7.11.08

sono imbecille non capisco l'umorismo Berlusconiano









Ho  scritto   ,   dopo  aver  sentito  quello che  ha  detto   di Obama  e  ha replicato  a   chi lo criticava   (  trovate il video  sopra  )  per la  sua  infelice  battuta   un  'email di scuse   al sito \  blog  di Barak Obama www.barackobama.com/index.php purtroppo  in Italiano  ,  dato che  non ho t anta dimestichezza  in inglese  al  sito  di obama :
<<  Caro Presidente  Usa   e  cari americani
vorrei chiedervi scusa   per  il pessimo humor   del nostro   presidente  dove  le  sue  battute   , soprattutto quelle   verso gli esponenbti degli stati esteri   sono   proprio  battuta (  se  tali si posso  chiamare  )  terra-terra degea di un personaggio privo di morale  comne   lui  è   vedere   i reportage    \  documentari fgatti   dalla  Fox   su di lui 
. Mi vergogno   sia  di lui sia  dei  Chissà se i dirigenti del PD   che non capisco o e  chissà  se mai l0 capiranno mai che è stucchevole, e anche un tantino stupido, dire a Berlusconi che deve chiedere scusa ! Bisogna solo dirgli che è un gran cafone.
per   farvore ignoratelo .  o  scherzateci sui comeavete  dimostrato di saperlo fare  davanti  alle offese  e aaalle insinuazionei che  ti  sono   statre  rivolte  durtante la  campagna elettorale  .  Un italiano   che    ha   ancora  un po'  di  dignità  e  si  vergogna    della  sua   classe politica    e non  comne quelli che    oltre  ad  averlo votato ed  hanno contribuito alla sua rieleziondovrebbero vergognarsi quelli che e e che ora fanno finta di scandalizzarsi. >>  
e  proporrei  a tutti gli italiani,che non si riconoscono in questi personaggi di fare  altrettanto doimostriamo  all'estero  che non tutti  gli italiani sono cosi   ed  evitiamo  che  ridono come  già stanno facendo   . Infatti nostro malgrado ha fatto il giro del mondo. Con tanto di immagini. Il video di Berlusconi che da Mosca sfotte il neo presidente degli Stati Uniti è finito sulla Cnn.


Campeggia sull’home page di Drudge Report, il Dagospia d’oltreoceano, mentre tutte le edizioni web dei principali giornali del mondo hanno ripreso al volo il lancio d’agenzia. Ne parlano i britannici Guardian e Times, il tedesco Spiegel, lo spagnolo El Mundo, solo per citarne alcuni.
International Herald Tribune lo definisce «unconventional» e ricorda altre chicche del passato, come quando fece il «playboy» con la premier finlandese. E per ore il pezzo resta in vetta alla lista dei «Most e-mailed», gli articoli più inviati agli amici. Per farsi due risate. Beati loro che se lo possono permettere.

Se continua a far le battute che faceva quando suonava sulle navi da crociera, dovrebbe tornare a farlo... magari oggi la nave sarebbe sua, ma lì non si scandalizzerebbe nessuno
e non  farebbe  fare  figure  di  m...  all'intero popolo  .
Questa  è  l'unica  soluzione per  resistere   alle  figuracce  che  ci  fa  fare  e
a  chi    dice     che  il suo humor  :<< Non dimentico mai una faccia, ma nel tuo caso sarei felice di fare un’eccezione >> Groucho Marx frase tratta dal libro di Glenn Mitchell, “The Marx Brothers Encyclopedia” (2003) >>  e  con   le parole  di  Corrado Augias   nella  rubrica  Lettere.commenti.Idee.  dela repubblica  di oggi 7\11\2008  << (....)   Definendo Humor   le  sue incaute parole  Berlòusconi  dimostra non solo di   non saper  padroneggiare   il  linguaggio dela democrazia   ma   di non rendersi neppure  conto   del deprimente    livello   suo "  umorismo " >>   e   che aggiungo io  il razzismo   non è solo quello  (  ne  abbiamo avuto esempio   dallle  violenze  fisiche  dela  destra  extraparlamentare   e     dale parole   verbali  di quella parlamentare  ) , ce n'è  uno  di più subdolo ed  insidioso  proprio perchè meno evidente   e , fatto di sfumature  e aggettivi   equivoci dhe lasciano   però il segno nei soggetti  meno  provveduti  .
Concludipo  dedicandogli   come  colonna sonora  questa  canzone  di  Rino Gaetano ( 1950-1981 ) 
  trovate  qui un video  ironico e  divertente  


                           Capo  fortuna

Cittadini lavoratori alle ore
diciotto il nostro
beneamato segretario sarà con noi
Ma che fortuna grazie alla luna
capofortuna stasera è con noi
ha una gran testa come uomo e una bestia
sembra immortale ma è come noi
lui è stato sempre puro come l'alito di chi
non beve e non fuma lava i denti tutti i di
profuma di roba francese e sulla camicia ha un foulard di chiffon
regala sorrisi distesi ai suoi elettori ai bambini bon bon
ma che fortuna capofortuna
guarda stasera con noi la tv
classe di ferro ha fatto la guerra
è tanto bello che sembra Gesù
lui è stato sempre puro come l'alito di chi
non beve e non fuma lava i denti tutti i di
profuma di roba francese e sulla camicia ha un foulard di chiffon
regala sorrisi distesi ai suoi elettori ai bambini bon bon
non teme ne estate ne inverno se andrà all'inferno ci andrà col gilet
dimentica i tuoi problemi imbarca i tuoi remi lui pensa per te
inaugura mostre e congressi autostrade e cessi ferrovie e metrò
sorride ai presenti commosso se punta sul rosso sa che vincerà
se gioca a tressette è campione se fuma un cannone si sente un pascià
reprime rivolte e sommosse e cura la tosse alle cinque col te
sostiene già tesi avanzate e tutta l'estate la passa in tournèe


"Ricostruiamo l'America come Lincoln"

«Se ancora c' è qualcuno che dubita che l' America sia un luogo nel quale tutto è possibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è tuttora vivo in questa nostra epoca, questa notte ha avuto le risposte che cercava. La risposta sono le code fuori dalle scuole e dalle chiese. La risposta sono le persone che hanno atteso anche tre o quattro ore in fila perché credevano che la loro voce potesse fare la differenza. La risposta è la voce di giovani e vecchi, ricchi e poveri, democratici e repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi d' America, gay, eterosessuali, disabili e non disabili: tutti americani che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati un insieme di Stati Rossi e Stati Blu. Noi siamo e sempre saremo gli Stati Uniti d' America.

È occorso molto tempo, ma il cambiamento è arrivato in America.

McCain ha avuto forza

Ho appena ricevuto una telefonata molto cortese dal senatore McCain. Ha combattuto a lungo e con forza in questa campagna, e ha combattuto ancora più a lungo e con maggiore forza per il Paese che ama. Voglio qui ringraziare il mio partner in questa avventura, un uomo che ha viaggiato da pendolare ogni giorno per tornare a casa propria nel Delaware, il vice-presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden.

Mia nonna ci guarda

Io non sarei qui questa sera senza il sostegno continuo della mia migliore amica degli ultimi sedici anni, la roccia della mia famiglia, l' amore della mia vita, la prossima first lady della nazione, Michelle Obama. Sasha e Malia: vi amo entrambe moltissimo. Inoltre vi siete guadagnate il cucciolo che verrà con noi alla Casa Bianca. So che mia nonna ci sta guardando, insieme a tutta la famiglia che ha fatto di me ciò che io sono. In questa sera così unica mi mancano, e so che il mio debito verso di loro non è neppure quantificabile.

Cinque dollari per la causa

Ma questa vittoria appartiene a voi. La nostra campagna non è stata pianificata nelle grandi sale di Washington, ma nei cortili di Des Moines, nei tinelli di Concord, sotto i portici di Charleston. È stata realizzata da uomini e donne che lavorano, che hanno attinto ai loro scarsi risparmi messi da parte per offrire cinque dollari, dieci dollari, venti dollari alla causa. Milioni di americani si sono adoperati come volontari, si sono organizzati, e hanno dimostrato che, a distanza di oltre due secoli, un governo del popolo, fatto dal popolo e per il popolo, non è sparito dalla faccia di questa Terra. Questa è la nostra vittoria.

Le guerre e l' incubo-mutui

Anche se questa sera festeggiamo, sappiamo che le sfide che il futuro ci presenterà sono le più ardue della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi finanziaria da un secolo a questa parte. In questo stesso momento ci sono degli americani coraggiosi che si stanno svegliando nei deserti iracheni, nelle montagne dell' Afghanistan dove rischiano la loro vita per noi. Ci sono madri e padri che si arrovellano chiedendosi se ce la faranno a pagare il mutuo o il conto del medico o a mettere da parte abbastanza soldi per pagare il college. La salita sarà ripida La strada che ci si apre di fronte sarà lunga. La salita sarà ripida. Ma io non ho mai nutrito maggiore speranza di quanta ne nutro questa notte qui insieme a voi. Io vi prometto che noi come popolo ci riusciremo! Ci saranno battute d' arresto e false partenze. Ci saranno molti che non saranno d' accordo con ogni decisione che varerò da Presidente. Ma io sarò sempre onesto con voi. Vi darò ascolto, specialmente quando saremo in disaccordo. E soprattutto, vi chiedo di unirvi nella ricostruzione della nazione nell' unico modo con il quale lo si è fatto in America per duecentoventi anni: mattone dopo mattone, un pezzo alla volta, una mano callosa nella mano callosa altrui. Troviamo e mettiamo insieme dunque un nuovo spirito di patriottismo, nel quale ciascuno di noi decida di darci dentro, di badare non soltanto al benessere individuale, ma a quello altrui. Non possiamo avere una Wall Street prospera mentre Main Street soffre: noi ci eleveremo o precipiteremo come un' unica nazione, come un unico popolo.

La meschineria dei repubblicani

Resistiamo dunque alla tentazione di ricadere nella stessa meschineria e immaturità che per così tanto tempo ha avvelenato la nostra politica. Ricordiamoci che c' è stato un uomo proveniente da questo Stato che ha portato per la prima volta lo striscione del Partito Repubblicano alla Casa Bianca, un partito fondato sui valori della fiducia in sé, della libertà individuale, dell' unità nazionale. Sono questi i valori che abbiamo in comune e mentre il Partito Democratico si è aggiudicato una grande vittoria questa notte, noi dobbiamo essere umili e determinati per far cicatrizzare le ferite che hanno finora impedito alla nostra nazione di fare passi avanti. Come Lincoln disse a una nazione ancora più divisa della nostra, «noi non siamo nemici, ma amici, e anche se le passioni possono averlo allentato non dobbiamo permettere che il nostro legame affettivo si spezzi». E a quegli americani il cui supporto devo ancora conquistarmi, dico: forse non ho ottenuto il vostro voto, ma sento le vostri voci, ho bisogno del vostro aiuto e sarò anche il vostro Presidente.

La lanterna accesa

A coloro che ci guardano questa sera da lontano, da oltre le nostre coste, dico: le nostre storie sono diverse, ma il nostro destino è comune e una nuova alba per la leadership americana è ormai a portata di mano. A coloro che invece vorrebbero distruggere questo mondo dico: vi sconfiggeremo. A coloro che cercano pace e tranquillità dico: vi aiuteremo. E a coloro che si chiedono se la lanterna americana è ancora accesa dico: la vera forza della nostra nazione non nasce dalla potenza delle nostre armi o dal cumulo delle nostre ricchezze, bensì dalla vitalità dei nostri ideali: democrazia, libertà, opportunità e tenace speranza.

Il voto della signora Ann

Una storia di queste elezioni è nella mia mente più presente di altre, quella di una signora che ha votato ad Atlanta: è Ann Nixon Cooper e ha 106 anni. È nata a una sola generazione di distanza dalla fine della schiavitù. A quei tempi le persone come lei non potevano votare perché donne e per il colore della pelle. Questa sera io ripenso a tutto quello che lei deve aver visto in questo secolo in America, alle sofferenze e alla speranza, alle battaglie e al progresso, a quando ci è stato detto che non potevamo votare e alle persone che invece ribadivano questo credo americano: Yes, we can. Nell' epoca in cui le voci delle donne erano messe a tacere e le loro speranze soffocate, questa donna le ha viste alzarsi in piedi, alzare la voce e dirigersi verso le urne. Yes, we can.

La lezione del New Deal

Quando c' era disperazione nel Dust Bowl (la zona degli Usa divenuta desertica a causa delle tempeste di vento degli anni '30-ndt) e depressione nei campi, lei ha visto una nazione superare le paure con un New Deal, nuovi posti di lavoro, un nuovo senso di ideali condivisi. Yes, we can. Quando le bombe sono cadute a Pearl Harbor, e la tirannia ha minacciato il mondo, lei era lì a testimoniare in che modo una generazione seppe salvare la democrazia. Yes, we can. Reagire al cinismo Era lì quando c' erano gli autobus di Montgomery, gli idranti a Birmingham, un ponte a Selma e un predicatore di Atlanta che diceva alla popolazione : «Noi supereremo tutto ciò». Yes, we can. E ora chiediamoci: se le mie figlie dovessero vivere tanto a lungo quanto Ann Nixon Cooper, a quali cambiamenti assisteranno? Quali progressi avremo fatto per allora? Questa è la nostra ora. Dobbiamo reclamare il Sogno Americano e riaffermare quella verità fondamentale: siamo molti ma siamo un solo popolo. Viviamo, speriamo, e quando siamo assaliti dal cinismo, dal dubbio e da chi ci dice che non potremo riuscirci, noi risponderemo con quella convinzioni che riassume lo spirito del nostro popolo: Yes, We Can. Grazie. Dio vi benedica e possa benedire gli Stati Uniti d' America.




(traduzione di Anna Bissanti - dal sito Cnn) - BARACK OBAMA


"Repubblica", 6 novembre 2008


ULTIM'ORA. Berlusconi, "operazione simpatia": Obama? Bello, giovane e abbronzato
Mi vergogno d'essere italiana (e bianca).




Senza titolo 1013

  VE LO RICORDATE IL FUMETTO PANTERA BIONDA ?  :-)


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6.11.08

Grande lezione, Pd impara

L'America ci ha dato una grande lezione di come si deve far politica, il partito democratico e tutte le forze che si riconoscono nei valori della sinistra dovrebbero prenderne esempio. La Clinton e Obama se le sono date di santa ragione , metaforicamente parlando, per decidere chi dovesse rappresentare il partito democatico nelle elezioni Americane. Poi il candidato è stato scelto.


A quel punto tutto il partito democratico, anche chi sosteneva altri candidati ,si è unito per appoggiare il vincente della disputa iniziale.
Bisognava vincere le elezioni e le hanno vinte soltanto perchè si sono uniti nel sostenere un unico candidato


In Italia, invece, la nostra sinistra che vive di lacerazioni interne e di personali protagonismi, non è stata mai capace di unire le sue forze in un unico grande movimento.


Anzi, ad ogni occasione non ha fatto altro che formare nuovi partitelli per rivendicare questa o quella particolare idea.


Quando si è formato il Pd l'unica cosa intelligente sarebbe stata che tutte le forze di sinistra si fossero convogliate in quel movimento, od un altro, ma uno, per farlo forte e competitivo, lasciando perdere una volta per tutte le varie sigle partitiche.


Bisognava saper rinunciare al proprio campanile in nome del bene della sinistra, e invece no, ci si è ulteriormente spezzettati in sinistre critiche, rifondazioni, sinistre arcobaleni e sinistre vaffanculo.
Ogni insignificante, numericamente parlando, partitello, doveva metterci la propria pezza altrimenti non si "sentiva rappresentato", risultato: ha vinto la destra.


Chissà che la lezione Americana non aiuti anche questa nostra povera Italia alle prossime elezioni.


Sarebbe un sogno pensare che finalmente anche qui da noi si potesse formare un unico movimento di sinistra in grado di presentarsi unito al confronto elettorale ?


Naturalmente questo presupponerebbe che il candidato in questione fosse il candidato di tutti, come lo è stato Obama nel suo partito, e che non ci fossero, in caso di vittoria, i soliti protagonisti che ad ogni piè sospinto minacciano di far cadere il governo; quando si firma un programma bisogna sostenerlo, anche a costo di scendere a qualche compromesso. Il bene comune dovrebbe essere al di sopra di meschini giochi di potere.


Ma forse questo è proprio solo un sogno di una persona che crede ancora che in Italia ci potrà essere un giorno una sinistra unita.


 

Senza titolo 1012

Mi stavo preparando con la dovizia e la precisione che uso quando aspetto un cliente qualsiasi. Una doccia. Creme profumate per tutto il corpo. Balsamo delicato alla pesca per i miei capelli neri. Vestiti leggeri. Un trucco appena accennato. Sapevo acconciarmi in maniera camaleontica a seconda del cliente che avevo di fronte, anche se  quello di oggi non era un cliente, ero io la sua cliente.


 


 


Driin…


Sei e quindici di un pomeriggio afoso. Il campanello squillò con una puntualità disarmante, ero agitata ma non lo davo a vedere, forse.


 


“Salve Dottore!”


“Ciao Maria. Chiamami Paolo, anche perché io ti chiamerò semplicemente Maria.”


Con una frase mi aveva già messa a mio agio e tutta la stanza si tranquillizzò insieme a me, persino le pareti che, al suo ingresso, erano rigide e ferme, sembravano come se si fossero rilassate d’un colpo. Era un uomo alto, dai capelli neri e occhi invadenti; sembrava mi stesse scrutando da capo a piedi soffermandosi più volte sulle mie forme. Aveva un potere ipnotico e calamitava a se il mio sguardo stranamente intimidito.


“Maria, andiamo nella tua camera da letto!”


“Ma veramente…”


“Tranquilla. Devi stenderti e rilassarti per parlare con me.”


“Va bene, mi segu…em.. seguimi Paolo.”


“Allora, Maria, che lavoro fai? Abbiamo solo tre quarti d’ora.”


 


Luja

perchè celebro oggi il 4 novembre

come saprà  chi è  iscritto come  utente  , o  anche chi mi segue  senza  scrivee  ,  odio la retorica ufficiale   e  soprattutto  quella  strumentale  e  fin   da quando il fascismo diventa regime   tale   datcelebrazione  è stata  più retorica   e strumentale  che mai  .

Io voglio celebrarla    , con due   2 contributi esterni  .

Il primo  e la  fotro del sacrario del sacrartio dela  1  guerra mondiale  , dove  è sepolto  il corpo (  o  quel che ne  resta  di  un  mio prozio morto giovanissimo   aveva  18 anni   ,  saltando  su una mina    durante  la rotta   di caporetto  del 1917
)


e con  il  video    Enjoy The Silence dei  Depeche Mode







 Godere Il Silenzio

Parole come violenza
Rompono il silenzio
Arrivano schiantandosi
Nel mio piccolo mondo
Sono dolorose per me
Mi penetrano direttamente
Non puoi capire
Ragazzina

Tutto ciò che ho sempre voluto
Tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno
È qui nelle mie braccia
Le parole sono davvero superflue
Possono solo fare male

Le promesse sono fatte
Per essere spezzate
Le emozioni sono intense
La parola è banale
I piaceri rimangono
Così fa la paura

La parola è insignificante
E obliabile

Tutto ciò che ho sempre voluto
Tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno
È qui nelle mie braccia
Le parole sono davvero superflue
Possono solo fare male.



che  insieme  a  zitti  zitti  degli areoplaniitaliani  e l'immortale  canzone   The Sound Of Silence di Simon & Garfunkel  è  colonna  sonora  del post  d'oggi 

Concludo  questo post   con  consiglio letterario    è un anno sulll'altipiano   di  Emilio  Lussu  (   non lo  ha  lo può trovare  in edicola  dall 11  novmbre    con  l'introduzione di Mario R Stern   con l'unità  )    . Il fatto che a settant'anni dalla sua pubblicazione Un anno sull'altipiano continui regolarmente a essere ristampato da Mondadori sta a dimostrare il valore e la forza di questo libro. Nonostante sia stato a lungo trascurato dai critici sia accademici che militanti, vi sono recenti letture che mettono in luce la qualità letteraria di questa e altre opere di Lussu (come Marcia su Roma e dintorni), e sostengono che nelle pagine di questo memoriale-romanzo si anticipano tecniche e idee della successiva letteratura del XX secolo. Un indizio della recente rivalutazione è l'inserimento di Un anno sull'altopiano nel "canone" delle 137 opere fondamentali della Letteratura Italiana Einaudi. Dal romanzo ha preso ispirazione anche Francesco Rosi per il bellissimo film Uomini contro, 1970 con Gian Maria Volonté.

Troll informatici

Non metterò mai abbastanza in guardia la gente su questo fenomeno:Non lasciamoci bloccare dai Troll!


I Troll informatici sono persone balorde che hanno come unico scopo di rompere le scatole altrui,alle volte rovinando tutto il loro lavoro,non dobbiamo lasciarci sopraffare da questi personaggi che vogliono ridurre tutto ad un lungo sproloqiuo senza senso.


Se venite "attaccati" da Troll l'unica mossa utile è ignorarli di modo che se ne vadano da soli.


Ulteriori dettagli su cosa sono e come evitarli li trovate a QUESTA PAGINA oppure QUI


 Do-not-feed-the-troll

Radici di pietra


affresco


Radici di pietra


L'elenco si allunga
chiese strappare
radici dimenticate !
A noi resta solo il silenzio
di una  lunga attesa.
Pietre silenziose consumate
sepolte sotto uno strato di polvere.
Dove si trova la gloria
la storia di un popolo antico?
le nostre radici sono racchiuse
dentro queste pagine di pietra.
Se non si comprende questo
seguitiamo a scrivere  in silenzio
a cercare nelle pagine di pietra.
La nostra  fede
la nostra vita
la nostra storia.
Tutto resterà  sepolto
sotto uno strato di macerie.


franca bassi


orchidea cegliese


Un fiore virtuale per Madonna della Grotta
 


Senza titolo 1011

  LA CONOSCETE LA FIABA LA RONDINE ?  :-)


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Senza titolo 1010

  L'AVETE VISTO IL FILM GENTE DI ROMA ?  :-)


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5.11.08

Hussein, da non credere!


Ho puntato la sveglia alle 5,30 e sono stato fortunato. Così ho visto in diretta Jesse Jackson ascoltare Obama in silenzio, immobile, mentre le lacrime gli rigavano il volto. E sul quel viso c'era Martin Luther King, Angela Davis, Nelson Mandela. Ho seguito il discorso di McCain, dignitoso e rispettoso della contesa. Laggiù quando si perde non si invocano i brogli. Poi Obama. Già. E così mentre in Italia si faranno classi separate per bianchi e diversi dal bianco, negli Usa eleggono presidente un uomo nato a Honolulu da padre Kenyota, vissuto da piccolo in Indonesia. Che di nome fa Barack Hussein! Insomma una svolta epocale. E siccome al di là dei massimi sistemi si vive anche di piccole soddisfazioni, stamattina davanti al caffè ho immaginato il cattivo risveglio di Borghezio, Boso, Calderoli, Castelli, Bossi e compagnia. Gentaglia che siamo riusciti a mandare al governo del nostro paese. E il prode Gasparri che non si è risparmiato la cialtronata giornaliera (Al Qaeda sarà contenta). E che dire di quel pirlone di ministro degli esteri che si è affrettato a dire che tra Obama e il suo capo ci sono molte similitudini. Certo, come tra la Gioconda e Cicciolina. Per compiacere il cavaliere c'è chi mangerebbe sterco e direbbe che sa di cacao. Non so se Obama cambierà il mondo. So però che non sarà più il mondo del gruppo di texani che stava attorno a Bush e che la maggioranza degli americani ha già consegnato alla storia definendoli "vecchi scemi bianchi". Barack Hussein. Che giorno quel 5 novembre 2008!




Raffaele Mangano



Hussein, da non credere!


Ho puntato la sveglia alle 5,30 e sono stato fortunato. Così ho visto in diretta Jesse Jackson ascoltare Obama in silenzio, immobile, mentre le lacrime gli rigavano il volto. E sul quel viso c'era Martin Luther King, Angela Davis, Nelson Mandela. Ho seguito il discorso di McCain, dignitoso e rispettoso della contesa. Laggiù quando si perde non si invocano i brogli. Poi Obama. Già. E così mentre in Italia si faranno classi separate per bianchi e diversi dal bianco, negli Usa eleggono presidente un uomo nato a Honolulu da padre Kenyota, vissuto da piccolo in Indonesia. Che di nome fa Barack Hussein! Insomma una svolta epocale. E siccome al di là dei massimi sistemi si vive anche di piccole soddisfazioni, stamattina davanti al caffè ho immaginato il cattivo risveglio di Borghezio, Boso, Calderoli, Castelli, Bossi e compagnia. Gentaglia che siamo riusciti a mandare al governo del nostro paese. E il prode Gasparri che non si è risparmiato la cialtronata giornaliera (Al Qaeda sarà contenta). E che dire di quel pirlone di ministro degli esteri che si è affrettato a dire che tra Obama e il suo capo ci sono molte similitudini. Certo, come tra la Gioconda e Cicciolina. Per compiacere il cavaliere c'è chi mangerebbe sterco e direbbe che sa di cacao. Non so se Obama cambierà il mondo. So però che non sarà più il mondo del gruppo di texani che stava attorno a Bush e che la maggioranza degli americani ha già consegnato alla storia definendoli "vecchi scemi bianchi". Barack Hussein. Che giorno quel 5 novembre 2008!


Raffaele Mangano

aggiornamento sul post dell'incursione fascistimin Rai

ho ricevuto molte  e mail , da  simpatizzanti  di casa  pound  e  affini   , dicendo che faccio disinformazione   e che non è vero che  hanno fatto minacce  .





Se loro dicono  che  è  stato un ingresso pacifico  e che  non erano  a volto coperto   mi chiedo  perchè   come si vede da questo video  hanno  scavalcato i  tornelli  ? perchè  alora   hanno coem potete evidenziarte  dai due  filmati  a confronto  quello d casa pound  riportato  anche   nel post  precedente   e  quello delle  telewcamere  a circuito chiuso  delal rai  .
che non è vero che non hanno minacciato nessuno  .  E qui  gli do ragione   , perchèp  ho sbagliato io  . Infatti le minacce   sono partite  Sono intestate direttamente a Roberto Fiore, europarlamentare e segretario del movimento politico neofascista Forza Nuova, due delle quattro utenze telefoniche utilizzate questa mattina per minacciare pesantemente la redazione della trasmissione televisiva Chi l'ha visto. A sostenerlo, oggi pomeriggio, diverse agenzie giornalistiche che citano fonti della Digos romana.
Ora  mi chiedo perchè Forza Nuova sia intervenuta sul caso, dato che Blocco Studentesco non è collegato a partito di Fiore bensì alla Fiamma Tricolore e al circuito di occupazioni di destra Casa Pound  per  solidarietà politica  fra  carogne  (   senza per  questo criminalizzare   chi  è di destra perchè esiste  anche    se in italia   e  labile   e difficile  da individuare  una  destra liberale  e  antifascista  )  opure  perchè   c'è un'alleanza  fra   l  dfestra  pseudo  parlamentare  (  forza  nuova  ) e  destra  extraparlamantare    casa  pound  e  affini  ? 
NON E' UN GESTO DI UN GRUPPO DI ESALTATI !!!
C'è qualcuno (e sottolineo "qualcuno") che ha organizzato da dietro le quinte l'Aggressione a Piazza Navona e il Secondo Atto alla Redazione di "Chi l'ha Visto?" - il movente è facile da intuire, quello che serve è il MANDANTE... visto che  nessuno dal centro destra  o    dela Pdl ha  espresso  solidarietà   anche  ipocrita   e pelosa  alla  curatrice dela trasmissione   o  sdegno     verso tale   atto  .


Senza titolo 1009

Mai una canzone ha scritta quasi 50 anni fà ne trovate sotto un video dei fans di Obana




e qui la storia e altre informazioni sulla  canzone  e qui il testo ha come è stato notare nei post precedenti al mio da voi cdv

Autunno

Da uno stralcio di vigna
sulle colline inondate di bruma
lo sguardo è l’ebbrezza di un attimo.


Tra i calici colmi ed i sigari
brulica a sera il profumo del fuoco
adoperato a fatica ed amore.


Solo parvenze e fruscii per le case
avviluppate ad un fiotto di luna
su una terra che già fiuta l’inverno.


© francesco ballero - ottobre 2008


Senza titolo 1008

  VI PIACEVA IL GRUPPO MUSICALE DEI HAPPY MONDAYS ?  :-)


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IL cambiamento! by donatella camatta

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il cambiamento  è  giunto



sulla  strada  maestra



i venti  sono  a  levante



il sole  sorride  alle piogge  acide



corri vieni  di  giioia immensa



per un starnuto falsato



è  ora  realtà  viva



...



PACE!

IL CAMBIAMENTO è Avvenuto!

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Giornata  di gioia per tutti, la mente umana non ha vacillato i risultati ci danno

la voglia di correre in un prato fatto solo di Pace!

La speranza umana è ultima a morire!



buona giornata amici cari





day of joy

for all, the human mind did not waver results give us

the desire to run in a meadow only Peace!

The hope is the last human to die!

embrace a dear friend

LE TRASFORMAZIONI DI PICTOR

LE TRASFORMAZIONI DI PICTOR 
(Pictor's Verwandlungen, H. Hesse, 1922)

Appena giunto in paradiso Pictor si trovò dinnanzi ad un albero che
era insieme uomo e donna. Pictor salutò l'albero con riverenza e
chiese: "Sei tu l'albero della vita?". Ma quando, invece dell'albero,
volle rispondergli il serpente, egli si voltò e andò oltre. Era
tutt'occhi, ogni cosa gli piaceva moltissimo. Sentiva chiaramente di
trovarsi nella patria e alla fonte della vita.

E di nuovo vide un albero, che era insieme sole e luna.

Pictor chiese: "Sei tu l'albero della vita?".

Il sole annuì e rise, la luna annui e sorrise. Fiori meravigliosi lo
guardavano, con una moltitudine di colori e di luminosi sorrisi, con
una moltitudine di occhi e di visi. Alcuni annuivano e ridevano,
altri annuivano e sorridevano, altri non annuivano e non sorridevano:
ebbri tacevano, in se stessi si perdevano, nel loro profumo si
fondevano. Un fiore cantò la canzone del lilla, un fiore cantò la
profonda ninna-nanna azzurra. Uno dei fiori aveva grandi occhi blu,
un altro gli ricordava il primo amore. Uno aveva il profumo del
giardino dell'infanzia, il suo dolce profumo risuonava come la voce
della mamma. Un altro, ridendo, allungò verso di lui la sua rossa
lingua curva. Egli vi lecco, aveva un sapore forte e selvaggio, come
di resina e di miele, ma anche come di un bacio di donna.

Tra tutti questi fiori stava Pictor, pieno di struggimento e di gioia
inquieta. II suo cuore, quasi fosse una campana, batteva forte,
batteva tanto; il suo desiderio ardeva verso l'ignoto, verso il
magicamente prefigurato.

Pictor scorse un uccello sull'erba posato e di luminosi colori
ammantato, di tutti i colori il bell'uccello sembrava dotato. Al
bell'uccello variopinto egli chiese: "Uccello, dove è dunque la
felicita?".

"La felicità?" disse il bell'uccello e rise con il suo becco
dorato, "la felicita, amico, è ovunque, sui monti e nelle valli, nei
fiori e nei cristalli".

Con queste parole l'uccello spensierato scosse le sue piume, allungò
il collo, agitò la coda, socchiuse gli occhi, rise un'ultima volta e
poi rimase seduto immobile, seduto fermo nell'erba, ed ecco:
l'uccello era diventato un fiore variopinto, le piume si erano
trasformate in foglie, le unghie in radici. Nella gloria dei colori,
nella danza e negli splendori, l'uccello si era fatto pianta. Pictor
vide questo con meraviglia.

E subito il fiore-uccello comincio a muovere le sue foglie e i suoi
pistilli, già era stanco del suo essere fiore, già non aveva più
radici, scuotendosi un po' si innalzò lentamente e fu una splendente
farfalla, che si cullò nell'aria, senza peso, tutta di luce soffusa,
splendente nel viso. Pictor spalancò gli occhi dalla meraviglia.

Ma la nuova farfalla, l'allegra variopinta farfalla-fiore-uccello, il
luminoso volto colorato volò intorno a Pictor stupefatto, luccicò al
sole, scese a terra lieve come un fiocco di neve, si sedette vicino
ai piedi di Pictor, respirò dolcemente, tremò un poco con le ali
splendenti, ed ecco, si trasformò in un cristallo colorato, da cui si
irraggiava una luce rossa. Stupendamente brillava tra erba e piante,
come rintocco di campana festante, la rossa pietra preziosa. Ma la
sua patria, la profondità della terra, sembrava chiamarla; subito
incominciò a rimpicciolirsi e minacciò di scomparire. Allora Pictor,
spinto da un anelito incontenibile, si protese verso la pietra che
stava svanendo e la tirò a se. Estasiato, immerse lo sguardo nella
sua luce magica, che sembrava irraggiargli nel cuore il presentimento
di una piena beatitudine.

All'improvviso, strisciando sul ramo di un albero disseccato, il
serpente gli sibilo nell'orecchio: "La pietra ti trasforma in quello
che vuoi. Presto, dille il tuo desiderio, prima che sia troppo
tardi!".

Pictor si spaventò e temette di vedere svanire la sua fortuna. Rapido
disse la parola e si trasformò in un albero. Giacché più di una volta
aveva desiderato essere albero, perché gli alberi gli apparivano cosi
pieni di pace, di forza e di dignità.

Pictor divenne albero. Penetrò con le radici nella terra, si allungò
verso l'alto, foglie e rami germogliarono dalle sue membra. Era molto
contento. Con fibre assetate succhiò nelle fresche profondità della
terra e con le foglie sventolò alto nell'azzurro. Insetti abitavano
nella sua scorza, ai suoi piedi abitavano il porcospino e il
coniglio, tra i suoi rami gli uccelli.

L'albero Pictor era felice e non contava gli anni che passavano.
Passarono molti anni prima che si accorgesse che la sua felicità non
era perfetta. Solo lentamente imparò a guardare con occhi d'albero.
Finalmente poté vedere, e divenne triste.

Vide infatti che intorno a lui nel paradiso gran parte degli esseri
si trasformava assai spesso, che tutto anzi scorreva in un flusso
incantato di perenni trasformazioni. Vide fiori diventare pietre
preziose o volarsene via come folgoranti colibrì. Vide accanto a se
più d'un albero scomparire all'improvviso: uno si era sciolto in
fonte, un altro era diventato coccodrillo, un altro ancora nuotava
fresco e contento, con grande godimento, come pesce allegro
guizzando, nuovi giochi in nuove forme inventando. Elefanti
prendevano la veste di rocce, giraffe la forma di fiori.

Lui invece, l'albero Pictor, rimaneva sempre lo stesso, non poteva
più trasformarsi. Dal momento in cui capì questo, la sua felicità se
ne svanì: cominciò ad invecchiare e assunse sempre più quell'aspetto
stanco, serio e afflitto, che si può osservare in molti vecchi
alberi. Lo si può vedere tutti i giorni anche nei cavalli, negli
uccelli, negli uomini e in tutti gli esseri: quando non possiedono il
dono della trasformazione, col tempo sprofondano nella tristezza e
nell'abbattimento, e perdono ogni bellezza.

Un bel giorno, una fanciulla dai capelli biondi e dalla veste azzurra
si perse in quella parte del paradiso. Cantando e ballando la bionda
fanciulla correva tra gli alberi e prima di allora non aveva mai
pensato di desiderare il dono della trasformazione.

Più di una scimmia sapiente sorrise al suo passaggio, più di un
cespuglio l'accarezzo lieve con le sue propaggini, più di un albero
fece cadere al suo passaggio un fiore, una noce, una mela, senza che
lei vi badasse.

Quando l'albero Pictor scorse la fanciulla, lo prese un grande
struggimento, un desiderio di felicità come non gli era ancora mai
accaduto. E allo stesso tempo si trovo preso in una profonda
meditazione, perché era come se il suo stesso sangue gli
gridasse: "Ritorna in te! Ricordati in questa ora di tutta la tua
vita, trovane il senso, altrimenti sarà troppo tardi e non ti sarà
più data alcuna felicità". Ed egli ubbidì. Rammemorò la sua origine,
i suoi anni di uomo, il suo cammino verso il paradiso, e in modo
particolare quell'istante prima che si facesse albero, quell'istante
meraviglioso in cui aveva avuto in mano quella pietra fatata.

Allora, quando ogni trasformazione gli era aperta, la vita in lui era
stata ardente come non mai! Si ricordo dell'uccello che allora aveva
riso e dell'albero con la luna e il sole; lo prese il sospetto che
allora avesse perso, avesse dimenticato qualcosa, e che il consiglio
del serpente non era stato buono.

La fanciulla udì un fruscio tra le foglie dell'albero Pictor, alzò lo
sguardo e sentì, con un improvviso dolore al cuore, nuovi pensieri,
nuovi desideri, nuovi sogni muoversi dentro di lei. Attratta dalla
forza sconosciuta si sedette sotto l'albero. Esso le appariva
solitario, solitario e triste, e in questo bello, commovente e nobile
nella sua muta tristezza; era incantata dalla canzone che sussurrava
lieve la sua chioma. Si appoggio al suo tronco ruvido, senti l'albero
rabbrividire profondamente, senti lo stesso brivido nel proprio
cuore. II suo cuore era stranamente dolente, nel cielo della sua
anima scorrevano nuvole, dai suoi occhi cadevano lentamente pesanti
lacrime. Cosa stava succedendo? Perché doveva soffrire cosi? Perché
il suo cuore voleva spaccare il petto e andare a fondersi con lui,
con esso, con il bel solitario?

L'albero tremò silenzioso fin nelle radici, tanto intensamente
raccoglieva in se ogni forza vitale, proteso verso la fanciulla, in
un ardente desiderio di unione. Ohimè, perché si era lasciato
raggirare dal serpente per essere confinato così, per sempre, solo in
un albero! Oh, come era stato cieco, come era stato stolto! Davvero
allora sapeva così poco, davvero era stato così lontano dal segreto
della vita? No, anche allora l'aveva oscuramente sentito e presagito -
ohimè! e con dolore e profonda comprensione pensò ora all'albero che
era fatto di uomo e di donna!

Venne volando un uccello, rosso e verde era l'uccello, ardito e
bello, mentre descriveva nel cielo un anello. La fanciulla lo vide
volare, vide cadere dal suo becco qualcosa che brillò rosso come
sangue, rosso come brace, e cadde tra le verdi piante, splendette di
tanta familiarità tra le verdi piante, il richiamo squillante della
sua rossa luce era tanto intenso, che la fanciulla si chinò e sollevo
quel rossore. Ed ecco che era un cristallo, un rubino, ed intorno ad
esso non vi può essere oscurità.

Non appena la fanciulla ebbe preso la pietra fatata nella sua mano
bianca, immediatamente si avverò il sogno che le aveva riempito il
cuore. La bella fu presa, svanì e divenne tutt'uno con l'albero, si
affacciò dal suo tronco come un robusto giovane ramo che rapido si
innalzò verso di lui.

Ora tutto era a posto, il mondo era in ordine, solo ora era stato
trovato il paradiso, Pictor non era più un vecchio albero intristito,
ora cantava forte Pictoria. Vittoria.

Era trasformato. E poiché questa volta aveva raggiunto la vera,
l'eterna trasformazione, perché da una meta era diventato un tutto,
da quell'istante poté continuare a trasformarsi, tanto quanto voleva.
Incessantemente il flusso fatato del divenire scorreva nelle sue
vene, perennemente partecipava della creazione risorgente ad ogni
ora.

Divenne capriolo, divenne pesce, divenne uomo e serpente, nuvola e
uccello. In ogni forma però era intero, era un "coppia", aveva in se
luna e sole, uomo e donna, scorreva come fiume gemello per le terre,
stava come stella doppia in cielo.

Senza titolo 1007

  QUESTA E' UNA VECCHIA LAMPADA DA FERROVIERE !  L'AVETE MAI VISTA ?  :-)


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4.11.08

anche un fumetto può essere poetico

 ve  ricordate  questo fumetto ?


e  la poesia  contenuta  nelle pagine  centrali della storia   in questione   ?

     ...


E lunghe ore a ingannarci così
a dire lui e lei, sempre gli altri
e i palliativi sono sempre tanti
per non ammettere che siamo qui
e Charlie Brown e Mafalda e la scuola
storie un po' vere a volte inventate
nei pomeriggi d'inverno e d'estate
di strani voli su una parola.

Quando cantavo Plaisir d'amour

tu mi guardavi e ridevi più forte
non lo capivi che ti facevo la corte
o forse capivi e la furba eri tu
e mi hai sospeso su un filo di lana
e mi ci terrai ancora per molto
giovane amore, fiore non colto
o forse si, ma da un'altra mano.

E chi lo sa se anche tu mi vuoi bene

a volte credo di esserne certo
a volte invece sembra tutto uno scherzo
fuggono gli occhi come falene
amica mia sorella speranza
quello che vuoi io non ti dirò
quello che voglio non sentirò
quello che c'è dietro l'indifferenza.

E tutto è morto e tutto è ancor vivo

e solamente tutto è cambiato
quello che provo l'ho sempre provato
e credo ancora in ciò in cui credevo
e il fiocco nero è l'unica cosa
che mi è rimasta con la malinconia
ma insieme a questa stanca anarchia
vorrei anche te, amica mia.

Ma dimmi tu non è meglio così?

Immaginare ed illudersi sempre
qui ad aspettare qualcosa o niente
qui ad aspettare un no o un si
che in ogni caso sarebbero fine
di tutto questo che almeno è un ricordo
così studiato giorno per giorno
fatto di tanti cristalli di brina.

lezione di fascismo dal vivo Casa pound in Rai

vile azione squadrista di Casa Pound contro la trasmissione chi lo ha visto


( pacifica secondo le foto   di  casa pound  ma dai toni e dalle  falsità   scritte  nel comunicato  sul loro  sito   non veritiere  vedendo il video sopra  e  conoscendo il rigore  della  sciarelli   )




sotto due video a confronto dell'azione futurista \ azione squadrista dipende dai punti di vista il primo video di affari i taliani



il secondo video ufficiale di casa pound



Ora se la manifestazione è pacifica e non è vero che era maschertati chiedo a Casa Pounnd perchè 1) se volevate protestare perchè saltate i tornelli ? 2) perchè entrate solo alla fine della trasmissione e non prima ? 3)perchè non telefonate in diretta protestando civilmente oppure un comunicato il giorno dopo ? 3) perchè se dite che non eravate incapucciati coprite tutto il video e non fate come le foto presenti sul vostro sito ? 4) perchè se avete ragioni avete fatto come dicono loro telefonate minacciose . nei prossi mi giorni se mai risponderanno , posterò qui le risposte . A voi ogni giudizio inb merito

Senza titolo 1006

DISCUTIAMO SULLA RELATIVITA'


FRATE
  AMELIO  E FRATE INDOVINO

SONO MAESTRI DEL PENDOLINO:

ORA DI QUA, ORA DI LA'

QUALE SARA' LA VERITA' ?


Frate Amelio

Replico il mio post sulla scuola

Chiedo opitalita' per replicare il post del mio blog:

Troppe ore di scuola per rincretinire i bambini !?!?

A seguito della manifestazione degli studenti a Tempio Pausania, nel consiglio comunale dello stesso giorno,  si e' parlato del decreto Gelmini e quindi di tempo pieno nella scuola elementare.

Il consigliere di minoranza, chiede dopo aver letto le parti del decreto che riguardano il tempo pieno di inserire nel prossimo bilancio alcune risorse per integrare l' eventuale mancanza di ore pomeridiane.

Il sindaco risponde di essere contrario al tempo pieno che rincretinisce i bambini.

In questa societa' dove il lavoro di entrambi i genitori e' necessario, i bambini sempre piu' spesso vengono lasciati in balia della TV e della playstation.
Queste contribuiscono nel bene e nel male all' educazione dei bambini stessi.

Credo che in questo scenario qualche ora di scuola al pomeriggio, sicuramente non li rincretinirebbe.




GEORGE'S SONG

Bye bye George, finalmente e' finita, otto lunghi anni se ne sono andati.


Hai servito bene i tuoi padroni, gli amici di papa', i fabbricanti d'armi.


Era cominciato con l'imbroglio della Florida,


tutto era nato li', grazie fratellino,


 la famiglia e' importante.


 Avevo perso ma era scritto che dovevo essere il presidente.


Di chi e' quel corpo senza gambe nella sabbia ?


forse una madre di Kabul, o forse un bambino di Baghdad,


o magari un soldato dell' Ohio ?


Hai fatto quello che dovevi George, hai fatto quello che dovevi,


ma quanta gente hai ammazzato,


quanta gente hai massacrato.


Quante sono le famiglie che piangono, George, quante sono  ?


Hai saldato i conti con Saddam , George, ma quante volte dovresti


essere impiccato per pagare  per quello che hai fatto ?


Quante sono le famiglie che piangono, George, quante sono ?


Anche noi siamo responsabili,  anche noi....


e se domani l'America dovesse scomparire nell' Oceano,


avremo pagato le nostre colpe ?


Quante sono le famigli che piangono, George, quante sono ?

Scuola: 9 Bambini Su 10 Bocciano Il Maestro Unico


(AGI) - Milano, 4 nov. - I bambini dicono 'no' al maestro unico nelle scuole elementari, una delle novita' piu' significative della legge Gelmini che modifica radicalmente il sistema scolastico italiano. E' quanto emerge da un sondaggio proposto da 'www.focusjunior.it', sito web del mensile Gruner+Jahr/Mondadori diretto da Vittorio Emanuele Orlando e rivolto a bambini e ragazzi tra 8 e 13 anni. Su 655 votanti, l'86 per cento si dice contrario all'introduzione del maestro unico dall'anno scolastico 2009-2010. "Ogni maestra e' brava in una materia, non puo' esserlo in tutte", "meglio abituarsi alla varieta' di professori delle medie", 'non vedere sempre la stessa faccia": sono alcune delle motivazioni che spingono i ragazzi a non essere d'accordo con questo cambiamento. Promossi, al contrario, gli altri punti chiave della legge Gelmini. Come il voto in condotta, il cui ritorno trova il consenso del 69 per cento dei ragazzi ("i bulli finalmente diminuiranno", dicono) e l'introduzione di una nuova materia, "Cittadinanza e Costituzione". I risultati del sondaggio saranno presentati in edicola sul prossimo numero di Focus Junior, con un ampio servizio ricco di testimonianze dirette dei lettori. Il mensile, inoltre, invita ragazzi e ragazze a dire la loro sulla riforma della scuola domenica 23 novembre, nell'ambito di un dibattito organizzato insieme ad Arciragazzi e Unicef in occasione della nona edizione della Marcia dei diritti dei bambini che si terra' a Milano. Il sondaggio non ha alcun valore statistico, in quanto rilevazione aperta a tutti e non basata su un campione elaborato scientificamente. Ha quindi l'unico scopo di dare la possibilita' di esprimersi sui temi di attualita'.

come il progress capitalistico distrugge un identita il caso Sardegna

sate se uso un articolo ma ( vedere post precedente ) sono sempre più pessimista


Sardegna vendesi . Sardegna così l' isola perfetta finisce all' asta

Repubblica - 01 novembre 2008 pagina 31 sezione: CRONACA - R2


siligo (Sassari) "Mio padre aveva ragione. Io ho sbagliato. Voleva liberarmi dalla prigione dell' industria, che sfratta usando la scienza, per restituirmi alla libertà della natura, che trattiene rigenerando la bellezza. Lui aveva visto che il mondo rurale, assieme alla terra, avrebbe perso il potere. Io non ho capito che, nel deserto, comanda il vuoto. La mia vita è la risposta alla tragedia ignorata della Sardegna e dell' Italia". Gavino Ledda, a 70 anni, rinnega "Padre padrone". Nella casa di Siligo, dove è tornato, sta riscrivendo il suo capolavoro. Dopo 35 anni vuole denunciare la violenza opposta a quella che, costringendolo a diventare un bambino pastore, recise il suo destino di scolaro: i genitori ridotti ormai a "spingere nel mercato dello studio", cacciando i figli da campagne e paesi. "Eravamo padri e padroni - dice - ora siamo sterili e servi. Meglio essere proprietà di un padre che di una banca, o di un podestà". è la sintesi del dramma che, nell' arco di una generazione, erige oggi l' isola a specchio di un Paese orfano. "I campi - dice a Baddhevrùstana - sono la metafora dell' enigma chiamato libertà. Dobbiamo ammettere l' incapacità di chiarirlo: e riconoscere che, per non mettere a tutti una valigia in mano, si deve avere una cultura propria da trasmettere". Da sette giorni, per guardare il divorzio italiano dall' agricoltura, dalla natura e dai suoi borghi, vago in Sardegna assieme a pastori, casari, contadini e genti delle Barbagie. In nessun altro luogo, sospeso tra coste brulicanti e montagne inselvatichite, la rinuncia della nazione a se stessa è tanto impressionante. L' ultima crisi del mondo, come l' alluvione annunciata a Capoterra, travolge chi è rimasto a produrre cibo, o a mettere ordine nei campi, sui pascoli e tra i boschi. Migliaia di sopravvissuti sono scossi da uno stupore: prendere atto di essere stati abbandonati. "La mancanza di un grande progetto civile nazionale - dice lo storico Manlio Brigaglia - riproduce la catastrofe antropologica del dopoguerra. L' ufficio sostituisce lo stabilimento. Lo spaesamento sociale, culla di una rivolta possibile, è però peggiore: perché politica e sindacato, inconsapevoli, hanno rinunciato ad affrontarlo". SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE Gli effetti di tale distrazione, motore degli abbandoni, sono una serie di primati devastanti. In Sardegna c' è il luogo più avvelenato d' Italia, Portovesme, e il più intatto, Budelli. Quartu Sant' Elena ha la più alta concentrazione demografica, 602 abitanti per chilometro, e Gerrei la più bassa, 14. L' età media dei contadini è di 62 anni. Non c' è più di un figlio per donna. Attorno al Gennargentu le femmine hanno in media 52 anni. Su 377 Comuni, 164 sono prossimi all' estinzione. Olbia, in trent' anni, passerà invece da 3 mila a 100 mila residenti. Villasimius, in agosto, schizza già da 20 a 110 mila. In estate le persone che vivono sull' isola oscillano da 1,6 a 20 milioni. Arzachena è il Comune più ricco d' Italia, Desulo il più povero. Cagliari, su 9 mila ettari, ospita 190 mila persone. Orgosolo, su 22 mila ettari, 3 mila. L' 86% dei sardi vive ormai a non più di 30 chilometri dalla costa, solo il 5% nei villaggi più antichi dell' interno. In due città, Cagliari e Sassari, si è spostato un terzo di tutti gli abitanti. Sull' isola ci sono 800 mila abitazioni: 8 mila vuote solo nel capoluogo, mentre nei paesi il 47% sono abbandonate. In dieci anni la superficie coltivata si è dimezzata, i pascoli incolti sono quintuplicati, mentre 90 milioni di metri cubi di cemento hanno coperto i 1600 chilometri di litorale. Settemila aziende agricole sono all' asta,180 mila contadini pagano i mutui solo grazie ai contributi Ue e sono schiacciati da 800 milioni di euro di debiti. Belano in compenso quasi 4 milioni di ovini: 300 mila quintali di pecorino romano prodotto per il sempre più precario mercato Usa. Il cortocircuito, economico e sociale, tocca qui il suo apice storico. Esprime però, nella sospensione di un' isola a rischio liquidazione, il carattere nuovo dell' Italia all' asta. E rivela infine il suo esito: 300 mila poveri, un sardo ogni cinque. «La costa produce cemento - dice l' antropologo Bachisio Bandinu - l' interno formaggio. Le due materie prime sarde, mare e latte, sono nelle mani di un pugno di persone, in maggioranza del continente, o straniere. Alla gente non resta nulla. La Sardegna, come il resto della nazione, si rende conto dell' errore. Ha trasformato la natura in industria, turistica o alimentare, ignorando la lezione dei petrolchimici. Il guaio è che, nonostante il fallimento di quel modello, lo Stato continua ad alimentare la catastrofe: con la complicità dell' Europa». Il tentativo di reagire, da alcuni mesi, lacera l' opinione pubblica. La Sardegna è l' unica regione italiana ad aver approvato un piano paesaggistico coerente con il codice dei beni culturali. La sola ad aver vietato nuove costruzioni a meno di due chilometri dalle rive. La rivolta, scatenata dal partito di costruttori e speculatori, ha avuto un finale inatteso: il referendum contro la conservazione dell' ambiente, i primi di ottobre, si è schiantato sul 20% di votanti. «Non è purtroppo - dice il leader degli ambientalisti, Stefano Deliperi - un addio al cemento. Certifica però vergogna e nostalgia: l' appello di genti che, ovunque, si sentono sempre più impotenti. Inutili». Il paesaggio in sé, del resto, è un certificato di incertezza. Spiagge, campagne, colline e monti non trasmettono un carattere, né rivelano un' attitudine. Loculi di calcestruzzo, ammassati, si alternano a scollegate distese selvagge. Per metà si coltiva, per metà si abbandona. In parte si tutela, in parte si sfrutta. Una scissione consumata, ma non compiuta. «è un territorio indeciso - dice l' archeologo Giovanni Lilliu - che esprime un' insicurezza, la sfiducia in se stesso. Penso alla mia isola e vedo l' Italia: luoghi dal destino imprevedibile, che nessuno ama più. Ho 94 anni: se l' improvvisazione non si arresta, temo di essere in tempo per assistere a un collasso». I sintomi sono evidenti. La piana tra Uta e Decimoputzu è invasa da migliaia di metri quadrati di serre pericolanti. Scheletri di plastica, o di vetro, con le piante secche ancora all' interno. Centinaia di fallimenti, innescati da contributi illegali. Vani scioperi della fame. Un banchetto, per il credito. «Per ventimila euro - dice Riccardo Piras, di Altragricoltura - battono all' asta terreni che valgono 2 milioni. Un infermiere in pensione, per conto di un' immobiliare milanese - ne ha comprati 32. Prima ci hanno fatto investire, poi fallire. Il verde agricolo perduto, in un anno, diventa edificabile. Politici, banchieri e costruttori, il potere sardo e italiano, si stanno spartendo le campagne». Esemplare, pochi giorni fa, il ciclone tropicale a Capoterra. Fino al 1990 qui si coltivavano carciofi e pomodori. Tre ore di diluvio hanno sommerso una distesa di case brutte, abusive e senza piano. Sugli alvei di fiumi e canali hanno costruito asili, scuole, negozi, cimiteri, strade. «La soglia della sostenibilità - dice Fanny Cao, presidente regionale di Italia Nostra - è stata superata. Confondere lo sviluppo con il cemento non distribuisce ricchezza. Brucia risorse: e semina cadaveri». Una lista terribile di orrori, per l' isola più bella e completa del Mediterraneo. Il Campidano, granaio di Roma, è abbandonato ad un' orticoltura intensiva avvelenata e fallimentare. Portovesme soffoca in una nube tossica. A Porto Torres le scorie restano sepolte nei terreni. Liquami e concimi chimici devastano gli stagni di Arborea. Nel Sulcis, liberato dalle miniere, i fiori sono ancora impregnati di metalli. Pula, la costa del Sud, Villasimius, la costa Rei, Olbia e la Gallura, la Nurra attorno ad Alghero, sono sepolte di hotel e seconde case. Uno squallore: design seriale camuffato da architettura d' autore. Altri milioni di metri cubi di edifici giacciono nei progetti: le onde, invisibili, si gonfiano oltre i centri commerciali. Si salvano solo le valli delle Barbagie. «Perché ormai sono vuote come agnelle arrostite - dice Bachisio Porru, portavoce dei piccoli Comuni - e i politici non sanno nemmeno dove siano. In 60 paesi l' età media è di 48 anni, il ricambio generazionale impossibile. è il destino che sta travolgendo tutto il Meridione, gli Appennini, l' arco alpino. Lo Stato ha tolto l' occupazione, quindi i servizi: quattro italiani su cinque costretti a lasciare le loro immense case nei villaggi. Sono gli stessi che oggi, in città, non riescono a pagare il mutuo dei miniappartamenti. Chiamano globalizzazione quello che nel secondo Novecento battezzavano progresso. Ma i sardi sanno che il cambiamento si risolve in un affare da agenzia immobiliare: chiudere paesi per aprire periferie». Attorno a Nuoro la Sardegna chiusa per paura, e l' Italia che sceglie di trasformarsi in un' isola governata dalla preoccupazione, si impongono con ferma meraviglia. I quartieri della città sono un mosaico di borghi serrati, come se qualcuno li avesse raccolti al tramonto e innestati qui entro l' alba. Molte vecchie, nere e rotonde come bacche di ginepro, siedono sugli usci di condomini incompiuti, in mattoni rossi, come fossero al focolare. I costumi restano abiti: trasportano nei villaggi vicini, di cui non resta che un' indecifrabile traccia, oppure nei paesi che si consumano in un isolamento accanito. Queste stesse donne, che mantengono i figli con pensioncine antiche, si incontrano anche in altri luoghi. Si muovono come fantasmi, calme e indifferenti, e trasformano la regione in una sconfinata, silenziosa corsia di ospedale. «I loro nipoti - dice lo scrittore Giorgio Todde - sono camerieri, o commessi. Non si fidano del turismo, che vedono rapace, ma non credono più nella civiltà rurale, che sanno spietata. Aspettano, come tutti, di vedere se davvero la bellezza può tramutarsi in oro, senza poi sparire». Orune, Lula, Olzai, Teti, Osidda, Oliena, Desulo, centinaia di altri borghi remoti e sacri, restano intanto cavi come ghiande. Non sono più contadini, non ancora altro. I bar offrono sandwich con speck e fontina, o "vero formaggio svizzero fatto in Olanda". I caci affumicati e ingrassati con l' olio, che per secoli hanno annegato i pastori con un sogno, sono irraggiungibili, come una nuvola oltre il Supramonte. Di bello, di valentemente banditesco, restano i cartelli stradali sfondati a pallettoni. Ricordano un destino: una nazione incerta tra Orgosolo e Porto Cervo, esposta al rischio di essere felice perché non si conosce, eternamente. «Sembriamo in effetti la Sardegna - dice a Ollolai Efisio Arbau, portavoce del movimento dei pastori - ma non siamo più capaci di fare i sardi. è chiaro che non possiamo più consegnare 300 mila quintali di latte a 3 industriali, che confezionano un sottoprodotto per gli hamburger made in Usa. Qualità significa però avere una capacità artigianale, credere nella natura, in una identità. Non i piccoli con un carattere, ma i grandi privi di espressione, iniziano a morire. Unendoci, reinvestendo nella nostra dimensione, possiamo sottrarci ai "prenditori" che svendono il Paese a pochi: per incompetenza, o per corruzione». Come sempre, nella "domo de casu" barbaricina, o nello stabilimento di Andrea Pinna a Thiesi, si discute del prezzo del latte di pecora. A Cagliari Giorgio Piras e Luca Saba, leader sindacali, sfornano studi e appelli alla Regione. A Seneghe Francesco Cubeddu lotta per la quotazione della carne di Bue Rosso. Fulvio Tocco, nel Medio Campidano, tratta il costo del porcetto. Battista Cualbu, a Campu Calvaggiu, poco fuori La Corte, si commuove contando quattrocento pecore in linea e pensando al padre: scendeva a piedi da Fonni, per la transumanza nella Nurra, e per mesi dormiva nei cespugli. Potrebbe sembrare tutto immutabile, o reale come le aste - truffa dei terreni contadini a Villasor: una civiltà che affonda nei debiti, tra l' ex Mussolinia e Reggio Emilia, in balìa dell' assistenza e in ostaggio del mercato. «Invece siamo in crisi - dice a Fordongianus Giuseppe Cugusi detto Cuccara, professione pastore, vocazione casaro - solo perché abbiamo dimenticato chi siamo, rinunciato alla storia. Non crediamo più nelle pecore e raddoppiamo le stalle. Non crediamo più nel latte e quadruplichiamo le mungitrici. Non crediamo più nel Fiore Sardo e ci umiliamo con il pecorino romano. Non crediamo più nella terra e investiamo in sementi e concimi. Non crediamo più nemmeno nel mare, e lo sostituiamo con l' idromassaggio. I sardi non credono più nella Sardegna come gli italiani con credono più nell' Italia: perché rinunciano a se stessi e imitano, come patetici replicanti cinesi. Per andare avanti dobbiamo tornare indietro: animali al pascolo, forme preziose stagionate dietro l' ovile, vendita diretta, on-line come un tempo alle fiere. Gavoi che sfila a cavallo, Rimini che sega gli ombrelloni: il massimo della modernità, contro gli strozzini che producono conti. Ma soprattutto contro una politica vecchia, che non vede la profondità di un cambiamento». Francesco Pigliaru, economista originario di Orune, conferma che non è una resa alla nostalgia. «La qualità dell' ambiente - dice - diventa sviluppo perché chi investe su quel valore acquista ormai solo natura. Per averla, paga di più: ma se non c' è, non spende. Il riflesso, per i prodotti agricoli, è il medesimo. Mondo rurale, civiltà paesana e turismo della bellezza, sono davanti al bivio della tutela integrale: o bruciano l' ultima materia prima rimasta all' Italia, o si impegnano per ricostruire un equilibrio infranto, cuore della competitività economica». Cemento, Turixeddu, pecorino romano, serre e "Unione Sarda", contro sabbia, Busachi, Fiore sardo, grano e "l' Unità". «Due Sardegne - dice l' antropologo Giulio Angioni - ma pure due Paesi opposti, un' idea di Europa: una sfida estrema, in primavera, tra ritorno al feudalesimo e riscoperta della democrazia». è già, rapidamente, buio. Gavino Ledda, ancora pastore, continua ad aspettare una donna. Cammina nell' arboreto che ha piantato con i soldi dei suoi libri. Una collina di cotogni, corbezzoli, mirti, ginepri, olivi, sugheri, lecci, erbe. I compaesani adesso hanno capito. Suo padre aveva ragione: ma lui, alla terra da cui era fuggito, lascia infine un giardino. Una profezia, cesti di frutti, come eredità.

 DAL NOSTRO INVIATO giampaolo visetti

concludo con questa frase   delo stesso autore dela fotodel post precedente  Il mondo è cominciato senza l'uomo e finirà senza di lui...

alla prossima

ecco perchè vogliono reprimere i Writer

        foto  del nostro cdv ersterno mario  pischedda mariopischeddainmovement.blog.tiscali.it/

quando un politico dice che

unn mio  compagno  di viaggio  esterno  Emiliano  Deiana  ( sindaco  di Bortigiadas  )  e autore  di questo stupendo  blog  emilianodeiana.blogspot.com/

Quando un politico dice "contro i clandestini tolleranza zero" diffida perchè la colazione gliel'ha preparata un filippino clandestino;Quando un politico dice "contro la droga tolleranza zero" diffida perchè si è appena fatto una pista di coca;Quando un politico dice "contro i fannulloni tolleranza zero" diffida perchè è uno che arriva in Parlamento a mezzogiorno e alla una è già al ristorante;Quando un politico dice "contro la prostituzione tolleranza zero" diffida perchè è un figlio di puttana;Quando un politico dice "sosteniamo la famiglia" diffida perchè subito dopo pensa: quale delle tre?;Quando un politico ripete "sosteniamo la famiglia" diffida perchè contemporaneamente Totò Riina annuisce contento;Quando un politico dice "difendiamo la scuola pubblica" diffida perchè ha studiato dai Padri Maristi;Quando un politico dice "il Paese è in crescita" diffida perchè il ricco continua ad arricchirsi e il povero a impoverirsi;Quando un politico dice "il Paese è in recessione" diffida perchè il povero continua a impoverirsi e il ricco ad arricchirsi;Quando un politico dice "vogliamo il federalismo" diffida perchè sta pensando alle magnolie del suo giardino;Quando un politico dice "il fascismo dopo le leggi razziali è stato il male assoluto" diffida perchè continua ad essere fascista;Quando un politico dice "bisogna introdurre la meritocrazia" diffida perchè ha appena segnalato il figlio di un amico;Quando un politico dice "riformiamo la giustizia" diffida perchè minimo minimo è indagato;Quando un politico dice "la televisione non sposta voti" diffida perchè la sera comparirà a Porta a Porta; Quando un politico dice "sono laico, ma non laicista" diffida perchè prende ordini dal cardinale, ma non va in Chiesa la domenica;Quando un politico dice "l'omosessualità è una malattia" diffida perchè il malato è lui. Di mente;Quando un politico dice No a tutto diffida perchè se gli offri una poltrona o una tangente dirà di Si;Quando un politico dice "è troppo facile starne fuori" diffida perchè lui c'è dentro fino al collo*;Quando un politico dice "abbiamo investito in cultura" diffida perchè lui effettivamente è un uomo colto, anche se mai sul fatto**;Quando un politico dice "abbiamo investito la cultura" non diffidare perchè non è un errore;



* Rubata a Stefano Benni
**Rubata a Indro Montanelli

PER NON DIMENTICARE

IV NOVEMBRE MCMXVIII
COMANDO SUPREMO

   LA GUERRA CONTRO L'AUSTRIA-UNGHERIA CHE, SOTTO L'ALTA GUIDA DI S.M. IL RE-DUCE SUPREMO-L'ESERCITO ITALIANO, INFERIORE PER NUMERO E PER MEZZI, INIZIÒ IL XXIV MAGGIO MCMXV E CON FEDE INCROLLABILE E TENACE VALORE CONDUSSE, ININTERROTTA ED ASPRISSIMA PER XLI MESI, E' VINTA.
   LA GIGANTESCA BATTAGLIA INGAGGIATA IL XXIV DELLO SCORSO OTTOBRE ED ALLA QUALE PREN_
DEVANO PARTE 51 DIVISIONI ITALIANE, 3 BRITANNICHE, 2 FRANCESI, 1 CZECO-SLOVACCA ED 1 REGGIMENTO AMERICANO CONTRO 73 DIVISIONI AUSTRO-UNGARICHE, E' FINITA.
   LA FULMINEA ARDITISSIMA AVANZATA DEL XXIX CORPO D'ARMATA SU TRENTO, SBARRANDO LE VIE
DELLA RITIRATA ALLE ARMATE NEMICHE DEL TRENTINO TRAVOLTE AD OCCIDENTE DALLE TRUPPE DELLA VII ARMATA E AD ORIENTE DA QUELLE DELLA I°, VI° E IV°, HA DETERMINATO IERI LO SFACELO TOTALE DEL FRONTE AVVERSARIO.
   DAL BRENTA AL TORRE L'IRRESISTIBILE SLANCIO DELLA XII°, DELL'VIII°, DELLA X° ARMATA E DEL_
LE DIVISIONI DI CAVALLERIA RICACCIA SEMPRE PIU' INDIETRO IL NEMICO FUGGENTE.
   NELLA PIANURA S.A.R. IL DUCA D'AOSTA AVANZA RAPIDAMENTE ALLA TESTA DELLA SUA IN_
VITTA III° ARMATA, ANELANTE DI RITORNARE SULLE POSIZIONI DA ESSA GIÀ GLORIOSAMENTE CONQUISTATE, CHE MAI AVEVA PERDUTE.
   L'ESERCITO AUSTRO-UNGARICO È ANNIENTATO: ESSO HA SUBITO PERDITE GRAVISSIME NELL'ACCANITA RESISTENZA DEI PRIMI GIORNI DI LOTTA E NELL'INSEGUIMENTO, HA PERDUTO QUANTITÀ INGENTISSIME DI MATERIALE DI OGNI SORTA E PRESSOCHÈ PER INTERO I SUOI MAGAZZINI E I DEPOSITI, HA LASCIATO FINORA NELLE NOSTRE MANI CIRCA 300.000 PRIGIONIERI CON INTERI STATI MAGGIORI E NON MENO DI 5.000 CANNONI.
   I RESTI DI QUELLO CHE FU UNO DEI PIÙ POTENTI ESERCITI DEL MONDO RISALGONO IN DISOR_
DINE E SENZA SPERANZA LE VALLI, CHE AVEVANO DISCESE CON ORGOGLIOSA SICUREZZA

DIAZ


BOLLETTINO DI GUERRA N. 1268