30.10.08

Piazza pulita




Ventosa, lacustre, slavata, poi cristallina e linda, come bucato di Dio: piazza squillante, femminile. Femminili i volti, cerchiati e orizzontali, femminile l'universo, perché la scuola richiama sempre il tepore materno. Femminili gli studenti, nella loro composta ed esitante giocosità, in quell'aprirsi al sorriso quasi timoroso. Femminili i canti e la musica, i cori, i cimbali, quell'allegria meticcia e paziente. Femminili i bimbi, di un'innocenza così esclusiva e totale da far retrocedere lo sguardo, colpevole e ambiguo, degli adulti.





Era la nostra piazza: una piazza pulita, una piazza in cui hanno parlato i volti e i corpi. Una piazza iridata che ha ammorbidito, per una lunga mattina, la cupezza ferrigna di quest'indurita città. Lascio spazio a quei volti e a quei corpi. Sarà la loro ferma immagine a sconfiggere le feroci vuotaggini di chi li vuole mestatori, sobillati, scansafatiche e farabutti. Sarà la loro presenza a smentire chi, strumentalizzando Pasolini, non ha capito che, oggi, il poeta avrebbe camminato in mezzo a noi. E io l'ho sentito davvero.





































Da sinistra in alto e in senso orario: l'originale striscione degli studenti di Brera; uno striscione in difesa della scuola pubblica; il "futuro" che vuole la Gelmini; gli studenti di Scienze politiche; un gruppo di genitori umanisti.





...ne vedrete ancora delle belle...
































La mia storia - Fall to pieces (and rise again?!)

Tratto dal mio blog - Anoressia: after dark

Ci sono cose della vita che pensi non potranno mai accaderti. Le vedi in TV, le leggi sui giornali, ne senti parlare, ma sono così distanti che non ti sembrano davvero reali. Poi un giorno apri gli occhi e ti accorgi che, invece, sono vere. E che stanno succedendo proprio a te.

Fino ai 14 – 15 anni ho avuto una vita tutto sommato “normale”. Ero una ragazzina brava a scuola, ubbidiente, ordinata, carina… una ragazzina normale. Eppure, ad un certo punto, è successo. Cosa, esattamente? Neanch’io saprei dirlo. Ma è successo. Avrei potuto avere tutto, tutto quello che una ragazza normale potrebbe avere, ma non era abbastanza. O, forse, era troppo.

Un giorno mi sono guardata allo specchio e non ho visto quel che avrei voluto vedere. Il riflesso che mi rimandava non era quello che avrei voluto che fosse. Non mi piaceva. Non volevo essere quella me stessa. Volevo essere un’altra me stessa. Non mi piaceva quel riflesso. Mi faceva schifo. Se avessi potuto, avrei sputato su quel riflesso prima di rompere lo specchio e urlare, tanto mi detestavo. Avevo paura. Così ho iniziato a sognare un’altra me stessa, di essere diversa, di essere felice, di essere libera. Perciò ho detto basta. Basta a quella me stessa. Basta a quel detestabile riflesso. Volevo che lo specchio mostrasse quel che realmente c’era dentro di me. Non volevo essere mediocre. Non volevo essere normale. Volevo che tutti, guardandomi, vedessero qualcosa di speciale.

Sapevo che, per fare questo, avrei dovuto distruggere la me stessa dello specchio. Sapevo che sarebbe stata dura. Sapevo che sarebbe stato difficile. Sapevo che avrei dovuto mettere in gioco tutto e riuscire a controllarlo. Sapevo che si sarebbe trattato di camminare sul filo di un rasoio. Ma sapevo anche quel che volevo: diventare perfetta. Perciò ho iniziato a guardare dritta davanti a me giurandomi di diventare perfetta a qualunque prezzo.
Percorrendo quella che al momento mi sembrava l’unica via possibile.

Così ho iniziato. Senza neanche rendermene conto, senza sapere quello che stavo facendo, sono scivolata nella spirale discendente dell’anoressia. L’ho fatto coscientemente, lucidamente, pur non potendo ovviamente in quel momento prevedere quali ne sarebbero state le conseguenze. Ho deciso di cambiare. Ho deciso di dimagrire. Ho deciso di restringere. Ho deciso di controllare. Ho deciso di essere forte. Ho deciso di diventare perfetta. E tutto è cominciato. Mi sono lavata il viso con cura ed ho iniziato a guardarmi allo specchio con soddisfazione. Nel giro di poche settimane sono diventata veramente abile: restringere l’alimentazione, controllare i tipi di alimenti ingeriti non mi dava più nessun problema. Nei primi tempi era stato più difficile tenere a freno l’appetito, soprattutto di fronte a un piatto ricolmo di cose gustose, ma poi il periodo critico è passato. Basta con l’acquolina in bocca e la fame, tutto passato: non stavo mai tanto bene come quando rinunciavo a mangiare qualcosa, come quando riuscivo a seguire la mia dieta. Che sollievo sarebbe stato rinunciare, assieme al cibo, anche a me stessa! Ma forse era proprio quel che succedeva, tanto forse era la sensazione di diventare giorno dopo giorno un corpo sempre più sottile. La restrizione è a poco a poco diventata un riflesso automatico e facile da controllare. La fame ha iniziato a non cogliermi più di sorpresa, in luoghi poco adatti o momenti inopportuni. Ho iniziato a dominarla. E la cosa mi dava un gran senso di potere, una soddisfazione analoga al benessere. Dopo aver resistito alle lusinghe del cibo mi sentivo come liberata, leggera. Al punto da pensare che ero forte, che ero brava, che riuscivo a fare qualcosa che ben pochi sarebbero stati in grado. Potere e controllo. E avanti a verdure scondite, yogurt magri, biscotti integrali giorno dopo giorno. Mangiare poco, col tempo, ha iniziato a diventare sempre più facile. Un piccolo sforzo di fronte a una grande soddisfazione. Le mie braccia diventavano leggere, aeree: le mie ali. Avessi potuto, sarei voltata via dalla vita. E allora me ne sarei andata da tutto. Tanto nessuno se ne sarebbe accorto in tempo per trovarmi e riprendermi. Forza e controllo, l’essenza. In una parola: onnipotenza.

Non saprei definire l’ossessione. Credo la si porti sempre in sé. Spesso basta un nulla a scatenarla. S’insinua in te silenziosa, attacca lentamente, tortuosa, distorce, ogni parte del tuo essere. Ma è furba, e terribilmente manipolatrice, perché si fa passare per tua amica ma non rinuncia per questo a tradirti. In tutto questo, la sofferenza non è che un effetto secondario. Quasi sempre, quando entri in un disturbo alimentare, non te ne rendi conto perché non fa male, anzi. La cosa più dolorosa è la caduta. Il momento in cui capisci. Inevitabile. Io non volevo vederla arrivare. E poi ho finito necessariamente per atterrare.

Il filo si è spezzato, i miei giochi scoperti, le mie bugie svelate. Il mio universo disintegrato. I miei genitori si sono accorti di quello che stavo facendo e sono corsi ai ripari. A loro modo, si capisce. Mi hanno trascinata dal medico, poi da una dietista, poi da una psichiatra. Mi hanno detto che mi volevano aiutare a stare bene e che, con quello che stavo facendo, li avevo feriti e stavo distruggendo la loro vita. Non si sono accorti che, con ciò che si sono messi a fare “per il mio bene”, hanno iniziato a distruggere quella che in quel momento consideravo la mia vita. Sono stata portata da una psichiatra e il verdetto pronunciato nel suo ufficio dopo più di due ore di colloquio è stato unico, senza possibilità d’appello: date le mie condizioni psicofisiche, c’era una sola cosa che bisognava fare, un'unica possibile soluzione alla fine di tutto. Mamma e papà erano perfettamente d’accordo. Ma io l’ho capito in quel momento, nello studio della psichiatra: quella che le proponeva non era la sola soluzione alla fine di tutto. Tutto era già finito. Chi mi ha cacciata dal mio paradiso? Quale peccato e quale angelo? Chi mi ha costretta a correre così, senza riposo?

Sono così stata ricoverata in una clinica neuropsichiatria per ragazze con disturbi alimentari. Ed è stato il primo di una lunga serie di ricoveri, più o meno consenzienti. Ricoveri in cui ho avuto a che fare con ogni genere di persone, in cui mi sono state affibbiate ogni genere di etichette. Ogni volta che uscivo da quella clinica le cose sembravano andare un po’ meglio, mi sentivo più forte, più motivata, più decisa a farla finita una volta per tutte con l’anoressia… ma ogni volta ci sono ricaduta, ho resistito un po’ e poi ho ricominciato a restringere, in un circolo vizioso che sembrava veramente non avere mai fine. E mi sentivo stanca, tanto stanca. Stanca di vivere solo per morire. Stanca di morire solo per vivere. Avrei voluto imparare a vivere solo per vivere.

E poi mi sono accorta che mi ero fregata da sola. Che l’anoressia non mi avrebbe mai portato tutto quello che prometteva. Anzi, al contrario, avrei dovuto sopportare una vita fatta solo di compromessi, dove non ci sarebbe stata davvero gran differenza tra vivere e morire. Un vita a metà. E mi sono resa conto che l’anoressia aveva promesso di farmi sentire diversa, speciale, forte, in controllo… ma che in realtà la mia infernale compagna mi aveva fatta prigioniera, rubando anni, energie, pensieri, amici, hobby, studio, lavoro. Aveva rubato me stessa, aveva cancellato quello che ero e quello che avrei potuto essere. Aveva portato via la parte migliore di me, le cose che amavo. Perciò mi era rimasta solo una grande stanchezza, una solitudine senza confini, giorni fatti di ossessione e di vuoto. Niente. Non mi era rimasto più niente. Forse è stata questa la molla che mi ha spinto a reagire. Non so bene neppure com’è iniziato. Ma, già, dopo tanti anni, è proprio iniziato. È quasi buffo, no? Ma, chissà, forse è stato perché stava finendo tutto e io non volevo che finisse in quel modo. Sentivo che ogni giorno un pezzo di me se ne andava e io non sapevo più che fare. La cosa più terribile, mi sono accorta in quel momento, non è morire. L’inferno vero è restare, restare senza esserci mai. Restare senza sapere più dove andare. Non volevo vivere in quel modo… in fin dei conti, avevo sempre il desiderio di fare qualcosa di speciale. E allora ho capito che la cosa più speciale che potessi fare era provare ad essere normale. E a sopportare, in questa normalità, tutte le sfide quotidiane. Perché è questa la vera forza. Non quella illusoria che l’anoressia sembra dare. L’estate stava arrivando, e volevo godermi anch’io un giorno di sole sentendomi libera. Perché volevo ancora sperare. Perché volevo ritornare. E allora ho preso il mio “equilibrio alimentare”, cioè la dieta in cui c’è scritto tutto ciò che devo mangiare quotidianamente e in quali dosi, e mi sono messa a seguirla sul serio, senza sgarrare. Che è ciò che sto facendo tuttora. E mi sto accorgendo che, effettivamente, una sorta di via d’uscita la si può trovare. Basta volerlo veramente.

Traendo ispirazione da quello che mi circondava, ho cercato di trasformarla in motivazione. Mi sono accorta che non avrei mai potuto fare quello che mi ero programmata, che non avrei potuto guarire nessun altro se prima non avessi provato a guarire me stessa. Che il percorso che avevo intrapreso si sarebbe inevitabilmente rivelato fallimentare nonché un inutile spreco di tempo, che se non avessi iniziato a lavorare su me stessa non avrei mai potuto ostentare la presunzione di poter lavorare su qualcun altro.

L’anoressia è una prigione che non ha odore, che non ha sbarre, che non ha mura: una prigione per la mente… Certo, è una cosa da cui sono passata, e niente potrà cancellarla. Ma la porterò nel doppio fondo dell’anima per sempre, come una contrabbandiera dell’orrore. Sorella morte. Ma la mia vita è ancora nelle mie mani, perciò sta a me decidere cosa farne. Anche se sono arrivata a pesare XX Kg, veramente a un paso dalla morte, mi è stata data una seconda possibilità. E adesso ho deciso di provare a non sprecarla.

Certo, sono ancora anoressica. Lo sarò per tutta la vita, come una persona che ha smesso di bere continuerà comunque a considerarsi un’alcolista. Ma, magari, un alcolista che dice: sono XX anni che non tocco una goccia d’alcool. Bene, mi piacerebbe poter arrivare a dire una cosa del genere. Sono XX anni che non restringo l’alimentazione.

Vivere è possibile. Sta solo a voi scegliere di farlo – e come farlo. Io ho fatto la mia scelta. Spero che sia anche la vostra.

Senza titolo 992

DOPO LA BELLA NOTIZIA DEL DECRETO GELMINI E' MEGLIO DISTRARSI UN PO'.... BUON HALLOWEEN A TUTTI !!


 





 


STORIA DI HALLOWEEN


 



La parola Halloween ha origini cattoliche


Nella tradizione Cattolica il 1°novembre è il giorno nel quale vengono festeggiati tutti i Santi. Il giorno dedicato ad "Ognissanti" (in inglese All Saints'Day) aveva una denominazione antica: All Hallows'Day.
Presso i popoli dell'antichità la celebrazione iniziava al tramonto del 31 ottobre e pertanto era chiamata "All Hallows' Eve" (Even significa sera) che venne poi abbreviato in Hallows'Even, Hallow-e'en ed infine Halloween.
 


 





 


La celebrazione di Halloween tuttavia ha origini pagane molto più remote e pone le sue radici nella civiltà Celtica. Gli antichi Celti, che abitavano in Gran Bretagna, Irlanda e Francia, festeggiavano l'inizio del Nuovo Anno il 1°Novembre: giorno in cui si celebrava la fine della "stagione calda" e l'inizio della "stagione delle tenebre e del freddo".

La notte tra il 31 ottobre e il 1° Novembre era il momento più solenne di tutto l'anno druidico e rappresentava la più importante celebrazione del calendario celtico. Veniva chiamata "la notte di Samhain": questa ricorrenza assumeva una rilevanza particolare in quanto segnava la fine dei raccolti e l'inizio dell'inverno. Samhain era il primo giorno dell'inverno e la fine di un anno pastorale. La vita dei celti da qui in poi cambiava radicalmente: i greggi venivano riportati giù dai pascoli estivi e le persone si chiudevano nelle loro case per trascorrere al caldo le lunghe e fredde notti invernali, raccontando storie o intagliando il legno.


  I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno (31 Ottobre) Samhain, il Principe delle Tenebre, chiamasse a sè tutti gli SPIRITI DEI MORTI permettendo al mondo dei defunti di unirsi al quello dei viventi.


 


 


Una leggenda narra che tutte le persone morte l'anno precedente tornassero sulla terra la notte del 31 ottobre, in cerca di nuovi corpi da possedere per l'anno successivo, così nei villaggi veniva spento ogni focolare per evitare che gli spiriti maligni attaccassero quelle case. Oltre a questo, spegnevano il Fuoco Sacro e riaccendevano il Nuovo Fuoco (che simboleggiava l'arrivo del Nuovo Anno), al quale si attingeva per assicurare di nuovo il calore in tutte le case. I Druidi si incontravano sulla cima di una collina in un'oscura foresta di querce (albero considerato sacro) per accendere il Nuovo Fuoco e offrire sacrifici di sementi e animali. Danzando e cantando intorno al focolare fino al mattino, si sanciva il passaggio tra la stagione solare e la stagione delle tenebre. Quando il mattino giungeva, i Druidi portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia che provvedeva a riaccendere il focolare domestico, il quale veniva poi tenuto sempre acceso per il resto dell'anno.


Alcune leggende narrano di come i Celti bruciassero coloro che ritenessero "posseduti" come avvertimento per gli Spiriti. Gli spiriti maligni potevano infatti prendere forme differenti, anche di animali, la più malvagia delle quali era quella del GATTO.


 



 


Gli antichi Celti temevano specialmente il momento del crepuscolo poiché credevano che in quel momento, gli spiriti maligni potessero vagare liberamente sulla Terra. Con il loro aiuto Samhain (la terribile divinità della notte) avrebbe potuto imprigionare il Sole, senza il quale tutta la vita sarebbe terminata. Era quindi necessario offrire dei sacrifici per placare gli spiriti erranti e ossequiare la divinità. Un' antica leggenda medievale riporta che in Irlanda, al tempo di San Patrizio, in un luogo denominato Mag Sleht, ogni primogenito venisse sacrificato nella notte di Samhain in onore di Cromm Cruac, una divinità maligna.


  L'usanza moderna di travestirsi nel giorno di Halloween, nasce dalla tradizione che i Celti avevano di festeggiare per 3 giorni la fine della notte di Ognissanti, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per esorcizzare e spaventare gli spiriti. Vestiti con queste maschere grottesche ritornavano al villaggio illuminando il loro cammino con lanterne fatte di cipolle intagliate nelle quali erano deposte le braci del Fuoco Sacro. In Scozia, nella notte di Samhain le persone seppellivano pietre coperte di cenere nella terra. Se al mattino successivo una pietra era stata smossa, significava che la persona che l'aveva seppellita sarebbe morta entro la fine dell'anno.


  Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, creature entrambe considerate pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.. Le leggende narrano che nella notte di Samihain le Fate erano solite prendere gli umani e portarli nelle loro colline dove rimanevano intrappolati per sempre. In alcune regioni, in particolare nelle Highlands scozzesi, i giovani uomini percorrevano i confini delle fattorie, dopo il tramonto, tenendo in mano delle torce fiammeggianti per proteggere le famiglie dalle Fate e dalle forze malevole che erano libere di camminare sulla terra quella notte. Samhain era visto come un momento il cui si poteva facilmente prevedere il futuro e i Druidi lo consideravano uno dei momenti migliori per predire la fortuna.


Un'altra origine del cosiddetto "TRICK OR TREAT" risale a quando i primi cristiani, chiedevano elemosina in cambio di un pezzo di "dolce dell'anima", che altri non era se non un pezzo di pane. Le famiglie benefattrici, oltre al "dolce dell'anima", ricevevano in cambio la promessa di grandi preghiere per i loro cari defunti.



E' proprio da queste leggende che ha origine il famoso gioco del " TRICK o TREAT" (dolcetto o scherzetto). I bambini, travestiti con maschere e costumi "mostruosi e terrificanti", vanno di casa in casa chiedendo dolcetti o qualche moneta. Se non ricevono niente, possono fare uno scherzo agli stessi proprietari, come svuotare la pattumiera nel loro giardino o attaccare lattine vuote al tubo di scappamento dell'auto. Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse.


JACK-O-LANTERN


 


È usanza ad Halloween intagliare zucche con volti minacciosi e porvi una candela accesa all'interno.


Questa usanza nasce dall'idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi (in realtà questi fuochi sono i fuochi fatui, causati dalla materia in decomposizione sulle sponde delle paludi); è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti. Questa usanza fa riferimento anche alle streghe, che nei tempi più remoti venivano bruciate sui roghi o impiccate; infatti, oggi si pensa che queste vaghino nell'oscurità della notte per rivendicare la loro morte (abbigliate in maniera più o meno orrenda) e ne approfittano per usare il loro potere ad Halloween, quando quest'ultimo aumenta in misura maggiore rispetto alla loro normale paranormalità. L'usanza è tipicamente statunitense, ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei: l'uso di zucche o, più spesso in Europa, di fantocci rappresentanti streghe e di rape vuote illuminate, è documentato anche in alcune località del della Campania, del Friuli (dove si chiamano Crepis o Musons), dell'Emilia-Romagna, dell'alto  Lazio e della Toscana, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di zozzo. Anche in varie località della Sardegna la notte della Commemorazione dei Defunti si svolgono riti che hanno strette similitudini con la tipica festa di Halloween d' oltreoceano, nel paese di Pattada si incidono le zucche e all' interno viene accesa una candela, in altri paesi si svolge il rito delle "Is Animeddas" (Le Streghe), del "Su bene 'e is animas", o del “su mortu mortu”, dove i bambini travestiti bussano alle porte chiedendo doni.


La leggenda narra anche di un ragazzo, "Jack",il quale compiva solo atti malvagi,che, quando morì, divento' un fantasma vagando con una lanterna ricavata da una zucca illuminata.


Immagine:Pumpkin.Halloween.jpg 


Violini

Violini


 


 


Basta


una costola d’acero montano,


una scheggia d’ebano


perché nelle rosse solitudini


degli abeti


rinasca


l’anima tersa.


 


Anileda Xeka


 



 

Senza titolo 991

  L'AVETE LETTA LA FIABA LA BAMBINA RAPITA DALLE FATE ?  :-)



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Senza titolo 990

  VE LO RICORDATE IL FILM I NOSTRI MARITI ?  :-)


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L'appello d'un genitore dopo l'approvazione del decreto Gelmini


Buona sera a tutti,



Sono Daniele Quattrocchi, un genitore e un umanista.



Con un gruppo di genitori stiamo sviluppando dei laboratori sull'educazione nonviolenta. Un compito arduo in questo mondo violento e ingiusto.



Sono papà di due bambini piccoli, uno frequenta la scuola materna Cino del Duca, di Bresso. Sono molto preoccupato per il loro futuro e per la loro educazione. Non si tratta solo di ciò di cui si parla maggiormente, dei tagli economici e della disoccupazione che aumenterà, comunque dei problemi gravi, ma soprattutto della direzione impressa da queste decisioni stupide e assurde.



Innanzitutto bisogna sottolineare l'arroganza e il disprezzo con cui vengono imposte dal governo e la violenza con cui si cerca di mantenerle. La censura mediatica e l'intolleranza verso le proteste civili e democratiche della gente che finora ci sono state.



Questa sarà anche la caratteristica dell'istruzione che si vuole imporre per i prossimi anni: autoritaria, conformista e semplicistica.



Si vorrebbero formare individui fornendogli poche istruzioni essenziali, di base, per permettergli di leggere, scrivere e far di conto, cioè le competenze che si richiedevano a una persona istruita 50 anni fa. Quello che basta per lavorare, è meglio che si pensi il meno possibile. Non sono cose che mi sto inventando, sono affermazioni della ministro Gelmini.



Sappiamo benissimo che la scuola ha bisogno di cambiamenti ma non di peggiorare per favorire la scuola privata! Dal testo del decreto Gelmini emerge chiaramente una visione dell'Essere Umano omologato, inteso come un contenitore vuoto da riempire e da disciplinare a cui non si dà voce. Si creerà un ambito scolastico molto numeroso e poco attento dove si avanzerà per meritocrazia, scavalcando gli altri ed emarginando i diversi, stranieri, poveri o disabili che siano.



Ma questo non è niente di nuovo: si tratta solo di adeguare la scuola pubblica al modello pragmatico, competitivo e privatizzatore del sistema in cui viviamo.



Desideriamo invece una comunità che educhi alla solidarietà, alla comunicazione, all'apertura, alla libertà. Dei principi espressi nella Costituzione, la stessa che questi incoerenti vogliono far insegnare alle nuove generazioni.



Guardo attraverso gli occhi dei miei figli e vedo esseri meravigliosi che vogliono comprendere il mondo e avere gli strumenti per superarne i limiti e provare a toccare il cielo.



Proponiamo come primi passi di aderire alla manifestazione nazionale del 30 ottobre e di promuovere un comitato cittadino per la difesa della scuola pubblica che organizzi iniziative nonviolente e si coordini con le realtà delle altre città.



Per contatti la mia mail è daniele6766@yahoo.it












29.10.08

R.I.P.


Scuola, il decreto Gelmini (cioè Tremonti, cioè Brunetta, cioè Berlusconi) è legge.






POST SCRIPTUM 1. Sono appena stati acquistati 131 cacciabombardieri per la "missione di pace" in Iraq (e se eleggono McCain ne arriveranno a pioggia altrettanti), del costo di 91 miliardi di euro L'UNO. Una spesa ben più elevata di quelle "inutili" della scuola. Ma NESSUNO che si sogni di dire che occorre tagliare le spese militari. Dobbiamo difendere la democrazia occidentale... scherziamo?!?...



POST SCRIPTUM 2. Ora più che mai, attenti alle provocazioni .



L'appello d'un genitore dopo l'approvazione del decreto Gelmini


A sinistra: un momento dell'incontro di ieri sera a Bresso sul decreto Gelmini, con forte partecipazione popolare.
Buona sera a tutti,

Sono Daniele Quattrocchi, un genitore e un umanista.

Con un gruppo di genitori stiamo sviluppando dei laboratori sull'educazione nonviolenta. Un compito arduo in questo mondo violento e ingiusto.

Sono papà di due bambini piccoli, uno frequenta la scuola materna Cino del Duca, di Bresso. Sono molto preoccupato per il loro futuro e per la loro educazione. Non si tratta solo di ciò di cui si parla maggiormente, dei tagli economici e della disoccupazione che aumenterà, comunque dei problemi gravi, ma soprattutto della direzione impressa da queste decisioni stupide e assurde.

Innanzitutto bisogna sottolineare l'arroganza e il disprezzo con cui vengono imposte dal governo e la violenza con cui si cerca di mantenerle. La censura mediatica e l'intolleranza verso le proteste civili e democratiche della gente che finora ci sono state.

Questa sarà anche la caratteristica dell'istruzione che si vuole imporre per i prossimi anni: autoritaria, conformista e semplicistica.

Si vorrebbero formare individui fornendogli poche istruzioni essenziali, di base, per permettergli di leggere, scrivere e far di conto, cioè le competenze che si richiedevano a una persona istruita 50 anni fa. Quello che basta per lavorare, è meglio che si pensi il meno possibile. Non sono cose che mi sto inventando, sono affermazioni della ministro Gelmini.

Sappiamo benissimo che la scuola ha bisogno di cambiamenti ma non di peggiorare per favorire la scuola privata! Dal testo del decreto Gelmini emerge chiaramente una visione dell'Essere Umano omologato, inteso come un contenitore vuoto da riempire e da disciplinare a cui non si dà voce. Si creerà un ambito scolastico molto numeroso e poco attento dove si avanzerà per meritocrazia, scavalcando gli altri ed emarginando i diversi, stranieri, poveri o disabili che siano.

Ma questo non è niente di nuovo: si tratta solo di adeguare la scuola pubblica al modello pragmatico, competitivo e privatizzatore del sistema in cui viviamo.

Desideriamo invece una comunità che educhi alla solidarietà, alla comunicazione, all'apertura, alla libertà. Dei principi espressi nella Costituzione, la stessa che questi incoerenti vogliono far insegnare alle nuove generazioni.

Guardo attraverso gli occhi dei miei figli e vedo esseri meravigliosi che vogliono comprendere il mondo e avere gli strumenti per superarne i limiti e provare a toccare il cielo.

Proponiamo come primi passi di aderire alla manifestazione nazionale del 30 ottobre e di promuovere un comitato cittadino per la difesa della scuola pubblica che organizzi iniziative nonviolente e si coordini con le realtà delle altre città.


Per contatti la mia mail è daniele6766@yahoo.it








La più bella canzone d'amore

Questa a mio dire è la più bella canzone d'amore di tutti i tempi..e la vostra,qual'è?


The Police:Every breath you take.


 


L’autunno dei poeti

Spiano i spiccioli in tasca


la mano che raccoglie


sotto la pioggia


le foglie mute


che diverranno diamanti.


 


 


Anileda Xeka


 


 


 

Senza titolo 989

  VI PIACEVA IL GRUPPO MUSICALE DEGLI IRON MAIDEN ?  :-)


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Senza titolo 988

  VE LO RICORDATE IL TELEFILM L'ALBERO DELLE MELE ?  :-)


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LE COSE DA NON DIMENTICARE


La nostra società è sempre più formata da persone ultrasessantenni, le quali sono spesso soggette a malattie neurologiche degenerative, come arterio-sclerosi, morbo di Alzehimer, morbo di Parkinson e altre ancora che devastano i corpi e soprattutto la mente cancellandone ricordi e inibendo le capacità.
E' terribile perchè le persone sono "azzerate" nel ricordare e riconoscere fatti e persone nel perdere tutto il loro bagaglio di ricordi che le hanno formate. Un grande fisico Isaac Newton, negli ultimi tempi della sua vita aveva problemi cognitivi e non ricordava quasi più nulla, e per lui che nella mente aveva il suo bagaglio più importante, fu una vera prova dura, che comunque sopportò con pazienza, perchè era un uomo di fede cristiana. Espresse una volta quale fosse il suo grande desiderio a riguardo della sua condizione, e disse: "Che almeno possa conservare il ricordo di queste due cose:
- Sono un grandissimo peccatore.
- Gesù Cristo è un grandissimo Salvatore".
Queste sono le cose più importanti della vita da non dimenticare mai, perchè se riconosciamo di essere peccatori perduti potremo invocare la salvezza di Gesù come nostro Salvatore, e questi "ricordi" saranno la garanzia del nostro futuro eterno.


"Guardatevi dal dimenticare il patto che il Signore, il vostro Dio, ha stabilito con voi..."


(Deuteronomio 4:23)

28.10.08

BELLISSIMI VIDEO

Ciao a tutti, ecco due splendidi video con due versioni differenti di VANDE MATARAM, canto o inno indiano sull'indipendenza dell'India dagli inglesi



http://etnomondi1.splinder.com/post/18691096/ECCO+I+VIDEO+DI+ETNOMONDI


 


 


Senza titolo 987

  QUESTO E' UN VECCHIO TAGLIERE IN NOCE !  L'AVETE MAI VISTO ?  :-)


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Amare i bambini

franca bambina                                                              Immagine Franca Bassi

Avete mai guardato in fondo lo sguardo di un bambino? Vi siete chiesti cosa c'era in quello sguardo sorridente, o delle volte triste? Se amate veramente i bambini, cercate di comprendere le loro esigenze, ricordate che non sono  valigie da depositare in un angolo della sala da pranzo. Non ci hanno chiesto loro di venire al mondo, visto che lo abbiamo fatto noi, AMIAMOLI, RISPETTIAMOLI, cerchiamo di essere presenti alle loro richieste, non  riempiamoli di regali inutili, non serve per la loro crescita. I nostri sbagli ricadranno su di  loro.

Cari amici sono giorni che non riesco a venire nelle vostre case, non riesco a scrivere, ho bisogno di tanta energia per tentare di  salvare la mia vita, il mio onore, sono molto stanca di ricevere violenze  piscologiche, morali e materiali; una parte di me lotta, una parte di me è molto stanca. Spero di tornare presto a scrivere per voi, oggi ho ricopiato un vecchio post, qui vedete la mia immagine pulita, io sono ancora  dentro questa foto. Un grande abbraccio a tutti gli amici, che mi hanno voluto e mi vogliono bene.  Franca Bassi 


Non so


Non so perchè  i bambini
non  fanno più il girotondo.
Non so perchè gli uomini
non finiscono più di
fare le guerre.
Non so perchè  molte
famiglie vanno alla deriva.
Non so perchè
cercano di fare sparire
il sorriso dal mio viso.
Non so perchè questa società
è diventata crudele.
Non so perchè accadono
queste violenze...non so.


franca bassi



Senza titolo 986

  VE LO RICORDATE IL CARTONE ANIMATO ASTRO ROBOT ?  :-)


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27.10.08

Pensiero del Giorno

“Si dice che la sofferenza educhi gli esseri umani. Ma allora,
visto che soffrono da tanto tempo, perché non sono diventati più
saggi? Nel momento in cui sono travolti dalla tormenta, prendono
la risoluzione di non commettere più determinati errori, e
pregano anche il Signore, proprio loro che non pregavano mai! Ma
non appena le cose si sistemano un po', dimenticano velocemente i
loro buoni propositi. Sì, perché soffrire non basta, e se essi
non comprendono perché soffrono né ciò che bisogna fare per non
soffrire più, ricadono nelle stesse debolezze e negli stessi
errori, e ricominciano a soffrire.
Chi soffre ha bisogno di luce per essere illuminato sulle cause
della sua sofferenza e sui mezzi per porvi rimedio, ed ha anche
bisogno d'amore per essere riconfortato e incoraggiato. Si
possono dunque guarire gli esseri dalle loro sofferenze soltanto
sapendosi manifestare nei loro confronti con saggezza e con
amore”.


Omraam Mikhaël Aïvanhov

Senza titolo 985

   L'AVETE LETTA LA FIABA IL LIBRO DEGLI INCANTESIMI ?  :-)


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Petizione internazionale contro Cossiga e Berlusconi

Ricevo da un amico, e volentieri inoltro. Firmate! (Che ci ascoltino almeno all'estero...)





Cari amici ,
un gruppo di precari, allarmati dalle gravi parole di Cossiga
a seguito di quelle di Berlusconi, ha deciso di avviare una petizione internazionale.
Firmate e divulgate, grazie.
Ale

http://firmiamo.it/worriedteachers








Senza titolo 984

  VE LO RICORDATE IL FILM TERESA LA LADRA ?  :-)


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Senza titolo 983

Tra terra e cielo


 


Diviso


lacerato


tra gli slanci del cuore


e la vita che tutto soggioga


sogni


i miei sogni


impauriti cuccioli


smarriti


rintanati


passerotti indifesi


bisognosi di cure


sempre


perché in questo mondo


regna il principio di gravità


come le mele


attrazione fatale


così anche i sogni


dopo incerto volo


rovinano in terra.


 


Pietro Atzeni


 

LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...