24.1.11

A QUANDO IN ITALIA UN CASO COME QUELLO DI Maria Amelie”SCRITTRICE NORVEGESE DELL’ANNO ARRESTATA PERCHE’ IMMIGRATA CLANDESTINA ? l'altro lato della clandestinità

 questa  storia  che  vado a raccontare  mi fa  ritornare  alla mente   sia   addio Lugano bella    una canzone    che  sentivo fin   da bambino    in  particolare questa  strofa
 : <<  [....]  un dì ne avrai vergogna \ed oggi t'accusiamo\di fronte all'avvenir\ed oggi t'accusiamo\di fronte all'avvenir [....]  ( il  resto del testo   nel  collegamento  prima citato ) >>  sia  questa    canzone 






 Come dicevo  ne post precente  ecco un  motivo  per  gridare no    ( parafrasando la canzone   grido  No  di  di  Peppe pollina   )  . Perchè clandestino  non significa   coem dimostra  questa storia   delinquere  o  rubare  il lavoro   agli altri accettando condizioni che  un italiano  non accetterebbe  ( ma  mai  dire mai in tempi di crisi  come questa  ) o facendo lavori  che  noi italiani  non vogliamo fare   perchè nella lmaggior  parte  dei caasi siamo  preziosie  utilizziamo  la  dignità  a sproposito  cosa   che i nostroi avi  ( vedere  il libro di stella L' orda. Quando gli albanesi eravamo noi o senza  andare lontano  quando  dal  sud   s'emigrava  al nord  )  eravamo noi a fare  detterminati lavori  . Ma  significa  anche  integrazione  ed umiltà  . Lezione  che   stiamo perdendo 

 fonte  http://www.direttanews.it/

Maria Amelie  ( foto  a   sinistra  )  ha 25 anni . Insieme ai suoi genitori è fuggita dal Caucaso quando aveva 12 anni. È arrivata in Norvegia nel 2003 e nel Paese scandinavo si è laureata. Ha conseguito un master in scienze e tecnologia presso l’università di Trondheim. L’anno scorso ha pubblicato un libro che è diventato un caso editoriale: Ulovlig Norsk (“Norvegese illegale”) sul tema degli immigrati clandestini e la rivista Ny Tid l’ha nominata norvegese dell’anno, premio che viene assegnato a chi ha contribuito a far arricchire il dibattito pubblico. Lo scorso novembre ha raccontato ad alcuni parlamentari la sua storia.
Tutto questo Maria Amelie (questo il suo pseudonimo) l’ha fatto rimanendo di fatto immigrata clandestina: la richiesta d’asilo dei suoi genitori è stata respinta nel 2004. Da quel momento, per molto tempo Maria ha vissuto sotto falso nome. È uscita allo scoperto con il suo libro.
È clandestina, dunque: e per questo motivo è stata arrestata dalla polizia norvegese.
Mercoledì sera, verso le 23, Maria Amelie aveva appena finito di tenere una conferenza a Lillehammer sul tema degli immigrati senza permesso di soggiorno.
Fuori dalla Fridtjof Nansen Norwegian Humanistic Academy è stata avvicinata da otto poliziotti dell’Ufficio stranieri che l’hanno arrestata. In Norvegia è scoppiato un vero e proprio caso nazionale che ha riempito i giornali e alimentato un teso dibattito pubblico.
La ragione dell’arresto è che la richiesta d’asilo di Maria Amelie è stata rigettata lo stesso giorno dell’arresto. “Non ha bisogno di protezione e quindi non può ottenere un permesso. Un soggiorno a lungo termine non costituisce una base per un permesso”: questa la motivazione fornita dall’Ufficio stranieri. Di diverso parere sono molte persone, che sostengono che se dovesse tornare in Russia Maria Amelie potrebbe rischiare addirittura di essere uccisa.
Sta di fatto che, respinta la richiesta d’asilo, Maria Amelie dovrà lasciare la Norvegia. Se non lo farà volontariamente la legge prevede che sia ricondotta a forza nel suo paese.
“Tutti i cittadini irregolari devono essere pronti a tornare nei loro paesi” ha detto il segretario di Stato, Pål Lønseth, al quotidiano Dagbladet. “Siccome Marie aveva detto più volte di non voler fare ritorno volontariamente, si è deciso di procedere così”. Arrestata, Maria Amelie rimarrà nella prigione di Trandum in attesa di essere ricondotta in Russia.
La legge è stata applicata alla lettera, come sostenuto dallo stesso premier Jens Stoltenberg: nessuna eccezione, quindi, anche per un caso particolare come quello di Maria.
Ma la tempesta politica è scoppiata lo stesso.
“C’è da vergognarsi per quello che è successo” ha esclamato Helge Solum Larsen, del partito Venstre. Per il Fremskrittspartiet Maria rappresenta il classico esempio di immigrato che riesce in poco tempo ad integrarsi nella società e che contribuisce al suo sviluppo.
“Amelie è più norvegese di molti altri e ha forti legami con il nostro paese” ha aggiunto Akhtar Chaudhry del Sosialistisk Venstreparti: “lei è stata rispettosa delle nostre leggi e ora viene punita da una norma troppo rigida. Arrestarla e mandarla via è in contrasto con il sentimento popolare di giustizia.”
Per Heikki Holmås, anche lui del Sosialistisk Venstreparti, il rimpatrio forzato di Maria Amelie dimostra che non c’è alcuna logica nella politica di immigrazione norvegese. Amnesty International stima in 3.000 gli immigrati senza permesso di soggiorno che vivono in Norvegia da più di 5 anni.
Su Facebook è nato un gruppo che chiede la liberazione di Maria e che nel giro di ventiquattrore ha raccolto quasi 40.000 contatti. Manifestazioni pubbliche a Oslo, Trondheim, Stavanger, Kristiansand e Bergen hanno gridato il loro no al trattamento riservato alla venticinquenne. A Oslo c’è stato anche un concerto di beneficenza per chiedere la sua liberazione. Difficile dire se il coro di proteste e le piazze gremite riusciranno a cambiare il destino di Maria.

                                                   Antonio Scafati

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