più male di un pugno nello stomaco.
Più male di un calcio nei denti.
Silenziosi.
Perché questa cattiveria gratuita e silenziosa fa male al cuore, di chi come me crede sempre che il domani possa sorprenderci.
E invece, caro direttore, devo ricredermi.
Oggi, nel duemilaquattordici, mi sono sentito un po’ più solo.
Oggi, nel duemilaquattordici mi sono sentito diverso.

continua su: http://www.fanpage.it/io-militare-gay-indignato-e-offeso-dalle-sentinelle-in-piedi/#ixzz3Faajf6fG


se non bastasse  eccovi un sunto delle  mie posizioni
1)  matrimonio gay  se  lo loro religione  lo accetta  posso farlo anche  in chiesa  altrimenti in comune
2) adozione   da decidere caso per caso  come per le adozioni delle coppie etero  . L'importante   e che riceva un educazione sessuale  ed  all'affettività a  360 °   cioè non solo quella  gay  .
3) maternità  contrario  perchè è contro natura  . La maternità non è un gioco  . Ma  soprattutto  perchè porta al'utero in affitto  e allo sfruttamento  per  poter  partorire  ele  ragazze  e  e le done dei paesi poveri  .

8.10.14

intervista a Valentina Loche che Ha deciso di raccontare i nove mesi di gravidanza in un blog






Incuriosito da questo breve ( almeno sula pagina facebook del giornale poi  sul cartaceo non  saprei  ) trafiletto dell'unione sarda 2 ottobre 2014





Valentina Loche vuole "condividere con il web questa esperienza in una sorta di diario in cui scrivo direttamente alla creatura che porto in grembo, e che io e mio marito chiamiamo millimetroemezzo". Da qui il nome del blog Millimetroemezzo.
foto presa dal blog di Valentina 

ho deciso che : essendo single ed essendo uomo e quindi poco adatto \ capace di descrivere l'emozioni e le sensazioni del lungo viaggio che è la gravidanza ormai giunta quasi al termine di  farlo raccontare tramite intervista  alla diretta interessata  ( chiedo scusa per il ritardo , visto che il  blog  è attivo  da  8 mesi  ma ho scoperto solo ora questo toccante e sensibili blog femminile ) tramite una intervista con la diretta interessata anche se mediata ( ma è comprensibile visto le difficoltà che hanno le donne in gravidanza ) dalla gentilissima e disponibile , che sentitamente ringrazio, Eleonora Casula (ww.webjournalist.eu la sua " madrina web " 



Come mai tale scelta di tenere <> ( tua breve dichiarazione all'unione sarda) ?
Il web è pieno di informazioni tecniche sulla gravidanza, di consigli su cosa è meglio fare o non fare. Li leggi ma poi ti accorgi che ogni gravidanza è soggettiva. Io nella mia soggettività ho deciso di raccontarla dal punto di vista emozionale ed educativo. Sono una fan dell’educazione alle emozioni, non ho saputo resistere!
Come hanno preso le tue due famiglie e il tuo lui questa tua decisione?
I nonni di Millimetroemezzo sono ben felici di leggere questo diario. Mio marito Gianni mi ha assecondato fin dalle prime righe e mi ha seguito in questa avventura in tutto e per tutto.
Una lineetta che ti cambia la vita
Poi a un certo punto una piccola lineetta cambia la tua vita, i tuoi progetti, la tua prospettiva, il tuo modo di vedere le cose.
Una lineetta che segna una probabile gravidanza, una nuova vita che cresce dentro di te.
Un lineetta che segna l'inizio della splendida danza della natura.
E allora capisci che la vita è davvero magica, che la natura è straordinaria e ha deciso di farti questo splendido regalo che è quello di dare la vita.
Fin dal primo momento vivi in una dimensione sognante, immagini questo piccolo esserino di un Millimetroemezzo che nasce e cresce dentro di te, un Millimetroemezzo che dipende esclusivamente da te, un Millimetroemezzo che ti emoziona al solo pensiero di stringerlo tra le tue braccia.
Piano piano scopri tutta la gioia che può dare questa piccola creatura anche al solo annuncio del suo arrivo. Ti sbizzarrisci sul come dirlo, all’inizio con un po’ di difficoltà nel trovare le parole giuste e poi con un semplice “sono in dolce attesa” con un bel sorriso che t’illumina il viso. Ti danno gli auguri, ti abbracciano, si prendono cura di te in un modo incredibile, ti viziano.
E nel frattempo il pancino cresce, lo ammiri con orgoglio e felicità e lo accarezzi giorno dopo giorno. Provi un turbinio di emozioni, gli ormoni diventano ballerini e inizi ad abituarti a questa nuova vita che presto arriverà.
E allora succede che hai voglia di raccontare ciò che hai dentro, ciò che provi, ciò che immagini. Sai che non tutti potrebbero capire, è un’esperienza unica. Però allo stesso tempo hai voglia di gridare al mondo la tua felicità e di raccontare questa splendida avventura che è la danza della natura.
Io l’ho fatto: http://millimetroemezzo.blogspot.it/
E ogni giorno danzo con felicità:-)
Come ci si sente ad essere arrivati alla fine del viaggio della maternità\gravidanza ed ad iniziare quello genitoriale?
E’ una sensazione sempre più strana. Il momento di diventare mamma ormai si avvicina e lo vivo con serenità e curiosità. Zero paura del parto e tanta voglia di vedere come sarà la creatura e di tenerla tra le braccia. Credo che sarà una sensazione unica.
Come mai il nome Millimetroemezzo?
Quando io e Gianni abbiamo scoperto di aspettare un bambino l’embrione misurava un millimetroemezzo (la natura è veramente fantastica!). Da lì Gianni ha iniziato a chiamarlo così, a me è piaciuto subito, ridevo ogni volta che lo nominavamo. Quindi il nome del blog mi è venuto spontaneo.
Dagli esami fatti è un lui o una lei? 
Ahi ahi ahi… quindi non hai letto il blog? Dai ti do’ un aiutino per trovare il post giusto http://goo.gl/Mu0v7r
Oppure avete deciso di non volerlo sapere fino all'ultimo e lasciare che sia la natura a fare il suo corso?
No no, lo volevamo sapere fin da subito, poi la natura fa comunque il suo corso.
Il tuo blog finirà con la nascita della tua creatura o continuerà anche dopo?
Continuerà anche dopo, ho ancora un sacco di cose da comunicare, insegnarle e trasmetterle.
Ora dopo le domande sul tuo blog vorrei chiederti e togliermi alcune curiosità che mi sono venute leggendo i tuoi post manifesto.
Si vede che sei una pro life ed antiabortista, confermi o smentisci? Se dovesse essere confermata la prima cosa ne pensi dell'aborto?
Io sono per la vita, ma sono anche per il non giudizio. Ciascuno decide per sé e per la creatura che porta in grembo. Non si può giudicare senza trovarsi nella stessa identica situazione in quel preciso momento della vita con lo stesso contorno e con le stesse relazioni. Puntare il dito è facilissimo, scegliere non lo è per niente e talvolta si sceglie anche con sofferenza. Nessuno può mai sapere cosa prova una donna dentro di sé, nessuno.
Che ne pensi di ciò?



Avere un figlio è una grossa responsabilità e credo che al giorno d’oggi si possa scegliere il momento giusto per averlo. Sta a noi adulti informare, comunicare e educare i bambini e i ragazzi affinché possano diventare genitori nel momento in cui sono in grado di ricoprire questo ruolo. Non giudico questi ragazzi, ne i loro genitori. In questa società siamo tutti responsabili di tutti.

7.10.14

non c'è solo l'omofobia , ma c'è anche l'etero fobia


Comprendo e  non biasimo ,soprattutto  dopo le recenti contestazioni violente  alle  maifestazioni  delle "sentinelle  " cioè dela nuova  maggioranza  silenziosa ,  in parte  questo pensiero  che in parte sembra  corrispondere  l'articolo sopra   


E' vero, l'omofobia va ripudiata con ogni mezzo e su questo non ci piove.

Ma è anche tristemente vero che oramai viviamo nell'epoca dell'eterofobia: se urli al mondo di essere omossessuale sei da elogiare e da capire, se urli al mondo di essere ETERO sei aggredito e spesso etichettato come fascista, nazista, di destra, vile, ignorante e da sconfiggere.
Buffamente, infatti...gli anticonformisti si "conformano" alla lotta verso gli etero convinti.
Per dei particolari schemi mentali, poi, sembra quasi che il Rosso Politico sia percepito quale colore protettivo dei primi innescando altre dinamiche comportamentali che tralascio e che mi divertono come lo sfruttare di tale situazione per assorbire simpatie (voti) di questo o di quella.
Quindi, completo ed incondizionato rispetto verso gli Amici e le Amiche omosessuali, ma per Dio finiamola con l'epoca dell'eterofobia che fa concepire stati qui su face dai duplici significati e frecciatine variegate perchè la verità è che viviamo in una assurda società sempre più eterofoba dove quasi quasi l'etero si deve giustificare ! ‪#‎eccheccazzo‬

Infatti Capisco   il loro desiderio di  Libertà di non essere obbligati a subire il lavaggio del cervello secondo le teorie del gender e la morale del matrimonio gay. Libertà dall’obbligo di considerare come leggi ovvie, regole naturali e programmi dall’asilo all’università, i dogmi della religione dell’Arcigay. Cosi pure  quello  di  ricorre  all'utero in affitto  per  avere  una maternità  fisica   .
Meglio l'affido  o  l'adozione  .
Ma  allo stesso tempo  contesto : 1)   la  loro  insensata  presa  di posizione  di d'aggiungere  ala legge  mancino   anche  l'odio  contro i gay e  gli  lgtb  . Si può  fare  anche una critica  senza odio  è  evidente  che non sanno  farne   senza odio   2)   del rifiuto  dicono   di non essere  contro i gay e per  i diritti di  tutti e poi pretendono   e  vogliono imporre   che i rappresentanrti delle  comunità gay e  lgtb  insegnino educazione sessuale. Non  l'accetti  non\ sei d'accordo benissimo  ma   è a far  tuo perchè  devi discriminare  chi  vuole ascoltarlo  e\o nsegnarlo ?  .
Mi fermo  qui  perchè  chi mi segue  sa  come la penso  è  cioè come  quela madre  di un omosessuale  che ha scritto  a  una sentinella  ( VEDERE POST PRECEDENTE )







5.10.14

"Alla prima comunione del clan, la limousine di 12 metri e i fuochi d'artificio" L’anatema del parroco della Cattedrale di Bari: “Così offendono i riti sacramentali, ormai i boss hanno occupato le piazze”

>Questa storia  è dedicata   a  chi mi dice  che  sono miscredente   , e non rispetto  preti e  clero  . Io li  rispetto  benissimo  ,  però  allo stesso tempo da  parte loro  ci dev'essere   anche rispetto   e   comprensione   , non solo condanna   o  tanto meno   vedi il caso   degli inchini  alle  durante le precessioni alle  case  di  boss  ( o affiliati )  mafiosi . O  tariffari imposti per  i riti  come  riporto   sul mio facebook

Ora Non riuscendo  a trovare  , e  quando lo trovi nelle  varie rassegne  stampe  non è  copiabile  ,l'articolo  del nazionale  ,  su tale  storia  , ricorro  a  http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/10/03/

"Alla prima comunione del clan, la limousine di 12 metri e i fuochi d'artificio"
L’anatema del parroco della Cattedrale di Bari: “Così offendono i riti sacramentali, ormai i boss hanno occupato le piazze”di MARA CHIARELLI


Don Franco Lanzolla  
Una limousine lunga 12 metri per accompagnare il pargolo all'altare, splendido per la sua prima comunione. E poi, a celebrazione conclusa, i fuochi d'artificio per onorarlo. Non è un bimbo come tutti gli altri, non nel trattamento da boss. Ecco, appunto. Lui, che ha soli 10 anni, è il nipote di uno storico personaggio criminale di Bari vecchia, e qualche giorno fa sul sagrato della Cattedrale, la scena non poteva passare inosservata.
"La confessione, la prima comunione, non sono più considerati riti sacramentali, ma sociali. Proprio come è avvenuto domenica scorsa, con la limousine di 12 metri che lo aspettava fuori e i fuochi subito dopo ". A raccontarlo è don Franco Lanzolla, il parroco della Cattedrale, "il parroco di tutti", come lo hanno definito. Fermo, come sempre, nel suo denunciare quello che proprio non va, quello che si potrebbe e dovrebbe ancora fare.
"Non serve lavorare sul penale sostiene - dobbiamo occupare i territori. Perché loro, le organizzazioni criminali, sono un microsistema culturale che offre ai più giovani un progetto educativo, molto più appetibile ". Si riferisce ai ragazzi di
Bari vecchia, che oltre la Comunione non si riesce proprio più a tenere vicino, se non nelle attività creative delle associazioni, quelle che vanno incentivate, con passione. "Ci vuole un po' di pathos - ossia - di eros sociale".
Il fascino del sopruso, di chi beve birra e fuma spinelli, dei poteri forti che spadroneggiano, mentre la politica si assenta: "C'è bisogno di presidiare i luoghi del ceto povero, le piazze - invita - combattendo la malavita che ha occupato gli spazi antropologici, ha rubato un progetto educativo". Don Franco che lascia lo spazio della chiesa, lui e i suoi catechisti che scendono nei vicoli: "Ormai noi abbiamo l'oratorio di strada, non più quello della parrocchia, siamo un gruppo di cittadini che fa squadra".
Perché per colloquiare con chi ha bisogno di essere accompagnato, bisogna usare il suo stesso codice linguistico, entrare nel suo spazio, strappandolo alla mafia. "Sono convinto che non si risolve nulla nella repressione. Bisogna stare sul territorio, e tocca anche alle istituzioni farlo". Al contrario, secondo don Franco, il presidio della politica sul territorio vive dei vuoti di governo, ad esempio d'estate, quando "la classe dirigente va a Rosa Marina e a Parchitello, mentre nei quartieri popolari resta solo il ceto popolare che non si può permettere di andare in vacanza".
In quella direzione si muove l'antimafia sociale, che questa volta si appoggia sulla Chiesa e sulla scuola: "Una volta si parlava di prevenire, accompagnare, al quartiere Japigia si parlava di occupare il territorio. Lì dove i componenti dei clan vivono abusivamente in case popolari - denuncia don Franco - godendo di favori negati ad altri che ne avrebbero più diritto. Io mi chiedo: chi gliele dà, chi li autorizza? Non si può, a questo punto, non ipotizzare connivenze all'interno delle istituzioni, persone pagate per garantire ai malavitosi la prosecuzione di quei benefici, concessi loro in maniera illecita. I mafiosi hanno tutto, e per questo sono facili modelli per i giovani del ceto povero", quelli ai quali è stato tolto anche lo spazio per il gioco, l'aggregazione, il presente prima che il futuro.

4.10.14

il giorno di dolore che ciascuno ha . credere o non credere alle coincidenze

Ogni volta    che  trovo una canzone  o  un film per  descrivere  certe situazioni come quella  che trovate  sotto  mi pongo la  stessa  domanda del titolo  .

L'origine  di questa  mia  elucubrazione inutile  è  il  collegare  a questa  triste vicenda   dell'amica    facebookiana  


Oggi mio figlio ha compiuto trent'anni. Da qualche anno, undici per l'esattezza, questa data mi riporta alla mente dei ricordi che non riesco a scacciare. Era il 2003, appunto, e io stavo distesa sul letto dell'ospedale in procinto di iniziare il quarto ciclo della chemio. Era la prima parte, durava circa tre ore, ma quella mattina le mie vene avevano deciso di non collaborare. Le infermiere si alternavano, finalmente una di loro ha l'idea giusta: usare un ago sottile. Bene, si va, durerà il doppio del tempo ma si va. Pensavo a mio figlio, era il suo primo giorno all'università, che emozione! I due letti a fianco al mio vengono occupati da diverse persone, tutte con trattamenti di breve durata. Finalmente due visi conosciuti: una è una suorina, molto anziana, magrissima, benvoluta in tutto il reparto. L'altra è una mia ex collega, da tempo in pensione, che da qualche anno esercitava la funzione di Giudice di Pace. Che chiacchierata, il tempo era volato. La suora era stata la prima a morire, poi se n'era andata anche la mia collega. Il secondo ricordo è di un altro 2 ottobre, 2007. Ancora in ospedale, questa volta per la visita di controllo. Mi sento chiamare. Era un alunno di alcuni anni prima, con sua madre. Povera donna, speravo si trattasse di lei, ma il ragazzo aveva quello sguardo da animale braccato che avevo imparato a riconoscere. "Professoressa, mi sono guastato". "Mi sono guastata anch'io, ma qui ci rimettono a posto". Era un ragazzo allegro, niente feeling con l'inglese, ma bastava un'espressione del suo viso mobilissimo per farmi ridere. Andato via anche lui, poco più di due mesi dopo, qualche giorno prima di Natale. Chi mi conosce da più tempo lo sa: a lungo ho rifiutato l'idea di essere sopravvissuta alle tante persone care che ho visto andar via in questi anni e solo da poco sto imparando a perdonarmi. Scusate lo sfogo, vi voglio bene 

con

 questa  canzone  che poi  è anche  la  colonna sonora  del post  


e  con questo libro  






L'amicizia è una solitudine liberata di matteo tassinari



LaCensura
di Google

Questa mattina, per un'ora, entrambi i miei due blog, "3P" e "Notti notturne", sono stati oscurati, non mi si aprivano pur avendo scritto , bene, tutte le pass per numerose volte. Niente, nulla si apriva se non solo una odiosa scritta "non esiste alcun blog con queste referenze". Se saltano, ripeto, sarete tutti consapevoli.
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il senso dell'amicizia,
è condividere i pregiudizi
                                                  nati dall'esperienza                                                    
 ( Henry Chinaski)
Anime lunghe e sopraelevate non come Google
Le belle ali
La danza della libellula, prendimi se ci riesci














  Al tappeto
come Google


di Matteo Tassinari 

Se vuoi vedere il cuore di un amico, ammalati. Chi ti è amico nei tempi felici e ti volge le spalle come un estraneo in caso di disgrazia o malattia è un codardo. Uomo o donna calcolatori, codardi perché i calcoli hanno tutti a che fare con il profitto e la perdita. Di perdite e profitti si preoccupano con arroganza mal celata, coloro che si autopubblicano su Fesbuc i Brand vincenti, non certo io. Sa di arroganza, strafottenza, insolenza e che due maroni! Solo sorrisi per accaparrarsi clienti a migliaia di euro e ciò fa schifo. Di spirituale non c'è nulla e io che non ho padroni se non colui lassù, mi va di dirlo.
La Valle della Speranza. Il momento dopo la morte, in attesa del Mistero

La morte è un'usanza che tutti,
prima o poi, dobbiamo rispettare


Basterebbe ricordarsi questo semplice concetto per poter vivere tutti quanti meglio, con maggior comprensione, addirittura con commozione verso il nostro prossimo che siamo noi alla fine. Morire è una perdita, è un salto davvero nel buio per molti, per altri no, o per lo meno, hanno appigli di montagna rocciosa su cui puntare, mo spiace per chi è in balìa di se stesso, non andrà da alcuna parte, te l'assicuro! Ma sono scelte che vanno rispettate tutte allo stesso livello, o divisioni che trovo odiose per quanto reali in questa società agli sgoccioli, dove il conto finale è sempre dispari, mai pari, equo, tutto è in nero, grandi evasori gli italiani, senza fattura e possibilità di ricevere due euro in più per la pensione.

Il "mio " ex direttore, coi tre puntini...

Fatto "successomi"
(che non si può dire, ma voglio dirlo a modo mio) e ora, che ne avrei bisogno come il pane, di anni di lavoro per una pensione più degna, mi accorgo di quanto sia stato truffato sfruttandomi in nero, senza contributi oltre ad essere un disonesto è pure un cialtrone il direttore scarpe grosse e cervello fino? Màh, non saprei. Doppi, se non tripli dubbi. C'ho messo la vita in quel giornale, ho fatto viaggi per portarlo dalla tipografia alla redazione per quasi 10 anni. E se avevo un incidente? Non centra nulla, ma se succedeva, come la mettevamo direttore? Cazzo, direttore, se succedesse adesso sarei io il primo a metterti in regola con i contributi per la pensione, tu che delle mia facoltà, seppur minime, hai sfruttato a piene mani con grande esigenza. E non ci sono appelli, ci potrebbero essere scusanti, ma in 23 anni non s'è visto un gesto che sia uno segnale, nulla! Le persone oneste questo lo chiamano lavarsi la coscienza con qualche soldino trovato immediatamente quando ho informato che avrei fatto certi passi nel mondo delle regole dettate dal buon senso. Ogni tanto fa bene pensare alla proprie malefatte. Guarda caso, dopo che mi sono rivolto ai sindacati, tutti in regola li ha messi, almeno sono servito a questo, cioè a versare, come tutti, i contributi per una pensione futura e degna di essere riscossa e chiamata tale. Che me ne faccio di 290 euro? Mi vanno via tutti in medicinali e poi non bastano, per fortuna c'è chi mi da una mano, altrimenti sarei da ricovero davvero.


L'amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce a metà. Ma non è arrivato il momento di farci i pompini a vicenda. E penso che per quanto mi riguarda, non arriverà mai quel tempo, non sono il tipo. Mi sono auto-radiato da tutti i social perché sono tutte trappole e per questo, perché lo dico con vigore e forza, ne ho pagate tante di conseguenze, anche daGoogle Plus che mi ha chiuso gli accessi per avere violato con l'altro mio blog la loro deontologia, dietro segnalazioni di qualcuno che non mi hanno detto, ma che io so chi è. Affari miei. Quindi non potranno neanche votarmi i miei "lettori" che ho conosciuto in quel Social, non possono più votarmi, in quanto mi hanno cancellato all'80% delle opzioni prima regalate tra cui quella di condividere contenuti con le mie cerchie e quant'altro. Per cui se un giorno dovesse cancellarsi tutto improvvisamente, sapete chi è stato, i californiani, nelle persone di Larry PageSergey Brin, i creatori di questo mostro vorace nato appena 17 anni fa. Metodi nazisti, non c'è dubbio, che non mi aspettavo. Così va la vita, e se sarà tempesta, allora, tempesta sarà! Mi vien che ridere!

Louis F. Celine, diceva che lnatura è una cosa spaventevole e anche quando è addomesticata, dà ancora una specie di angoscia ai veri cittadini 
(da "Bagattelle per un massacro")




Complimenti    BRAND,
ottimo lavoro"sporco" ma fuori posto e inaspettato per la sua violenza















Senza di lui, sei fritto nel web. Loro non l'hanno capito, ma è questo che mi eccita, proprio perché sono i più potenti ed io no, allora darò il massimo. Io sono il prototipo al contrario di chi è forte con i deboli, perché il sottoscritto è forte con i potenti, mi spiace, ma a me piace da matti. Sono un Don Chisciotte nato!

L'amicizia è un santo legame
 resa più sacra dalle avversità
L’amicizia è la, forma d'amore. Non come quello verso la donna, ma una forma d'amore che lo equivale e spesso lo supera. Nella vita ho avuto sempre contrasti nel rapporto con le donne o persone, con gli amici mai. Certo vi sono diverbi, ma l’amicizia la sento tuttora. L’amicizia è fatta anche d’inciampi, e se uno che reputi amico al minimo sgarro lo elimini, vuol dire che la tua non era amicizia, L’amicizia è come l’amore. E’ comprensione. Ho avuto accese discussioni con alcuni amici, ma li ho chiamati e ci siamo detti: “Che facciamo? Cos'è successo? Eravamo nervosi?”. L’amicizia la capisci quando dopo una discussione e magari delle offese hai l'ansia di tornare assieme, di chiarire le cose. Questa è l'amicizia. Ho avuto un sacco di amici, non certo nelle alte sfere. Lì non ci sono amicizie.
Enrique Vila Matas, scrittore spagnolo

Enrique Vila Matas,
grande scrittore spagnolo: “Non frequento gli scrittori. So che sono vanitosi, meschini, intriganti, egocentrici, intrattabili, invidiosi e fifoni”. Potrei dire lo stesso anche di dentisti, scultori, notai, pittori e tutte le categorie professionali del pianeta. Perché alla base di tutto c'è l’uomo. E l’uomo, per natura, non è buono. I miei amici sono nati dove sono nato io. Dalla strada, dalla fatica delle intemperie a volte anche cercate, dove nevica molto spesso e la cosiddetta sassaiola dell'ingiuria, quando vivi una vita malata, è la pratica più diffusa dalla gente, pronta ad abbondare chi invece cerca aiuto. Ma la gente non offre aiuto. A volte vedo maggioranze che gridano: "Mena il cane finché non affoga". Sensazioni che non capirete, e che non intendo certo spiegare. Le subisco e basta, affidandole a miglior vita, dove la parità varrà per tutti, belli e brutti, gialli o neri, alti e bassi, magri e grassi. Anche vergini e troie.
I Camposanti sono colmi di gente indispensabile
Gli uomini sfortunati
I miei amici erano e sono gente comune, giornalisti, carpentieri, pazzi, omini sfortunati a volte dediti al vino, di ognuno di loro sentivo che mi voleva bene e io volevo bene loro. Sono quasi tutti morti. Paolo è morto un anno fa. È rimasto Ste, con il quale ho anche diverbi, ma sono tante le connessioni, più di quelle di Google in un anno. Poi c’è lo spilungone, che m'ha fatto cose a volte non simpatiche, mi rubò cento mila lire e io per non metterlo in imbarazzo feci finta di nulla. Successe a Bologna in condizioni strane. L’amicizia è dire: “Guarda che stai sbagliando”, anche quando subisci offesa.

Io non sono vendicativo,

su questo termini consideratemi un totale analfabeta. Dopo certi sgarbi avrei potuto ignorarlo, allontanarlo dalla mia vita. Invece vado a prenderlo e gli dico: “Adesso monta in macchina che andiamo a farci un giro”. Serbare rancore, fare della rissa o del diverbio il punto di partenza per una costruzione migliore di quella che c’era fino a quel momento, non è un gran paesaggio o scelta. Cos’è che ci ha fatto baruffare? Stupidaggini, non serviva. Io l’amicizia la sento più dell'amore. Mi sono fidato dell’amicizia e nonostante tante delusioni non mi sono mai pentito. Non che rifarei tutto quel che ho fatto, molte cose non le rifarei, altrimenti a cosa serve crescere? Non sopporto la censura! E' questo il punto!
Il contrario dell'amore non è l'odio, ma la diffidenza













Chi diffida dell'Assoluto,
è      mort@!
Ho molte amicizie con donne. Qualcuno me lo rimprovera, ma io non lo sento. Le donne con cui ho avuto storie in un passato, quando le storie sono finite, quando mi hanno piantato, le ho tolte dalla mia vita. È stata una forma di difesa? Può darsi. Forse senza può darsi. Forse senza forse. Se finisce una storia non voglio più veder nessuno di quella storia, possibilmente, non mi riesce fare l'amico dimenticato, mi riporta alla memoria momenti passati non graditi. Credo sia uno sbaglio, perché magari potrebbe essere una cosa anche bella, dove c'è stato un amore far poi fiorire un’amicizia senza tornaconti, ma non la gente non ci riesce più. Quando è finita, è finita. Quando vedo un amico che sta male, sto male anch'io. Vedere Edgardo gli ultimi tempi, vedere il Bruna e Antonella che pesava poco prima di morire 21 chili, mi ha fatto male. Forse più del dovuto.
Li chiamano mendicanti. Don Oreste Benzi, li chiamava "i preferiti da Dio"


La     magnifica
ossessione 


Sono solo due persone del mio cimitero personale, ragazz@ 40enni, un centinaio di fantasmi che mi perseguitano col loro magnifico ricordo. Una magnifica ossessione, per dirla con Rosselini. Il loro ricordo mi farà sempre male, ecco dov’è l'amicizia. Quando godi alla sfiga del tuo amico, quella non è amicizia. Ho un sacco di sedicenti amici, e so benissimo che se crepassi per una qualsiasi malattia o tumore, il 90 per cento di questi amici stapperebbe lo spumante. Ma bisogna avere pazienza anche con loro, perché, come dico sempre, anche in un libro fallito o mediocre c'è una riga buona, e anche in questi pseudoamici c'è qualcosa di buono che può essere di aiuto, che può far bene, quindi va salvato. I meccanismi dell'amicizia sono diversi da quelli dell'amore, come la felicità è estremamente diversa dall'allegria, solo un balordo potrebbe mischiare le due sensazioni.













Tutti compresi
Si può morire quando ci pare. Io vorrei avere la possibilità, quando non ne posso più, di dire: “Adesso basta, fatemi fuori”. Ho sentito politici che mi hanno fatto venire il voltastomaco su questi temi. Politici che in seguito sono stati acchiappati a predicare bene e razzolare male. Politici che predicavano l’unità familiare e sono stati i primi a divorziare per mettersi con un'altra o a caccia di trans, anche a più riprese. Politici che si scagliavano contro la prostituzione e sono stati beccati in comodi letti circondati da alcune prostitute di alto bordo. Così va il mondo. Ossia, peggio sarebbe difficile da immaginare. Stiamo peggiorando tutto al livello della luce, a continuare da quei soggetti che si credono i padroni del mondo perché sono paradigmatici, solo un modo per non farsi capire e continuare a sparare cazzate! E mai andrà meglio finché non cominceremo tutti a predicare bene e razzolare meglio. Si, a razzolare MEGLIO, direttore!