giorno della menoria 27 gennaio le storie di

Cercando in rete   storie  per  raccontare  il  27 gennaio  , in maniera  non retorica  e d accademica  come d solito  viene  fatto fare  dalle  scuole    ho trovato queste  due  storie   di donne  ( perchè  per la prima  volta  la lotta contro tali  aberrazioni (  per  chi   volesse approfondire   e   usare nelle   ricerche scolastiche     oltre   i  link  presenti  negli articoli del quotidiano   può : consultare  i  miei  precedenti post    1  2  3 e   link sotto )    non fu  solo maschile  ma  anche femminile  Sono morte  a pochi giorni di  distanza  una dall'altra  
 Le  due storie   sono tratte  da  repubblica  online  
 La  prima è Tullia  Zevi voce dell'ebraismo italiano. qui il suo racconto sulle  leggi razziali 



La giornalista e scrittrice è morta a Roma, fra poco avrebbe compiuto 92 anni. La gioventù in esilio dopo le leggi razziali, l'esperienza americana e il ritorno in Italia con l'impegno politico e il giornalismo militante. Nel 2007 aveva pubblicato l'autobiografia "Ti racconto la mia storia". Napolitano: "Grande personalità antifascista e democratica"
ROMA - E' morta a Roma la giornalista e scrittrice Tullia Zevi, già presidente dell'Ucei, l'Unione delle comunità ebraiche italiane. Era ricoverata in ospedale da qualche giorno. Avrebbe compiuto 92 anni il prossimo febbraio. Esule con la famiglia dopo le leggi razziali del 1938, aveva partecipato attivamente alla lotta antifascista. Dopo la guerra, l'impegno nel giornalismo militante e nell'Unione delle comunità ebraiche italiane. Nel 2007 aveva pubblicato un libro, Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull'ebraismo,in cui ha tracciato un bilancio della sua vita e delle sue battaglie di libertà e tolleranza. "Una donna di grande personalità antifascista e democratica - ha detto in un messaggio il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - di limpida e ferma consapevolezza storica e posizione ideale, di alto impegno civile e di squisita umanità e cultura". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la ricorda come "personalità di grande spessore umano e intellettuale"
Tullia Zevi nasce a Milano il 2 febbraio del 1919, figlia di un avvocato antifascista.
Da liceale, durante una vacanza in Svizzera, viene a sapere dal padre che non farà ritorno a Milano. E' il 1938, anno della promulgazione delle leggi razziali. "Quel giorno abbiamo scoperto la diversità - dirà in un'intervista del 2008 a Il Manifesto - che cosa volesse dire essere considerati e apparire come 'diversi'. E direi che abbiamo misurato sulle nostre vite, quasi sui nostri corpi, questa sensazione: ci è entrata nella pelle". Inizia così il periodo dell'esilio, che la vedrà prima in Francia, a Parigi - dove prosegue gli studi alla Sorbona - e poi negli Stati Uniti. Lì frequenta la Juillard School of Music di New York e il Radcliff College di Cambridge, in Massachussetts, suona l'arpa in diverse formazioni, anche nella New York City Simphony Orchestra, con Leonard Bernstein. Frequenta i circoli antifascisti di New York e si avvicina alla professione giornalistica. Conosce e frequenta gli esuli italiani come Gaetano Salvemini e Amalia Rosselli. Partecipa alla pubblicazione dei Quaderni di giustizia e libertà e del bollettino Italy against Fascism. Per la Nbc cura una rubrica che parla ai partigiani per un programma a onde corte destinato all'Italia. E incontra Bruno Zevi, architetto e critico d'arte, che sposa nella sinagoga spagnola di New York il 26 dicembre del 1940.
Il ritorno in Italia è dopo la fine della guerra, nel 1946. Suo marito era già rientrato per partecipare alla Resistenza. Tullia Zevi si dedica completamente al mestiere che lei stessa definirà "cotto e mangiato", il giornalismo. Ma si impegna, al tempo stesso, all'interno della comunità ebraica dalla quale proveniva, devastata dalla guerra e dagli orrori del nazifascismo. Documenterà la tragedia della Shoah al processo di Norimberga e sarà anche in aula a Gerusalemme, nel tribunale allestito nel Beit Haam, con Adolf Heichmann alla sbarra. Per oltre trent'anni, dal 1960 al 1993, lavora come corrispondente del quotidiano israeliano Ma'ariv e per il londinese The Jewish Chronicle, dal '48 al '63 è corrispondente della Jewish Tepegraphic Agency e, dal '46 al '76, del Religious News Service di New York.
Dal '78, per cinque anni, è vicepresidente della Comunità ebraica italiana, della quale diventa presidente nell'83, unica donna ad aver mai ricevuto l'incarico. Sarà anche eletta presidente dello European Jewish Congress e membro dell'esecutivo dello European Congress of Jewish Communities; nell'88 è incaricata della presidenza della Commission for Intercultural and Interfaith Relations dello European Jewish Congress. E nel '92 è la candidata italiana al premio "Donna europea dell'anno". Alla fine dello stesso anno riceverà, dall'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il titolo di Cavaliere di Gran Croce, massima onorificenza italiana. Ma numerosi sono i riconoscimenti che le sono stati tributati. Dal "Premio 8 marzo. La donna nella scuola, nella cultura e nella società" al premio "Donna coraggio" alla medaglia d'oro assegnatale del ministero dei Beni culturali nel '94 per "il suo contributo all'educazione, all'arte, alla cultura".
Tullia Zevi è stata anche membro della Commissione per l'interculturalismo del ministero dell'Istruzione, della Commissione parlamentare d'inchiesta sula missione italiana in Somalia, della commissione italiana dell'Unesco, della commissione nazionale per la bioetica, del comitato promotore del Partito democratico. Una vita in prima linea, raccontata nell'autobiografia Ti racconto la mia storia, dialogo con la nipote Nathania in cui si riassumono le sue lunghe e spesso travagliate esperienze, fra storia personale e storia universale - tante le foto, all'interno del libro, che la ritraggono durante i suoi incontri con i grandi personaggi della storia contemporanea, Golda Meir e re Hussein di Giordania, Papa Paolo VI e Ferruccio Parri, Yitzhak Rabin e Arafat, Hillary Clinton e Rita Levi Montalcini. L'avventura umana e l'impegno politico di una donna che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento per l'ebraismo e per la cultura laica.
Esprime "profondo dolore, mio e di tutto il Consiglio dell'Unione per la scomparsa di una cara amica e di una figura di alto livello umano e culturale" il presidente dell'Ucei, Renzo Gattegna. "Una delle più grandi figure dell'ebraismo italiano, persona di grande onestà e intelligenza" la definisce il rabbino capo emerito di Roma, Elio Toaff. Una "grande donna, una figura storica che lascia un vuoto difficile da colmare", la ricorda il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. Al messaggio di cordoglio del presidente del Senato, Renato Schifani ("un'alta figura intellettuale, testimone in Italia e nel mondo dei valori più nobili e condivisi della cultura ebraica di cui è stata apprezzata e indiscussa protagonista") si aggiungono quelli del vicepresidente del Senato Vannino Chiti, del presidente della Camera Gianfranco Fini, del presidente della Regione Lazio Renata Polverini, del sindaco di Roma Gianni Alemanno e di numerosi altri esponenti della politica e della cultura.
 
 
La seconda  sempre  da  repubblica  stavolta  di Parma   del 23\1\2011

Addio a Laura "Mirka" Polizzi
Anima della Resistenza parmigiana   qui il suo ultimo discorso


Se n'è andata una delle anime più famose della nostra Resistenza.                             Addio a Laura Polizzi, per tutti Mirka.                            Nata a Parma il 30 settembre 1924,commessa,membro della  Presidenza onoraria dell'ANPI nazionale. 
È stata tra le prime donne ad entrare nella Resistenza. Salma esposta domenica e lunedì mattina alla sede Anpi. Alle 14,30 funeraliNell'estate del 1944 Laura Polizzi, che aveva assunto il nome di battaglia di "Mirka", entrò nelle formazioni partigiane di montagna e nel luglio divenne vicecommissaria dei garibaldini del Reggiano. Dopo aver partecipato ai combattimenti in difesa della "zona libera" attaccata dai repubblichini e dai tedeschi, "Mirka" riprese in pianura la sua attività nei Gruppi di difesa della donna.
Dal febbraio 1945 è stata molto attiva nell'attività clandestina a Milano, dove si era spostata. Tornata a Parma dopo la Liberazione, "Mirka", che ha sposato l'ex comandante partigiano Pio Montermini, vi ha svolto per anni e anni importanti incarichi nei movimenti democratici. Ha fatto parte anche della dirigenza nazionale dell'ANPI, della quale è oggi membro della Presidenza onoraria. Nel 1991 ha ricevuto dal Comune di Parma il Premio Sant'Ilario, attestato di civica benemerenza.
FUNERALI E OMAGGIO La Sezione Anpi di Parma annuncia la dolorosa scomparsa della sua Presidente, la partigiana Mirca. Coloro che vorranno rendere omaggio alla salma della valorosa combattente per la libertà ed appassionata protagonista della lotta per l'emancipazione femminile e il progresso sociale, potranno farlo presso la camera ardente aperta nella sede Anpi, piazzale Barbieri 1, domenica  23 gennaio 2011 dalle 15 alle 18 e lunedì 24 dalle 10 alle 15 e 30, momento delle esequie. Alle 14 e 30 l'estremo saluto di amici e autorità.
VIGNALI: "ADDIO A UN PEZZO DI PARMA"  "Se ne va un pezzo di Parma, la persona che meglio rappresentava in città un'epoca, quella della Resistenza, i cui valori sono fondamento della nostra comunità e della nostra Costituzione".
Il sindaco Pietro Vignali ricorda così Laura "Mirka" Polizzi e, parlando con il figlio Aldo Montermini al telefono, ha espresso le sue più sentite condoglianze e detto di essere fortemente dispiaciuto per la "perdita di una persona che ho avuto la fortuna di frequentare in alcune occasioni anche aldilà della vita istituzionale. Ricordo il piglio e la decisione  -  continua il sindaco  -  la volontà nel trasmettere alle nuove generazioni i valori della Resistenza, fondamento del nostro vivere civile e della Costituzione. Ricordo in particolare la consegna della medaglia d'oro della Città di Parma in occasione del premio Sant'Ilario due anni fa. Un momento toccante per tutti i nostri concittadini, non solo per i protagonisti di quella cerimonia".
Laura Polizzi è stata insignita dal Comune di Parma nel 1991 dell'attestato di civica benemerenza e 18 anni più tardi, nel 2009 come ricordava il sindaco, della medaglia d'oro.
BERNAZZOLI" TANTE BATTAGLIE ASSIEME" -  Unni importanti incarichi nei movimenti democratici. Ha fatto parte anche della dirigenza nazionale dell'ANPI, della quale è oggi membro della Presidenza onoraria. Nel 1991 ha ricevuto dal Comune di Parma il Premio Sant'Ilario, attestato di civica benemerenza.
 FUNERALI E OMAGGIO La Sezione Anpi di Parma annuncia la dolorosa scomparsa della sua Presidente, la partigiana Mirca. Coloro che vorranno rendere omaggio alla salma della valorosa combattente per la libertà ed appassionata protagonista della lotta per l'emancipazione femminile e il progresso sociale, potranno farlo presso la camera ardente aperta nella sede Anpi, piazzale Barbieri 1, domenica  23 gennaio 2011 dalle 15 alle 18 e lunedì 24 dalle 10 alle 15 e 30, momento delle esequie. Alle 14 e 30 l'estremo saluto di amici e autorità.
VIGNALI: "ADDIO A UN PEZZO DI PARMA"  "Se ne va un pezzo di Parma, la persona che meglio rappresentava in città un'epoca, quella della Resistenza, i cui valori sono fondamento della nostra comunità e della nostra Costituzione".
Il sindaco Pietro Vignali ricorda così Laura "Mirka" Polizzi e, parlando con il figlio Aldo Montermini al telefono, ha espresso le sue più sentite condoglianze e detto di essere fortemente dispiaciuto per la "perdita di una persona che ho avuto la fortuna di frequentare in alcune occasioni anche aldilà della vita istituzionale. Ricordo il piglio e la decisione  -  continua il sindaco  -  la volontà nel trasmettere alle nuove generazioni i valori della Resistenza, fondamento del nostro vivere civile e della Costituzione. Ricordo in particolare la consegna della medaglia d'oro della Città di Parma in occasione del premio Sant'Ilario due anni fa. Un momento toccante per tutti i nostri concittadini, non solo per i protagonisti di quella cerimonia".
Laura Polizzi è stata insignita dal Comune di Parma nel 1991 dell'attestato di civica benemerenza e 18 anni più tardi, nel 2009 come ricordava il sindaco, della medaglia d'oro.
BERNAZZOLI" TANTE BATTAGLIE ASSIEME" -  Un onore essere stati insieme in tante battaglie. Rappresenta quella coerenza e limpidezza nel tempo, quei valori morali che possono farci da guida .Una vita importante, spesa a costruire la democrazia nel Paese e a creare condizioni di vita migliori per tutti, un'azione costante e coerente guidata dai valori di libertà e giustizia.Vincenzo Bernazzoli era andato a salutare Laura Polizzi qualche mese fa, quando le sue condizioni di salute cominciavano a peggiorare. Ricorda una persona debilitata, ma fortemente interessata alle sorti del Paese e al destino dei giovani.Nella lunga conoscenza che li ha legati, sono molti gli episodi e i racconti: "Fra i tanti - spiega il presidente – mi ha colpito moltissimo quando mi parlò dell'emozione provata il giorno della Liberazione a Milano quando, poco più che ragazzina, fu chiamata a parlare dal balcone nel saluto alla città. Mi raccontò di quando visitò Mauthausen dove furono internati i suoi familiari e dove morì il padre. Nel 2004, quando dovetti decidere se candidarmi in Provincia andai a consigliarmi con lei. Mi disse di accettare e lo feci alcuni giorni dopo.
Per Bernazzoli la vita di Laura Polizzi ha un immenso significato simbolico.  Mirka era una donna coraggiosa e molto forte. Il suo impegno per conquistare la libertà, le sofferenze patite dalla sua famiglia durante il nazifascismo, la sua scelta di entrare giovanissima nella lotta partigiana, sottolineano una concezione della vita spesa per il bene comune, l'affermazione di una donna in tempi in cui non era certo facile. La sua forza sono state le sue idee che l'hanno accompagnata sempre. Ha condotto l'impegno politico in prima persona, con incarichi anche nazionali, così come nell'Anpi, dove ha ricoperto responsabilità di rilievo. Quello di Mirka è stato un impegno costante per mantenere vivi i valori per i quali si era battuta. Senza mai mollare la presa, ha accompagnato con intelligenza e partecipazione il processo di crescita civile e sociale della provincia di Parma e della nazione. Ovunque ha ricevuto stima per la sua capacità in onore essere stati insieme in tante battaglie. Rappresenta quella coerenza e limpidezza nel tempo, quei valori morali che possono farci da guida .Una vita importante, spesa a costruire la democrazia nel Paese e a creare condizioni di vita migliori per tutti, un'azione costante e coerente guidata dai valori di libertà e giustizia.Vincenzo Bernazzoli era andato a salutare Laura Polizzi qualche mese fa, quando le sue condizioni di salute cominciavano a peggiorare. Ricorda una persona debilitata, ma fortemente interessata alle sorti del Paese e al destino dei giovani.Nella lunga conoscenza che li ha legati, sono molti gli episodi e i racconti: "Fra i tanti - spiega il presidente – mi ha colpito moltissimo quando mi parlò dell'emozione provata il giorno della Liberazione a Milano quando, poco più che ragazzina, fu chiamata a parlare dal balcone nel saluto alla città. Mi raccontò di quando visitò Mauthausen dove furono internati i suoi familiari e dove morì il padre. Nel 2004, quando dovetti decidere se candidarmi in Provincia andai a consigliarmi con lei. Mi disse di accettare e lo feci alcuni giorni dopo.
Per Bernazzoli la vita di Laura Polizzi ha un immenso significato simbolico.  Mirka era una donna coraggiosa e molto forte. Il suo impegno per conquistare la libertà, le sofferenze patite dalla sua famiglia durante il nazifascismo, la sua scelta di entrare giovanissima nella lotta partigiana, sottolineano una concezione della vita spesa per il bene comune, l'affermazione di una donna in tempi in cui non era certo facile. La sua forza sono state le sue idee che l'hanno accompagnata sempre. Ha condotto l'impegno politico in prima persona, con incarichi anche nazionali, così come nell'Anpi, dove ha ricoperto responsabilità di rilievo. Quello di Mirka è stato un impegno costante per mantenere vivi i valori per i quali si era battuta. Senza mai mollare la presa, ha accompagnato con intelligenza e partecipazione il processo di crescita civile e sociale della provincia di Parma e della nazione. Ovunque ha ricevuto stima per la sua capacità di dirigente politico e affetto per la sua umanità. In questo momento così difficile, in cui sembra avanzare il degrado e in cui il Paese rischia di perdersi, Mirka rappresenta quella coerenza e limpidezza nel tempo, quei valori morali che possono farci da guida. 



IL MESSAGGIO DI STEVEN SPIELBERG
"Non dimentichiamo mai l'Olocausto"
(per gentile concessione di Istituto Luce)
DA "STORIA DELLA SHOAH":

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