È il 1978. Siamo a Nuoro. E, come ogni mattina, una vecchia signora apre la sua logora valigia di pelle e cartone e mette in mostra la sua preziosa mercanzia: piccoli libricini di versi sardi, rilegati alla buona, comprati all’ingrosso e venduti per poche centinaia di lire.
Prima di lei «il lavoro» lo faceva il marito, che ai tempi di questa meravigliosa foto di Claudio Gualà era morto da pochi anni. Ma la «nonnina», rimasta sola, non si era persa d’animo. E ogni mattina, presa la sua valigia, continuava ad andare alle bancarelle della piazza del mercato, o alla vecchia fermata dell’Arst, vestita di tutto punto dal suo costume e seduta su una sdraio logora ancora più della sua valigia. Indicando con immutata passione e dita nodose la sua preziosa mercanzia.
Come la mattina della foto, con la sua cliente, vecchia quanto e più di lei, che si accovaccia. Tocca un libro con la mano mentre la nonnina ne indica un altro. E insieme parlano di ciò a cui lei più di tutto tiene: le sue piccole poesie.
Ora Facendo qualche piccolo calcolo, queste donne avevano probabilmente studiato sino alla II o al massimo sino alla V elementare, eppure si vede nello sguardo e nei gesti l’attenzione per la loro Cultura. L’acquisto di un libro poteva essere magari per un regalo sicuramente scelto con attenzione. Nel DNA dei sardi, come del resto nel sud
c’è anche l’orgoglio anche se sta scomparendo sempre più omologandosi alla massa e al conformismo acritico per la nostra cultura. Una foto preziosa, grazie di averla condivisa insieme al commento che aggiunge le necessarie sfumature. Infatti ecco un
Tartaruga "boomerang", liberata torna sempre indietro Rilasciata nell'area marina di Tavolara, per la quarta volta fa il periplo dell'isola e torna alla “base”, nella pericolosa laguna di Marceddì
MARCEDDI'. Più di Lassie, meglio di Lassie: Boomerang, femmina di tartaruga marina della specie caretta-caretta, ha ritrovato la strada di casa per ben quattro volte lasciando tutti a bocca aperta. Peccato che abbia scelto come residenza la laguna di Marceddì, ottima per cacciare cibo ma per lei sconsigliata dalla presenza di reti e di un sostenuto traffico di barche. Infatti, la prima volta che Boomerang è stata soccorsa dai pescatori e consegnata nelle mani esperte dei medici veterinari , si era impigliata in una rete e presentava sintomi di asfissia: «Da quando è iniziata la collaborazione con il Cnr e con l’Area marina protetta», spiega la veterinaria Monica Pais, «abbiamo curato più di 200 esemplari di caretta-caretta. Solo una volta ci è capitato di soccorrerne una in due momenti diversi». Questo accadeva prima che la tartaruga con un debole per la laguna di Marceddì. Una volta ristabilita dalla prima sfortunata esperienza che la stava per soffocare, la femmina è stata rimessa in libertà nelle acque di capo San Marco, ma nessuno si sarebbe aspettato di ritrovarla qualche tempo dopo nelle acque basse e calde della laguna. Invece del terralbese. Invece, i pescatori l’hanno scovata e riportata alla clinica veterinaria.Dopo il soggiorno cittadino è arrivato il momento della seconda liberazione e lo schema si è ripetuto con gli stessi tempi e le stesse modalità. La terza volta è stata trattata da frequentatrice assidua, quasi una mascotte. Per riconsegnare Boomerang a Madre Natura a quel punto sono state scelte le acque profonde dell’ovest del Mare di Sardegna, dove la tartaruga a ricominciato a nuotare dando a tutti l’impressione di un addio. Invece a sorpresa si è ripresentata per la quarta volta : «La prossima la libereremo a Capo Frasca, tanto non c’è più speranza di allontanarla dalla laguna e dai suoi pericoli», scherza Monica, che nel tempo si è affezionata a quella gigantesca caretta-caretta. «Comunque l’incredibile storia di Boomerang è un magnifico spot di tolleranza che serve all’uomo per convivere con gli animali – aggiunge l’operatrice – I pescatori di Terralba sono un esempio da seguire, mentre Boomerang va considerata cittadina onoraria». Quasi un’investitura per un animale che potrebbe diventare l’emblema di Marceddì.
Fakra Younas, giovane pachistana, ex ballerina, alle spalle un'infanzia cancellata dalla madre prostituta e tossicodipendente e da un marito vecchio, aveva creduto di trovare un riscatto in un secondo matrimonio, ricco, felice, appassionato. Cancellato anche quello, ben presto, da una sequela di violenze, umiliazioni, stupri. Fakra si oppone, resiste: non ha che sé stessa, e si raccoglie ai quattro stracci della sua anima violata ma viva, solida, l'unica presenza reale, quasi fisica, in quel suo mondo cancellato. Il marito acculturato e facoltoso non tollera quella che considera lesa maestà: la "sua" donna ha osato ribellarsi, si è sciolta dalle sue catene. Le rovescia addosso un odio ancestrale, possente, che sembra provenire dai secoli, come direbbe Primo Levi. La cancella, ancora. Il volto con l'acido. Non la sopporta come persona, come entità slegata da quel guinzaglio muto al quale lui la pretende "naturalmente" confinata. La brucia col liquido. Abrasivo ossimoro. Fakra sopravvive, fugge, il suo volto azzerato diventa simbolo della bestialità del potere. Scrive anche un libro: Il volto cancellato è il logico titolo. Ma non basta. E' rimasto qualcosa d'incancellabile nella vita cancellata di Fakra, ed è quell'anima stuprata, che adesso è diventata fantasma, e grida, in un vorticoso salto all'indietro, reclama i suoi diritti di bambina mai sbocciata, e vuole tutto e tutti con sé per non finire inghiottita nel gorgo fatale dell'ossessione.
Poi, viene il giorno dell'abbandono. In un palazzone di Roma, dove si sente sola, insopportabilmente sola. Quel suo corpo cancellato è diventato catena. Peso. Lo getta letteralmente via, dalla finestra, come un rifiuto. E' un volo cencioso, un'anima singola non può che appartenere all'aria e lì ritorna.La marocchina Amina Filali è ancor più giovane di Fakra: solo sedicenne. E' stata abusata, picchiata e costretta a sposare il suo carnefice. Soffoca. Nel suo chiuso universo comprende che non può né deve tacere ma che, ancora, l'unica possibilità a lei concessa per urlare è tacere per sempre [l'articolo 475 del codice penale marocchino dà la possibilità allo stupratore di evitare il processo e il carcere sposando la sua vittima se questa è minorenne. Firma qui per chiederne l'abolizione, n.d.A.]. Lo fa. Tanto, quella non è vita. Non si tratta di suicidi, ma di omicidi per procura.Daniel Zamudio è un ragazzo cileno di 24 anni, ma dalle foto ne dimostra quattro di meno. Ha uno sguardo tenerissimo e notturno, d'una inerme consapevolezza. Di quel che gli riserverà il destino. Sguardo di croci, di desideri e sospiri. Sguardo indagatore di segrete e vellutate gioie. Sguardo adolescente. Non so se i suoi coetanei aggressori abbiano occhi. Fatico a immaginarli, nei neonazisti. Sono occhi, i loro, che non guardano, ma vedono: la curiosità chirurgica e gelida dei criminali torturatori di Salò. Torturatori di ragazzi anch'essi, sadici sezionatori di occhi. Senza gioia, peraltro, senza nemmeno godimento sensuale. Seviziano Daniel, colpevole di essere omosessuale, per sei ore. Come accadde sette anni fa a un altro ragazzo gay, Matthew Shepard. Gli staccano un orecchio, gli massacrano il cranio, gli incidono svastiche sul corpo agonizzante. Forse non si divertono abbastanza, forse sono annoiati. Alla fine lo massacrano di botte e lo lasciano lì esanime sul selciato. Come quel Nazareno in croce col quale si era deciso di farla finita, e allora tanto valeva una lancia nel costato. Daniel defunge dopo breve agonia e senza aver ripreso conoscenza. Del resto, era impossibile. E i crocifissi moderni non hanno resurrezione.
Altrove. Nuova Delhi, India. Un giovane attivista tibetano, Ciampa Yeshj, 26 anni, muore dopo essersi dato fuoco per protesta contro la visita del leader cinese Hu Jintao, a capo di uno dei governi più tirannici del mondo, soprattutto verso la minoranza tibetana. Una dittatura con la quale il democratico Occidente, sensibile ai diritti umani, non ha scrupoli a intessere affari. A Bologna Giacomo, artigiano 58enne oberato dai debiti, compie lo stesso gesto davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate. Vittima d'un fascismo non meno spietato, quello del Mercato. Un ragazzo romeno cerca di soccorrerlo, ma senza successo. Lui glielo ripete, con ostinazione da martire perduto, prima di sprofondare nel buio: voglio morire. Nemmeno tanto per i soldi: per la vergogna. Chiede persino scusa del gesto di cui pure è convinto. Come annota acutamente Michele Serra ("Repubblica" di oggi), solo i galantuomini avvertono il peso del loro debito, solo gli onesti se ne lasciano travolgere, al contrario dell'evasore, che esibisce la propria filibusteria come un trofeo. E la lista non è conclusa. Contemporaneamente, a Verona, un operaio edile marocchino di 27 anni si brucia davanti al municipio di Verona. Non riceveva lo stipendio da quattro mesi.
Morti, tutte, che ardono. Quasi tutte accomunate dal fuoco: barbare, primitive, mattanze dell'ingiustizia, della discriminazionee del potere, politico ed economico. Solo all'apparenza maturate in contesti diversi, hanno in realtà un unico comun denominatore: la disumanizzazione. Ordalie, provocazioni, smembramenti, questi addii al calor bianco, quest'incenerimento grondante sangue, ci riporta al presente impassibile, ci rilascia alla pietra, all'urlo primordiale, spaventoso, immane. E colpevole. La lunga Quaresima sembra non aver fine.
Essendo il mio primo film del regista Pupi Avati ad essere sincero devo dire che non era malvagio e che mi è piaciuto . Un film a tratti : triste e divertente , sagace e strampalato . Il contesto storico \ cultuirale ( l'italia contadina fra gli anni 30 \75 ) mi ricorda il film soft hard \ erotico insomma film porno con trama non solo scopate ... ehm ... sesso dolce vita di Mario Salieri maggiori dettagli e donwload sul film .quie qui .
Ora è vero che il film ha , come dicono molte recensioni su http://www.mymovies.it/ ,, difetti << una commedia insicura e poco vitale che racconta lo zelo antifemminista della dittatura fascista ., leggero ma grottesco., Una commedia mediocre su ogni aspetto , ecc >> . Ma qui più che critica si tratta di stroncatura totale ( qui tutte le recensioni ) senza appello e non a 360° . Inoltre il giudizio , specie del primo e del terzo , non tiene conto dei fattori positivi , che lo rendo non eccelso vero , ma discreto e guardabile c'è di peggio . Un film senza infamia e senza lode, da vedere cmq in una serata noiosa .
Sapere che faccio parte della più grande comunità virtuale del mondo, non m'entusiasma. Pensatemi matto, del resto mi chiamo matteo, per una“E” balorda sono sfuggito al mio destino (thank you, father), ma io vivo soprattutto di queste che a molti possono apparire paturnie non sfiorandogli neppure il basilico del giardino e le fragili anticaglie nel corridoio d’ingresso. Anche Bill Gates se n'è andato, da Facebook. Ha chiuso quest'estate. Ogni giorno ottomila sconosciuti volevano diventare suoi "amici". Un pò tantini per quanto tontini. Come se in un bar qualcuno volesse stringervi la mano ogni dieci secondi, oppure come se la vostra donna volesse ogni 10 minuti 15mila bacini, difficile e dura anche fisicamente.
gli Emoticons... oh!
Certo, qui siamo online e il fastidio è minore, ma non inesistente. In ogni caso Fesibuc (così chiamerò Facebook d’ora in poi) è solo una mostruosa perdita di tempo per l’ammasso di cervelli e cervelletti in insalate di buoni e corretti sentimenti e cordialità sempre profonde (?), e con tutte il cor! (il punto esclamativo è d’obbligo su Feisbuc, da il senso della emozione, dello stupore, della partecipazione al nulla). Se poi si aggiungono anche le mille faccette cretine o idiote, chiamate Emoticons, fatte graficate con la tastiera, il trionfo è compiuto. Linguaggi odierni, glorie diurne per privati odori notturni, non c’è che dire, direbbe un sommo letterato che non vi svelo. Chi lo sa ben per lei o lui. Penso vincano le “lei”
Questa Tv privata, di non so quale parte in Italia, su Feisbuc c'ha fatto un programma.
E' lì, se volete guardatelo a vostro rischio e pericolo, cliccateci sopra
qual è il problema?
Il problema è che la struttura di social network, ma anche myspace, semplifica l’approccio al web. Illude l’iscritto d’essere protagonista, livella verso il basso la comunicazione, appiattendola sulla quotidianità e sulle frivolezze, fuorviando al 90% dei casi dal thread in questione. Chessò, si parla dello scrittore Erri De Luca e si finisce con l’ora in cui s’è andato al cesso. Se myspace poteva e doveva restare una grande risorsa riservata solo e soltanto ai musicisti di tutto il mondo, che potevano scambiarsi pareri e confrontare le loro creazioni, facebook è partita con un approccio più simile all’ex “massoneria del web”, cioè small world. Schede di ogni iscritto, rete di contatti accessibile ai nuovi amici, comunicazioni funzionali e utilitaristiche o ludiche. Verifico quanto il disegno di chi ci vuole tutti uniti e rincoglioniti, continua imperterrito e silenzioso, ma incisivo per quanto devastante nella vita di chi dimentica le proprie effettive capacità e generalità gettandosi nelle braccia del potente siluro che è pleonastico dire a che livello d'altezza vola. Non credo che l'invenzione dei social network si anche una mossa politica ed economica, che ha perso le proprie autonomie
Una eccezionale Caterina Guzzanti che personifica un "prototipo-Facebook"
Perché scrivo? In fondo, penso per paura. Per paura che si perda il ricordo di me, fondamentalmente. O anche solo per essere protetto da una storia e scivolarci dentro e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile. Come quando senti d’aver imbroccato il libro giusto, e ogni pagina nuova diventa una storia che ti sposta con la testa verso altre coordinate, e ogni pagina è un godere. Arrivi alla fine del libro e ti piange il cuore. Quasi sempre alla fine di un libro letto con passione, non sono felice, mi ci vuole almeno una giornata per riprendermi. Mi successe di piangere con “Sostiene Pereira” di Tabucchi e decenni fa con “Narciso e Boccadoro” di Hesse, Anche per altri, ma questi due libri, una volta giunto alla fine, mi sono sentito orfano improvvisamente di un’altra così bella storia. Con questo intendo dire che siano i libri più belli che abbia mai letti, così accadde, così narro, consapevole del mio nulla che do acquisito per scontato. Non mi credo mica Mark Twain, sono un giornalista, quello si. Mi sarebbe bastato e avanzato conoscere Italo Calvino o magari avergli stretto la mano, in quel caso avrei potuto dire di avere avuto un contatto con la letteratura, ma avendolo solo letto avidamente me ne sto zitto sapendo che il saper raccontare m'è cosa ignota. E non faccio il finto modesto, è la verità, fidatevi. Ve lo dico io!
un singolare ritratto dello scrittore Italo Calvino,
dove nel nome trova la gentilezza del tratto del disegnatore
Si parlava di Feisbuc
Ma si parlava di Feisbuc. Che fantastico congegno di rivalsa, principalmente per chi allo scientifico o al classico veniva calcolato uno rognato menagramo, solo per aver il viso butterato dall’acne o la bilancia mai a posto, o forse saremo noi a non essere mai a posto. Feisbuc, non l’ho mai chiesto eppure in mille me l’hanno proposto, cheppoi ho ceduto. Amiche e amici, me lo dipingevano come addirittura una “Finestra sul mondo” (questo prima d’iscrivermi però) altri che si sentivano d’essere al “posto di comando”: si, è vero, basta pochissimo per distrarre le masse. E la lotta dei commenti, poi ci si va a letto, un brano di Clapton e 15 corrispettive buonanotte. Mi sembra d’essere nella casa del “Mulino bianco”. Devo dire che c’ho messo un po’ troppo per capire tutte le cazzate di queste parole, circa 1 anno e mezzo. Dovevo capirlo prima che è sempre meglio star zitti e passar per ignoti, che aprir la bocca ed essere presi per idioti, oltre che dar spazio a tutta la nostra demenza presenzialista. Accade notevolmente, che su Feisbuc siano postate foto di ricorrenze, cene, amici che ridono e bevono e fanno le faccine, viaggi di nozze. Come dire, ragazzi, sono qua. Dai che ce la facciamo. Mi sembra d’essere ritornato alla “Domenica delle salme”.
Nel 1993, verso le 19, d'estate, mi trovavo a Pesaro, in piazza Giacomo Puccini per fare un pezzo su un concerto di Francesco De Gregori. Lo vidi, mi feci vedere, mi riconobbe in quanto c'eravamo visti in altre occasioni, ma questa volta, sorridendo, mi fece cenno di no con la testa. Rimasi lì. In silenzio. Poi, ad un certo punto mi fece cenno di andare lì al suo tavolo mentre beveva una birra con due orchestrali. Gli chiesi perché aveva cambiato idea riguardo all'intervista, lui mi disse perché aveva provato "tenerezza". Alla fine mi concesse l'intervista e ci feci un paginone dedicato a De Gregori. Ma quello che voglio dirvi è quanto segue.
"Santa Lucia, per chi beve di nottee di notte muore..."
Quando gli feci una domanda che non andrebbe mai fatta ad un artista, ma serviva un'intervista netta, con risposte precise e possibilmente inedite, gli domandai quale fosse la canzone del suo vasto repertorio a cui era più vicino. Lui rispose: "Sicuramente non La donna cannone o Rimmel". E fece il nome di Santa Lucia, definendola, un piccolo "cameo" che pochi hanno colto la sua bellezza". Una canzone che al di la di quello che pensate voi a me è sempre piaciuta molto, ma chissà perché è sempre stata sottovalutata. Il "Principe", ad ogni caso, fece il nome del "violino dei poveri", continuando dicendo che Santa Lucia, non è una canzone furba, ma rispettosa della poesia e trattata in tal modo, mi va bene così". Al di la del racconto personale, "Santa Lucia", il brano conclusivo del disco, venne contestato da alcuni critici musicali, a cui De Gregori rispose così, raccontando la scintilla che ha generato la nascita di questa splendida canzone sottovalutata sicuramente:
"Mia madre, che è leggermente miope, quando cercava qualcosa e non riusciva a trovarla, quando la trovava diceva "Santa Lucia, santa Lucia, non l'avevo vista". La canzone è nata così, questa è una canzone per tutti quelli che non vedono. Non capisco perché debbo vergognarmi di aver usato questa mediazione cattolica...se le critiche sono rivolte solo al fatto che si nomina una santa, non me ne vergogno. Poi si può dire che faccio delle canzoni commissionate dal Papa, nessuno è al di sopra di ogni sospetto" (F.d.G.)
Berlusconi perde Mediaset (.com)Rti dimentica di rinnovare la registrazione del nome del dominio. Una società Usa se lo aggiudica per vendere dispositivi di elettronica. I legali di B. tentano di rimediare, ma i giudici danno loro torto
Rti - reti televisive italiane - gioiello di famiglia dell'ex premier – ha dimenticato di rinnovare la registrazione del nome di dominio www.mediaset.com. Conseguenza: una società americana se lo è aggiudicato e ha iniziato ad utilizzarlo per vendere media-sets, ovvero dispositivi di elettronica. Inutili sono state le rimostranze della società del Cavaliere ed il procedimento esperito dinanzi alla competente autorità nel tentativo di sostenere che l'aggiudicatario dell'ex nome a dominio di punta di casa Berlusconi avesse agito in mala fede. Gli arbitri hanno respinto tutte le eccezioni. Rimane attivo, invece, mediaset.it dal blog di guido scorza del 26\3\2012
Un mio amico del web , volendo approfondire la mafia al cinema ed in tv ,mi chiede alcuni titoli di film italiani sulla mafia . Ora , sbadato e con la testa fra le nuvole ( come di mio solito ) ho perso la i suoi contatti e quindi , sperando che mi ritrovi , lancio qui il mio Message In A Bottle parafrasando la famosa canzone dei Police ora in canna nel mio ipod . I film italiani specifici sulla mafia , eccetto le fiction ( la piovra celebre saga della serie italiana omonima prodotta tra il 1984 e il 2001 del commissario cattani alias Michele Placido fino ala 4 e post cattani dalla 5 alla 10 ., le serie del capitano ultimo \ alias del Capitano sergio di caprio che catturo toto riina ., Palermo Milano solo andata seguito poi da sequel, Milano-Palermo: il ritorno. ., il capo dei capi ., ) ed i film : Giovanni falcone di Giuseppe Ferrara e Paolo Borsellino di Gianluca maria Tavarelli.
Ecco dunque i film in questione
Il giorno della civetta
Il film è stato girato a Partinico e a Palermo e prende spunto dall'omicidio del sindacalista comunista Accursio Miraglia, ucciso a Sciacca nel 1947 adattando il libro omonimo di Leonardo Sciascia.è unfilmdenuncia-drammaticodel1968diretto daDamiano Damiani, ed interpretato daFranco NeroeClaudia Cardinale.Nel film risalta in maniera particolare l'atmosfera di omertà esistente nel paese e la corruzione diffusa in tutti gli ambienti: politico, giudiziario, ecclesiastico. Infatti quando uscì fu vietato ai minori di 18 anni: nella commissione di revisione (leggi: censura) c'era qualche amico degli amici o fu soltanto un eccesso di prudenza ?
Placido Rizzotto
un omaggio alla storia di un "uomo giusto" ucciso più di cinquant'anni fa e del quale non esiste (non è mai esistita) nemmeno la tomba, una lapide sulla quale portare i fiori e rinverdire la memoria. Fino ad oggi , cioè quando 9 marzo2012l'esame delDNA, comparato con quello estratto dal padre Carmelo Rizzotto, morto da tempo e riesumato per questo scopo, ha confermato che i resti trovati il7 settembre2009presso le foibe di Rocca Busambra aCorleoneappartengono a Placido. Ora il 16 marzo2012il Consiglio dei Ministri ha deciso i Funerali di Stato per Placido Rizzotto.Cosi' almeno sarà ricordato da più gente e non solo dalla La cooperativa sicilianaLibera Terraproduce e commercializza duevinidenominatiPlacido Rizzotto BiancoePlacido Rizzotto Rossoprovenienti davigneconfiscate alla mafia. Un ribelle, eliminato dalla mafia di Corleone: mandanti ed esecutori furono quasi subito catturati da un giovane capitano dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa, per essere poco tempo dopo assolti "per insufficienza di prove". È Placido Rizzotto, il nome di quel martire dimenticato: ed è il titolo scelto da Pasquale Scimeca per il suo intenso, emozionante, aspro film che ricostruisce quella breve, esaltante e non inutile vicenda umana.In ..... se LA pellicola è stata al centro di polemiche per non aver fatto alcun riferimento alla militanza politica di Rizzotto nel Partito Socialista Italiano ed accusata di aver costruito l'immagine di un Rizzotto comunista. Emanuele Macaluso ed altri intellettuali d'area socialista hanno più volte ribadito la convinta adesione di Placido Rizzotto ai valori del socialismo democratico, testimoniata durante tutta la sua attività politica il film è stato ottimamente ricostruito . qui e qui maggiori news e contesto in cui visse ed agii' e condusse la sua lotta alla mafia
su facebook ( scusate se ne faccio riferimento continuo , ma se i social network stanno prevalendo o fondendosi \ integrandosi con i blog vedi il caso di tumblr non è colpa mia )
Paolo CasidduNon l'ho mai letto e probabilmente non mi sarebbe piaciuto. Ciò non toglie che quando ci lascia un intellettuale e uno scrittore è sempre una perdita. Però ecco, in base a certi fatti non proprio esaltanti, ci andrei piano con la sua santificazione...
Beh, ad esempio in Feltrinelli diede l'ostracismo ad una collega scrittrice, doppiamente colpevole di essere stata brigatista e di avere scritto un libro che aveva avuto successo di critica e di pubblico. Scrisse una stroncatura pesantissima sul libro (parlo di "Compagna Luna" di Barbara Balzerani, anno 1998), e fin qui vabbè, asserendo però che chi aveva militato nella lotta armata non doveva avere diritto di parola, con tanti saluti al principio tanto sacro agli scrittori per cui "bisogna separare l'opera dall'autore". Non solo: scrisse anche un attacco velenosissimo e livoroso nei confronti di quegli scrittori (ad esempio Domenico Starnone) che avevano invece "osato" recensire positivamente il libro della Balzerani, dicendo (giudizio sul quale concordo pienamente) che era scritto egregiamente. Non ancora contento, si impose in Feltrinelli dicendo "o io o la Balzerani", ottenendo non solo che non venisse più ristampato il volume incriminato ma anche che saltasse la testa della direttrice editoriale della Feltrinelli che aveva selezionato e pubblicato "Compagna Luna". Per uno scrittore che definiamo "uomo libero", e con molti meriti intellettuali che non sarò io a negare, mi pare uno scivolone grosso come una casa.
forse la risposta alla domanda elucubratoria del post precedente è questa
"La libertà di licenziare per motivi economici, veri o inventati, costituisce un formidabile incentivo a modulare la forza lavoro a suon di licenziamenti".(Luciano Gallino, 25 marzo)
"Non credo che sia l’articolo 18 a bloccare lo sviluppo del Paese. Le urgenze sono altre".
(Giorgio Squinzi, presidente designato di Confindustria, Corriere della Sera 24 marzo 2012)
per i montiani se anche i sepolcri imbiancati vecchie mutande , ecc di confindustria sono critici verso la riforma dell'articolo 18 perchè c.... monti continua imperterrito ? ma quali sono i gruppi di pressione a cui monti s'affida ? le risposte sono Blowin' in the wind per parafrasare un vecchia canzone qui il testo http://www.riflessioni.it/testi_canzoni/bob_dylan.htm
mentre scrivo questo post mi ritornano in mente le parole dei Modena City Ramblers di questa canzone della mia gioventu'
e questa frase dello stesso Tabucchi :<< La vita non si racconta, te l'ho già detto, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata. >>
Leggo sulla mia bacheca di facebook questo necrologio per la morte di Antonio Tabucchi
<< E' morto a Lisbona lo scrittore Antonio Tabucchi, aveva 68 anni. Noi lo ricordiamo. Ci lascia senza parole... (www.chiarelettere.it) >>. La sua morte è e come quella di De andre , di Dalla , di Guerra , lascia un vuoto immenso nella cultura ufficiale italiana
Adesso attaccheranno con gli articoli ipocriti e strappa lacrime dei soliti ( salvo pochi ) pennivendoli . Che di solito quando era in vita se non fosse stato per sostiene Pereira ( romanzo e film ) nopn lo cagava nessuno se non pochi nonostante Il suo primo romanzo è del '73, Piazza d'Italia, mentre il 1984 è l'anno di Notturno indiano, da cui nel 1989 viene tratto un film di Alain Corneau e per il quale riceve in Francia il Prix Medicis, per il miglior romanzo straniero. Nel 1986 esce Il filo dell'orizzonte: anche da questo romanzo viene tratto un film (1993) con Claude Brasseur e la regia del portoghese Fernando Lopez. Nel 1989 il presidente della Repubblica portoghese gli conferisce l'Ordine Do Infante Dom Herique ed è nominato Chevalier des Arts et des Lettres dal Governo francese . Infatti in Italia specie in tempi in cui anche la rai si sta defilipilizzando come snob ( vedere mio post precedente ) . Ma ora basta altrimenti rischio di cadere nel retorico e nella banalità più comune .
Concludo permettetemi ( e scusatemi in particolare i miei utenti di facebook ) l'ennesima citazione musicale
Ma come ho scritto sulla mia bacheca di fb (trovate sotto la tagbord di fb per chi volesse richiedermi l'amicizia \ il contatto li ) : << addio . non basteranno fiumi d'inchiostro e di retorica per ricordarti . lo faccio cosi , in mona a chi mi dice che sono banale , con questo pezzo tratto dfala colonna sonora dell'omonimo film >>
Inizialmente non volevo fare nessuna guida di sopravvivenza come quella sul natale ma poi, pressato dalle email che ricevo da chi clicca su contattami , ho ceduto . Ma poi ci ho pensato ma si dai che è
topolino n 2886 topolino e la banda della scimitarra di Rodolfo Cimino ( testi ) e Valerio Held ( disegni )
Il mio cedere è dovuto al fatto che la festa non solo religiosa , ma anche spirituale o laica sta perdendo di significato e viene snaturato dall'endonismo frenetico
Il tema della Pasqua , anche per chi non è cristiana,o areligioso è una tema di forte fascino. Nascita, morte e resurrezione sono, anche nel mondo pagano, presenti in ogni cultura. Anche l'alchimia, che con la sua albedo, nigredo e rubedo, ci ricorda una pasqua "metallica". Il fine dell'uomo è quello di migliorarsi e questo prevede per forza di cose " la morte": il destrutturarsi, il distruggere volontariamente l' "Uomo vecchio" per dare spazio allo Uomo Nuovo. Giovanni il Battista "diminuisce" per dare spazio al Cristo. La passione non è altro che la consapevolezza del fatto che per RINASCERE occorre fare qualche sacrificio, rinunciare q auelche nostra vecchia e deleteria abitudine, ad esempio, dove l'abitudine è difficilmente una scelta.
Ora ecco alcuni consigli ( sono in parte quelli di cui parlavo nella mia guida di natale ) su come sopravvivere e resistere a tale festività imposta e magari riscoprirne l'autenticità sotto gli aspetti laici e religiosi vedere url delle righe precedenti .
Auguri
Decidete voi chi farli e se farli . Se inventarne di nuovi o a quelli standard
Cene e pranzi ed abbuffate
Come nelle festività natalizie anche nella festività di pasqua ci sono le abbuffate indotte dai media e dalla tradizione , i rimedi sono sia quelli che già suggerivo a natale (in questi post sulle abbuffate 12 e d altri che trovate in archivio dicembre 2010 o dicembre 2011 ) sono passeggiare , diete prima oppure dopo . Ma se non volete fare troppi sacrifici un'altra soluzione potrebbe essere , un po' dura per chi ha pregiudizi del tipo : mangi solo verdure ma poi muori di fame , oppure vegano puah che cibi strani , ecc . Ma prima di parlare a vanghera provate , poi potrete confermare o smentire , è un menu vegano consigliato da una non vegana che non ha pregiudizi http://www.mestieredimamma.it/
Menù di Pasqua vegan
Pubblicato il 19 aprile 2011
Avete mai pensato ad un menù davvero alternativo per Pasqua?
Qui di seguito vi propongo il menù di Pasqua vegan realizzato da un’illustre vegana , la “nostra” Dott. Michela De Petris! Dopo averla conosciuta e aver apprezzato il suo libro (oltre alla sua simpatia!), Ricette da favola per bimbi sani e mamme in gamba, sono felicissima di pubblicare qui la sua proposta per una Pasqua sana, etica e sostenibile, a partire dal piatto!
Per chi non lo sapesse l’alimentazione vegan è costituita solo da prodotti di origine vegetale. E’ un’alimentazione adeguata anche ai bambini, fin dallo svezzamento, a patto che sia varia e ben bilanciata.
A differenza dei vegetariani, i vegani non eliminano solo la carne dalla loro dieta, ma anche i prodotti derivati (uova, latte, formaggio, burro).
Io non sono vegana (e nemmeno vegetariana, per la verità, anche se la scelta vegetariana mi attrae molto), ma ho limitato moltissimo la carne dalla dieta della nostra famiglia, e faccio spessissimo piatti vegani, anche perchè le bimbe a scuola hanno dei menù fin troppo ricchi di carne e cibi di origine animale.
Ecco il menù della nostra dottoressa, che ovviamente ha nomi da favola!
ANTIPASTI
BRIVIDO D’AMORE (patè di pomodorini secchi)
Mettete nel mixer: 150 g di pomodorini secchi, una decina di capperi, 2 cucchiai di prezzemolo o basilico già tritato, 1 pizzico di peperoncino, 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 1 pizzico sale.
Tritate insieme tutti i componenti e utilizzate la crema per spalmare fette di pane tostato, gallette o crostini.
LENTIGGINI DI LUCCIOLA (dulse con mais e fagliolini)
Lavate sotto acqua corrente 1 tazza di alghe dulse, lasciatele in ammollo per qualche minuto, strizzatele e tagliatele a pezzetti. Fate scottare ½ tazza di fagiolini in acqua bollente, poi riduceteli a tronchetti. Versate 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva in una padella larga e saltate ½ tazza di carote tagliate a fiammifero, ½ tazza di porri a rondelle e 1 tazza di chicchi di mais; aggiungete un pizzico di sale, l’alga e fate cuocere per altri 3-4 minuti. Unite i fagiolini, condite con qualche goccia di tamari (salsa di soia) e lasciate sul fuoco per altri 2 minuti.
PROFUMO D’ORCO AFFAMATO (frittata di farina e cicorino)
Soffriggete in poco olio 1 cipolla, 1 carota e 1 mazzetto di cicorino tritati finemente, aggiustate di sale. Mettete una tazza di farina integrale in una scodella, aggiungete ¾ di tazza di acqua e le verdure (deve risultare una crema molto densa). Versate la pastella in una larga padella unta con poco olio extravergine d’oliva e cuocete da entrambi i lati. Prima di servire, tagliate a striscioline la frittata e spolverizzate con gomasio.
PRIMI PIATTI
CORAGGIO DI DRAGO (tortino di riso)
Sbucciate tre melanzane, tagliatele a fette e lasciatele riposare per un’ora in un colapasta. Mettete in una casseruola una cipolla tritata finemente, uno spicchio di aglio sminuzzato, 1 cucchiaio di olio e.v. d’oliva e fate soffriggere; aggiungere 300 g di pomodori pelati schiacciati con la forchetta, un pizzico di sale ed un trito di basilico e prezzemolo. Lasciate cuocere il sugo per 15 min. Fate imbiondire con poco olio in un recipiente da forno un’altra cipolla, unite 300 g di riso e lasciate tostare per un paio di minuti- Bagnate con 600 g di brodo vegetale bollente, portate a bollore e passate la pirofila in forno a 170° per 15 min. Sciacquate le melanzane, asciugatele e grigliatele.
Disponete in una pirofila da forno uno strato di riso, uno di melanzane ed uno di sugo alternandoli fra loro fino ad esaurimento degli ingredienti. Passate nuovamente in forno a 220° per 10 min.
LAMPO DI GENIO (cerealotto di orzo, farro e avena con ciuffetti di cavolfiore bianco)
Preparate un soffritto con poco olio e.v. d’oliva, 1 cipolla e 1 cucchiaio di semi di sesamo. Aggiungete 300 ml di acqua, 1 pizzico di peperoncino e portate a bollore; unite 50 g di orzo perlato, 50 g di farro e 50 g di avena (lasciati preventivamente in ammollo per 6 ore) e cuocete a fuoco moderato per circa 45 min facendo assorbire tutta l’acqua (aggiungete altra acqua se si asciugasse troppo). Aggiustate di sale, unite qualche fogliolina di basilico e di salvia e mezzo cavolfiore bianco tagliato a ciuffetti (fatto precedentemente lessare in acqua). Mescolate bene e servite.
SECONDO PIATTO
BACIO DI FATA (torta Pasqualina)
per la pasta: 400 g di farina semi integrale, 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, 1 pizzico di sale, acqua (in alternativa potete usare pasta già pronta surgelata o fresca)
per il ripieno: 500 g di biete, 200 g di tofu, 1 cucchiaio di maggiorana fresca o 1 cucchiaino se secca, 8 cucchiai di tahin (crema di sesamo), 1 bicchiere di latte di soia, 1 bicchiere d’olio extravergine d’oliva, 1 pizzico di sale.
Impastate la farina con l’olio ed il sale; aggiungete acqua tiepida quanto basta per ottenere un impasto consistente e morbido (continuate a lavorarlo finchè vedrete comparire delle bolle d’aria). Coprite con un tovagliolo umido e fate riposare. Lavate le biete e fatele cuocere in una casseruola per 10 minuti. Appena cotte, strizzatele, tritatele e mettetele in una ciotola. Aggiungete tahin, tofu, latte e maggiorana. Stendete sei fogli sottili di pasta. Utilizzatene 3 per foderare uno stampo apribile (unto d’olio) sovrapponendo un foglio (da ungere con poco olio usando l’apposito pennello) sull’altro. Adagiatevi il ripieno. Coprite con i fogli rimasti (seguendo lo stesso procedimento). Sigillate con i ritagli di pasta formando un cordone tutt’intorno al bordo. Ungete la superficie con un velo d’olio e fatevi dei piccoli fori con uno stuzzicadenti. Infornate in forno già caldo a 200°C per 40 minuti.
CONTORNI
PUZZETTE DI STREGA (erbette o spinaci con uvetta e pinoli)
Mettete a bagno 30 g di uvetta in poca acqua tiepida per 10 minuti. Tostate velocemente 30 g di pinoli in una padella. Scottate 700 g di erbette (o di spinaci) in acqua bollente con 1 pizzico di sale; scolatele, strizzatele e tagliatele a striscioline. Ungete con poco olio extravergine d’oliva una padella, versatevi le erbette, l’uvetta e fate rosolare il tutto. Servite ben caldo guarnendo con i pinoli.
SUSSURRO DI FOLLETTO (stufato di verdure allo zafferano)
Fate rosolare in poco olio extravergine d’oliva 1 cipolla tritata, 500 g di finocchi a spicchi e 500 g di patate a dadini; bagnate con del brodo vegetale e fate stufare per 15 min. Aggiungete 200 g di spinaci e 1 bustina di zafferano diluita in 100 ml di latte di soia. Continuate la cottura per 10 min aggiustando di sale prima di servire.
DOLCI
RISATA DI PRINCIPESSA (sorbetto alla rosa)
Bagnate 200 g di petali di rosa con 500 ml d’acqua e lasciateli in infusione 2-3 ore per far aromatizzare l’acqua. Filtrate, aggiungete 100 g di malto di riso e 1 pizzico di vaniglia in polvere. Mescolate bene e preparate il sorbetto secondo le istruzioni previste dalla vostra gelatiera (ehm…, o quella che vi presta la vostra vicina ndr). Guarnite con petali di rosa freschi.
ROSPO BACIATO…PRINCIPE ARRIVATO (torta di cous-cous ai frutti rossi)
Portate ad ebollizione una tazza di succo di mela con 1 pizzico di sale e ½ tazza di uvette. Aggiungete una tazza di cous-cous, spegnete il fuoco e coprite lasciando gonfiare per 15 minuti. Nel frattempo preparate la salsa con 2 cucchiai di crema di mandorle chiare, 1 cucchiaio di malto di riso e qualche cucchiaio di latte vegetale (riso, avena, farro…) per ammorbidire. Mescolate ½ tazza di noci tritate nel cous-cous. Disponete in una teglia metà del cereale pressandolo bene con le mani umide. Spalmate la crema sopra il primo strato, poi versate l’altra metà del cous-cous. Coprire il tutto con 1 vasetto di marmellata di frutti rossi e lasciate raffreddare in frigo. Servite guarnendo con cocco in scaglie o granella di nocciole.
a voi decidere se farli equo o commerciali . Tenete presente che nei dolci del secondo tipo al 90 % pagate di più il marchio che la qualità del prodotto , mentre nel primo avete un ottimo qualità prezzo ingredienti bio e di alta qualità, cioccolata pura al latte o fondente e graziose sorprese fatte a mano da abili artigiani del Sud del Mondo. Se cercate su Internet troverete sicuramente una bottega del Mondo vicino a casa vostra e così augurerete una Buona Pasqua alla vostra famiglia e a diverse famiglie nel Sud del mondo…
Appuntamento per dopo Pasqua con la foto delle sorprese di quest’anno e l’elenco dei produttori coinvolti nelle uova e nella colomba del Commercio Equo….
Riporto qui sotto una testimonianza presa da http://unpodimondo.wordpress.com che corrisponde , esperienza personale da volontario nel commercio equo della mia cittadina all'emozione raccontatami da un amica a cui ho regalato delle uova della bottega . La quale e rimasta delusa da sorprese di .... e uova grandi ( vedere fotto a destra ) nel prezzo e nella quantita'
foto "Uovo di Pasqua equo e solidale / Fair Trade Easter Chocolate Egg" by unpodimondo - flickr
Questa foto riproduce una delle delle due uova di cioccolato biologico del commercio equo e solidale che ho mangiato ieri a Pasqua.
Due uova di Pasqua, due confezioni di cioccolatini (ovetti e campanine) equi e solidali e il giro del mondo della solidarietà… Il sorriso di mia figlia che ha aperto le uova per cercarvi le sorprese, si è unito ai sorrisi di bambini che grazie al commercio equo e solidale possono andare a scuola, istruirsi, avere cure mediche perchè i loro genitori hanno un lavoro con una retribuzione giusta… Cioccolata, zucchero, vaniglia, sorprese artigianali, carta per rivestire le uova etc… sono arrivate da…
Paraguay
Repubblica Dominicana
Nepal
Perù
India
Sri Lanka
Indonesia
Filippine
Bangladesh
Ecuador
Tanzania
Volete sapere cosa abbiamo trovato nelle due uova? Due trottole in legno dipinte a mano da artigiani dello Sri Lanka.E voi avete comprato il solito uovo con la sorpresa plasticosa delle solite multinazionali dei dolci che però rendono amara la vita delle popolazioni del sud del mondo???
Foto "Trottole sorprese uovo cioccolata equo e solidale - Spinning tops surprises from fair trade chocolate eggs" by unpodimondo - flickr
ecco un po' di link dove trovare i consorzi o le botteghe più vicine .
Per chi è di tempio pausania o dintorni la nostra bottega aperta dal 2002
vende una vasta gamma di prodotti biologici certificati, oltre che provenienti dai paesi del Sud del mondo, anche italiani.Tutti i prodotti venduti inoltre rispettano i principi fondamentali del commercio equo.Per maggiori informazioni:
La Bottega del Mondo del Commercio Equo e Solidale