Autore: Vinci Lucio
Editore: Domus de Janas
Genere: problemi e servizi sociali
Argomento: sequestro di persona
Pagine: 2008
ISBN: 889708401X
ISBN-13: 9788897084013
Data pubbl.: 2010
Vivere la paura, respirare la speranza, dieci mesi di trattative con chi ha rubato la vita di un figlio. Lucio Vinci, padre di Giuseppe sequestrato nel dicembre del 1994, raccoglie le riflessioni sulla vicenda. Il prezzo del riscatto, dal purgatorio all'inferno, è la storia di una famiglia che per 300 giorni ha vissuto in sospeso, un incubo dal quale difficilmente ci si riprende se non con la forza di chi è abituato a rialzarsi, sempre. Tre i punti di vista: Giuseppe racconta la prigionia, il rapporto con i suoi carcerieri, emoziona con i ricordi della sua famiglia che gli dà la forza per resistere. Lucio, più freddo e pragmatico, ripensa a tutti quelli che ha incontrato nel momento del bisogno e rivive la solitudine di chi deve prendere, con coraggio, decisioni cruciali il cui merito talvolta viene attribuito ad altri. Verando ricorda con rimpianto la grandezza di un'impresa che dal nulla ha saputo creare ricchezza e lavoro. Un racconto emozionante, ampiamente documentato per non dimenticare una parte di storia ingloriosa della nostra isola.
Ma anche d uno stato che ti fa pagare ( solo per faruk kassam si aiuto' la famiglia a pagare il riscatto ? 1 2 3 ) con tasse e balzelli varie e non ai sequestratori le tasse .
Infatti << (..) Il libro racconta le angosce di Giuseppe, le sette lettere scritte dalla prigionia e le implorazioni: liberatemi, sono allo stremo. Fotografa, attraverso Lucio, le mille peripezie per riavere a casa il proprio caro; le lotte con i banditi ma anche con emissari, veri e falsi, con lo Stato e il blocco dei beni. Con i talk show: «È un sequestro da 7 miliardi», «No, da 15», rimbalzavano le notizie tra Rai e Mediaset. I banditi registravano. E alzavano il prezzo. Che alla fine sarà salatissimo: 4 miliardi e 250 milioni al netto del resto. Ché c’è, un resto. C’è un progressivo disfacimento di una attività imprenditoriale messa su da Daniele e tenuta insieme dai quattro fratelli Vinci, Lucio, Lelio, Verando e Marcello. C’è lo sfaldamento dei sogni e delle prospettive, e la consapevolezza che il «dopo del dopo è peggio del dopo», come scrive Verando.
E c’è la storia, umanissima, resa più immediata dalla scelta dei fumetti e del riprodurre gli articoli di giornale, i documenti e le sette lettere inviate da Giuseppe durante la prigionia, di un giovane uomo che a 32 anni si è visto sottrarre, tanto per dire, dieci mesi di baci della buona notte da dare al figlioletto. Dieci mesi di vita e il terrore di essere solo e abbandonato. In una delle ultime lettere alla famiglia, Giuseppe, rivolgendosi alla moglie (ieri all’auditorium) scrive riferito alla famiglia: «Spero solo che abbia la voglia e la volontà di far finire questo calvario. Il tempo e la solitudine stanno terminando di distruggermi. Sto morendo, aiutami». Le lettere, vere di giorno e false di notte, le aveva cantate un altro sequestrato. Si chiamava Fabrizio de Andrè.
Per la cronaca: delle cinque persone arrestate per il sequestro di Giuseppe Vinci, 4 sono state condannate. I Vinci hanno pagato 4 miliardi e 250 milioni per il riscatto, 40 milioni per l’emissario, altri 86 milioni per spese varie. Si aggiungono gli interessi passivi pagati alle banche per la cifra di 3 miliardi 60 milioni 545mila lire. Ci sono poi un miliardo e 391 milioni 305mila lire di tasse sul riscatto. Il totale è 8 miliardi 807 milioni 970mila lire. Ogni giorno di permanenza all’Hotel Supramonte è costato a Giuseppe Vinci e alla sua famiglia 28 milioni 784mila 215 lire. >> ( qui il resto dell'articolo della nuova sardegna )
E c’è la storia, umanissima, resa più immediata dalla scelta dei fumetti e del riprodurre gli articoli di giornale, i documenti e le sette lettere inviate da Giuseppe durante la prigionia, di un giovane uomo che a 32 anni si è visto sottrarre, tanto per dire, dieci mesi di baci della buona notte da dare al figlioletto. Dieci mesi di vita e il terrore di essere solo e abbandonato. In una delle ultime lettere alla famiglia, Giuseppe, rivolgendosi alla moglie (ieri all’auditorium) scrive riferito alla famiglia: «Spero solo che abbia la voglia e la volontà di far finire questo calvario. Il tempo e la solitudine stanno terminando di distruggermi. Sto morendo, aiutami». Le lettere, vere di giorno e false di notte, le aveva cantate un altro sequestrato. Si chiamava Fabrizio de Andrè.
Per la cronaca: delle cinque persone arrestate per il sequestro di Giuseppe Vinci, 4 sono state condannate. I Vinci hanno pagato 4 miliardi e 250 milioni per il riscatto, 40 milioni per l’emissario, altri 86 milioni per spese varie. Si aggiungono gli interessi passivi pagati alle banche per la cifra di 3 miliardi 60 milioni 545mila lire. Ci sono poi un miliardo e 391 milioni 305mila lire di tasse sul riscatto. Il totale è 8 miliardi 807 milioni 970mila lire. Ogni giorno di permanenza all’Hotel Supramonte è costato a Giuseppe Vinci e alla sua famiglia 28 milioni 784mila 215 lire. >> ( qui il resto dell'articolo della nuova sardegna )
per chi vuole approfondire tali tematiche oltre a questi siti
http://www.azphotos.info/links/isola_sequestrata/index.html aggiornato fino al 2007
e questi due libri
Questa è la cronaca di un sequestro di persona molto brutto, accaduto alla fine del 1978 in Sardegna e oggi completamente dimenticato. La vittima, un ingegnere della Ferrari, viene rapito nella zona di Villasimius, lontano dai clamori della Costa Smeralda, dove avvenivano, in quel momento, quasi tutti i sequestri. La seconda edizione si arrichisce di due interviste: la prima alla figlia di Agostino Mallocci, condannato per il sequestro Bussi e oggi deceduto; la seconda a Egidio Carcangiu, condannato anche lui per il sequestro e oggi un uomo libero. All'interno di queste due nuove storie si giunge ad un interessante ma conturbante epilogo: la verità che arretra e si scompone, la vertà che paradossalmente aggiunge altri occhi e altre interessanti letture. La verità che, sciogliendosi, rivela "nuove" verità.
La Sardegna dei sequestri. Dalle gesta di Graziano Mesina al rapimento del piccolo Farouk Kassam, dal sequestro di Fabrizio De André e Dori Ghezzi al caso Soffiantini
di: Ricci Giovanni
di: Ricci Giovanni
Che sia stato dettato da motivi politici o da volgare sete di denaro, il rapimento ha tristemente accompagnato la storia criminale della Sardegna fino ad assurgere al rango di "specialità isolana". Giovanni Ricci passa in rassegna la lunga lista dei sequestri di persona perpetrati in Sardegna dal 1875 fino ai giorni nostri, seguendo l'esportazione del modus operandi dei rapitori sardi in continente e dando corpo a una narrazione in cui la cronaca giudiziaria si fa storia vissuta e analisi sociale.
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