Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
28.11.08
Senza titolo 1059
devono essere gli stranieri a dirci che in italia non c'è democrazia ?
Fuori programma allUniversità di Udine, nel corso di un incontro di Sabina Guzzanti con gli studenti. Mentre lattrice stava parlando nellAula Magna dellAteneo il professor Raimondo Strassoldo, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, ha chiesto di poter intervenire, dicendosi contrario alla decisione del rettore di ospitare una «agitatrice politica». Ne è nato un parapiglia.
11 luglio 2008
Matvejevic: l’Italia della «democratura» Stampa E-mail
Democrazia apparente, in realtà dittatura: è questo il nostro Paese secondo Predrag Matvejevic. L’intellettuale croato racconta la sua vita di «esule volontario» nell’Europa che ha paura di aprirsi a chi porta con sé una visione del mondo diversa
di Federico Tulli
«Straniero, espulso, esule, profugo, rifugiato, fuggiasco, sfollato, deportato, esodato, espatriato, fuoriuscito, esiliato, respinto. Ho tenuto una lezione alla Sorbona sul fatto che la lingua italiana è quella con la più ampia gamma di termini per parlare dei migranti. E invece, ora si sente solo insistere su clandestini e irregolari. Ma cosa significa clandestinità in tempo di pace? Sono cose queste che mi hanno profondamente sorpreso dell’Italia». Predrag Matvejevic, scrittore e saggista, docente di Letterature comparate alla Sorbona di Parigi e professore ordinario di Slavistica all’università La Sapienza di Roma, nominato “per chiara fama”, è nato nel 1932 a Mostar nella ex-Jugoslavia e da qui è «dovuto emigrare» nel 1991 dopo che «una sventagliata di mitra dei nazionalisti croati ha colpito la mia porta di casa». Per 14 anni in Italia, Matvejevic da pochi mesi è tornato nella sua terra e vive a Zagabria «dove il nazionalismo abbaia ma non ha più i denti». Il 17 luglio sarà a Rivoli (To) in occasione della mostra Le porte del Mediterraneo. Leggerà un saggio sulla condizione degli «emigrati» in Europa di cui anticipa a left alcuni passaggi.
«Partirò da alcuni fatti personali. Sono figlio di un emigrato russo. Mio padre è partito nel 1920 da Odessa. Era politicamente menscevico. Voglio dire, da uomo di sinistra, che i menscevichi non sono quella caricatura che gli staliniani hanno fatto di loro. Sono persone di sinistra che hanno fatto la rivoluzione di febbraio nel 1917 avendo capito che la Russia feudale dello zar e della Chiesa non poteva realizzare il grande sogno della civiltà europea di creare una società giusta. Dopo un lungo girovagare per l’Europa dell’Est mio padre è arrivato a Mostar, qui ha conosciuto una ragazza bosniaca croata cattolica. Un ortodosso e una cattolica, tutto quello che occorreva perché nascesse un figlio laico, laicissimo. Nel 1941 – prosegue Matvejevic - i nazisti sono venuti a prendere papà perché avevano saputo delle sue origini russe. Questo bastava per essere deportato. Dopo quattro anni è tornato vivo, ma pesava 40 chili di meno. Non l’ho riconosciuto e ho pianto due giorni. Dunque con questa esperienza mai avrei pensato di emigrare, di partire. Poi, quella raffica di mitra...». Giunto in Italia, Matvejevic ha avuto la cittadinanza da Giorgio Napolitano all’epoca ministro dell’Interno. «Non sapete quanto è importante per un emigrato poter viaggiare nella zona di Schenghen», dice. «Il mio non è stato un vero esilio, dopo quegli spari ho scelto di andare via da Mostar. Ho passato tre anni in Francia e nel 1994 sono arrivato in Italia. La vedevo come uno dei Paesi più tolleranti, più accoglienti. Ma poi la Lega, con Berlusconi che segue Bossi, e ora questo ministro dell’Interno che è un uomo rozzo, hanno creato un vergognoso clima contro gli immigrati che l’Italia non merita». Il professore ritiene inaccettabile il piano di Maroni che prevede il fotosegnalamento dei minorenni di etnia rom. «All’inizio del secolo scorso, la mafia organizzava l’emigrazione in Sicilia. Molti vostri connazionali sono stati sbarcati in Marocco credendo di essere arrivati negli Usa. E lì sono rimasti fino alla seconda guerra mondiale. Come può un popolo che ha vissuto queste sofferenze, tanta emigrazione, assumere certi atteggiamenti? In un Paese in cui la Chiesa ha tanto peso perché non influenza i politici a non fare quello che stanno facendo? Perché - prosegue Matvejevic - i cristiani non si rileggono alcuni passaggi delle loro sacre scritture? L’Esodo per esempio, dove è scritto “Non molesterai lo straniero, né lo opprimerai, perché foste anche voi stranieri nella terra d’Egitto”. Vorrei che i vescovi nelle loro prediche invece di essere solidali con chi attua la schedatura analizzassero queste parole così belle».
Il problema, per la religione come per certa politica, secondo lo scrittore, è sempre lo stesso. La persona straniera che arriva in una nuova terra porta con sé la propria cultura, una cultura diversa. E questo fa paura. «Di fronte allo sconosciuto - spiega - c’è chi si chiude nella propria “particolarità”. In un saggio ho scritto che questa non è un valore a priori, ma può diventarlo a condizione che si confermi come tale. Perché anche l’antropofagia, mangiare l’altro, è particolarità. E dunque questi che schedano i rom si chiudono nella propria particolarità come se fosse un valore assoluto. Senza mai metterlo in discussione. Purtroppo sento la mancanza di una cultura adeguata che potrebbe risolvere queste questioni».
Matvejevic in queste settimane sta aggiornando la sua opera cardine, il Breviario mediterraneo, tradotto in 22 lingue e pubblicato in Italia da Garzanti. «Rileggendolo ho pensato che mancava una riflessione sul pane. Cibo prezioso che non è stato inventato sulle sponde del Mediterraneo, ma che in questa regione è stato accolto e valorizzato, allo stesso modo di come sono state accolte le tre religioni monoteistiche».
Il pane come metafora per raccontare la capacità dell’Europa di aprirsi a nuove culture e tradizioni che vengono da fuori. Quella stessa Europa che ultimamente ha lanciato messaggi contraddittori sulla soluzione italiana del tema immigrazione. «Io sono stato due anni nel gruppo dei saggi della Commissione europea creato da Romano Prodi. Siamo riusciti a mettere allo stesso tavolo israeliani, palestinesi e arabi ed è cominciato un dialogo molto importante. Ma il successore di Prodi ha sciolto questo gruppo. C’è una deriva pericolosa che la cultura potrebbe arrestare e invece è proprio la cultura che viene accantonata». Questo genere di pericolo è il tema su cui verte il prossimo saggio che Matvejevic ha intenzione di scrivere. «L’ex Europa dell’Est è entrata in Ue con i suoi problemi di democrazia. Ma anche in alcuni Paesi dell’Occidente si sta scivolando verso quella che ho definito «democratura». Una forma di governo cioè che dietro un’apparente forma esterna di democrazia assume atteggiamenti e movimenti dittatoriali. E questo pericolo lo vedo molto presente in questo momento in Italia. Lo abbiamo visto in Polonia con i fratelli Kaczynski e i loro atteggiamenti clericali. Ma anche nei Balcani, dove serbi, croati, bosniaci hanno subordinato la nazionalità alla religione professata. Questa prassi è un nervo scoperto dei nuovi rapporti che si sono creati all’interno dell’Unione. Su cui anche la cultura dell’Est non ha riflettuto abbastanza. Ha troppo sofferto e ancora non riesce a ripensare le proprie sofferenze. Dall’altro lato c’è la cultura occidentale, orgogliosa in modo antipatico direi, che non ha il coraggio di affrontare questi problemi, queste divisioni. Ma come si può fare l’Unione se le frontiere sono ancora così strette? Ecco, mi piacerebbe vedere la Turchia in Europa, potrebbe fare da baluardo ai nuovi fondamentalismi».
Matvejevic dedica infine un pensiero alla sua Mostar. «La vita è ancora durissima, la città è spaccata. Nella parte orientale i musulmani rimasti sono ancora sotto shock e questa sorpresa li rende immobili. Dall’altra sponda del fiume, dove ci sono i cattolici, direi che la metà della gente, a cui potrei appartenere anche io, ha vergogna di quello che hanno fatto i fascisti croati. C’è però chi farebbe di nuovo la stessa cosa. Quasi tutta Mostar durante la II Guerra mondiale era dalla parte della Resistenza. Aveva un grande battaglione di partigiani. Quando avevo 9 anni, mio zio - che lavorava in ospedale - un giorno mi disse di portare un sacco con i medicamenti ai partigiani feriti. Uno zio croato cattolico che collaborava in clandestinità con la Resistenza. Questa era la Mostar di una volta, quella di cui sono orgoglioso, a cui appartengo e che difendo».
Anticrisi
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva:
con l' anima assente, con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo di miti passati ...
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno, nel loro pensiero,
distinguer nei sogni il falso dal vero ...
(...)
Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini
( ringrazio gli amici\che del nel-faro.blogspot.com per avermi suggerito questo video) che qui non posto perchè non riesco a configurare lo scanner con linux . Questo ricordo nostalgico mi ha fatto ritornare in mente una scena a cui non vorrei mai assistere di come dei giovani giocando a spintonarsi hanno fatto cadere una persona anziana e poi anziche interrompere i loro stupidi giochi infantili continuavano a ridere come se niente fosse e quando alcuni passanti gli hanno rimproverati , continuavano a ridere e poi una voltache hanno portato in ospedale i sudetti giovani hanno mandato in fncl quelli che gli rimproveravano .
Infatti dato che molti d'essi che utilizzano il settimanale www.doveingallura.com/ solo ed esclusivamente per gli Sms in cui si lanciano messaggi d'amore , d'insultio , sfotto ( prese in giro benevole o malevole ) e boiate varie gli consiglio di leggersi attentamente questo editoriale ( salvo ovviamente i corsivi in neretto che sono ovviamente delle mie aggiunte ) e di rifletterci sempre che non i reality e altre biate simili non gli abbiano mandato il cervello pappa o in cassa integrazione .
L’ANTICRISI
Cercate oggi questo sguardo negli occhi dei nostri anziani, umiliati da noi figli dell’usa e getta, contagiati dal mondo che esalta l’efficienza e dimentica e butta ciò che non conta più, ciò che è vecchio,superato. Dimentichiamo che non siamo di fronte a un rudere, ma a qualcuno che ama, piange, prega,ricorda, spera; che grazie a questi capelli bianchi e a quel viso devastato dagli anni possiamo fare rifornimento di pensieri e verità, rinnovarci, imparare, crescere. Anche se smemorato, anche se non produce più, anche se resta muto nel suo angolo, anche se non ha più potere perché abbandonato da tutti, anche se è sordo.
Un tempo era giovane, aveva il passo elastico, sfidava la bufera in montagna o nelle campagne ; oggi è curvo, teme una bava di vento che si insinua in una fessura. Un giorno, col suo lavoro manteneva una famiglia, oggi deve ricevere,
sopporta l’umiliazione di dover dipendere, dimenticato, come una moneta fuori corso. Come una ferita,ogni limitazione dovrebbe richiamare un bacio, e il rispetto per la sorgente nascosta in quel corpo stanco. Non abbiamo riguardo quando non consideriamo, quando abbiamo fretta, quando strattoniamo,quando rispondiamo in malo modo, rifiutando di ascoltare le solite storie; quando cambiamo posto agli oggetti che gli sono cari, quando offriamo motivo di rimpianti, quando non pensiamo alle sue feste, se non teniamo le confidenze; quando irridiamo, lo scoraggiamo, lo condanniamo; Non ha rispetto chi non gli riconosce il diritto delle sue scelte d’ogni giorno, chi non gli rivolge un saluto col titolo che era suo.
Crediamo di aver esaurito il nostro compito rassettando il letto, curando la sua igiene e pensando più ai mobili, alle cose sue che non a lui, quando basta avere un momento per ascoltarlo, fermarsi, una promessa di ritorno, una osservazione di speranza per dargli il premio che i ladri e le tarme e la rugginenon potranno mai rapire né la crisi impoverire.
Antonella Bonacossa
A chi mi dice che sono troppo nostalgico rispondo che : in tempi in cui SPOLLER << (..) è più conveniente buttare via piuttosto che riparare .. e non parlo solo dei giradischi , ma anche delle ide politiche ,delle amicizie e dele relazioni di coppia ....>> ( Dylan dog n 267 , foto sopra , pag 9 ) SPOLLER è meglio essere nostalgici che no avere niente ed essere vuoti dentro
non c'è rispetto per gli anziani
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva:
con l' anima assente, con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo di miti passati ...
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno, nel loro pensiero,
distinguer nei sogni il falso dal vero ...
(...)
Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini
Nei giorni scorsi cercando fra le varie scatole e scatoloni della sofitta l'atrezzo per arrostire le castagne ho trovato una vecchia foto con mio nonno paterno morto troppo presto ( ventuno anni fa )
( .. )
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva:
con l' anima assente, con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo di miti passati ...
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno, nel loro pensiero,
distinguer nei sogni il falso dal vero ...
(...)
Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini
Nei giorni scorso cercando fra le varie scatole e scatoloni della sofitta l'atrezzo per arrostire le castagne ho trovato una vecchia foto con mio nonno paterno morto troppo presto ( ventuno anni fa )
( ringrazio gli amici\che del per avermi suggerito questo video) che qui non posto perchè non riesco a configurare lo scanner con linux . Questo ricordo nostalgico mi ha fatto ritornare in mente una scena a cui non vorrei mai assistere di come dei giovani giocando a spintonarsi hanno fatto cadere una persona anziana e poi anzi che interrompere i loro stupidi giochi infantili continuavano a ridere come se niente fosse e quando alcuni passanti gli hanno rimproverati , continuavano a ridere e poi una voltache hanno portato in ospedale i sudetti giovani hanno mandato in fncl quelli che gli rimproveravano .
Infatti molti d'essi che utilizzano il settimanale solo ed esclusivamente per gli Sms in cui si lanciano messaggi d'amore , d'insultio , sfotto ( prese in giro benevole o malevole ) e boiate varie di legersi attentamente questo editoriale di ( salvo ovviamente i corsivi in neretto che sono ovviamente delle mie aggiunte ) e di rifletterci sempre che non i reality e altre boiate simili non gli abbiano mandato il cervello in cassa integrazione .
L’ANTICRISI
Lo sguardo fiero di un uomo avvezzo a far fronte agli ostacoli della vita, diritto, limpido, pulito, la berritta ordinata e la lunga barba bianca e curata, simbolo di quella grande saggezza acquisita nel tempo. Ecco un anziano di Gallura, quando ancora gli anziani rappresentavano il punto di riferimento di tutte le società.
Cercate oggi questo sguardo negli occhi dei nostri anziani, umiliati da noi figli dell’usa e getta, contagiati dal mondo che esalta l’efficienza e dimentica e butta ciò che non conta più, ciò che è vecchio,superato. Dimentichiamo che non siamo di fronte a un rudere, ma a qualcuno che ama, piange, prega,ricorda, spera; che grazie a questi capelli bianchi e a quel viso devastato dagli anni possiamo fare rifornimento di pensieri e verità, rinnovarci, imparare, crescere. Anche se smemorato, anche se non produce più, anche se resta muto nel suo angolo, anche se non ha più potere perché abbandonato da tutti, anche se è sordo.
Un tempo era giovane, aveva il passo elastico, sfidava la bufera in montagna o nelle campagne ; oggi è curvo, teme una bava di vento che si insinua in una fessura. Un giorno, col suo lavoro manteneva una famiglia, oggi deve ricevere,
sopporta l’umiliazione di dover dipendere, dimenticato, come una moneta fuori corso. Come una ferita,ogni limitazione dovrebbe richiamare un bacio, e il rispetto per la sorgente nascosta in quel corpo stanco. Non abbiamo riguardo quando non consideriamo, quando abbiamo fretta, quando strattoniamo,quando rispondiamo in malo modo, rifiutando di ascoltare le solite storie; quando cambiamo posto agli oggetti che gli sono cari, quando offriamo motivo di rimpianti, quando non pensiamo alle sue feste, se non teniamo le confidenze; quando irridiamo, lo scoraggiamo, lo condanniamo; Non ha rispetto chi non gli riconosce il diritto delle sue scelte d’ogni giorno, chi non gli rivolge un saluto col titolo che era suo.
Crediamo di aver esaurito il nostro compito rassettando il letto, curando la sua igiene e pensando più ai mobili, alle cose sue che non a lui, quando basta avere un momento per ascoltarlo, fermarsi, una promessa di ritorno, una osservazione di speranza per dargli il premio che i ladri e le tarme e la rugginenon potranno mai rapire né la crisi impoverire.
Antonella Bonacossa
A chi mi dice che sono troppo nostalgico rispondo che : in tempi in cui SPOLLER << (..) è più conveniente buttare via piuttosto che riparare .. e non parlo solo dei giradischi , ma anche delle ide politiche ,delle amicizie e dele relazioni di coppia ....>> ( Dylan dog n 267 , foto sopra , pag 9 ) SPOLLER è meglio essere nostalgici che no avere niente ed essere vuoti dentro
Me ne PRIVO!!!
27.11.08
pensieri
Non è facile parlare di oscurità e non è facile se quell'oscurità si è toccata con mano riuscendo ad uscirne un attimo prima che ci avvolgesse per sempre.
Mi scontro ogni giorno con il muro di silenzio che incombe quando si parla di violenza.
Silenzio che pesa tra sorrisi incartapecoriti e parole mozzate.
E quando finalmente i pensieri prendono corpo si figurano scenari dove le donne sono sempre straniere e, le angherie perpetrate da uomini fanatici.
Non è facile parlare dell'oscurità se nessuno è disposto ad ascoltare.
Non è facile continuare a camminare su strade piene di buche e di fango se nessuno ci è accanto per sorreggerci.
Non è facile se parlarne risveglia fantasmi mai veramente domati.
Ma continuiamo a farlo perchè non è privato ma sociale.
Che, qualcosa, non funzioni più è palese ma, pare sia solo una parte di questa società a rendersene conto.
Dagli utlimi dati pubblicati l'uomo violento è colto, con un lavoro di prestigio, un reddito medio alto.
Ma continuano a lasciare le donne nel silenzio; molto meglio non sapere che affrontare la possibilità che quella donna con le ossa rotte sia la vicina di casa, l'insegnante di un figlio, la dottoressa che prescrive esami e medicine, la cassiera del supermercato vicino a casa..
Si molto meglio non toccarlo troppo da vicino quel dolore perchè è distruttivo e devastante.
Perchè chi ci è passato attraverso ha segni che neanche il tempo cancellerà.
E noi che sappiamo cosa significa essere invisibile. Che sappiamo cosa sia la paura del giudizio che si somma alle paure lasciate dalla violenza.
Che gli odori sanno di fango e l'acqua sa di sangue.
Noi?
Noi continuiamo a raccontare, a parlare, ad urlare, se nessario, perchè nessuno ci faccia più arrotolorare negli angoli bui di una strada o di quella casa che chiamavamo nostra...
Ombre in Veneto
Passo di Terra
L'associazione PASSODITERRA vi invita Domenica 30 Novembre a partire
dalle ore 10.00 alla giornata delle "fogghje scierse". Impareremo a riconoscere le erbe culinarie selvatiche che al termine della passegiata potremo degustare.
L'incontro è presso Casa Cilona in contrada Pere Rosse, Via Ceglie-Ostuni. Per chi viene da Ceglie svoltare a sinistra prima della Casina Vitale e seguire le indicazioni.I partecipanti potranno portare con sè un piatto autentico da
condividere, naturalmente a base di erbe.Saluti, da Passoditerra
Don Farinella: Il Papa benedice liberalismo e teocon
Nella chiesa cattolica vige l’uso, di stampo sovietico, del culto della personalità che riguardo al papa raggiunge vertici parossistici: anche chi dissente radicalmente non critica mai, non si espone mai, ma sottovoce fa scorrere lamentele e dissapori. Non così impone il vangelo che esige un parlare chiaro del tipo «sì, sì; no, no». Già la sala stampa vaticana oggi si è arrampicata sugli specchi per fare coincidere il cerchio col quadrato, ma quando le uova sono rotte, solo una cosa può venire buona: la frittata.
Spero e prego che il papa si renda conto di quello che ha scritto, si converta e chieda scusa.
Paolo Farinella, prete - Genova
Ombre in Veneto
sfilano in lenta armonia
avvolti dal serico tramonto
come lunghe carovane
Silenzio, intorno:
un rapido volo di rondini
solca i colori alpestri
e poderi, e proprietà
e orti e siepi
si perdono
in balaustre di sogni
Il loro sogno è fiamma
un incenso di preghiera
la luce nuziale
delle povere case,
il sorriso ricreato
di pittoreschi mercati
e grida, e suoni,
e fantasie verdeggianti,
e mantra di bellezza,
fanciulle stordite e serene
come corse nel fieno...
Ritornano, ligi,
dalle loro fatiche.
Ritornano, miti,
all'ovile straniero,
alla fugace quiete
d'una casa di vento
Beduini del Nordest,
ciottoli obliati,
nessuno pensa a voi
nel deserto di luna
Nessuno conosce
il vostro muto paradiso,
e affogate tardi
nelle plaghe irrorate
dalle vostre lacrime
di malinconica speranza
(23 novembre 2008)
26.11.08
èietra tombale sulla scuola pubblica e rafforzamento di quella privata
Che strano si taglia sulle pubbliche
Ma stranamente la cosa vergognosa che doimostra come l'italia sia sempre staa schiava del vaticano si taglia sulla scuola pubblica . infatti
E intanto si promettono soldi alle scuole paritarieLe scuole crollano, due su tre sono insicure e il governo che fa? Spende soldi per le scuole paritarie, gli istituti privati (in maggioranza cattolici) riconosciuti dallo stato.Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, durante il “question time” alla Camera ha risposto ad una interrogazione dell’Udc che denunciava il rischio per la scuola paritaria, «già colpita in maniera pesante dal disegno di legge finanziaria per il 2009 attraverso tagli che ammontano a 133 milioni di euro sui 535 complessivamente erogati dallo Stato, di non vedere erogati neanche i finanziamenti stanziati dalla legge finanziaria per il 2008».
Rispondendo Vito ha voluto ricordare la circolare inviata dal ministero dell'Istruzione affinchè le scuole usassero le risorse accantonate. Risorse «pari a 100 milioni di euro, in applicazione della sentenza della Corte costituzionale 50 del 2008», che dichiarava l'illegittimità di una disposizione della Finanziaria del 2008.«Posso assicurare -spiega Vito- che il Ministero dell'Istruzione è in contatto con quello dell'Economia per ripristinare a breve l'intera somma», che per il 2008 era di 534 milioni di euro.L'impegno del governo per «destinare alle scuole paritarie le risorse che erano state previste negli anni precedenti è formale e sostanziale», ha sottolineato Vito, che ha poi ribadito «l'immediato utilizzo» delle risorse accantonate. Intervento che «certamente - sottolinea Vito - non supera la riduzione dei fondi ma sicuramente potrà contribuire nell'immediato a impedire la crisi che altrimenti dovrebbero affrontare le scuole paritarie».
unita. del 26.11.08
Pedofilia: parlano le vittime
se non si vuole morire si deve andare alle private ?
Che strano si taglia sulle pubbliche infatti la situazione è rtappresentata da questa vignetta dela nuova sardegna del26\11\2008
Ma stranamente la cosa vergognosa che dimostra come l'italia sia sempre stata schiava del vaticano si taglia sulla scuola pubblica . infatti
<<
E intanto si promettono soldi alle scuole paritarieLe scuole crollano, due su tre sono insicure e il governo che fa? Spende soldi per le scuole paritarie, gli istituti privati (in maggioranza cattolici) riconosciuti dallo stato.Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, durante il “question time” alla Camera ha risposto ad una interrogazione dell’Udc che denunciava il rischio per la scuola paritaria, «già colpita in maniera pesante dal disegno di legge finanziaria per il 2009 attraverso tagli che ammontano a 133 milioni di euro sui 535 complessivamente erogati dallo Stato, di non vedere erogati neanche i finanziamenti stanziati dalla legge finanziaria per il 2008».
Rispondendo Vito ha voluto ricordare la circolare inviata dal ministero dell'Istruzione affinchè le scuole usassero le risorse accantonate. Risorse «pari a 100 milioni di euro, in applicazione della sentenza della Corte costituzionale 50 del 2008», che dichiarava l'illegittimità di una disposizione della Finanziaria del 2008.«Posso assicurare -spiega Vito- che il Ministero dell'Istruzione è in contatto con quello dell'Economia per ripristinare a breve l'intera somma», che per il 2008 era di 534 milioni di euro.L'impegno del governo per «destinare alle scuole paritarie le risorse che erano state previste negli anni precedenti è formale e sostanziale», ha sottolineato Vito, che ha poi ribadito «l'immediato utilizzo» delle risorse accantonate. Intervento che «certamente - sottolinea Vito - non supera la riduzione dei fondi ma sicuramente potrà contribuire nell'immediato a impedire la crisi che altrimenti dovrebbero affrontare le scuole paritarie».
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unita. del 26.11.08
Pedofilia: parlano le vittime
Mancanza
Vento freddo da nord
sembra uno schiaffio
sulle guancie.
Arriva che non te ne accorgi
e ti colpisce bruscamente
brucia
e lascia un livido.
Dentro
dove nessuno vede
c'è il segno
di quello schiaffo
............
Mancanza
Assenza
Distanza
Impossibile da spiegare
diffcile da elaborare
assurdo da capire.
Il cieco di Gerico
Io vivo cieco alle porte di Gerico
a porgere il mio grido
e su arterie di pietra mi aggiro
frantumate allo squillare di trombe.
Fragile fremito agitato dai sogni ti imploro ...
fa' che io veda!
© francesco ballero - novembre 2008
Ve ricordàte de Mario Pio?
Oramài so' a la larga
'na vòrta tuttiquanti
seduti intorno ar tavolino
a sentì la radio.
La voce calla de Arbeto Lupo,
Lay, Pani, Cucciolla e,
la voce de MarioPio:
"Buonasera. Sono er vostro Mario Pio,
null'altri che er vostro Mario Pio.
Er vostro divoto consigliere,
er vostro affezionato inconfidente.
Svelto come una lepre,
rispondo senza inalcuna esitazione
alle vostre chiamate tilefoniche".
E ancora tanti... tanti artri amìchi.
Li sento puramènte pe' casa.
Se rideva, se fiottava
e quanno sentivi strillà
s'enfilavomo tuttiquanti sotto er tavolo
co er tozzo de pane oncora in bocca.
Oramai so tanto lontani quei bei tempi
e grazie a 'sta vecchia radio rivivo bène.
25.11.08
i film che ho visto di recente
Reign ovver me
ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >> Ma il film è stupendo e ottima la colonna sonora ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >> Ma il film è stupendo e ottima la colonna sonora ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >> Ma il film è stupendo e ottima la colonna sonora ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >> Mani e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >> Ma il film è stupendo e ottima la colonna sonora ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >> Ma il film è stupendo e ottima la colonna sonora ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >> Ma il film è stupendo e ottima la colonna sonora ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >> Ma il film è stupendo e ottima la colonna sonora uno dei film più belli e più toccanti che ho visto sul e post 11 settembre 2001 .
Due vecchi amici si incontrano e trovano la forza per affrontare la vita. Inizialmente sembra la copia al maschile di noi due sconosciuti ma poi si è dimostrato il contrario . mi fermo qui sia per non guastarvi la sorpresa sia perchè sono ancora scosso da non riuscire a dire altro .
IL Vento che accarezza l'erba
E' un bellissimo film , che oltre agli scontri per la guerra contro l'invasore e la guerra civile dopo . << "È facile sapere contro cosa si combatte. Più difficile è sapere in cosa davvero si crede >> ( cit dal film ) e Loach ne è consapevole e in questo film più che mai finisce con l'interrogarsi sulle ragioni degli uni e degli altri, non però certamente su quelle degli occupanti inglesi. Su quelle ha idee ben chiare. Esso ricostruisce la violenza aggressiva insita nella natura umana , specie nei giovani e nei bambini e come in una situazione del genere lo si diventi . La lotta irlandese e le brutalità dela polizia speciale inglese . Do in parte ragione a Giancarlo Zappoli : << Ken Loach va ad aprire una ferita suturata interrogandosi fortemente sulle ragioni degli uni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >> Ma Loach e Laverty lasciano libero lo spettatore di scegliere e di schierarsi, se ci riesce. Titolo preso dal poeta irlandese Robert Dwyer Joyce .
Senza titolo 1057
La trasferta a Teramo per diventare professore.
La casa con sconto dell'Ente.
Il rudere che si trasforma in villa.
Le assenze in Europa e al Comune.
Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni.
CLICCA QUI per leggere tutta l'inchiesta.
Nient'altro che donne...
Personalmente, come donna, se quel corpo mi manda un messaggio di stupro non riesco a vedere (come Cadeo e d'Asta), l'edonismo, la morbida sensualità delle carni e delle orbide lenzuola o l'insistenza di una scritta sul pube.
Sabato compio 38 anni, ma ricordo come se fosse ieri il catechismo della prima comunione in cui la suora spiegava a noi bambine che se fossimo state vittime di stupro avremmo dovuto resistere fino alla morte. Se non fossimo state uccise durante lo stupro, voleva dire che non ci eravamo difese abbastanza e che la colpa era anche nostra. Avevo 8 anni.
Il giorno dell'adescamento avevo una gonna: sono passati 7 anni prima che trovassi la forza di rimetterne un'altra: per tutto il resto del tempo ho nascosto la sensualità delle mie carni sotto pantaloni e tute e quel pedofilo non mi aveva nemmeno toccata !
Nient'altro che donne...
Anche in quest'ultimo volume viene descritta una violenza sessuale. Solo che la vittima era un adolescente. Ed ecco che l'atto assumeva, agli occhi del mio studente, tutt'altro significato. Allora, e solo allora, gli pareva davvero grave.
Oh, lo so: avrei potuto soffermarmi su resoconti diversi - soprattutto femminili - di ben altro spessore; ma non è questione di bravura. Ho scelto questo elaborato perché estremamente significativo. Redatto da un cosiddetto "bravo ragazzo", diligente, educato, tranquillo, anche abbastanza valente a scuola. Non un marginale, non un teppistello, né tantomeno un violento; come "non-violenti", beneducati, paciosi sono, senza dubbio, Cadeo e D'Asta.
24.11.08
Non siamo spazzatura!
Per adesioni:
Non siamo spazzatura!
Il primo approccio si è svolto il 19 c.m. al Centro Civico: hanno partecipato alla serata circa 150 persone. I due principali relatori, Gianni Gandola (Dirigente Scolastico, redattore di www.scuolaoggi.org) e Salvatore Leone (Dirigente Scolastico 2° Circolo - Bollate) hanno ben illustrato sopratttutto le caratteristiche dell'art. 64 della legge 133, promossa dal ministro dell'economia Tremonti, vero fautore della "riforma"scolastica. In questo articolo vengono definiti i tagli del personale, la riduzione dell'orario e la fine del tempo pieno previsti per i prossimi anni al fine di ridurre di circa 8 miliardi di euro gli investimenti per la scuola statale.
le risposte di Jovanotti: "Mozart e Tony Effe sono colleghi" - a Belve 17/12/2024
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