Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
22.6.23
PUBBLICITÀ REGRESSO di patrizia cadau
21.6.23
NAUFRAGI DI SERIE A E DI SERIE B
storie d'amore e d'amicizia . La sindaca e il suo vice si sposano e lui si dimette ., Furono scambiate in culla: una delle due ragazze mazaresi si sposa, ad accompagnarla all’altare i due papà
da REPUBBLICA del 20\6\2023
La sindaca sposa il suo vice, e lui si dimette. E' un matrimonio benedetto dalla politica quello avvenuto a Pietravairano, piccolo comune dell'Alto-Casertano, tra la prima cittadina Marianna Di Robbio (in carica dal 2019) e il suo vice, nonché assessore della sua giunta Aldo Zarone, celebrato qualche giorno fa, che ha provocato tanto entusiasmo nella comunità, e nessuna polemica. Anche perché Zarone, con un post su facebook, ha subito annunciato la rinuncia "all'incarico di vice sindaco e assessore".
"Tale decisione - ha spiegato - la ritengo non solo doverosa (in ragione delle prescrizioni di legge) ma anche opportuna sotto il profilo politico e personale dopo essere convolato a nozze con Marianna Di Robbio. Nel mio ruolo di consigliere di maggioranza conserverò le deleghe e continuerò a lavorare con impegno e dedizione assieme agli amici amministratori, nell'esclusivo interesse del nostro splendido territorio, del nostro amato paese. Con il cuore ancora colmo di gioia ed emozionato come il primo
una delle due ragazze mazaresi si sposa, ad accompagnarla all’altare i due papà
Due papà, due mamme e quattro sorelle per una sposa all'altare. Si è sposata ieri nella basilica Cattedrale di Mazara del Vallo Caterina Alagna, una delle due bambine mazaresi scambiate in culla la notte tra il 31 dicembre del 1997, quando sono nate a quindici minuti di distanza l'una dall'altra, tra le 23 e le 23,15, all'ospedale cittadino "Abele Ajello".
20.6.23
Gestazione per altri Non utero in affitto Debora e Michele: "Noi, eterosessuali e cattolici, discriminati da questo governo"
"Vorrei un figlio perché la vita è fatta per essere proseguita e non per morire con noi". Le parole di Debora Lucani, consulente fiscale di 37 anni, quasi commuovono il marito, Michele
Belloli, consulente bancario di 48 anni. Sposati in chiesa da ormai 12 anni, sono originari di Parma ma vivono a Marina di Carrara. "Dopo il matrimonio mi è stata diagnosticata un'endometriosi al quarto stadio", spiega Debora, "e mi è stata fortemente sconsigliata una gravidanza". Di qui l'idea di provare con l'adozione che fra burocrazia e gli intoppi dovuti alla pandemia si è rivelata un percorso a ostacoli."Abbiamo cominciato a informarci negli Stati Uniti e Canada sulla gestazione per altri solidale,", dice Michele, "in cui deve esserci la massima volontà della gestante a donare il proprio utero a una coppia, senza alcuna commercializzazione". Le uniche spese ammesse all'interno di questa pratica sarebbero quelle per eventuali costi sanitari sulla gestante ed eventuali rimborsi per mancati introiti lavorativi. "Ecco perché ci rifiutiamo di parlare di utero in affitto e troviamo che vietare senza normare una cosa che farebbe il bene di tante coppie sia un atto populistico".
L'inizio dell'iter per riconoscere la gpa come reato universale alla Camera fa riflettere la coppia. "Il nostro desiderio di un figlio resta inalterato ma vedremo come fare", dice Debora, che rincara: "Questa pratica è svolta per lo più da coppie eterosessuali ma qui la si affianca agli omosessuali per colpirli ancora di più. Non mi spiego come sia possibile. Con questa legge se facessimo nostro figlio all'estero rischieremmo due anni di carcere. Vogliono proteggere i bambini ma alla fine gli complicano la vita".
Di Andrea Lattanzi
caccia alle streghe dopo i fatti di Il caso degli youtuber di Casal Palocco
Bocca di Rosa/Social - dadocomics
Giro di vite - Modena city ramblers
Non so voi, ma quelli che chiamate “giovani” io li incontro, li ho visti, ascoltati, l’ho riconosciuto il loro spaesamento. Davanti spesso si trovano due strade: o combattono l’indifferenza e il cinismo degli adulti, e diamo loro dei sovversivi; oppure si adeguano allo stile di vita che hanno ereditato, e allora li chiamiamo parassiti, smidollati, a volte delinquenti.La verità è che tra i “giovani” ci sono gli intelligenti, i cretini, gli indifferenti, gli empatici, i maleducati e ci sono, a volte, sì, anche quelli che delinquono
[...] io li chiamerei "complici" i followers hanno la responsabilità morale di avere contribuito a fare sì che la tragedia avvenisse. Se ne avessero avuti pochi... forse chissà avrebbero cambiato idea.
19.6.23
un vecchio e un giovane in una banca tra passato e presente di Roberta Brocciacia
dal gruppo fb Madre Terra e amici di ❤ di Roberta Broccia
La nuorese Pierpaola Porqueddu si rimette in gioco per il pubblico a 47 anni Venti anni fa lo stop alla carriera. Oggi conquista la copertina di “Amadeus”
queesta vicenda conferma come già dicevo nell'introduzione del precedente post : << Cagliari, aveva chiamato i carabinieri per interrompere il violinista: ora lo invita a suonare all’inaugurazione del negozio .... >> l'importanza e la base musicale critica o acritica che sia è contenuta nella vita di tutti i giorni
da lanuova sardegna del 19\6\2023
I MOSTRI INSOSPETTABILI ! di Alessandra Hropich
18.6.23
ribelliamoci al domiino dei like di vanessa ruggeri
non ho voglia di fare il copia e incolla dell'articolo . qui metto qui lo screenschot delle due pagine dell'articolo della nuova d'oggi .
Uno degli interventi più interessanti che ho letto sui fatti di Roma che rischiano o di finire assolti se non si trovano i video del loro crimine
o se gli avvocati cavillano e fanno arrivare il dibattimento diopo l'approvazione della la nuova schifo riforma sulla giustizia di fare solo il primo grado ed basta come dice questo commento
mi ferm qui . erchè sono talemt e schifato che non sò che altro aggiungere . e poi due parole sono troppe e una è poco
Cagliari, aveva chiamato i carabinieri per interrompere il violinista: ora lo invita a suonare all’inaugurazione del negozio Yaacob e Stefania avevano fatto pace poco dopo l’episodio: adesso è nata un’amicizia
Cagliari, aveva chiamato i carabinieri per interrompere il violinista: ora lo invita a suonare all’inaugurazione del negozio Yaacob e Stefania avevano fatto pace poco dopo l’episodio: adesso è nata un’amicizia La via gremita di persone. Qualche chiacchiera, le buste con lo shopping appena fatto. E la musica. Scene di ordinaria quotidianità in città, di qualsiasi città come ce ne sono tante. Succede a New York e succede anche a Cagliari. I musicisti di strada tengono alto l’umore e regalano concerti a cielo aperto. Capita anche però che qualche volta la musica non sia gradita. O meglio, magari è una giornata storta, magari si reagisce in modo troppo impetuoso alle note che invadono l’aria e i negozi.
Sicuramente questa storia la ricorderanno in tanti: circa un anno fa, infatti, una commerciante di via Manno a Cagliari chiamò i carabinieri per interrompere la performance di Yaacob González García, violinista spagnolo arrivato in Sardegna per seguire la sua arte. La vicenda si concluse bene quasi immediatamente, con i cagliaritani a prendere le parti del musicista e una stretta di mano a suggellare una neonata amicizia. Oggi questa storia, però, ha raggiunto davvero il suo lieto fine. Stefania Donadon ha riaperto il suo negozio dopo un periodo di stop e ha deciso, per l’inaugurazione, di contattare proprio lui, Yacob, per suonare per amici e clienti. «La musica fa da filo conduttore e vince attraverso le nostre differenze» ha detto il violinista, emozionato e con quel sorriso che solo la musica riesce a dare a chi la suona e a chi la ascolta. È bene ciò che finisce bene, insomma. Un epilogo che dai toni accesi di una discussione ha lasciato spazio ai toni alti e melodiosi delle note.
Giulia Salis
si è artisti in vita ma i media e a massa non s'occorgono salvo qualche barlume . il caso del fotografo Paolo di Paolo
LA STORIA |
L’uomo che nacque due volte |
di Mario Calabresi |
Si può morire dimenticati, si può morire cercando di restare fino all’ultimo sulla scena, si può morire lontani dal mondo e si può morire con la sensazione che si verrà ricordati. In questi giorni ci hanno lasciato molte persone che hanno incrociato le nostre vite e che ci sembrava di conoscere, da Silvio Berlusconi a Francesco Nuti, da Flavia Franzoni Prodi allo scrittore americano Cormac McCarthy. Quest’ultimo aveva 89 anni, ma da tanto tempo era scomparso e viveva come un monaco di clausura a Santa Fe in New Mexico. A parlare per lui c’erano però i suoi potentissimi libri. Ma c’è un uomo, che è scomparso a 98 anni la stessa mattina di Berlusconi, che voglio ricordare per molti motivi: stima, amicizia e perché ha avuto l’occasione di nascere due volte, la seconda quando aveva novant’anni. Grazie a sua figlia. |
La prima volta al mare, Rimini 1959 ©Archivio Fotografico Paolo Di Paolo Si chiamava Paolo Di Paolo, era nato in Molise nel 1925, si era trasferito a Roma per studiare al liceo classico e poi filosofia all’Università. Nel dopoguerra aveva frequentato il mondo artistico romano ed era rimasto affascinato dalla fotografia, così aveva cominciato a “scattare per diletto” (questo per lui era il senso vero della parola “dilettante”) ma presto quel passatempo era diventato un lavoro e il settimanale “Il Mondo” di Pannunzio la sua casa. Il padre della sposa. Trani, Puglia, 1959 © Archivio Fotografico Paolo Di Paolo Fuoriserie al Gargano, 1959 ©Archivio Fotografico Paolo Di Paolo Paolo Di Paolo ha un modo di lavorare rigoroso, molto etico e profondamente rispettoso delle persone che fotografa. Negli anni Sessanta il tema della privacy emerge per la prima volta, i “paparazzi” rompono qualunque codice esistente, violando intimità e tradizioni. Nulla sembra essere più sacro, anche se con gli occhi di oggi non possiamo che sorridere di fronte a chi riteneva lecita qualunque intromissione nella vita dei personaggi pubblici quando apparivano sulla scena. Il presente di questo nuovo Millennio ci racconta di violazioni che arrivano dentro il letto di casa, ma la società di allora viveva il cambio di paradigma come un terremoto. Di Paolo invece è l’uomo delle intimità rispettate. In un’epoca in cui la macchina al collo era diventata un’arma e il titolo di “fotografo” non era propriamente esaltante, lui sceglie il garbo, preferisce fare un passo indietro quando capisce che pubblicare significherebbe creare dolore o rompere un rapporto di fiducia. Marcello Mastroianni e Faye Dunaway, 1968 © Archivio Fotografico Paolo Di Paolo Le immagini che meglio testimoniano questo approccio alla vita e al lavoro non sono quelle dei tanti divi che ha ritratto ma il servizio fatto al Circeo ad Anna Magnani e a suo figlio. Il bambino era poliomielitico e non era mai stato fotografato, questo aveva scatenato la morbosità e la caccia allo scoop, la Magnani viveva la situazione con disperazione e in continua fuga. Finché decise di giocare d’anticipo e, conoscendo lo stile di Di Paolo, lo invitò nella villa di Punta Rossa per bruciare i paparazzi e chiudere la caccia. Si fece trovare con un costume nero e il cane, il figlio era in acqua che nuotava benissimo. Gli disse soltanto: “Sei tu il fotografo? Ahò datte da fà”. Realizzò un servizio unico, di intimità e tenerezza mai viste. In quegli stessi anni fotografò Oriana Fallaci che giocava a fare la diva sulla spiaggia del Lido di Venezia, ma quelle foto non verranno mai pubblicate. Anna Magnani al Circeo ©Archivio Fotografico Paolo Di Paolo Oriana Fallaci ©Archivio Fotografico Paolo Di Paolo Poi “Il Mondo” chiude, i “paparazzi” la fanno da padroni, i direttori dei giornali cominciano a chiedere “scoop” e scandali e lui non si sente più a casa. A 43 anni, nel 1968, decide di lasciare tutto e di uscire di scena. Si trasferisce a vivere in campagna insieme alla giovane moglie, prendono otto cani e Paolo si rimette a studiare. Nella sua nuova vita ci saranno libri di storia e l’ideazione dei calendari dei Carabinieri, ma mai più una sola fotografia. Pierpaolo Pasolini ©Archivio Fotografico Paolo Di Paolo Paolo Di Paolo con la figlia Silvia - Roma, 2017 © Bruce Weber Piano piano, però, si scioglie e comincia a raccontare, Silvia pensa che quella storia vada condivisa, si guarda tutti i 250mila negativi e si convince che le sue foto meritino una mostra, ma prima che ciò accada passano altri vent’anni. Quando ho incontrato Paolo Di Paolo la prima volta sono rimasto incantato dal suo stile, dalla sua cortesia, dal piacere che aveva nel ricordare le persone e un “mondo perduto” (questo sarà poi il titolo della grande mostra che gli dedicherà il MAXXI di Roma nel 2019) e dall’amore per il lavoro che aveva fatto finché non gli era stato chiesto di scendere a compromessi. Contadina, funerali di Palmiro Togliatti, 25 agosto 1964 © Archivio Fotografico Paolo Di Paolo L’ultima volta che ci siamo incontrati gli ho chiesto quale immagine sceglierebbe se potesse salvarne una sola. Mi ha risposto senza esitazioni: quella scattata ai funerali di Palmiro Togliatti, dove nella grandiosità di un evento di massa emerge il dolore di una donna del popolo. Una donna con i capelli bianchi, un foulard in testa e dei fiori tra le mani. Paolo Di Paolo era rimasto convinto fino alla fine che gli esseri umani e i loro sentimenti dovessero essere al centro della storia. |
il problema non è tony eff ma un altro visto che anche le paladine delle femministe come dolce nera lo difendono invocando la censura o dicendo come Dolcenera: " Tony Effe mi fa sesso perché non pensa ciò che dice sulle donne. Le sue canzoni seguono la moda "
Negli ultimi giorni non si parla d’altro che di Tony Effe e delle sue canzoni! Io ne ho lette e sentite di tutti i colori, ma c’è una cosa ...
-
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...