Basato sul romanzo di Michelle Wildgen, il film è la storia di una donna pianista affetta da SLA e della giovane universitaria che per sbancare il lunario oltre a fare la cantante nei pub , si trova quasi per caso a farle da badante e con cui diventerà amica intima . Una storia toccante e drammatica , con punte di ironia e sagacità , senza scadere o quasi ( ma dall'altronde in film come questi è difficile soprattutto a chi ha un sesto senso spiccato o gli piace farsi i film su cosa succederà nelle scene o nel finale ) . Una storia bellissima ed intensa pari a tre film : 1 ) Mare dentro (Mar adentro) è un film del 2004 diretto da Alejandro Amenábar ., 2) Quasi amici - Intouchables (Intouchables) è un film del 2011 diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano. 3) Le invasioni barbariche (Les Invasions barbares) è un film del 2003 diretto da Denys Arcand che trattano tematiche della malattia degenerative e di malattie senza cura e allo stadio terminale , testamento biologico , eutanasia , cure palliative . La versione femminile del secondo film .Un film che , come ho già detto nel titolo del post , che tutti coloro che non vogliono o ostacolano il tentamento biologico e non lasciano la possibilità a chi è colpito da tali malattie la possibilità di scelta se vivere o moire con dignità rifiutando l'accanimento terapeutico costringendoti ad andare all'estero o farlo clandestinamente
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
3.11.22
qualcosa di buono Regia di George C. Wolfe un film che i contrari al testamento biologico dovrebbero vedere
Basato sul romanzo di Michelle Wildgen, il film è la storia di una donna pianista affetta da SLA e della giovane universitaria che per sbancare il lunario oltre a fare la cantante nei pub , si trova quasi per caso a farle da badante e con cui diventerà amica intima . Una storia toccante e drammatica , con punte di ironia e sagacità , senza scadere o quasi ( ma dall'altronde in film come questi è difficile soprattutto a chi ha un sesto senso spiccato o gli piace farsi i film su cosa succederà nelle scene o nel finale ) . Una storia bellissima ed intensa pari a tre film : 1 ) Mare dentro (Mar adentro) è un film del 2004 diretto da Alejandro Amenábar ., 2) Quasi amici - Intouchables (Intouchables) è un film del 2011 diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano. 3) Le invasioni barbariche (Les Invasions barbares) è un film del 2003 diretto da Denys Arcand che trattano tematiche della malattia degenerative e di malattie senza cura e allo stadio terminale , testamento biologico , eutanasia , cure palliative . La versione femminile del secondo film .Un film che , come ho già detto nel titolo del post , che tutti coloro che non vogliono o ostacolano il tentamento biologico e non lasciano la possibilità a chi è colpito da tali malattie la possibilità di scelta se vivere o moire con dignità rifiutando l'accanimento terapeutico costringendoti ad andare all'estero o farlo clandestinamente
2.11.22
La nuova vita degli alberi L’artista Michele Ardu ha trasformato i tronchi bruciati nel Montiferru in opere d’arte “Oro ardente” è il titolo della mostra allestita al Museo diocesano di Oristano
primi passi sono in penombra e sopra una piccola distesa di lapilli lavici. Sembra di camminare su un tappeto di brace ormai spenta. La luce arriva solo nella seconda parte dell’allestimento perché la mostra “Aurum urens (Oro ardente)” di Michele Ardu è un gioco di contrasti: lo splendore dell’oro che si oppone al colore della cenere; la nera immobilità di ciò che è morto che sbatte contro le immagini che scorrono sui video e contro le fotografie esposte alle pareti del Museo Diocesano Arborense di Oristano .che ospita l’esposizione. È l’incendio che ha bruciato oltre 20mila ettari di territorio nel Montiferru, durante l’estate del 2021, il motore dell’ispirazione dell’artista oristanese. Dov’è passato il fuoco c’è solo devastazione, eppure proprio quell’angolo di natura distrutta è ancora capace di regalare vita stimolando l’estro. Nel settembre dell’anno scorso, a poco più di un mese di distanza dal rogo, Michele Ardu si era ritrovato a passeggiare, per scattare qualche foto di valore, tra i pendii e le campagne attraversate dalle fiamme qualche settimana prima. Da quelle che per tutti sarebbero state solo forme di morte, l’artista ha tratto ispirazione andando oltre gli scatti del suo obiettivo. Le ha immaginate come se fossero vive, come se fossero «resti elegantissimi che la natura ci ha lasciato.
Erano talmente affascinanti che ho visto in quelle forme qualcosa che è andata oltre il semplice prendere atto della distruzione che avevo davanti agli occhi». Quasi un pensiero eracliteo, un “tutto scorre”, un trasformarsi per diventare quell’altro che nelle opere esposte si nota subito. Dopo aver raccolto i tronchi di ulivi secolari, senza alterarne le sembianze plasmate dal fuoco, Michele Ardu ha steso una patina su cui poi fissare il colore dorato «perché così ho voluto evidenziare quanto sia preziosa la natura. Ho voluto far brillare ciò che era bruciato per ridargli la sua dignità». Del resto, quegli alberi, cancellati dal fuoco nella loro forma primigenia e nella loro funzione ambientale e produttiva, avevano una storia antica. Erano stati tutti censiti e la loro data di nascita – per la maggior parte furono piantati tra la meta del 1500 e la metà del 1600 – è indicata nelle targhe che accompagnano i momenti dell’esposizione. Appartenevano alle tenute delle famiglie Fara e Pes che nella zona di Sa Tanca Manna, nelle campagne di Cuglieri, avevano i loro oliveti. Ora, nella mostra che si avvale anche di una serie di filmati donati dal Corpo Forestale regionale, quegli alberi appartengono a tutti. Prima degli oristanesi e dei sardi, la mostra Aurum Urens, ad esclusione dell’ingresso sui lapilli che è idea venuta successivamente, è già stata ammirata a Siena, dov’è stata ospitata nello storico Magazzino del sale, all’interno del municipio in piazza del Campo. A Oristano, dopo l’inaugurazione di venerdì scorso, sarà visitabile il mercoledì dalle 10 alle 13, il giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, fino al 29 gennaio 2023.
Abbiamo scelto un tema ambientale. I tronchi d’albero sembrano solo delle reliquie, invece la mostra restituisce a essi un valore nuovo. Un tempo erano beni ambientali e simboli della produttività, ora sono testimoni di un fatto, sono beni identitari sui quali le generazioni passate hanno costruito la loro esistenza e sono un monito per le generazioni future». Ciò che più caratterizza la mostra è la semplicità. Sin dai primi passi, non si fatica a cogliere il messaggio dell’artista che continua a fare la spola tra la sua terra di origine e Londra, dove ha trovato alcuni anni fa una sua dimensione internazionale. Un pensiero di Michele Ardu chiude il percorso della mostra: «Dopo secoli vissuti negli stessi acri di terra, che questi alberi entrino ora nei musei del Mondo, in nuove case, e continuino a vivere, cercando di proteggere le altre foreste del nostro Pianeta, testimoniando la preziosità e la fralezza della natura». È semplice, appunto. Talmente semplice da apparire universale
lo sport vissuto senza pressioni da ottimi risultati la storia di diego muretti che solo dopo 8 mesi dal primo pugno conquista il titolo italiano di categoria
leggendo delle ginnaste italiane e degli insulti e delle pressioni mi è ritornata alla mente quesata storia sportiva letta qualche giorno fa sulla nuova Sardegna . Ciò dimostra che nello sport ed attività fisiche ( vedere video sotto ) ci sono storie in cui i risultati vengono credendo in se stessi , prendendosi i propri tempi , senza stress e senza violenza fisica ed psicologia insomma costrizioni cioè risultasti indotti in alcuni casi con il doping di stato un tempo la ex Ddr ( Germania est ) ed ora la Russia
Tra le tappe c’era anche la prestigiosa Carnegie Hall di New York Il progetto artistico Sardinia_Moving_Arts propone composizioni originali dedicata interamente all’isola L’intento è proseguire con nuovi eventi e artisti di tutto il mondo La Sardegna sbarca in America con la chitarra di Porqueddu
compositori, discografici, critica e stampa specializzata. Credo fortemente in questo inedito modo di esportare l’immagine della mia terra all’estero a tal punto che Musicare ha registrato il nome ed il marchio a livello globale. L’intento è proseguire negli anni con nuove commissioni, nuovi eventi e la collaborazione con artisti di ogni parte del mondo». Nel corso del tour Porqueddu ha tenuto corsi sulla musica del XX e del XXI secolo per alcuni allievi selezionati della Cincinnati University in Ohio e della Manhattan school of music di New York.
L’impresa trasmessa nei monitor delle sale d’attesa dell’Aou La missione della “Sassari” in Qatar Tre biker fra le dune del Marocco «Grazie per il vostro coraggio»
dalla nuova sardegna del 2\11\2022
Nuova sfida vinta dopo il tumore, la chirurga Nonnis: «Esempio per tutti»
Sassari
“Lacrime libere di donne che non temono l’emozione”. Una breve didascalia che dice tanto. L’ha scritta Rita Nonnis, chirurga senologa dell’Aou di Sassari, sul suo profilo Facebook per accompagnare l’immagine del traguardo finale raggiunto dalle “sue” tre combattenti, innamorate della vita e pronte ad accettarne le sfide. In sella alle loro mountain bike, Paola Zonza, Daniela Tocco e Donatella Mereu
hanno partecipato alla Marocco Expedition Women Challenge. Quasi quattrocento chilometri percorsi in bicicletta tra dune e terreni pietrosi, tra piste e sentieri del profondo Marocco, dalle montagne al deserto, attraversando piccoli villaggi e remoti insediamenti di popolazioni berbere. Senza però mai perdere di vista l’obiettivo: arrivare all’ultima tappa e urlare al mondo “Noi ce l’abbiamo fatta, potete riuscirci anche voi”. Un “voi” che comprende chiunque stia affrontando la propria battaglia personale. Così come è successo a loro tre, che hanno combattuto e vinto la malattia. «Grazie di cuore per il vostro impegno e la vostra grande generosità per aiutare chi come voi ha affrontato periodi difficili – è il messaggio che la dottoressa Nonnis, componente medica della spedizione, ha dedicato a Paola, Daniela e Donatella – Grazie per la grande serietà ma anche per l’allegria con cui avete affrontato senza mai perdervi d’animo i momenti difficili». Un medico è una sicurezza quando si vivono esperienze complesse. Rita Nonnis è una grande e stimata professionista la tenacia con la quale ha portato e continua a portare avanti – cercando di superare innumerevoli difficoltà – vari progetti di crescita per la sanità sassarese (la Breast Unit è un esempio calzante) hanno fatto di lei un punto di riferimento soprattutto per le donne che combattono contro il tumore. «Con voi e da voi ho imparato molto, dal punto di vista umano e professionale – si rivolge ancora alle biker – Come nelle altre sfide della vita vi siete preparate con caparbietà e avete affrontato con consapevolezza tutto il percorso con una forte motivazione. Siete donne sensibili, coraggiose e determinate». E lo specifica, la Nonnis, che far parte delle “women challenge” non significa essere “super women” «ma donne che conoscono i propri limiti, li accettano e sanno cosa fare». Esattamente l’identikit di ciascuna delle protagoniste di questa avventura in Marocco. Che, naturalmente, è stata possibile grazie alla sinergia e all’impegno imprescindibile di altre persone. Il progetto è stato organizzato e realizzato da Acentro per il sociale di Cagliari con il patrocinio di Regione, Comune di Cagliari, Asl di Cagliari, Aou di Sassari, Lilt, Ail Cagliari,Fondazione Taccia, Mai più Sole e Associazione sinergia femminile. Con il supporto di numerose aziende del territorio. L’Aou di Sassari è stata molto presente durante questo viaggio, prima con la consegna di materiale medico alla vigilia della partenza e poi con la trasmissione – nei monitor delle sale di attesa dell’Azienda – delle immagini che raccontavano quotidianamente la piccola grande impresa. A guidare l’avventura il capo carovana, Maurizio Doro, biker d’esperienza e fine conoscitore del Marocco. Con loro anche il coach Antonio Marino e Michele Marongiu, ideatore dell’avventura, oltre al videomaker Pierandrea Maxia che ha documentato ogni singola tappa. Prima del rientro in Italia la comitiva ha donato i presidi medici e i farmaci – che per fortuna non è stato necessario di utilizzare – del kit di pronto soccorso. La dottoressa Nonnis li ha consegnati nelle mani di madame Keltoum Touhami Elwazzani che nel villaggio di Agdz è attiva proprio nella sensibilizzazione contro il cancro alla mammella. Un modo speciale di concludere la sfida
1.11.22
il cretino ed il filosofo
Cr devi andare oltre all'evidenza delle cose e dei fatti perchè niente è quello che sembra
realmenteFI certo c'è un fondo di verità in quello che dici . Ma senza esagerare . Perchè come dice ( anche il video sotto ) non è che a forza di staccarsi dalla realtà finiamo andare tra le nuvole ?
Cr quindi secondo te la risposta a tale domanda sta ....
FI esatto la risposta sta nel mezzo cioè nel usare l'andare oltre la realtà quando i fatti\ gli eventi bìnon sono chiarissimi ed oscuri .
Cr Ma come fare a capirlo
Fi .....
Cr 😲
Fi Bisogna fare attenzione a non andare troppo nelle nuvole... perchè molto spesso evadere troppo dalla realtà è pericoloso, perché si rischia di sfociare nel complottismo. Allo stesso modo però ragionare solo per semplificazioni lo è altrettanto. Il vero problema è che non siamo più capaci di confrontarci senza pregiudizi e senza insultare chi ha posizioni diverse dalle nostre, e così le posizioni si polarizzano e si radicalizzano, sfociando in un complottismo contro semplificazione.
Cr Ok ti saluto caro con i piedi per terra
Fi 😂😥🙄
alla prossima polemica .
l'ho richiamato perchè oltre ala risata , m'era venuto in mente una risposta più articolata . Ma aveva già svoltato l'angolo . pazienza . gli la lascio qui , cosi rispondo a chi , basansosi su una parodia ( che dei contatti di un gruppo di fans della trasmissione tv mai dire goal sul Ng ( newsgroups la preistoria dei social ) it.fan.tv.mai-dire-gol) che mi fecero quasi 30 anni fa ed ancora continua a circolare sul web , mi vedono sol come un complottista . In realtà io dopo anni e ani ho trovato un equilibrio tra fughe \ evasioni e ritorni , fra piedi per terra e testa \ piedi fra le nuvole , tra dubbio e certezza , ma fra bufale ( anche se ogni tanto ne prendo pure io ) e verità . tra informazione e contro informazione . Per fornmazione strorico politica ( querra gfredda , strategia dela tgensione , anni di piombo ) e culturale ( passione per i gialli ed i polizieschoi , le s torie di topolino , spionaggio , complotti ,mistero ) . Tutto ciò unito alla mia voglia d'uscire da i due blocchi culturali ed ideologici ( fascismo e comunismo ) che hanno caraterizzato la mia infanzoia ed adolescienza cerco sempre verità alternative a quelle ufficilalio di comodo . Ma a differenza dei complottisti ed complottismi , quando vedo che una tesi o una contro analisi di un fatto \ evento non regge ala logica ed sfocia nell'assurdo più totale ( ma chi lo paga , non ce lo dicono , ecc ) e soprattutto nella mancanza di rispetto delle persone coinvolte ( esempio ci sono siti e d persone che dicono i che i morti del bataclan non sono veroi e che sono finti e che le vittime sono ancora vive nascoste da quel che parte o micamion con le bare dei morti del coivid è un falso ecc ) non continuo e rientro a terra
un prete che è sceso fra la gente ed uscito dal tempio il caso di don totoni cossu di bitti che non avendo chiesa ha detto messa in un bar di paese
- the time we are a changin -Bob Dylan
- Non è tardi - Marco Conidi
detto l'amica Dulcinea nel post : << il cambiamento non lo si può fermare >> esso è un rimedio per non morire ed aprirsi alla gente credente tiepida e anche perchè no a quelli dubbiosi o non credenti oppure come me laico credenti \ senza chiesa cioè non praticanti .
da https://www.larena.it/territori/ 28 novembre 2017
La Bibbia si legge anche al barSette incontri tra birre e caffè
Tutto continua tutto va avanti di Dulcinea Anna Maria Pecoraro
Ma chi si ferma è perduto, anche se il riposo è necessario per acquisire nuove forze. Tutti troppo di corsa o troppo fermi, forse è da dosare proprio quel troppo, per poter così fare quel guizzo verso l'oltre. Giusto o sbagliato che sia, lasciarsi prendere e provare a mettersi in gioco, senza scendere a compromessi. Alzarsi e combattere anche quando tutto va storto e provare a andare incontro e non contro alle cose. C'è chi dice che da ogni disastro c'è sempre una rinascita, così come da ogni guerra la pace e dal deserto può nascere una rosa. Il futuro è un grande mistero d'incognite e infinite combinazioni portano a atti diversi e per questo unici. "Wish you were here" cantavano i Pink Floyd, o "ma il cielo è sempre più blu" come Rino ripete. Nell'inferno ci passiamo tutti, così come nel paradiso. La fortuna è nel sapersi accorgere come non perdersi!
#dulcineaannamariapecoraro💖💖💖
31.10.22
Bernardo De Muro, l'arte oratoria è nel mio Dna
Esperto di logopedia, ha superato grazie alla determinazione la sua balbuzie, "le mie corde vocali erano serpenti a sonagli", ricorda. E' vasta la sua produzione in narrativa, saggistica, teatro, poesia - sonetti, haiku - favolistica, aforismi. Apprezzatissimo tra gli altri il suo "Genova-Cantico del ponte Morandi" e il suo prezioso e originale saggio "Dizionario: l'albero della parola". "Ciò che colpisce nell'atto di parola e scrittura di De Muro - ha detto di lui Bachisio Bandinu - è il fascino intrigante dell'eloquenza come tensione interiore". "L'ho visto condurre quegli adolescenti, rapiti, silenti e sorpresi dal suo logos raffinato e comprensibile nel contempo", ricorda Roberta Soggia, docente di filosofia.La sua ultima fatica è un affascinante romanzo, "Storie e misteri nella Valle dei Nuraghi", ma sta per dare alle stampe "C'era una volta il punto e la virgola". "Stupore e meraviglia sono le chiavi per guardare in alto attraverso le parole del profondo", chiarisce il "chirurgo della parola". Il suo nome lo deve al grande tenore, suo omonimo e zio. Del compianto cantante a cui ha dedicato una monografia, "Bernardo De Muro parla di Bernardo De Muro", in occasione dei 130 anni dalla sua nascita, ricorda che fu lui a suggerire a suo padre, per l'11esimo e penultimo figlio, il nome. "Bernardo De Muro - sottolinea - è il nome che mi porto da 84 fresche primavere. E, da appassionato e critico musicale, non posso che andarne fiero".
A 84 anni il suo ricco curriculum è un work in progress. Del resto "Per diventare giovani - recita un suo aforisma- ci vuole molto molto tempo".
Santi e Morti - di Patrizia Cadau
Per me i Santi sono i miei vicini di casa, che accompagnavano tutti i giorni mio figlio a scuola perché io non potevo.
Oscurità e luce -il cavaliere e il druido romanzo fantasy di Thomas landini è un romanzo su disabilità e speranza
Manca , quindi , una visione d’insieme, che non sia caritatevole o di sostentamento. Latita soprattutto l’ascolto e il comunicarci un senso di normalità. Basti pensare alle organizzazioni scolastiche e non che con le loro carenze riescono a rendere ancora più discriminatoria la nostra situazione. Per non parlare della totale assenza d’empatia da parte di troppi docenti impreparati e limitati al solo “vedere” o a pur non avendone i titoli o la specializzazione a fare l'insegnante di sostengno ai ragazzi disabili pur di aver punteggio er assare di ruolo nell'insegnamento . Fra le domande che avrei voluto fargli c'era anche una su come fa ad affrontare la vita quotidiana . Ma una nota introduttiva inviatami precedentemente e da cui ho estrapolato alcune righe mi ha anticipato
In ambito lavorativo la mia disabilità fa parte d’una sorta di limbo: o troppo o poco disabile. Molte aziende non mi hanno mai preso in considerazione perché, non potendo utilizzare il braccio destro, se gli serviva un istruttore amministrativo, erano “necessarie due mani funzionanti” per poter digitare e spostare i faldoni dei documenti. Allora venivo chiamato da aziende che cercavano magazzinieri appartenenti alla legge ’68 ma quando precisavo di non utilizzare un arto rispondevano meravigliati “di cercare una legge ’68 senza problemi fisici apparenti.” In dodici anni ho vissuto la rovina del centro di collocamento mirato. Sono stato convocato per colloqui fallimentari o addirittura inadatti quando cercavano un magazziniere, scaffalista, autista di muletto. Non sono mai stato indirizzato a un concorso pubblico. Non restava che tentare di mettersi in proprio puntando sui “famosi” aiuti per persone con disabilità. Fantascienza! L’80% di invalidità non era sufficiente per nessun tipo di aiuto e nel frattempo l’asl mi toglieva il sostegno fisioterapico perché “disabile cronico”. Dopo la parentesi in proprio decisi di studiare per i famosi concorsi pubblici, sostenuto dalla mia famiglia e dai miei amici. Dopo vari tentativi finalmente vidi la luce. Istruttore amministrativo in un ente pubblico a digitare sul computer e a spostare faldoni con una mano. Una cosa incredibile agli occhi di certe aziende. In questi anni la vita mi ha fatto incontrare e anche scontrare contro persone che, volontariamente o meno non mi interessa, ti portano a seppellire la tua già fragile autostima e a farti sentire inutile e dipendente dagli altri per qualsiasi esigenza invece di rassicurarti e insegnarti l’autonomia. All’interno di piccole realtà come quella in cui vivo si sente la mancanza di un sostegno, di una collaborazione, di un vero insegnamento alla disabilità. Per chi non la prova direttamente, la disabilità non esiste. Ci sono persone con disabilità che potrebbero dare tanto sia umanamente che fisicamente per tutto ciò che sono riuscite ad apprendere. Io ho la fortuna di essere riuscito ad entrare in un ambito lavorativo che amo e per il quale ho studiato: i servizi sociali. In questo ambito riesco a vedere che un cambiamento sia possibile grazie a politici e colleghi con una visione più moderna, aperti ad esempio alla tecnologia, alle nuove frontiere mediche, alla collaborazione. Soprattutto verso la disabilità, confido in una visione costruttiva fatta non solo di sussidi ma di coinvolgimento reale, di crescita comune. Tanti, troppi disabili si vergognano, si sentono emarginati dalla società in tutte le sue forme. C’è bisogno di una visione nuova del problema, di una costruzione empatica, solidale e coesa in tutte le espressioni sociali. Io ora sono felice anche per quello che la mia disabilità mi ha insegnato. Ho una famiglia meravigliosa e posso continuare a coltivare la mia grande passione che è la scrittura. Per cercare di condividere ciò che ho imparato in questi anni ho aperto anche un blog “Guida a una mano” nel quale cerco di dare qualche consiglio e stimolo alle persone che come me devono vivere senza l’utilizzo di un arto superiore. Ad oggi il riscontro è stato più che positivo con tante persone che mi hanno scritto e risposto.
Nel 2017 ha pubblicato il suo primo romanzo grazie a Felici Editore, una casa editrice che ha creduto in lui e nelle sue capacità. Egli avrebbe << voluto scriverne un altro che parlasse di disabilità e discriminazione ma la paura di sfociare in tematiche troppo specifiche e annoiare il lettore mi ha fatto desistere. Fino a quando un giorno ho pensato: perché non spiegare il tutto allegoricamente, visto che la storia dell’uomo è piena di allegorie letterarie e artistiche che celano i più diversi significati. In quattro anni ho appuntato e incamerato tutto quello che sentivo e vedevo; ho scritto, strappato, riscritto, analizzato. Fino a quando ho preso il tutto e cercato di costruire una storia che potesse supportare il tema che volevo esprimere. Non è stato facile dare voce a ciò che percepivo, ma con il giusto tempo è nato “Oscurità e Luce – Il Cavaliere e il Druido” edito sempre da Felici. Un romanzo fantasy ambientato in una terra inventata, in una società celtico-medievale con magia, amore, uomini, donne, animali magici, natura, tanta azione, ritmo e, soprattutto, filosofia. Una dicotomia tra bene e male dalle varie sfumature, mai troppo distinte, che parla della discriminazione e dei suoi mostri e nel quale i personaggi potrebbero essere benissimo dei disabili. Un romanzo per tutti dove sono convinto che ognuno possa trovare un personaggio nel quale rispecchiarsi. Una storia che cerca una continua evoluzione, dal finale aperto che punta ad essere il primo basilare capitolo di una saga >>
Dopo avermi scritto un po' di lui ticca a me fargli delle domande
come mai hai scelto per pubbblicizzare il tuo libro la rubrica di un giornale , il fatto quotidiano in questo caso . ed non un tuo sito internet o un blog ?
Non è stata una scelta specifica, ho inviato molte mail a partire dalle redazioni dei giornali, ai blog
di letteratura, fino ad arrivare agli influencer. Ad oggi quelli del “Fatto Quotidiano” sono gli unici
che mi
hanno preso in considerazione. Personalmente gestisco un sito internet www.romanzifantasy.com e un blog per persone diversamente abili www.guidaunamano.org e anche in questi ho pubblicato informazioni sul romanzo
come mai hai scelto un genere poco trattato, almeno da quel che ne so , in italia , il genere fantasy e non invece quello molto più diffuso il noir o l'hard boilet ?
Proporre fantasy italiano in Italia è difficile. Purtroppo c’è un pregiudizio che si protrae da anni, quello che gli italiani non siano in grado di scrivere fantasy di livello, perciò anche le case editrici di calibro maggiore non hanno interesse a investirci sopra. Sarebbe bello invertire questa tendenza, perché autori italiani capaci ce ne sono tanti
come mai lo hai intitolato oscurità e luce Il Cavaliere e il Druido? di soito nel fantasy druido nero è sibolo di malvagità e il cavaliere simbolo di giustizia ? cosa c'è di vero e cosa d'inventato nel romanzo ? fonti d'ispirazione ? riferimenti culturali \ letterari ?
Nel romanzo il Druido Nero è simbolo di oscurità e il Cavaliere un Paladino della luce però da antagonisti diverranno quasi amici contro un nemico più grande e comune. Gli ideali in principio differenti si scopriranno più simili di quanto potessero immaginare. I riferimenti sono celtico/medievali ma la storia è tutta frutto della mia immaginazione
è unico oppure come ho letto da qualche parte è il primo di una triologia ?
Non è un romanzo autoconclusivo e punta ad essere il primo di una saga. Le ispirazioni e i riferimenti sono molti. Uno su tutti il gioco di ruolo; Tolkien sia letterario che cinematografico; Eddings e la Saga di Belgariad; le discriminazioni, contestualizzate in un periodo storico differente; la disabilità; la filosofia e il fantasy in ogni forma
30.10.22
LI MOLTI E MOLTI di Simone Sanna
leggi anche
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2022/10/il-munduspatet-lhalloween-nellantica.html
ERA IL 2 NOVEMBRE E COME OGNI ANNO MARCO E MARIA VAGAVANO PER LE VIE DEL PAESE CON I LORO CESTINI A CHIEDERE “LI MOLTI E MOLTI” PICCOLE OFFERTE DI NOCI,CASTAGNE ,GIUGGIOLE E QUALCHE SOLDO . COME OGNI ANNO SI FERMARONO DI FRONTE AL CANCELLO DELLA VILLA PIRODDA INDECISI O MENO SE ENTRARE.LI VI ABITAVA LA VECCHIA SIGNORA PIRODDA UN TEMPO MAESTRA DI SCUOLA E OGGI ADDITATA DA TUTTI COME UNA STREGA DEDITA ALL’OCCULTO. SI NARRA DI FANTASMI CHE SI AGGIRANO PER LE STANZE DELLA VILLA A TORMENTARE LA POVERA
SIGNORA,DI LAMENTI CONTINUI ,DI RUMORI DI PASSI NEL CUORE DELLA NOTTE. MARCO E MARIA SPAVENTATI MA ALLO STESSO TEMPO INCURIOSITI ATTRAVERSARONO IL CANCELLO E SUONARONO ALLA PORTA. APRI UNA VECCHIA SIGNORA DAI CAPELLI ARGENTO E DALLO SGUARDO BUONO E I DUE BAMBINI PENSARONO CHE QUELLO CHE SI RACCONTAVA DI LEI ERANO BUGIE. LA VECCHIA CON GLI OCCHI LUCIDI ACCOLSE I BAMBINI DENTRO CASA.“FINALMENTE VI SIETE DECISI A SUONARE,VI VEDO OGNI ANNO FERMI DAVANTI AL CANCELLO”MARCO E MARIA SORRISERO E SGRANARONO GLI OCCHI QUANDO LA VECCHIA RIEMPI I LORO CESTINI DI OGNI PRELIBATEZZA. LI FECE ANCHE ACCOMODARE IN UNA STANZA PIENA DI GIOCHI DOVE MARCO E MARIA PASSARONO TUTTO IL POMERIGGIO.SI ERA FATTO BUIO E I BAMBINI DOVETTERO SCAPPARE PROMETTENDO ALLA VECCHIA CHE NON AVREBBERO AVUTO PIÙ PAURA DI LEI.IL GIORNO DOPO LA VECCHIA SIGNORA PIRODDA COME FACEVA ORMAI DA PIÙ DI 40 ANNI SI RECÒ AL CIMITERO A PORTARE UN FIORE AI SUOI CARI.ANDANDO VIA PASSÒ A SALUTARE UNA PICCOLA LAPIDE DOVE ERANO SEPOLTI DUE FRATELLINI ,SUOI ALUNNI,MORTI TRAGICAMENTE SOTTO L’INFERRIATA DEL CANCELLO DELLA SUA VILLA.DALLA FOTO SULLA LAPIDE I VOLTI DI MARCO E MARIA LE SORRIDEVANO.
CONTRO GLI STUDENTI REI D'AVER VOLUTO METTERE UNO STRISCIONE CONTRO UN CONVEGNO SI CONTRO GLI ULTRAS CHE IMPONGONO CO MINACCE D'ABBANDNARE LO STADIO NO
- Ultras - Wikipedia con ottimi riferimenti storici e culturali per inquadrare un fenimeno ormai sfuggito di mano tanto d'essere infiltrato dale mafie e dalla criminalità
[...] il club della Pinetina starebbe valutando delle conseguenze: come riporta calciomercato.com infatti, la società starebbe considerando misure cautelative nei confronti dei tifosi costretti ad abbandonare lo stadio, come rimborsi o biglietti in regalo in vista dei prossimi match.
La "muratorina" negata per il latino è diventata professoressa degli ultimi altro che logiche meritocratiche
Da Palermo arriva una lettera emozionante contro le logiche meritocratiche ed escludenti. Con un grazie a Bruni e una storia che mi ricorda quella di mia madre e dice ciò che può fare la scuola e che dentro la scuola fanno donne e uomini di valore, che sanno “vedere” tutti i talenti e li aiutano a sbocciare
il problema non è tony eff ma un altro visto che anche le paladine delle pseudo femministe che gridano alla censura dove non c'è insomma chi come dolce nera lo difendono invocando la censura o dicendo come Dolcenera: " Tony Effe mi fa sesso perché non pensa ciò che dice sulle donne. Le sue canzoni seguono la moda "
E' vero che dovrei non parlarne più e parlare d'altro magari di cose più importanti perchè come ho detto precedentement...
-
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...