Un ottimo film ma come dice Albanese stesso superato dalla realtà . Esso descrive perfettamente e in maiera sagace il craxismo ed il berlusconismo ed non è il solito film di nicchia più o meno bello ma per dirla alla de Andrè : Storia diversa per gente normale ( per quelli che non sanno o non gli ne frega niente ) storia comune per gente speciale ( cioè quelli che s'indignano veramente e non come le pecore e guardano le cose a 360 gradi e le sanno già ) speciale per tipo Draquila di Sabrina Guzzanti
o il polpettone intellettuale e poc diretto ( salvo che nel finale ) Il caimano di Nanni moretti ( sotto i video )
Secondo i miei amici\che All'inizio fino al primo tempo faceva ridere ma dopo un po' il film è diventato piatto... Sarà perché l'hanno "pompato" molto e mi aspettavo di più oppure perchè reputano la comicità di Albanese troppo seria ! In molte scene prevvedibile e scontato . Vero, ma forse perchè sta diventando difficil per i comici descrivere Berusconi con qualcosa di nuovo ed inedito sooprattutto quando la realtà supera la fantasia .
Evdentemente il film ha descritto benissimo gli ultimi 20 anni storia italiana visto questa critica al vetriolo o quasi ( qui l'articolo integrale ) del portale cinematografico comingsoon.it << Che sia un eroe con il quale identificarsi, un antieroe che incarna le nostre paure più atroci o semplicemente la personificazione dell’italica tendenza a imbrogliare con orgoglio, Cetto La Qualunque è senza dubbio una delle maschere teatrali e televisive più riuscite di sempre. Graffiante, malevolo, beffardo ed ingombrante è diventato, dal 2003 ad oggi, lente di ingrandimento dei nostri tempi e potente strumento di messa in ridicolo di comportamenti e modelli. Strumento comico e non satirico, tuttavia, perché nella satira ci sono sempre il giudizio e il moralismo, e Antonio Albanese, che del politico calabrese è l’inventore, più che giudicare ha sempre desiderato rappresentare.
Dirompente com’è, il personaggio aveva sicuramente le carte in regola per diventare il protagonista di un lungometraggio cinematografico, un’opera che Giulio Manfredonia, già regista di Albanese in E’ già ieri, ha saputo trasformare in un prodotto molto originale. Un po’ favola, un po’ western, il suo Qualunquemente è a tutti gli effetti un film, a cominciare dall’ambientazione e dai costumi. In un paese immaginario chiamato Marina di Sopra, in mezzo a stabilimenti balneari di fortuna o all’interno di case appesantite da ninnoli e busti romani, si muove un’umanità che appare pittoresca ma finisce per essere agghiacciante, un mondo di loschi figuri che, come caricature dei personaggi dei quadri di Toulouse Lautrec suscitano una risata che a tratti si risolve in un ghigno. Vestiti di viola o di verde, o fasciati in abiti animalier, danno vita a una casareccia corte dei miracoli degna dell’Almodovar più deliziosamente kitsch, anche se appartenente a un milieu decisamente meno suggestivo. >> E fin qui in parte è vero , è forse questo che rende ancora più serio il ruolo d'Albanese , rispetto aquelli che ha avuto nei precedenti film . >> Ne deriva >> sempre secondo il sito << una deformazione grottesca, quasi fumettistica, della realtà che trova un ottimo contraltare nel realismo sia di Cetto, attualissimo nella sua volgarità e nella bulimia dell’avere, sia della recitazione di Antonio Albanese, mai urlata, mai troppo sopra le righe, frutto di un lungo lavoro cominciato ben prima di girare.>>
Io, questa riduzione a cartoon dell’universo del signor La Qualunque che rende il personaggio principale accattivante, trasformandolo, mano a mano che il racconto si avvia verso il finale, in un titanico mattatore, i suoi comprimari sono destinati a scolorire, anche se SPOILER presenti anche nel finale che fa presumere un seguito che prevede la candidatura di cetto stavolta a livello nazionale SPOILER . Questo succede perchè, in fondo, sono poco più che semplici macchiette in cui rivivono i cliché di un Sud di malavitosi e fannulloni , non ce l'ho visto . Mentre ho visto come dice il sito << Nemmeno il personaggio di Sergio Rubini, che insegna a Cetto il segreto del successo in politica e ne cura look e stile di vita, si distacca da una simile schematicità, risultando ora troppo imperscrutabile, ora non sufficientemente comico. A proposito di commedia,viene da chiedersi se Qualunquemente appartenga veramente a un simile genere. In un certo senso no, e forse il pregio più grande del film sta in questa sua doppia natura, in questa oscillazione di registro a cui contribuisce il senso di claustrofobia che coglie lo spettatore dopo appena mezz'ora.>> .
Ecco perchè al'uscita commentando il film con altri amici presenti in sala ho notato ch'erano un po'indispettiti o semplicemente smarriti perchè forse c'è ben poco da ridere, dal momento che l'iperbole non è poi così lontana dal nostro vissuto, cominciamo con l'ingoiare un amaro boccone. Ma è solo il primo atto, perchè per il gran finale Antonio Albanese ha in serbo una risata che, esorcizzando il male, "sempremente" ci seppellirà.
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