5.10.07

grande puntata di anno zero






MASTELLA: ''C'E' KU KLUX KLAN DELL'INFORMAZIONE ''

Ecco  come  il  ministro Pastella ops  Mastella   definisce la  puntata d'ieri  di annozero una  delle  rare  trasmissioni  : << La puntata di ieri di 'Annozero' incentrata sul caso di De Magistris ha garantito "il massimo pluralismo . >>   Sandro Curzi ex direttore di rai 3 <<  Sicuramente non c'é stata violazione delle norme ma una buona lezione di giornalismo .>>  di quella  che  una  volta si chiamava Rai .      
Nella  sua  critica Usa toni durissimi il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, per commentare la trasmissione televisiva Anno Zero andata in onda ieri sera. "Sono una setta - aggiunge in'un'intervista al Corriere della Sera - che ritiene di poter sparare, ammazzare le persone o ferirle moralmente, ritenendo che poi, sorridendo cinicamente, si possa far finta di nulla e andare avanti, con un'altra puntata, un altro linciaggio". Ora  visto che  Pastella, ha convocato peroggi  alle 10:30 una conferenza stampa nella sede del partito, in largo Arenula 34 per parlare  di  ciò ne  riparleremo  prossimamente  .
La trasmissione  d'ieri è stata molto bella, questa si che  è antimafia  pura  e non  di faciata  come quella  che  s'era tentato di fare  quest'estate  con "W l'italia " in diretta da Locri  di Riccardo Iacona  , Curzi ha ragione  quando   con suo  umorismo dice  : << Consiglio a Mastella - ha detto Curzi rispondendo ad una domanda sulle proteste del leader dell'Udeur contro il programma di Michele Santoro - di rivedere la puntata da solo. Pare che non l'abbia vista ma che gli sia stata raccontata: a volte, però, gli altri comunicano le proprie idee. Bisogna vederla bene, fino in fondo. Secondo me - ha sottolineato il consigliere - Mastella non ne è affatto uscito male e il suo sottosegretario ha dato argomentazioni serie di difesa", per di più "avendo tutto il tempo per esprimere il suo punto di vista - ha aggiunto - senza interruzioni e quasi sempre con inquadrature di primo piano". Quanto all'ipotesi che Mastella chieda le dimissioni del Cda Rai, "Siamo qui - ha detto Curzi - per servire lo Stato e lo Stato ieri è stato rafforzato. Ho iniziato a vedere la puntata con grande tristezza e preoccupazione perché pensavo che avrebbe portato materiale all'antipolitica nel senso becero del termine. E invece non ha vinto l'antipolitica, ma c'é stata molta buona politica >> .
Bellissima l'intervista   di  sandro ruotolo a   de Magistris  e a Rosanna Scopelliti  deòl  gruppo ammazzatecitutti ottima  la  dichiarazione  della testimone  dell'inchiesta di de magistris  l'ariosto del sud   .
La  denuncia  contro i giornalisti  si è dimostrata in boomerang perchè  e grazie  a questa  che  è nata l'inchiesta . ottimo travaglio come sempre   anche se  dice  cose  già note   a chi  vuole  guardarsi attorno  , ma  ripeterle non fa  male  . Ecco io video  della puntata  del 4.10.07 .






a presto per gli eventuali aggiornamenti del Pastella come chiaremo d'adesso in poi il ministro Mastella

Senza titolo 2059

 VI PIACEVA QUESTO FILM ?   :-)


  CARI AMICI BLOGGER LUCKY VI AUGURA UN BUON WEEKEND !   :-)


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4.10.07

Senza titolo 2058

 ECCO A VOI LA VERA POLITICA DEGLI ANNI 60/70 CON I VOLANTINI !  VE LA RICORDATE ?   :-)


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Un treno tanto


Ovvero la grande carovana, composta da circa duecentodieci persone che hanno vissuto una esperienza che definire storica non è certo una esagerazione: un lunghissimo viaggio, partito lo scorso 8 agosto da Mestre, e che toccando tappe come Budapest, Mosca, Ulan Batur, dopo venti giorni esatti si è chiuso con il ritorno in Italia. I protagonisti sono stati le delegazioni dei pazienti (complessivamente erano in sessanta) dei Centri di Assistenza Psichiatrica provenienti da dodici regioni, gli operatori socio sanitari (psichiatri, psicologi, educatori), i familiari, e tanti cittadini attivi nella difficile causa della lotta allo stigma che colpisce i sofferenti dell’anima. Sulla scia di quella temeraria traversata che ha ripercorso la storica rotta di Cristoforo Colombo è nata l’idea di un altro viaggio, stavolta specchio dell’itinerario seguito da Marco Polo. Destinazione, come detto, Pechino. Una esperienza estenuante quanto entusiasmante per chi, quotidianamente soffre e sostiene la battaglia per il riconoscimento dei diritti di riabilitazione e emancipazione dei malati psichici. E’ stata una tappa fondamentale verso un cambiamento. Quel treno così rappresentativo, ha macinato quindicimila chilometri attraversando, binario dopo binario, paesi dove ancora vige il sistema manicomiale. Stati dove parlare di sofferenza psichica è un tabù o, peggio ancora, un divieto. E da quella immensa catena umana partita dall’Italia, sono stati lanciati il messaggio di dialogo e la testimonianza di quanto sia importante attuare un processo per la chiusura di queste strutture. Non che da noi la completa attuazione della legge n° 180, quella appunto che ha decretato la definitiva chiusura dei manicomi, sia un processo portato a termine, con la creazione di una totale rete di servizi alternativi. Ma, la cancellazione di quei luoghi disumani è un buon argomento di discussione da portare nelle nazioni dove tutt’ora esistono. E, in questo senso, gli oppressi, le vittime della privazione dei diritti umani hanno trovato i loro preziosissimi ambasciatori contro i pregiudizi e le strutture manicomiali. L’idea di fondo del treno per è nata a Trento. Nell’autunno 2006 un equipaggio di utenti, familiari e operatori del servizio di salute mentale trentino, ispirato alle pratiche del ‘fareassieme’ e del movimento Le Parole Ritrovate ha attraversato l’Oceano Atlantico su una barca a vela. Ed ecco, con Pechino, la prosecuzione di quel progetto. tratto da El Giramundo

Senza titolo 2057

quando uno non ha talento comico ma si fida dei porgicoppe della rai dice simili sciocchezze:


«Mandiamo i bamboccioni fuori di casa».


perchè non mandate a casa questo signor Padoa?

Senza titolo 2056

SEMPRE A PROPOSITO DI BEPPE GRILLO


 


Nel mio blog ho espresso chiaramente quelle che sono le mie perplessità su Grillo, le stesse che mi vengono quando sento parlare con grandi paroloni di Gomorra e La casta. Ho scritto un romanzo “Il mistero delle 99 tavolette d’argilla rossa”, dove ho narrato in forma di giallo la nostra storia degli ultimi anni, ma a differenza di quei due romanzi sopra citati, ho individuato e credo in maniera convincente dimostrato, come il colpevole del disastro sociale del nostro paese non sia né la mafia né i politici, che ritengo dei semplici esattori, ma un potere occulto che tira le file degli uni e, a volte, anche degli altri. Su “Il mistero delle 99 tavolette d’argilla rossa” il mio libro c’è il silenzio però. Perché? Eppure il romanzo è bello, più di un critico letterario lo ha ritenuto superiore, se si può fare il paragone, al “Codice da Vinci” di Dan Brown. Eppure il silenzio è imbarazzante…Ora ritorniamo a Grillo e si capirà anche quello che ho lasciato in sospeso. Il comico genovese scaglia la sua filippica ridanciana contro la classe politica. La gente lo segue perché non ne può più e vuole far sentire la propria voce. Il dramma dei giorni che stiamo vivendo viene ridicolizzato, e già questa è una caduta di tensione rispetto al problema che per molti cittadini ha ricadute drammatiche. Quando ci fu tangentopoli, molti politici scomparvero, ma continuarono a fare gli interessi delle lobbies di potere facendo eleggere delle emerite nullità. Si dette comunque alla gente l’idea del nuovo e del cambiamento. Ecco la mia paura, non toccando Grillo il potere che opera all’ombra, si ha l’impressione che si vogliano semplicemente cambiare i suonatori ma che la musica alla fine rimarrà sempre la stessa. Perché il conservatorio, che stabilisce il cartellone degli spettacoli, ha così deciso.


 


(Pietro Atzeni)

buon san francesco a tutti

 

 


dalla  neo utente  www.vitabeffarda.splinder.com

 



4 Ottobre, San Francesco Patrono d'Italia


"Altissimu, onnipotente bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua. la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba. Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po' skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate."




Auguri di cuore a tutti i "Franceschi" e le "Francesche" del web!

per la birmania

Io  ho fatto  mio  l'appello dell'utente AminaAmina che mi ha invitato, se credete potete  fare  altrettanto , a sottoscrivere e diffondere le petizioni pro causa Birmana ai seguenti indirizzi :






perchè  come dice questo video   riportato da censurato il un mio ops  nostro  compagno di strada   esterno  al nostro blog 



Mentre i direttori di rete e gli autori televisivi di casa nostra si affannano a riempirci le giornate di donnine seminude, di reality show fasulli come le tette che sobbalzano davanti alle telecamere maliziose, e di moltre altre amenità, in tutta Europa sta girando questo bello spot di Amnesty International:
"Se pensi che la tua firma non serva a niente ti sbagli di grosso
"





Senza titolo 2055

Mi risveglio in una
camera di specchi
ovunque vedo me stessa riflessa.
Tante "me" che fanno tutte
i miei stessi gesti.
Io al centro di questa camera
Io che cerco una via d`uscita.
Non voglio vivere sola con
tutte questi  - IO -
Non voglio vivere solo per me.

Le storie di ieri


Buongiorno a tutti! Rispondendo oggi per la prima volta al gentile invito a postare fattomi qualche tempo fa dal "padrone di casa" di questo blog, vorrei oggi scrivere ponendomi una domanda e provando ad interrogarmi su di essa. In un periodo in cui Grillo ha risollevato la questione della partecipazione popolare alla politica, la mia domanda riguarda il confronto tra le risposte sociali di ieri e di oggi al clima politico, quale delle due fosse da considerarsi preferibile. Bene, inizio col dire che probabilmente, come spesso accade parlando della vita degli uomini, anche in questo caso una risposta univoca potrà apparire riduttiva, se non addirittura semplicistica. Me ne rendo conto, sappiatelo, ma d'altronde la complessità delle cose non può assere, a mio avviso, una scusa per l'immobilismo. Neppure per quello del pensiero. Il pensiero, appunto. Il pensiero, nell'uomo, è quella funzione cerebrale che consente di immagazzinare dati, allinearli in unità coerente e quindi utilizzarli per elaborare delle simulazioni capaci di portare alla risoluzione dei problemi. Il pensiero avvìa più strada in base a ciò che sa, sìmula ed ipotizza gli esiti di ciascuna, quindi seleziona e spinge all'attuazione di quanto stabilito come "migliore". Il pensiero è, quindi, un processo che nasce da un'esigenza, da una carenza, ma è per sua natura un processo lento, un processo troppo lento per fotografare in un istante la propria situazione. il corpo e le emozioni, quelle sì che sono veloci. Anche i maestri orientali lo sanno da millenni. Il pensiero si innesca, ragionevolmente, dietro un'esigenza percepita fisicamente ed emotivamente, come la fame o la paura. Fin qui ci siamo, sì, ma dove voglio arrivare? E' presto detto: l'ideologia è un'idea organica che, partendo dai dati a disposizione, si prefigge la risoluzione di un problema avvertito già a livello fisico-emotivo. Senza pensiero l'ideologia svanirebbe nel banale avvertimento di un disagio, ma senza l'impulso fisico-emotivo mancherebbe di un fine avvertito come necessario. Gli anni di piombo erano, notoriamente, anni ideologizzati.


Come in ogni epoca, anche negli anni '70 c'era chi sapeva, chi credeva di sapere e chi non sapeva. Anche negli anni '70 le risposte ideologiche potevano essere compromesse da cattivi dati di partenza per la riflessione, Anche negli anni '70 c'era chi propugnava la rivoluzione non per abbattere il concetto di padrone, ma per sostituirsi egli stesso al padrone allora vigente. Anche allora l'uomo era l'uomo.


Negli anni '70, a causa delle condizioni ancora immediatamente post-rurali del nostro paese, la guerra tra interessi nazionali ed interessi soprannazionali, quella stessa che offrì nel primo conflitto mondiale la migliore occasione per l'emergere dei secondi contendenti citati, restava ancora inavvertita ai più. Poca immigrazione, poche normative invasiva dall'Europa, poca competizione per la manifattura autoctona sul suolo nazionale: l'Italia sembrava sussistesse ancora come una sorta di "sistema chiuso", in competizione, quale ente ancora nazionale, con gli altri paesi. In realtà, ieri come oggi, sia l'industria che la politica reale, quella celata dal teatrino della democrazia repubblicana, agivano per interessi che non avevano ormai nulla più a che fare con il concetto di unità nazionale, nè sul fronte  territoriale nè su quello  etnico. Anche le grosse ideologie subìvano entrambe la spinta globalizzante dei gruppi di potere: se da un lato, almeno ufficialmente, la stella della bandiera sovietica già di suo rappresentava l'unificarsi, in un solo punto centrale, del proletariato proveniente dai cinque continenti, dall'altra parte ci stava la stella americana dai significati ancora da chiarire. Così come da spiegare resta la stella scelta come simbolo della repubblica italiana. E intanto avanzava il benessere.


"...ma l'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono"
Isaia


Torniamo, ora e per concludere, all'inizio del discorso. Motivi di biasimo e di rimpianto, guardando gli anni passati come gli odierni, se ne trovano sempre. Ma, a fronte dei problemi che, allora, potevano essere avvertiti a livello personale come sofferenza fisica ed economica, sono stati nel frattempo messi al bando dal consumo. Il consumo è stato il grande palliativo tramite il quale il potere nuovo, quello a cui Pasolini non riusciva ancora, allora, a dare un volto, nè un nome, si è andato sempre più consolidando. Il consumo, offerto in simbiosi perfetta con l'identificazione della gioia nello stesso (come una manovra a tenaglia effettuata sul piano antropologico e culturale) ha permesso a questo nuovo potere di non far mai giungere il dolore, nei suoi sudditi, al punto tale da innescare un pensiero di tipo programmatico, nè al punto tale da permettere al pensiero, qualora comunque fosse insorto, di cercare soluzioni aldifuori del consumo stesso. Il pensiero è sostituito dalla logica "dei pacchi" di tante trasmissioni preserali, dove soltanto l'azzardo e la sensazione guidano l'operato in modo cieco e spietatamente circostanziale. Carissimo Kin-chan, perciò: lungi dal mio interesse il voler difendere una qualsiasi delle ideologie che si batterono, più o meno consapevolmente, più o meno giustificatamente, all'epoca, rimpiango di quegli anni un pensiero capace di programmare il futuro partendo da presupposti "altri" dal consumo e dal suo implicito egoismo, per farla breve. Rimpiango la percezione culturale di un "bene" inteso come coincidenza di interessi personali e collettivi. C'erano le bombe e c'era la paura per le strade, si dirà allora. Proviamo a guardare, allora, i telegiornali di oggi: le bombe ed imotivi di paura, quando non ci sono, li si inventa. Ma c'è qualcosa, oggi, che ieri non c'era e che rappresenta, forse, un punto di forza dell'epoca attuale? Certo che c'è: è la maggiore diversificazione delle ipotesi di soluzione, da parte di chi scopre il trucco del mondo in cui siamo costretti a vivere. Ed insieme a ciò, non dimentichiamo, il patrimonio esperienziale delle storie di ieri.


"...la mattina legge molti giornali; è convinto di avere delle idee..."


F. DeGregori, Le Storie di Ieri

È morto da undici anni ma il Tar lo riamette al lavoro

Proprio mentre il ministro pensa  a fare il cicero pro  domo sua  minacciando  di far chiudere il  blog satirico ed ironico  mastellatiodio.blogspot.com    o di  minacciare   i media tv   come  anno  zero di santoro  che stasera  si colleghera  con reggio  calabria  dove   si stanno raccogliendo  firme  a favore  di  de magistris  da  consegnare  l'8  ottobre  al  Csm, la giustizia  lumaca   continua  imperterrita .
Dopo  la lettera ( non credo che mastella risponderà mai  è una rarità che i politici italiani  di qualunque  schieramento siano  rispondano  )  di un pensionato  dalla  nuova  sardegna  a  del  30.iX.07 :

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Sfiduciato, a 5 anni dall’inizio del processo decide di gettare la spugna  «La giustizia è lenta, ritiro la querela»



Michela Cuccu


ORISTANO.
«Ritiro la querela e lo faccio sapere al ministro. Perché è inaccettabile attendere anni per una sentenza». Salvatore Camedda ha preso carta e penna per girare il suo sfogo al ministro della Giustizia, Mastella, per una storia minima ma da manuale, nata da una bega di vicinato.  Ma che certo i protagonisti, non avrebbero mai immaginato potesse trascinarsi così a lungo. Cinque anni, per la precisione, senza mai arrivare a sentenza. Una classica vicenda di lungaggini giudiziarie. Alla quale Salvatore Camedda ha deciso di mettere la parola fine. Nell’unico modo possibile: ritirando la querela. Cinque anni fa il pensionato, si presenta dai carabinieri per sporgere una querela nei confronti di un vicino che durante una discussione lo avrebbe minacciato e ingiuriato. «Quando appresi che la vicenda era di competenza del giudice di pace pensai che tutto si sarebbe risolto in tempi brevi. Invece, non è andata così», racconta oggi l’uomo. Mai e poi mai avrebbe immaginato che la questione invece si sarebbe trascinata per ben diciannove udienze «senza arrivare a un giudizio», come ha scritto al ministro Clemente Mastella.  Di più. Il pensionato racconta come quella querela fino a oggi gli sia costata una fortuna: «Basti pensare che mia sorella, testimone, ha dovuto far la spola fra Oristano e Torino (dove risiede) per otto volte. Otto viaggi che mi sono costati una fortuna, troppo per chi vive con la pensione di invalidità». Camedda aggiunge: «Del resto se non si fosse presentata, il giudice avrebbe disposto l’accompagnamento coatto». A questo punto il pensionato, ha deciso di arrendersi e ha ritirato la querela. Subito dopo ha spedito una lettera raccomandata a Clemente Mastella. «Se risponderà - ha commentato il pensionato - spero che sia più rapido della giustizia».

>>


Ora  un sentenza del  tar  che  arriva  dopo 12 anni , e  fin qui  un fenomeno  diventato ormai  normale  e  quindi niente  di nuovo  conoscendo  la lentezza  della  giustizia italiana, se  non fosse  che  il vincitoe dela causa  era morto  da  undici anni . Infatti La sentenza riabilita il docente di educazione artistica licenziato nel 1 per “assenteismo” L'insegnante delle medie si era tolto la vita sei mesi dopo la notifica del licenziamento. Davanti ai suoialunni delle scuole medie.spiegare che differenza c'è trapittura a olio e pittura ad acquarello, tra Picasso e an Gogh. Inclasse, alla statale Dante Alighieri di Selargius. Scuola lasciata dodici anni fa a causa di un licenziamento che nei giorni scorsi il Tribunale ha dichiaratoillegittimo. Decisione che forse è la causa della vera tragedia di un anno dopo: Gianpietro Caredda, insegnante di educazione artistica, si era tolto la vita pochi giorni prima della notifica della sentenza del Tar del  1996 ,
 quella che aveva sospeso momentaneamente gli effetti del licenziamento per le assenze sul posto di lavoro.
Ora giustizia . Sentenza sul merito. Molto chiara nella sua freddezza giuridica: il tribunale amministrativo per la Sardegna, sezione prima, accoglie il ricorso in epigrafe e, per l'effetto, annulla il provvedimento di decadenza impugnato. Cioè quel maledetto licenziamento di dodici anni fa. ra i familiari, le due figlie di Gianpietro Caredda, Marzia e Manuela, sempre che abbiano voglia di sentir ancora parlare di questa storia potrebbero chiedere un risarcimento che  è niente rispetto a quello che hanno passato in questi anni. Senza padre. Ma anche senza madre. Allora avevano quindici e dieci anni. Tutto era nato proprio dalla scomparsa della madre. Il marito, sensibile, amante dell'arte, non se ne era mai fatto una ragione. E da lì era cominciato il calvario della depressione. ssenze da scuola, cure mediche. Anche pesanti. Poi quel provvedimento della scuola. Un disguido burocratico, più che altro. Riletto dai giudici tutto a favore dei familiari di Caredda.Le assenze, che per la direzione della Alighieri, erano ingiustificate per i giudici erano legate sempre a quella malattia.«...Pertanto - si legge nel dispositivo della sentenza - l'amministrazione, essendo a conoscenza delle condizioni di salute mentale del docente, non avrebbe potuto pronunciare la decadenza dall'impiego ma semmai collocarlo d'ufficio in aspettativa per infermità.... disponendo una nuova visita collegiale per verificarne l'idoneità». Il tribunale accerta anche che la figlia dell'insegnante aveva fatto tutto quello che c'era da fare per comunicare a scuola e provveidtorato che il padre, in classe,proprio non ci poteva andare.«Tutte queste circostanze - si legge nella sentenza - sono state completamente ignorate dall'amministrazione la quale si è limitata ad accertare il mancato rientro del docente al termine del periodo di aspettativa autorizzato, senza minimamente verificare le ragioni presentate...Tutte queste mancanze hanno comportato una valutazione incompleta della situazione in cui versava il docente e che avrebbe dovuto essere presa in considerazione...». Chi ha perso Stato,scuola, provveditorato agli studi è stato condannato a pagare 2500  euro di spese processuali.
Una bazzecola rispetto a quello che i familiari dell'insegnante di educazione artistica potrebbero chiedere per i danni morali e materiali. Chi ha perso ora ha solo una carta da giocarsi, il Consiglio di Stato. Ma dovrà sostenere la tesi che Gianpiero Caredda era un “fannullone”. Il Tar ha però già detto che quell'insegnante “fannullone” non lo era nemmeno per idea.

Senza titolo 2054

 VE LA RICORDATE QUESTA PUBBLICITA' DEL BUONDI MOTTA ?   :-)


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Senza titolo 2053

Orgogliosa di essere debole




QUANTA PIU' POTENZA ESISTE


 NEL PIEGARE LE GINOCCHIA


 DINNANZI AL RICONOSCIMENTO


 DEI PROPRI LIMITI


CHE NEL PERENNE 


E VANO TENTATIVO


 DI CREARE


CON LE PROPRIE MANI


 LA PROPRIA COMPLETEZZA?


MASTELLA MINACCIA LA LIBERTA' DI PENSIERO DI UN BLOGGER

MASTELLA MINACCIA LA LIBERTA' DI PENSIERO DI UN BLOGGER



 C'è bisogno del nostro aiuto! Il blog satirico Mastellatiodio rischia di chiudere. Il ministro si è rivolto alla Polizia postale chiedendo l'oscuramento del sito. Mastella accusa il blog di essere neonazista (!?) e di incitare alla violenza. Ho letto accuratamente il sito incriminato e di violento non c'è Leggi ancora

3.10.07

mafia in sardegna e ultime su de magistris

 IL post  d'oggi  vuole essere  una  risposta ( lo so che dovrei lasciar  perdere  , ma esse  si  sono intensificate  dopo  che ho parlato  di de magistris  ) .
Come ho già detto in vari articoli sul forum dei compagni di strada ed  amici  ammazzateccitutti.org sia con il mio vecchio nik Ulisse sia con il nuovo ( dovuto a problemi tecnici  con il forum )  ex Ulisse  la Sardegna ed in particolare la mia zona la Gallura ( leggi Olbia-costa smeralda ) è sempre di più a rischi o infiltrazioni mafiose . infatti dalla nuova Sardegna del 9.06.07  :




<< SASSARI. «Il pericolo di contaminazione da parte delle mafie del meridione è concreto, ma è fondamentale guardare al nostro territorio: è assolutamente necessario evitare che la delinquenza organizzata della Sardegna faccia il salto di qualità».  L’invito a non abbassare la guardia arriva da Mauro Mura, procuratore della Dda, che ieri a Sassari ha partecipato al convegno sull’Utilizzo sociale e la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Un’iniziativa promossa dal dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, nell’ambito del Pon “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”, che punta a formare i dipendenti della pubblica amministrazione, affinchè possano indirizzare la gestione dei beni requisiti. All’incontro, moderato da Giampiero Farru, dell’associazione Libera di don Luigi Ciotti, hanno preso parte il rettore dell’università, Alessandro Maida, il prefetto di Sassari Salvatore Gullotta, il responsabile del progetto, Emilia Zarrilli, il sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Sassari, Claudio Lo Curto, il questore Cesare Palermi, Antonio Maruccia, magistrato consulente della Commissione parlamentare antimafia, e il sindaco di Villasimius, Salvatore Sanna.  Nell’aula magna dell’ateneo sassarese, Mauro Mura ha preso spunto dall’intervento del prefetto Gullotta, il quale ha tracciato il quadro dei beni confiscati in Sardegna. Un fenomeno ancora decisamente marginale, che riguarda principalmente alcune località di villeggiatura della costa gallurese. «Per quanto riguarda la nostra isola - ha sottolineato Mura - il quadro è piuttosto povero. Questo tema delicatissimo in Sardegna viene avvertito con minore intensità rispetto ad altre regioni. Credo che non riguardi soltanto le mafie, ma vada ricondotto in generale al problema della legalità. É proprio questo a fare sì che il tema dei beni confiscati diventi di stretta attualità anche inin questo campo, che assicura profitti molto più alti rispetto alle forme tradizionali di delinquenza. L’altro tema scottante riguarda la prostituzione, particolarmente diffusa nelle aree metropolitane di Cagliari e Sassari e in Gallura. Anche senza la mafia, queste attività illecite permettono di accumulare importanti ricchezze. Intendo dire che il riciclaggio di denaro non riguarda esclusivamente i traffici illeciti del sud Italia, ma anche i “nostri”. Per la prostituzione e la droga, però, in Sardegna non c’è ancora stato un salto di qualità, nel senso che regna ancora una certa anarchia. Così le organizzazioni sono più facilmente individuabili». Mura si è poi soffermato sui sequestri di persona: «Dagli anni Ottanta - ha ricordato - il fenomeno si è rarefatto. Quella criminalità punta ora ad azioni meno rischiose, come le rapine. Per questo stiamo cercando di creare un pool di magistrati che si occupi di censire e monitorare in maniera costante questi reati. É molto importante che all’interno della Guardia di finanza venga creato un sistema finalizzato a recepire tutti gli input che arrivano dalle varie procure ».


Andrea Sini

>>

Questo allarme è confermato oltre che dal fortissimo fenomeno e reati ( attentati , bombe , ecc ) ad esso legati dell'usura come testimonia quest'atto stenografico Seduta n. 868 del 27/2/2001 aggiornayo marzo 2001 della camera ecco l'url. IL procuratore si è soffermato sull’evoluzione che la malavita isolana ha subito nell’ultimo decennio: «Oggi a farla da padrone è il traffico di stupefacenti - ha spiegato Mauro Mura -. Nessuna zona della Sardegna è immune. Anche nelle zone dell’interno la criminalità si sta riciclando da : 1) assegnazione dell'appalto del nuovo carcere della neo provincia O(lbia)T(empio ) ad una ditta come pluri indagata per mafia come l'impregilo di ho già scritto sempre qui sul forum . 2 ) includere anche i detenuti al soggiorno obbligato e i detenuti del 41 bis . 3) il metodo con cui è statro finanziato e la velocità con cui si è deciso . Infatti   già dal 2002 come testimonia  questo articolo del settembre   di quell'anno  dell'unione sarda  sis  tava decidendo  , poi  hanno  assunto  una  accellerazione  e tra poco s'inizierà a costruire  : <<


La commissione Giustizia del Senato annuncia la costruzione di un istituto di massima sicurezza «A Tempio il carcere per i mafiosi» Il sindaco d’accordo: ospiteremo i detenuti del 41 bis

Dal nostro inviato


Tempio Mafiosi, sequestratori e boss dello spaccio di droga sottoposti al durissimo isolamento previsto dall’articolo 41 bis del regolamento di polizia penitenziaria potrebbero presto trovare ospitalità a Tempio Pausania. Presto, nel linguaggio della burocrazia ministeriale, significa entro tre anni. Ma dopo il no di Macomer, il carcere di massima sicurezza destinato ai Totò Riina, Pippo Calò e soci potrebbe nascere in Gallura, per esattezza nella frazione di Nuchis, grande bellezza ambientale e forte disponibilità dell’amministrazione ad accogliere un istituto di pena nuovo di zecca.
Il sindaco di Tempio Antonello Pintus conferma il sì della Municipalità davanti ai senatori della Commissione Giustizia impegnati da tre giorni in una visita ispettiva nelle carceri isolane partita da Buoncammino. Stamane a San Sebastiano i parlamentari chiariranno se ci sono i denari per la costruzione del nuovo carcere di Sassari. I pesanti tagli della finanziaria nazionale fanno temere che manchino i denari necessari alla chiusura del carcere della vergogna, monumento ottocentesco nel pieno centro della città.
A Tempio Pausania, invece, tutto fa pensare che il nuovo penitenziario possa diventare realtà rapidamente se non altro per il bisogno di carceri di massima sicurezza, inesistenti in Sardegna dopo lo smantellamento delle sezioni un tempo ospitate a Badu e’ carros e all’Asinara. Il sindaco conferma che «le carte sono allo studio del ministero di Grazia e giustizia, che sta mettendo a punto il progetto per un carcere da duecento posti».
Il Comune ha già stanziato i fondi per l’acquisto dei terreni, e un’azienda privata, l’Impregilo, avrebbe a disposizione cento miliardi da investire per costruire il nuovo edificio con la formula del project financing. La società ex Fiat oggi legata all’impero di Cesare Romiti anticiperebbe la spesa, ottenendo in cambio da parte dello stato un canone d’affitto per l’uso del supercarcere.
Se non scatterà questo meccanismo, sarà ben difficile costruire un nuovo edificio per un ministero cronicamente a secco, in difficoltà persino per la progettazione. «Ma l’esigenza di dare a Tempio un carcere moderno è troppo pressante perché si possa perdere ancora tempo», dice al termine della visita alla “Rotonda” il presidente della Commissione Giustizia Antonino Caruso, esponente di An.
Attorniato da ben quattro senatori eletti in Sardegna, Caruso fa l’elenco delle gravi disfunzioni di una galera nata nell’Ottocento con il solo scopo di tenere in gabbia i detenuti, compresi quelli in attesa di giudizio. Niente spazi per attività all’aperto, celle anguste e con servizi igienici praticamente «a vista», con violazione totale della privacy dei detenuti, tre per stanza, fanno della “Rotonda” una galera fuori dal tempo.
«È disumano - dice Nino Murineddu, senatore Ds di Tempio - tenere detenuti giovani, spesso in attesa di giudizio definitivo, in celle così vetuste, umide e malsane, in un carcere privo di spazi per lavoro e socialità». Pino Mulas, senatore olbiese di An, non ha dubbi: «La Rotonda va chiusa, il più presto possibile. Non esistono alternative».
Bruno Dettori, senatore sassarese della Margherita, rilancia. «Questo carcere è una vergogna per i detenuti, ma anche per i trentasei agenti, i medici, gli assistenti sociali che vi lavorano». Fra i trentasette carcerati, oltre la metà sono tossicodipendenti, molti impegnati anche in attività di recupero, ma è davvero difficile prevedere un reinserimento al termine della pena, che in sedici stanno scontando, mentre ventuno sono in attesa della sentenza definitiva. «Non è giusto, e non è utile alla società tenere questi giovani in questo stato», dice Pasqualino Federici, senatore sassarese di Forza Italia.
C’è insomma un coro di consensi, al di là degli schieramenti, a favore dell’immediata chiusura di una prigione d’altri tempi. I parlamentari fanno notare, incontrando il direttore Paolo Sanna, che i rapporti fra detenuti e guardie sembrano buoni, non esistono tensioni specifiche all’interno della “Rotonda”, ma qui dentro è davvero impossibile qualsiasi progetto di reinserimento dei condannati, giovani e giovanissimi. In particolare è difficilissimo trovare loro un lavoro, anche per la mancanza di spazi fuori dalle celle.
Non resta che la chiusura, Roma permettendo. Antonino Caruso non ama i giri di parole. «Il ministero - dice il presidente della Commissione - punta ad aprire a Tempio un carcere nel quale ospitare soprattutto detenuti soggetti alle ferree regole del 41 bis. Ma la Commissione chiederà che ci sia anche un’area destinata a chi è in attesa di giudizio, perché la città Pausania non merita questa “Rotonda”. È roba che non fa onore al nostro Paese. Ed un po’ il simbolo della situazione delle carceri della Sardegna, dove esistono anche altri problemi ma l’emergenza più drammatica è quella edilizia».
Sovraffollamento e locali fatiscenti sono una pena ulteriore per i detenuti. Meglio si sta, e soprattutto si potrebbe stare, a Mamone, casa di reclusione all’aperto fra Bitti e Lodè dove duecento e passa detenuti allevano il bestiame. «Lì ci sono grandi potenzialità per un carcere volto alla rieducazione», pensano i senatori. Ma intanto la Rotonda e San Sebastiano sono ancora in piena attività. >> Unione sarda settembre ( non ricordo la data esatta del 2002




a testimonianza  della  mia convenzione che la mafia non  è solo un fatto locale  c'è  ancheAldo Pecora  questo bellissimo articolo  di Aldo pecora (foto a destra) uno dei fondatori di ammazzatecitutti   che  spiega benissimo, perchè  vogliono  trasferire dala calabria  il  giudice  de mafgistris   :

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C'era una volta anzi, c'è ancora a Lamezia Terme (CZ) una società che si chiama “Why Not?” che da tempo, praticamente sin dalla sua nascita, presta i suoi lavoratori interinali alla Regione Calabria per servizi che vanno dalla sorveglianza idraulica, alla tutela del patrimonio, alla gestione del personale, di banche dati ed altri servizi informatici; questa società impiega oggi 635 dipendenti e vanta un fatturato di 12 milioni di euro. Certamente gran parte del merito di tale successo è dovuto al fatto che in pratica la Regione, seppur con decine di migliaia di dipendenti, non riesce – per così dire - a gestire neppure il proprio personale, e si affida perciò in outsourcing a “Why Not?”.
E fin qui sembra l'inizio di una storia quasi “normale”, magari una di quelle storie di piccola clientela come tante ce ne sono in Italia, ed invece c'è dell'altro, e “che” altro!Da “Why Not?” mutua oggi il nome l'inchiesta aperta alla Procura della Repubblica di Catanzaro e portata avanti dal sostituto procuratore Luigi De Magistris, perché sarebbe questa la società capo-fila di una serie di scatole cinesi finalizzate all'intercettazione di una gran parte dei finanziamenti pubblici erogati dalla Regione Calabria e dall'Unione Europea per i più disparati settori economici. E adesso comincia il bello.Durante gli interrogatori dei testimoni (anche interni a Why Not) da parte di De Magistris sono venuti fuori nomi di importanti personaggi del mondo della politica calabrese nonché dell'imprenditoria e delle forze armate di tutta Italia e così nei mesi scorsi i carabinieri hanno perquisito decine di abitazioni private per poi irrompere addirittura al Palazzo del Consiglio regionale negli uffici privati di alcuni consiglieri ed assessori regionali alla ricerca di materiale probatorio per l'inchiesta. Cioè, come se i carabinieri irrompessero negli uffici parlamentari di Montecitorio, giusto per farti comprendere la gravità della cosa.E così le persone indagate sono 19 e provenienti da tutta Italia. Tra queste anche il generale Paolo Poletti, attuale capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, l'assessore al turismo e Vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo (Ds), l'assessore regionale all'agricoltura e forestazione, Mario Pirillo (ex Margherita adesso esponente del Partito Democratico Meridionale), un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri, l'ex responsabile per il Sud Italia della Compagnia delle Opere, Tonino Saladino (più volte intercettato al telefono con il Guardasigilli Mastella), l'ex assessore regionale alla sanità di centrodestra, Gianfranco Luzzo ed un quarantenne di Vibo Valentia, Salvatore Domenico Galati, già collaboratore dello staff del senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Giancarlo Pittelli.Un bel minestrone di inciuci, non c'è che dire. E se vi dicessi che tra gli indagati ci sono anche il capocentro del Sismi di Padova, Massimo Stellato, ed una funzionaria del Cesis (l'ufficio di coordinamento dei servizi segreti), Brunella Bruno?Ecco che il quadro della situazione si manifesta in tutta la sua preoccupante tristezza e drammaticità.I reati contestati, a vario titolo, spaziano dalla corruzione, all'associazione a delinquere, alla violazione delle leggi sulle associazioni segrete (sic), alla truffa, al finanziamento illecito ai partiti.Addirittura si ipotizza per alcuni l'appartenenza ad una massoneria coperta (la c.d. “Loggia San Marino”), che sarebbe servita da collante per portare a termine gli affari illeciti del gruppo di potere trasversale con le dovute coperture istituzionali. Cioè, praticamente, pare si tratti di una vera e propria lobby e che questa abbia influito sulle scelte di amministrazioni pubbliche per l'utilizzo di finanziamenti e l'assegnazione di appalti.
Ovviamente inutile dire che il Vicepresidente Adamo, ad esempio, in linea con la recente linea Ds sui magistrati milanesi, si è subito detto pubblicamente vittima di un complotto contro sé, il suo partito, la sua famiglia ed il suo lavoro, accusando, seppur indirettamente, il PM dell'inchiesta di agire per conto di non si sa chi (e meno male che lo stesso De Magistris era stato inserito anni fa nel famoso elenco delle “toghe rosse” di berlusconiana memoria!).
Eccola la regione del dopo-Fortugno! Eccola la regione dove un uomo delle Istituzioni, un politico, è stato ucciso meno di due anni fa in un seggio delle Primarie, a Locri, giusto sei mesi dopo quelle elezioni regionali dove il centrosinistra, imbarcando di tutto ha raggiunto il record storico di preferenze (oltre il 62% dei consensi).
E non finisce qui. Il 20 giugno scorso, dopo la riunione della Conferenza dei capigruppo e dei presidenti di Commissione in Consiglio regionale, è stato dato mandato al presidente del Consiglio, Giuseppe Bova (Ds), di (cito testualmente) <<assumere, attraverso l'Avvocatura regionale, ogni iniziativa giudiziaria volta alla difesa dell'onorabilità dell'Assemblea>>. In poche parole i politici coinvolti nelle inchieste attraverso il compagno Bova hanno querelato i testimoni di De Magistris con i soldi dei contribuenti, bene sottolinearlo, dopo aver già querelato per fantomatiche diffamazioni anche noi di “Ammazzateci tutti” a dicembre 2006, rei di aver chiesto di non essere più strumentalizzati politicamente e sollecitato chiarimenti circa la questione del 50% - di allora – di consiglieri regionali inquisiti (dato comunque confermato successivamente anche dalla Direzione Nazionale Antimafia e dal Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ed oggi salito al 65%, con 33 consiglieri inquisiti su 49 eletti).
Di queste cose, quanti giornali e televisioni ne hanno parlato e ne parleranno?
Io sono solo uno squattrinato 21enne studente fuori sede con già due querele sulle spalle, e più di questo ultimo disperato appello non so proprio cosa fare ed a chi rivolgermi. Al Presidente della Rep
ubblica? Alla Corte Europea? Alle Nazioni Unite? A chi, a che cosa ? (....)  continua qui

Veltroni er piotta

Caro Veltroni non hai nè fisico e come molti ora si accorgono neanche la testa! un a donna non si invita così...un disastro come tutto il Pd del resto.

Senza titolo 2052

Saper dimenticare che sia giusto o sbagliato non fa parte di me
Hai i miei stessi occhi questo nessuna bugia potrà cambiarlo
Odiami se vuoi hai già dimostrato di poter vivere senza di me
Ma davanti allo specchio questo non riuscirai a dimenticarlo
Non mi sarei accontentato di essere un amico ma
Per te lo sarei stato comunque non ti avrei lasciata sola
Se gliene darai l'occasione miliardi di persone continueranno
Cercheranno di deluderti mentre tu scegli di odiare i miei occhi


E io ho cominciato ad avercela con il tuo nome è soltanto un nome
E' ciò che continua a ripetere quella gente come se davvero sapesse
Potesse capire cosa è sempre significato per me quel semplice nome


Per quello che hai fatto no non esiste una spiegazione
Perché ora è chiaro è ciò che non hai fatto che
E' riuscito a cambiare le cose non penso ci sia un senso
Nell'odiare qualcuno che ti spinge ad essere te stessa


E io sì io avrei continuato a difenderti contro tutti
Nonostante tutto e adesso continua pure a vivere la tua vita
Come hai sempre fatto ma che ti piaccia o no è nella mia vita
Che continuerai a vivere davvero sei libera di odiarmi se vuoi
Ma davanti allo specchio troverai anche me dentro i tuoi occhi


Perché per quanto il resto del mondo i tuoi amici la tua famiglia
Potranno continuare a farti credere che io sia sempre stato uno
Fra tanti uno come tanti un giorno ti chiederai il senso di questa famiglia
Che non è riuscita a guardarti negli occhi e avere il coraggio
Di dirti che stavi sbagliando


Odiami se vuoi è la scelta più facile non ho chiesto il tuo permesso
Per innamorarmi di te non volevo innamorarmi di te è successo
E' successo e basta non c'è altro da sapere perché dentro i miei occhi
Nessuna domanda è sempre stato tutto molto chiaro


 

Senza titolo 2051












Collabora a Wikiquote « "Dopo aver eliminato l'impossibile, per quanto improbabile, ciò che rimane può corrispondere al vero". »

(Holmes parlando con Watson in La scienza della deduzione, secondo capitolo di Uno studio in rosso)

Senza titolo 2050

 ECCO A VOI L'INDOVINELLO RI/CREATO DA LUCKY E IL SUO AMICO ACULNAIG !   :-)


  QUAL'E' LA CITTA' PREFERITA DALLE PECORE ?  LA RISPOSTA DOMANI SU QUESTO POST !   :-)


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2.10.07

Senza titolo 2049

A PROPOSITO DI BEPPE GRILLO


 


A proposito di Beppe Grillo e del suo Vday, che mi guardo bene dal giudicare, ma sul quale mi piace fare alcune considerazioni. L’Italia è un paese del quale una buona parte dei propri cittadini è scontenta ed ai quali la classe politica dirigente di entrambi gli schieramenti non solo non sa dare risposte ma, quelle che dà, sembrano risposte di un sordo che non ha ben sentito la domanda. Gli italiani chiedono in effetti non molte cose e quelle che chiedono essenziali. Lavoro per i propri figli, se non proprio per i padri, ordine, una classe politica che meriti i privilegi che ha e che mantenga fede agli impegni presi, soprattutto quelli presi in campagna elettorale, e una moneta che abbia un potere d’acquisto congruo. A queste domande quali sono le risposte? Non si riesce a governare dicono per la risicata maggioranza, oppure per colpa del sistema elettorale, e ancora ci vorrebbe un partito unico forte, dal che si dovrebbe dedurre che qualcuno non meglio identificato non voglia il bene del paese. Ma chi? Mistero. Questo qualcuno, che non si capisce bene impedisca tutto ciò che può andare a nostro vantaggio, scompare quando si tratta di salassarci, compresa la sinistra radicale che spesso non oppone nessuna resistenza, e quando la oppone è già pronta a recedere dalle proprie posizioni per lo spauracchio della caduta del governo. Ora Grillo tutto questo lo ha capito, e potrà piacerci o non piacerci, potremo condividerne o non condividerne le idee, io stesso alcune non le condivido e ho pure qualche perplessità che attende di essere fugata, ma ha portato a firmare in piazza 300.000 mila persone. E il merito di tutto questo più che suo è di questa politica che ha preso una strada completamente opposta a quella che i cittadini che rappresenta avrebbe desiderato prendesse.


 


(Pietro Atzeni)


 

Senza titolo 2048

I miei ulivi di Sardegna


 


Per quanto piegati, storti, contorti


in mille modi


dal forte vento di maestrale


i miei ulivi di Sardegna


Sempre protesi con la chioma


Verso il loro sole


Così anch’io dicono


per questo molto avrei perso


Ma la sera quando il sole tramonta


quanta pace nei miei occhi


specchio dell’anima.


 


(Pietro Atzeni)

Senza titolo 2047

Che stupido, narrare me...
Proprio ora in cui cominciavo a valorizzarmi.
Narrarmi, e con che? Dire cosa?
Ma poi riuscirei a descrivermi?
Metto una mano nel mio giubbino e lentamente tiro fuori una sigaretta.
Inutile dire che essa, compagna di notti, ancora una volta mi frena l'animo.
Trovarsi seduto qui nel mio studio,
trovarsi a scrivere come sui banchi di scuola,
Trovarsi a imprigionare nuovi pensieri...
Lottare solo perché lo vaglia io, tutto questo mi turba.
Ritorno a scrivere per provare nell'animo ora, le stesse pulsazioni di tanti scritti, che nella mente vengono via via spolverati dalla mia memoria.
Sapere che l'unica soddisfazione rimane questa, questa futile e disperata reazione di scrivere.
Pochi capiranno quanto ho provato e narrato in queste frasi.
Pile di libri attorno a me...
Alcuni compresi, altri no.
Dalla porta dello studio entra la TV,
inutile passatempo ora, dato che non è il momento adesso.
Mi giro intorno e rivedo nel chiuso del mio studio, tanta freddezza intorno a me, tra queste pareti bianche, interrotte da scaffali colmi di libri e videocassette, di cui ho perso memoria.
La sigaretta stretta fra 2 dite è quasi finita
Ed è finita anche la voglia mia ora di scrivere.
Si spengono le luci, di questo ennesimo atto della vita mia.

Senza titolo 2046

  VI PIACEVA QUESTO FILM ?   :-)


  BACI DA LUCKY E ACULNAIG   :-)


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Senza titolo 2045

azioni quirinalizie, già viste in verità, incombono sul governo Prodi che dovrebbe ricordarsi che le spallate sono innocue al contrario delle faide familiari!


il buon Giorgio Napolitiano si muove perchè chiamato a farlo ma vedete che il buonismo alla lunga regala brutte sorprese? aspettare un governo futuro fa male come il caldo africano.....


Forza Romano Prodi, resisti!

MALINCONICO AUTUNNO

MALINCONICO AUTUNNO


Foto scattata da Mery (http://fotografandoquaela.splinder.com)

in italia non si vuole cambiare veramente





Neri Marcorè imita Ligabue



Una vita da prodiano
sempre a prendere schiaffoni
A tenere tutti buoni
circondato da coglioni
Una vita da prodiano
a dar retta anche a Parisi
Tutti vogliono poltrone
o minacciano una crisi
Una vita da prodiano
uno strilla l'altro inciucia
Con i senatori a vita
dacci dentri di fiducia







rappresenta benissimo la situazione del nostro paese un  Un Italia spaccata fa comodo ai politici continueremo ad imprecare

Lettera firmata Sassari

Tutto quello che dice Grillo è pura verità. Lui ed altri non fanno altro che ricordarcela. T&uttavia non si riuscirà mai a fare niente, perch ci vor- rebbe una sommossa popolare, e le sommosse portano allo spargimento di sangue, alla morte di innocenti, alla guerra civile. Queste cose potranno succedere solamente se la maggioranza del popolo italiano sarà portato alla fame, quella vera e non per finta. Se invece, come avviene in Italia, la povertà tocca la minoranza del popolo, non succederà mai niente. Questo i nostri governanti lo sanno benissimo, e quindi cercano di mantenere questa dif- ferenza. Immaginate voi un Paese dove tutti vivono eco- nomicamente allo stesso livello, pagano tutti le stesse tasse, dove davvero l'uguaglianza tra i simili non porta a lotte sociali come potrebbero esistere due coalizioni politiche Non ci sarebbe un motivo valido per lo scontro elettorale. Questa Italia a loro sta benissimo cos com'è, per fare sempre gli affari loro. E noi quotidianamente ad imprecare...

1.10.07

Senza titolo 2044

  L'AVETE LETTO QUESTO LIBRO ?    :-)


  DOMANI LA RISPOSTA DELL'INDOVINELLO DI LUCKY E ACULNAIG !  OLIVE DOLCI   :-)


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alle primarie vota la Fatanuda - 1

le comparse ufficialmente candidate alle Primarie del 14 si sono incontrate e in coro hanno gridato un liberatorio << give me five>>, intanto Walter l'Africano continua a fare l'opinionista Rai, gli danno spazio e lo spazio è vuoto, il vuoto è freddo!


Alle Primarie ricordati di essere un cittadino consapevole: vota la realta', scrivi  Fatanuda

La misura è colma

La misura è colma


Lo Stato italiano pone in essere atti e comportamenti discriminatori nei confronti dei suoi cittadini.
E' ora di dire BASTA con i privilegi politici ed economici regalati alla chiesa cattolica.
Rivolgiamoci direttamente alla Commissione Europea e al Consiglio d'Europa, perché supportino la nostra lotta contro

- i crocifissi appesi nelle aule scolastiche e giudiziarie di un Paese laico, 
- l'insegnamento della sola religione cattolica, 
- il prelievo forzato dell'otto per mille, 
- l'esenzione dall'ICI per gli esercizi commerciali gestiti dal vaticano.

I nostri governanti ci chiedono il voto ogni cinque anni, ma poi decidono su qualsiasi problema senza tener conto delle nostre opinioni, ci riempiono di tasse, ci riducono gli stipendi e le pensioni, non si preoccupano minimamente dell'aumento del costo della vita, fanno vivere i giovani nella precarietà, impedendo loro di formarsi una famiglia.

Avanti così non si può più andare. Non possiamo continuare a restarcene con le mani in mano. Dobbiano agire di nostra iniziativa, prima che coloro che giocano sulla nostra pelle ci declassino da cittadini a sudditi.

Chi desidera vivere in un Paese laico, dove la realizzazione dei diritti civili non possa venire ostacolata dal clero, una moderna democrazia europea e non una teocrazia medievale,
c
hieda la Letterabastaprivilegichiesacattolica, inviando una email a "axteismo@yahoo.it",
inviti i suoi amici blogger a fare altrettanto,
ne stampi due copie e le invii ai seguenti indirizzi:

Commissione Europea
rue Archimede 73
8-1040 bruxelles - Belgio


Consiglio d'Europa
Avenue de l'Europe
67075 Strasburgo Cedex - Francia


 

Senza titolo 2043

FIRENZE - Arreastati in Toscani vari esponenti del clan napoletano Formicola per furti. Le manette ai polsi sono scattate anche per i gestori di tre alberghi di Montecatini terme che riciclavano il denaro del clan. Gli hotel sono stati posti sotto sequestro. Le ordinanze di custodia cautelare emesse sono state 40. Gli indagati sono 104. I reati contestati sono: associazione di stampo camorrisitico, usura, estorsioni, furti di tir e di assegni, spaccio di droga e di banconote false. I militari hanno messo le manette ai polsi all'imprenditore Francesco Rastrelli, 41 anni, e alla consorte, nonchè coetanea, Laura Abagnale per riciclaggio di denaro sporco. Questi attraverso le società Granduca srl, Smarthotel srl e  Medici srl, gestivano a Montecatini gli alberghi: Le fonti, Medici e Granduca Leopoldo. I tassi di usaura rilevati dagli inquirenti andavano dal 60 al 120%. Numerosi sono stati i furti di assegni postali che hanno visto la complicità anche di impiegati postali. Senza scrupoli questi ha fatto rubare per ben tre volte la pensione ad un povero anziano (e noi che con le nostre tasse finanziamo gli stipendi degli impiegati postali VERGOGNA ndr) . Dalle indagini è emerso anche l'ingresso illegale in Italia di 925 cittadini russi e traffico illecitro di cocaina mescolata con cloridato di sodio ed imbottigliata.


Non si trattta della prima inchiesta sulle infiltrazioni camorrisitiche in Toscana. In passato ce ne sono molte altre che hanno visto coinvolti clan di Caserta in merito a reati di usura e di estorsioni. Ma in Toscana non opera solo la camorra casertana. A Prato, infatti, è ben radicata la N'drangheta calabrese che con la mafia albanese gestisce lo spaccio di cocaina. Uno dei nuovi capo - zona albanesi che gestisce lo spaccio di cocaina è Altin Zaimi, cugino di un mafioso albanese, da poco registrato presso i registri della Questura di Prato come spacciatore. Zaimi aveva precedenti per aggressione e rapina ai danni di un cinese e furto di materiale edile presso un cantiere.


Per quanto riguarda la mafia russa questa è la più temuta in Toscana. Il giornalista di Repubblica, Sansa, ha collegato  il riciclo del denaro sporca da parte della mafia russa agli scandali della Bpi. La mafia russa gestisce soprattuto night e la prostituzione da strada. A firenze, inoltre, vi sono molte donne russe di mezza età che pernottano in alberghi e non si sà se hanno un regolare permesso di soggiorno o meno.La mafia russa investe soprattutto nel settore alberghiero. In tali settori è èpresente anche la mafia siciliana.


Infiltrazioni mafiose potrebbero esserci anche in società immobiliari, in catene dedite alla grande distribuzione alimentare e in tante altre grosse attività commerciali.


Romilda Marzari

30.9.07

Senza titolo 2042

CASERTA - Venerdì per me è stato davvero un brutto venerdì all'influenza si è aggiunta una brutta notizia: il Quotidiano di Caserta, l'ultimo quotidiano con cui ho lavorato prima di trasferirmi in Toscana ha chiuso. La notizia mi è stata data da un ex collega Marco Malaspina, divenuto giornalista da poco e che ora è vicwe direttore di un mensile casertano nato da poco. La notizia per me è stata un pugno in un occhio. Premetto che ho una causa di lavoro in atto per ingiusto licenziamento e sotto pagamento delle prestazioni giornalistiche effettuate contro i proprietari del giornale. Ma la di là degli individui che  hanno finanziato economicamente il giornale: si tratta dell'allora assessore presso il comune di Caserta Donatella Andrisani in seno al Nuovo PSI di Craxi (si tratta dell'anno 2004/2005)  e dal figlio (di cui non ricordo il nome) del consigliere comuale del comune di Caserta sempre in seno al Nuovo PSI  Luigi del Rosso. Di sicuro chi aveva pensato che l'apertura del quotidiano è stata finalizzata solo a dare più spazio alla candidatura regionale di Luigi Del Rosso forse non si era tanto sbagliato. Il gruppo che si era creato ci credeva in questo piccolo giornale. Ci credeva perchè amavamo il mestiere di giornalista (ed io lo amo ancora). Il giornale andava avanti con gli attacchi alla mala politica da parte del mio ex marito Mario Tudisco (lui è stato il mio pigmaleone), la cronaca sindacale senza "peli sulla lingua" di Maria grazia Manna, lei ha detto tutta la verità sul caso Finmek (una fabbrica di Santa Maria Capua Vetere che ha messo in cassa integrazione tutti i suoi dipendenti), il direttore Carmine Riola ed io con la nostra passione per la cronanca nera e per la cronaca giudiziaria. Ma un quotidiano che mette nero su bianco tutto, senza censure e senza pressioni economiche, che non vuole ascoltare neanche i "ricatti" degli amministratori non poteva durare in provincia di Caserta. Lì anche la cronaca giudiziaria è filtrata dagli avvocati dei camorristi e và avanti il cronista che omette di scrivere ciò che gli viene "comandato" di non pubblicare. Eppure, i piccoli "scrivani fiorentini", come ci avevano definito alcuni colleghi, sono riusciti il 31 gennaio del 2005 a puntare i riflettori nazionali sul problema camorra in provincia di Caserta. I cenerentoli dell'informazione casertana hanno fatto venire le telecamere di "Chi lo ha visto?"  a Caserta per indagare sul caso di un ragazzo sparito perchè avrebbe fatto debiti di gioco e si sarebbe trovato coinvolto anche in un giro di droga leggera.  Ed il regista Dean Buletti ha fatto un'intervista in quella piccola redazione fatiscente da dove è emerso la realtà della camorra casertana. Una realtà che tende a negare l'istruzione ai minori residenti nelle periferie cittadine perchè devono entrare a far parte dell'esercito della camorra. Un realtà fatta di riciclaggio di denaro sporco grazie al ciclo del cemento e dei rifiuti. Lo stesso piccola quotidiano ha poi collaborato con l'inviata Filomena Ruollo e con il regista Fiore Di Renzo sempre della redazione di "Chi lo ha visto?". Ma non sempre il piccolo davide può vincere contro il gigante Golia. In questi giorni che sono stata a letto con la febbre mi sono ricordata di tanti bei episodi vissuti nella redazione del quotidiano che era divenuta la mia casa. Mi ricodo di quando feci visita per farmi conoscere come cronista di nera al capitano dei carabinieri di Teverola. Mi regalò un calendario dell'arma. Appena lo portai in redazione il direttore lo affisse al muro, per noi due - fanatici dell'arma - si trattò di un evento sacro quasi quanto assistere all'alza bandiera con sottofondo l'inno nazionale. Mi ricordo quando telefonai al capo della Digos di Caserta, Arturo Compagnone, e feci finta di essere un altra giornalista per avere delle notizie di approfondiemento su di una velina della polizia che ci era pervenuta in redazione. Questi si accorse subito che stavo fincendo e ................dopo un pò mi presentai ma non finì lì. Fui convocato di urgenza in Questura, presso la sede della Digos, che paura e che emozione di gioia provai allo stesso tempo. Il mio ex marito disse"E' la votla buona buona che ti arrestano". mariagrazia Manna, però, conosceva il dottor Compagnone e lo chiamò dicendogli che ero una brava ragazza. Allora avevo 28 anni. Indossavo un jenas a vita bassa largo, una maglietta sportiva larga e per rilassarmi entrai in Questura con il lettore cd nelle orecchie ascoltando i 99Posse (Un gruppo musicale di estrema sinistra). Appena vidi il capo della Digos però capii che anche se sembrava burbero alla fine era un uomo buono come come il pane. Infatti riuscii a fargli tenerezza per la mia buona volontà. Bei ricordi. Peccato che la censura politica e camorristica della provincia di Caserta o, come direbbe lo scrittore Saviano, "Terra di Camorra" ha fatto chiudere il Quotidiano di Caserta.


Romilda Marzari


Senza titolo 2041

San Nicola La Strada - Il luogotenente Pio Marino è il nuovo reggente della stazione dei Carabinieri di San Nicola la Strada. Riconosciuto esperto della lotta alla criminalità organizzata, è già stato, per alcuni anni, “semplice” cittadino sannicolese: una garanzia per la sicurezza e la legalità di uno dei comprensori più monitorati della provincia.
Il luogotenente Pio Francesco MARINO è il nuovo comandante della stazione dei Carabinieri di San Nicola la Strada. Succede al M.llo Salvatore Bifano, che dagli inizi di settembre aveva annunciato il suo trasferimento per la Calabria dopo quattordici anni di permanenza nel casertano.
Marino è un esperto investigatore, grande professionista e profondo conoscitore della realtà camorristica di Terra di Lavoro, dove vi opera  dal 1982. Nato a Lucera, in provincia di Foggia, quarantacinque anni fa, sino a ieri ha prestato servizio presso la 1.a Sezione (omicidi e criminalità organizzata) del Nucleo Operativo del mitico Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta, guidato dal Colonnello Carmelo Burgio, assurto alla cronaca negli ultimi tempi per l’eccezionale impennata negli arresti “eccellenti” che hanno determinato una netta diminuzione dei reati rilevati nella provincia. Pio Marino, che è “uso obbedir tacendo e tacendo morir”, come recita il motto dell’Arma dei Carabinieri, lo scorso 27 luglio 2007 ha compiuto 28 anni di servizio, essendosi arruolato all’età di diciassette anni, il 27 luglio del 1979, in qualità di Allievo Carabiniere. Dunque, una carriera iniziata dalla base, cosa che lo rende molto vicino ai suoi collaboratori, dai quali è particolarmente stimato ed apprezzato per le sue notevoli qualità umane.
Per sei mesi, da gennaio a settembre del 1980, è stato in servizio presso il 13.mo BTG Friuli Venezia Giulia, prima di vincere il concorso interno per sottufficiale che lo ha portato, per due anni, a frequentare la Scuola Sottufficiali di Velletri e di Firenze.
Nel giugno del 1982 viene assegnato, sino all’ottobre dello stesso anno, alla Stazione Carabinieri di San Cipriano d’Aversa, dove ha iniziato a maturare la sua profonda esperienza nel campo della lotta alla criminalità organizzata. Dal 1982 al 1984 è addetto al Nucleo Anticrimine di Caserta, poi, per altri tre anni, presta servizio al Nucleo Operativo del Comando Provinciale.
Tra l’87 e l’88 presta servizio al NORM (Nucleo Operativo e Radiomobile) della Compagnia di Maddaloni per essere poi riassegnato, sino al 1990, al Nucleo Anticrimine di Caserta.
Dal ‘90 al ‘95 l’importante salto che lo proietta in una dimensione nuova che lo porterà, in seguito, ad operare anche all’estero. Viene, infatti, assegnato al ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) - Sezione Anticrimine di Napoli, che gli varrà, il 9 settembre 1995, l’elogio concessogli dal Generale di Brigata Mario Nunzella.
Dal ’95 al 2000 è assegnato alla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria C.V., dove approfondisce “sul campo” una già ricca ed apprezzata esperienza. Dal 2000 a tutt’oggi è addetto alla 1.a Sezione del Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Caserta, servizio svolto con eccezionale abnegazione e totale dedizione alla causa, al punto da valergli importanti riconoscimenti ufficiali, tra i quali l’Encomio “Semplice” (29 settembre 2003) e l’Encomio “Solenne” (16 giugno 2005) concessigli dai Generali di Corpo d’Armata Comandanti del Comando Interregionale Carabinieri “Ogaden”, Sabato Palazzo e Massimo Cetola.
Inoltre, in tale periodo ha anche partecipato, dal gennaio al luglio del 2004, alla missione di peacekeeping  dell’MSU in Kosovo.
San Nicola la Strada non poteva avere un professionista alla lotta contro il crimine organizzato (e non) migliore del Luogotenente Marino. Tributargli un caloroso benvenuto è il minimo che si possa fare. Ma Pio Marino è già stato, per diversi anni, cittadino sannicolese. Allora: bentornato, Comandante!


Carabinieri in marcia


Fonte "CORRIERE DI SAN NICOLA ON LINE"


Senza titolo 2040



by Tomasz Rut


Sensi Danzanti


 


Annodo il mio corpo al tuo

danzano i sensi,

raccattati silenzi di commozioni fresche ed interminabili,

dolci bisbigli di tenere e calde parole.

Sfumate carezze s’insinuano negli anfratti

 delle membra mai appagate d’amore.

Sul ventre addolcito da  arruffate lusinghe,

 danzano le tue mani la festa del piacere.

Brividi attraversano il dorso mio bianco,

oscillano labbra di trepidi baci tenaci.

Gli occhi si socchiudono deliranti,

la lingua arruffata genera calda saliva di desiderio,

lievi si odono respiri d’amore,

mentre morbide dita

 sfiorano le sinuosità del folle desiderio.

Sosta il mio corpo:

magma fiammeggiante in un alcova d’amore


Silvana Bilardi

29.9.07

forza romano prodi

qualcuno magari rimasto all'estero al ritorno potrebbe credere che Walter Veltroni sia stato assunto dalla Rai come commentatore light e puntuale, ha uno spazio ogni cinque minuti nella fascia serale, con scarso appeal....lo crederebbe chiunque visto che per anni il clan di D'Alema lo aveva premiato e relegato a Roma e lui contento aveva gridato per anni ai quattro venti << sono un africano vero.. dopo la politica solo Africa; chiamatemi Walter L'Africano!!!>>


La vita cambia, raccoglie il soggetto più reietto e ne fa un sovrano, se poi il sovrano per tutta la vita ha consumato vendette e tradimenti non fa niente, è sepre africano, è buono, è il buonismo.


Ora vedremo come sarà la bontà di Walter l'Africano con Romano Prodi che resiste alle spallate fasciste, agli scherzi da prete di Rutelli, ai purganti di D'alema, ai discorsi da lavandaia di Fassino.


Forza Romano Prodi

Senza titolo 2039

 La guerra va incontro a tutte le esigenze,anche a quelle pacifiche
                                       Bertolt Brecht

le risposte d'analfabeta funzionale Jovanotti: "Mozart e Tony Effe sono colleghi" - Belve 17/12/2024

Caro Jovanotti alias Lorenzo Cherubini Anche nelle provocazioni o nell'ironia ci dev'essere un minimo di cultura di ba...