11.6.12

anche nelle gomme da masticare ci sono elementi animali



(....)  in un  commento alla  catena  che sta imperversando in rete  ed in particolare su  fb e  gli   social  network  


ho trovato questo  

Chizca: il chewing gum che salva i marciapiedi

Un'abitudine condivisa da tanti ora diventa rispettosa dell'ambiente urbano e non solo: ce ne parla l'inventore Gino Di Giacomo




Cicca, chewing gum o come chiamar si voglia, la gomma da masticare è l’alimento, antistress e passatempo più diffuso al mondo.Dalle dolci per i bambini a quelle che garantiscono la pulizia di alito e denti, la loro diffusione è sempre andata crescendo.Ma negli ultimi anni sono emersi anche i lati “contro” sia dal punto di vista medico (alcune ricerche hanno accertato possibili danni gastrointestinali), sia al decoro urbano. I marciapiedi sono oramai spesso pieni di macchie nerastre quasi impossibili da togliere a causa della inciviltà di chi le getta, con elevati costi di rimozione.Tant’è che c’è chi ha proposto un’ordinanza per vietare la gomma come già avviene da molti anni [  dal 1992 ] a Singapore.Una possibile soluzione però arriva dal Messico e in Italia è proposta da Gino Di Giacomo, imprenditore di Ostia, recentemente premiato ad Ecomondo per la Chizca, gomma da masticare biodegradabile.
Sig. Di Giacomo, quali sono i vantaggi per l’ambiente che potrebbe offrire Chizca?

Sono davvero tanti. Per il decoro urbano la Chicza se viene gettata maleducatamente per strada o sui marciapiedi nel giro di poche settimane (dalle 6 alle 16) sparisce completamente, eliminando i costi di ripulitura. Inoltre, la Chicza – che è un alimento bio – nasce dal lavoro dei Chicleros messicani che non tagliano gli alberi Chicozapote (Sapodilla), ma fanno dei tagli a zig-zag sulla corteccia estraendo il chicle; in questo modo preservano e tutelano la seconda foresta al mondo dopo quella amazzonica, con tutti gli ecosistemi e biodiversità peculiari presenti.

Che differenza c’è rispetto alle normali gomme?
Aprendo il pacchetto Chicza sentiamo i profumi e i magici suoni della Selva Maya, masticando Chicza, mastichiamo la Natura. Le altre gomme sono fatte con derivati del petrolio ed è per questo motivo che impiegano anni per sparire. Alcuni studi condotti sui danni arrecati ai pesci e agli uccelli se ingoiano una gomma tradizionale e nonché sui problemi provocati dall’aspartame e dall’acetato di vinile che ci dovrebbero far riflettere, anche le multinazionali.

In che sapori si trovano?
I gusti biologici certificati sono otto ma attualmente in commercio se ne trovano tre: menta, cedro e menta verde. Prossimamente arriveranno gli altri.

In Italia dove le possiamo trovare?

Attualmente Chicza è presente in alcune farmacie, negozi bio, erboristerie, equo-solidali, bar, tabaccherie, supermercati bio, bar bio e in alcuni aeroporti. Sto raggiungendo accordi con alcune grosse catene distributive in campo autostradale e della GDO.

Perché è stato premiato ad Ecomondo?

Per il mio impegno contro la maleducazione… ambientale. In tutte le mie campagne di marketing e di comunicazione non ho voluto fare solo pubblicità a Chicza ma anche sensibilizzare l’educazione ambientale così che i maleducati possano gettare meno gomme per strada. Se riuscissi anche a non far gettare un solo chewing-gum per terra già sarei soddisfatto! La “magica” Chicza si vende da sola, non ha bisogno di enfasi e di ipocrisie, di cleim pubblicitari. In soli 18 mesi la Chicza ha ricevuto ben sette premi (di cui due in Italia – Greenfactor 2010 + Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile 2010 aEcomondo).



 Inoltre  facendo delle ricerche  in rete su cosa  fosse   tale prodotto  (   per  poi scoprire  , dev'averlo   assaggiato   ,  nella bottega del commercio  equo cittadino  )   ho scoperto con triste  sorpresa    che   anche le  gomme  da masticare  contengono componenti animali . Cosa    , che  pur  non essendo   vegano   e  vegetariano totale  (  anche se  mangia   verdura in quantità non eccessiva   specie  quella  auto prodotta    e pesce  )  per motivi di salute , mi ha  lasciato  basito  .
Ecco   che  d'ora in poi( anche  se   sarà  difficile  individuarle  visto che  come dice  questo libro :   Quello che le Etichette Non Dicono Guida per uscire sani dal supermercato ( Emi 2011 € 13,00 ) mentono ed occultano molte cose ) ogni volta che sarete in procinto di scartare una gomma da masticare sappiate che alcune marche presenti in commercio hanno tra gli ingredienti: lanolina (derivante dal vello della pecora), acido stearico e glicerina. Tutti costituiti da grassi animali da cui si ricavano tra le altre cose le candele. Se non volete correre il rischio, quindi, di trovarveli sotto i denti


Chewing-gum

D'ora in poi, ogni volta che sarete in procinto di scartare una gomma da masticare sappiate che alcune marche presenti in commercio hanno tra gli ingredienti: lanolina (derivante dal vello della pecora), acido stearico e glicerina. Tutti costituiti da grassi animali da cui si ricavano tra le altre cose le candele. Se non volete correre il rischio, quindi, di trovarveli sotto i denti, informatevi bene. E magari attendete l'arrivo anche in Italia della Chicza, la gomma da masticare realizzata dalla corteccia degli alberi messicani di Sapodilla che è anche biodegradabile.
chewin-gum
per sapere  gli  altri prodotti   qui   l'elenco   completo   degli altri prodotti  

Marco Occhipinti e la iena Filippo Roma sono stati aggrediti da Luca Barbareschi,






Marco Occhipinti e la iena Filippo Roma sono stati aggrediti da Luca Barbareschi, colpevoli di avergli fatto notare che e' un parlamentare con il 90% di assenze che gira film a spese nostre. Ora Barbareshi e' insieme ai carabinieri, e dopo aver dato spinte e pestato la telecamera, si rifiuta di restituire l'Iphone rubato a Marco. Fosse stato un marocchino l'avrebbero già arrestato, invece i carabinieri sono sul posto da circa 3 ore ormai senza risultati. Fate il passaparola e svergogniamo l'arroganza di questi politici!

Fonte: Giulia Innocenzi (http://on.fb.me/LfGGa2)

10.6.12

THE ARTIST di michel hazanavicius [ SPOILER ]

M'ero ripromesso di vedere  il  film , tra un po'di tempo ed  aspettare  che passasse   il can can  mediatico fatto in genere  da  elogi   tipo questi  : <<  Un film  che  colpisce al cuore  (  la repubblica  ) ., un atto d'amore  per il cinema  ( il corriere della sera  )  , un sogno senza parole  ( la stampa  ) , ecc    e  d'altre  recensioni prezzolate e poco obbiettive oltre i numerosi premi . Fin dalla  sua presentazione  in concorso al Festival di Cannes 2011, dove Dujardin ha vinto il premio per la miglior interpretazione maschile. Inoltre  film ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali tra i quali spiccano cinque statuette ai Premi Oscar 2012, tre Golden Globe, sette BAFTA e sei Césa  .

Ma non ho resistito  .  E poi la mia vecchia  ... ehm... mia  madre  lo aveva noleggiato e visto ieri   e  alle mie  battute   aveva replicato ch'era  bellissimo  . Infatti  stavolta , una  delel pochè  volte  , in cui  i gusti dei vecchi smiley  concordano con  quelli dei  giovani  .
Infatti nonostante   non << s'inventa  più niente d'almeno due millenni    si rimescolano solo le  carte  . Ogni  volta  viene una mano diversa  , ma  il mazzo in fondo è sempre lo stesso  (...)  l'impoertante   è non perdere la voglia di giocare   ...  sedersi al tavolo con i fuoriclasse ed apprezzare il loro stile  e soprattutto non barare >> (  cit. Martin Mystere  n 318  p.157-158 ) 
Ebbene   , cari lettori\  lettrici  oggi , in  quella  che  si prospettatava una  noiosa  domenica  ( poi  salvata   da un mio amico  , con cui  ho visto il film , inaspettatamente libero  )  estiva    ( sto iniziando ad  odiare l'estate , ma  questo è un altro discorso  ,  ne  riparleremo  )  ed mi è piaciuto  . 
 Inizialmente   ero partito  un po' prevenuto  perchè consideravo  il film  come una sorta  di revival  di moda    in quanto il film è  un fiilm muto ed in bianco e nero  
Ma poi man mano che andavo avanti  nella  visione  mi chiedevo  :  ma chi lo dice che i film muti siamo anticaglia e superati dalla storia e dalla tecnologia   . Ottime  le  interpretazioni   di  Jean Dujardin e Bérénice Bejo.Hollywood, 1927. George Valentin è un grande divo del cinema muto. Un giorno, al termine della premiere di un suo film, viene fotografato insieme ad una ammiratrice, Peppy Miller. La foto verrà poi pubblicata sulla prima pagina di Variety. Qualche tempo dopo Valentin, sul set di un suo film, ritrova la ragazza che lavora come comparsa; durante le riprese si sviluppa una forte attrazione tra i due, che però non si trasforma in altro. 
 Nonostante  sia prevedibile , sia  che leggi la  trama  , sia   che  abbai  o per  studio oppure  cresciuto in una famiglia  ( nonni materni e paterni  ed  in parte   i genitori  )  amavano il " vecchio cinema ed i vecchi film  anni  '30\50     come molti di quei film di quel periodo .

anche napolitano usa il calcio per distrarre gli italiani

  da  http://www.tuttosport.com




Napolitano: «La crisi? Vincere incoraggia»

Napolitano: «La crisi? Vincere incoraggia»
Il presidente della Repubblica: «La crisi economica e finanziaria è una cosa, e il calcio è un'altra: ma vincere incoraggia i Paesi nei momenti di difficoltà >>                          
  DANZICA - "La crisi economica e finanziaria è una cosa, e il calcio è un'altra: ma vincere incoraggia i Paesi nei momenti di difficoltà". A poche ore dalla sfida di calcio tra Italia e Spagna, alla quale assisterà, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano trova un significato sociale alla gara. "Certo poi -aggiunge - a vincere è uno solo".



la "vecchia mutanda " ( cit da : Tu, vecchia mutanda, tu" di Renzo Arbore, tratta dall'ellepi "Prima che sia troppo tardi", 1986 


ha capito anche lui che il calcio è un arma di massa ovvero il nuovo oppio dei popoli ovvero il nuovo 
Panem et circenses, letteralmente: "pane e giochi del circo". è una locuzione in lingua latina molto conosciuta e spesso citata. Era usata nella Roma antica. sempre  dalla  voce  omonima su  wikipedia   << Contrariamente a quanto generalmente ritenuto, questa frase non è frutto della fantasia popolare ma è da attribuirsi ad un autore specifico. È stata scritta infatti dal poeta latino Giovenale:
( LATINO )
« ...duas tantum res anxius optat
panem et circenses »
(ITALIANO)
« ...[il popolo] due sole cose ansiosamente desidera
pane e i giochi circensi »

senza titolo di Alessandro Franceschetti



CHI  LO HA DETTO CHE   IN RETE   FRA LE  TANTE  

 

NON CI POSSA ESSERE  ANCHE POESIA  ?  è IL CASO   DI  QUESTA  DI  Alessandro Franceschetti


Il Dio che cerco
ha la pelle nera
gli occhi a mandorla.
È un po' cristiano
un po' musulmano.

Abbraccia i gay
tiene per mano le puttane.
Gli angeli li lascia
a mamma e papà.

Il Dio che cerco
accarezza la disperazione
rende polvere il dolore.
Toglie il sale alle lacrime
semina un sorriso nell'animo.

Siede a tavola con i barboni
"violenta" i pedofili
"uccide" gli assassini
ferma le guerre
dà da mangiare ai poveri.

Il Dio che cerco
che voglio
che spero
chissà se c'è.

La giornata normale di una ragazza che non si sente speciale [ sono queste le storie che ti fanno andare avanti e rialzare dagli urti della vita ]


unione sarda  venerdì 08 giugno 2012 - Cronaca di Cagliari (Pagina 25) di Francesco Abate

LE VITE DEGLI ALTRI/3. La giornata normale di una ragazza che non si sente speciale

Claudia, la lunga camminata

Studiare, lavorare, sport e politica annullano la diversità

Il tono è perentorio anche se accompagnato da un gran sorriso: «Allora! Se scrivi un pezzo strappalacrime ti meno. Chiaro?» Ogni vita rappresenta se stessa ma anche mille altre simili. Se ne racconta una per portare esempio e stimolare comunanza, che vuol dire fratellanza. È una vecchia regola umana prima ancora che professionale. Poi ci sono quelle esistenze speciali che spiccano se pur hanno tratti comuni ad altre. Claudia Firino, sassarese, 1979, da due anni a Cagliari, accetta l'intrusione nella sua vita solo a quattro condizioni. La prima l'ha detta, niente pietismi. La seconda è: «Perché, anche se non dovrei, mi fido di te». La terza: «Che la mia storia possa essere da stimolo». La quarta è che le ragioni del permesso all'intromissione nella sua giornata vengano pubblicate. Patto rispettato. E ora si inizia, la sveglia trilla alle 7 e la giornata incomincia.
A PERDIFIATO Persino a uno sguardo superficiale è chiaro che Claudia ha carattere e il suo porsi rompe cliché. Intuizione che diventa certezza a un'osservazione attenta maturata in diverse occasioni negli ultimi due anni. Claudia più battagliera delle sue due treccine ribelli (che le incorniciavano il viso) alle assemblee del circolo Sergio Atzeni, quello (che piaccia o no) da cui è partito il movimento giovanile che ha portato all'elezione di Zedda sindaco. Claudia in prima fila ai reading del festival settembrino Marina Café Noir. Claudia tifosa immortalata dalle telecamere di Rai Sport sugli spalti di Siena per il play-off della Dinamo Banco di Sardegna. E subito dopo reporter (per la testata web Isola Basket) che sottopone a una raffica di domande pertinenti e tecniche il coach Meo Sacchetti.
VIA TUVERI Ecco, questa è la sua vita. Un turbinio di stimoli e attività. Oggi giornata soft. Michaela la sua accompagnatrice rumena («L'ho assunta dopo il mio primo stipendio a Cagliari») la aiuta a farsi spazio nell'ascensore della casa in affitto in via Tuveri e a favorirne lo scivolar via dal portone. Un saluto agli amici della bottega di frutta e verdura («Buongiorno Claudia») che la vedono passare ogni mattina mentre si reca sul posto di lavoro, circa sei portoni più in là, via Tuveri 128 che guarda la chiesa del Cristo Re. La targa dice Centro Nazionale per le Ricerche, piano primo. Ascensore. Una firma sul registro presenze, un saluto alle colleghe. Poi via davanti al computer nella stanza che divide con un compagno di lavoro.
A LAVORO Di che si occupa Claudia? «Lavoro per l'Istituto di storia dell'Europa Mediterranea. Il mio ruolo è reperire i fondi per la ricerca attraverso i bandi comunitari». Stipendio: 1.450 euro mensili. «Enorme. Sono fortunatissima, anzi di più. Un salario così mi ha permesso di poter essere maggiormente indipendente e assumere Michaela per faticare un po' meno». Orario 8-14 con due rientri pomeridiani a settimana, quando ci sono da chiudere i bandi anche 3 del mattino. Ma come è arrivata sin qui? «Liceo scientifico e laurea in Scienze politiche a Sassari. Erasmus a Madrid, Master in progettazione europea a Roma». Questo non è il primo impiego. «A Roma ho lavorato con la Ong SoleTerra, mi hanno assunto dopo lo stage. Curavamo progetti di cooperazione allo sviluppo in Ucraina e Marocco». Poi nella coop romana BottegaSolidale impegnata sul fronte dei minori disagiati. «Mi occupavo di trovare i finanziamenti attraverso i bandi regionali». Infine il concorso per il Cnr, vinto e assunta.
CONVEGNO Oggi la sua giornata prevede alle 17.30 il convegno sul volume di Maria Giuseppina Meloni dal titolo “Il santuario della Madonna di Bonaria. Origine e diffusione del culto” alla biblioteca regionale di viale Trieste, al tramonto direzione Castello per la rassegna letteraria Leggendo Metropolitano e poi cena con i ricercatori convenuti anche dalla Spagna per il libro della Meloni al Dottor Ampex, Villanova. Giornata leggera rispetto alle altre quando magari bisognava coniugare i momenti di impegno politico al circolo, l'ora settimanale di nuotata alla piscina Ulive e Palme e quelli professional-sportivi «ma la Dinamo ora ci ha concesso un felice e appagante riposo». Embe', dirà qualcuno, tutto qua? Dove sta la luce singolare di questa vita? Per chi si è abituato a guardarla sempre in faccia, per chi ha promesso che non ci saranno lacrime facili da gettare in pasto al pubblico, viene quasi, se non secondario, sfumato dire che la particolarità di Claudia Firino è che ha conquistato tutto ciò nonostante un gravissimo handicap, che vive la sua giornata su una sedia motorizzata a rotelle, che non ha mai camminato da quando è nata e ha un uso limitatissimo degli arti superiori. È invece impellente e primario raccontare il suo animo, la sua voce che le fa dire: «Patti chiari, niente roba piagnucolosa», e tutto quello che adesso seguirà. Lo scopo è raccontare la via della forza e della dignità nonostante tutto e che ogni esistenza vale la pena di essere vissuta.
I SOGNI DI UNA RAGAZZA Perché questa ragazza, guardandoti dritto negli occhi con una naturalezza che (perdono, Claudia) commuove, dice che ha conquistato tutto ciò che ha «solo perché ero una ragazza come tutte le altre, Sassari mi stava stretta, e volevo vedere il mondo». E aggiunge che non ci sono limiti e la forza gli è stata inculcata da una famiglia vera, un padre ex impiegato di banca, una mamma ex insegnate, e una sorella. Carezze e ceffoni secondo necessità, senza sconti né in un senso né nell'altro. «Sono stati un supporto socio-affettivo ed economico fenomenale». Claudia si ferma, si riascolta e sbuffa: «L'ho detta io questa frase?». Eh sì. «Mamma mia che brutta, sembra burocratese. Trova la maniera per renderla meglio». La maniera potrebbe essere che i Firino c'erano sempre e comunque, hanno cresciuto la figlia dimenticandosi sul fronte educativo della sua artrogriposi multipla congenita. Il feto si rattrappisce inesorabilmente nell'utero materno e quando nasci le 13 operazioni chirurgiche (che Claudia ha subìto) a malapena ti possono migliorare.
LA FORZA Eppure. «Ho avuto una bellissima infanzia, non percepivo la mia disabilità». Eppure a chi la ascolta mentre il sole scende sul bastione Santa Croce viene difficile portare il pensiero senza far tremare le labbra al suo primo giorno di scuola, al suo ingresso in classe mentre gli altri correvano e urlavano. Anche se nessuno in famiglia ha mai temuto il giudizio, quello che non riusciamo a non vomitare sul conto degli altri perché in fondo discendiamo dalle scimmie dispettose e invidiose. Né hanno avuto paura a saperla sola ogni giorno sul pullman che da Roma Nord la portava a Roma Sud, un'ora e mezzo per arrivare a lavoro. O nel visualizzarla in camminata solitaria (perche lei dice così «oggi non ho bisogno della macchina vado a piedi») per le strade di Madrid.
LA DIGNITÀ Claudia dice che ogni tanto rimugina sul fatto di «aver vinto il concorso al Cnr partecipando come categoria riservata» mentre gli altri lavori se li è giocati alla pari degli altri. «Però non era la corsia privilegiata che mi ha spinto verso il concorso semmai l'impiego che rispondeva alla perfezione alla mia specializzazione». Ma è un nuvola passeggera che svanisce dando il posto a una idea più forte. «Un disabile che lavora non costa alla società, anzi partecipa al suo sviluppo». Questo è il suo spirito che brilla. «Però sia chiaro, una malattia così non si accetta, ci si convive. L'ho maledetta sino alle lacrime. Ma se mi chiedete com'è la mia vita io vi dico che è proprio bella».
 

Don McCullin, l'occhio dell'altro mondo


Viste le impossibilità di contattare il fotoreporter Don McCullin, ho cucito un testo prendendo testimonianze virgolettate da siti riguardo il suo lavoro, che per lui tale non era, considerandolo "una crociata". Per ricordarci all'ora dello Spritz che c'è chi muore di sete. E non è colpa nostra, certo, quindi: di chi è?

Don McCullin, addio alle "armi"

a cura di Matteo Tassinari
"Un giorno mi sono accorto che non sopportavo più di essere chiamato fotografo di guerra". Per questo l'uomo che ha documentato i conflitti del Novecento dal Vietnam al Libano, ormai ritrae solo luoghi e volti "dove posso mettere la mia anima". Come Kevin Carter, i suoi ricordi sono plumbei: "Migliaia di fantasmi. Ogni sera, quando vado a dormire, so che sono lì, li sento. Li conosco tutti, uno per uno". Migliaia di fotogrammi nell'archivio di quarantanni di guerre, Vietnam, Cipro, Libano, Afghanistan, Biafra, Ulster, India, il lunghissimo medagliere oscuro di uno dei più grandi fotografi del Novecento. Ma non c'è angoscia nella voce di questo signore britannico di 77 anni, semmai una tristezza rassegnata: "Posso sopportarli. Ho dormito tante volte di fianco ai cadaveri. Posso convivere con gli spiriti malvagi delle immagini che abitano nella mia casa" rilascia negli anni '70 al N.y.t.
Guerra in Vietnam

per chi è interessato, prosegua qui... http://mattax-mattax.blogspot.it/

9.6.12

quest'anno anzichè abbandonare il tuo animale abbandona la tua \ tuo rompicoglioni

N.b
Certo che etichettare 'sto video ''sessista'' o ''maschilista'' è proprio da COGLIONI IGNORANTI. E le  donne  che che si sentono offese da questo video non sono e non saranno mai donne, Infatti    lo stesso  messaggio  vale anche  se il rompicoglioni  è un lui  . Quindi  evitate tali paronie   Nel caso dei bambini   non credo che se  educati  al rispetto   verso gli animali diventino cosi  bastard  inside  d'adulti  . 


 dalla  pagina facebook di www.smemoranda .it


poi nei commenti alla  foto di smemo ho scoperto che c'è  anche il video che  riporto sotto 




radice o seme ? io ho a sceltoi e voi ?>

Molti  di voi  ,mi  richiedono in privato il video  che girai  a tempio  pausania  su  karim metref e  che  per motivi tecnici  è stato cancellato , insieme ad  altri importanti  dal mio youtube ( http://www.youtube.com/user/redbeppe/videos ) . Ma  rimarranno delusi perchè  ho fatto  la  ..... di  nn  salvarlo  sul pc  dopo averlo scaricato dalla  macchina digitale  . E quindi  nessuna copia  .
Comunque   s'interessa   , gli ho richiesto  via  email  la stessa domanda  che  gli feci  .


Mittente: redbeppe@gmail.com
A:karim.metref@gmail.com
Oggetto: favore per il mio blog
Data: Fri, 01 Jun 2012 22:24:37 +0200


Essendo sempre con la testa fra le nuvole cancello o perdo le
cose che vorrei conservarte , come la tua bellissima e
filosofica risposta che mi diedi e che filmaio quando venni
a tempio .Ora poichè La locuzione latina Verba volant, scripta manent
( le parole volano, gli scritti rimangono ) è più attuale che mai vorrei che se ti và
mi rispondessi per iscritto , inn modo che la metta da
coservartla sul mio blog http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com
rieccoti la domanda
tu che ha dentro di te l'esperienza d'immigrato ti senti di
più radice o seme ?
un abbraccio Giuseppe


Mittente:karim.metref@gmail.com>
A:redbeppe@gmail.com
Oggetto: favore per il mio blog
Data: Fri, 8 Jun 2012 16:26:38 +0200


Ciao caro,
Non mi ricordo più di quello che raccontai quella sera a Tempio. Ho avuto modo di rifletterci un po' di più, quindi sicuramente non potròdirti le stesse cose. Eccoti una risposta ex-novo. Spero vada bene.
Un abbraccio

Tu che  hai  dentro di te  l'esperienza   d'immigrato     ti senti di più radice  o  seme  ? 

E' la prima volta che mi si pone la domanda in questi termini. Di solito la radice viene contrapposta alla foglia.
La radice nasce, cresce, muore e marcisce nello stesso suolo. La foglia viene dalla radice, ma poi sale in altro e poi vola e si fa portare via dal vento.
La contrapposizione tra seme e radice mi è nuova. Il seme, quando è in un terreno fertile e ha acqua ha  sufficienza germoglia e da vita alla vita: un germoglio  verso il basso, futura radice, garante della sicurezza e della sopravvivenza, e uno verso l'alto futuro tronco, carico dei rami, delle foglie e dei frutti futuri, garante della peculiarità di una vita portatrice di altre vite future.
Il seme è creatività, ricerca del futuro. La radice è sicurezza, certezze, attaccamento alle origini.
Credo che ogni umano ha in sé il seme che è l'energia vitale, la radice che è l'origine e la pianta che è la vita vissuta. Però ci sono persone, come i tartufi, che vogliono essere solo radici. Vivere la loro vita rinchiusi nel passato, nel buio, senza emozioni, convinti di essere in sicurezza, fino al giorno in cui un cinghiale li scova nel loro buco sotto terra e se li sbrana con appetito.
Altri, come le ninfee, preferiscono essere solo fiore, con pochissime radici, che galleggiano sull'acqua e che si smarriscono alla prima piena.
Io credo di essere un po' seme un po' radice e un po' pianta.
Il primo, il seme, sicuramente è quello che mi affascina di più. E' il mio lato creativo, che vorrei rinforzare e usare come forza trainante dell mia vita. Ma il secondo, la radice, resta indispensabile, secondo me. Indispensabile per non perdere se stesso.
Finisco con una frase estratta da Tagliato per l'esilio:
"Non siamo noi a scegliere la nostra cultura, ma in fondo è lei che ci sceglie. Ci entra nel sangue, nelle ossa... Volersene staccare significherebbe negare se stessi e negare se stessi non aiuta ad essere altro… Almeno un "altro" che abbia un minimo di coerenza. Perché si può mentire a tutti ma non a sé stessi." 
--
Karim METREF
3498628153
Twitter: @Karimetref
Facebook: Karim Metref
Skype: kametref
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  do  ragione   a  Karim perchè  :  << Se non dimentichi mai le radici che hai / Rispetti anche quelle dei paesi lontani / Se non scordi mai da dove vieni /Dai più valore alla cultura che hai  ...  come  dice  questo gruppo


Infatti noi sardi  insieme  a  ai salentini   e come  credo  anche tutta  l'italia  , ma  al nord  non lo  vogliono ammettere  ,  siamo


 frutto  di fusione delle popolazioni auctone  con  popoli diversi  .  In sardegna ad esempio  tale fusione \  contaminazione  è avvenuta   fra  Africani pre  cartaginesi  e  cartaginesi , latini \ romani ,  tracce  di gente orientali e africana in quanto la sardegna  fu usata   come terra di confine e deportazione  , bizantini , tracce  arabi ,  , corsi ( qui in Gallura  ) , Pisa e Genova ( Pisa  in  Gallura  e  Anglona  - Sassarese Genova  a l sud  ) ,  aragonesi \ spagnoli , tracce  ( un anno ) d'Austria ,   savoia \ italia   , con influenze  Genovesi , tabarchine  al sud 

7.6.12

SFATIAMO IL MITO dei ricercatori validissimi costretti ad emigrare. esistono anche gli imbeccilli

  storia  tratta  da  http://www.agoravox.it  per  mezzo   della stessa  autrice   che  è anche propietaria del sito  http://www.inpuntadicapezzolo.it/

La storia di Gigione, il ricercatore scarsone



Si parla sempre di ricercatori validissimi costretti ad emigrare. Delle loro difficoltà, in un Paese che non li comprende. Ma esiste un numero considerevole di storie ben diverse. Storie di scarsoni, non raccomandati, che ottengono riconoscimento (e successo) grazie alla retorica dello "stato che umilia la ricerca" e dell'incapacità di giornalisti e persone comuni di rendersi conto del loro reale (scarso) valore. La statistica ha il compito di quantificare numericamente i casi, i media quello di raccontare entrambi i tipi di storie. Perché assolutamente non bisogna trasmettere alla gente comune un'immagine idealizzata della realtà. Ecco la storia di Gigione (nome di fantasia): non bravo, non raccomandato, emigrato e poi rientrato in Italia grazie alle offerte di gente comune affascinata dalla sua retorica ma non in grado di valutare le sue reali capacità. Il racconto, per ovvie ragioni, non può essere eccessivamente dettagliato.
Aveva scritto una lettera piena di seducenti parole a un personaggio sulla cresta dell'onda, Gigione. Nessun aggancio, nessuna raccomandazione: soltanto la storia giusta - e la retorica giusta - al momento giusto... ed è subito raccolta fondi: Gigione deve tornare in Italia. Era andato all'estero perché in Italia non c'era trippa per lui: altri molto più bravi (alcuni dei quali "figli di", ma tutti indiscutibilmente più bravi di lui) avevano la precedenza. Ma alla fine il qualunquismo ha pagato: Gigione è di nuovo in Italia. Ed è di nuovo in Italia perché si occupa di un'area di ricerca che tocca l'immaginario comune e perché ha saputo scegliere le parole giuste per raccontare un sogno affascinante agli occhi della gente, sebbene non supportato da reali capacità.
Ora Gigione insegna in un'università 
italiana e fa danni con la sua mediocrità. Le persone valide del suo settore lo sfottono un po', ma si guardano bene dal far sentire tutti insieme la loro voce e chiedere provvedimenti: "Tanto in giro c'è di peggio"... Ma quel che è certo è che Gigione è un esempio paradigmatico di cosa possa produrre un certo qualunquismo da strilloni applicato alla critica sociale. Ci sono alcuni, tra i ricercatori che sono tornati in Italia, che sarebbe stato molto meglio se fossero rimasti all'estero. Ma tanto la gente non sa, non può valutare e confonde i cialtroni con gli eroi. È la stessa gente che ritiene che Allevi sia un compositore di musica classica contemporanea, o Bocelli un grande cantante lirico.

I fondi per la ricerca sono importantissimi, ma sarebbe ora di dire basta alla solita retorica dei "cervelli in fuga". La retorica piace a certi baroni, che sono la parte marcia dell'Università italiana e non vogliono altro che più fondi per incrementare il loro potere. Vigliacchi sono tutti coloro che nel mondo universitario si sottomettono a questo sistema e che accettano che le regole non siano rispettate. Non farebbe male, al mondo universitario, l'abbandono di qualsiasi filosofia morale utilitarista in favore del kantiano imperativo categorico. Anche la più innocente delle bugie è sbagliata, punto. Anche il più innocente piccolo imbroglio è sbagliato, punto. Anche la più innocente azione pragmatica di politica accademica dettata dal buon senso è sbagliata, punto. Così come è sbagliata ogni forma di diplomazia o di "tatto" e anche la più insignificante eccezione al rigore autonomo dell'individuo compiuta in considerazione della realtà dei fatti di un contesto sociale. Per intenderci: "C'è Mario?", "No, non c'è" (quando invece c'è). Peccato mortale. Risposta giusta: "C'è ma non desidera parlarti". Rigore, rigore, rigore. E formalismo etico radicale. Solo così l'Italia che vale avrà l'autorevolezza e la dignità morale per sbugiardare e ridicolizzare i Beppe Grillo e i Gigione (ma anche i Di Pietro) di turno.

satira su : maya, classe politica , società









6.6.12

"La morte non è il morire, ma ciò che avviene prima di morire"


Dopo la morte di Paolo Braschi e Carla Verbano , mi sono fatto una domanda e dato una risposta, al mio classico interrogativo elucubratorio cosa  è  la morte  .  Ed ecco la risposta  , chìè  riportata  anche nel titolo  del post d'oggi   "La morte non è il morire, ma ciò che avviene prima di morire"




ray bradbury 480 bis

Leggo  dall'unità  d'oggi    questa  triste newes  
Ray Bradbury non scriverà più
Firmò il profetico "Fahrenheit"

E' morto a 92 anni lo scrittore nordamericano Ray Bradbury. Suoi libri epocali come le "Cronache marziane" e "Fahrenheit 451" dal quale Truffauttrasse un film: vedere  sopra  un estratto dal film  

Non è uno scherzo! Parlamento elegge la moglie di Vespa Garante per la privacy

l'uinico mio commento  ----------------------  da vanti  a  'sta news   presa  dal consueto





Pdl, Udc e Pd votano compatti la nomina di Augusta Iannini, moglie del giornalista Rai Bruno Vespa, Garante per la privacy.

Ne esce fuori un conflitto di interesse grande quanto una casa tra marito giornalista e moglie che deve garantire la privacy dei cittadini, spesso messa sotto ai tacchi durante le sue puntate di Porta a Porta.
AI 107 PARLAMENTARI CHE AVETE VOTATO AUGUSTA IANNINI: VI DOVETE SOLO VERGOGNARE!!


5.6.12

Adesso se n'è andata anche carlo verbano . sono io che porto sfiga o è il destino


Proprio  mentre   scrivevo , mi  è  venuta  in mednte  quessta  strofa  


(...)   Mi chiedo ma non riesco a immaginarlo: penso a questa donna forte 

che ancora lotta e spera perchè sa che adesso non sarà più sola.(...)                         Canzone per  Silvia  di Guccini 



Enrico Di Cola ci sono morti pesanti come montagneUn altro pezzo importante della nostra storia e memoria collettiva ci ha lasciati


apprendo dalla pagina di fb di in Information Guerrilla, ZabrinskyPoint e altre storie di controinformazione della Ha lottato per avere verità e giustizia per il figlio ucciso nel febbraio del 1980 da un commando di neofascisti. Infatti , quando accettai la sua richiesta d'amicizia su fb , leggendo la sua pagina di fb “sono carla verbano,mi sono iscritta a facebook per conoscere persone che hanno conosciuto valerio o che ne hanno sentito parlare e anche per sapere se qualcuno ha idea dei suoi assassini ciao a tutti carla”. Da quel che ho letto in rete , mi pare sull'elogio funebre che ne ha fatto 

Doriana Goracci fu : << 
Una donna che a 50 anni ha imparato a sparare – estrema ratio contro le minacce; a 80 anni a navigare in internet- per cercare gli assassini, per incontrare i compagni di Valerio su facebook , la sera, davanti al suo PC, nella stanza dove ancora c’è lo stesso divano dal quale suo figlio la chiamò per l’ultima volta.” Nella sua pagina, su Facebook c’è scritto:
Per non dimenticare e far conoscere la memoria di Valerio vittime della violenza degli anni 70\80 anni di straordinarie ma anche di odio ideologico trovate sotto delle notizie su di lei e su Valerio .
La lettera della madre di Valerio a Pasquale Belsito
Ma la madre di Valerio non si arrende ancora, ha deciso di scrivere all'ultimo irriducibile dei Nar Pasquale Belsito, arrestato nel 2001 in Spagna e estradato in Italia nel 2005, per chiedergli aiuto:


" Durante questi anni non ho mai perso la speranza di poter conoscere la verità sull'omicidio di mio figlio, mi rivolgo a lei Pasquale Belsito perché ha conosciuto e frequentato gli ambienti di estrema destra: Nar, Terza Posizione. Chi meglio di lei conosce la storia di quel particolare momento. Lei ha oggi quarantaquattro anni, gli stessi che avrebbe il mio Valerio, è in carcere da quasi quattro anni e mezzo, non so quanta pena debba scontare complessivamente, credo però che ne passeranno molti prima che possa riprendere la sua vita. Spero che lei sappia qualcosa e che abbia voglia di raccontarlo a una madre in cerca della verità. Non voglio vendetta ma solo giustizia, quella che è stata negata fino ad ora dal silenzio assordante che ha coperto l'assassinio di mio figlio. Credo che la decisione di raccontare le cose come stanno potrebbe portare sollievo anche a lei". (Pina Carla Verbano).

concludo  con questa  frase  Un'idea che non sia pericolosa non merita affatto di essere chiamata idea" Oscar Wilde 


Per approfondire

4.6.12

addio Paolo Braschi

Dedicate  ad un amico 


 ( in realtà era un conoscente , ma un che ti capisce e comprende come aveva fatto lui ,per me è un amico ) da poco scomparso...Ciao..Paolo Braschi.
(A).  te  da  quel che ho letto in rete   cercando  news  su  di  te  , quando mi diedi l'amicizia \  contatto su facebook , perchè era un nome  che avevo già sentito  leggendo   libri sulla strage di piazza fontana ,  che la durezza del carcere l'hai provata sulla tua pelle..innocente come tanti altri compagni..per la tua e la nostra idea di libertà e giustizia sociale...!! di cui apprendo ora dala sua bacheca di fb della sua morte avvenuta il 27 maggio in un incidente stradale . Infatti , ritornando con le lacrime a gli occhi a quanto dicevo prima , era l'unico del circolo strage di stato che aveva capito che la mia provocazione sul libro di P.Cuchiarelli ( vedere  archivio   blog per  l'intervista  a Paolo    )  il quale  pur contendo molte cose utili come punto  di partenza  per  un nuovo studio  e ricerca della verità su piazza  fontana  ma sbagliando su Pinelli e  Valpreda  ( vedere url nel post intervista   a Paolo )  in piaza fontana ci furono due bombe ma non fu anarchica , ma fu dei servizi o di un altro gruppo fascista fatto passare per il tipo di esplosivo che usavano gli anarchici nel '800 e 900 ) non era di quelle fasciste e poliziesche , ma era solo per scatenare un dibattito . ed era l'unico dei circolo che aveva replicato sul mio blog .  Non riuscendo più  a scrivere  per le lacrime  lascio la  parola  al comunicato http://stragedistato.wordpress.com/
La morte improvvisa del compagno Paolo Braschi – uno dei fondatori dell’Associazione Pietro Valpreda. Gli anarchici per la verità sulle stragi – ci lascia sconvolti e attoniti nel nostro dolore.
Piangiamo la perdita di un amico, un compagno, un fratello che con coerenza mai si era pentito della sua scelta di lotta per la libertà e per una società di eguali, scelta che da ragazzo gli era costata lunghi anni di carcere.
Altri, sicuramente, scriveranno di questa sua scelta di vita e del come e perchè finì vittima della prima tappa della strategia stragista dello stato.
Noi vogliamo ricordare il Paolo di oggi, quello sempre pronto ad accorrere quando chiamato a testimoniare della sua storia di repressione subita e a partecipare ad ogni manifestazione di rinascita di lotte dal basso.
Con Paolo da molti mesi stavamo portando avanti il progetto dell’associazione e quello di chiarificazione all’interno del movimento anarchico su quelli che erano stati i nostri percorsi e le nostre storie che tra loro si intrecciavano, inscindilmente, attraverso la provocazione e la strategia terrorista e stragista che voleva Pinelli e Valpreda colpevoli dei delitti che lo stato stava compiendo.
Con lui stavamo lavorando perchè la nostra storia, le nostre testimonianze divenissero partimonio comune e perchè venissero cancellate una volta per tutte le “dicerie”, i luoghi comuni e fantasie che anche alcuni anarchici avevano contribuito a creare su di noi.
Paolo si indignava quando parlava di queste cose, perchè sentiva quelle menzogne ancora bruciargli sulla pelle. Non capiva perchè dei compagni avessero avallato la sporca teoria che lui fosse stato l’amante della squilibrata Zublema, donna al servizio del commissario Calabresi e dell’Ufficio Affari Riservati, che era stata la “supertestimone” al loro processo e che, come oggi sappiamo, era stata probabilmente usata per coprire le “informative” dell’infame Enrico Rovelli, l’anarchico che si era venduto prima alla squadra politica di Milano e poi anche agli Affari Riservati col nome in codice di Anna Bolena.
Si indignava e non capiva, come non capiamo noi, perchè il movimento anarchico nel suo insieme ancora non si sia impegnato come dovuto di fronte al tentativo di riscrittura della storia portato avanti in questi anni da squallidi personaggi come il velinaro Paolo Cucchiarelli o dai più “raffinati” fautori della verità bipartisan di stato, come quella del regista Giordana.
Nessuno potrà colmare il vuoto che la sua testimonianza e il suo racconto potevano aiutarci a riempire. Abbiamo perso un pezzo della nostra memoria, abbiamo perduto un pezzo di noi. La sua umanità, la sua coerenza, rimarranno per sempre con noi, nei nostri cuori, e ci saranno da sprone per continuare la nosta lotta e portare avanti il lavoro comune che avevamo iniziato.
Ciao, Paolo.
Associazione Pietro Valpreda. Gli anarchici per la verità sulle stragi
Abbiamo chiesto a Lello Valitutti, compagno di Milano, di scrivere du righe su Paolo:
Quando mi hanno detto che Paolo sarebbe morto a breve non ci ho creduto, quando mi hanno detto che era morto, dopo un attimo di sgomento, ho continuato a non crederci e mentre scrivo queste righe non ci credo.
Ho conosciuto il compagno, l’amico, il fratello Paolo alla fine degli anni ’60: un’epoca di lotte, di dure repressioni, ma anche di grandi sogni, di grandi speranze, di grandi entusiasmi.
In quegli anni, fra compagni anarchici si creavano rapporti di fratellanza e di solidarietà, che veramente anticipavano i rapporti del futuro, con Paolo abbiamo assaporato il profumo di quello che sarà quando l’anarchia avrà vinto.
Quei rapporti non si sono mai interrotti e quando ci siamo reincontrati dopo oltre 40 anni è stato come ci fossimo visti il giorno prima.
Paolo un compagno vero, un anarchico vero, deciso quando serviva, tenace nel sopportare con coraggio galere e calunnie, saggio e sagace nel consigliarti, ma sempre vivace, allegro e ottimista: una di quelle persone speciali alle quali la violenza dello stato non è riuscita a togliere la straordinaria dolcezza.
Paolo è morto? Non diciamo sciocchezze! Paolo vive con noi, Paolo sarà sempre con noi, Paolo continuerà ad aiutarci, a lottare con noi, Paolo continuerà a darci coraggio, forza, allegria e ottimismo.
Paolo vivrà sempre nei nostri sorrisi e nei nostri cuori
Pasquale “Lello” Valitutti
Roma, 27/05/2012

Notti Notturne: "The rocky horror picture show"

Notti Notturne: "The rocky horror picture show": Non sognatelo. Siatelo! di Matteo Tassinari Apoteosi dark. Il "Rocky horror picture show" , ha portato in scena... Saluti cangianti!