Ora è vero che il rap ,soprattutto derivaro\ il sottogenereTRAP , contengano testi misogeni , violenti , insomma un linguaggio tossico e violenza verbale meglio noto come hate speech . Ma come dice colui che l'ha proposta ) , il docente ordinario di linguistica italiana Fabio Rossi, ( vedere l'articolo sotto ) in modo più argomentato e in maniera molto più competente di me esiste rap e rap , e quindi tale paura è sintomo rispetto a quanto ho già detto nel post : « le paure ed i dubbi inutili,insieme al complottismo e alla disinformazione fanno aumentare le opposizioni alla donazione di organi » & d'ignoranza del mondo reale e il volersi chiudere nel pregiudio e in una torre d'avorio mentre il paese reale procede tra come ho detto in un precedente post regressione ed innovazione ed cerca tra alti e bassi . Ora << So che riprenderò\il mio giusto tempo\per non sopravvivere\solo monumento >> mentre l'intellighenzia politico culturale rimane e << si respira un'aria immobile\controvento non si piscia più\dentro un sogno di radici e di bandiere >> ( da Resistenza marzo '95 -Mau Mau )
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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21.4.25
c'è rap e rap , ma ancora si considera solo l'aspetto negativo il caso della mancata laurea a horem di Marracash, pseudonimo di Fabio Bartolo Rizzo[2]
Ora è vero che il rap ,soprattutto derivaro\ il sottogenereTRAP , contengano testi misogeni , violenti , insomma un linguaggio tossico e violenza verbale meglio noto come hate speech . Ma come dice colui che l'ha proposta ) , il docente ordinario di linguistica italiana Fabio Rossi, ( vedere l'articolo sotto ) in modo più argomentato e in maniera molto più competente di me esiste rap e rap , e quindi tale paura è sintomo rispetto a quanto ho già detto nel post : « le paure ed i dubbi inutili,insieme al complottismo e alla disinformazione fanno aumentare le opposizioni alla donazione di organi » & d'ignoranza del mondo reale e il volersi chiudere nel pregiudio e in una torre d'avorio mentre il paese reale procede tra come ho detto in un precedente post regressione ed innovazione ed cerca tra alti e bassi . Ora << So che riprenderò\il mio giusto tempo\per non sopravvivere\solo monumento >> mentre l'intellighenzia politico culturale rimane e << si respira un'aria immobile\controvento non si piscia più\dentro un sogno di radici e di bandiere >> ( da Resistenza marzo '95 -Mau Mau )
Papa francesco rivoluzionario anche nel suo funerale le nuove disposizioni rispetto ai riti funebri dei pontefici precedenti
come è stato innovativo in vita ( è questo uno dei motivi per cui ancora credo ) Papa Francesco ha
Riforma spirituale e pastorale
Ha promosso una riforma spirituale della Chiesa, ispirandosi alla figura di San Francesco d’Assisi, con l’obiettivo di “ricostruire” la Chiesa partendo dall’umiltà e dal servizio ai poveri e agli emarginati.
Ha rilanciato la sinodalità come dinamica centrale della vita ecclesiale, favorendo un dialogo interno più aperto e partecipativo, anche se a volte controverso, per stimolare il rinnovamento e il confronto nella Chiesa.
Magistero e insegnamenti
Ha insistito sul primato del kerygma (annuncio del Vangelo) e sulla necessità di coniugarlo con un forte impegno sociale, senza ridurre la fede a una questione solo etica o sociale.
Ha riformato gli studi ecclesiastici con la Costituzione Apostolica «Veritatis gaudium», promuovendo un superamento della separazione tra teologia e pastorale, fede e vita, in continuità con il Concilio Vaticano II.
Diplomazia e impegno globale
È stato riconosciuto come un leader morale a livello mondiale, capace di portare la parola del Vangelo in contesti di conflitto e crisi, come la guerra in Ucraina, e di mantenere alta l’attenzione su temi come l’ecologia, le migrazioni e le crisi umanitarie.
Ha introdotto una diplomazia evangelica basata sull’incontro e sul dialogo con tutti, cercando di smuovere situazioni difficili e di promuovere la pace e la giustizia.
Riforma della Curia e della struttura ecclesiale
Ha promulgato la Costituzione Apostolica «Praedicate evangelium» che riorganizza la Curia Romana, sottolineando l’importanza della testimonianza della misericordia nella missione della Chiesa.
sempre secondo https://www.chiechiera.it/
Quali sono le differenze principali tra la sepoltura di Papa Francesco e quella dei papi precedenti
Le principali differenze tra la sepoltura di Papa Francesco e quella dei suoi predecessori riguardano sia il luogo della tumulazione sia il rito funebre, che è stato significativamente semplificato.
Papa Francesco ha scelto di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, vicino all’icona della Salus Populi Romani, a lui molto cara. Questa scelta rappresenta una novità rispetto alla tradizione recente, che vedeva i papi del Novecento fino a Benedetto XVI tumulati nelle Grotte Vaticane sotto la Basilica di San Pietro o, in alcuni casi, in altre basiliche vaticane. La decisione di Francesco rompe quindi con la consuetudine di essere sepolto nel Vaticano.
Tradizionalmente, il corpo del papa veniva deposto in tre bare poste una dentro l’altra: una di cipresso, una di piombo e una di noce o rovere, e veniva esposto su un catafalco durante le esequie a San Pietro.
Papa Francesco ha disposto un rito più sobrio e snello: il corpo sarà deposto direttamente in una sola bara di legno con rivestimento interno in zinco, eliminando le tre bare. Inoltre, il corpo sarà esposto nella bara aperta ma non su un catafalco, e la veglia funebre sarà unica, senza cerimonia di chiusura della bara.
La constatazione della morte avverrà nella cappella privata del papa defunto e non più nella sua camera, e la deposizione nella bara sarà immediata, con l’eliminazione di alcune fasi rituali di traslazione che erano previste in passato.
Ecco uno dei motivi per cui insieme a quella di Giovanni paolo II ( nonostante le ombre ) Papa Francesco rimane per me Laico non praticante e libertario un punto di riferimento . Infatti concludendo egli ha voluto un funerale più semplice, meno cerimonioso e una sepoltura fuori dal Vaticano, in linea con la sua visione di umiltà e vicinanza al popolo cristiano, distinguendosi così nettamente dalle prassi consolidate dei suoi predecessori.
Proprio mentre stavo concludendo questo post leggo su thereads questo bellissimo commento
Sarò fatta male, ma non riesco ad unirmi a chi gioisce per la morte del Papa! Si può essere credenti o meno, ma è pur sempre una persona ! Pur non essendo d'accordo con alcune delle sue posizioni, questa corsa cinica a chi è più stronzo è una gara a cui non riesco ad unirmi. E pensare che tanti di voi che stanno godendo di ciò, si professano pure brave persone!!!!
e mi unisco a lei in quanto la notizia di tale evento crea Un groppo in gola, anche per chi non è credente o ha perso la fede . Il Papa del clima, dei migranti, della pace. Con _Laudato si’_ ci ha insegnato ad amare la Terra.Indimenticabile la sua solitudine in Piazza San Pietro durante la pandemia.Non amato dai palazzi, ma amato dal popolo.Un Papa buono, il Papa della fratellanza.
20.4.25
l'italia che non cambia o che cambia in peggio . Daniela Coli, il tweet sessista della prof filo-dem contro Meloni: "Lei si tocca" Bufera sulla Lega per immagini create IA, Pd e Avs “Rappresentano immigrati come criminali, alimentano odio e paura”.,
Daniela Coli, il tweet sessista della prof filo-dem contro Meloni: "Lei si tocca"
l post contro Meloni in foto con Trump: "Si tocca la f*** per l'eccitazione"
Un contenuto postato su un profilo X che porta il nome di Daniela Coli ha scatenato le reazioni degli utenti: cosa è successo

La visita di Giorgia Meloni a Washington, alla Casa Bianca per incontrare Donald Trump, è stata molto commentata sui social. Un post in particolare ha attirato l'attenzione per i toni utilizzati. Il nome del profilo si riferisce a Daniela Coli e nella descrizione si intuisce che si tratta di una docente universitaria. Nel post in questione c'è la foto di Meloni accanto a Trump in cui i due fanno il simbolo "ok" col pollice. La didascalia è evidentemente esplicita: "Lei si tocca la f*** tutta bagnata per l'eccitazione", alludendo alla posizione dell'altra mano della presidente del Consiglio.

Il post è diventato virale in poco tempo, con centinaia di utenti che hanno commentato anche per insultare l'autrice. Persino il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha ripostato il contenuto commentando: "Insegna".

Daniela Coli ha risposto a numerosi utenti, difendendosi e definendo le sue parole una "battuta". A chi la "accusava" di essere comunista, Coli ha risposto: "Mai stata comunista, neppure di sinistra. Per i supporter di Meloni chiunque faccia una battuta è un comunista e/ o una zecca rossa".

Chi è Daniela Coli
La descrizione del profilo recita: "PhD EUI, docente universitario, libri su Croce, Gentile, Hobbes, saggi e articoli su "900 e '600". Cercando referenze su Daniela Coli, su "Pensiero storico", rivista internazionale di storia delle idee patrocinata dell'università di Siena, si legge che "Daniela Coli è PhD EUI, docente universitario, ha pubblicato: La modernità di Thomas Hobbes, il Mulino, 1994; Il filosofo, i libri, gli editori. Croce, Laterza e la cultura europea, ES, 2001 (1° ed. il Mulino); Giovanni Gentile, il Mulino, 2004", più altri libri che sembrano coincidere con la descrizione del profilo. Nel sito "Lettere.it", risulta un profilo autore in cui si può leggere che "Daniela Coli insegna Storia della Filosofia all'Università di Firenze". Sul sito dell'università fiorentina il profilo non è attivo.Già in passato, nel 2018, Coli aveva fatto parlare di sè con un altro tweet, stavolta su Marcello Foa, all'epoca presidente Rai: "Ci sono sempre stati ebrei alleati del fascismo, anzi fascistissimi, onorati e remunerati. #Foa non è una novità. Ma si ricorda come finirono gli Ovazza? Bruciati in una stufa".
Pd e Avs denunciano l’uso di immagini generate con AI da parte della Lega: “Rappresentano immigrati come criminali, alimentano odio e paura”.
L’opposizione accusa la Lega: “Uso distorto dell’intelligenza artificiale”
Si accende il dibattito politico sull’uso dell’intelligenza artificiale in ambito comunicativo. La Lega, guidata da Matteo Salvini, è finita al centro di una segnalazione formale presentata all’Agcom dal Partito Democratico e da Alleanza Verdi e Sinistra, che accusano il partito di aver pubblicato immagini artificialmente generate, contenenti messaggi a sfondo razzista, xenofobo e islamofobo.
Nicita ha poi aggiunto: “Si tratta di un uso strumentale e pericoloso delle nuove tecnologie, che contribuisce a creare un clima di paura e di odio nei confronti di chi ha origini straniere”.
La replica della Lega: “Fatti ispirati alla realtà”
Da parte della Lega, la replica non si è fatta attendere. Il partito ha difeso l’uso delle immagini affermando che esse “si basano su fatti accaduti realmente”. Una giustificazione che però non ha placato le polemiche, soprattutto alla luce del fatto che le immagini non riproducono eventi documentati con materiale fotografico autentico, ma sono costruite con strumenti di generazione visiva artificiale, potenzialmente capaci di influenzare la percezione pubblica.
la pasqua secondo l'intelligenza artificiale
Mi ero proposto di scrivere oggi un “Caffè corretto”. É Pasqua, essere buoni è quasi un obbligo. Per avere un’ispirazione mi sono rivolto all’Intelligenza artificiale, che mi ha liquidato sbrigativamente così: «La Pasqua del 2025 è artificiale. Come me. E anche virtuale: come virtuale io stessa sono». Frasi scostanti, sibilline, da interpretare. Mi aspettavo un riferimento al simbolismo della Pasqua, che con il Natale è , per chi ancora , nonostante le smentite di studiosi e del paese reale , crede e coltiva una cultura \ un ideologia ormai vetusta della superiorità di un cultura rispetto all'altra, la ricorrenza più caratterizzante del nostro mondo occidentale. Dalla mangiatoia al sepolcro scoperchiato, da una nascita a una morte e resurrezione, vera per chi ha fede altrimenti solo mitica, sono scaturiti nel bene e nel male due millenni di civiltà e cultura. Volevo che di questo mi parlasse.
Invece la signora IA ha sovrapposto la profanità della sua origine tecno-umana alla sacralità di una figura che per i credenti sia praticanti che non è divina. L’ho provocata osservando: la Pasqua è pur sempre una festa cristiana. «No, l’avete scristianizzata. É laica, artificiale, virtuale. Anche la vostra umanità sta diventando virtuale. Non più «essere o non essere , ma essere e non essere allo stesso tempo. Sarete sempre più simili a me, diventerete uguali a me». Precipitato in un incubo, ho chiuso il contatto. Spegnendolae non replicando \ correngendola ho dimostrato all’IA che, almeno per ora, noi siamo più potenti di lei. Noi che viviamo ancora la Pasqua come una festa dello spirito. Sacra anche per chi non crede o crede in manier a diversa dai cristiano \ cattolici .La preside di un liceo di Padova vieta lo schwa sul giornalino scolatico , scoppia la polemica: “Non è inclusivo”
assurda e fanatica La richiesta dei genitori: «Nostra figlia di 11 anni a scuola con il niqab»
da msn.it
La richiesta dei genitori: «Nostra figlia di 11 anni a scuola con il niqab»
La richiesta è che la propria figlia potesse andare a scuola con il niqab, velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi. A portarla avanti i genitori di una ragazzina pakistana residente a Modena che si sono rivolti all’avvocato modenese Elisa Fangareggi, presidente di Time4Life, associazione che tra le altre cose offre consulenze legali gratuite per le famiglie. [...]
19.4.25
Manfredi Mangione, 17enne sfigurato per difendere un coetaneo: «Mi hanno distrutto il volto, ma non chiamatemi eroe»
la storia sotto conferma il primo articolo del diario di Bordo n 116 anno III . violenza nel mondo del calcio giovanile.,il nuovo antisemtismo "Israeliani nazi": vandalizzato il murale con Liliana Segre
Manfredi Mangione, 17enne sfigurato per difendere un coetaneo: «Mi hanno distrutto il volto, ma non chiamatemi eroe»
Roma, il 17enne: «Le scuse? Non ci tengo, c’è la cultura di chi picchia di più»
Ti vuoi presentare tu?
«Mi chiamo Manfredi Mangione,
ho 17 anni, e frequento il quarto anno del liceo scientifico
internazionale a Roma. L’otto marzo…».
Festa della Donna. Era un sabato.
«Poco dopo mezzanotte sono uscito da un locale e stavo passando con due amici per piazza Mancini».
Per chi non conosce bene Roma, si tratta del piazzale di fronte allo stadio Olimpico, dalla parte opposta del Tevere.
«Ero
vicino alla fermata degli autobus, quando vedo tre ragazzi grandi che
ne picchiano un quarto della mia età. Uno dei tre si limitava a dargli
qualche spintone, ma gli altri due ci andavano giù pesante. Calci e
cazzotti, cazzotti e calci. Lui cercava di muoversi all’indietro, ma
dietro c’era il muro. Era circondato e senza vie di uscita».
Lo conoscevi?
«Di
vista. Non era un mio amico. Perché lo stavano menando l’ho poi saputo
dopo. Aveva guardato una ragazza che stava con loro. O loro ne avevano
guardata una che stava con lui, non so. Cavolate da discoteca».
Sul momento che cosa hai pensato?
«Quando
ho visto che aveva del sangue in faccia, non ho pensato più niente. Ho
cominciato a correre verso di loro. Volevo separarli. Aiutarlo. Ma non
ho attaccato briga con nessuno: non è nel mio carattere e poi sarebbe
stato stupido, erano troppo grossi per me. Ho soltanto detto: Ragazzi,
calma».
E loro?
«Avevo ancora la bocca aperta su quel
“calma” quando ho sentito una frustata alla mandibola. Uno dei tre mi
aveva colpito da dietro con un cazzotto. Non avendo visto partire il
pugno, non ho potuto indurire la mascella e fare resistenza. Il colpo da
dietro è proprio un’infamata».
Sei caduto?
«No, e non
ho neanche perso i sensi. Pensavo di essere dentro un sogno e che a un
certo punto mi sarei svegliato. Sentivo scricchiolare tutta la bocca.
Ero sicuro che mi fossero saltati un bel po’ di denti. Poi ho cominciato
a barcollare e a sputare sangue. Gli amici mi hanno raggiunto e i
picchiatori si sono allontanati, così il ragazzo più piccolo è riuscito a
scappare».
Ti sembravano sotto l’effetto di qualche droga?
«Di sicuro avevano bevuto e fumato erba. Un bell’intruglio».
Che cos’hai fatto a quel punto?
«Ho
chiamato papà e appena tornato a casa me lo sono trovato sul mio letto.
Gli ho detto che avevo solo preso una brutta botta. Parlavo poco per
non fargli vedere che perdevo ancora sangue dalla bocca. Intanto però il
male aumentava, sentivo la mascella che “scalava” dentro le guance:
impressionante. Mi sono messo del ghiaccio e mi sono addormentato: è
stata l’ultima notte in cui sono riuscito a farlo».
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E al mattino?
«Mi
sono risvegliato col cuscino sporco di sangue. Ho detto ai miei: forse
dobbiamo andare in ospedale. Al pronto soccorso siamo stati sei ore in
sala d’attesa e ho avuto il tempo di raccontargli tutto. Poi è arrivato
il responso della Tac. Il medico mi ha chiesto: “Senti qualcosa sotto il
mento?” Mi tocco e mi accorgo di non sentire più niente. Rompendomi la
mascella, quel pugno mi ha spappolato il nervo che comanda la
sensibilità del labbro inferiore fino al mento. Non sento più né il
caldo né il freddo. Pensa che ho provato a mangiare un gelato e mi sono
sbrodolato come un bambino».
Ti hanno operato?
«Tre
giorni dopo, al Gemelli. Viti e placche dappertutto. E lì ho smesso
definitivamente di dormire. Ho capito che la forza dell’essere umano sta
tutta nel morso. Senza la possibilità di mordere ti senti impotente.
Sei come un cane con la museruola».
Riesci a mangiare?
«Solo vellutate e purè. Mi sogno un piatto di pasta anche da sveglio».
Oltre al dolore e alla fame, cos’altro provi?
«Col
passare dei giorni mi è cominciata a montare la rabbia. Perché non me
lo merito, fondamentalmente. Avrei voluto spaccare tutto, o almeno
urlare. E invece manco quello, perché avevo la bocca bloccata».
Quante possibilità hai di guarire?
«Potrò recuperare la sensibilità al 70 per cento, se va bene».
Che cosa pensi di chi ti ha conciato così?
«La
vendetta non fa parte della mia natura. Tanto sono sicuro che la vita
gli riserverà quel che si merita. Non è una minaccia, è una
constatazione. Ho fatto denuncia ai carabinieri, vedremo».
Se ti capitasse davanti?
«Gli
direi di chiedermi scusa. Ma se poi provo a immaginarmi la scena, sento
che non mi darebbe alcuna gratificazione. Sai che ti dico? Non me ne
importa niente. Secondo me, lui non sa neanche che cosa mi ha fatto.
Quella è gente balorda, chissà quanti cazzotti del genere ha tirato in
vita sua. In certi ambienti c’è ancora una cultura maschilista, l’idea
che il vero uomo sia quello che mena più degli altri per farsi
rispettare».
Lo rifaresti?
«No. Urlerei “c’è la polizia”, perché appena lo dici si spaventano subito e smettono».
Che cosa pensi di avere imparato?
«Prima
davo tutto per scontato. Adesso capisco quanto sia meraviglioso anche
solo poter masticare una noce… Poi ho imparato a diventare più paziente.
E quanto sia inutile e infantile mettersi in mezzo alle risse: rischi
di farti male, oppure di avere anche tu problemi con la legge. D’ora in
poi sarò più accorto nel valutare le situazioni. L’errore è stato non
calcolare quel che poteva succedermi. Spero non mi ricapiti più, ma se
mi ricapita, chiamo la polizia».
Hai visto la serie tv Adolescence, incubo di tutti i genitori?
«Non
ancora, ma la vedrò. Il problema della nostra generazione è che ci
sentiamo più grandi di quello che siamo. E infatti andiamo con i grandi
in discoteca».
A diciassette anni andavo anch’io in discoteca.
«Sì, ma al pomeriggio o alla sera?».
Al pomeriggio.
«Lo
vedi? Noi invece la sera, fino a notte fonda. C’è troppa voglia di
bruciare le tappe. E poi il telefono: ti sembra uno scudo, dietro cui
puoi fare il fenomeno. Invece ogni cosa che pubblichi ti si può
rivoltare contro da un momento all’altro».
Sei tornato a scuola.
«Sì,
ho voluto farlo, e poi avevo un’interrogazione di latino. Mi hanno
accolto bene. Non sono mai stato solo. Anche se mi sento solo».
E il ragazzo che hai aiutato?
«Sono riuscito ad avere il suo numero e gli ho scritto per sapere come stava».
Per sapere come stava lui?
«Mi
ha risposto con un bel messaggio: “Grazie. Per salvare la mia vita, ti
sei rovinato la tua. Quel che è successo a te stava per succedere a
me…».
Sei un piccolo eroe.
«Me lo hanno detto tutti
che ho avuto coraggio e che mi sono fatto male con onore. Ma non
scherziamo, gli eroi sono altri… Io di eroi non ne ho. Ho un mito: papà.
Però mi sa che gli devo dare più retta perché alla fine, scoccia dirlo,
ha sempre ragione lui».
diario di Bordo n 116 anno III . violenza nel mondo del calcio giovanile ., il nuovo antisemtismo "Israeliani nazi": vandalizzato il murale con Liliana Segre
Stavolta non riporto a differenza degli altri post una canzone suggerità ma un film
Arancia Meccanica di Stanley Kubrick
Mi accorgo che ormai siamo una società sempre più violenta in tutti " i settori " . Ora dopo gli anni di piombo e la strategia dela tensione ecco dopo il fenomeno , ovviamente senza generalizzare perchè c'è anche se piccola percentuale degli ultras che si rispaettano come ad esempio questo caso : « Da Monza lodano i napoletani: La migliore tifoseria vista al Brianteo » da AreaNapoli.it non tutti sono iene ( le iene degli stadi come diceva Battiato ) ci sono anche i non violenti e non razzisti dentro se non passivi alla regola del branco , eccoci ad un altra epoca violenta . A cui lo stato attuale , rispetto a quello del passato quando c'era in mezzo al putridume della corruzione e del malaffare c'era più senso anche se ambiquo dello stato tanto che riusci ad estirpare il terrorismo dopo essersene servita per rimanere al potere ,lo stato non riesce se non con leggi liberticide e repressive a porre fine a tali violenze . Ora mi chiedo ma cosa dobbiamo aspettare un altro caso delittuoso ed orribile come quello di Giulia cecchetin o di Tiziana cantone ? ( sotto la sua storia )

Un altro episodio di #violenza nel mondo del #calcio giovanile scuote il panorama sportivo. Ernesto Galli, dirigente dello Sporting Terni, è stato squalificato fino al 31 dicembre 2028 dopo il match Sangemini–Sporting Terni del campionato Allievi Under 17 provinciale, per gravi #insulti e minacce rivolti alla direttrice di gara, di appena 17 anni.
Secondo quanto riportato nel referto del giudice sportivo, l’uomo sarebbe entrato nello spogliatoio della #ragazza durante l’intervallo, contestandone a voce alta la direzione arbitrale e registrando l’intera conversazione con il cellulare. Dopo aver interrotto la registrazione, Galli avrebbe pronunciato frasi scioccanti:«Eri da ammazzare da piccola. Dovresti fare la fine di #Ilaria», con un probabile riferimento all’omicidio recente di #IlariaSula (come sottolinea anche La Nazione), per poi aggiungere: «A sto punto sarebbe da tirare fuori un coltello»
https://shorturl.at/Iki5j ( oppure visto che certi url riportati con " gli accorcia url " sono a tempo o a pagamento ecco l'url della fonte dell'articolo in questione ) Proprio mentre finivo di leggere quest articolo mi arriva la notitifica non ricordo se da msn.it\ bing o da gooole news di questo increscioso fatto a danni della Segre .
Murale con Liliana Segre, Edith Bruck e Sami Modiano vandalizzato a Milano: “Gesto spietato e segnale pericoloso”
Milano qualche giorno fa è avvenuta la vandalizzazione con ( simboli di un passato che non vuole passare ) svastiche e simboli nazisti del murale dedicato alla Segre . Ora Odiare Israele e vandalizzare un murale dedicato alla lotta contro l'antisemitismo dimostra una volta di più il confine , nonostante le differenze semantiche e politico\ culturali fra Antisemitismo ed Antisionsmo siao labili e di come purtroppo come l'antisionismo stia diventando un travestimento dell'odio antiebraico. Offendere la figura di sopravvissuti alla Shoah come Liliana Segre, Sami Modiano e
Edith Bruck dimostra la spietatezza di questi teppisti che non hanno evidentemente idea ( o se mai ce l'hanno la mettono sotto il tappeto per tiutarla fuori ipocritamente ogni per il 27 gennaio giornata della memoria diventa poi settimana ) di cosa voglia dire essere stati in un campo d concentramento e di sterminio". Questa la dura presa di posizione di Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica, in merito al murales dello street artist AleXandro Palombo vandalizzato a Milano : «le vittime innocenti vanno tutte piante e rispettate, siano esse israeliane, palestinesi, russe o ucraine » – ha aggiunto - « Se manca quel minimo di rispetto per la vita umana, significa che abbiamo a che fare con gente spietata che poco ha da invidiare rispetto ai nazi-fascisti degli anni '30. Un segnale pericoloso non solo per la comunità ebraica, ma per l'intera società italiana ».
Il murale vandalizzato ( foto sopra al centro ) che si trova muri della caserma in via Amari, celebra tre tra gli ultimi grandi testimoni dell'Olocausto, in versione Simpson, nel tipico stile pop dell'artista aleXsandro Palombo. Sulle loro figure è stata realizzata una scritta "Israeliani Nazi" con la stella di David, il segno uguale e la svastica nazista. Nell'opera era stato ritratto anche Papa Francesco con un cartello e il messaggio che denunciava il diffondersi dell'antisemitismo, il volto del Santo Padre è stato cancellato insieme alla scritta "Anti-Semitism is everywhere". L'atto di vandalismo è stato portato a termine a ridosso a pochi giorni dall'inaugurazione dell'opera "The Star of David" Edith Bruck dello stesso artista acquisita dal Museo della Shoah di Roma.
Sull’episodio è intervenuto( anche se ipocritamente visto che non mi sembra d'aver letto o sentito suoi interventi in difesa o d solidarietà quando qualcuno che non appartiene alla loro ideologia viene insultato e denigrato dalla destra istituzionale o extraparlamentare a loro contigua tipico casa pound o forza nuova , ma meglio che il silenzio ) il ministro agli Affari regionali e autonomie Roberto Calderoli: « Verrebbe da dire che la mamma dei cretini e dei teppisti è sempre incinta, ma è troppo facile e riduttivo, perché sono davvero sconcertato da questa grave deriva antisemita da mesi in corso a Milano: una deriva dilagante, crescente, che mi inquieta, mi preoccupa. E sono ancora più inorridito e sconcertato dal continuo e puntuale silenzio istituzionale e politico di chi amministra la città di Milano. Solidarietà alla collega senatrice e amica Liliana Segre, già troppe volte bersagliata e minacciata nei cortei che si svolgono ogni sabato a Milano, a Edith Bruck e a Sami Modiano, solidarietà alla comunità ebraica, sotto attacco da mesi, e solidarietà allo stato di Israele per questo sfregio».
Ma la musica fa parte di me e quindi concludo questo post con in sottofono le note di Immunità ( qui il testo di Chiara atzeni
i sovranisti e i prima gli italiani rosicano ed accusano d'essere poco patrioti chi elogia la bellissima vittoria della nuotatrice di sara curtis e l'italia multi etnica
la riposta che pusillamini dei nostri ipocriti sovranisti i cosidetti prima gli italiani , alle cri.tiche di sara curtis è arrivata . Solo che , forse per evitare figuracce questa destra o almeno una parte d'essa non si rivolgono direttamente a lei ma lo fanno in maniera indiretta accusando Soumahoro , solo perchè ha scritto post d'logio su di lei ed altri nuovi italiani ( gli italiani figli di coppie miste o d'entrambi genitori stranieri ) , di uno scarso spirito nazionale e patriotico .
fonte IL GIORNALE
Così Soumahoro discrimina gli atleti dell'Italia "plurale"
Ci sono sportivi italiani che, per l'onorevole Aboubakar Soumahoro, sono più meritevoli di attenzione di altri. E non perché siano più bravi o perché vincano più medaglie, ma semplicemente per la loro origine. In queste ore che fanno seguito alla debacle elettorale di Monfalcone del partito islamico sponsorizzato proprio da Soumahoro, il candidato del gruppo misto espulso da Avs e ormai totalmente ininfluente in parlamento ha pubblicato un messaggio su Facebook per rendere omaggio a Sara Curtis. Giusto, non c'è nulla di male: la nuotatrice rappresenta la nuova generazione di sportivi che l'Italia sta crescendo in vista delle maggiori competizioni. [...]
Tesi che ormai , sono ormai superate dall'evoluzione sociale e cultura degli ultimi 40 anni cioè dpo il crollo del blocco sovietico e la fiune della guerra fredda e la trasformazione del paese reale ormai sempre più multi etnico come dimostrano per parafrasare una canzone ma non solo gli Afro Italiani
18.4.25
25 aprile, i cinque volti della Resistenza. L'eroismo dei militari
Propongo un articolo un po' revisionista ma utile nell'evidenziare a chi ancoira nega la resistenza che non ci fu solo una resistenza ma più resistenze .
da https://lanuovabq.it/
Ogni anno, ogni 25 aprile, si aprono le gabbie su giornali e televisioni e iniziano risse verbali al confronto delle quali la battaglia delle arance nel carnevale di Ivrea è un esempio di compostezza e di stile. E così, ottant’anni dopo la Liberazione, il gusto degli italiani di mandare al macero ciò che avevano idealizzato (sbagliando) fino a pochi decenni prima si perpetua
Quella dei militari dopo l’8 settembre (Roma, Cefalonia, Lero, Albania ecc.)
La resistenza degli internati militari Italiani (I.M.I)
L’esercito del sud
Il partigianato
A queste quattro resistenze va aggiunta una quinta, fondamentale: quella disarmata, della carità verso i perseguitati, gli ebrei, i disertori, i fuggiaschi.Vi sono, quindi, almeno due motivazioni ideali dei resistenti di cui bisogna prendere atto e che, confrontate con quella puramente politica, appaiono preponderanti: quella dell’onore militare e quella della Carità, per lo più cristiana, praticata da gran parte del clero.A fronte di tale fenomeno l’idea che la Resistenza, secondo una vulgata fascista “Sia stata fatta da chi è salito sul carro del vincitore” appare priva di senso. Cosa si deve allora pensare del sottotenente Ettore Rosso che, inviato a minare una strada a Monterosi alle quattro di notte del 9 settembre 1943 si lanciò su una mina con tutto il peso del proprio corpo e la fece esplodere, provocando la deflagrazione di tutto il convoglio e polverizzando anche la testa della colonna tedesca? Di quali vantaggi ha goduto il generale don Ferrante Gonzaga del Vodice che, all’intimazione di resa nei pressi di Salerno, sempre quell’8 settembre, rispose: “Un Gonzaga non si arrende mai!” venendo subito falciato da una raffica di mitra nazista? La sera dell’8 settembre si scontrarono due necessità: quella dei tedeschi di disarmare l’esercito italiano e quella dei militari italiani che intendevano obbedire agli ordini ricevuti (per quanto ambigui) resistendo a qualunque attacco. Ciò che fu indegno nel comportamento tedesco fu il considerare ribelli tutti gli ufficiali che sceglievano di resistere e di fucilarli senza alcuna pietà. Va considerato che tale comportamento criminale avvenne soprattutto all’estero, in Jugoslavia, in Albania e in Grecia fino ad arrivare allo sterminio di più di cinquemila soldati della divisione “Acqui” considerati ribelli. Non così in Corsica dove il generale tedesco Frido von Senger und Etterlin, uno dei migliori tattici di tutta la guerra, nonché cattolico e terziario benedettino, scelse di disobbedire all’ordine del Fuhrer di giustiziare gli ufficiali italiani e, con uno stratagemma, li fece imbarcare in fretta e furia, sottraendoli alla ferocia nazista, salvando anche la propria testa. Von Senger non obbedì agli ordini ma alla propria coscienza mentre quasi tutti gli altri ufficiali tedeschi dissero di aver obbedito alle direttive del Fuhrer fucilando i militari italiani che, a propria volta, obbedivano agli ordini del proprio sovrano.In totale, dall’8 settembre al novembre 1943, data della caduta del caposaldo di Lero, nell’Egeo, caddero 20mila militari delle tre armi e altri 13mila morirono annegati nel siluramento delle navi che li trasportavano verso la prigionia. Le medaglie d’oro (MOVM) furono 88. La Resistenza dei militari prigionieri proseguì fino alla fine della guerra. Di 800mila catturati 94mila camicie nere optarono subito per il Reich e altri 100mila, fiaccati dalle privazioni, entrarono nell’esercito della Repubblica Sociale italiana, spesso per disertare non appena giunti in Italia. Dei 600mila rimasti ne morirono tra i 40mila e i 50mila e 4 furono decorati con la medaglia d’oro. Fu un sacrificio non abbastanza valutato ove si pensi quante divisioni avrebbero potuto mettere in campo i nazifascisti se questi 600mila avessero ceduto e si fossero arruolati. Tra di loro va ricordato almeno Giovannino Guareschi che, nel suo Diario clandestino narrò di quella terribile esperienza con l’umorismo suo solito. Quell’umorismo che descriveva i nazisti come “di una stupidità commovente” e che gli ispirò un grido di guerra non dimenticato: “Non muoio neanche se mi ammazzano
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