28.2.22

Autismo, in sala il road movie 'Sul sentiero blu': sulla via Francigena con 12 ragazzi speciali, tra falsi miti e vita vera

 Il documentario diretto da Gabriele Vacis racconta il cammino di nove giorni di un gruppo di giovani autistici verso Roma, dove incontrano papa Francesco, cercando di proporre un punto di vista diverso sulla loro disabilità, oltre ogni stigma e pregiudizio


Un "road movie" per raccontare l'autismo da un punto di vista diverso, finalmente libero da luoghi comuni e pregiudizi. Esce oggi nelle sale (con Wanted Cinema, in

collaborazione con CAI - Club Alpino Italiano) Sul sentiero blu, il documentario diretto da Gabriele Vacis che accompagna il viaggio di un gruppo di 12 giovani autistici sulla via Francigena.

Il film

segue i protagonisti, insieme a medici ed educatori, nel loro percorso a piedi di nove giorni e oltre duecento chilometri lungo l'antica - e splendida - strada  dei pellegrini. Fino all'arrivo a Roma, dove incontreranno papa Francesco. Una piccola grande "avventura" che è soprattutto un cammino di crescita - tra stanchezza, momenti di sconforto ma soprattutto di grande divertimento - in cui i ragazzi si trovano a dover gestire emozioni e difficoltà con l'ausilio di specifici programmi abilitativi per sviluppare le competenze sociali. La pellicola, infatti, è anche il racconto di un progetto scientifico, "Con-tatto", lanciato lo scorso anno dal Rotary International Distretto 2031 e curato dalla Asl di Torino - Centro Regionale Per I Disturbi Dello Spettro Autistico In Età Adulta.

"Questo film rappresenta un vero cambiamento di paradigma per quanto riguarda gli interventi sull'autismo", spiega a Repubblica Roberto Keller, direttore del Centro Regionale per i Disturbi dello spettro autistico in età adulta della Asl di Torino. "I trattamenti che di solito vengono attuati nel chiuso degli ambulatori, qui sono invece messi in atto nella vita vera e portati avanti nelle 24 ore, con la presenza degli operatori insieme ai ragazzi. E questo serve proprio a rafforzare quelle competenze sociali di cui le persone autistiche sono più carenti". La risposta dei giovani protagonisti a questa "sfida" è stata persino migliore delle aspettative: "Siamo andati anche al di là di quanto avevamo previsto. Durante il viaggio sono nate profonde interazioni umane, di complicità e solidarietà. Una piccola comunità viaggiante grazie alla quale i giovani hanno potuto affrontare meglio le difficoltà che si presentavano durante il cammino, anche su un piano fisico".

Sul sentiero blu è un film toccante, ma anche un'occasione per guardare all'autismo con occhi diversi: "Si vede che cos'è davvero", spiega ancora il dottor Keller. "Nell'immaginario comune pensiamo a una persona autistica come chiusa, anaffettiva, isolata dagli altri. Invece, grazie a questo film, si capisce come queste persone siano ricche di emozioni. Sono solo un po' inadeguate nel modo di comunicarle e di leggerle negli altri, ma questo può essere loro insegnato". Una pellicola che sfata tanti falsi miti e che probabilmente in molti farebbero bene a vedere. "È anche un po' una lotta contro lo stigma che spesso c'è nei confronti della disabilità - conclude Roberto Keller - perché è un documentario molto divertente, i ragazzi sono simpatici, a loro modo ironici. E soprattutto si ammira la grande forza con la quale riescono a superare le difficoltà". Il film è prodotto da Michele Fornasero per Indyca, con il sostegno di MIC e Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund. Ecco l'elenco delle sale dove è possibile vederlo

non partecipano ai concorsi er un lavotro e poi si lamentano se a parteciparvi ed essere assunti sono gli stranieri Il borgo di Mussomeli, rimasto senza medici, è sommerso da migliaia di candidature dall'Argentina.






Il dottor Che Guevara va in Siciliadi Giada Lo Porto
Il borgo di Mussomeli, rimasto senza medici, è sommerso da migliaia di candidature dall'Argentina. Merito di una giovane coppia che vanta parentele rivoluzionarie

Gli argentini Erica Moscatello e Javier Raviculè. foto di Igor Petyx



MUSSOMELI (Caltanissetta). C'è un paese in Sicilia dove tutto è possibile, o almeno così sembra. A Mussomeli, borgo medioevale nella valle dei Sicani, una coppia argentina imparentata con Ernesto Che Guevara ha da poco stretto un accordo con il sindaco (proveniente, per inciso, da Fratelli d'Italia) per aiutare l'ospedale cittadino rimasto senza medici. Quello che è successo dopo ha dell'incredibile. In poco più di un mese alla email del Comune sono arrivate oltre sessantamila candidature di medici argentini pronti a trasferirsi, dall'oggi al domani, in un borgo che conta appena diecimila abitanti. L'ospedale dell'entroterra siciliano, dove fino a poco tempo fa non si trovava un solo professionista disposto a prendere servizio, tanto che gli ultimi bandi dell'azienda sanitaria provinciale erano andati pressoché deserti, ha così scalato la lista dei desideri dei sudamericani.
Vietato ammalarsi
Di certo non se lo aspettava il sindaco Giuseppe Sebastiano Catania che, a fine dicembre, provocatoriamente, aveva redatto un'ordinanza ad hoc: "Divieto di ammalarsi". Era sceso in strada arrabbiatissimo, con il foglio in mano per mostrarlo a tutti. Anche adesso continua a portarlo con sé.
Nell'ospedale lavorano un solo chirurgo, un solo anestesista e nessun pediatra. Tre reparti su sei sono chiusi per carenza di personale e le famiglie con bambini devono fare sessanta chilometri ogni volta per arrivare a Caltanissetta o ad Agrigento e far visitare i piccoli. Ma nella disastrosa Sicilia senza camici bianchi a volte basta un incontro per sparigliare le carte. "Sono arrivate una valanga di email" si stupisce ancora il primo cittadino, "abbiamo già scaricato oltre quattromila curricula. I posti disponibili sono una quindicina. Ci sono stati giorni in cui arrivava una email al minuto. Incredibile, davvero" aggiunge divertito.
Non solo neolaureati e specializzandi, persino professionisti, uno dei quali alla guida di dieci cliniche private in Argentina, hanno fatto richiesta. Tra loro, Diego Colabianchi, che può vantarsi di avere visitato Leo Messi, ed Eduardo Seminara, uno psichiatra che ebbe in cura Diego Armando Maradona.

Il sindaco Giuseppe Sebastiano Catania (FdI) davanti all’ospedale di Mussomeli. foto di Igor Petyxf


In cerca di un pediatra
Ora, non è che il seme della follia si sia improvvisamente sparso in Argentina. Centrale, in tutta questa vicenda, è quella coppia di argentini arrivata a Mussomeli la scorsa estate per visitare il Paese e che, alla fine, non se n'è più andata. Erica Moscatello e Javier Raviculè ("come "Pupi" Zanetti, anche se il più grande resta Maradona" tiene a precisare lui) ormai sentono la Sicilia come casa loro. Sono due quarantenni impegnati da anni nel settore della consulenza strategica per le pubbliche amministrazioni. Dopo aver acquistato casa a un euro nel borgo - per frenare lo spopolamento le antiche dimore disabitate vengono cedute al prezzo di un caffè - hanno messo le loro competenze e i loro innumerevoli contatti a disposizione del Comune. Gratis, s'intende. "Appena arrivati ci siamo resi conto della carenza di medici" osserva Erica, "abbiamo un bambino anche noi e volevamo renderci utili. Ci siamo detti: perché non sfruttare le nostre conoscenze? Abbiamo contattato il rettore dell'Università argentina di Rosario, Franco Bartolacci, un caro amico, e stretto una partnership". L'Ateneo sudamericano ha pubblicato una manifestazione di interesse rivolta a tutti i medici del Paese e diffuso i recapiti del Comune di Mussomeli. È così che le email sono cominciate ad arrivare a una velocità supersonica, e in massa. "Inizialmente volevamo capire se ci fosse o meno un interesse da parte dei medici del nostro Paese a trasferirsi" dice Javier, "siamo rimasti senza parole pure noi".
Il passo successivo? La pubblicazione entro i primi di marzo del bando ufficiale da parte dell'Asp in cui convergeranno le oltre 60 mila candidature. Poi sarà attivata una commissione dell'azienda sanitaria che si occuperà delle selezioni. In questi giorni la coppia argentina e lo stesso sindaco hanno provato a fare una preselezione, convocando alcuni candidati via Skype o WhatsApp. Ma è un lavoro che porta via giorni e notti. "Do una mano anche io" interviene il figlio della coppia, Fidel. Non poteva che chiamarsi così, vista la parentela della madre con il celebre guerrigliero rivoluzionario Ernesto Che Guevara, medico pure lui, e pure lui argentino di Rosario, guarda a volte il caso. "Il "Che" era cugino di mio padre" racconta Erica. "Ma non ci sono colori politici quando si tratta della salute dei miei cittadini" dice il sindaco: "Certo, sentire Fratelli d'Italia e Che Guevara nella stessa frase fa sorridere anche me".
Il bando su misura
C'era innanzitutto un problema, fondamentale, da dirimere. "Abbiamo chiesto all'Asp di redigere un apposito bando localizzato per il solo ospedale di Mussomeli aperto anche ai medici stranieri" spiega il sindaco "e, in più, di aprire la selezione anche ai medici extra Ue non ancora provvisti del decreto di riconoscimento dei titoli rilasciati dal ministero della Salute. C'è già una norma in tal senso, l'articolo 6 bis della legge 126 del 2021, con la quale il legislatore prevede la possibilità di affidare gli incarichi in deroga al riconoscimento dei titoli, vista la carenza cronica di specialisti in tutta Italia. Il senso è: risolviamo il problema e facciamo arrivare i medici, per riconoscere i titoli c'è tempo. L'azienda sanitaria adesso deve recepire questa modifica". Dopo la pubblicazione del bando saranno concessi venti giorni per presentare ufficialmente le domande. I primi medici non arriveranno fino ad aprile.
Seimila euro lordi al mese
Ma che cosa stuzzica davvero l'appetito di questi camici bianchi? Perché salutare l'Argentina per trasferirsi in un mondo piccolo, dove le signore fanno ancora il pane caldo al mattino e mettono a essiccare i pomodori fuori di casa, e dove ci si dedica all'agricoltura e si portano al pascolo gli agnelli?
Per i più giovani, conta senz'altro lo stipendio di seimila euro lordi al mese, con la possibilità di vivere da pascià acquistando casa a un euro e ristrutturandola spendendone non più di 40 mila. Per i professionisti navigati, forse è la suggestione di abitare in un paesino a oltre 700 metri sul livello del mare, che guarda verso la rocca di Sutera immersa tra nuvole e cielo con il suo campanile antichissimo che quando suona si sente per tutta la valle. Lo spiega al telefono in un italiano perfetto il dottor Colabianchi: "Per me e mia moglie dal punto di vista professionale potrebbe sembrare un passo indietro, ma siamo entrambi legati all'Italia, desideriamo far vivere ai nostri figli esperienze diverse in altri luoghi del mondo, e poi c'è il fascino del piccolo paese, di una vita tranquilla". "In Argentina c'è una situazione politico-economica incerta e la criminalità è diffusa" aggiungono con amarezza Erica e Javier, "Rosario è pericolosa come Chicago, qui invece sembra un paradiso in terra".

L'artista di Panama Tiziana Serretta con le chiavi della casa acquistata a 1 euro


Forse a qualcuno basta davvero godere di un luogo dove piove solo venti giorni l'anno, e del quale tutti parlano con entusiasmo. Finora in 270 si sono trasferiti qui tra argentini, belgi, russi, australiani. L'ultima arrivata è Tiziana Serretta, artista di Panama accreditata all'Onu per i progetti di Agenda 2030. A Mussomeli ha acquistato due case: "Sono qui per creare una comunità d'arte", dice. Si respira aria di innovazione nel paesino che pare dormiente e invece non lo è. "Da aprile parte delle case a 1 euro saranno destinate ai giovani startupper che vorranno creare economia in paese" annuncia Dhebora Mirabelli della Confederazione siciliana piccole e medie imprese. L'obiettivo? "Il futuro. Mussomeli diventerà un acceleratore digitale d'impresa".

27.2.22

come combattere una guerra senza violenza e il mondo in un abbraccio c’e un mondo.

   film    consigliato
La battaglia di Hacksaw Ridge   ( 2016) di Mel Gibson


come dice Lorenzo Tosa In quest’abbraccio c’e un mondo.
Ritrae due donne ucraine, entrambe madri di due figli, entrambe vittime di una guerra folle. La prima, Nataliya Ableyeva, in giaccavento gialla, si è diretta al confine con l’Ungheria solo con un numero di cellulare e per mano due figli piccoli che un uomo sconosciuto le aveva lasciato in carico, non potendo avvicinarsi.
“Portali a mia moglie” le aveva chiesto. E Nataliya non se l’è fatto ripetere. Lei che i suoi due figli, già grandi, li ha dovuti lasciare sul fronte. Quando è arrivata alla frontiera, l’ha trovata lì, la madre, Anna Semyuk, arrivata dall’Italia per riprendere i suoi figli e portarli in salvo.Il primo pensiero di Anna è stato per loro. Poi le due donne si sono strette in un abbraccio intenso, per lunghi minuti, al freddo, in lacrime, in cui c’è tutto: gratitudine, disperazione, dolore, impotenza, il sollievo per i figli che vanno, il dolore per quelli che restano. In mezzo a tanto orrore, gli esseri umani sono capaci di gesti straordinari.



Prima hanno hackerato la tv di Stato russa e buttato giù il sito del Cremlino, sostituendo la propaganda di regime di Mosca con canzoni ucraine e immagini di quello che sta accadendo (davvero) sul campo.
Poi hanno rivendicato tutto e si sono rivolti direttamente a Putin (“Contro di noi non puoi vincere,
colpiremo le tue infrastrutture"), ai soldati sul fronte con un appello a deporre le armi (“I crimini di Putin non devono essere anche i vostri”) e un omaggio al popolo russo che si oppone coraggiosamente al “dittatore Putin”.
Ha fatto di più il collettivo Anonymous nelle ultime 24 ore che l’intera diplomazia internazionale negli ultimi mesi.
La dimostrazione che oggi si può combattere una guerra senza sparare un colpo. Rispetto. 


Un’altra immagine simbolo della Resistenza ucraina.


A Koryukivka, nord del Paese, decine di civili, tra cui anche molti anziani, hanno affrontato un tank russo, avanzando con le mani in tasca, disarmati e in modo pacifico, costringendolo ad arretrare.
Immensi. 🙏

la squadra degli Insuperabili e la break dance alle olimpiadi

 Insuperabili è una scuola calcio per ragazzi con disabilità, nata a Torino 10 anni fa ed oggi diffusa su
tutto il territorio nazionale con 650 atleti che giocano in 17 sedi. In occasione dell'annuncio della partnership con Intesa Sanpaolo, Davide Leonardi, Co-founder Insuperabili, ci ha raccontato del loro Metodo, il sistema costituito da molteplici figure professionali che insieme costituiscono l'equipe di lavoro che quotidianamente segue e allena tutti gli atleti.



"Vogliamo raccontare il nostro Metodo tramite una storia concreta, quella di un nostro atleta: Alessio.



Scopriremo insieme il suo percorso, la sua stagione e soprattutto come vive e come affronta quotidianamente lo sport. Il finale è tutto da scoprire, perchè proprio come nello sport, non abbiamo un finale già scritto". Il sogno di Alessio, atleta della squadra Pre Agonistica, è quello di difendere i valori ed i colori di questa realtà con la maglia della Prima Squadra.

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Inizialmente   pensavo che  la  black  dance  pur essendo      spettacolare  per  certi versi  liberatoria      come  dimostrano  questo video  



sia questa la voce break dance di https://it.wikipedia.org ma se avevo qualche dubbio su farne un sport olimpico ritenendolo inopportuno ed inappropriato . Poi leggendo

 quanto dice    https://www.federdanza.it/area-sport/street-e-pop-dance/break-dance/la-disciplina-break

 [---]  Oggi il breaking è presente anche in TV, nella cultura popolare, così come negli spettacoli teatrali. In conclusione il breaking si è evoluto in una forma d'arte a livello globale, al cui interno sono presenti alcuni elementi sportivi che gli conferiscono una natura atletica. Ciò ha di certo influito nella decisione nel 2016 del Comitato Internazionale Olimpico (CIO) di aggiungere il breaking ai Giochi Olimpici Giovanili del 2018 a Buenos Aires e dell'edizione 2022 di Dakar.
[... ]

Infatti : [.. ] "Ci vogliono anni di sudore, sangue e lacrime per creare dei movimenti, delle coreografie, ci racconta Fabiano Lopes uno dei campioni di breakdance --- su quest   articolodi   https://it.euronews.com/--- Penso che la società abbia bisogno di capire un po’ di più questa forma d'arte che è sorprendente proprio come il calcio, o il basket.”
Il breaking è una specialità ricca di stimoli culturali e di contaminazioni, che ruota attorno a quattro elementi fondamentali per la creazione delle esibizioni, Le origini risalgono ai primi anni '70, quando nel South Bronx, a New York, si diffonde per la prima volta la cultura di strada Hip Hop.
"Questa forma d'arte è spirituale, fisica e mentale. Noi non stiamo solo facendo movimenti strani, come girare la testa o il corpo. Costruiamo delle geometrie che sono sacre”, prosegue Lopes. “Dobbiamo ruotare la tesa con una forza che arriva da tutto il corpo. E’ come generare potere. Una specie di guarigione, Alla fine della giornata siamo esausti. E poi è un ritorno alle origini. Bisogna possedere le basi di questa forma d'arte per poter creare un milione di passi. Dal passato bisogna portare sulla scena qualcosa di nuovo. Queste basi sono fondamentali. Io dallo stile newyorkese posso passare alla versione brasiliana, un mix di innovazione.”[... ]

24.2.22

il potere ed il cambiamento della musica .Come nasce un tormentone su TikTok: la storia di Povero gabbiano ., Il violino fatto con il legno dei barconi dei migranti





Come nasce un tormentone su TikTok: la storia di Povero gabbianodi Francesco Marino
"Tu comm’a me", del cantante neomelodico Gianni Celeste, diventa virale e arriva in classifica su Spotify. E dimostra come l’app di Bytedance stia cambiando anche l’industria musicale

A scorrere la Viral 50 Italia di Spotify, in questi giorni, può capitare di imbattersi in una storia interessante. Insieme ai reduci di Sanremo, come Tananai e Ditonellapiaga, e a Martelli, concorrente di Italia’s got Talent, al numero 2 compare Gianni Celeste, fra i più famosi cantanti neomelodici napoletani.

A sorprendere, oltre alla presenza di un autore non proprio di moda di questi tempi, è anche il brano che ha permesso al 57enne partenopeo di entrare nella playlist: una canzone del 1998, che si chiama Tu comm’a me, abbastanza sconosciuta fino a un paio di settimane fa.
Per risalire ai motivi di questa impennata, bisogna spostarsi da Spotify a TikTok: è sul social network di proprietà di Bytedance che la canzone ha trovato una notorietà imprevista, tanto da essere usata come colonna sonora di quasi 50mila video nelle ultime settimane. I contenuti con hashtag #poverogabbiano, che riprendono il ritornello della canzone diventato tormentone, hanno ricevuto quasi 70 milioni di visualizzazioni .Tracciare i percorsi di questo genere di viralità è davvero arduo. A quanto sembra, la canzone è stata utilizzata in un contenuto per la prima volta da Duracell e Franco, due tiktoker del quartiere Zen di Palermo sbarcati in tv nelle ultime settimane, tra Le Iene e Sanremo, insieme a Nicolò De Devitiis. A partire da qui, con la complicità di un po’ di pagine che cercano e condividono video trash come Mimmo Modem su Instagram, la canzone è letteralmente esplosa, fino a diventare un vero e proprio meme prima, e poi un fenomeno anche su Spotify.Del resto, su TikTok i suoni sono una delle modalità più efficaci per arrivare a un numero molto alto persone. Quelli popolari vengono considerati un segnale positivo per arrivare nel feed dei Per te, la homepage di TikTok, curata dall’algoritmo. In altri termini, quando un suono diventa virale sulla piattaforma si attiva un circolo virtuoso, per cui chi utilizza quell’audio ha più possibilità di arrivare a un pubblico più ampio. Questo genera una corsa al suono virale, che viene utilizzato da un numero molto alto di utenti per raggiungere più persone possibili.

Tiktok: il leone e Povero gabbiano

Come TikTok sta cambiando l’industria musicale

La musica è una componente fondamentale di TikTok, che sta già cambiando l’industria musicale e il modo in cui scopriamo nuove canzoni e nuovi artisti. Secondo un’analisi commissionata dalla stessa piattaforma agli analisti Mrc Data e Flamingo, il 67% degli utenti del social network si sono detti propensi a cercare una canzone ascoltata sul social network su un servizio di streaming musicale. Un impatto tale che il “L’ho sentita su TikTok” è sempre più diffuso: oltre 7 persone su 10 associano determinati brani proprio alla piattaforma. E non è raro, ormai, sentire di artisti nati e cresciuti all’interno dello spazio del social network cinese: basti pensare a Matteo Romano, che da TikTok è arrivato fino al palco di Sanremo.
Il potere di scoperta di nuova musica della piattaforma di Bytedance è naturalmente ben noto all’industria musicale. Le case discografiche sono al lavoro da anni per interpretare, individuare e analizzare i dati del social network e prevedere i trend, i nuovi suoni popolari. Secondo quanto rivelato da un approfondimento di Business Insider, molte etichette discografiche hanno team dedicati al monitoraggio dell'app, con l’obiettivo di individuare e prevedere le nuove canzoni di tendenza. Che, come nel caso di Gianni Celeste, possono essere anche datate e parzialmente sconosciute."Il nostro intero catalogo musicale viene effettivamente monitorato su base giornaliera”, ha spiegato Andy McGrath, vicepresidente senior del marketing di Legacy Recordings, una divisione all'interno di Sony Music focalizzata sul catalogo delle canzoni più datate dell'etichetta. Naturalmente, non c’è solo l’analisi. Quasi tutte le case discografiche mettono in campo strategie che coinvolgono influencer con grande seguito sulla piattaforma nel lancio di nuovi brani.

Sarà TikTok la vera alternativa a Spotify?

Insomma, ciò che più di ogni altra cosa TikTok ha cambiato è la dimensione della scoperta, del marketing musicale. Si ascolta un estratto di una nuova canzone sull’app, magari più volte, e poi si va su una piattaforma di streaming musicale per completare l’opera. Ecco, Bytedance è al lavoro per entrare anche all’interno di questo processo. Nel 2020, la compagnia cinese ha fatto debuttare Resso, una nuova applicazione di streaming a pagamento, pensata per Generazione Z e Millennial. La piattaforma, disponibile solo in India, Indonesia e Brasile, è in crescita costante: in India (dove TikTok non è disponibile) gli utenti unici sono aumentati di oltre il 300% tra gennaio 2021 e gennaio 2022; in Indonesia e in Brasile la strategia di crescita è semplice quanto efficace e quando si scopre una canzone su TikTok, basta un click per ascoltarla in versione completa su Resso.




Il violino fatto con il legno dei barconi dei migranti: "Ridiamo voce a chi non può più parlare"



Si chiama "Violino del Mare" ed è il primo violino al mondo ricavato con il legno di uno dei tanti barconi usati dai migranti per i viaggi della speranza che purtroppo, più volte, si trasformano in tragedie del mare. "Il sogno del progetto Metamorfosi è quello di poter mandare un segnale di coscienza e di testimonianza a tutte le persone" spiega Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, accogliendo i 10 barconi provenienti da Lampedusa all'interno della Casa di Reclusione di Milano-Opera.

"Per produrre questo violino ci sono voluti circa due mesi e mezzo - ha raccontato Mondadori - e assieme ad altri strumenti che verranno prodotti allo stesso modo comporrà l'orchestra d'archi del mare destinata a portare questa musica nel mondo". L'opera è stata prodotta all'interno  del laboratorio di liuteria situato nel carcere di Opera a Milano e gestito dal liutaio Enrico Allorto con l’aiuto di tre detenuti del penitenziario. "Trovo miracoloso che un prodotto riciclato dal legno dei barconi suoni così bene - racconta il violinista Carlo Lazzaroni - il risultato acustico è sorprendete e se chiudo gli occhi non noto la differenza".  
 

23.2.22

l'italia fra coraggio e morti bianche

Oltre al paese  dall'alto tasso di    femminicidi   e    a chi   considera i  viaggi   dei migranti    \ profughi  come  passeggiata  e gita  in Suv  a  cortina   come  calvario   chiedendo  l'aeroporto l'Italia   è  un paese  che  si barcamena   fra   le  morti bianche     o   morti (  ancora   speriamo solo  all'inizio dell'alternanza  scuola lavoro ed  gente   di eroi per  caso  . 
Iniziamo   con  la storia  di Marco Cecchi l'ultima ( per ora ) Morte sul lavoro .

Due settimane fa aveva chiamato il suo migliore amico. “Ale, so’ contento” aveva detto. “C’ho il contratto”. Aveva sudato una vita per conquistarlo. Il primo contratto a tempo indeterminato, dopo decenni di precariato, instabilità, incertezze economiche, durante i quali andava a lavorare anche malato, con ogni tempo e condizione, pur di dimostrare che meritava quell’impiego.
Marco Cecchi era al suo posto in cantiere anche ieri, alle ore 11.30, alla rotatoria in costruzione a Vada (Rosignano), quando un Suv è sbandato per evitare un’auto schiacciandolo a tutta velocità contro un camion da lavoro e uccidendolo sul colpo.
Aveva 55 anni, una moglie e una figlia. Mancavano esattamente sette giorni al suo primo contratto fisso.
Una tragedia immane che non può essere tollerata, l’ennesima, mentre si versano le lacrime di coccodrillo del giorno dopo sulla dignità del lavoro, sui controlli, sulla sicurezza che manca. Ogni volta le stesse, per tre volte al giorno, e domani tutto ricomincia come prima.

Quando hanno finito di scandagliare morbosamente ogni millimetro quadrato della vita intima di #TottieBlasi, magari ricordiamoci anche di parlare di queste storie qui. La pornografia da buco della serratura con cui da 24 ore giornali, tv, tg, intere trasmissioni stanno scandagliando ogni minimo dettaglio della vita intima e privata di Francesco Totti e Ilary Blasi è un esempio di pessimo giornalismo, di mancanza di rispetto della privacy (soprattutto dei figli) e di distrazione di massa.
E francamente non se ne sentiva il bisogno. A proposito di priorità
...

Si chiama Gaetano Giorgianni, 36 anni, messinese, primo ufficiale dell’Euroferry Olympia andata a fuoco mentre faceva rotta verso Brindisi pochi giorni fa. E ha fatto qualcosa di incredibile. È stato lui, nel cuore della notte, il primo a dare l’allarme dopo l’incendio. Lui che, in mezzo al fuoco, con
temperature estreme, camminando a carponi per via delle scarpe che si incollavano al pavimento, vomitando a ripetizione, si è fatto, una dopo l’altra, tutte le cabine per avvisare i passeggeri bloccati, a
rischio della sua vita, accompagnandoli in salvo alle scialuppe.
Non si contano neanche le vite che è riuscito a salvare con la sua prontezza e quel coraggio enorme per cui nessuno ti prepara. O ce l’hai o non ce l’hai. Insieme al capitano, Giorgianni è stato l’ultimo ad abbandonare la nave in fiamme, mentre in tanti lo abbracciavano per ringraziarlo. Molto spesso si abusa della parola eroe. Gaetano Giorgianni un eroe lo è davvero, da celebrare e ringraziare all’infinito. Un esempio dell’Italia migliore.

L'australiano emigrato in Sicilia che cucina per chi è in difficoltà: "Ho comprato la casa a un euro, ora mi do da fare" Nel cuore dell’entroterra siciliano, a Mussomeli, paese in provincia di Caltanissetta con 10.300 anime, in piena pandemia è nata una cucina solidale dove il cibo recuperato viene preparato per famiglie e residenti in difficoltà. Ad animare il progetto “The Good Kitchen” è Danny McCubbin, blogger australiano e volontario della comunità di San Patrignano per i rapporti internazionali tra Londra e Italia, che a dicembre 2020 ha deciso di acquistare una casa a 1 euro nel quartiere di Sant’Enrico, nella badia vecchia di Mussomeli. “Sono arrivato prima della Brexit - dice - era il mio sogno vivere in Sicilia. Mamma e papà amavano la campagna. Per questo ne ho comprata una anch’io qui a Mussomeli grazie a un crowdfunding di 25mila euro. Ho ristrutturato casa e mi sono subito dato da fare. Mi sono chiesto: cosa mancasse in questo paese”. Così Danny McCubbin apre la sua piccola cucina ogni mercoledì e ogni domenica per preparare i pasti da consegnare a case famiglia, parrocchie e residenti in difficoltà., L'aeroporto costruito intorno a un orto, perché il contadino non se ne vuole andare.,

L'aeroporto costruito intorno a un orto, perché il contadino non se ne vuole andare




Takao Shito coltiva i suoi ortaggi nel terreno che appartiene alla sua famiglia da oltre 100 anni. Si trova nell'area dell'aeroporto di Narita, il secondo più grande del Giappone. Per l'agricoltore 70enne quello è l'unico posto in cui abbia senso continuare a vivere e coltivare.


Il blogger australiano emigrato a Mussomeli: "Ho comprato casa a un euro, ora cucino per i bisognosi" L'australiano emigrato in Sicilia che cucina per chi è in difficoltà: "Ho comprato la casa a un euro, ora mi do da fare"

Nel cuore dell’entroterra siciliano, a Mussomeli, paese in provincia di Caltanissetta con 10.300 anime, in piena pandemia è nata una cucina solidale dove il cibo recuperato viene preparato per famiglie e residenti in difficoltà. Ad animare il progetto “The Good Kitchen” è Danny McCubbin, blogger australiano e volontario della comunità di San Patrignano per i rapporti internazionali tra Londra e Italia, che a dicembre 2020 ha deciso di acquistare una casa a 1 euro nel quartiere di Sant’Enrico, nella badia vecchia di Mussomeli. “Sono arrivato prima della Brexit - dice - era il mio sogno vivere in Sicilia. Mamma e papà amavano la campagna. Per questo ne ho comprata una anch’io qui a Mussomeli grazie a un crowdfunding di 25mila euro. Ho ristrutturato casa e mi sono subito dato da fare. Mi sono chiesto: cosa mancasse in questo paese”. Così Danny McCubbin apre la sua piccola cucina ogni mercoledì e ogni domenica per preparare i pasti da consegnare a case famiglia, parrocchie e residenti in difficoltà. Mussomeli, cuore dell'entroterra siciliano. Un paese di 10.300 anime in provincia di Caltanissetta. Di saracinesche abbassate da anni e di portoni scalfiti dall'abbandono. C'è silenzio in piazza Umberto I. Un silenzio spezzato dal rumore di rare automobili. Poi il profumo della salsa di pomodoro, come fatta in casa. "Chef, che c'è di buono oggi?". Chiede una signora curiosa, avvicinandosi a quella che ormai è diventata la cucina del paese. Cibo recuperato tramite donazioni di scarti alimentari al mercato di Caltanissetta, cucinato con dedizione e un po' di creatività da giovani volontari per le famiglie in difficoltà. "Sembrava un'utopia. E invece ce l'abbiamo fatta". È orgoglioso col suo grembiule in cucina, Danny McCubbin, blogger e campaigner australiano, che a dicembre 2020, in piena pandemia, ha deciso di trasferirsi a Mussomeli, acquistando una casa a 1 euro. "Volevo vivere in mezzo al silenzio e alla natura - dice - allora ecco perché la Sicilia. Ma volevo fare anche qualcosa per questa terra". Dopo 17 anni di carriera al lavoro per il cuoco e conduttore televisivo inglese Jamie Oliver, McCubbin, 57 anni, ha lavorato per 10 anni come volontario nella comunità di San Patrignano, occupandosi dei rapporti internazionali tra Londra e Italia. E continua ancora oggi, ormai punto di riferimento per molte famiglie londinesi di tossicodipendenti. Ma dalla sua nuova casa a Sant'Enrico, quartiere tra i più antichi di Mussomeli, ha deciso di puntare sulle giovani generazioni, insegnando loro l'importanza del farsi comunità. "Qui a Mussomeli non ci sono attività ricreative per i più giovani - dice - finita la scuola, finisce tutto. Voglio dare loro nuovi sogni e nuove prospettive". In piena pandemia, ha avviato il progetto "The Good Kitchen", una cucina sociale per famiglie in difficoltà, dove a cucinare e trasportare il cibo nelle case dei residenti sono 10 giovani volontari, tre dei quali, tra i 10 e i 12 anni. Cucinano ogni domenica per le famiglie del paese. Nelle ultime due settimane, Danny e i suoi volontari hanno cucinato 259 pasti per 11 famiglie in isolamento da Covid-19. E per i più anziani, soli in casa, i volontari restano anche a mangiare insieme a loro. Tra i destinatari del progetto Casa Vanessa, comunità alloggio per minori. "Il cuore del mio progetto - racconta Danny - sta nello sguardo di questi bambini: è bello che i miei giovani volontari cucinino per loro. Giovani al lavoro per i giovani. Questo è il futuro". Donazioni di cibo e campagne social per raccolta fondi, Danny lavora attraverso catene solidali che dalla terra approdano alla rete: la sua pagina Instagram @dannyforgood conta già oltre 30mila follower, accresciuta con il racconto giorno dopo giorno delle sue avventure e ambizioni a Mussomeli. "Danny è uno dei 265 stranieri che hanno comprato casa a Mussomeli grazie alla campagna di ripopolamento che abbiamo lanciato nel 2017 - dice il sindaco Giuseppe Catania - è un progetto di integrazione sociale ben accolto dai mussomelesi e unisce la riqualificazione urbana alla sostenibilità alimentare". Ad adocchiare il progetto "The Good Kitchen" è stata anche Barilla che ha in programma di attivare dei tirocini all'interno della cucina solidale di McCubbin. Mussomeli è uno dei paesi dell'entroterra, che hanno subito lo spopolamento urbano. C'è una povertà nascosta dietro le porte serrate della casa. Ma quella che non esiste affatto è la diffidenza. "Ho trovato una comunità che mi ha accolto", dice Danny. "Lui ha fatto per questo paese quello che nessuno ha mai fatto - dicono i residenti - regalarci umanità".

Sul Pollino ho imparato a sopravvivere in Alaska., Petali che curano: il prezioso zafferano., Una vita per il flipper, 50 anni di passione vintage.,



Sul Pollino ho imparato a sopravvivere in Alaska
Ha trionfato in tutto il mondo nelle maratone estreme sui ghiacci.   come  riporta  quest  articolo di http://www.abmreport.it/sport/

TERRANOVA DEL POLLINO - La storia di Pasquale La Rocca è quella di un sognatore, innamorato della montagna, dalla quale è stato "generato", che lo ha portato a trionfare in un ambiente ostile e solitario per la maratona invernale tra le più difficili ed estreme che l'uomo possa affrontare. E' lui il trionfatore della Iditasport, la ultramatarona tra le nevi dell'Alaska, sui sentieri della corsa per cani da slitta più famosa al mondo, la Iditarod. In solitaria per 160 miglia, oltre 257 chilometri, tra neve, ghiaccio e vento giorno e notte, a decine di gradi sotto lo zero, con gli sci ai piedi e trainando una slitta. Una impresa epica che lo sportivo di Terranova del Pollino ha compiuto tra laghi e fiumi ghiacciati, senza fermarsi se non poche ore per riscaldarsi, riposare e alimentarsi in uno dei diversi check-point lungo il percorso. Una gara estrema, dove è sufficiente perdere l’orientamento, avere un piccolo imprevisto (anche piccolissimo) per restare all’agghiaccio e rischiare seriamente la pelle. Scelta dei materiali, dispositivi elettronici per l'orientamento, ma anche alimentazione, gestione delle proprie forze e tanta tanta forza di volontà per arrivare al traguardo da primo assoluto. Una traversata infinita che è il risultato anche di tanto allenamento, una grande preparazione fisica e una determinazione eroica hanno commentato i suoi amici. Lo scorso anno stravinse anche in Svezia la Arctic Winter Race Rovaniemi 150, travalichi di molto l’ambito tecnico sportivo. Ciò che regala a tutto il Pollino l'avventura sportiva di Pasquale La Rocca è che le imprese sono alla portata di tutti, basta crederci, stringere i denti, essere pronti con umiltà a continui sacrifici, lavorare giorno e notte. Una storia che qualcuno già spera sia raccontata, come esempio virtuoso del Sud, ai ragazzi delle scuole.

Il suo segreto? Gli allenamenti sulla montagna dove è cresciuto. E dove ha scelto di restare a lavorare





Petali che curano: il prezioso zafferano
 

Lo si conosce per gli usi alimentari, ora in Abruzzo si sperimentano le sua proprietà antinfiammatorie per le malattie croniche intestinali. Sfruttando gli scarti

 
Una vita per il flipper, 50 anni di passione vintage Due generazioni di artigiani milanesi portano avanti un'impresa che resiste al boom delle console.
E si godono la rinascita di un gioco che conserva il suo fascino 

l'italia è il paese delle questioni di lana caprina . il caso di Alassio, il murales dei Presidenti è “troppo rosa”, la Soprintendenza: “Smorzate i colori”

 leggo   su   repubblica   d'oggi   dell'ultima  questione  di lana  caprina   

Alassio, il murales dei Presidenti è “troppo rosa”, la Soprintendenza: “Smorzate i colori”

Scontro istituzionale fra Comune e Ministero per l'opera che celebra i nostri Capi di Stato ma solleva anche la questione di genere

In principio era un anonimo muraglione di contenimento in cemento armato in mezzo al verde collinare lungo 55 metri e alto circa 10 situato sulla strada panoramica tra Solva, Vegliasco e Cavia, alture di Alassio. Dopo la trasformazione in murales con l’effigie dei 12 presidenti della Repubblica italiana – realizzato da Robico, al secolo Roberto Collodoro, pittore e street artist siciliano – da ‘Wall of Presidents’ è diventato suo malgrado il muro della discordia. Proteste sui costi, discussioni sui social e infine i controlli del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) dei Carabinieri in Comune ad Alassio per raccogliere la documentazione inerente al progetto.

Questo perché l’opera era stata realizzata senza l’ok della Soprintendenza, pur essendo stata richiesta. “Il progetto era stato avviato a fine settembre e deliberato in giunta dall’amministrazione affinché fosse pronto per l’elezione del nuovo Capo dello Stato italiano”, spiega il vicesindaco e assessore al Turismo Angelo Galtieri, fautore dell’iniziativa. “A novembre vi è stato poi il passaggio tecnico della Commissione per il Paesaggio per il rilascio delle autorizzazioni, la quale ha deliberato si a dicembre, ma essendo sotto le feste natalizie ha inviato il dossier alla Soprintendenza ai primi di gennaio, perdendo così la tempistica necessaria. Il parere tardava ad arrivare, le elezioni incalzavano e l’artista ci aveva dato disponibilità solo per una ventina di giorni, dal 10 gennaio, essendo molto richiesto. Dunque, mea culpa: ammetto di non aver pressato chi di dovere per velocizzare la procedura e di aver detto a Robico di iniziare i lavori, nelle more della autorizzazione, pur non avendo ancora il benestare”. La parete cambia così volto e diventa una sorta di Monte Rushmore impressa sul cemento anziché nella roccia e rimanendo in tema americano fa il pari con la scritta di hollywoodiana ispirazione con cui la cittadina della Baia del Sole si fa annunciare, nel suo ingresso di levante. Quell’autorizzazione della Soprintendenza però è di fatto mancante, da lì la visita del Noe in Comune cui vengono consegnati atti, rilievi, fotografie del prima e del dopo intervento e quant’altro. Nel frattempo ai primi di febbraio in coincidenza col giuramento di Mattarella arriva l’ok della Soprintendenza, con l’indicazione di applicare quanto previsto dalla Commissione per il Paesaggio.

Galtieri tira un respiro di sollievo. “L’idea mi era venuta durante una camminata estiva in zona con un amico milanese che si occupa di street-art e conosce tutti in quell’ambiente. Penso che sotto il profilo meramente estetico abbiamo riqualificato una superficie in stato di incuria ispirandoci a un tema di alta istituzionalità; nei nostri intendimenti vi è pure quello di realizzare in loco un percorso nella natura e nella cultura, con pannelli serigrafati con la storia della repubblica, più una mostra specifica all’Anglicana e appena possibile, espletata la parte burocratica, invitare il Presidente Mattarella. Le polemiche sui costi? Assurde: la realizzazione dell’opera è costata 3.500 euro, tra affitto elevatore per consentire a Rubico di lavorare, rimborso spese e vitto. I colori sono stati pagati da una nota azienda-sponsor. Lo stanziamento è stato di 7 mila euro in via prudenziale, perché si pensava di dover pagare anche i pernottamenti dell’artista, poi ospitato dall’Associazione Albergatori”.

Il muraglione prima del murales 

Sembrava tutto a posto, tuttavia quel rosa vivido non è piaciuto a Soprintendenza e a Commissione paesaggistica, intimando ai diretti interessati di modificare la cromia utilizzando un colore “Nella gamma delle terre in modo da armonizzarsi con i colori del contesto paesaggistico naturale in cui si inserisce”, così come i colori delle figure, attenuando il nero dei volti. Contestazione legittima, non fosse che si sta parlando di un’ opera d’arte e non di un palazzo. L’artista - fa sapere Galtieri - si è messo a disposizione per riadattare il murales, non nascondendo però la sua delusione. Al di là dell’omaggio ai quasi 80 anni della Repubblica, aveva infatti intitolato il suo bel lavoro “#quoterosa” non a caso, lasciando uno spazio vuoto e lanciando un preciso messaggio e perché no, un auspicio: la presenza, prima o poi, di un capo di Stato donna.
“Appena possibile tornerò ad Alassio per modificarla, ma così viene distrutto il messaggio che volevo dare e mortifica la mia professionalità, la libertà d’espressione artistica”, commenta laconico Collodoro/Robico. Avevo ricevuto carta bianca per realizzare il tutto a mia libera interpretazione; l’unico riferimento femminile era lo sfondo rosa. Cambiandolo viene meno il senso e il nome dell’opera, che raffigura solo uomini”.

22.2.22

Reggio Emilia, si presenta ai carabinieri: "Arrestatemi prima che ammazzi la mia ex moglie". Arrestato per atti persecutori

  E'  la  prima  volta   che  io  ricordi  che  uno stalker si auto denunci e  riesca  a fermarsi  prima  di  fare   un femminicidio





Tragedia sfiorata? Forse, ma questa volta è finita diversamente. Un uomo di 50 anni della provincia di Reggia Emilia è stato arrestato con l’accusa di atti persecutori.
In caserma, davanti ai Carabinieri ha chiesto testualmente di essere arrestato perché viceversa avrebbe ammazzato l'ex moglie. Sotto casa di lei l'aveva riempita di minacce ("ti ammazzo", "ti taglio la gola", "ti taglio la testa"), poi - una volta convocato in caserma dai Carabinieri di Scandiano (Reggio Emilia) - ha confermato tutto riferendo testualmente: "Se non mi arrestate adesso lo farete quando l'ho uccisa, mi dovete arrestare altrimenti la uccido, se non mi ammanettate la uccido".
E alla fine l'uomo, 50enne, è stato arrestato con l'accusa di atti persecutori.
Dapprima si era presentato sotto l'abitazione dell'ex consorte minacciandola e spaventandola; così la donna aveva chiamato i Carabinieri, i quali si sono poi sentiti ripetere in diretta "le gravi minacce tanto che alla luce della flagranza di reato di atti persecutori veniva tratto in arresto", riferisce la nota dei militari.

21.2.22

Firenze: "Sei incinta? E che problema c'è? Ti assumo lo stesso", la reazione del datore di lavoro spiazza la candidata al posto

quanto è umano lei diceva un famoso comico ed la stessa cosa dico pure quando un imprenditore \ datore di lavoro si comporta cosi in questa situazione .Il fatto che storie come queste siano ancora una notizia dimostra quanto sia lungo il cammino da percorrere per sradicare le disuguaglianze di genere.

repubblica  21\2\2022



Federica Granai, 27 anni, ha scoperto lo stato di gravidanza


essere stata selezionata da VoipVoice. Lo ha confessato tremante al titolare ed è stata sorpresa dalla risposta. "Dovrebbe essere sempre così", dice l'imprenditore


Era rimasta senza lavoro a causa della pandemia e ha iniziato a cercarne uno nuovo. Quando ha trovato l'azienda giusta che ha deciso di assumerla ha scoperto di essere incinta e ha avuto paura che avrebbe perso per sempre quell'opportunità. E invece è andata in modo diverso, felicemente e inaspettatamente diverso.

Federica Granai ha 27 anni, vive a Santa Croce sull'Arno (Pisa) ed è originaria di Cerreto Guidi (Firenze). Per cinque anni è stata la responsabile del servizio clienti per un'azienda di luce e gas. A giugno 2020  per lei arriva la cassa integrazione. Si candida per il posto di customer care per VoipVoice, azienda di Montelupo Fiorentino (Firenze) che si occupa di telecomunicazioni e servizi informatici. Supera tutti gli ostacoli, dopo il colloquio iniziale ne segue un altro, poi tre prove pratiche e infine il colloquio con l'amministratore delegato e proprietario dell'azienda, Simone Terreni. Federica Granai supera tutte le prove e risulta essere la migliore tra i tanti candidati che ambivano a quel posto di lavoro.
Quando la responsabile della selezione delle risorse umane le comunica il periodo di prova, Granai chiede di poter parlare con Terreni. La voce tremante e lo sguardo
pieno di timore, la donna comunica al suo futuro capo: "Per correttezza, prima di cominciare, ti dico che sono incinta".  "E che problema c'è?" le risponde Terreni. "Mi ha spiazzato - dice la donna -. Ero quasi in lacrime, mi aspettavo di essere accompagnata alla porta d'uscita e invece lui mi ha aperto quella d'ingresso. Mi ha dato la possibilità di prendere anche la maternità facoltativa oltre a quella obbligatoria. Ho creduto che potessero scartarmi perché aspettavo un bambino". Federica aveva completato il corso di formazione che l'azienda prevede per i neo-assunti. Il suo primo giorno di lavoro era fissato per il 7 settembre. "Il 28 agosto ho scoperto di essere incinta. Mi è caduto il mondo addosso perché dopo che la vecchia azienda mi aveva messo in cassa integrazione e avevo saputo di aver superato il primo colloquio in VoipVoice, mi sono licenziata. Conosco storie di moltissime donne rifiutate perché madri, o per la loro volontà di esserlo in futuro. Ho creduto che mi chiedessero di tornare dopo il parto o peggio, che mi avrebbero esclusa. Così avrei perso anche la disoccupazione Naspi. Nel 2022 le donne sono costrette a scegliere tra carriera e famiglia. Siamo succubi del sistema, sembra che non possiamo ambire alla stessa vita che può fare un uomo" dice Federica Granai. "Invece sono rimasta sorpresa. Il primo febbraio sono tornata al lavoro, oggi il mio bimbo compie dieci mesi. Ho un orario di lavoro flessibile con alcuni giorni in smart working, che mi permette di conciliare lavoro e famiglia".

"È così che dovrebbe essere per tutti" commenta l'ad Simone Terreni. "La gravidanza per noi non è assolutamente un problema. Non chiediamo mai a una donna se ha figli o se ha intenzione di averli". Tutte le mattine Terreni scrive un post sui suoi canali social per parlare dell'azienda. La storia di Federica Granai su LinkedIn ha avuto due milioni di visualizzazioni. "Tante donne mi hanno raccontato di avere avuto un'esperienza negativa. Un uomo mi ha scritto 'Mia moglie la hanno assunta, ma è successo in Svezia'. Sono sinceramente stupito. Credo di aver toccato un nervo scoperto della nostra società". L'azienda di Montelupo Fiorentino attua una procedura di selezione del personale molto complessa, con diversi colloqui e prove tecniche. "Qualcuno ci critica per questo. Noi lavoriamo con GiovaniSì di Regione Toscana, una volta selezionato il personale facciamo un contratto di apprendistato per tre anni e poi il tempo indeterminato. Quando si trova la persona idonea a ricoprire il ruolo e investiamo su di lei, perché dovremmo privarcene? Soltanto perché per un periodo sarà in maternità? Qualcuno mi ha scritto che se si ha bisogno urgente di una figura professionale per l'azienda, il periodo di maternità può essere un ostacolo. Ma noi non dobbiamo tappare buchi all'improvviso, pianifichiamo. Per me come imprenditore è un motivo d'orgoglio che le persone che lavorano con me possano crescere e realizzarsi e fare un progetto di vita. Il lavoro è un patto e in quanto tale è anche etico, si basa su una scelta reciproca, non è sfruttamento. Inoltre la nostra è un'azienda informatica, per noi è fondamentale usare gli strumenti digitali. C'è lo smart working e ci sono i servizi in cloud, perché non utilizzarli?". 

20.2.22

un prete a passo con i tempi don matteo sacerdote di Lonato del Garda nel Bresciano è diventato una star dei social citando le canzoni di Sanremo nelle sue omelie.

estratto al video   di repubblica 
  Una scelta inusuale, ma in perfetta coerenza con il suo stile di predicazione, come ha spiegato al Giornale di Brescia: «Tutte le domeniche spiego il Vangelo attraverso la quotidianità: questo è l’insegnamento di Gesù, che nel suo stare tra la gente contestualizzava la parola del Padre nella vita di tutti i giorni. Il Vangelo di quella domenica raccontava la chiamata di Pietro. I “brividi” sono quelli provati verosimilmente da Pietro quando per la prima volta incontra Gesù. La sua vita assomiglia tanto alla nostra, vogliamo amare questo Dio ma siamo fragili e cadiamo. Sbagliamo sempre, appunto ». Un apertura   all'attualità  

/da  repubblica  20\2\2022

Per spiegare il Vangelo ai fedeli ha usato nella sua omelia domenicale le parole di Blanco e Mahmood, di Elisa e di Gianni Morandi: l’idea è venuta a don Matteo Selmo, 38enne co-parroco di Lonato del Garda (nel Bresciano) e grande appassionato di musica, che è diventato una star dei social citando e soprattutto cantando dal pulpito le tre canzoni sul podio dell’ultima edizione del Festival di Sanremo.Con la musica parlo a tutte le generazioni"

                       di Lucia Landoni


“Per me la musica è vita e mi sono reso conto una volta di più di quale strumento straordinario sia. Proprio grazie alla musica sono riuscito a raggiungere con le mie parole tutte le generazioni – racconta don Matteo – Nei giorni scorsi, quando Blanco ha citato il video in cui cantavo un frammento di ‘Brividi’, mi hanno contattato moltissimi ragazzi, mentre adesso è stato Gianni Morandi a pubblicarlo sulla sua pagina Facebook e questa volta mi hanno scritto genitori e nonni”. Ora manca solo la reazione di Elisa, “di cui sono un grandissimo fan, tant’è vero che uso spesso le sue canzoni durante le omelie – continua il sacerdote – Citando il Festival di Sanremo ho accostato l’attualità alla parola di Dio, esattamente come faceva Gesù quando trasformava episodi di vita quotidiana in parabole. Non ho fatto nulla di eccezionale, lui è stato il vero innovatore”

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...