9.6.08

Il baciamano

Care Amiche e Amici

come sarebbe bello se tutti i cattolici "dissidenti" prendessero carta e penna e scrivessero personalmente al proprio vescovo pregandolo di inoltrare la papa il proprio dissenso dall'orrenda visita di Berlusconi al papa con "baciamo-le-mani" incorporato. L'effetto sarebbe più grande che non una raccolta di firme perché sarebbe personale e spedita vi posta, segno che si è pensato, scritto, andato alla posta e imbucato. Non importa se nno risponderà nessuno. Ciò che importa è il gesto profetico in se stesso.

A tutti con amicizia e stima.


Paolo Farinella, prete


PS. "Il Giornale" di Berlusconi questa volta con un titolo virgolettato "Farinella: Arsenico per il Papa", chiede alla gerarchia la mia sospensione a divinis. Non sapevo che il mio vescovo fosse Paolo Berlusconi, ma tutto è possibile, anche l'impossibile, se è possibile che Berlusconi Silvio sia ricevuto dal papa.





Finestrella politico-religiosa



di Paolo Farinella, prete


Genova, 09 giugno 2008

 L’immagine di Silvio Berlusconi che prende tra le sue la destra anulata del papa e, «inclinato capite», compunto, ne bacia l’anello, consapevole della dissacrazione che compie, ha fatto il giro del mondo e si è depositata nell’immaginario collettivo dei più come atto di devozione verso l’autorità, riconosciuta, del papa. Il contrasto con le dichiarazioni di Romano Prodi, dopo il «fattaccio» della Sapienza di Roma è abissale e incolmabile. Il cattolico praticante appare il nemico e censore del papa, mentre l’inquisito per frode ed evasione, il condannato, il corruttore, il compratore di senatori a suon di attricette da strapazzo, il puttaniere, il Piduista, l’ateo divorziato difensore della famiglia, appare, di colpo, quasi per magia, l’umile figlio della Chiesa, «prostrato al bacio della sacra pantofola». Il gesto del bacia-anello è stato ripetuto ancora alla fine dell’udienza. «Repetita iuvant».


Dicono i bene informati che il rito del «baciamo-le-mani, Santità!» non è stato spontaneo e istintivo, suggerito dall’emotività del momento che sarebbe stato comprensibile. E’ stato studiato a freddo da esperti psicologi e creatori di consenso d’immagine. Ciò aggrava il fatto e costituisce un doppio «vulnus» che difficilmente sarà riparabile. Peccato, che il papa sia stato al gioco e non abbia rotto il giocattolo fin dall’inizio. A meno che tutto non fosse concordato, come fa supporre il fatto che il Vaticano abbia preteso, fatto unico nella storia della diplomazia vaticana, la presenza del «Gentiluomo di sua Santità, Gianni Letta, come «garante» e testimone dell’incontro. Segno che Berlusconi è tenuto al guinzaglio corto dal sistema clericale imperante.

Come cittadino italiano, sono indignato che il presidente del consiglio dei ministri, che rappresenta la mia nazione, abdichi alla sovranità e alla dignità del mio paese, prostrandosi in baciamano che somiglia più a rappresentazione di stampo mafioso che non a un atto di devozione sincera. Mi ripugna essere rappresentato da un uomo che pur di ingrassare il suo «super-ego», dimentica ogni parvenza di dignità e usa e strumentalizza qualsiasi cosa gli sia utile per i suoi perversi scopi. Egli «fa finta» perché è un finto uomo che ha sempre vissuto di finzione, costruendo sull’apparenza e sull’effimero un potente potentato economico e ora anche politico, «clero iuvante». A questo «homo parvus» dell’opportunismo e della strumentalizzazione si oppone la chiarezza fiera di un grande statista, integerrimo cattolico e anch’egli presidente del consiglio dei ministri, Alcide De Gasperi, che il papa Pio XII nel giugno del 1952, volle umiliare, annullando l’udienza privata con la famiglia, già programmata da mesi, perché si oppose all’ordine del papa di fare il governo con i fascisti. De Gasperi convocò ufficialmente l’ambasciatore della Santa Sede presso l’Italia, e, stando in piedi, dietro la sua scrivania di capo del governo dell’Italia, disse: Signor Ambasciatore, riferisca al papa che come cristiano accetto l’umiliazione, come presidente del consiglio dei ministri della repubblica italiana, protesto energicamente e chiedo spiegazioni.

Come cattolico praticante, sono indignato e scandalizzato che il papa si presti al gioco mediatico di accreditare come modello di figlio devoto e pio della Chiesa un individuo come Silvio Berlusconi senza chiedergli previamente un atto di conversione e/o di penitenza. Egli è adoratore di «mammona iniquitatis» perché ha fatto l’ingiusta ricchezza con l’inganno, il furto, la corruzione, l’evasione fiscale. Egli è divorziato, abortista e i suoi figli convivono more uxorio, fatti che sarebbero questioni private, se il presidente del consiglio non si dichiarasse cattolico e non andasse dal papa «coram populo et mundo» a parlare in difesa della famiglia secondo la visione della Chiesa: allora anche le sue scelte private diventano fatti pubblici e criteri ermeneutici. Egli è implicato con la mafia (ne ha ospitato uno a casa sua ed è fratello germano di un altro, condanno in secondo grado per mafia). Egli sta perseguitando gli immigrati, tra i quali vi sono migliaia e migliaia di uomini e donne di religione cattolica, di cui il papa dovrebbe essere padre, difensore e vindice, in forza della sua paternità universale. Ho visto latinoamericani, africani e orientali, cattolici, piangere di fronte allo scandalo del papa che accettava l’omaggio di un persecutore ateo e amorale.

Il pastore riceve il lupo travestito da agnello, e abbandona gli agnelli al loro destino: anzi a molti, a tanti, pare che il pastore così sembra autorizzare il lupo a devastare il gregge. E’ ancora fresca nella memoria, la scelta del papa che, per opportunità di equilibri politici internazionali, non volle ricevere il Dalai Lama, premio Nobel per la pace, mentre a meno di tre mesi delle elezioni, riceve il predatore d’Italia, colui che con le sue tv ha degradato l’Italia in forza del principio, pubblicato sul giornale del papa, l’Osservatore Romano (6 giungo 2008), che «la televisione privata dovrebbe avere tra le sue funzioni quella di divertire, come seconda funzione quella di informare e soltanto successivamente, quella di formare». Egli ha detto queste cose alla radio e sul giornale del Vaticano e nessuno gli ha tolto la sedia di sotto e lo ha rimandato a casa. Di fronte all’opinione pubblica, il papa approva.

Santità, mi sento parte integrante della Chiesa-Sacramento e riconosco la sua autorità di papa in quanto vescovo di Roma, ma non mi sento parte di un sistema che pure lei rappresenta: un sistema di connivenza con i potenti che prosperano sui poveri, che affamano i poveri, che manipolano i poveri che nessuno difende. Nemmeno il papa.



Note a làtere:
1. Silvio Berlusconi ha regalato al papa una croce tempestata di pietre preziose fatta fare apposta: un pezzo unico e solitario. Nello stesso momento a due passi di distanza, la Fao ammetteva il suo fallimento sul dramma della fame del mondo: la croce tempestata di diamanti e il Crocifisso affamato. Mai stridìo di simboli fu più drastico. Il 6 giugno 2008 «fu vera gloria ? Ai posteri l’ardua sentenza». Per me, resta un giorno di lutto per la Chiesa cattolica, un fallimento del papato, una vergogna per l’Italia ferita nella sua dignità di Nazione laica.


8 commenti:

donatella1959 ha detto...

ciao Daniela scrivi sempr e bene, hai centrato il punto .."baciamo le mani"..chi vivrà vedrà!

ginodente ha detto...

COMPLOTTO DEL CARDINAL RUINI ?

[..] News > Libero Blog > Attualità Pr [..]

toninoscala ha detto...

Prodi condannato dalla chiesa?

[..] Tratto da libero.itSembra tanto bonario e pacioccone, il Professore. Ma, come si dice, bisogna guardarsi dall'ira dei buoni. E ora che è stato disarcionato, Prodi si toglie qualche sassolino dalla scarpa. E' ancora convinto, il Professore, che l [..]

anonimo ha detto...

Sei uno stronzo e con le tue parole lordi la tonaca che porti. a genova ci basta gia quel tuo degno compagno di don gallo. I cattocomunisti sono abominevoli specie se come hai fatto in passato scomodano la madonna per meri messaggi politici, Vergognati!

compagnidiviaggio ha detto...

non è la prima volta che il vaticano fa cadere un governo o ine influenza la politica nella nostra storia dall'unità ad oggi .

@anonimo

per questa volta te lo pubblico la prossima volta commenti del genere te li cancello . Capisco , e rispetto anche se non condivido che tu sia cattolico di destra o clerico fascista ( come si diceva un tempo ) e quindi anticomunista , ma non mi piace l'insulto . Mi fa piacere che venga a commentare pero niente insulti e soprattutto firmati o se con il tuo nome vero se vuoi o un link o un nik , opure rimandi anonimo . MA NIENTE INSULTI . Grazie .

compagnidiviaggio ha detto...

@per l'anonimo Don Peppino Diana che, dopo aver pronunciato le parole “A me non importa sapere chi è Dio, mi importa sapere da che parte sta”, don Diana

http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Diana

dentegino ha detto...

PRODI PUGNALATO DALLA CURIA ?

[..] L'ex premier vuota il sacco: la caduta del suo governo voluta per rappresaglia da Ruini Sembra tanto bonario e pacioccone, il Professore. Ma, come si dice, bisogna guardarsi dall'ira dei buoni. E ora che è stato disarcionato, Prodi si tog [..]

Anonimo ha detto...

Le belle donne con il seno esposto sono sempre belle donne e bisognerebbe ragiorarci su per capire il motivo per cui espongono il loro seno. Per esempio, i cattolici peccano sempre piu perchè sorgono dei problemi al livello cristiano. I cristiani opposti alle pratiche della chiesa hanno motivo di generare un opposizione solo quando insorga una dittatura. I cristiani comunque dovrebbero concentrarsi sul modello di vita richiesto da Cristo. Questo modello di vita richiede la distribuzione dei beni e dunque una necessaria vita di comunità e non individualistica. L'individualismo confonde le idee e crea dissenzi e contenzioni come invidia, ingordigia e dunque un'altra forma di idolatria che rimuove l'accordo voluto da Gesù, dunque rimuove lentamente ed inesorabilmente il bene che porta Gesù nei gruppi di amicizia. I cristiani potrebbero peccare anche loro a condizione che vivano il modello di vita richiesto da Gesù. Per cui suggerisco di concentrarsi sui propri lavori e guardare meno i lavori degli altri a meno che, come già scritto, vi sia un valido motivo di generare critiche a motivo di insorgenza di controllo dittatoriale.