Antonio Ianellli e la sua famiglia |
Antonino e Calogero Iannelli, residenti rispettivamente a Termini Imerese e negli Stati Uniti, si sono ritrovati dopo più di mezzo secolo grazie ad una ricerca dei figli sul social network
di VINCENZO MARANNANO
PALERMO. Il destino li separò 52 anni fa, quando ancora giravano con i calzoncini corti. Lui, Antonino Iannelli, ex dipendente dello stabilimento Fiat di Termini Imerese in pensione dal 2001, aveva appena 11 anni ed era cresciuto in collegio; il fratello Todd — al secolo Calogero, 55 anni, anche lui pensionato ma residente in Montana, a migliaia di chilometri dalla famiglia naturale — non aveva ancora compiuto 3 anni. Il 5 gennaio scorso, dopo più di mezzo secolo e senza mai essersi visti, il destino ha concesso loro un’altra possibilità: li ha fatti ritrovare grazie a una «diavoleria» elettronica come Facebook ma soprattutto grazie alla tenacia dei figli, che da vent’anni e con i pochi mezzi a loro disposizione cercano di creare un ponte tra la Sicilia e gli Stati Uniti. «Ci provammo la prima volta negli anni Novanta — racconta Ilaria Iannelli, figlia maggiore di Antonino —, grazie a un parente riuscimmo a rintracciarlo, ma siccome non avevamo la possibilità di affrontare il viaggio scrivemmo al programma di Raffaella Carrà, sperando che riuscissero a far incontrare mio padre e suo fratello. Purtroppo, a causa di alcune incomprensioni, non se ne fece più niente».
Le due famiglie non avevano a disposizione grandi mezzi per comunicare: «Ci scrivevamo — racconta ancora Ilaria — e per la traduzione ci facevamo aiutare da parenti italoamericani. Ma una ventina di anni fa abbiamo perso definitivamente i contatti». Una storia struggente, quella di Antonino e Calogero (Todd) Iannelli. Una parabola che comincia nel 1955, quando in poco meno di un mese la famiglia, originaria di Caccamo, è costretta ad affrontare due lutti. Prima, il 12 aprile, la zia di Antonino muore mettendo alla luce una bambina, che viene subito adottata dagli zii: «Mia madre, anche lei incinta, lo promise a sua cognata sul letto di morte», racconta oggi Antonino. Ma il 7 maggio la disgrazia si ripete: nasce Calogero, le complicazioni del parto si rivelano fatali per la mamma e gli orfani diventano quattro. «Mio nonno Agostino — racconta Ilaria Iannelli — non era in grado di badare a tutti quei bimbi, quindi decise di mandare mio papà in collegio e mio zio all’aiuto materno».
Per fortuna un cugino residente a Chicago (sposato e senza figli) prende a cuore i due neonati e decide di adottarli. Calogero diventa così «Todd», cresce con un’altra famiglia, chiama papà uno zio, mamma una signora irlandese e per almeno 15 anni crede di avere una sorella gemella, «Claudia», che in realtà è Maria, l’altra cugina rimasta orfana subito dopo la nascita. «Avrebbero dovuto richiamarci tutti — racconta oggi Antonino — ricongiungere i nipoti negli Stati Uniti. Ma dopo due anni abbiamo perso ogni contatto». Da allora la famiglia Iannelli cerca inutilmente notizie su Calogero. Ci prova papà Agostino negli anni Settanta: «Andò in America e girò invano per almeno un anno — spiega Antonino — ma alla fine per liquidarlo gli presentarono uno sconosciuto che lo trattò male invitandolo a non farsi più vedere».
Tutto sembra mettersi di traverso, incomprensibilmente. «Ancora oggi — dice Ilaria — non riusciamo a capire perché nessuno voleva che mio zio conoscesse suo fratello». Diciott’anni fa la svolta. Un cugino americano riesce a rintracciare Todd e a metterlo in contatto col fratello. I due cominciano a sentirsi, ma non si capiscono: «Mi chiamava anche nel cuore della notte — racconta Antonino —, ma riusciva a dirmi solo “I love you”». Poi i due si perdono di vista. Fino a mercoledì scorso. Quando, cercando tra i contatti di Facebook — il social network che oggi conta quasi 600 milioni di iscritti in tutto il mondo — Ilaria riesce a rintracciare lo zio e i suoi quattro cugini. «È stata un’emozione unica, quasi un miracolo», racconta Antonino Iannelli, che in questi giorni ha imparato a usare anche Skype e la webcam per comunicare col fratello. Dopo 52 anni, sette figli e mille vicissitudini, i due si sono così finalmente visti in faccia, ma la distanza è ancora tanta: «Vorremmo incontrarci — dice infatti Antonino, che oggi ha 63 anni e vive a Termini — purtroppo non siamo in grado di affrontare questa spesa». «Il nostro sogno — conclude Ilaria — è che qualcuno ci aiuti ad affrontare quest’ultimo passo».
Nessun commento:
Posta un commento