12.7.24

cellulari a scuola si o no '' da antiproibizionista sono a favore anche se con riserva al divieto nelle scuole elementari e medie proposto dal valditarra sui cellulari fino ai 14 . ma poi nelle superiori , con criterio ed insegnamento ad un uso responsabil


"A scuola abbiamo fatto un guaio pazzesco con l'introduzione dei tablet, dei vari computer, è una distrazione continua. Quindi sentire il ministro dire che il cellulare viene vietato a scuola lascia il tempo che trova, è condivisibile al massimo", spiega a suo volta Schettini. Poi aggiunge: "Come ha detto sempre mio padre: 'Ci hanno dato questo coso in mano anni fa e non ci hanno dato il libretto delle istruzioni'. Abbiamo perso il controllo. Anche noi ci distraiamo tantissimo con il cellulare, anche i lavoratori si distraggono al lavoro, immaginate i ragazzi a scuola. Cellulare vietato fino alle scuole medie? Ma alle scuole superiori? Dove i ragazzi hanno il tablet che è una sala giochi. Ce lo siamo scordati?".


Ora la  mia esperienza  indiretta  (  figli di amici  e  parenti   in eta  scolare  primaria  e  liceale .,   amici  insegnanti  .,  i media ed   siti \ portali scolastici  )   visto che  come  ho detto   in qualche post precedente   non  sono più nelmondo della  scuola     e non  ho  voluto  (    problemi personali ,  di salute  ,  familiari    ,   paura    del precariato    e  setendo amici insegnanti d pressioni   e  violenze   verso i prof  da parte  dei genitori  che proteggono   anche troppo  i loro pargoli   )   fare  i concorsi e le secialistiche  per  insegnare   , posso dire  che  la  situazione  sta nell'espressione latina   In medias res (  per il  Significato ed etimologia - Vocabolario  Treccani ).
Infatti    sono  dì'accordo  una  volta   tanto con Valditarra  (  vedere primo   collegamento    virtuale  \  url )    proibire   si  dall'asilo ai  3 a  13\14   anni  , poi  con criterio ed  buon senso  . E'  vero  sono  contro il proibizionismo   ma    quando   i  ragazzi     devono ancora    entrare  ed  intrapenmdere   iprimi passi  verso  l'etàadulta  nel mondo degli adulti   e s'avvia    alla maggiore  età  non riesco a  gestirsi   alle pressioni   esterne   e   dei genitori  che   gli  vogliono controllare    dandogli  in mano il  cellulare    senza  filtri   e  con accessoi totale   ai social   esso  puo  essere  pericoloso  . Il divieto   mi sembra   giustissimo  .  Soprattutto quando  non hanno   ancora  comlettamnte  e se  lo stanno  formando  lo spirito critico   \  libero arbitrio  e   sono    più  suscettibili   al canto  delle  sirene ( Omero  XII canto dell'oddissea e canzone  omonima  di Francesco  De gregori )    Quindi  a mio  avviso  è si   come  dice   ( vedere  secodo url inizio post  ) lo  psicoterapeuta Lavina    una  sconfitta per  i genitori . Ma soprattutto di quelli     che  <<  [...] Nove adulti su dieci hanno rinunciato del tutto all’educazione all’uso nuovi media e non fanno nulla per limitare l’uso degli schermi da parte dei più giovani. Un dato impressionante, frutto di un’indagine del 2019 condotta dal professor Pierpaolo Donati. Non possiamo dare la colpa ai giovani, quando si lasciano prendere la mano dallo smartphone anche a scuola.  [....] >>  intervista a Cesare Rivoltella : <<  Smartphone a scuola, il prof Rivoltella: “Italiani più distratti della media Ue? Colpa di insegnanti noiosi e adulti dipendenti dal telefono” >>  su  Il Fatto Quotidiano del  30\6\2024 . 
Infatti  molti  genitori   sono iperprottettivi     regalano  e   lasciano regalare  il cell ai prorpi  figli   e  v'immettono   sistemi di tracciabilità  o non gli spiegano  quabndo  va  accesso  e quando no o dei pericoli  su internet   ed i social      per  controllarli  ed  sovergliarli  h24  ovviamente  senza  generalizzare perchè fsre il genitore  è  una  delle cose  più difficli  che  ci siano  e non  sempre  ci si riesce al 100% . . Ma  soprattutto  è  la  sconfitta  di  quei  genitori      che   non vogliono educare  e prendersi responsabilità (  incapacità , paura     d'essere  vistoi come  snob  o retrogadi  dagli altri  , paura    delle reazioni dei prori  figli  infatti  è  successo che  un mamma toglie il cellularea suo figlio  e  questro  distrugge la casa )   e preferiscono delegare  agli insegnanti   e alla scuola  o  alle associazioni  religiose  o laiche  anzichè  intergrare la loro   educazione   con essa  . Quindi  come  dicevo   dal titolo  ,  il divieto  dell'uso del cellulare    esteso  alle primarie  (  quelle  che un tempo  si  chiamavano  asilo e  scuole  elementari  )    è poi  anche se  con  criterio ed  l'insegnamenti di  un suo  uso   responsabile    nelle  superiori    è  giustissimo  sia  che   lo si veda  , cosa  che  in effetti sembrerebbe <<solo uno slogan  \  qualcosa calato  dall'alto   o meglio  

In generale trovo poco sensato intervenire in maniera tanto semplicistica su questioni così complesse. Abbiamo bisogno di uno sguardo maturo sul digitale, non possiamo né illuderci che risolva da sé i problemi né che sia il male assoluto“, esordisce Corsini.“Bisogna calarsi nei contesti  -- prosegue il pedagogista Cristiano Corsini, docente di pedagogica sperimentale dell’Università Roma Tre,   sempre  su  questa  intervista   a orizzontescuola.it  -- e mettere assieme il perché della didattica con le persone coinvolte nel processo. In quante scuole secondarie di primo grado viene impiegato il cellulare a scopi didattici? Se sono molte, cosa che mi pare piuttosto improbabile, allora vale la pena informarsi sulle scelte didattiche, sulla loro equità (o iniquità) e sulla loro efficacia (o inefficacia), monitorarle e ragionarci su per valutare punti di forza e di debolezza. Se sono poche, come mi pare probabile, quella del ministro è una sparata propagandistica, un pessimo slogan tipico di certe crociate contro il digitale”.

 fin quando i genitori non provederanno (  sempre  che già non  lo facciano  )  anche   con l'aiuto  ed  collaborazione \ integrazione   di :  insegnanti  ,  parocchie \  oratori , associazioni laiche  privatre o  comunali  , psicologici e  formatori  , ecc .
Perchè l'educazione   alla legalità , al rispetto  delle cose  e delle persone  ,  della non violenza  fisica   e verbale  ,  della  diversità ,  uso etico e responsabile  dei media e  dei mezzi comunicazione  ,  di emapatia o  resilenza   e  di resistenza  \  adesione   critica  all'omologazione  avviene    tutti insieme   e nessuno  dev'essere  lasciato   solo    o  scaricato tutto  su un solo  soggetto . Quindi   concludo   ben venga  il  divieto  dell'uso ei primo anni  di scuola  ovvero fino  a  14 . Ma  poi  alle  famiglie  e ai ragazzi  delle  superiori  dobbiamo dare    come  dicono anche  i miei  matusa oltre  al prof   schettini   : << Ci hanno dato questo coso in mano anni fa e non ci hanno dato il libretto delle istruzioni.>> . 



Lady Oscar torna nel 2025 con un nuovoanime . supererà l'originale o sarà un flop come i remarque ed i sequel di a team e Hazzard ?

A 53 anni dall'uscita del manga originale  di  Riyoko Ikeda, Lady Oscar, arriva al cinema un nuovo adattamento della storia del comandante Oscar François de Jarjayes - Wikipedia ci si prepara, infatti, a tornare con un nuovo revival dal titolo Le Rose di Versailles nella primavera del 2025. A realizzare l'opera, che sbarcherà in Giappone direttamente al cinema, è stata Studio MAPPA, che ha  l'arduo compito di riportare in vita una saga che ha fatto la storia del mondo degli anime giapponesi attraverso un linguaggio e una tecnica d'animazione più contemporanea, cosi    sembra  dal  trailler    che  trovato  in  rete  



senza tuttavia ( SPERIAMO  ) tradire lo spirito e lo stile dell'originale. A essere centrale nella serie anime  e  nel manga  era   ed  è soprattutto il rapporto che la lega a una giovanissima Maria Antonietta, futura sposa di Luigi Augusto nonché prossima regina di Francia, al centro di una vicenda che, pur muovendosi nel solco della fantasia, attinge a mani basse da diversi riferimenti storici accuratissimi.
Ora  a lavorare al nuovo Lady Oscar sono stati diversi pezzi grossi dell'industria degli anime: da Ai Yoshimura (Oregairu) alla regia a Tomoko Konparu (Kimi no Todoke) alla sceneggiatura, passando per Hiroyuki Sawano e Kohta Yamamoto alla colonna sonora e Mariko Oka (Hell Girl) al character design.
Lady Oscar torna nel 2025
da  Lady Oscar torna nel 2025 (ma supererà l'originale?)  di  Vanity Fair Italia
La sfida del nuovo Lady Oscar è stata, almeno da quello che  ho letto qua e la in rete , quello d'unire il fascino delle ambientazioni tipiche degli shojo manga a una maggiore profondità e complessità dei personaggi protagonisti, ricchi di più sfaccettature rispetto alla storia originale. Tralasciando il fatto che in questo nuovo adattamento ritroveremo un po' tutti - da Jeanne Valois, nobildonna e truffatrice, alla Contessa Du Barry, favorita del Re e odiata da Maria Antonietta; dal Conte di Fersen, diplomatico svedese e amante della regina, alla Duchessa di Polignac, amica e arrampicatrice sociale - la domanda da farci è un'altra: può un personaggio storico della nostra infanzia rivivere in una nuova veste a così tanti anni di distanza? Per noi, sì visto la massiccia presenza di  account e pagine   social   ( facebook soprattutto  dedicate  all'anime  ed  al manga  )  , alla riproposizione   di primevideo     degli   episodi  del vecchio  anime  ,  ecc . Il problema ha sempre un po' a che fare con la presunta intoccabilità dei classici che devono -- secondo  molti -- essere lasciati perdere da chiunque per evitare che vengano rovinati. Ma non siamo abbastanza grandi e intelligenti da prendere un classico e fotografarlo attraverso una luce diversa senza essere tacciati di blasfemia ? È questa la vera sfida  che  il nuovo  anime  si proone  riuscira  oppuyre  sarà  un flop  o  una pedisequa  imitazione  \  remarque acritico  di  un  classico degli  anni 80\90    come   quelli   delle  vecchie  serie  tv diventate  aormai cult   \  classici  televisivi    remarque  ed i sequel   di a team  e  Hazzard?)?  Aspettiamo    chi  vivrà  vedrà .

11.7.24

il flop della lega sull'abolizione dell'obbligatorietà dei vaccini dei bambini



L’emendamento Borghi (Lega) sulla cancellazione dell’obbligo vaccinale per i bambini ( ne ho parlato anch'io qui ) è stato dichiarato “inammissibile” dalla Commissione Sanità del Senato.
Persino la maggioranza, ognitanto qualche illuminato e di buon senso tra la casta politica si trova , l’ha giudicata una follia antiscientifica e pericolosa.Bene così. Anzi, benissimo ! Ma una proposta del genere sventata per il momenti non nasce mica sotto un fungo. È stata anzi per anni e credo che lo sarà acora visto che c'è un aria e la parodia anche se io prefrisco il termine attualizzazione della canzone sempre dii Gaber di Destra \ Sinistra fatta dal comico Dadocomics ( LEGA 5 STELLE - YouTube
) in particolare i versi
[---- ]
ideologia [3]
oggi è filtrata da un po' di tecnologia
tra un algoritmo una fakenews
un link un teet un tag
cosa è vero cosa è falso non si sa
proprio non si sa .... [3 ]
[----]

il clima culturale d'arretramento antropologico culturale che c'è in italia materiale di programma, propaganda e procacciamento di voti del partito che Borghi perfettamente incarna e rispecchia: la Lega. E dell’uomo che gli siede accanto nella foto.Potranno anche avere affossato una proposta, ma l’humus su cui quella proposta nasce e prospera è ancora lì al suo posto, al governo di questo Paese, votato e sostenuto da milioni di italiani. Ecco perchè i cert casi l'obbligo non è dittatura


VACCINAZIONI E OBBLIGHI

VACCINAZIONI. Terreno minato. Siamo consapevoli, l’informazione scientifica dovrebbe cimentarsi proprio negli argomenti più difficili. Dovuta premessa. La vaccinazione, a prescindere dalle sanzioni previste per i medici che le sconsigliano (norma introdotta nel piano vaccinale 2006) sono il mezzo scientificamente provato con il quale sono state scongiurate migliaia di morti negli ultimi due secoli. La sconfitta del vaiolo è forse l’esempio più eclatante. Ma ciò non nega che, come qualsiasi altro farmaco possano indurre effetti collaterali e che bisogna somministrarle quando il quadro epidemiologico lo indica. La querelle mai finita con relative strumentalizzazioni, si è riaccesa in questi giorni, quando il senatore Borghi ha proposto la cancellazione dell’obbligo vaccinale per i minori di 16 anni e gli stranieri minori non accompagnati. Come ci aspettavamo, senza alcun serio approfondimento, da una parte si è invocato alla cancellazione delle vaccinazioni come rivincita dei no vax, dall’altra si è sollevato lo scudo senza se e senza ma. La questione va affrontata da due punti di vista, uno è quello epidemiologico che deve tener presente la casistica a giustificazione di una vaccinazione e, dall’altra, quella di educazione sanitaria, cioè valutare l’impatto di qualsiasi provvedimento sul comportamento della popolazione. Come indica una pagina pubblicata sul sito dell’iss nel 2016, in anni precedenti la disputa innescata con il Covid, una vaccinazione deve essere motivata dai dati contingenti e, aggiungiamo, ciò significa che l’obbligatorietà non può essere un’indicazione statica ma flessibile. Ricordiamo che nel 1991 è stata introdotta la vaccinazione contro l’epatite B, a fronte della numerosità dei casi e la disponibilità di un vaccino sicuro, mentre nel 1981 era stata abrogata l’antivaiolosa. L’obbligatorietà in alcuni casi (epidemiologicamente attestati) resta necessaria. Alcune delle vaccinazioni oggi obbligatorie (Italia, unico Paese al mondo che ne prevede così numerose) potrebbero essere sospese ma altre, come il morbillo, assolutamente no. Attenzione, le verità scientifiche non si decidono a maggioranza (Galileo Galilei)..

Se l’amore non è un sexy shop, tutto il resto per i Ferragnez e gli influenzer è un grande show business .

  C’è un problema: il modo in cui manipolano i media. Come? Cambiando in fretta  argomento 

 far perdere la memoria ai follower e  non solo  , mentre i media si fanno manipolare stando appresso a tutto questo saltare di qua e di là. È una variazione della tv del dolore, con celebrità vere o presunte che si siedono di fronte alla telecamera, inscenano una confessione, piangono, si alzano e incassano. A tutte le ore. Ci serve questa cosa qui? Ci rende più sensibili, umani, meglio informati? O ci allena al cinismo, alla simulazione e alla manipolazione ?    a  voi  l'onore  di aprire  un dibattito  in merito 

ROMA un utente per evitare controlli dichiara come domicilio quello degli uffici anagrafe e gli adetti non se ne accorgono

  io  che  credevo  che  storie      come questa    di cui   parlo oggi   sucedessero solo  nei film  comici   invece  succedono davvero  . Ora  va bene  tutti  sbagliamo  ed  facciamo errori    nessuno escluso  .  Ma
questi sono gravi  .   quindo  mi    faccio   ,  la  classica  domanda  ,  chi cotrolla  i  controllori  ?  Ma  soprattutto questi sono  del mestiere  o  era  quelache amico  loro    e quindi  hanno  chiuso  un  occhio 

 da  webinfo@adnkronos.com (Web Info) el  10\7\2024

L'anagrafe più pazza del mondo: la "signora" Vita Mala abita negli uffici del Comune di Roma

 Al Comune di Roma succedono delle cose che nemmeno il miglior sceneggiatore di Walt Disney saprebbe inventare. L’ultimo esempio? La “signora” Vita Mala comunica di alloggiare in via Luigi Petroselli 50 (codice di avviamento postale 00186), ovvero gli uffici centrali dell’anagrafe capitolina. E cosa fa il solerte impiegato del Comune? Protocolla la pratica e poi la invia immediatamente all’ufficio della polizia municipale affinché i vigili di zona possano effettuare il sopralluogo e confermare che la signora Mala-Vita ha la sua dimora abituale negli uffici dell’anagrafe in via Petroselli. Roba da non crederci, giusto? Eppure ci sono le prove: il documento è stato effettivamente protocollato dagli uffici del Comune di Roma. Ma alla polizia municipale, come si legge con un appunto scritto a penna, qualcuno si è reso conto che qualcosa non andava e lo ha messo in “STAND BAI” (scritto proprio così). A questo punto, è evidente, che all’ombra del Colosseo vale tutto. E la Mala Vita, lo sa benissimo.  


10.7.24

Una busta col pane appena uscito dal forno, offerto dalla panettiera alla nuova residente. È bastato questo per rendere indimenticabile il trasloco a Nuraminis di Emanuela Porcu, bibliotecaria originaria di Ussana, e del compagno Renato.

   da  l'unione  sarda    dei  giorni  scorsi  



Una busta col pane appena uscito dal forno, offerto dalla panettiera alla nuova residente. È bastato questo per rendere indimenticabile il trasloco a Nuraminis di Emanuela Porcu, bibliotecaria originaria di Ussana, e del compagno Renato. «Il sogno», per dirla con le parole di Porcu, «di abitare finalmente in una casa campidanese in ladiri» ha così acquisito il valore aggiunto dello specialissimo benvenuto racchiuso nella busta che Valentina Vargiu, questo il nome della panettiera dal cuore gentile, ha chiuso con un nastro di raso bianco e mezza dozzina di spighe di grano maturo. Dentro: un pane casereccio di semola, un pane integrale e un coccoi, che sono diventati il segno dell’accoglienza e dell’ospitalità di Nuraminis da parte di una donna, la panettiera, che non è di Nuraminis, ma che nuraminese si sente almeno per metà, vista la lunga abitazione del marito Giuseppe Caboni. Fornaio, quest’ultimo, dalla testa ai piedi e rampollo di Ottavio, il padre scomparso qualche anno fa, che ha tirato su una famiglia di panificatori e che a Nuraminis ha vissuto in passato per decenni.«È vero», conferma la fornaia gentile, “mio marito Giuseppe si sente nuraminese ed è devotissimo a San Lussorio, il santo di Nuraminis. Io invece sono di Villasor ma a Nuraminis sono stata accolta molto bene. Donando il pane alla signora non sento di avere fatto nulla di particolare ma solo dato ascolto a quanto mi diceva il cuore in quel momento». Un cuore generoso dato che il rito del pane di benvenuto alla bibliotecaria di Ussana non è stato il primo. «Una donna, molto distinta, mi ha confidato che per la notte era stata la prima in cui avevano dormito nella nuova casa, a Nuraminis», racconta la fornaia che ancora, in quattro e quattr’otto, confeziona la busta col pane con e le spighe di grano («Le conservo sempre nello scaffale perché sono il simbolo di prosperità e di buon auspicio») e lo dona alla donna.Un gesto che sorprende Porcu. «Ma sta scherzando?», è stata la reazione istintiva al dono, al gesto, parole sue, «per nulla scontato». «Da pochi giorni sono residente a Nuraminis. Ho realizzato il sogno di abitare in una casa campidanese in ladiri. Una vita nuova, con la mia famiglia, per la prima volta sono entrata in una delle attività economiche del paese, la panetteria di Valentina Vargiu che, in segno di benvenuto, mi ha donato il pane. Mi sono emozionata per questo gesto che mi fa capire quanto sia fortunata a vivere in un piccolo centro».

DIARIO DI BORDO N 61 ANNO II i Casi di Egiziani di Nessy Guerra e LuigiGiacomoPasseri., Pubblicità occulta, follower gonfiati, promesse di finti guadagni: 6 influencer sotto istruttoria,

 Speriamo che la soluzione di questo caso non comporti com'è avvenuto con gli Usa negli anni   '90  più  precisamente  per  il  caso della #strageCermis che porto al rimpatrio in Italia detenuta   #Silviabaraldini uno scambio iniquo riguardante il caso dell'assasino daparte dei servizi segreti Egiziani di #GiulioRegeni.
E il secondo caso  (   foto  sotto  al  centro   )    è quello di Luigi Giacomo 
Passeri, il cittadino di Pescara detenuto in Egitto da quasi un anno, è molto preoccupante. Secondo quanto riportato dalla famiglia e da fonti di notizie in particolare dall'ansa , è stato arrestato per possesso di una piccola quantità di marijuana per uso personale durante una vacanza.





 Da allora, la famiglia non ha avuto contatti diretti con lui dal 28 agosto 2023 e ci sono state segnalazioni che Luigi ha subito torture in prigione e che è stato lasciato senza trattamento medico dopo un’operazione per rimuovere l’appendice
La situazione psicologica di Luigi sembra peggiorare, con lettere che indicano il rischio di autolesionismo. Il caso ha suscitato preoccupazione a livello nazionale, con paragoni ai casi di Giulio Regeni e Ilaria Salis, e chiamate all’azione da parte del governo italiano per garantire un processo equo e giusto e per il rimpatrio di Luigi . Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, si può consultare l’articolo completo su ANSA.it.
Bisogna che gli italiani si rendano conto che la maggior parte dei paesi del mondo non siano tolleranti o  hanno   una legislazione  blanda    \  contradditoria   come il nostro con chi fa uso di droghe.  Ma  sopratutto      prima  di andare   in vacanza  o per  lavoro    sarebbe   buona  norma  informarsi   su  cosa  è vietato  ed  proibito  in quesi  posti  .Quindi  cari  parlamentari  sovranisti  o pseudo tali     ce la diamo una mossa a fare qualcosa in politica estera   o   facciamo   solo  affari   commerciali  ed economici   ? Se  poi c'è  una   pena da scontare la la  si potrebbe   far  scontare  qui  . Ora  abbiamo fatto eleggere alle politiche  gente pur di riportarla in Italia o   scambi   vergognosi    (  vedi  quello  Cermis- Baraldini  )    abbiamo  fatto    rientrare   con tutti  gli onori  gente   poco  raccomadabile  vedi il caso   chicco forti   e non vogliamo aiutare chi potrebbe stare veramente male su forza ?



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ma quanto sono intelligenti questi delle #associazionideiconsumatori se ne accorgono adesso che vede coinvolti sei influezer noti al grande pubblico fruitore di trash e a chi s'interessa di cultura pop che tale fenomeno delle #sponsorizzazionitruffaldine e del #farwestlegislativo è sempre ormai ( i casi dei #Ferragnez sono la punta dell'icerbeg ) più frequente . E' dagli anni 80\90 con la presenza sempre
più massiccia di vip e personaggi creati dalla tv e dalla cultura d massa nella pubblicità e nelle sponsorizzazioni di eventi e programmi televisivi seri e semi seri che è cosi . Mi chiedo ma prima dov'erano tali associazioni ?











Laura Ewert, "Mio nonno , il tenente Wolf Ewert, ordinò il massacro nazista di San Polo. Ora io chiedo perdono"




tramite il solito  msn.it    leggo   di  questa  vicenda  (  mi pare   d'aver  già parlato   o sui miei social o qui    in un post  sul  25  aprile    di quest'anno  )  trovo Storia  di  Laura Ewert nipote   del Boia nazista tenente Wolf Ewert,autore  della strage nazista   ,  una  delle tante  avvenute  in Italia    nel periodo    1943-45   ,  avvenuta il 14  1944 di un luglio nel piccolo paese di San Polo, vicino ad Arezzo

dA  Quotidiano.Net • 18 ora/e

"Mio nonno ordinò il massacro nazista di San Polo. Ora io chiedo perdono"
 Di FILIPPO BONI

Roma, 10 luglio 2024 
L’attimo in cui scoprì che uno degli uomini più importanti della sua vita, quello che l’aveva consolata, le aveva raccontato le favole da bambina e insegnato a costruire sogni pieni di speranza, suo nonno, era stato un boia nazista durante la seconda guerra mondiale in Italia, fu il più atroce della sua esistenza.Fu come se anche lei, oggi madre e giornalista affermata, Laura Ewert, fosse stata ammazzata insieme ad altri 64 innocenti tra cui donne e bambini dagli uomini del tenente Wolf Ewert, il suo carissimo nonno, all’alba di un pallido mattino di sole del giorno 14 di un luglio ormai lontano, nel 1944, nel piccolo paese di San Polo, vicino ad Arezzo

Wolf Ewert e la nipote Laura Ewert© Fornito da Quotidiano.Net


Aveva un tono dimesso, velato dalla tristezza e dalla commozione Laura, quando pochi giorni fa, in collegamento web dalla Germania con la sala consiliare del Comune di Civitella della Chiana, in occasione di un convegno sulle stragi naziste dimenticate organizzato dal Comune con il giornalista Udo Gümpel e lo storico Carlo Gentile, è stata chiamata ad intervenire per portare la sua diretta testimonianza.
“Quando ho scoperto cosa era accaduto a San Polo sono stata sommersa da sentimenti di tristezza, dolore e vergogna – ha detto –. Mi sono fatta molte domande sulla mia famiglia, sul perché non abbiamo mai parlato o affrontato questo argomento. Perché non siamo mai andati a San Polo per parlare con chi ha vissuto quella tragedia, chiedere perdono, immedesimarci per un qualcosa per il quale è difficile trovare parole adeguate".Già. Difficilissimo scavare nel vocabolario e trovare le parole giuste per definire crimini di questa portata che in Italia tra il 1943 e il 1945 hanno causato circa venticinquemila vittime innocenti, la maggior parte senza giustizia. Altrettanto complesso però è trovare quelle che descrivano la forza di questa donna che si porta addosso senza colpe l’eredità sanguinosa di un nonno criminale impunito, e riesce a redimersi pubblicamente dopo ottanta anni e a chiedere, in un atto d’amore sincero ed estremo, umilmente perdono alle vittime ed ai loro familiari.
Lei che addosso non porta nessuna macchia, lei che però, con una dignità infinita, chiede scusa al posto del nonno ormai morto tanti anni fa. Perché se lui fino in fondo non comprese la gravità dei gesti compiuti e mai si pentì, lei ha almeno carpito la portata catastrofica che hanno avuto quei massacri sui sopravvissuti e sulle comunità colpite.
È impossibile conoscere davvero cosa si celi nel fondo del pozzo dell’abisso dei familiari delle vittime che fino alla tomba si sono portati dentro l’ergastolo del dolore senza aver mai ottenuto giustizia.Più facile districarsi nella storia e tornare a quel drammatico giorno di luglio, due giorni prima della liberazione di Arezzo, quando Wolf ed i suoi uomini, con un improvviso attacco, liberarono alcuni commilitoni prigionieri, catturarono numerosi partigiani e le persone sfollate nella zona, uccisero alcuni civili, tra cui donne, anziani e bambini, e condussero il resto a San Polo. Li massacrarono dopo ore di spietate violenze. In quarantotto furono obbligati a scavarsi la fossa nei giardini di Villa Gigliosi, furono seppelliti vivi e fatti saltare in aria con la dinamite. Tra loro anche il ragazzo che portava i panini ai tedeschi. Gli altri furono portati fino a San Severo e massacrati tutti. L’operazione repressiva nella zona si concluse con la morte di 64 persone, in uno scenario di raccapricciante brutalità.Sono passati ottant’anni. La morte per gli indagati è arrivata prima della Procura e quindi della giustizia. A differenza delle sue vittime, il tenente Ewert ha fatto in tempo a ricostruirsi una vita dopo la guerra e a veder crescere la nipote Laura. È morto prima di trovare la forza di raccontare.Ma siccome la vita si rigenera nel grembo materno, sarà proprio lei, sua nipote, domenica prossima, a venire a San Polo di Arezzo appositamente dalla Germania, ad abbassare lo sguardo e a chiedere perdono per una colpa che non è sua. Perché se per la giustizia può esserci un tempo, la forza del perdono è come quella dell’amore: può non morire mai, può rigenerarsi e tramandarsi di padre in figlio.E questo dà alle famiglie ed ai popoli la forza di non perdere mai la speranza nell’umanità.

9.7.24

a che se noi ci crediamo assolti siamo per sempre coinvolti . Manuela Petrangeli si poteva salvare: il messaggio del killer all’amico 40 minuti prima dell’omicidio

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Pubblicato: 09/07/2024 14:39
Manuela Petrangeli messaggio killer

 Manuela Petrangeli si poteva salvare: il messaggio del killer all’amico 40 minuti prima dell’omicidio

  da  thesocialpost  
 Delfina Rebecchi
Cronaca
Pubblicato: 09/07/2024 14:39

leggi anche  
Omicidio Manuela Pietrangeli, le parole shock di Molinaro dopo l’agguato: “Speriamo che l’ho presa bene”


Manuela Petrangeli si sarebbe potuta salvare dalle due fucilate che l’hanno raggiunta e uccisa lo scorso 4 luglio. Infatti, secondo quanto si legge nell’ordinanza della gip di Roma, Valeria Tomassini, che ha disposto il carcere per l’assassino della donna, Gianluca Molinaro, e che Repubblica ha potuto visionare in esclusiva, sarebbe “mancata quella partecipazione sociale che avrebbe potuto strappare alla morte la 51esima donna ammazzata in Italia da un uomo” dall’inizio del 2024.
L’ordinanza spiega che un amico e la madre dell’assassino avrebbero potuto avvertire le forze dell’ordine anche 40 minuti prima del femminicidio di Manuela Petrangeli. Ma ciò non è accaduto. E così Gianluca Molinaro è rimasto solo, fuori di sé e armato. Alle 13.04 del 4 luglio Molinaro scrive a un amico della palestra che frequentava: “Dai forse oggi pio due piccioni co’ na fava”. L’amico si chiama Emanuele e dichiara a sua volta: “Ho ricevuto strani messaggi tramite l’applicazione Whatsapp da Gianluca. Ma non mi sono soffermato ad ascoltare con attenzione perché erano dal contenuto poco chiaro”.


Ma Emanuele si presenterà in caserma dai carabinieri in zona Casalotti soltanto intorno alle 14, dopo che Molinaro gli invia una foto del fucile appoggiato sul sedile della sua Smart. Solo a quel punto ascolta i messaggi dell’amico e scopre che alle 13.16 gli ha detto “di essere confusamente giunto al limite della sopportazione dell’ex compagna perché ‘Sono fatto alla vecchia maniera’. Parlando con la voce biascicante gli ha comunicato di trovarsi sotto al lavoro della donna e di essere in attesa che la stessa finisse il turno di lavoro alle 13.30”, si legge ancora nell’ordinanza.
Insomma, se l’amico avesse ascoltato prima quel messaggio, forse avrebbe potuto fare qualcosa per convincere il killer a calmarsi. Purtroppo però, già alle 13.44, Gianluca Molinaro gli manda un altro messaggio in cui è scritto: “Gli ho sparato, gli ho sparato du’ botte, gli ho sparato, l’ho massacrata, è finita”. Poi, dopo essersi costituito, Molinaro “riceve una chiamata sul cellulare dalla madre, come costatato dagli operanti dalla visione dello schermo dello smartphone, alla quale risponde al solo fine di comunicarle che si trova in caserma e dice ‘Sono in caserma dai carabinieri di Casalotti, è successo quello che ti ho detto, senza che vieni qui’”. Insomma, anche la madre sarebbe stata a conoscenza delle sue intenzioni omicide, ma non avrebbe fatto nulla.

8.7.24

DIARIO DI BORDO N 6O BIS ANNO II VERGOGNE ITALIANE lezioni in Francia silenziate dalla Rai, polemica contro il direttore Petrecca: “In onda un festival con lui in platea”e quella delll'areoporto di Malpensa intitolato a Silvio Berlusconi

Iniziamo    dall'ultima  
elezioni Francia Rai Petrecca

lezioni in Francia silenziate dalla Rai, polemica contro il direttore Petrecca: “In onda un festival con lui in platea”

Pubblicato: 08/07/2024 11:29

Il risultato delle recenti elezioni in Francia scatena la polemica non solo Oltralpe, ma anche all’interno della italianissima Rai. Protagonista di una violenta polemica social è in particolar modo il direttore di Rainews, Paolo Petrecca. L’alto dirigente della tv pubblica, in quota centrodestra, viene accusato dalle opposizioni di non aver dato spazio ad uno speciale dedicato alla situazione francese, per mandare invece in onda, live da Pomezia, la terza serata del ‘Festival delle città identitarie’, condotto da due meloniani come Edoardo Sylos Labini e Incoronata Boccia. Ma non solo perché, tra gli artisti che si sono esibiti c’era anche Alma Manera, compagna proprio di Petrecca secondo Dagospia.
“Sarà forse che il trionfo del Fronte popolare scomoda i piani di palazzo Chigi nella trattativa in Ue?”, si domandano polemicamente i commissari del Pd presenti in commissione di Vigilanza Rai. “Perché nessuna rete generalista Rai ha aperto uno spazio per informare i cittadini del voto in Francia? – affonda il colpo il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Vittorio Di Trapani, già segretario Usigrai – Il risultato elettorale ha scontentato qualche alleato italiano? Denunciare anche questo tradimento del servizio pubblico meriterà sanzioni disciplinari?”. Il suo sembra un chiaro riferimento ai sei giorni di sospensione inflitti alla giornalista Serena Bortone per il caso Scurati.

La polemica durissima contro il direttore di Rainews24


Ma a far saltare definitivamente il banco è la scelta del direttore i Rainews24 di mandare in onda la terza serata del ‘Festival delle città identitarie’. Paolo Petrecca è stato ospite della serata insieme a Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura di FdI. Sul palco, come già accennato, la sua "presunta" compagna Alma Manera.r saltare definitivamente il banco è la scelta del direttore i Rainews24 di mandare in onda la terza serata del ‘Festival delle città identitarie’. Paolo Petrecca è stato ospite della serata insieme a Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura di FdI. Sul palco, come già accennato, la sua "presunta" compagna Alma Manera.

“La sera dei risultati del voto in Francia, mentre gli altri canali di informazione sono in diretta no-stop, il canale all news del servizio pubblico decide di aprire alle 22 sul festival Città Identitarie, ideato da Edoardo Sylos Labini. – questo il comunicato durissimo del comitato di redazione di Rainews24 – RaiNews24 non aveva mai toccato il fondo in questo modo, mai aveva abdicato così alla sua missione informativa in occasione di un appuntamento elettorale così importante. Un tempo la nostra testata metteva in campo tutte le risorse per garantire un servizio impeccabile all’utenza, in occasioni simili. Chiediamo al direttore come sia possibile prevedere un approfondimento diverso quando tutte le tv del Continente hanno gli occhi puntati sulle elezioni d’Oltralpe. Verrebbe da pensare che alla debacle della destra il direttore preferisca non dedicare troppo spazio. Petrecca ritiene opportuno, in una serata come questa, dare spazio a un evento non scevro da interessi e legami personali. Una scelta che qualifica la deriva che ha preso da tempo la testata e per la quale ci sentiamo indignati”.Ma la replica di Petrecca non si fa attendere: “Vi chiedo spiegazione formale sulla frase ‘non scevro da interessi e legami personali’. Presenterò diffida formale nei vostri confronti all’Ordine dei giornalisti e chiederò difesa legale per calunnia. Smentisco in alcun modo responsabilità decisionali sull’apertura del TG delle 22. Ho chiesto 3 affacci al vicedirettore di turno alle 21,45, a metà festival e in coda. Come facciamo con tutte le manifestazioni culturali in partnership. Mi chiedo come la redazione ancora possa darvi fiducia, considerando ciò che scrivete”.

 Per  finire   




Non c'era bisogno di intitolare un aeroporto a Silvio Berlusconi per fare capire a tutto l'universo che l'Italia è un paese di merda . Anzi lo hanno fatto diventare da craxi in poi . E noi sempre dopo i fuochi di paglia contro il governi di Berlusconi sempre più zitti nelle piazze ( ma non su social a lamentarci a vuoto ) .

DIARIO DI BORDO N°60 ANNO II Maddalena Maciocco, il mondo su scala ridotta visto con gli occhi di un bambino? No di una nana - Chi è Clémentine Delait, la donna con la barba che sfidò il mondo e non volle diventare un fenomeno da baraccone




da  https://www.milleunadonna.it/

La storia di chi deve vivere con corpo che sin dall'infanzia deve fare i conti con le barriere imposte da una città costruita a misure standard e funzionali

di Fabio Marceddu
  vedi anche la sua intervista per la rubrica Non è teatro   su  Video Dailymotion
Non è stato facile e non è facile vivere in mondo di giganti, giganti relativi, al cospetto di un corpo che
sin dall'infanzia deve fare i conti con le barriere imposte da una città costruita a misure standard e funzionali, con barriere architettoniche dove i cosiddetti “nani” non sono neanche menzionati.
Per uscire fuori dal circo, il circo bisogna affrontarlo, smettere di essere oggetto di studio o derisione e educare agli altri, ai margini, a quelli come Lei, che solo alla soglia dei sessant'anni hanno rivendicato il diritto ad essere se stesse, e ad un mondo dove bisogna essere perfetti a tutti i costi. Essere nani e essere se stessi, essere nani e rivendicare il diritto ed il dovere ad essere felici, e a non essere bersaglio e non essere escluso, e soprattutto trovare i propri spazi in un mondo standardizzato a certe altezze o bassezze.
“Una volta ho visto delle signore che ridevano al mio passaggio sono tornata indietro e le ho detto ma lo sapete cosa significa vivere con la gente che ti ride alle spalle?" Da quel giorno Maddalena, non ha più taciuto o subito, ed ora porta avanti con dignità la sua statura a tutti i livelli




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Chi è Clémentine Delait, la donna con la barba che sfidò il mondo e non volle diventare un fenomeno da baraccone


Questa donna incredibile trasformò il suo problema ormonale in una fonte di guadagno, ma in modo libero, audace. E ora la sua storia diventa un film, "Rosalie", dal 30 maggio nelle sale





E' una storia incredibile quella che vogliamo raccontarvi. Siamo alla fine dell'800 e una adolescente di nome Clementina Delait accusa un grave disturbo ormonale. All'epoca ovviamente non c'erano cure efficace. L'unica soluzione era il rasoio. E sì perché a Clementina iniziò a crescere la barba come a un uomo. Siamo in un’epoca in cui i cosiddetti “fenomeni da baraccone” non solo erano molto richiesti per gli spettacoli al circo, ma erano anche l'unica a volte fonte di guadagno per gli stessi uomini o donne "mostri" che così potevano sostentarsi. Anche Clementina trasformò questo suo problema in una fonte di guadagno, ma in modo libero, audace. Assolutamente coraggioso per chiunque. Figuriamoci per una donna.
La storia della donna con la barba che al cinema si chiamerà Rosalie
Clémentine Delait nasce in Francia il 5 marzo 1865 e la sua vita non è stata semplice perché nell'età della pubertà ha dovuto affrontare la crescita della barba come fosse un ragazzo. Durante la gioventù ovviamente questa particolare condizione la faceva sentire a disagio. Infatti per tutta la prima parte della vita si è rasata meticolosamente ogni giorno. A un certo punto però ha deciso di abbracciare la sua diversità e di trasformarla in un simbolo di forza. La sua storia è la più straordinaria storia di auto accettazione. La decisione di lasciare crescere la barba è stato il modo con cui si è emancipata, come a dire: "Basta io sono questa, accettatemi come sono".
Già all'epoca la sua storia e scelta di autodeterminazione hanno attirato l'attenzione dei media e del pubblico. Perché Clémentine Delait inventò un diritto che ancora oggi fa fatica a imporsi: quello di essere di essere se stesse. Pensate agli interventi di chirurgia estetica a cui le donne si sottopongono per assomigliare a un unico modello di bellezza imposto dalla società maschile. Agli uomini non viene chiesto di avere le labbra carnose o il naso alla francese. L'uomo può essere bello in tutti i modi che vuole. Le donne più di un secolo dopo Clementine, ancora no. (Se vuoi approfondire leggi la storia dei peli in questo articolo). Per questo la sua esperienza- che oggi ispira un film in uscita in Italia il 30 maggio- è diventata un simbolo della lotta contro i pregiudizi di genere. Clémentine senza saperlo ancora ha promosso un concetto di identità di genere libero dagli stereotipi. Essere insomma uomini o donna non per come è il nostro corpo ma solo per la nostra esperienza interiore. Le venne chiesto di entrare in un circo in cambio di una somma di denaro enorme ma lei rifiutò, preferì mostrare la sua semplicità nella sua vita di tutti i giorni lavorando alla sua locanda. Arrivavano da tutta la Francia per vederla e alla fine si arricchì comunque ma senza, appunto, trasformarsi in una mostruosa attrazione.
L'attrice che la interpreta
La bravissima attrice Nadia Tereszkiewica in una intervista ha dichiarato che la: "Prima volta che mi sono guardata allo specchio nemmeno ricordo che cosa ho provato. Di sicuro non era vergogna. Quella è arrivata dopo, sul set. Un’onda violenta di imbarazzo, e di paura del giudizio degli altri. Improvvisamente stavo male nel mio corpo. Era una sensazione inquietante". Ogni mattina per tutto il tempo di riprese del film si è sottoposta a quattro ore di trucco per diventare Rosalie. Alla regista, l'attrice chiedeva: "Lasciami piangere, le dicevo. Ho bisogno che Rosalie pianga". Ma a certo punto, come accadde a Rosalie, che nella realtà si chiamava Clementina, Nadia ha cominciato ad accettare la barba: "La sfoggiavo in mensa". Di Tereszkiewicz sentiremo molto parlare, a soli 24 anni è in grado di interpretare personaggi come questo molto complessi, tra le più talentuose della sua generazione, ha già vinto il César nel 2023 come attrice rivelazione grazie alla parte di Stella in Forever Young - Les Amandiers di Valeria Bruni Tedeschi. "Mi assegnano sempre ruoli che mi portano fuori dagli schemi: la pazza, la moglie che uccide tutti i suoi mariti, la babysitter a metà tra Lolita e Mary Poppins che ribalta i codici estetici. E la donna barbuta, certo".
Trama del film: nella Francia rurale del 1870, Rosalie sposa Benoît, gestore di un caffè pieno di debiti. Lei omette di confessargli il suo segreto radendosi regolarmente. Ma la verità viene a galla. La donna diventa una creatura da disprezzare, poi da esibire, infine da amare.

7.7.24

La proposta della Lega per l’abolizione dell’obbligo vaccinale per i bambini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella è una porcheria di Lorenzo Tosa

La proposta della Lega per l’abolizione dell’obbligo vaccinale per i bambini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella è semplicemente una porcheria populista, demagogica, antiscientifica, ignorante e pericolosa.Questa gente è pericolosa. E il loro nient’altro che il disperato tentativo di recuperare uno straccio di consenso accarezzando la pancia di milioni di analfabeti scientifici e funzionali. Ogni volta che qualcuno ha toccato l’obbligo vaccinale, tutti i dati sulla vaccinazione sono pericolosamente scesi, mettendo a rischio la salute pubblica. Eppure c’è ancora chi gioca sulla pelle dei bambini e sull’ignoranza ( la maggior parte ) dei no-va* per un pugno di voti.Quando pensi che abbiano toccato il punto più basso, loro si armano di pala e cominciano a scavare.


Infatti ha ragione Lorenzo Tosa un conto è quando si tratta di nuovi vaccini , come nel caso del covid , i cui effetti collaterali non sono stati studiati completamente . Un altro è nel caso di uan malattia contagiosa ed infettiva . Mala tempora currunt

ritorno per un po' alla mia comfort zone prima di ritornare all'azione



ci sono  momenti come  questo    in cui non mi  va  di  uscire  dalla mia Zona di comfort   ed andare   a cercare  isole  che non ci sono     ed  pensare  a  combattere  i  miei fantasmi  \  incubi  che  a  volte premono per  ritornare     (  come di  solito  faccio   aumentando ulteriormente  il mio stato  ansioso  E    di sconforto  in quanto  




)  o lamentarmi   ed    rivangare  il mio passato tenendo  aperti  rimorsi e  sensi di colpa   , rimanendo   in ambito     fummettistico   come  Geremia Lettiga  di  Alan  ford   . E  fare  cosi  


Topolino e l'isola che non c'è - Cap. 5: la resa dei conti in topolino 3580
Soggetto e sceneggiatura di Giorgio Salati
Disegni di Giampaolo Soldati
Chine di Simone Paoloni
Colore di Irene Fornari

perchè  come dice   l'augurio  che mi   fece  quando apri il blog o meglio iniziai    con il  mio \  nostro   blog    CDV.SPLINDER.COM   al'inizio  ,   Mario pischedda  un mio amico scrittore   ed  artista poliedrico   festina lente  Festìna lente ("Affrettati lentamente" in lingua italiana)  *  ovvero  



  topolino  n 3580


* è una locuzione latina attribuita all'Imperatore Augusto dallo storico latino Svetonio. In realtà, nel testo di Svetonio (Vite dei dodici Cesari. Augusto, 25, 4), viene riportata una citazione di Augusto (in greco antico, σπεῦδε βραδέως spèude bradéōs), della quale "festina lente" è la traduzione latina. La locuzione unisce, in un ossimoro, due concetti antitetici, velocità e lentezza, e sta a indicare un modo di agire senza indugi, ma con cautela. .....  https://it.wikipedia.org/wiki/Festina_lente