11.5.12

Peppino Impastato eroe solo della sinistra? Lui del Pci non ne voleva sapere

articolo  interessante  ,  peccato che nelle ultime righe    pisci  fuori dal vaso   e ritorni  il bieco odio  anticomunista

da  http://www.qelsi.it/


Il 9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui veniva ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro all’interno di una Renault 4 rossa in via Caetani a Roma, moriva a Cinisi, località in provincia di Palermo, il giovane trentenne Giuseppe Impastato, detto Peppino.
Una morte che all’inizio viene liquidata come suicidio o attentato non portato a termine: il corpo del giovane, dilaniato da un ordigno, viene ritrovato la mattina dopo, ad una cinquantina di metri da un binario della ferrovia quasi divelto dall’esplosione. La matrice appare chiara sin da subito: un atto terroristico a sfondo politico, da parte di un giovane “ultra di sinistra” (come riportato dalle cronache dell’epoca) che con l’intento di far deragliare un treno ha costruito una bomba artigianale allo scopo di danneggiare i binari della ferrovia. L’ordigno però è esploso accidentalmente prima che portasse a termine il suo disegno, dilaniando “l’attentatore”. Proprio come Feltrinelli.
Oppure un suicidio, proposito manifestato secondo gli inquirenti attraverso una lettera scritta qualche mese prima, che in realtà era un semplice sfogo .
Niente di tutto questo: grazie al lavoro della madre Felicia, del fratello Giovanni e del “Centro siciliano di documentazione”, la verità viene a galla qualche anno dopo: un attentato, di matrice mafiosa, per cui nel 2001 sarà condannato come mandante a trent’anni di reclusione Vito Palazzolo, braccio destro del boss Gaetano Badalamenti, anch’egli condannato all’ergastolo nel 2002.
Peppino Impastato non era solo un attivista politico. Era anche un ragazzo che combatteva la mafia. Lo faceva a modo suo, con i suoi mezzi. L’ha fatto rompendo con il padre, mafioso, ma anche denunciando le magagne del boss del paese, per l’appunto Gaetano Badalamenti, da speaker dell’emittente locale “Radio Aut”, da lui fondata.
Lo faceva con ironia pungente, satira. Ma anche con coraggio, forse inconsapevole.
Era un ragazzo come tanti, che certo in chiave anti-mafia non può essere ricordato come i giudici Falcone e Borsellino, ma ha pagato allo stesso modo la sua “ribellione”. Con il tempo, dopo la sua morte, è stato trasformato in un eroe, e forse Peppino Impastato stesso, ragazzo timido e un po’ naif, sorriderebbe di questa definizione. Ma soprattutto è stato strumentalizzato politicamente, usato per dare un colore politico e una fazione alla lotta anti-mafia.
Tempo fa ha destato scandalo un manifesto di Casapound dedicato proprio a Peppino Impastato. Si parlò di “appropriazione indebita”, accusa che fa sorridere se mossa da una sinistra che ha fatto di tutto per appropriarsi di uomini di destra come Paolo Borsellino e Giorgio Ambrosoli,  o il giornalista Mauro De Mauro.Peppino Impastato, come simbolo anti-mafia, non può essere né di destra né di sinistra. Esattamente come Falcone, ma anche Borsellino, Ambrosoli o De Mauro. E se proprio si vogliono ricordare le sue idee, lui che era sì uomo di estrema sinistra e svolgeva attività politica,  non si può trascurare che, per il medesimo discorso dell’”appropriazione indebita”, non potrebbe essere oggi celebrato dagli esponenti degli attuali partiti nati dall’ex Pci. Pd in primis.
Peppino Impastato del Pci non ne voleva sapere.
Conosce Stefano Venuti, pittore e fondatore della sezione Pci della zona, in giovanissima età. Tra i due si crea un rapporto di amicizia e reciproco rispetto, che continua negli anni a venire. Ma Peppino Impastato rompe con il Pci sin dal 1968, all’età di 20 anni, e i rapporti peggiorano fino a diventare conflittuali nel 1974, quando il partito entra nella giunta comunale di Cinisi con la Dc.
Tant’è che Impastato si iscrive prima nel Psiup, poi a Democrazia Proletaria, lista per la quale si candida alle comunali del 1978.
C’é ben poca differenza, per Peppino Impastato, tra Pci e Dc. Tanto che nelle sue trasmissioni radiofoniche denuncia le magagne di entrambi i partiti, ovviamente sempre a livello locale. Un aspetto forse un po’ troppo trascurato da parte di chi oggi lo identifica solo come “martire di sinistra”.
Persino nel bel film di Marco Tullio Giordana, “I cento passi”, ispirato alla vita di Impastato, appare una scena che non ha nulla di biografico: le elezioni comunali incombono, e il giovane si reca dal pittore Stefano Venuti ad annunciargli la sua intenzione di candidarsi per Democrazia Proletaria, chiedendogli quasi il permesso. Un episodio mai accaduto, e che non sarebbe mai potuto succedere: Peppino Impastato con il Pci aveva già rotto da anni, ed era ben contento di candidarsi contro. Una revisione un po’ tendenziosa e faziosa, persino in un film diffuso trent’anni dopo la sua morte.
Tra i nemici di Peppino Impastato non c’erano solo la mafia e la Dc, ma anche e soprattutto il Pci. Quando muore, in piena campagna elettorale, pochi giorni prima delle elezioni e prima di essere eletto ugualmente perché gli abitanti di Cinisi decidono di votarlo anche da morto, i rapporti con il Pci sono a dir poco pessimi. E molto tesi, soprattutto in campagna elettorale.
Appropriazione indebita?
Prima di denunciarla, siamo sicuri che Peppino Impastato non si sentirebbe offeso dall’essere omaggiato dall’attuale centro-sinistra nato da una costola del Pci?

10.5.12

de andrè le storie d'ieri più attuale che mai

ringrazio l'amico  tassinari per il video




Mio padre aveva un sogno comune 
condiviso dalla sua generazione 
la mascella al cortile parlava 
troppi morti lo hanno tradito 
tutta gente che aveva capito. 

E il bambino nel cortile sta giocando 
tira sassi nel cielo e nel mare 
ogni volta che colpisce una stella 
chiude gli occhi e si mette a sognare 
chiude gli occhi e si mette a volare. 

E i cavalli a Salò sono morti di noia 
a giocare col nero perdi sempre 
Mussolini ha scritto anche poesie 
i poeti che strade creature 
ogni volta che parlano è una truffa. 

Ma mio padre è un ragazzo tranquillo 
la mattina legge molti giornali 
è convinto di avere delle idee 
e suo figlio è una nave pirata 
e suo figlio è una nave pirata. 

E anche adesso è rimasta una scritta nera 
sopra il muro davanti casa mia 
dice che il movimento vincerà 
il gran capo ha la faccia serena 
la cravatta intonata alla camicia. 

Ma il bambino nel cortile si è fermato 
si è stancato di seguire gli aquiloni 
si è seduto tra i ricordi vicini i rumori lontani 
guarda il muro e si guarda le mani 
guarda il muro e si guarda le mani

Keith, il graffittaro di Matteo Tassinari

.

I "Radiant babies" di Haring

di Matteo Tassinari

E’ il 1980. Metropolitana di New York. Un ragazzo dinoccolato, con gli occhiali tondi e piccoli, disegna con un gessetto bianco, vecchi pannelli e setole lift o right che ricoprono vecchi manifesti pubblicitari. La gente lo guarda stupita dalla velocità dell'esecuzione artistica di quel giovane armato di bombolette spray fino ai denti. Deve finire in fretta, prima che arrivi la polizia, ma spesso non riesce a scappare in tempo. Ha passato molte notti in numerosi distretti di polizia. Dischi volanti, bambini che camminano a carponi, cani a sei zampe, il volto di un topolino, cingolati stilizzati, sottomarini in mari d'acqua rossa, sono i segni che compongono la "geroglificità" di Keith Haring, l’artista americano ucciso dall’Aids a 32 anni

Keith Haring

Destinato a diventare uno degli esponenti più rappresentativi e originali della corrente neo pop, Haring nasce in Pennsylvania nel 1958. Inizia a lavorare per le strade di New York negli anni ottanta, quando l’espansione e la passione per l'arte contemporanea trova il suo apiceFiglio della cultura di strada, parto felice della cosiddetta Street Art Newyorker, prima della sua consacrazione all'interno del mondo “ufficiale” dell’arte mondiale. Nel 1978 entra alla School of Visual Arts di New York, diventando noto nei primi anni '80 con i Murales realizzati nelle metropolitane e, più tardi, con i lavori esposti qua e là, fra Club e assembramenti di vario genere e "vernissage" più o meno improvvisati inzuppati d'alcol

 Tributo a Keith Haring


Ma qual è il significato delle storia artistica di Haring? Nient’altro che offrire finestre sull’immaginario. Personaggi e paesaggi arrivati dal sogno sono talmente affascinanti che alcuni collezionisti li hanno strappati e rubati, notte-tempo, dai metrò. Viaggiatore esistenziale ed artistico, Haring, trova le sue radici artistiche proprio nel surrealismo europeo

Post on line

Amelya, una mia cara amica, mi ha ricordato che di Keith Haring c'è traccia, eccome, anche in Italia. Nel muro della stazione Leopolda di Pisa, decine di artisti italiani, ricordarono Keith disegnando un Murales che riporto qui sotto linkatomi dalla cara Amelya. Da ricordare, inoltre, che Keith Haring scelse Pisa per disegnare nel 1989 "Tuttomondo", opera di 180 metri quadrati e ultimo capolavoro prima della sua morte. Per questo Pisa lo ricorda e ringrazia il più grande graffettista al mondo
Il Murales disegnato da numerosi artisti a Pisa dedicato a Keith Haring

L’intreccio fra sessualità e macchine, evidenziano un aspetto della più vasta tematica del repertorio di Haring, e intuisce come la Tv e il computer, s’intrecceranno fra esseri umani come quasi fossero diventati un prolungamento della nostra vita quotidiana. E’ una visione apocalittica che vede l’individuo, come vittima delle macchine. Lo accoglie, ti pareva, sotto la sua ala protettiva Andy Warhol, il guru della Pop Art. Haring viene introdotto così e forse rovinato per un breve periodo a fenomeno di massa, come voleva il mecenate dai capelli grigi a caschetto stile spaghetti e di origini slovacche, nel mondo della Pop Art di New York. Conosce gli esponenti più singolari del graffittismo di frontiera, emergendo dalla scena artistica newyorkese durante il boom del mercato dell'arte degli anni ’80, avvicinato da artisti del livello di Michel Basquiat, Richard Hambleton e Barbara Kruger 
Sopra, lo stile "Radiant babies"

Nel 1982 allestisce la prima mostra personale, a cui seguono una serie di successi internazionali. Partecipa a prestigiose mostre collettive e alla fine del 1983 tiene una personale dal gallerista armeno Sheprasi. Qui intraprende un viaggio nella scultura, costruisce totem che ricordano gli antichi rituali degli indiani, ma ricordano sempre il diritto al disordine e al caos. Occupa inoltre un palazzo in Times Square realizzando la mostra Times Square Show. Nel 1985, decide di riprendere la sua attività di grafettista all’aperto, attraverso la realizzazione di Murales come nella tradizione messicana, un ritorno alle origini di ciò che consacrò il suo successo. Fino ad una pittura con soggetti politici, religiosi o etnici. Dipinge nel centro di Manhattanshop Central, un muro lungo15 metri alto 2, un plot semiotico contro il Crack, la droga che uccide in 3 o 4 mesi, intitolato dall'artista stesso semplicemente: “Crack is wack”, tradotto, “Il crack è una porcheria”. A partire da queste operazioni legate alla cronaca, Haring, adotta il metodo "Murales" per denunciare la seduzione del male e sottolineare il suo impegno personale nel sociale. Da qui inizia ad essere tempestato di commende di lavoro per amministrazioni comunali come Boston e San Francisco. In questo fermento d'idee e opportunità di lavoro,  Parallela alla produzione dei Murales viaggia anche il pittore, sesso e visionarietà ricordano i dipinti di Hieronymus Bosch, secondo Stephane Cosman Connery, noto e temuto gallerista di New York ma nelle mani di Christie, società americana internazionale che offre aste d'arte nata nel 1766 e acerrima, quanto spregiudicata rivale del suo equivalente europeo, la casa d'asta londinese Sothebys

Video retrospettiva dedicata alle opere di Keith Haring

Nel 1986 apre il primo Pop shop personale a New York, dove il pubblico può acquistare gadgets e guardare l'artista al lavoro e comprare produzioni dell'artista quotatissimo già da vivo, cosa che accade, come saprete, raramente, soprattutto con gli artisti nati e arrivati dalla strada, come l'amico Basquiat ennesima riprova del colpo di genio. Ormai giunto all’apice del successo, nel 1986, in un’intervista al Rolling Stone American dice pubblicamente di essere in stato di Aids conclamato. Morirà due anni dopo, all’età di trentadue anni il 16 febbraio 1990. I suoi "Radiant babies" (meglio conosciuti come gli omini che irradiano) e i "Barkings dogs" (cani che latrano), immersi in un flusso grafico che ha dato vita a un linguaggio visuale inedito e inconfondibile, e che colorano tutt’oggi spazi ad alto contenuto artistico e pubblico in molte città del mondo, Londra, Mosca, Berlino, New York... Opere d'arti per il gusto di chi ha fame d'immagini: “Mi è sempre più chiaro che l'arte non è un'attività elitaria riservata all'apprezzamento di pochi. L'arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare”. (Keith Haring).

Addio allo scrittore Stefano Tassinari



Ha combattuto con ostinata serenità per otto anni contro la malattia. Ecco tutta la sua carriera
 Lascia il tuo ricordo

Bologna, 8 maggio 2012 
Stefano Tassinari, scrittore e organizzatore culturale, è morto ieri sera dopo aver combattuto con ostinata serenità per otto anni contro la malattia” (guarda le foto). E’ quanto fa sapere una nota del Comune di Bologna.“Alla moglie che gli è sempre stata accanto con dedizione e passione, ai familiari e agli amici voglio esprimere il mio personale cordoglio e quello dell’amministrazione comunale tutta”, aggiunge il sindaco Virginio Merola.Tassinari, nato a Ferrara, aveva 57 anni.Dopodomani, giovedì 10 maggio, dalle 9 alle 18, nella Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio verrà allestita la camera ardente per l’estremo saluto a Stefano Tassinari.

La carriera di Tassinari
Tassinari ha pubblicato cinque romanzi e suoi racconti sono presenti in una decina di antologie, pubblicate in Italia e all'estero. Tra i suoi libri ''All'idea che sopraggiunge'' (Corpo 10, 1987), ''Ai soli distanti'' (Mobydick, 1994), ''Assalti al cielo. Romanzo per quandri'' (Calderini, 1998; Perdisa, 2000), e il cd letterario ''Lettere dal fronte interno'' (Mobydick, 1997, con musiche di Roberto Manuzzi e la partecipazione di Mauro Pagani). Per la Marco Tropea Editore sono usciti ''Il vento contro'' (2008), dedicato alla figura del militante trotskista Pietro Tresso detto Blasco, ''L'amore degli insorti'' (2005), ''I segni sulla pelle'' (2003) e ''L'ora del ritorno'' (2001). ''L'ora del ritorno'', ''I segni sulla pelle'' e ''L'amore degli insorti'' rappresenta una sorta di trilogia della memoria: dopo una vicenda di lotta partigiana e una sui giorni del G8 a Genova, Tassinari ha chiuso il suo progetto con una storia che parla della sua generazione e in particolare degli anni Settanta.
Dopo aver pubblicato cinque romanzi "a impianto storico", incentrati sui grandi conflitti del Novecento, Tassinari e' tornato nel suo ultimo libro, ''D'altri tempi'' (Edizioni Alegre, 2011) al "passo breve" dei racconti. Dieci testi tutti legati tra loro e incentrati su personaggi e fatti reali: dall'ex chitarrista dei Rolling Stones, Brian Jones, ai due studenti uccisi dalle forze dell'ordine, Roberto Franceschi e Francesco Lorusso; dal Festival di Parco Lambro alla morte in un manicomio giudiziario dell'attrice del Living Theater, Carolyn Lobravico; dal "Bloody Sunday" irlandese ai desaparecidos argentini e all'ultimo prigioniero garrotato dal regime di Francisco Franco; dalla discussa eliminazione del leader del Black Panther Party all'apertura degli ospedali psichiatrici. Storie "D'altri tempi", che riportano il lettore dentro gli ambienti generazionali, politici, culturali e psicologici degli anni Settanta.
Autore di testi teatrali, letture sceniche e di programmi radiofonici per Rai Radio 3, Tassinari e' stato ideatore e direttore artistico di varie rassegne letterarie, tra le quali ''La parola immaginata'' e ''Ritagli di tempo'' (Itc Teatro di San Lazzaro). Tassinari e' stato autore di documentari televisivi girati, oltre che in Italia, in Nicaragua, Spagna, Francia, Portogallo ed ex Jugoslavia. Ha curato la messa in scena di decine di opere letterarie di scrittori italiani e stranieri, collaborando con attori (tra gli altri Leo Gullotta, Marco Baliani, Ottavia Piccolo, Antonio Catania, Matteo Belli, Ivano Marescotti, Laura Curino e Renato Carpentieri), musicisti (tra gli altri Paolo Fresu, Riccardo Tesi, Mauro Pagani, Yo Yo Mundi, Te'tes de Bois, Mario Arcari, Armando Corsi, Antonello Salis, Daniele Sepe, Patrizio Fariselli, Jimmy Villotti, Paolo Damiani e Gianluigi Trovesi) e fotografi (Mario Dondero, Giovanni Giovannetti, Tano D'Amico, Raffaella Cavalieri, Luca Gavagna e Dario Berveglieri).
Vicepresidente dell'Associazione Scrittori Bologna, ha scritto di letteratura su quotidiani e riviste.Tassinari e' stato direttore e fondatore di ''Letteraria'' (rivista semestrale di letteratura sociale), legata dapprima ai nuovi Editori
Riuniti e poi dal 2010 alle Edizioni Alegre.

LETTERA APERTA A VALENTINA NAPPI sul suo post del suo blog del 10\5\2012t del

Spett  Valentina 

Leggendo il tuo blog , pieni di spunti  e argomenti interessanti   che  permettono di conoscere meglio la  tua persona  e non identificarti solo  come  un attrice  , mi   chiedo  ma   che  cavolo lo fai un blog  ) non permetti alla  gente  , anche  con moderazione o sotto registrazione  , di commentare. Lascio qui il mio commento  al tuo ultimo post

                                        suicida a Pompei io non provo nessuna pena 



Non provo nessuna pena per la persona che oggi si è suicidata a Pompei lasciando una lettera contro Equitalia. Nessuna pena. Solo disprezzo. Puro disprezzo.E disprezzo anche il vescovo, che ha proferito le seguenti, a mio avviso squallide, parole: ”La gente si sente abbandonata. Anch’io durante la supplica ho detto di sentirmi abbandonato dalle istituzioni. Anche Gesù sulla croce si è lamentato: sono vicino e solidale ai familiari di quest’uomo”. Accostamento indegno. Specie perché si tratta di un suicida, e a parlare è un vescovo cattolico.


  che mi sembra  un  troppo cinico  , e troppo (  scusami  per la vecchia parola  desueta    sempre più dal punto  di vista  politico e  culturale  in quanto : <<  ( ...) Oggi Contessa ha cmbiato sistema,si muove fra i conti cifrati / ha lobby potenti ed amici importanti /e la sua arma più forte è comprarti,/la sua arma più forte è comprarti !/ (....)  non rinnego la mia vecchia strada /
L'utopia è rimasta la gente è cambiata,/la risposta ora è più complicata! >>   da  Mia dolce  rivoluzionaria dei Mcr  qui il resto  della canzone   ) Classista 

Posso capire  il tuo disprezzo  verso  il prete  perché magari sei atea  o  lo giudichi ipocrita .Ma  ma non verso chi si è suicidato perchè : << ( ...) Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri (....)  >> da 


Hai, scusa  la  durezza ma io preferisco la chiarezza la franchezza  anche se dura all'ipocrisia e   al tutto va bene , il  cinismo gratuito , hai perso un'occasione  per tacere . Ora  non è che voglia metterti  bavagli  di sorta  , ma avrei preferito  il silenzio ( in questo caso vedi video sopra  )  è la soluzione migliore  sia  al cinismo che al buonismo di circostanza . 
ciao  è stammi bene

intervista macata a Valentina Nappi


Credevo che  dopo Moana  Pozzi  le pornostar successive  , non ci fossero più pornostar  con  cervello invece  ,  guardando  ( in  replica  non ho fatto in  tempo a vederlo il  30 maggio  , il  programma   della  Costa Magna  trovate  sotto il video  )   ho scoperto Valentina Nappi  foto  a   sinistra   
dal suo blog http://www.inpuntadicapezzolo.it
Su di  Lei  alcuni dicono su che ,----  il  resto sono  solo  offese gratuite  che neppure  riporto  talmente  sono volgari  e  poco utili al post    , altre  che  parlano senza  comprendere  e  giudicano  \  condannano  : <<  Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. Credo che per credere, certi momenti ti serve molta energia  monologo  di  Freccia  alla radio tratto   dalla  pagina radio freccia  di  wikiquote.org  citazioni sul  film  radio freccia    )  ----  << Il porno risponde ad esigenze umane semplici, chiamale banali. Perchè senti il bisogno di intellettualizzarle >>oppure << Non ha un briciolo di erotismo sta ragazza, ostenta una sicurezza nel parlare di quello che fa che ancora deve maturare. In quest'intervista sono tutti a disagio, nessuno è pronto a sentir parlare cosi apertamente di porno. Tale mestiere non va capito nè tanto meno spiegato, o si accetta o no. da Alessiuccia1234 commentando il video di youtube che trovate sotto >> . Concordo con questo  secondo commento perchè ma per me il sesso non è banale sono il potere ( chiesa stato , morlae di chi comanda ) che lo rendono tale . è come la libertà è un bisogno fondamentale perchè l'uomo essendo animale è nato libero , ma poi s'è imprigionato mandando a fanculo tutto .
Lei mi sembra   ed  è per questo  che ho deciso  d'intervistarla  ( almeno per ora ,sempre che non venga , ma non credo vedendo come risponde alla costa magna e  alla Pivetti    



venga fagacità dai media e gli succeda come è successo a kurt cobain  foto  a sinistra   ) una che va in direzione ostinata e contraria coem sembra di capire da come si presenta nel suo blog : << Adoro quel tripudio di sensazioni che è la vita e amo il sesso. Mi piace mettere costantemente in relazione il sesso con tutti gli altri aspetti della vita. Ho uno stile di vita un po’… “fauve”: i colori accesi della mia sessualità sono i colori di Matisse, del Sacre du printemps, di Positano….
Sogno un porno che occupi un posto di primissimo piano nel mondo della cultura. Il grande porno non deve avere meno dignità della grande architettura o del grande design. È colpa della sessuofobia – vi siete mai chiesti perché sono stati pochissimi, finora, i grandi architetti/designer che “ci hanno messo la faccia” nel disegnare sexy toys? eppure un sexy toy NON è certamente un oggetto più “scemo” di tanti altri oggetti d’uso quotidiano con cui i più grandi si sono ampiamente cimentati – dicevo, è solo colpa della sessuofobia se si considera il porno un ambito “a parte”, di serie b, da confinarsi entro un ben preciso recinto. Il porno non è “mercificazione” più di quanto sia mercificazione la vendita di libri, di musica, di disegni, di software. Pensare che soltanto il sesso debba essere “non vendibile” significa paradossalmente collocarlo in una sfera più alta e “intoccabile” rispetto a tutto il resto, mentre io credo sia un ambito come tutti gli altri, che non vada separato dagli altri e che possa e debba dialogare con gli altri.>>

  Ecco quello  che  , lascio  nel vento  questo mio  Sos  \  Message in a Bottle 







  magari lei  o chi  legge questo post   come mi  è capitato anni fa    anche se in un contesto diverso  con Paolo Tarchi   mi risponda mesi  dopo , quella  che   avrebbe dovuto essere la mia intervista  ma  lei  non ha  , gli ho scritto per  4  giorni a http://www.inpuntadicapezzolo.it/contatti  forse  non ha  voglia  , tempo  , oppure  non sono un giornalista da salotto tv come  Costamagna  o come Maurizio  Costanzo oppure la  tesi più  probabile  è  lo dice lei  stessa  in questo post e in quest'altro   nel  suo blog 


quando hai preso la decisione di entrare nel porno ?
prostituzione  in quartieri a luce rossa  o  case  chiuse  ?
esiste secondo  te la pornodipendenza ?
vista  la tua sensualità erotica perchè  ha scelto il porno anzichè l'eros  ?
ho letto da qualche parte non ricordo dove perchè ho riformattato il pc : << che il porno possa essere un territorio di ricerca, non c’è dubbio ma, dipende dal tipo di porno, quello di youporn e pornotube non è certo l’avanguardia della libertà sessuale. Mi sembra solo un’altra de “il prodotto sono io” >> che ne pensi ?
melissa p ( cento colpi di spazzola ... 2003 , L'odore del tuo respiro 2005 e l'altro sagggio del 2006 . poi mi ha stancato l'ho trovata conformista e noiosa ) o carolina cutolo ( pornoromantica ) ?
conformismo o trasgressione ?
esibizionismo o normalità ?

9.5.12

sogno

ricollegandomi a questo e questo mio post precedente   prendo questa poesia da  fb   di  un amica  ,  inizialmente  non sapevamo chi fosse  poi Daniela Lupi ci ha  citato la  fonte  Thomas Borge, Nicaragua


‎"L’uomo che non è capace di sognare


è un povero diavolo.
L’uomo che è capace di sognare
e di trasformare i sogni in realtà
è un rivoluzionario.
L’uomo che è capace di amare
e di fare dell’amore uno strumento per il cambiamento
è anch’egli un rivoluzionario.
Il rivoluzionario è quindi un sognatore,
è un amante,
è un poeta,
perchè non si può essere rivoluzionari
senza lacrime negli occhi
e senza tenerezza nelle mani."

AGAIN - original song&videoclip by Mila [ quando una canzone che ti prende l'anima ]

dopo aver ascoltato  questa canzone   con  la traduzione presa dal video



Le stelle sono lontanissime,
e per noi che alziamo al cielo lo sguardo
una stella è la sua luce
che impiega anni di viaggio per raggiungerci,
nonostante corra veloce.
Spesso vediamo luce di stelle che non ci sono più.
Stelle vive e stelle morte
risplendono in egual misura.
Sai distinguere le une dalle altre se
una stella è la sua luce?



e quello che segue  dal  sito ufficiale dell'autrice  ( lo riporto cvon il cattura schermata perchè il tipo di programma con cui è  fatto il suo sito non permette il copia e incolla )  vincitore della Menzione Speciale al Videofestival internazionale di Imperia 2012 e Finalista al concorso Nickelclip (festival di Nichelino-TO) 2011



ma  poi  a  chiedermi  se serve ricordare  e  coltivare la memoria  ?   ma poi penso ma che  c.... sto elucubrando  una persona senza ricordi  belli o brutti è un nulla  è come  il protagonista  del romanzo   e  dalla  trilogia  omonima   discreta  la  1 di  Wolfgang Petersen ( 1984 )  e  andando   via   decrescendo   dalla    2  ( 1990 ) di George Miller, di   fino ad   scadere  nel .....  ehm, patetico  e dozzinale   della  3  (  1994 )  di  Peter MacDonald )  di La storia infinita  romanzo di Michael Ende.
E poi   i nostri ricordi beli o brutti    sono insieme ai sogni   sono quello  che ci  impedisce la piattezza della  vita  



(  qui il testo e qui la traduzione  ) 
 e    sono  uno dei pochi elementi di certezza  che  ci permettono di rialzarci quando cadiamo   buttati giù dalle onde del mare  in  cui navighiamo  





il mio contro 9 maggio altro che i notabili ambiqui o poco coraggiosi perchè magari sapesevano ma non hanno fatto niente come Moro






Lunga è la notte
e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi
di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento
a riportare la luce,
nè il canto del gallo,
nè il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte,
senza tempo,
infinita.

P. Impastato
( 1948-1978 ) 

per  chi volesse saperne di più  http://www.peppinoimpastato.com  oppure  con queste   due ( l'ultima  è per  salutarlo )  scene del film cento passi


















8.5.12

eroi per forza ed eroi veri


non quelli che la stampa , ancora   influenzata   da  (  proprio  come la canzone che sto ascoltando in questo momento )  dai  : << 
  >>ci vuole far  credere  a tutti   i costi come  eroi    1) i morti dell'attentato  delle  due  torri  a NW (  11  settembre  2001 ) ., 2  )   o quelli  morti  nell'attentato -strage  di  Nassyria (12 novembre 2003 )  oppure   come  si continua  a credere  ( anche se   ormai sono solo i nostalgici  ) . In quanto  i primi  ( la  maggior parte  )  lavoravano  o  andavano  semplicemente al lavoro   è sono stati vittime  di un attentato islamico  secondo la versione ancora  molto diffusa    per  chi crede alle  versioni ufficiali o meglio alle "verità" della televisione  (   per  dirla  come un poeta   ) o  dagli stessi  Servizi  segreti Usa  o  terroristi \ servi pagati da loro  come dimostrano le molte ombre   e  falle  della versione ufficiale    e  su cui  non mi soffermo oltre   perché non è questo e il post  I secondi invece sono vittime   di  una guerra   sia  che  siamo andati volontari  credendo in buona fede   che fosse una missione di pace    o  per motivi   economici  e soldi facili ( con questa  crisi succede  )  o ancora   mandati al macello                        
 ma   questi  che  riporto  sotto --  e  ce  ce ne sarebbe altri\e , alcuni\e  li trovate  nei  miei   e nostri post precedenti    sia   del vecchio ( ormai migrato qui ) blog   di splinder  sia in questo  attuale  -- lo sono o perchè  lo hanno voluto








(cognome, nome e professione)Guido Rossa, operaio e sindacalista. Medaglia d’Oro al valore civile alla memoria
(luogo e date di nascita)Cesiomaggiore (Belluno), 1° dicembre 1934
(luogo e date dell'attentato) Genova, 24 gennaio 1979
(luogo e date di morte) Genova, 24 gennaio 1979
(descrizione attentato)
Un commando di brigatisti composto da Riccardo Dura, Vincenzo Gagliardo e Lorenzo Carpi si apposta in via Umberto Fracchia (quartiere di Oregina) nei pressi dell’abitazione di Guido Rossa. All’uscita di casa del sindacalista per recarsi al lavoro, alle 6.30 del mattino, lo uccidono al volante della sua auto. L'intento iniziale era quello di colpirlo alle gambe.
Circa tre mesi prima Rossa aveva denunciato e fatto arrestare Francesco Berardi, fiancheggiatore B.R. attivo all’interno dell’Italsider.
L’autore materiale dell’omicidio, come accertato in seguito, è il brigatista Riccardo Dura che il 28 marzo 1980 è ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia nel covo di Via Fracchia a Genova insieme ad altri terroristi.
Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini conferisce a Guido Rossa la medaglia d’oro al valore civile alla memoria.
Rossa lascia la figlia sedicenne e la moglie.
(biografia)Operaio sindacalista dell’Italsider di Cornigliano (Ge). La sua morte incide profondamente sul clima delle fabbriche del Nord, rendendo evidente l'irreversibile deriva delinquenziale dell'eversione di sinistra.
(rivendicazione, autori)Una telefonata al “Secolo XIX” rivendica l’assassinio del sindacalista da parte delle Brigate Rosse.


 scheda  tratta  da http://www.vittimeterrorismo.it/memorie/schede/
Paolo Giaccone è un medico legale, viene ucciso da Cosa Nostra nel 1982 a Palermo;Fulvio Croce, presidente dell'Ordine degli avvocati di Torino, cade in un attentato delle Brigate Rosse; Angelo Vassallo, il sindaco - pescatore e ambientalista di Pollica nel Parco del Cilento, muore in un agguato nel settembre 2010; Carmelo Iannì è un tranquillo albergatore che viene ammazzato dalla mafia nel 1980 vicino Palermo.

Che cosa hanno in comune queste persone? Ė gente normale che fa cose normali. Eppure, proprio per questo, sono eroi. Il nostro, infatti, è uno strano Paese, da noi il male è così radicato, così normale, così di tutti i giorni che per essere combattuto richiede eroi normali, che facciano soltanto il proprio dovere. Soltanto quello che va fatto e basta.



Gli eroi vincono le battaglie. Gli eroi normali, a patto di non lasciarli soli, di non dimenticarli, possono vincere le guerre.





oppure  tutti  quelli  che nello svolgimento del proprio lavoro, all’interno delle istituzioni dello Stato e nella società civile, o al di fuori  d'entrambi  hanno messo la mano davanti a un treno in corsa, pagando con la vita il proprio atto di coraggio, il proprio rigore etico e professionale.

Persone che pur minacciate sono rimaste al loro posto, non hanno disertato, hanno continuato a lavorare in difesa della legalità fino ad arrivare ad un punto di non ritorno. Sono le storie di servitori dello Stato e di semplici cittadini, impegnati nella vita e nella professione con passione; esempi di coscienza civile che la memoria collettiva del nostro Paese ha la necessità e il dovere di ricordare e di difendere. la storia di Nicola Calipari (titolo della puntata: “Nicola Calipari, in quel luogo e in quel momento”), un poliziotto atipico, colto e gentile, con un grande senso dello Stato. Dagli inizi della sua carriera in Calabria, dove contrasta le attività criminali della ‘Ndrangheta, alla Seconda Guerra del Golfo, in Iraq, dove è presente come capo del reparto delle operazioni speciali all’estero del SISMI. A Baghdad nella notte del 4 marzo del 2005 il destino di Calipari si incrocia con quelli di altre due persone in modo fatale: il soldato statunitense Mario Lozano e la giornalista italianaGiuliana Sgrena appena liberata dopo un rapimento. Calipari viene ucciso, mentre con il proprio corpo fa scudo alla giornalista.Di cui    si è occupata  la  prima puntata   di Lucarelli  racconta   un programma di Carlo Lucarelli, Giuliana Catamo, Paola De Martiis, Alessandro Patrignanelli.   andata  in onda  ieri su rai 3   e  di cui  : <<  (...)  Alle singole storie fanno da sfondo i problemi irrisolti del nostro Paese: le organizzazioni mafiose, le zone grigie di connessione tra politica e criminalità, l’assenza dello Stato, il terrorismo, l’emarginazione culturale e sociale, la pericolosità dei meccanismi economici e finanziari. Temi alti e impegnativi, adatti al pubblico del terzo canale, in una serata d’esordio caratterizzata dalla politica e dal dominio della fiction di Rai1.>>( da http://www.davidemaggio.it  qui per   l'articolo integrale 




oppure  e  qui  concludo   quelli   che lo sono  per  caso  per  parafrasare  questo film 


alla prossima

ecco cosa rispondere a chi mi chiede cosa è il jazz

Nei  giorni  scorsi    un mio amico  era venuto a prendermi per uscire  e  mentre aspettava  che mi finissi di radermi  , sente provenire dallo stereo  di  camera mia   questo pezzo di jazz


 Quando   entro in camera mi chiede :<< niente male  'sto pezzo  >> prendendo la copertina del cd << non sapevo che fosse  jazz .  Visto che  sei un esperto [ in realta  sono  uno  che  si appassiona   ,  uno che sà  di non sapere e  che non pretende, anche se non sempre  ci riesce ad applicarlo , di sapere tutto ed  essere onnisciente ]  di musica   , cosa  è 'sto jazz  ?>>
Inizialmente  ero tentato   di rispondergli    banalmente   con alcuni suggerimenti   video  ( che   qui  riporto sotto





o suggerendogli   :1 ) questa pagina di   di wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Jazz 2)  questo film   ( vedere  sopra  la scena iniziale  )   3)  la storia a fumetti di   Topolino (numero 2737) : <<  La vera storia di Novecento >> parodia del monologo da cui è tratto anche questo film, sceneggiata dallo stesso Baricco. Il pianista in questione è interpretato da Pippo, mentre il trombettista è Topolino. (  foto a destra  ) ad essa  "collegata"  o quella di Bollani  e Paperino ( qui dettagli  )   topolino n 2808 .
Ma mi sembra   troppo   da spaccone , da saccente  , ecco  che gli ho suggerito  questo  articolo  del sito non italiano  ( la  rai  ormai   salvo quela isola felice  copia  se  non tutt'uno con mediaset e trasmissione  cosi  se  le  sogna  o se ci sono arrivcano  dopo anni luce  ed ad orari assurdi    )  di una tv culturale francese







  con relativo articolo   sotto  

Le jazz comme outil éducatif, le jazz comme force de paix, le jazz comme vecteur de dialogue, de compréhension, de coopération entre les peuples… Tels sont les arguments à l’origine de la désignation du 30 avril comme Journée internationale du Jazz par l’Unesco lors de la Conférence générale de novembre 2011.
Sur ARTE Live Web, nous partageons cette vision du jazz. Et nous diffusons régulièrement des concerts qui tiennent tout autant de la rencontre que de l’édification d’un langage universel où les spécificités de chacun sont respectées est mises à profit d’une entreprise globale constamment en mouvement, et respectueuse de l’autre.
Nous sommes donc particulièrement heureux et fiers de pouvoir participer à cet évènement en retransmettant ce concert qui réunit, autour d’Herbie Hancock, George Benson et Marcus Miller, la crème de la crème du jazz, et ne pouvons que souscrire aux mots d’Irina Bokova, Directrice générale de l’Unesco : « Tout au long de son histoire, le jazz a été un moteur de transformations sociales positives et l’est encore aujourd’hui. C’est pourquoi l’Unesco a créé la Journée internationale du jazz. Depuis ses origines enracinées dans l’esclavage, cette musique a fait entendre sa voix passionnée contre toutes les formes d’oppression. Elle est une langue de liberté qui parle au cœur de toutes les cultures. »
Retrouvez Herbie Hancock et encore plus de  Jazz à L'unesco sur ARTE.Tv






se si rendesse la prostituzione la stato ci guadagnerebbe e i cittadini non sarebbero strangolati da tassse e troppi sacrifici


 voi che ne  pensate   ?

Addio a Mauro Morandi, «Robinson Crusoe contemporaneo»,ed ex custode dell'isola di Budelli .

da msn.it  Addio a Mauro Morandi, «Robinson Crusoe contemporaneo», originario di Modena, che per 32 anni ha vissuto da solo nella piccola is...