30.1.11

qualunquemente di Albanese

Ieri sono andato avedere  qualunquemente di Albanese



Un ottimo film ma come dice Albanese stesso superato dalla realtà  . Esso descrive perfettamente  e  in maiera  sagace il craxismo ed il berlusconismo  ed  non è  il  solito film di nicchia  più o meno bello ma per  dirla alla de Andrè  : Storia diversa per gente normale (  per  quelli che  non sanno o non gli ne frega niente  ) storia comune per gente speciale  ( cioè  quelli che s'indignano  veramente   e non come le pecore e   guardano le  cose  a 360  gradi e  le sanno  già  ) speciale   per   tipo Draquila di Sabrina Guzzanti




 o il polpettone  intellettuale  e poc diretto  ( salvo che nel finale ) Il caimano di Nanni moretti  (  sotto i video )


Secondo i miei amici\che   All'inizio  fino al primo tempo  faceva ridere  ma dopo un po' il film è diventato piatto... Sarà  perché l'hanno "pompato" molto e mi aspettavo di più  oppure  perchè reputano la comicità di Albanese troppo seria  !  In molte scene  prevvedibile  e scontato . Vero, ma  forse   perchè sta diventando difficil  per  i comici   descrivere Berusconi  con qualcosa di nuovo  ed  inedito   sooprattutto   quando la realtà supera la fantasia .
Evdentemente il film  ha descritto  benissimo  gli ultimi 20 anni storia italiana  visto  questa critica  al vetriolo o quasi  (  qui l'articolo integrale  ) del portale  cinematografico  comingsoon.it   << Che sia un eroe con il quale identificarsi, un antieroe che incarna le nostre paure più atroci o semplicemente la personificazione dell’italica tendenza a imbrogliare con orgoglio, Cetto La Qualunque è senza dubbio una delle maschere teatrali e televisive più riuscite di sempre. Graffiante, malevolo, beffardo ed ingombrante è diventato, dal 2003 ad oggi, lente di ingrandimento dei nostri tempi e potente strumento di messa in ridicolo di comportamenti e modelli. Strumento comico e non satirico, tuttavia, perché nella satira ci sono sempre il giudizio e il moralismo, e Antonio Albanese, che del politico calabrese è l’inventore, più che giudicare ha sempre desiderato rappresentare.
Dirompente com’è, il personaggio aveva sicuramente le carte in regola per diventare il protagonista di un lungometraggio cinematografico, un’opera che Giulio Manfredonia, già regista di Albanese in E’ già ieri, ha saputo trasformare in un prodotto molto originale. Un po’ favola, un po’ western, il suo Qualunquemente è a tutti gli effetti un film, a cominciare dall’ambientazione e dai costumi. In un paese immaginario chiamato Marina di Sopra, in mezzo a stabilimenti balneari di fortuna o all’interno di case appesantite da ninnoli e busti romani, si muove un’umanità che appare pittoresca ma finisce per essere agghiacciante, un mondo di loschi figuri che, come caricature dei personaggi dei quadri di Toulouse Lautrec suscitano una risata che a tratti si risolve in un ghigno. Vestiti di viola o di verde, o fasciati in abiti animalier, danno vita a una casareccia corte dei miracoli degna dell’Almodovar più deliziosamente kitsch, anche se appartenente a un milieu decisamente meno suggestivo. >> E fin qui  in parte  è vero , è  forse  questo che rende  ancora più serio  il ruolo d'Albanese  , rispetto aquelli che ha  avuto  nei precedenti film . >> Ne deriva >> sempre secondo il sito  <<  una deformazione grottesca, quasi fumettistica, della realtà che trova un ottimo contraltare nel realismo sia di Cetto, attualissimo nella sua volgarità e nella bulimia dell’avere, sia della recitazione di Antonio Albanese, mai urlata, mai troppo sopra le righe, frutto di un lungo lavoro cominciato ben prima di girare.>> 
Io, questa  riduzione a cartoon dell’universo del signor La Qualunque  che rende il personaggio principale accattivante, trasformandolo, mano a mano che il racconto si avvia verso il finale, in un titanico mattatore, i suoi comprimari sono destinati a scolorire, anche se SPOILER  presenti anche  nel finale  che  fa presumere un seguito  che prevede la candidatura  di cetto stavolta  a livello nazionale  SPOILER . Questo succede perchè, in fondo, sono poco più che semplici macchiette in cui rivivono i cliché di un Sud di malavitosi e fannulloni , non ce l'ho visto . Mentre ho visto  come dice  il sito << Nemmeno il personaggio di Sergio Rubini, che insegna a Cetto il segreto del successo in politica e ne cura look e stile di vita, si distacca da una simile schematicità, risultando ora troppo imperscrutabile, ora non sufficientemente comico. A proposito di commedia,viene da chiedersi se Qualunquemente appartenga veramente a un simile genere. In un certo senso no, e forse il pregio più grande del film sta in questa sua doppia natura, in questa oscillazione di registro a cui contribuisce il senso di claustrofobia che coglie lo spettatore dopo appena mezz'ora.>> .
Ecco perchè   al'uscita  commentando  il film con altri amici presenti in sala   ho notato  ch'erano un po'indispettiti o semplicemente smarriti perchè forse c'è ben poco da ridere, dal momento che l'iperbole non è poi così lontana dal nostro vissuto, cominciamo con l'ingoiare un amaro boccone. Ma è solo il primo atto, perchè per il gran finale Antonio Albanese ha in serbo una risata che, esorcizzando il male, "sempremente" ci seppellirà. 

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