28.11.08

Senza titolo 1059

L'Odissea è l'opera in cui sono rappresentati i principali prototipi femminili che popolano l'immanginario maschile.
Vediamo infatti Penelope, la brava moglie da lasciare a casa e da ritrovare, anche dopo 20 anni, assennata, graziosa e fedele.

Poi c'è Nausicaa, il sogno segreto dell'adolescenza perduta, l'innocenza e il candore che traspaiono da un corpo appena sbocciato.

E infine Circe, la fatalona seduttrice, l'amante sensuale e appassionata, la Maga che trasforma gli uomini,  metaforicamente ma non troppo, in maiali....

Le incontra Ulisse, personaggio a tutto tondo, capace di essere contemporaneamente affettuoso marito, amante caliente e sogno proibito di una fanciulla in fiore.

Nel frattempo, Ulisse viaggia, conosce popoli e costumi, perché l'uomo non è nato "per vivere come bruto ma per seguire virtute e conoscenza". E combatte, perché si sa, nell'uomo, anche il più pantofolaio, quello che si sparapanza per ore davanti alla Tv, sonnecchia un'indomita anima guerriera...

Non è dato a Penepole di fare un viaggetto, neanche un breve weekend nella Polis più vicina, né a Circe è concesso di preparare la marmellata né Nausicaa può desiderare di farsi una cultura, perché non è compito suo "seguire conoscenza": nel caso fosse indispensabile, ci penserebbe lui, l'uomo taumaturgo e Pigmalione...

Ma, anche dopo secoli o millenni, è realmente cambiato molto nell'immaginario maschile?

Giusi Vanella

devono essere gli stranieri a dirci che in italia non c'è democrazia ?








Fuori programma allUniversità di Udine, nel corso di un incontro di Sabina Guzzanti con gli studenti. Mentre lattrice stava parlando nellAula Magna dellAteneo il professor Raimondo Strassoldo, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, ha chiesto di poter intervenire, dicendosi contrario alla decisione del rettore di ospitare una «agitatrice politica». Ne è nato un parapiglia.


dal settimanale left (www.avvenimentionline.it/)
11 luglio 2008
Matvejevic: l’Italia della «democratura» Stampa E-mail
Democrazia apparente, in realtà dittatura: è questo il nostro Paese secondo Predrag Matvejevic. L’intellettuale croato racconta la sua vita di «esule volontario» nell’Europa che ha paura di aprirsi a chi porta con sé una visione del mondo diversa
di Federico Tulli

«Straniero, espulso, esule, profugo, rifugiato, fuggiasco, sfollato, deportato, esodato, espatriato, fuoriuscito, esiliato, respinto. Ho tenuto una lezione alla Sorbona sul fatto che la lingua italiana è quella con la più ampia gamma di termini per parlare dei migranti. E invece, ora si sente solo insistere su clandestini e irregolari. Ma cosa significa clandestinità in tempo di pace? Sono cose queste che mi hanno profondamente sorpreso dell’Italia». Predrag Matvejevic, scrittore e saggista, docente di Letterature comparate alla Sorbona di Parigi e professore ordinario di Slavistica all’università La Sapienza di Roma, nominato “per chiara fama”, è nato nel 1932 a Mostar nella ex-Jugoslavia e da qui è «dovuto emigrare» nel 1991 dopo che «una sventagliata di mitra dei nazionalisti croati ha colpito la mia porta di casa». Per 14 anni in Italia, Matvejevic da pochi mesi è tornato nella sua terra e vive a Zagabria «dove il nazionalismo abbaia ma non ha più i denti». Il 17 luglio sarà a Rivoli (To) in occasione della mostra Le porte del Mediterraneo. Leggerà un saggio sulla condizione degli «emigrati» in Europa di cui anticipa a left alcuni passaggi.
«Partirò da alcuni fatti personali. Sono figlio di un emigrato russo. Mio padre è partito nel 1920 da Odessa. Era politicamente menscevico. Voglio dire, da uomo di sinistra, che i menscevichi non sono quella caricatura che gli staliniani hanno fatto di loro. Sono persone di sinistra che hanno fatto la rivoluzione di febbraio nel 1917 avendo capito che la Russia feudale dello zar e della Chiesa non poteva realizzare il grande sogno della civiltà europea di creare una società giusta. Dopo un lungo girovagare per l’Europa dell’Est mio padre è arrivato a Mostar, qui ha conosciuto una ragazza bosniaca croata cattolica. Un ortodosso e una cattolica, tutto quello che occorreva perché nascesse un figlio laico, laicissimo. Nel 1941 – prosegue Matvejevic - i nazisti sono venuti a prendere papà perché avevano saputo delle sue origini russe. Questo bastava per essere deportato. Dopo quattro anni è tornato vivo, ma pesava 40 chili di meno. Non l’ho riconosciuto e ho pianto due giorni. Dunque con questa esperienza mai avrei pensato di emigrare, di partire. Poi, quella raffica di mitra...». Giunto in Italia, Matvejevic ha avuto la cittadinanza da Giorgio Napolitano all’epoca ministro dell’Interno. «Non sapete quanto è importante per un emigrato poter viaggiare nella zona di Schenghen», dice. «Il mio non è stato un vero esilio, dopo quegli spari ho scelto di andare via da Mostar. Ho passato tre anni in Francia e nel 1994 sono arrivato in Italia. La vedevo come uno dei Paesi più tolleranti, più accoglienti. Ma poi la Lega, con Berlusconi che segue Bossi, e ora questo ministro dell’Interno che è un uomo rozzo, hanno creato un vergognoso clima contro gli immigrati che l’Italia non merita». Il professore ritiene inaccettabile il piano di Maroni che prevede il fotosegnalamento dei minorenni di etnia rom. «All’inizio del secolo scorso, la mafia organizzava l’emigrazione in Sicilia. Molti vostri connazionali sono stati sbarcati in Marocco credendo di essere arrivati negli Usa. E lì sono rimasti fino alla seconda guerra mondiale. Come può un popolo che ha vissuto queste sofferenze, tanta emigrazione, assumere certi atteggiamenti? In un Paese in cui la Chiesa ha tanto peso perché non influenza i politici a non fare quello che stanno facendo? Perché - prosegue Matvejevic - i cristiani non si rileggono alcuni passaggi delle loro sacre scritture? L’Esodo per esempio, dove è scritto “Non molesterai lo straniero, né lo opprimerai, perché foste anche voi stranieri nella terra d’Egitto”. Vorrei che i vescovi nelle loro prediche invece di essere solidali con chi attua la schedatura analizzassero queste parole così belle».
Il problema, per la religione come per certa politica, secondo lo scrittore, è sempre lo stesso. La persona straniera che arriva in una nuova terra porta con sé la propria cultura, una cultura diversa. E questo fa paura. «Di fronte allo sconosciuto - spiega - c’è chi si chiude nella propria “particolarità”. In un saggio ho scritto che questa non è un valore a priori, ma può diventarlo a condizione che si confermi come tale. Perché anche l’antropofagia, mangiare l’altro, è particolarità. E dunque questi che schedano i rom si chiudono nella propria particolarità come se fosse un valore assoluto. Senza mai metterlo in discussione. Purtroppo sento la mancanza di una cultura adeguata che potrebbe risolvere queste questioni».
Matvejevic in queste settimane sta aggiornando la sua opera cardine, il Breviario mediterraneo, tradotto in 22 lingue e pubblicato in Italia da Garzanti. «Rileggendolo ho pensato che mancava una riflessione sul pane. Cibo prezioso che non è stato inventato sulle sponde del Mediterraneo, ma che in questa regione è stato accolto e valorizzato, allo stesso modo di come sono state accolte le tre religioni monoteistiche».
Il pane come metafora per raccontare la capacità dell’Europa di aprirsi a nuove culture e tradizioni che vengono da fuori. Quella stessa Europa che ultimamente ha lanciato messaggi contraddittori sulla soluzione italiana del tema immigrazione. «Io sono stato due anni nel gruppo dei saggi della Commissione europea creato da Romano Prodi. Siamo riusciti a mettere allo stesso tavolo israeliani, palestinesi e arabi ed è cominciato un dialogo molto importante. Ma il successore di Prodi ha sciolto questo gruppo. C’è una deriva pericolosa che la cultura potrebbe arrestare e invece è proprio la cultura che viene accantonata». Questo genere di pericolo è il tema su cui verte il prossimo saggio che Matvejevic ha intenzione di scrivere. «L’ex Europa dell’Est è entrata in Ue con i suoi problemi di democrazia. Ma anche in alcuni Paesi dell’Occidente si sta scivolando verso quella che ho definito «democratura». Una forma di governo cioè che dietro un’apparente forma esterna di democrazia assume atteggiamenti e movimenti dittatoriali. E questo pericolo lo vedo molto presente in questo momento in Italia. Lo abbiamo visto in Polonia con i fratelli Kaczynski e i loro atteggiamenti clericali. Ma anche nei Balcani, dove serbi, croati, bosniaci hanno subordinato la nazionalità alla religione professata. Questa prassi è un nervo scoperto dei nuovi rapporti che si sono creati all’interno dell’Unione. Su cui anche la cultura dell’Est non ha riflettuto abbastanza. Ha troppo sofferto e ancora non riesce a ripensare le proprie sofferenze. Dall’altro lato c’è la cultura occidentale, orgogliosa in modo antipatico direi, che non ha il coraggio di affrontare questi problemi, queste divisioni. Ma come si può fare l’Unione se le frontiere sono ancora così strette? Ecco, mi piacerebbe vedere la Turchia in Europa, potrebbe fare da baluardo ai nuovi fondamentalismi».
Matvejevic dedica infine un pensiero alla sua Mostar. «La vita è ancora durissima, la città è spaccata. Nella parte orientale i musulmani rimasti sono ancora sotto shock e questa sorpresa li rende immobili. Dall’altra sponda del fiume, dove ci sono i cattolici, direi che la metà della gente, a cui potrei appartenere anche io, ha vergogna di quello che hanno fatto i fascisti croati. C’è però chi farebbe di nuovo la stessa cosa. Quasi tutta Mostar durante la II Guerra mondiale era dalla parte della Resistenza. Aveva un grande battaglione di partigiani. Quando avevo 9 anni, mio zio - che lavorava in ospedale - un giorno mi disse di portare un sacco con i medicamenti ai partigiani feriti. Uno zio croato cattolico che collaborava in clandestinità con la Resistenza. Questa era la Mostar di una volta, quella di cui sono orgoglioso, a cui appartengo e che difendo».

"Lucciole"

Raduna la notte


nei suoi marciapiedi


deserti


le stelle nomadi


senza cielo.


 


Anileda Xeka

Anticrisi

    ( .. ) 

I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva:
con l' anima assente, con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo di miti passati ...
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno, nel loro pensiero,
distinguer nei sogni il falso dal vero ...

  (...)


       Il vecchio  e il bambino di Francesco Guccini 



Nei giorni scorso  cercando fra le  varie  scatole  e   scatoloni  della    sofitta  l'atrezzo per  arrostire le  castagne  ho trovato  una vecchia  foto   con mio nonno paterno che  mi teneva  in braccio  morto troppo presto (  ventuno anni  fa ) 







 ( ringrazio     gli amici\che  del   nel-faro.blogspot.com per  avermi suggerito questo  video) che  qui  non posto  perchè  non riesco a configurare lo scanner  con linux   . Questo ricordo nostalgico   mi  ha  fatto ritornare  in mente     una scena   a cui non vorrei  mai assistere  di come dei  giovani  giocando a  spintonarsi  hanno fatto cadere  una persona anziana  e  poi  anziche   interrompere i loro  stupidi    giochi infantili  continuavano  a ridere   come se  niente  fosse  e   quando  alcuni passanti  gli hanno rimproverati  , continuavano a ridere  e  poi   una  voltache  hanno portato in ospedale  i  sudetti giovani  hanno mandato in fncl   quelli che  gli rimproveravano  .
Infatti   dato che  molti  d'essi che  utilizzano  il   settimanale  www.doveingallura.com/ solo ed esclusivamente    per  gli Sms  in cui si lanciano messaggi d'amore  , d'insultio  , sfotto (  prese in giro   benevole  o malevole  )  e  boiate  varie  gli consiglio di leggersi  attentamente    questo editoriale   (  salvo ovviamente  i corsivi  in neretto  che  sono ovviamente   delle mie aggiunte  )  e  di rifletterci  sempre  che non   i reality e   altre  biate  simili non  gli abbiano mandato il cervello pappa o in  cassa  integrazione .





                                        L’ANTICRISI



Lo sguardo fiero di un uomo avvezzo a far fronte agli ostacoli della vita, diritto, limpido, pulito, la berritta ordinata e la lunga barba bianca e curata, simbolo di quella grande saggezza acquisita nel tempo. Ecco un anziano di Gallura, quando ancora gli anziani rappresentavano il punto di riferimento di  tutte le società.
Cercate oggi questo sguardo negli occhi dei nostri anziani, umiliati da noi figli dell’usa e getta, contagiati dal mondo che esalta l’efficienza e dimentica e butta ciò che non conta più, ciò che è vecchio,superato. Dimentichiamo che non siamo di fronte a un rudere, ma a qualcuno che ama, piange, prega,ricorda, spera; che grazie a questi capelli bianchi e a quel viso devastato dagli anni possiamo fare rifornimento di pensieri e verità, rinnovarci, imparare, crescere. Anche se smemorato, anche se non produce più, anche se resta muto nel suo angolo, anche se non ha più potere perché abbandonato da  tutti, anche se è sordo.
Un tempo era giovane, aveva il passo elastico, sfidava la bufera  in montagna  o nelle campagne  ; oggi è curvo, teme una bava di vento che si insinua in una fessura. Un giorno, col suo lavoro manteneva una famiglia, oggi deve ricevere,
sopporta l’umiliazione di dover dipendere, dimenticato, come una moneta fuori corso. Come una ferita,ogni limitazione dovrebbe richiamare un bacio, e il rispetto per la sorgente nascosta in quel corpo stanco. Non abbiamo riguardo quando non consideriamo, quando abbiamo fretta, quando strattoniamo,quando rispondiamo in malo modo, rifiutando di ascoltare le solite storie; quando cambiamo posto agli oggetti che gli sono cari, quando offriamo motivo di rimpianti, quando non pensiamo alle sue feste, se non teniamo le confidenze; quando irridiamo, lo scoraggiamo, lo condanniamo; Non ha rispetto chi non gli riconosce il diritto delle sue scelte d’ogni giorno, chi non gli rivolge un saluto col titolo che era suo.
Crediamo di aver esaurito il nostro compito rassettando il letto, curando la sua igiene e pensando più ai mobili, alle cose sue che non a lui, quando basta avere un momento per ascoltarlo, fermarsi, una promessa di ritorno, una osservazione di speranza per dargli il premio che i ladri e le tarme e la rugginenon potranno mai rapire né la crisi impoverire.                         


Antonella Bonacossa


                                                

 A  chi mi dice  che sono troppo  nostalgico rispondo   che  : in  tempi  in cui   SPOLLER  <<   (..)   è più conveniente   buttare  via    piuttosto che riparare  ..  e non parlo solo dei   giradischi  , ma anche delle ide  politiche  ,delle  amicizie e dele  relazioni di coppia  ....>> (  Dylan dog  n  267  , foto  sopra  , pag  9  ) 
SPOLLER  è   meglio essere  nostalgici  che no  avere  niente  ed  essere  vuoti  dentro 

non c'è rispetto per gli anziani

( .. )

I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva:
con l' anima assente, con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo di miti passati ...
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno, nel loro pensiero,
distinguer nei sogni il falso dal vero ...

(...)

Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini


Nei giorni scorsi cercando fra le varie scatole e scatoloni della sofitta l'atrezzo per arrostire le castagne ho trovato una vecchia foto con mio nonno paterno morto troppo presto ( ventuno anni fa )






( .. )

I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva:
con l' anima assente, con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo di miti passati ...
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno, nel loro pensiero,
distinguer nei sogni il falso dal vero ...

(...)

Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini


Nei giorni scorso cercando fra le varie scatole e scatoloni della sofitta l'atrezzo per arrostire le castagne ho trovato una vecchia foto con mio nonno paterno morto troppo presto ( ventuno anni fa )




( ringrazio gli amici\che del per avermi suggerito questo video) che qui non posto perchè non riesco a configurare lo scanner con linux . Questo ricordo nostalgico mi ha fatto ritornare in mente una scena a cui non vorrei mai assistere di come dei giovani giocando a spintonarsi hanno fatto cadere una persona anziana e poi anzi che interrompere i loro stupidi giochi infantili continuavano a ridere come se niente fosse e quando alcuni passanti gli hanno rimproverati , continuavano a ridere e poi una voltache hanno portato in ospedale i sudetti giovani hanno mandato in fncl quelli che gli rimproveravano .
Infatti molti d'essi che utilizzano il settimanale solo ed esclusivamente per gli Sms in cui si lanciano messaggi d'amore , d'insultio , sfotto ( prese in giro benevole o malevole ) e boiate varie di legersi attentamente questo editoriale di ( salvo ovviamente i corsivi in neretto che sono ovviamente delle mie aggiunte ) e di rifletterci sempre che non i reality e altre boiate simili non gli abbiano mandato il cervello in cassa integrazione .







L’ANTICRISI


Lo sguardo fiero di un uomo avvezzo a far fronte agli ostacoli della vita, diritto, limpido, pulito, la berritta ordinata e la lunga barba bianca e curata, simbolo di quella grande saggezza acquisita nel tempo. Ecco un anziano di Gallura, quando ancora gli anziani rappresentavano il punto di riferimento di tutte le società.
Cercate oggi questo sguardo negli occhi dei nostri anziani, umiliati da noi figli dell’usa e getta, contagiati dal mondo che esalta l’efficienza e dimentica e butta ciò che non conta più, ciò che è vecchio,superato. Dimentichiamo che non siamo di fronte a un rudere, ma a qualcuno che ama, piange, prega,ricorda, spera; che grazie a questi capelli bianchi e a quel viso devastato dagli anni possiamo fare rifornimento di pensieri e verità, rinnovarci, imparare, crescere. Anche se smemorato, anche se non produce più, anche se resta muto nel suo angolo, anche se non ha più potere perché abbandonato da tutti, anche se è sordo.
Un tempo era giovane, aveva il passo elastico, sfidava la bufera in montagna o nelle campagne ; oggi è curvo, teme una bava di vento che si insinua in una fessura. Un giorno, col suo lavoro manteneva una famiglia, oggi deve ricevere,
sopporta l’umiliazione di dover dipendere, dimenticato, come una moneta fuori corso. Come una ferita,ogni limitazione dovrebbe richiamare un bacio, e il rispetto per la sorgente nascosta in quel corpo stanco. Non abbiamo riguardo quando non consideriamo, quando abbiamo fretta, quando strattoniamo,quando rispondiamo in malo modo, rifiutando di ascoltare le solite storie; quando cambiamo posto agli oggetti che gli sono cari, quando offriamo motivo di rimpianti, quando non pensiamo alle sue feste, se non teniamo le confidenze; quando irridiamo, lo scoraggiamo, lo condanniamo; Non ha rispetto chi non gli riconosce il diritto delle sue scelte d’ogni giorno, chi non gli rivolge un saluto col titolo che era suo.
Crediamo di aver esaurito il nostro compito rassettando il letto, curando la sua igiene e pensando più ai mobili, alle cose sue che non a lui, quando basta avere un momento per ascoltarlo, fermarsi, una promessa di ritorno, una osservazione di speranza per dargli il premio che i ladri e le tarme e la rugginenon potranno mai rapire né la crisi impoverire.


Antonella Bonacossa



A chi mi dice che sono troppo nostalgico rispondo che : in tempi in cui SPOLLER << (..) è più conveniente buttare via piuttosto che riparare .. e non parlo solo dei giradischi , ma anche delle ide politiche ,delle amicizie e dele relazioni di coppia ....>> ( Dylan dog n 267 , foto sopra , pag 9 ) SPOLLER è meglio essere nostalgici che no avere niente ed essere vuoti dentro

Me ne PRIVO!!!

280 milioni di euro in sette anni e altri 45 milioni già messi in bilancio per il 2009. Beneficiari esclusivi di questa pioggia di denaro pubblico sono le scuole private, ma anche le famiglie lombarde benestanti: in 3.000 dichiarano al fisco un reddito tra 100 e 200mila euro e ricevono lo stesso un sussidio regionale. E mentre molte scuole pubbliche cadono a pezzi, la Regione storna 4,5 milioni di euro dai fondi per l'edilizia scolastica per finanziare la costruzione di una nuova scuola privata.



Queste sono solo alcune delle inquietanti realtà che emergono dal dossier "Quelli che la crisi non la pagano", contenente l'inchiesta del Gruppo consiliare regionale di Rifondazione Comunista sul finanziamento pubblico della scuola privata in Lombardia e da oggi gratuitamente a disposizione dei cittadini. Regista dell'operazione di drenaggio di risorse pubbliche verso interessi privati è il Presidente Formigoni, che da tre lustri governa la Lombardia, ma il conto lo pagano i contribuenti, i cui figli frequentano in 9 casi su 10 la scuola pubblica. Il quadro che esce dalla nostra inchiesta è disarmante, preoccupante e scandaloso, poiché colpisce non soltanto per l'esorbitante entità del finanziamento, ma anche per il sistema di regole differenziato e discriminatorio.


Per l'anno scolastico 2007/08 sono stati erogati dalla Regione oltre 45 milioni di euro per il *buono scuola*, cioè il sussidio regionale che rimborsa parte delle rette scolastiche. Dei 64mila studenti lombardi beneficiari del sussidio, il 99% frequenta un istituto privato e questi assorbono il 99,63% del finanziamento totale. Così facendo, ormai il 70% degli studenti lombardi che frequentano le scuole private usufruisce del sussidio pubblico (nel 2001/02 era il 58%). E per avere quel sussidio non bisogna essere né meritevoli, né economicamente svantaggiati. Infatti, non ci sono criteri di merito e il coefficiente Isee -il *riccometro*- utilizzato in questo caso dalla Regione è talmente elastico, da distribuire allegramente sussidi pubblici a famiglie benestanti.


Incredibile ma vero: soltanto il 28% di questi 45 milioni di euro è stato assegnato a famiglie che dichiarano al fisco un reddito annuo inferiore a 30mila euro. Tutto il resto è andato a famiglie con redditi superiori, tra cui ben 3.000 con un reddito dichiarato tra 100 e 200mila euro! Ma appunto, le regole non sono uguali per tutti. E così, i 970mila studenti della scuola pubblica e le loro famiglie devono accontentarsi delle briciole (8,5 milioni di euro per il diritto allo studio) e per averne qualcuna devono pure dimostrare di essere meritevoli ed economicamente svantaggiati. Morale: l'investimento pro capite della Regione è di 700 euro per ogni studente delle private e nemmeno di 8 euro per quelli delle pubbliche.


Le cose non vanno diversamente nemmeno nell'edilizia scolastica. Infatti,dal 2007 il governo regionale può destinare fino al 25% del finanziamento complessivo alla scuola privata. E così capita che, mentre le scuole pubbliche cadono a pezzi, una fondazione legata a Cl ottiene un contributo regionale di 4,5 milioni di euro per costruire una scuola nuova di zecca.


Insomma, siamo di fronte a una gigantesca operazione di drenaggio di denaro pubblico ad alcuni interessi privati. E pur di privilegiare la scuola privata ogni mezzo sembra essere lecito, compreso erogare un sussidio pubblico a famiglie benestanti, mentre tutte le altre devono arrangiarsi, e finanziare la costruzione di nuove scuole private, mentre quelle pubbliche non riescono nemmeno ad ottenere le messe in sicurezza. Loro lo chiamano riforma, noi scandalo. Giudicate voi.





Luigi Ambrosi




RICORDIAMO PURE...




AI SIMPATIZZANTI




Nelle manifestazioni di domani (29 nov.), nei vostri luoghi di lavoro, in ogni altro luogo che vogliate, STAMPATE E DIFFONDETE !




NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO! E TU? LA CRISI LA PAGHINO BANCHIERI E MULTINAZIONALI! NON I BAMBINI, GLI STUDENTI E I LAVORATORI




Il diritto a un'istruzione di qualità per l'insieme dei bambini e dei giovani che vivono nel nostro paese viene negato da questo governo.




Si vuole il ritorno a una scuola pubblica vecchia, sorpassata, discriminante al limite del razzismo delle 'classi ponte', per far posto a una scuola privata a favore di chi se lo potrà permettere.




Si tagliano fondi all'università e alla ricerca, rinforzandone l'asservimento al mercato e sacrificando libertà e qualità della ricerca e dei saperi; si istituzionalizza il precariato dei ricercatori e si precarizza il futuro di milioni di studenti.




Si vogliono trasformare scuole e università in fondazioni.




Si riducono i fondi per la messa in sicurezza delle strutture scolastiche edilizie e, mentre si indicono giornate sulla sicurezza, alle migliaia di morti bianche sul lavoro si aggiunge quella del giovane liceale torinese.




Contro tutto questo il movimento nella scuola si è mobilitato gridando a gran voce: "NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO" la scuola parla agli altri lavoratori, la scuola si apre a tutti i "NOI" che non vogliono pagare la crisi.




ASSEMBLEA PUBBLICA A MILANO




giovedì 4 dicembre alle ore 18 c/o IPT Bertarelli, C.so di Porta Romana, 110 (M3 Crocetta)




partecipiamo alla MANIFESTAZIONE CITTADINA del 29 nov. e allo SCIOPERO GENERALE DEL 12 DICEMBRE




Promuovono:


Comitati di lotta: Scuole di San Giuliano Milanese - Levi di Baggio - IC Sant'Ambrogio - Ipsar Carlo Porta - IC Pareto - SMS Pioltello - LS Tito Livio - IC Galvani - Comitato per la difesa della scuola pubblica SMS Manzoni-Benzi" Bresso




Lavoratori/trici di: SMS Arcadia/Pertini - LA Brera - ITIS Giorgi - SE Tito Speri - IPT Bertarelli - LS Einstein - CFP Rozzano - IC Munari - IC Pizzigoni - SMS Carlo Porta - ITT Pasolini







27.11.08

E ARRIVATO L'INVERNO..

10gen

pensieri

Non è facile parlare di oscurità e non è facile se quell'oscurità si è toccata con mano riuscendo ad uscirne un attimo prima che ci avvolgesse per sempre.
Mi scontro ogni giorno con il muro di silenzio che incombe quando si parla di violenza.
Silenzio che pesa tra sorrisi incartapecoriti e parole mozzate.

E quando finalmente i pensieri prendono corpo si figurano scenari dove le donne sono sempre straniere e, le angherie perpetrate da uomini fanatici.

Non è facile parlare dell'oscurità se nessuno è disposto ad ascoltare.
Non è facile continuare a camminare su strade piene di buche e di fango se nessuno ci è accanto per sorreggerci.
Non è facile se parlarne risveglia fantasmi mai veramente domati.
Ma continuiamo a farlo perchè  non è privato ma sociale.

Che, qualcosa, non funzioni più è palese ma, pare sia solo una parte di questa società a rendersene conto.
Dagli utlimi dati pubblicati l'uomo violento è colto, con un lavoro di prestigio, un reddito medio alto.

Ma continuano a lasciare le donne nel silenzio; molto meglio non sapere che affrontare la possibilità che quella donna con le ossa rotte sia la vicina di casa, l'insegnante di un figlio, la dottoressa che prescrive esami e medicine, la cassiera del supermercato vicino a casa..
Si molto meglio non toccarlo troppo da vicino quel dolore perchè è distruttivo e devastante.
Perchè chi ci è passato attraverso ha segni che neanche il tempo cancellerà.

E noi che sappiamo cosa significa essere invisibile. Che sappiamo cosa sia la paura del giudizio che si somma alle paure lasciate dalla violenza.
Che gli odori sanno di fango e l'acqua sa di sangue.

Noi?

Noi
continuiamo a raccontare, a parlare, ad urlare, se nessario, perchè nessuno ci faccia più arrotolorare negli angoli bui di una strada o di quella casa che chiamavamo nostra...


Ombre in Veneto

Su campiture d'asfalto
sfilano in lenta armonia

avvolti dal serico tramonto

come lunghe carovane



Silenzio, intorno:

un rapido volo di rondini

solca i colori alpestri

e poderi, e proprietà

e orti e siepi

si perdono

in balaustre di sogni



Il loro sogno è fiamma

un incenso di preghiera

la luce nuziale

delle povere case,



il sorriso ricreato

di pittoreschi mercati

e grida, e suoni,

e fantasie verdeggianti,

e mantra di bellezza,

fanciulle stordite e serene

come corse nel fieno...



Ritornano, ligi,

dalle loro fatiche.

Ritornano, miti,

all'ovile straniero,

alla fugace quiete

d'una casa di vento



Beduini del Nordest,

ciottoli obliati,

nessuno pensa a voi

nel deserto di luna



Nessuno conosce

il vostro muto paradiso,

e affogate tardi

nelle plaghe irrorate

dalle vostre lacrime

di malinconica speranza


Daniela Tuscano

Passo di Terra

Passo di terra


L'associazione PASSODITERRA vi invita Domenica 30 Novembre a partire
dalle ore 10.00 alla giornata delle "fogghje scierse". Impareremo a riconoscere le erbe culinarie selvatiche che al termine della passegiata potremo degustare.
L'incontro è presso Casa Cilona in contrada Pere Rosse, Via Ceglie-Ostuni. Per chi viene da Ceglie svoltare a sinistra prima della Casina Vitale e seguire le indicazioni.I partecipanti potranno portare con sè un piatto autentico da
condividere, naturalmente a base di erbe.Saluti, da Passoditerra


Don Farinella: Il Papa benedice liberalismo e teocon


Grassetti nostri.



Come sicuramente sapete, il papa ha scritto una lettera prefazione ad un saggio del sen. Marcello Pera [colui che fra l'altro, in un'applauditissima lectio magistralis al Meeting ciellino del 2005, si era scagliato con veemenza contro il "meticciato culturale", n.d.r. ], in cui dichiara che il liberismo e il cristianesimo sono intrinsecamente coerenti e il primo senza il secondo crolla. Nella lettera il papa declama il De profundis per ogni forma di dialogo tra religioni (e/o fedi), dicendo che il dialogo a questo livello è negazione della propria fede, mentre approva il dialogo tra le culture... il papa sposa le tesi del Pera e mettendosi in contraddizione con il Vaticano II (non è una novità), con Giovanni Paolo II e con se stesso perché in altre occasioni ha fatto affermazioni diverse.

Resto scandalizzato dal fatto che un papa si presti al gioco dell’instaurare una religione civile dal vestito cristiano e non si rende conto che è caduto in una trappola, smentendo anche molti esimi vescovi e cardinali impegnati sul fronte del dialogo interreligioso, come i cardinali Martini, Tettamanzi, Scola, il vescovo Paglia, ecc. ecc. ecc. insieme alle centinaia e migliaia di migliaia di operatori pastorali che sparsi nel mondo operano in diuturno e proficuo dialogo di rispetto e di ricerca con tutte le donne e gli uomini di buona volontà. E’ la prima volta che un papa si presta a scrivere una prefazione ad un ateo devoto, avallandone le tesi e quindi dandogli il peso dell’appoggio papale. Chi fermerà più l’orda dei lanzichenecchi che assaltano il cristianesimo per risucchiargli l’anima e svuotarlo del suo contenuto originario che è la Persona di Gesù Cristo? Il papa che si scaglia contro il relativismo, con questa lettera prefazione ha fatto del cristianesimo l’evento più relativo che più relativo non si può.



A questo proposito ho preparato un documento di una pagina che oggi [ieri, n.d.r.] ho inviato al Corriere della Sera, nella speranza che vogliano pubblicarlo, dicendo che attendo un giorno, cioè domani giovedì 27, e dopo lo metto in internet invitando chi vuole a firmarlo: viene un tempo in cui non si può tacere e chi inorridisce della situazione che è davanti a noi, può firmare come testimonianza. Non intendo inviare le eventuali firme raccolte a questo o a quello. Desidero solo porre un segno di distanza anche dal papa, perché verrà un giorno in cui si dovrà distinguere tra chi è rimasto fedele al Vangelo e chi «ha sfriculiato» col potere e con i finti religiosi che usano la religione e la fede per idolatrare un sistema liberista che è il padre e la madre del capitalismo di mercato che ha generato e sta generando nel mondo la strage degli innocenti: i poveri la cui povertà è il sostegno più sicuro della ricchezza dei pochi.

 


A sinistra: la copertina di Senza radici, libro che nel 2004 l'allora card. Ratzinger scrisse con Marcello Pera.


Se consideriamo la forma del testo della lettera, si evince che il papa ha scritto da solo la lettera senza nemmeno la mediazione della segreteria di Stato, segno che è un atto strettamente personale e poiché su questa materia, secondo la teologia tradizionale della Chiesa, il papa esprime sue opinioni personali opinabili, io le contesto, le rifiuto e le ripudio come estranee al mio patrimonio culturale e religioso di credente cattolico.


Nella chiesa cattolica vige l’uso, di stampo sovietico, del culto della personalità che riguardo al papa raggiunge vertici parossistici: anche chi dissente radicalmente non critica mai, non si espone mai, ma sottovoce fa scorrere lamentele e dissapori. Non così impone il vangelo che esige un parlare chiaro del tipo «sì, sì; no, no». Già la sala stampa vaticana oggi si è arrampicata sugli specchi per fare coincidere il cerchio col quadrato, ma quando le uova sono rotte, solo una cosa può venire buona: la frittata.


Spero e prego che il papa si renda conto di quello che ha scritto, si converta e chieda scusa.






Paolo Farinella, prete - Genova






Ombre in Veneto

Su campiture d'asfalto
sfilano in lenta armonia
avvolti dal serico tramonto
come lunghe carovane

Silenzio, intorno:
un rapido volo di rondini
solca i colori alpestri
e poderi, e proprietà
e orti e siepi
si perdono
in balaustre di sogni

Il loro sogno è fiamma
un incenso di preghiera
la luce nuziale
delle povere case,
il sorriso ricreato
di pittoreschi mercati

e grida, e suoni,
e fantasie verdeggianti,
e mantra di bellezza,
fanciulle stordite e serene
come corse nel fieno...

Ritornano, ligi,
dalle loro fatiche.
Ritornano, miti,
all'ovile straniero,
alla fugace quiete
d'una casa di vento

Beduini del Nordest,
ciottoli obliati,
nessuno pensa a voi
nel deserto di luna

Nessuno conosce
il vostro muto paradiso,
e affogate tardi
nelle plaghe irrorate
dalle vostre lacrime
di malinconica speranza

(23 novembre 2008)


26.11.08

èietra tombale sulla scuola pubblica e rafforzamento di quella privata

la vignetta è suilla nuova di oggi 26\111\2008



Che strano si taglia sulle pubbliche

Ma stranamente la cosa vergognosa che doimostra come l'italia sia sempre staa schiava del vaticano si taglia sulla scuola pubblica . infatti

E intanto si promettono soldi alle scuole paritarieLe scuole crollano, due su tre sono insicure e il governo che fa? Spende soldi per le scuole paritarie, gli istituti privati (in maggioranza cattolici) riconosciuti dallo stato.Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, durante il “question time” alla Camera ha risposto ad una interrogazione dell’Udc che denunciava il rischio per la scuola paritaria, «già colpita in maniera pesante dal disegno di legge finanziaria per il 2009 attraverso tagli che ammontano a 133 milioni di euro sui 535 complessivamente erogati dallo Stato, di non vedere erogati neanche i finanziamenti stanziati dalla legge finanziaria per il 2008».
Rispondendo Vito ha voluto ricordare la circolare inviata dal ministero dell'Istruzione affinchè le scuole usassero le risorse accantonate. Risorse «pari a 100 milioni di euro, in applicazione della sentenza della Corte costituzionale 50 del 2008», che dichiarava l'illegittimità di una disposizione della Finanziaria del 2008.«Posso assicurare -spiega Vito- che il Ministero dell'Istruzione è in contatto con quello dell'Economia per ripristinare a breve l'intera somma», che per il 2008 era di 534 milioni di euro.L'impegno del governo per «destinare alle scuole paritarie le risorse che erano state previste negli anni precedenti è formale e sostanziale», ha sottolineato Vito, che ha poi ribadito «l'immediato utilizzo» delle risorse accantonate. Intervento che «certamente - sottolinea Vito - non supera la riduzione dei fondi ma sicuramente potrà contribuire nell'immediato a impedire la crisi che altrimenti dovrebbero affrontare le scuole paritarie».

unita. del 26.11.08

Pedofilia: parlano le vittime

Convegno a Vicenza – sabato 29 Novembre ore 14,30



«Per la prima volta in Italia, in un appuntamento di questo tipo, daremo voce alle vittime». La particolarità del primo congresso internazionale contro la pedofilia, in calendario per sabato prossimo 29 novembre all’auditorium Canneti (inizio alle 14.30) e organizzato dall’associazione Prometeo, è questa: sul palco ci saranno testimoni e vittime di abuso. Saranno loro a raccontare ciò che hanno vissuto. A tradurre le cifre, quelle che dicono che in Italia negli ultimi due anni i casi di abuso sono aumentati del 30 per cento e che il Veneto è una delle Regioni più colpite oppure che un sito a contenuto pedofilo “di buona qualità” produce un guadano giornaliero di 90.000 euro, in volti e voci e storie concrete. A Vicenza arriveranno i protagonisti di alcuni recenti casi di cronaca balzati alla ribalta nazionale e ci sarà anche Bill Nash, un cittadino americano che ha denunciato i presunti abusi di un sacerdote, per un periodo ospite in città presso l’istituto dei Saveriani. L’obiettivo del convegno? «Tenere alta l’attenzione su questa piaga orrenda che sta assumendo proporzioni sempre più incredibili». A dirlo è l’europarlamentare Sergio Berlato che ha patrocinato l’iniziativa, insieme al Parlamento Europeo, al Comune, alla Provincia ed alla Regione Veneto. Ed è la Prometeo, associazione che da circa dieci anni (da due presente anche a Vicenza) si occupa della lotta contro la pedofilia. Nelle parole del suo presidente e fondatore Massimiliano Frassi, seduto accanto alla responsabile vicentina di Prometeo Annamaria Zanchetta, a sottolineare: «Per la prima volta in Italia diamo voce alle vittime: vogliamo far raccontare cosa vuole dire aver vissuto sulla propria pelle il dramma della pedofilia. Anche perché troppo spesso accade che chi subisce abusi si deve nascondere, mentre chi compie questi atti viene addirittura accolto fuori dalle aule di tribunale come un eroe».




Al convegno parteciperanno anche alcuni rappresentati delle forze dell’ordine, i giornalisti Ferruccio Pinotti e Carlotta Zavattiero e Sergio Berlato, che in sede di parlamento europeo è stato promotore di una proposta di legge per abolire la giornata dell’orgoglio pedofilo. Per l’onorevole «è importante combattere questa battaglia di civiltà e tutte le forze politiche debbono impegnarsi in questo senso».




ASSOCIAZIONE PROMETEO Onlus "Lotta alla pedofilia"


Via T. Tasso - 8 Gorle (Bg).









se non si vuole morire si deve andare alle private ?


Che  strano si taglia    sulle  pubbliche   infatti la situazione è rtappresentata  da questa    vignetta  dela nuova sardegna del26\11\2008


Ma  stranamente   la  cosa  vergognosa    che dimostra  come l'italia sia  sempre stata  schiava  del vaticano   si taglia  sulla scuola  pubblica  . infatti
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E intanto si promettono soldi alle scuole paritarieLe scuole crollano, due su tre sono insicure e il governo che fa? Spende soldi per le scuole paritarie, gli istituti privati (in maggioranza cattolici) riconosciuti dallo stato.Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, durante il “question time” alla Camera ha risposto ad una interrogazione dell’Udc che denunciava il rischio per la scuola paritaria, «già colpita in maniera pesante dal disegno di legge finanziaria per il 2009 attraverso tagli che ammontano a 133 milioni di euro sui 535 complessivamente erogati dallo Stato, di non vedere erogati neanche i finanziamenti stanziati dalla legge finanziaria per il 2008».
Rispondendo Vito ha voluto ricordare la circolare inviata dal ministero dell'Istruzione affinchè le scuole usassero le risorse accantonate. Risorse «pari a 100 milioni di euro, in applicazione della sentenza della Corte costituzionale 50 del 2008», che dichiarava l'illegittimità di una disposizione della Finanziaria del 2008.«Posso assicurare -spiega Vito- che il Ministero dell'Istruzione è in contatto con quello dell'Economia per ripristinare a breve l'intera somma», che per il 2008 era di 534 milioni di euro.L'impegno del governo per «destinare alle scuole paritarie le risorse che erano state previste negli anni precedenti è formale e sostanziale», ha sottolineato Vito, che ha poi ribadito «l'immediato utilizzo» delle risorse accantonate. Intervento che «certamente - sottolinea Vito - non supera la riduzione dei fondi ma sicuramente potrà contribuire nell'immediato a impedire la crisi che altrimenti dovrebbero affrontare le scuole paritarie».

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unita.  del 26.11.08

Pedofilia: parlano le vittime

Convegno a Vicenza – sabato 29 Novembre ore 14,30

«Per la prima volta in Italia, in un appuntamento di questo tipo, daremo voce alle vittime». La particolarità del primo congresso internazionale contro la pedofilia, in calendario per sabato prossimo 29 novembre all’auditorium Canneti (inizio alle 14.30) e organizzato dall’associazione Prometeo, è questa: sul palco ci saranno testimoni e vittime di abuso. Saranno loro a raccontare ciò che hanno vissuto. A tradurre le cifre, quelle che dicono che in Italia negli ultimi due anni i casi di abuso sono aumentati del 30 per cento e che il Veneto è una delle Regioni più colpite oppure che un sito a contenuto pedofilo “di buona qualità” produce un guadano giornaliero di 90.000 euro, in volti e voci e storie concrete. A Vicenza arriveranno i protagonisti di alcuni recenti casi di cronaca balzati alla ribalta nazionale e ci sarà anche Bill Nash, un cittadino americano che ha denunciato i presunti abusi di un sacerdote, per un periodo ospite in città presso l’istituto dei Saveriani. L’obiettivo del convegno? «Tenere alta l’attenzione su questa piaga orrenda che sta assumendo proporzioni sempre più incredibili». A dirlo è l’europarlamentare Sergio Berlato che ha patrocinato l’iniziativa, insieme al Parlamento Europeo, al Comune, alla Provincia ed alla Regione Veneto. Ed è la Prometeo, associazione che da circa dieci anni (da due presente anche a Vicenza) si occupa della lotta contro la pedofilia. Nelle parole del suo presidente e fondatore Massimiliano Frassi, seduto accanto alla responsabile vicentina di Prometeo Annamaria Zanchetta, a sottolineare: «Per la prima volta in Italia diamo voce alle vittime: vogliamo far raccontare cosa vuole dire aver vissuto sulla propria pelle il dramma della pedofilia. Anche perché troppo spesso accade che chi subisce abusi si deve nascondere, mentre chi compie questi atti viene addirittura accolto fuori dalle aule di tribunale come un eroe».


Al convegno parteciperanno anche alcuni rappresentati delle forze dell’ordine, i giornalisti Ferruccio Pinotti e Carlotta Zavattiero e Sergio Berlato, che in sede di parlamento europeo è stato promotore di una proposta di legge per abolire la giornata dell’orgoglio pedofilo. Per l’onorevole «è importante combattere questa battaglia di civiltà e tutte le forze politiche debbono impegnarsi in questo senso».


ASSOCIAZIONE PROMETEO Onlus "Lotta alla pedofilia"

Via T. Tasso - 8 Gorle (Bg).




DALLA PARTE DEI BAMBINI. SEMPRE!





Mancanza


Vento freddo da nord


sembra uno schiaffio


sulle guancie.




Arriva che non te ne accorgi


e ti colpisce bruscamente


brucia


e lascia un livido.



Dentro


dove nessuno vede


c'è il segno


di quello schiaffo



............




Mancanza


Assenza


Distanza



Impossibile da spiegare


diffcile da elaborare


assurdo da capire.




Il cieco di Gerico


Io vivo cieco alle porte di Gerico
a porgere il mio grido
e su arterie di pietra mi aggiro
frantumate allo squillare di trombe.
Fragile fremito agitato dai sogni ti imploro ...
fa' che io veda!


© francesco ballero - novembre 2008


Senza titolo 1058

Ve ricordàte de Mario Pio?

                                                                 


                                                             

La mia vecchia radio



Me ricordò come se fosse  ieri.
Oramài so'  a la larga
'na  vòrta  tuttiquanti
 seduti intorno ar tavolino
a sentì la radio.
La voce  calla de Arbeto Lupo,
Lay,  Pani, Cucciolla e,
la voce de  MarioPio:
"Buonasera.  Sono er vostro Mario Pio,
null'altri che er vostro Mario Pio.
Er vostro divoto consigliere,
er vostro affezionato inconfidente.
Svelto come una lepre,
rispondo senza inalcuna esitazione
alle vostre chiamate tilefoniche".
E ancora  tanti... tanti artri amìchi.
Li  sento  puramènte pe' casa.
Se rideva, se  fiottava
e quanno sentivi  strillà
s'enfilavomo tuttiquanti sotto er tavolo
co er  tozzo de pane oncora in bocca.
Oramai so tanto lontani quei bei tempi
e grazie a  'sta vecchia radio rivivo  bène.

franca bassi


25.11.08

i film che ho visto di recente

 Nel sempre  più  desolante   e stucchevole   panorama  televisivo ( salvo rare eccezioni che ormai  tutti conosciamo  )  questa settimana  ho visto due   stupendi film

                          Reign  ovver me


ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Mani e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  uno dei film più belli e più toccanti  che  ho visto   sul  e post  11 settembre  2001 .

 Un film onesto, toccante, che tratta argomenti difficili spesso con levità e non indulge mai nel melodramma che è tipico dei reduci di tragedie come queste 
Due vecchi amici si incontrano e trovano la forza per affrontare la vita. Inizialmente   sembra  la copia  al maschile  di noi due  sconosciuti ma  poi    si è dimostrato il  contrario  . mi  fermo qui sia per  non guastarvi la  sorpresa  sia perchè   sono ancora scosso  da  non  riuscire a dire  altro  .



                                      IL  Vento che accarezza  l'erba



E' un bellissimo film , che oltre  agli  scontri per  la  guerra   contro l'invasore  e la  guerra civile  dopo . <<  "È facile sapere contro cosa si combatte. Più difficile è sapere in cosa davvero si crede >> ( cit  dal film )  e  Loach ne è consapevole e in questo film più che mai finisce con l'interrogarsi sulle ragioni degli uni e degli altri, non però certamente su quelle degli occupanti inglesi. Su quelle ha idee ben chiare. Esso 
ricostruisce  la  violenza  aggressiva   insita   nella natura  umana , specie  nei  giovani e nei bambini  e  come  in  una situazione del genere  lo si diventi  . La lotta  irlandese   e le  brutalità   dela polizia  speciale inglese  . Do in parte   ragione  a Giancarlo Zappoli : <<   Ken Loach va ad aprire una ferita suturata interrogandosi fortemente sulle ragioni degli uni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma Loach e Laverty lasciano libero lo spettatore di scegliere e di schierarsi, se ci riesce. Titolo preso dal poeta irlandese Robert Dwyer Joyce .


Senza titolo 1057

Inchiesta de L'espresso su Renato Brunetta


La trasferta a Teramo per diventare professore.
La casa con sconto dell'Ente.
Il rudere che si trasforma in villa.
Le assenze in Europa e al Comune.
Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni.


CLICCA QUI per leggere tutta l'inchiesta.

Nient'altro che donne...

Dopo la pubblicazione del mio post sulla giornata contro la violenza sulle donne (che oggi ricorre) ho ricevuto la seguente lettera:





Le osservazioni dell'assessore Cadeo e di padre d'Asta denotano che il tema del loro scandalo non è lo stupro, ma il fatto che al corpo di Gesù sia associato un corpo di donna.

Personalmente, come donna, se quel corpo mi manda un messaggio di stupro non riesco a vedere (come Cadeo e d'Asta), l'edonismo, la morbida sensualità delle carni e delle orbide lenzuola o l'insistenza di una scritta sul pube.
Per me che sono donna, da quelle carni parte un grido di dolore, di umiliazione, di sofferenza senza conforto: temo di non riuscire a notare tutta quella sensualità che scandalizza i suddetti uomini e la mia è certo una visione di parte. La parte di chi è vittima per il semplice fatto di nascere donna.
Sabato compio 38 anni, ma ricordo come se fosse ieri il catechismo della prima comunione in cui la suora spiegava a noi bambine che se fossimo state vittime di stupro avremmo dovuto resistere fino alla morte. Se non fossimo state uccise durante lo stupro, voleva dire che non ci eravamo difese abbastanza e che la colpa era anche nostra. Avevo 8 anni.

All'età di 11 anni sono stata adescata da un pedofilo, da cui per fortuna (forse erano più ingenui di adesso) sono riuscita a scappare correndo fino a quasi svenire da quanto il cuore mi scoppiava. Non ho avuto il coraggio di parlarne con i miei genitori e sono andata a parlarne col parroco... che mi ha detto di recitare 10 avemarie: evidentemente avevo qualcosa da scontare.
Il giorno dell'adescamento avevo una gonna: sono passati 7 anni prima che trovassi la forza di rimetterne un'altra: per tutto il resto del tempo ho nascosto la sensualità delle mie carni sotto pantaloni e tute e quel pedofilo non mi aveva nemmeno toccata !



Per questo non riesco neppure ad immaginare come faccia a vivere una donna che conosco che 17 anni fa è stata stuprata dall'allora fidanzato e che mi ha detto che nonostante anni di terapia ancora, ogni giorno che Dio manda in terra, lei ripensa a quello stupro.


Be', sapete signori Cadeo e d'Asta? Se Gesù si è incarnato in un corpo di maschio ma a rappresentare tutta l'umanità, il corpo di Gesù è anche il mio. Anche se manco di pene e ho probabilmente delle mammelle più grandi delle sue e dei baffi meno folti.

Sono contenta di vedere che per voi ciò che scandalizza del manifesto non è il tema, ma l'uso di una donna bella e di un letto morbido: vuol dire che ha colpito nel segno. Che una donna che seduce è complice, che se la va a cercare. Ma, soprattutto, che per voi "stupro" è una parola con lo stesso significato emotivo di "lavatrice", che non avete neppure un'idea vaghissima di che cosa sia lo stupro e che cosa sia aspettarselo ogni giorno, inconsciamente, per il solo fatto di essere nate del sesso sottomesso e non di quello dominante.





                       Sara Manzoni





La scorsa settimana, un mio studente mi ha consegnato i riassunti di libri letti durante le vacanze estive. Uno di questi era Mille splendidi soli di Khaled Husseini, nel quale - fra l'altro - si narra d'uno stupro. Nel suo commento il ragazzo riconosceva che il romanzo era ben realizzato, ma che, raccontando una vicenda di "ragazze", non lo aveva coinvolto più di tanto. Roba di donne, anzi di femmine, che, quindi, ai maschi non interessa. Parole molto elogiative, invece, per un altro testo di Husseini, Il cacciatore di aquiloni.

Anche in quest'ultimo volume viene descritta una violenza sessuale. Solo che la vittima era un adolescente. Ed ecco che l'atto assumeva, agli occhi del mio studente, tutt'altro significato. Allora, e solo allora, gli pareva davvero grave.

Oh, lo so: avrei potuto soffermarmi su resoconti diversi - soprattutto femminili - di ben altro spessore; ma non è questione di bravura. Ho scelto questo elaborato perché estremamente significativo. Redatto da un cosiddetto "bravo ragazzo", diligente, educato, tranquillo, anche abbastanza valente a scuola. Non un marginale, non un teppistello, né tantomeno un violento; come "non-violenti", beneducati, paciosi sono, senza dubbio, Cadeo e D'Asta.

Eppure sono personaggi come loro che, malgrado le insistenze dell'insegnante, hanno infuso nella mente del mio allievo la perniciosa idea che lo stupro (femminile) è questione limitata, secondaria, di cui l'uomo non può né deve interessarsi. Sono le pudibonderie di assessori improvvidi ed educatori sbalestrati che impediscono, ancor oggi, di concepire uno dei più terribili crimini contro l'umanità come un problema universale. Proprio perché, per loro, la donna resta un essere inferiore, capace, al massimo, di rappresentare sé stessa. Non diciamo Dio: ma nemmeno l'uomo, inteso come entità globale.

La lettera di Sara, di cui ho evidenziato alcuni passaggi, non abbisogna di ulteriori chiose o riflessioni. La forza della testimonianza è più tremenda di qualunque apologia. Ma simili brani, permettono pure di capire le reali origini della violenza. La quale è senza sesso, ma si annida nella superbia delle gerarchie di genere. Si nutre delle nostre distrazioni, del punto d'onore, cresce in tiepide case, ammicca dai nostri teleschermi, ci sfiora nella prassi quotidiana, in quelle discriminazioni così leggere, cui non facciamo quasi più caso.

 

 

Qui a fianco ripropongo il manifesto "incriminato": per la cronaca, l'assessore Cadeo ha vinto la sua crociata, e l'immagine è stata censurata. La "tradizione religiosa" dei Milanesi (maschi) non verrà quindi più vituperata.

 

 Daniela Tuscano



 



 



 


Nient'altro che donne...


Dopo la pubblicazione del mio post sulla giornata contro la violenza sulle donne (che oggi ricorre) ho ricevuto la seguente lettera:
Le osservazioni dell'assessore Cadeo e di padre d'Asta denotano che il tema del loro scandalo non è lo stupro, ma il fatto che al corpo di Gesù sia associato un corpo di donna.
Personalmente, come donna, se quel corpo mi manda un messaggio di stupro non riesco a vedere (come Cadeo e d'Asta), l'edonismo, la morbida sensualità delle carni e delle morbide lenzuola o l'insistenza di una scritta sul pube.
Per me che sono donna, da quelle carni parte un grido di dolore, di umiliazione, di sofferenza senza conforto: temo di non riuscire a notare tutta quella sensualità che scandalizza i suddetti uomini e la mia è certo una visione di parte. La parte di chi è vittima per il semplice fatto di nascere donna.
Sabato compio 38 anni, ma ricordo come se fosse ieri il catechismo della prima comunione in cui la suora spiegava a noi bambine che se fossimo state vittime di stupro avremmo dovuto resistere fino alla morte. Se non fossimo state uccise durante lo stupro, voleva dire che non ci eravamo difese abbastanza e che la colpa era anche nostra. Avevo 8 anni.
All'età di 11 anni sono stata adescata da un pedofilo, da cui per fortuna (forse erano più ingenui di adesso) sono riuscita a scappare correndo fino a quasi svenire da quanto il cuore mi scoppiava. Non ho avuto il coraggio di parlarne con i miei genitori e sono andata a parlarne col parroco... che mi ha detto di recitare 10 avemarie: evidentemente avevo qualcosa da scontare. Il giorno dell'adescamento avevo una gonna: sono passati 7 anni prima che trovassi la forza di rimetterne un'altra: per tutto il resto del tempo ho nascosto la sensualità delle mie carni sotto pantaloni e tute e quel pedofilo non mi aveva nemmeno toccata!
Per questo non riesco neppure ad immaginare come faccia a vivere una donna che conosco che 17 anni fa è stata stuprata dall'allora fidanzato e che mi ha detto che nonostante anni di terapia ancora, ogni giorno che Dio manda in terra, lei ripensa a quello stupro.
Be', sapete signori Cadeo e d'Asta? Se Gesù si è incarnato in un corpo di maschio ma a rappresentare tutta l'umanità, il corpo di Gesù è anche il mio. Anche se manco di pene e ho probabilmente delle mammelle più grandi delle sue e dei baffi meno folti.
Sono contenta di vedere che per voi ciò che scandalizza del manifesto non è il tema, ma l'uso di una donna bella e di un letto morbido: vuol dire che ha colpito nel segno. Che una donna che seduce è complice, che se la va a cercare. Ma, soprattutto, che per voi "stupro" è una parola con lo stesso significato emotivo di "lavatrice", che non avete neppure un'idea vaghissima di che cosa sia lo stupro e che cosa sia aspettarselo ogni giorno, inconsciamente, per il solo fatto di essere nate del sesso sottomesso e non di quello dominante.
Sara Manzoni
La scorsa settimana, un mio studente mi ha consegnato i riassunti di libri letti durante le vacanze estive. Uno di questi era Mille splendidi soli di Khaled Husseini, nel quale - fra l'altro - si narra d'uno stupro. Nel suo commento il ragazzo riconosceva che il romanzo era ben realizzato, ma che, raccontando una vicenda di "ragazze", non lo aveva coinvolto più di tanto. Roba di donne, anzi di femmine, che, quindi, ai maschi non interessa. Parole molto elogiative, invece, per un altro testo di Husseini, Il cacciatore di aquiloni.

Anche in quest'ultimo volume viene descritta una violenza sessuale. Solo che la vittima era un adolescente. Ed ecco che l'atto assumeva, agli occhi del mio studente, tutt'altro significato. Allora, e solo allora, gli pareva davvero grave.

Oh, lo so: avrei potuto soffermarmi su resoconti diversi - soprattutto femminili - di ben altro spessore; ma non è questione di bravura. Ho scelto questo elaborato perché estremamente significativo. Redatto da un cosiddetto "bravo ragazzo", diligente, educato, tranquillo, anche abbastanza valente a scuola. Non un marginale, non un teppistello, né tantomeno un violento; come "non-violenti", beneducati, paciosi sono, senza dubbio, Cadeo e D'Asta.
Eppure sono personaggi come loro che, malgrado le insistenze dell'insegnante, hanno infuso nella mente del mio allievo la perniciosa idea che lo stupro (femminile) è questione limitata, secondaria, di cui l'uomo non può né deve interessarsi. Sono le pudibonderie di assessori improvvidi ed educatori sbalestrati che impediscono, ancor oggi, di concepire uno dei più terribili crimini contro l'umanità come un problema universale. Proprio perché, per loro, la donna resta un essere inferiore, capace, al massimo, di rappresentare sé stessa. Non diciamo Dio: ma nemmeno l'uomo, inteso come entità globale.
La lettera di Sara, di cui ho evidenziato alcuni passaggi, non abbisogna di ulteriori chiose o riflessioni. La forza della testimonianza è più tremenda di qualunque apologia. Ma simili brani, permettono pure di capire le reali origini della violenza. La quale è senza sesso, ma si annida nella superbia delle gerarchie di genere. Si nutre delle nostre distrazioni, del punto d'onore, cresce in tiepide case, ammicca dai nostri teleschermi, ci sfiora nella prassi quotidiana, in quelle discriminazioni così leggere, cui non facciamo quasi più caso.
Qui a fianco ripropongo il manifesto "incriminato": per la cronaca, l'assessore Cadeo ha vinto la sua crociata, e l'immagine è stata censurata. La "tradizione religiosa" dei Milanesi (maschi) non verrà quindi più vituperata.

24.11.08

Non siamo spazzatura!

La lotta contro la "riforma" Gelmini non conosce sosta. Anche Bresso si mobilita contro i tagli alla scuola e domani sera 25 novembre, ore 21, Daniele Quattrocchi del Movimento Umanista e Sinistra Critica promuovono un incontro cittadino, aperto a tutti, in via Bologna n° 4.


Il primo approccio si è svolto il 19 c.m. al Centro Civico: hanno partecipato alla serata circa 150 persone. I due principali relatori, Gianni Gandola (Dirigente Scolastico, redattore di www.scuolaoggi.org) e Salvatore Leone (Dirigente Scolastico 2° Circolo - Bollate) hanno ben illustrato sopratttutto le caratteristiche dell'art. 64 della legge 133, promossa dal ministro dell'economia Tremonti, vero fautore della "riforma"scolastica. In questo articolo vengono definiti i tagli del personale, la riduzione dell'orario e la fine del tempo pieno previsti per i prossimi anni al fine di ridurre di circa 8 miliardi di euro gli investimenti per la scuola statale.



Galvanizzati dal successo dell'iniziativa, ed esasperati dall'ennesima "sparata" di Brunetta che, oltre a ingiuriare continuamente gli insegnanti, si è pure abbandonato a manzoniane analogie ("come la peste, la crisi è una scopa", con allusione ai "pesi morti" che verranno finalmente "spazzati via" dal posto di lavoro), i bressesi parteciperanno anche alla manifestazione nazionale di sabato 29 novembre promossa da Retescuole.


Gridiamoglielo, che non abbiamo nessuna intenzione di togliere il disturbo per rimediare alla loro inettitudine. E che se vogliono "spazzar via", comincino dai loro principeschi stipendi.





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Non siamo spazzatura!


La lotta contro la "riforma" Gelmini non conosce sosta. Anche Bresso si mobilita contro i tagli alla scuola e domani sera 25 novembre, ore 21, Daniele Quattrocchi del Movimento Umanista e Sinistra Critica promuovono un incontro cittadino, aperto a tutti, in via Bologna n° 4.


Il primo approccio si è svolto il 19 c.m. al Centro Civico: hanno partecipato alla serata circa 150 persone. I due principali relatori, Gianni Gandola (Dirigente Scolastico, redattore di www.scuolaoggi.org) e Salvatore Leone (Dirigente Scolastico 2° Circolo - Bollate) hanno ben illustrato sopratttutto le caratteristiche dell'art. 64 della legge 133, promossa dal ministro dell'economia Tremonti, vero fautore della "riforma"scolastica. In questo articolo vengono definiti i tagli del personale, la riduzione dell'orario e la fine del tempo pieno previsti per i prossimi anni al fine di ridurre di circa 8 miliardi di euro gli investimenti per la scuola statale.

Galvanizzati dal successo dell'iniziativa, ed esasperati dall'ennesima "sparata" di Brunetta che, oltre a ingiuriare continuamente gli insegnanti, si è pure abbandonato a manzoniane analogie ("come la peste, la crisi è una scopa", con allusione ai "pesi morti" che verranno finalmente "spazzati via" dal posto di lavoro), i bressesi parteciperanno anche alla manifestazione nazionale di sabato 29 novembre promossa da Retescuole.

Gridiamoglielo, che non abbiamo nessuna intenzione di togliere il disturbo per rimediare alla loro inettitudine. E che se vogliono "spazzar via", comincino dai loro principeschi stipendi.

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