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12.4.25

DIARIO DI BORDO N 114 ANNO Ⅲ luccarelli su elena Cecchetin ., Calano gli iscritti all'ora di religione ma è boom di domande per insegnarla.,L'assurdo ricorso ( poi perso ) di una famiglia contro la valutazione del figlio, iscritto al secondo anno di un liceo scientifico di Gallarate spioni di stato il caso di don Ferrari ., il Comune di Roma ha ordinato la rimozione immediata dei manifesti omofotransfobici dei cosiddetti “Pro vita”..,

 Concordo   con  questo commento  . A  volte   la  famosa blogger   scantona


Il problema non è che Elena Cecchettin sia o no populista: lei è una vittima, le hanno strappato un pezzo di carne, nessuno le restituirà mai più niente e ha diritto di raccontare il suo dolore e il suo
punto di vista.
Il problema sono le persone che stanno sempre sedute dalla parte sbagliata della storia e usano le persone più fragili come cecchini per fare hype.
Per carità, che modo terribile di profanare gli altri.
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Calano gli iscritti all'ora di religione nelle scuole italiane, ma è boom di domande per insegnare la materia. Ai due concorsi pubblici (ordinario e straordinario) banditi nel 2024 si sono presentati in oltre 18mila: per l'ordinario sono state presentate 6195 domande su 1928 posti disponibili, per il concorso straordinario le candidature sono state oltre 12mila (12713) per 4500 posti. Si tratta dei primi due bandi in vent'anni finalizzati a stabilizzare la condizione dei docenti di religione cattolica, l'ultimo era stato nel 2004. E se la prospettiva di una cattedra è una vittoria per gli insegnanti, il calo di alunni è una sconfitta per tutti, soprattutto per i ragazzi. Almeno così la pensa Moira Pattuglia, referente nazionale IRC di Anief (il sindacato dei docenti, ATA e di tutto il personale della scuola ) che in 20 anni di insegnamento della materia ha visto crescere migliaia di ragazzi dalla primaria alla secondaria di secondo grado: «È un peccato, forse non è chiaro che l'ora di religione non è catechismo. È uno spazio di confronto su tanti temi, dalla dignità della persona umana, all'inclusione, l'ambiente, i diritti e l'empatia. I ragazzi fragili di oggi ne hanno più che mai bisogno».   Secondo i dati del Ministero dell'Istruzione divulgati da Uar (Uar Unione degli atei agnostici e razionalisti) tra il 2022 e il 2023 si registra un calo di 82mila ragazzi iscritti alla materia, passati da 1.096.846 a 1.014.841.  Chiesa, crollo degli studenti all'ora di religione: dai dati resi pubblici, Bologna e Firenze le città italiane più laiche tra tutte Professoressa, lei è preoccupata da questi dati? Bisogna fare delle distinzioni geografiche, al sud c'è
una percentuale altissima di adesioni che diminuisce salendo lo stivale. Non sono preoccupata perché credo che sia ancora l'opzione maggioritaria : la media di adesioni è dell'85%. Sono stati aggiornati i programmi didattici nell’Intesa del 2012 e il nostro impegno è costante per ascoltare i ragazzi e supportarli nella crescita. A cosa è dovuto secondo lei questo calo?  Innanzitutto il dato riporta i numeri assoluti e gli alunni sono diminuiti negli anni con il calo delle nascite. Poi la società italiana è cambiata, è sempre più multiculturale, anche se ci sono tanti stranieri che scelgono religione. Va scardinata l'idea che noi svolgiamo un'opera di proselitismo: la nostra è un'ora di cultura, formazione e educazione.  In vent'anni di insegnamento sono cambiati più i ragazzi o le famiglie rispetto alla religione?  Credo che il cambiamento maggiore sia quello dei ragazzi, a 16 anni la scelta di fare religione è dell'alunno. Oggi i giovani sono più fragili, crescere è difficile ma farlo nell'era dei social ancora di più. Hanno bisogno di punti di riferimento, di confrontarsi tra loro e con gli adulti su temi che li riguardano da vicino, per questo le nostre ore sono importanti. Le famiglie a mio parere sono più attente, a volte spaventate, le mie ore di ricevimento sono sempre piene, sanno che abbiamo un canale di comunicazione privilegiato con ragazzi che a volte a casa parlano poco.   Cosa si perderebbe se si eliminasse l'ora di religione nelle scuole? Togliere quest'ora significherebbe togliere uno spazio di riflessione e di crescita. Noi ci occupiamo (insieme a tutte le altre discipline) anche di educazione civica, parliamo di Costituzione, sostenibilità ambientale ed economica, competenze digitali, di fake news. Tramite i dibattiti in aula sviluppiamo il senso critico dei ragazzi, diamo loro gli strumenti per capire il mondo. Parliamo di rispetto della dignità della persona umana, di empatia e di autoregolamentazione. Temi fondamentali in questo momento in cui la cronaca riporta sempre di più casi di violenza tra i giovanissimi, tra cui bullismo e femminicidi.   È capitato che qualcuno che non l'aveva scelta poi ci ha ripensato?  Mi è capitato più di una volta che alunni che all'inizio dell'anno avevano scelto di non frequentare le mie ore poi ci abbiano ripensato, magari spinti dall'interesse mostrato dai compagni per i temi affrontati. È sempre una grande soddisfazione.   C'è qualche esperienza concreta che vuole raccontare in cui ha capito che il suo insegnamento fa la differenza nella vita e nella formazione dei ragazzi?   Ci sono stati studenti che ho preso a 3 anni, alla scuola dell’infanzia e poi li ho seguiti alla primaria, secondaria di primo grado e secondo grado, accompagnandoli alla maturità. Questi studenti nel momento in cui c'è stato il Covid erano al primo anno di università: mi hanno videochiamata, insieme ad altri insegnanti, per raccontare come stavano affrontando questo momento. Mi sono emozionata: questo significa essere un punto di riferimento.   Quali sono le difficoltà di fare l'insegnante di religione oggi?  Io ho 18 classi: 350 alunni all'anno, non è facile seguirli tutti. Dal punto di vista burocratico siamo stati precari per anni, l'unico e ultimo concorso per la stabilizzazione si era svolto nel 2004. Ora finalmente, con l’impegno di Anief ,abbiamo ottenuto la pubblicazione due bandi di concorso (uno ordinario e uno straordinario) che consentiranno la stabilizzazione di oltre 6mila colleghi dopo anni di incarichi annuali. Una vittoria di dignità: siamo insegnanti come tutti gli altri, vogliamo essere considerati alla pari.    "



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Un voto di condotta abbassato da 9 a 8. Tanto è bastato per spingere una coppia di genitori a presentare ricorso contro un liceo scientifico di Gallarate, in provincia di Varese, convinta che il figlio, uno studente di seconda superiore, fosse stato ingiustamente penalizzato. Ma il Tar della Lombardia ha respinto la richiesta, confermando la piena legittimità della valutazione scolastica e condannando la famiglia a pagare mille euro di spese legali. Dietro questo voto apparentemente “positivo”, si è consumata una disputa tra scuola e famiglia. Secondo i genitori, l’8 in condotta non rifletteva il reale percorso di crescita del figlio. Nel primo quadrimestre, infatti, il ragazzo aveva preso un 9, poi sceso di un punto
nella seconda parte dell’anno. Una flessione che, a loro dire, sarebbe stata determinata da un singolo episodio: una copiatura durante un compito di italiano, rilevata dalla docente ma mai verbalizzata. Una leggerezza, secondo la famiglia, che non avrebbe dovuto influenzare il giudizio complessivo. «Il voto di comportamento – si legge nel ricorso – deve essere frutto di un giudizio complessivo della maturazione e della crescita dell’alunno e non deve fermarsi a singoli episodi».
Voto 8: penalizza o favorisce lo studente?
Ma il consiglio di classe ha valutato diversamente. E, ironia della sorte, quell’8 non era stato neanche stato pensato dai docenti come punizione. Anzi, come riportato nella sentenza, il professore di educazione civica aveva proposto quel voto proprio per favorire lo studente, contribuendo a sollevare la sua media delle materie, ferma a 7,5, grazie al fatto che il voto di condotta fa media. I genitori però non l’hanno vista così: per loro, un voto inferiore al 9 ha avuto un effetto «penalizzante» e ha compromesso la posizione del figlio. Inoltre, hanno lamentato di non essere mai stati informati di presunti problemi di comportamento del figlio, accusando così la scuola di «non aver rispettato il patto di corresponsabilità tra docenti e famiglia».
«Anche 7 sarebbe stato giusto»
Per il giudice, chi ha agito correttamente è senza dubbio la scuola. Nella sentenza, si legge che l’8 in condotta corrisponde a un «comportamento generalmente corretto», che pur non essendo «encomiabile» o «irreprensibile» – caratteristiche richieste rispettivamente per il 9 e il 10 – risulta comunque «ampiamente positivo». La valutazione, quindi, è stata considerata coerente e persino favorevole allo studente. Il giudice, infatti, ha riportato che a complicare la posizione del ragazzo nel voto di condotta, c’è stata anche una nota disciplinare «per aver studiato un’altra materia durante un’interrogazione sui Promessi Sposi». Un comportamento che – sottolinea – «avrebbe potuto legittimare addirittura un 7 in condotta». Quanto all’episodio della copiatura, il fatto che non sia stato messo per iscritto non toglie valore al suo peso nella valutazione finale: «Il consiglio di classe può tenere a mente anche episodi non verbalizzati, se ritenuti rilevanti nel contesto educativo». Infine, il giudice ribadisce: «Il voto di 8 in condotta non ha nulla di penalizzante per l’allievo». Ricorso respinto, dunque, e una spesa da mille euro che i genitori dovranno ora sostenere. Tutto per un punto in meno in condot

 

 Quello che è emerso è di una gravità spaventosa.Non solo don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della Ong Mediterranea, è stato per mesi spiato dai servizi segreti italiani. Ora viene pure fuori che due anni fa un uomo armato di cacciavite e passamontagna ha provato ad entrargli in casa, per fortuna senza riuscirci.Un episodio che
all’epoca era stato archiviato come un banale tentativo di furto e che oggi secondo molti ha a che fare con lo spionaggio ai suoi danni.
Don Ferrari avrebbe dovuto raccontare tutto questo davanti alla commissione Libe del Parlamento europeo che l’aveva convocato.Peccato che l’audizione sia stata bloccata e rinviata al 23 aprile per l’ostruzionismo di tutti i partiti della destra italiana con la scusa (peraltro non vera) dell’assenza di testimoni non italiani.Viviamo un tempo in cui un prete che salva vite in mare e denuncia i lager dei migranti fa talmente paura da essere spiato, controllato, perseguitato.Sembra esserci un filo rosso inquietante che collega Paragon, lo spionaggio alle ong, il caso Almasri, i rapporti con le milizie libiche e ora pure questo episodio.Solidarietà assoluta a don Mattia Ferrari, uomo di pace e di diritti, e a tutta Mediterranea.Possono rinviare quanto vogliono, rifugiarsi dietro cavilli e vizi di forma, ma prima o dopo verrà fuori la verità. E il governo dovrà rispondere di tutto quello che sa davanti a don Ferrari e a tutti i cittadini italiani.

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È finita nell’unico modo possibile.In meno di 48 ore il Comune di Roma ha ordinato la rimozione immediata dei manifesti omofotransfobici dei cosiddetti “Pro vita”.Il motivo è ovvio: perché sono illegali.“I contenuti sono connotati da stereotipi nei confronti delle persone Lgbtqi+ e potenzialmente lesivi dello sviluppo dei minori”. Fine.Negli spazi pubblici di Roma non c’è spazio per propaganda omofoba di gente che delira di “teoria del gender” e indottrinamento di bambini e usa il volto di minori per seminare odio, disinformare e discriminare persone e comunità.Ha fatto non bene ma benissimo il sindaco Gualtieri a intervenire.Aspettando che altri seguano il suo esempio


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La memoria delle Resistenze per uscire dall'ombra del presente

  da HuffPost Italy

La storia non è un mausoleo di memorie spente da omaggiare con gesti rituali. Non è il riparo dei reduci, ma una sorgente viva: un repertorio di ispirazione e di possibilità. Ed è ancora più vero se pensiamo alla memoria delle Resistenze europee contro il nazifascismo.
Si è provato a disinnescarla la forza generativa di quella storia, eppure continua a premere sul presente, chiamandoci al cospetto di scelte che non sono mai state né ovvie né scontate
La stagione delle Resistenze che hanno attraversato l’Europa nel cuore del Novecento è un crocevia ancora percorso dalle vicende di uomini e donne che, spesso con discrezione e nella consapevolezza che anche il più piccolo gesto potesse fare la differenza, hanno scelto di non essere complici o spettatori. Studenti, impiegate, operai, contadini, madri, insegnanti, preti, infermiere, come Lelia Minghini, giovane infermiera dell’ospedale Niguarda, che raccontiamo nel podcast Microstorie della Resistenza.
Persone comuni che – in sella a una bicicletta, nel chiuso di una copisteria, tra i corridoi di un ospedale – hanno lottato per la loro e la nostra libertà.
Quelle lotte non furono semplicemente la reazione a un’occupazione o a una dittatura. Furono esperienze concrete di riappropriazione collettiva del destino comune, tentativi di riscrivere il patto tra cittadino e Stato, tra libertà e giustizia.
Ha scritto, molti anni fa, lo storico Lucien Febvre come sia “proprio nelle epoche di crisi e di transizione che fioriscono gli indovini e i progetti”. La Resistenza è soprattutto questo: lo sguardo puntato sul «domani», malgrado un profondo smarrimento. Ce lo dicono le parole scritte di getto da Giaime Pintor nei giorni stessi del ritorno a casa dei militari italiani che, all’indomani dell’8 settembre 1943, cercano ragioni e parole in grado di aprire i cuori e dare nuove prospettive a chi si sente naufrago nell’Italia della dittatura, ma non rinuncia a pensare e fare insieme. È la stessa condotta a cui sollecita un giovane Eugenio Curiel già alla fine degli anni ’30 e che nei mesi duri della lotta nell’inverno ’44-’45 diventa azione. Un inverno di cui Curiel non vedrà la fine, ma che è carico della consapevolezza che la liberazione è solo l’inizio di un percorso. E quel percorso sarà possibile se si vivono le scelte come bivio, come misura del prezzo da pagare, delle responsabilità da assumere senza illusioni, come scrive Leo Valiani nel 1944, ma con una grande voglia di progetto.
In Italia, in Francia, nei Balcani, nei Paesi Bassi e altrove, uomini e donne di ogni estrazione hanno rischiato la vita per affermare che nessun potere ha diritto di spogliarci della dignità, della parola, della solidarietà. Quelle scelte hanno gettato le basi delle democrazie europee, delle Costituzioni, del principio secondo cui i diritti non sono concessioni ma conquiste.
Oggi che i linguaggi dell’odio, del revisionismo e della nostalgia autoritaria tornano a farsi largo, ricordare le Resistenze non è esercizio celebrativo ma necessità civile. Le minacce alla libertà si insinuano nella diseguaglianza strutturale, nella precarietà elevata a norma, nel discredito sistematico della partecipazione, nei contrappesi democratici via via delegittimati.
Per questo, la memoria delle Resistenze è oggi una risorsa per uscire dall'ombra del presente. L’antifascismo non è un capitolo da archiviare, ma un alfabeto che oggi ci aiuta a comporre nuove parole. È la grammatica del nostro stare insieme, il collante che tiene insieme le differenze senza annullarle, che ci insegna a discutere senza annientare, a dissentire senza disumanizzare. È un impegno che si rinnova ogni volta che scegliamo il dialogo invece del dominio, la cura invece del profitto, la memoria invece della rimozione. L’antifascismo non è solo la radice della nostra democrazia: è il respiro che tiene uniti cittadini e cittadine per un futuro di libertà e di diritti, da immaginare e conquistare giorno per giorno.

Ritrova buono postale del '57 stipulato dalla madre: valeva mille lire, oggi più di 40 mila euro. «Poste rifiuta di onorare il debito»



Stava riordinando la camera da letto della mamma ultracentenaria che ora vive in una casa di cura quando gli è capitata tra le mani una scatola di latta. Apertala, vi ha trovato un po’ di tutto: un abbonamento del tram di Trieste del ’54, vecchie cartoline, bigliettini e documenti del papà ormai deceduto e una busta con dentro un buono postale fruttifero di 1000 lire emesso nel 1957. Un capitale «dimenticato» per quasi 70 anni che oggi potrebbe valere la bellezza di 41 mila e 300 euro.
Chiesto il rimborso alle Poste, la signora Erminia, classe 1919, e il figlio Paolo Cucurachi, un simpatico 80enne di Calci (Pisa) da tempo in pensione (era luogotenente della Guardia di Finanza), si sono visti
però rigettare la domanda di rimborso nonostante Poste italiane e il Ministero dell'Economia e delle Finanze siano obbligati in solido a onorare i debiti esistenti.
«Sostengono che il titolo è caduto in prescrizione ma i cittadini devono sapere che lo Stato deve onorare i suoi debiti, anche quelli più stagionati – racconta Cucurachi -. Con Giustitalia, l’associazione di consumatori alla quale mi sono rivolto per riscuotere il mio credito, abbiamo intentato una causa civile ma, beffa delle beffe, dopo una prima udienza per il controllo del contraddittorio ci hanno fissato l'udienza di rinvio davanti al Tribunale di Roma per il 18 febbraio 2027. Una cosa ridicola, mia mamma ha 106 anni!».
Vedova dal 1988, la signora Erminia ha poi vissuto nella casa del figlio e della nuora a Calci dove è stato rinvenuto il prezioso Bfp. «Da più di un anno sta in una Rsa perché non riuscivo più a gestirla ma è qui vicino e vado a trovarla tutti i giorni – continua il figlio -. Quando ho trovato il suo titolo di credito, gliel’ho portato e lei si è subito illuminata. “Ma sì, mi ha detto, era il tuo regalo di cresima, avevi 8 anni. Quel titolo è per te... Non me lo ricordavo più”. Ci siamo fatti due risate e la cosa è finita lì. Dopo una decina di giorni in tv parlavano di un caso simile e ho scoperto dell’esistenza di Giustitalia e della possibilità di riscuoterlo. Così li ho chiamati... Quel buono non solo vale ancora, e moltissimo, ma è pure esigibile».
Nonostante siano passati quasi settant'anni, infatti, il buono pare essere ancora valido: «Per quanto concerne la presunta prescrizione del diritto al rimborso eccepita da Poste Italiane – spiega Francesco Di Giovanni, legale dell’associazione Giustitalia e avvocato del Foro di Roma - l’articolo 2935 del Codice Civile statuisce che "la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere". Quindi, nel caso di specie (un buono di tipo “ordinario” di 30 anni che avrebbe raggiunto la maturazione massima nell’87), il giorno di decorrenza della prescrizione che è decennale comincia a decorrere dalla data del ritrovamento del titolo stesso. Non potrebbe essere altrimenti visto che la signora Erminia prima di tale data ignorava l’esistenza del suo credito. Abbiamo dimostrato con prove testimoniali che il ritrovamente risale all'aprile 2024 e quindi ha ancora 9 anni di tempo per riscuoterlo. Considerando che dopo l’udienza c'è la sentenza e probabilmente poi si andrà in Appello e, magari, in Cassazione, il rischio è che passino ancora 10 anni per una causa civile. È assurdo, visto l'età della signora. Abbiamo presentato istanza di anticipazione. È una questione di principio».
Se la causa andrà a buon fine, mamma e figlio si porteranno a casa 41mila e 300 euro. Una cifra calcolata da Giustitalia con il favore degli interessi legali, della rivalutazione e della capitalizzazione, dalla data di emissione a quella del ritrovamento. «Secondo il cosiddetto anatocismo bancario, la pratica che calcola gli interessi sugli interessi maturati su un debito e che le banche applicano normalmente sui mutui e l'Agenzia delle Entrate sulle cartelle esattoriali - sottolinea l'avvocato -. Non si capisce perché questo principio vale solo quando questi enti sono creditori e non debitori».
Secondo Giustitalia in Italia ci sono circa 10 milioni di titoli di credito antichi, tra buoni postali, libretti bancari, Bot, non riscossi ed ancora riscuotibili. Dice Di Giovanni: «Almeno un italiano su 3 possiede un titolo cartaceo. La differenza tra quelli di oggi e quelli di una volta? Che quelli degli anni 80 si chiamavano "serie oro" perché valevano effettivamente oro. C’è gente che si è comprata un appartamento con quei buoni. Oggi se ne faccio uno di 5000 euro, fra 15 anni mi danno forse il doppio della somma investita ma se io ne ho uno di un milione di lire del 1988 Poste lo valuta circa 7000 euro. Almeno sei volte tanto».
Aspettando che il Tribunale si pronunci sulla richiesta di anticipazione di istanza, Paolo Cucurachi, beneficiario del prezioso titolo di credito postale, ha già pensato a come investire l'ingente sommetta. «Ho avuto tre tumori, voglio investirli nella ricerca sanitaria - spiega-. Noi, tutto sommato, economicamente ce la caviamo: voglio che questi soldi facciano del bene a chi ne ha veramente bisogno. Ecco, magari qualcosa la utilizzeremo per festeggiare insieme alla mamma. Non è più autonoma ma, per il resto, è più in gamba che mai e merita tutto il nostro amore».

adesso si usano le tragedie per un uso il politico ideologico della storia . il caso Matteoni (FdI): "Il 18 agosto sia la giornata nazionale per il ricordo", la proposta di legge

  di  cosa  stiamo parlando 
 Strage di Vergarolla - Wikipedia
La strage di Vergarolla. 75 anni dopo | Il Bo Live UniPD




 Nessuno ha mai fornito una spiegazione precisa di quello che avvenne esattamente. Non si può scartare l'ipotesi dell'incidente dovuto alla mancata custodia degli ordigni,alla  sottovalutazione   che  fossero  messi in sicurezza   tanto  che   acessero  un fornello  vicino   ,  così come non si può negare uno scellerato piano terroristico  da  parte  d'esponper costringere tanti polesani ad abbandonare la città e a partire esuli verso l'Italia, come del resto avvenne





Sfogliando msn leggo che   nei  giorni scorsi  è stata presentata la proposta di legge, a   firma di Matteoni (FdI), che istituisce disposizioni per la tutela e la promozione della memoria delle vittime della strage di Vergarolla e l’istituzione della 'Giornata nazionale del ricordo dei martiri di Vergarolla'. Un atto di giustizia e verità, doverosi nei confronti di questa pagina di storia e del popolo istriano". Lo ha annunciato Nicole Matteoni, deputata e segretario provinciale di Fratelli d’Italia Trieste a margine della conferenza stampa per la pdl. "Quel 18 agosto 1946 la spiaggia di Vergarolla si tinse di sangue a causa dell’esplosione deliberata di ordigni bellici. Morirono oltre 100 nostri connazionali, di cui circa un terzo bambini, in quello che è il primo, e ancora oggi il più sanguinoso, atto terroristico della storia della Repubblica Italiana - si legge nella nota dell'esponente di FdI - La mia proposta di legge ha l’obiettivo di promuovere il ricordo di questa tragedia messa per troppo tempo in secondo piano, istituendo una giornata nazionale per la memoria dei martiri che persero la vita in quell’atto vile e intenzionale,
rendendo anche onore a chi eroicamente ha prestato soccorso per oltre 24 ore, come il medico triestino Geppino Micheletti" Insignito nel 1947 della medaglia d'argento al valor civile e della Grande medaglia d'Oro del comune di Pola .  IL il quale  ]. Nell'esplosione di Vergarolla perse non solo il fratello Alberto e la cognata, ma soprattutto i suoi due unici figli, Carlo e Renzo, di 5 e 9 anni, recatisi in spiaggia come tanti altri bambini per una tradizionale gara natatoria. Il corpo di Carlo venne rinvenuto, ma di Renzo restò solo una scarpetta. Nonostante fosse informato del loro tragico destino, continuò ad occuparsi per più 24 ore dei pazienti gravemente feriti e mutilati all'ospedale Santorio Santorio di Pola. .
La giornata individuata per questa ricorrenza "sarà proprio il 18 agosto, lo stesso giorno di quell’estate del 1946. Istituzioni, enti pubblici e privati, scuole di ogni ordine e grado potranno promuovere studi, convegni e pubblicazioni per ricordare questi tragici fatti. Come ha ricordato il Ministro Ciriani, ci sono voluti quasi 80 anni prima che un parlamentare si attivasse per istituire una giornata nazionale a memoria dei martiri di Vergarolla, a testimonianza della poca attenzione riservata a questo capitolo di storia", spiega Matteoni, "dello stesso avviso l’On. Bignami, secondo il quale 'la strage di Vergarolla è uno dei momenti più tragici della nostra storia nazionale, assimilabile alla tragedia delle Foibe, di cui si sono perse a lungo le tracce'". [... ] 

Ora  va bene ,  è  doveroso ricordare   tali eventi   e toglierli  dall'oblio  e  dal  silenzio  ,   come    ha  fatto cristicchi  (  vedere  video  sopra  )  ma  non  c'è   per  tali cose la settimana  del  10  febbrao  non si  possono integrare  le  due   iniziative  ?  


11.4.25

Rigore inesistente a favore, attaccante U.14 della San Martino Giovani, campionato veneto sbaglia apposta L'indicazione data dall'allenatrice, il capitano la segue



Una storia dalla quale gli allenatori e   calciatori professionisti dovrebbero imparare tenere  conto  .


Rigore inesistente a favore, attaccante U.14 sbaglia apposta L'indicazione data dall'allenatrice, il capitano la segue
IL rigore non c'era, una chiara svista dell'arbitro, e così, per non tradire lo spirito sportivo, l'attaccante della San Martino Giovani, campionato veneto under 14, lo ha calciato fuori apposta. A chiederlo al ragazzino è stata la stessa allenatrice che aveva avuto il penalty inesistente a favore. Il rigorista, e capitano della formazione, ha ascoltato le parole della tecnica, e l'ha buttato  a lato volontariamente. Un gesto di sportività - riferisce l'Arena - molto apprezzato anche dalla squadra avversaria, la Napoleonica, sul cui campo si svolgeva il match.
"Ho detto ai miei che il rigore andava sbagliato - ha detto al quotidiano Marina Venzo, l'allenatrice - e loro mi hanno ascoltata". In quel momento gli ospiti erano già sul 2-0, ma la gara era ancora aperta. La Napoleonica più tardi è infatti riuscita ad accorciare le distanze, mettendo il risultato sul 2-1, e nel finale la San Martino ha subito un'espulsione. Ma il punteggio non è cambiato, e la San Martino ha ottenuto i 3 punti 'con lode'.

10.4.25

che desolazione la nostra classe politica pienone ipocrita per lo più per carlo III e assenza mentre viene discussa un’interrogazione sulla violenza di genere, la tutela delle vittime e gli atti persecutori.



Questo è il Senato, stamattina.
E quelli che vedete sono i banchi della maggioranza mentre viene discussa un’interrogazione sulla violenza di genere, la tutela delle vittime e gli atti persecutori.
Possono versare tutte le lacrime di coccodrillo su Sara Campanella, Ilaria Sula e le centinaia di donne morte ammazzate di femminicidio.
Al dunque, questa è la destra ( non è  che  la  sinistra  si meglio ma  almeno   non mi risulta    una  cosa  cosi clamorosa   )  che ha in mano il Paese. E questo il ritratto plastico di quanto gliene freghi.Ieri a Montecitorio pienone, applausi e selfie di fronte a un sovrano (senza neanche capirlo).Oggi il deserto. 
Questa immagine è una vergogna nazionale   Spero almeno che faccia aprire gli occhi a tutte quelle donne che li hanno votati.
Meditate donne, meditate!

Non dovresti essere qui Déjà-vu, incubi e una verità sconvolgente: Dylan Dog indaga sul sottile confine tra sogno e realtà…

 






Soggetto: Baraldi Barbara
Sceneggiatura: Baraldi Barbara
Disegni: Furnò Davide
Copertina: Cestaro Raul, Cestaro Gianluca


Violet è perseguitata da frequenti déjà-vu: ha l’impressione di aver già vissuto situazioni di cui non ha alcuna memoria. Convinta di essere stata sottoposta a qualche tipo di esperimento illegale durante la terapia per rimuovere un tumore al cervello, decide di rivolgersi a Dylan Dog. Mentre in città si verificano inspiegabili morti da incubo, Dylan intraprende un’indagine serrata, ignaro di essere sorvegliato dai depositari di una verità così sconcertante da poter sovvertire i concetti di sogno e realtà… ma c’è davvero differenza ?
Disegni  Bellissimi   ,abbastanza  puliti  . ottimo l'uso del  chiaroscuro  . Cosi come la copertina    collegata    alla storia   in questione . La trama molto  onirica    . Buono  l'uso del dejà  vu   .  Ottimo  l'equilibrio tra il mostrare  e il non mostrare  . Azzecato il consiglio   di non leggerlo  prima di andare  a dormire  . Infatti  ho avuto   una bruttissima serie d'incubi  . Era  un bel po'   che non ne avevo   così . Una  notte  abbastanza  massacrante e senza  sogni se  non sul finire   della notte  . Una   di quelle  notti  in cui   si sono assottigliati   e  in cui si sovvertito il concetto   tra sogno   e realtà  . Tanto  ,  da  rispondere alla domanda :«   ma c’è davvero differenza ? »  ammettendo che   non c'è  differenza    tra i diue stati .
Voto 6.5\7 



complottismo e fake news perchè la gente ci crede

  come  anticipato  nella  chiusura  del  post  precedente  : << le  paure  ed  i  dubbi  inutili  , insieme al  complottismo e  disinformazione   fanno  aumentare  le  opposizioni  alla donazione  di organi   >>  ecco la continuazone  del   discorso  . 


 

Le  immagini  riportate   in questo post  sono eccetto   la  prima e  la seconda     sono prese  da  Martin Mystere  " nemico del popolo  "  n 421  

riprendiamo   il discorso  


[...] 

 Si è una dinamica  interessante   che ci porta  ad  un altro   ragionamento  perchè  ci  crede   tanta  gente.  Capita a  volte    noi  compresi   anche      se  riusciamo    a  controllarlo    con  spirito  critico  e raziocino     tanto   che   accettiamo   nel  caso ci  fossimo caduti    che  esso era  falso ed  noi  ci siamo  cascati  

Già  . Io  Credo   (    anche  in  base  alle  mie  esperienze  personali )    che sia  perchè essi   permettono  di dare  un senso    agli avvenimenti  che    un senso  non lo  hanno   ...

Esatto   sono  rassicuranti  .  come  la  religione  e la  spiritiualità . Se  i poteri forti   ci hano  impugno   e dominano  le  nostre  vite   significa  che  c'è   da  qualche  parte   qualcuno che   tiene   sotto controllo  gli eventi  ed  assicura  l'ordine   e  se  poi  questo  "  qualcuno   " è   consorzio segreto di   gente  potente  e  malvagia   che  vuole sterminarci tutti  con le scie  chimiche    o altro beh pazienza  . .... 

In  effetti    :-)  

facciamo un  gioco d'immaginazione     ti va  ?

ok

Immaginiamo di trovarci  in un periodo  stroico   di cui   ignoriamo  come "funzionino"   i  fenomeni naturali  e  assistere  alla  caduta  di un fulmine    . Non avendo alcuna  conoscenza  nè   di meteorologia  nè fisica    di  base   non sappiamo spiegarci   quelo che  abbiamo  appea  vito   cosi   cercando  di  capirci qualcosa   ipotizziamo che ci sia   qualcuno  che  ha  una  borsa  piena  di saette   e    che quello che abbiamo  visto  e sentito  sia  una  di  quelle  lanciate  da  lui  ...
  
Beh  avendo scarsa  o nessuna  conoscenza  del mondo   e  dei  suoi  fenomeni naturali  il   fatto che  si  tratti   ell'atto deliberatoi  i un essere senziente  è fose  l'unica risposta    che siamo  in  grado  di accettare ... 
  
 vero   nondimeno  quell'uomo  con il sacco pieno di saette  \ fulmini    non esiste

 Ah   ma  questo lo sappiamo  ora  perchè abbiamo scoperto   da  dove  vengono realmente  i  fulmini  

Infatti  in quel  particolare   momento  storico    l'dea della sua presenza   è invece  accettabile  e  passami il termine  assolutamente  logica   perchè  le  conclusioni  che  possiamo raggiugere   dipebnono direttamente  dal nostro  livello di  conoscenza  

più cose  si  sanno più i nostri  ragionamenti saranno precisi  

  e  non  potendo   conoscere tutto  le  conclusioni   a  cui arriviamo saranno   sempre in qualche  modo   incomoplete   e  questo  è il punto  

 No  è il problema  

 🤔
 
vedi   come esseri   umani   abbiamo    grande  difficoltà   a accettare     di non  avere  il controllo   sul mondo  che sta  intorno  a  noi pe r essere  padroni  della realtù   che  ci circonda  occorre   comprenderla   e se  non diponiamo   di spiegazioni  inventiamo  e  ... 

li mescoliamo   con fatti veri o verosimili . E  alcuni   finiscono naturalment e per  cìredere  alle  loro stesse  invenzioni  
 
Dobbiamo   quindi   ....

 fare attenzione  a  non fare  come  fanno i  potenti \  gruppi di pressione   
che   usano ciò  per  risvegliare  gli  istinti più bassi e peggiori delle persone .  

Esatto  .  Ti racconto un  fatto  personale  , un episodio   forse stupido ma   significativo  .   Tempo   fa   ero andato   in un negozio  e al momento  di    pagare  ,  mi sono  accorto di non   avere  il portafogli  .
 Non m'ero  reso  conto   di niente   e  pensai    che   qualcuno  ( meno male  che    non ho formazioni  exenofobe  \ razzistriche    e  non credo a tale    forma    capro espiatorio  usato  dalla propaganda )    era  triuscito  infilare  la  mano  nel mio   borsello  semi  aperto  e  e a portarselo via  . Ho maledetto la  mia  disattenzione   e quelladro  ,   ed andai alla poizia  a fare denuncia   contro ignoti  .  Dopoichè riejtrai a  casa   è  indovina  un po' .... 

  hai  trovato   il tuo portafogi sul  tavolo  di  soggiorno .  Non te lo avevano  rubato nessuno lo  avevi dimenticato   

  esatto   non avevo   considerato   , almeno non nell'immediato  , tale  eventualità e  avevo cercato   subito  un colpevole  in un borseggiatore   immaginario .  La mia  mente  , questa  volta  ,  aveva pensato  che  l'avenimento   fosse stato causato  dalla mano  di  qualcuno . Cos come   i nostri antenati   erano  convini  che  i  fulmini  e  gli altri  fenomeni atmosferici   siano dovuti  a divinità  .

Gia  .   Infatti alla lunga   questo porta   all'invensione di gruppi di  potere   occulti che governerebbero  il mondo  . Le cose vanno  male    c'è qualcuno   che le fa  andare  male  ...   



Ma  a volte   a  volte  il complotto esiste  realmente   perchè   contro  certe persone  scomode  si    creano   prove  false  . Soprattutto   quando   hanno in mano  le  comunicazioni   e  hanno  capito come    sfruttare    questa  dinamica  per i  propri fini   influenzandoci   e mettendoci uno contro l'altro. 





. ... 


La gente  vuole   un colpevole   allora diamoglielo  . Creano   un complotto  falso per  nasconderne   uno vero 

Gia  , Quello  che  in un opera  di fanasia   sarebbe  considerato inverosimile   trova  un certo numero di persone   che  lo accettano  senza  porsi dubbi  o  problemi    se  vine spacciato per  reale  E  alcune  d'esse s'infervorano    e si fanno alfieri    di quello che   credono  essere   la  verità   come se fossero soldati in  una    guerra    soldati  che  senza   saperlo   si   battono  per  la  verità   ma  poi     aggiscono efettivamente    proprio a favore    di coloro che dicono   di   voler  combattere    e diffondono il  falso  

 

con le  conseguenze   che sappiamo  .

Gia  proprio   cosi  . E purtroppo  molta  gente  ci crede  

Infatti   qualuque  cosa  tu  faccia  o  dica  contro le  loro affermazioni    viene vista   come conferma   che  quella  che pensano   sia la  verità  

Vero  purtroppo  .  Infatti  è  raro ed impossibile   far   cambiare idea   cioè  convincerli  che   le loro affermazioni sono false  . Sono  ,  dei fanatici ed  ragionano  per   partito   preso  

Già le fake news   sono   potenti    soprattutto quando sono usate  per  maipolare  consultazioni  elettorali  come è successo  in Inghilterra per  la Brexit  . ...

Hanno creato   un forte  dissenso acritico e ascientifico , durante la pandemia  di covid  ,   sui vaccini  . 

E più  scioccante e  incredibile  il loro contenuto meglio  è  perchè   al litigio  e finiscono per  indebolire  la democrazia  ... 


E' il concetto del " divide et impera " ... locuzione latina secondo cui un'autorità può più efficacemente controllare e governare un popolo con il dividerlo in più parti, provocando rivalità e fomentando discordie al suo interno. E avere  la strada  spianata  per  i  tuoi obbiettivi  ....

.... Insomma  è chiaro   che  a quel punto   l'intero confornto  civile   crolla perchè vengono meno le basi   comuni sule  quali   sviluppare   un  ragionamento più o meno  condiviso 

Quindi il  complottismo   anche sembra  attaccare  l'odine costituito    ha l'effeto di rafforzarlo ?   ma  come combatterlo allora   

Esatto  .  quindi l'unico   modo per combatterlo è   l'analisi critica   e l'onestà  inellettuale .Si può provaere  a  combattere il complottismo,   cercando   di capire le ragioni delle convinzioni dell'interlocutore, mostrargli empatia e non ridurlo in ridicolo. Puoi anche provare a parlargli della problematica e dei suoi sentimenti.

?

Raccogliere informazioni da diverse fonti ., Non mettere in ridicolo l'interlocutore.,Cercare di capire le ragioni delle sue convinzioni.,Mostrare empatia.,Parlare della problematica e dei suoi sentimenti
Non concentrarsi solo sui fatti.,Provare a capire perché la persona è sensibile a quelle teorie

  e se    non riesci   ?

lo mandi   a quel paese  se  le  teorie    fano ridere  oppure se   scadono  in insulti ed  offese   segui questa  guida  

ok grazie 

c'è una certa confusione intorno alla serie i netflix in uscita il 30 aprile su Lady Oscar

 I fan ma  anche    chi   lo   ha  visto  nell'infanzia  o rivisto   non hanno capito che la Lady Oscar che arriverà su Netflix il 30 aprile non è quella Lady Oscar   che tutti  abbiamo visto    da  ragazzi  .  Infatti  certe volte la nostalgia tende delle trappole, confonde i sensi, annebbia la mente. È quello che sta succedendo con Le rose di Versailles, nuovo adattamento del manga Versailles no Bara di Riyoko Ikeda, classico del fumetto giapponese che in Italia tutti conosciamo   con il titolo di Lady Oscar. Netflix ha annunciato che il 30 aprile sulla piattaforma arriverà il film omonimo, uscito in Giappone il 31 gennaio
scorso e ancora inedito in Italia. Nei commenti ai post-annuncio sui profili social di Netflix, in tanti gioiscono del fatto di poter finalmente rivedere la serie animata trasmessa per la prima volta in Italia nel 1982. « I commenti di questo tipo »  secondo     quel  che  riporta  https://www.rivistastudio.com/  « sono talmente tanti che immaginando le difficoltà dei social media manager di Netflix: è  indecisa se  de rispondere   a tutti singolarmente spiegando che non si tratta della serie animata ma di un film uscito nemmeno tre mesi fa che adatta lo stesso manga e racconta la stessa storia. 


E  stata incerta     se  fare    un post di spiegazione e speriamo che lo leggano e capiscano tutti o  Non dire niente, così tantissime persone andranno a vedere il film convinti si tratti della serie . E  quindi  usare lo stesso trucco  di checco Zalone   per  promuovere  il  film  Tolo Tolo .Come  si può  notare   facendo  un giro   su i social    e  non solo   tra i commentatori, però, non ci sono solo i “confusi”. Come la tradizione di internet vuole, ci sono anche quelli arrabbiati, indignati, contrariati. Perché? Perché Netflix non avrebbe richiamato i doppiatori della serie anime del 1982, in particolare Cinzia de Carolis, la voce italiana originale di Oscar. Infine, ci sono gli ultraconservatori, quelli che proprio non accettano che di Lady Oscar possa esistere una versione nuova, diversa da quella che hanno visto da bambini o ragazzini. Diversi, infatti, i commenti che sottolineano che la “vera” Lady Oscar non è questa ma quella che si trova disponibile su Prime Video, abbonandosi al servizio Anime Generation. Quella che arriverà su Netflix sarebbe addirittura una «versione fake», si legge in alcuni avvelenatissimi commenti.In realtà, Le rose di Versailles da   quel    che    s'intravede   dal  promo  o   gli appassionati  di  manga e anime    pare  che  sia   un ottimo film, diretto da una brava regista (Ai Yoshimura), scritto da una veterana degli adattamenti (Tomoko Konparu) e animato da uno dei migliori studi giapponesi (MAPPA). Non fatevi anzi  facciamo   ingannare dalla nostalgia e vedetelo  prima  di   parlare   a  vanghera   Io  farò   cosi lo  vedrò (   o meglio   rivedrò  nel mio  caso visto che   dal  trailer   




mi  sembra a  prima  vistsa una  copia  dell'originale  cambia solo la  grafica    della  vecchia  ) , se  ci  riesco ,   la  serie   con  mia  nipote    lei  per  la prima volta   non conosce  l'originale   e   io  conoscendo  l'originale   . 

9.4.25

iniziativa di sensibilizzazione contro il revenge porn del gruppo www. seicomplice.org ragazzi\e dello Ied ( l’Istituto Europeo di Design ) di Roma

Nei giorni scrsi per le strade di Roma sono comparsi alcuni cartelli, con frasi come questa (o anche parecchio più esplicite) e un codice QR che invita i passanti a guardare video che lasciano intendere un palese contenuto sessuale.


Ma poi chi come me ci clicca su o vai sul sito a vedere il viideo s'accorge che il link non porta affatto a immagini erotiche private ma a un video con cui gli studenti sensibilizzano sulla violenza del revenge por*, sulla responsabilità di chiunque guardi video privati senza consenso, facendo passare un concetto fondamentale e mai abbastanza ripetuto:“Chi guarda è complice”.Questo è un grande esempio di guerrilla marketing. Di come si possa ribaltare la narrazione tossica sulla violenza di genere.L’hanno concepita dei ragazzi di 20 anni.Hanno fatto più loro per l’educazione sessuo-affettiva con questa campagna che il governo in tre anni. Ottima la campagna di sensibilizzazione portata avanti da un gruppo di studentesse dello IED ( l’Istituto Europeo di Design ) . Eccovi il sito dell'iniziativa https://www.seicomplice.org/ con un ottima sotto pagina di SUPPORTO che oltre a spiegare cosa è spiega come denunciare , prevenirlo , ed eventuale bloccarlo o quanto meno limitarne i danni una volta che è iniziato e che si propone di parlare a chi guarda e fruisce dei contenuti di tale pratica , che può ( dev'essere ) considerata come l'anticamera del femminicidio , la quale solo dopo la bruttissima vicenda , di Tiziana Cantone ( nel video sotto tutta la storia di tutto quello che ha subito) è sanzionato come reato specifico


Tutti si concentrano sulle vittime, ma nessuno punta il dito su chi alimenta il sistema. «Vogliamo interrompere l’indifferenza, generare disagio e trasformare la curiosità in consapevolezza.A tutti diciamo una cosa sola: se guardi, sei complice.»L'idea alla base è che chi guarda, condivide, commenta , quindi partecipa, è complice.
In attesa della risposta delle organizzatrici dell'iniziativa alla mia richiesta d'intervista vi saluto alla prossima

Autistici, autonomi e felici lanuova vita di Daniele&Daniele . Porto torres I due amici sono andati ad abitare da soli

  da  la nuova  7\4\2025

 Una casa accessibile a Port Torres, adattabile alle necessità, per vivere in cormpletà autonomia per cinque giorni alla settimana.Si  chiama la casadi D&D - ovvero Daniele Buorigiorno e DanieleFrassu- due ragazzi autistici che hanno intrapreso un percorso importante per vivere da soli la quotidianità e la conoscenza della propria città.Nei loro percorso di crescita  cisono gli educatori Paolo Gaspa e Angela Pudda ma soprattutto o le due mamme  coraggio   che   in  questi   anni sono andate oltre le difficoltà, la burocrazia e leistituzioni. «ll mio obiettivo subito era che mio figlio a  una  certa età andasse a vivere da solo - ricorda Caterina Puliga  madre  di Daniele Frassi - « ed è stata un'idea talmente forte che ho dovuto combattere contro tutto e tutti: la casa è stata acquistata due anni fa e sono stati eseguiti alcuni


lavori per rendilaefficiente e autonoma  per  i due  ragazzi. All'interno ci sono  quattero  stanze da letto, tre bagni  bagni, una sala musita e i soggiorni. Perarrivare a questo obiettivo c'èstato un lungo lavoro, tutto  deciso insieme ai ragazzi e con la supervisione del giudice tutelare », Per Emilia Masala, madre di Daniele Buongiorno, la crescita dei ragazzi è cominciata, e continua, con le associazioni Il Risveglio e Progetto Filippide: «Prima Si lavorava in comune attraverso vari progetti - raconta- una volta che i ragazzi sono  diventati  adulti è nato  quel   rapporto  fifucias  tra  genitori ed  educatori  Un passo importante che, dopo tante ricerche, ci ha permesso di individuare la  casa  dove  la  casa     dover  poter    creare  la  loro  indipendenza  . Daniele  Buongiornoi   41   anni è diplomato al liceo scientifico dilorto Torres e tra i due è quello che si occupa dei pasti: «   la mia giornata tipo prevede  sveglia   alle 7.30, poi segue l'attività sportiva allo stadio di Viale delle Vigne o il viaggio nella sede di Sassari. A fine mattina il ritorno a casa per preparare pranzo   il decidiamo insieme cosa cucinare, Nel pomeriggio mi dedico invece all'esercizio di canto o altre atttività  quindi  il corso d'inglese e le prove di canto all associazione Il Risveglio. La  sera  rientro a casa  per  preparare la  cena  » Daniele Frassu, 36  anni  , è diplomato  all'istiuto professionale di   via lungo mare. È rientrato    domenica   scorsa da Roma   dove  ha  partecipato     con il  progetto Filippide  alla maratona dei 10km. «I pasti della giornata sono decisi in
sintoniacon Daniele, io mi occupoogni giorno di provvedere  alla raccolta differenziata e agli usi domestici. L'attrezzarua msicale ci è stata data in concessione   da altre associazioni,per custodirla nella nuova casa e poterla anche utilizzare».Alla nascita dell'open day casa D&D hanno contribuito non poco i due educatori, sempre inprima linea nel supportare i due giovani. Cominciata diveri anni fa e proseguita nel periodo dela  lo della maturità. «La loro autonomia nella casa è come  spiega Paolo Gaspa la nostra presenza c'è sol per qualche ora, magari perpranzare insieme o chiacchierare.La loro giornata prevede inoltre dei viaggi a Sassaro  per raggiungere altri  conoscenti nella sede di  un associazione   viaggiano autonomamente  con il pulman di  linea   La casa permette  loro di avere autonomia e  libertà consentendo una se-renità  emotiva   anche ai genitori  Due mamme instancabili che hanno superato tante difficoltà burocratiche per poter dare un presente e un   futuro ai  loro figli.


   

  

  


 


 





Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

   Dopo  la  morte  nei  giorno scorsi  all'età  di  80 anni   di  Maurizio Fercioni ( foto sotto  a  sinistra )  considerato il primo t...