14.1.11

il mio 27 gennaio giorno della memnoria parte II

 Tra   i libri che escono  in questi giorni dedicati  ( vedere  collegamenti  )   all'olocausto\ shoah o al genocidio ( anche  se  come  ho  già detto  nella  prima parte    a  causa della manomissione   delle parole  che fanno i media    , ma  anche ciascuno di  noi  coscientemente  e  inconsciamente  , è  un termine   diventato ambiguo ) del popolo ebraico   e   dell'odio  che essi hanno subito ed  incontrato   nel corso della storia   segnalo due  Libri  : Umberto Eco “Il cimitero di Praga” e Il  socialismo degli imbecilli” di Battini.


 Il secondo libro,  che è quello su  cui mi soffermerò di  più  per  rispondere  alle  critiche  dei miei amici  \ conoscenti di destra    che  m'accusano di vedere  solo il oro antisemitismo  e  non il quello della mia parte  -- i  più ottusi  ---  o   di sinistra  -- i più  moderati  --  ,  mette  in evidenza  come  ad inventare    o meglio amplificare il nemico ebraico ,  La paura e l'internazionale antisemita furono  non solo   solo i fascismi, ma anche cattolici conservatori e partiti di sinistra .  Infattti : <<  La tradizione antigiudaica ha radici antiche, affondano al periodo relativo alla nascita della chiesa cattolica romana come chiesa egemone, cioè già dal IV secolo dopo Cristo, per sfociare in quella immane tragedia che è stata l’Olocausto.
In questo erudito e documentatissimo libro, Il socialismo degli imbecilli, edito da Bollati Boringhieri, Michele Battini ripercorre e, anzi, ricostruisce tutta la tradizione antigiudaica fino all’antisemitismo moderno, soffermandosi in particolare sul periodo successivo all’Illuminismo. La tesi dello storico, peraltro inoppugnabile, è che debba essere retrodatata la genesi dell’antisemitismo politico e sociale moderno: le sue prime espressioni si avvertono già all’inizio del XIX secolo e devono essere lette nel contesto della rivolta contro l’Illuminismo politico e i diritti di cittadinanza, come propone anche la Arendt. >> ( da http://www.booksblog.it/  )
Ora «Occorre un nemico per dare al popolo la speranza». Così si legge nell'ultimo fortunato romanzo di Umberto Eco “Il cimitero di Praga”, dove lo spregevole protagonista, Simonino Simonini, si muove da falsario nel XIX secolo vivendo alcune delle pagine più famose della storia di quel periodo, rendendosi protagonista della falsificazione di documenti antisemiti che avrebbero aperto la strada, pochi decenni dopo, alla tragedia dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti.
la lettura del libro di Battini  “Il socialismo degli imbecilli  Propaganda, falsificazione, persecuzione degli ebrei” (Bollati Boringhieri, pp. 328, € 18)." giunge quanto mai opportuna, per comprendere meglio il clima culturale che ha ispirato Eco .
L'autore docente di storia contemporanea all'Università di Pisa, porta con tale opera   a riflettere sulla propria coscienza di europei ricostruendo le varie forme attraverso le quali una parte non certo ridotta della cultura continentale si nutrì del brodo antisemita facendolo diventare, grazie all'uso della stampa e della pubblicistica, un sentire comune. Circostanza che, come si spiega nel volume, accomunò mondi distanti come quello cattolico conservatore e parti non irrilevanti dell'universo socialista transalpino.
Negli ultimi decenni del XIX secolo si passò infatti dall'accusa classica di usura a quella che vedeva negli ebrei gli organizzatori di un sistema capitalistico ingiusto. In questo senso i mutamenti economico-industriali dell'Ottocento avrebbero favorito la ricerca della protezione contro il diverso, la figura su cui convogliare frustrazioni e risentimenti per una modernizzazione che si portava dietro disuguaglianze sociali e ingiustizie. Chi se non l'ebreo, giudicato elemento di disintegrazione del modello economico, avido speculatore ingrassatosi con la truffa e l'inganno subdolo a danno dei veri produttori e dei lavoratori?
Da allora credere in un complotto giudeo-massonico sarebbe diventato un concetto sempre più diffuso favorendo pratiche politiche populiste e razziste su cui sarebbe confluiti importanti figure di intellettuali e pensatori. Del resto la definizione  per  indicare  l'antisemitismo  di sinistra “socialismo degli imbecilli venne coniata proprio  durante  il congresso socialdemocratico di Colonia del 1893 da August Bebel.   In Francia queste posizioni trovarono poi la loro più bieca rappresentazione in episodi come l'affare Dreyfus o nell'embrione della produzione dei “Protocolli dei Savi anziani di Sion”, apparsi nella loro versione definitiva in Russia tra il 1903 e il 1905, il falso più clamoroso sul complotto ebraico per la conquista del mondo. Arrivando sino al socialismo antiebraico di uomini come Paolo Orano, a cui nel libro viene prestato uno spazio particolarmente significativo visto che Battini lo vede come il gran sacerdote della diffusione delle idee antisemite in età giolittiana e che avrebbe avuto presto rappresentazioni ben più potenti con fascisti come Telesio Interlandi e Giovanni Preziosi, per non parlare delle influenze sulla parabola culturale di Mussolini dal socialismo al fascismo per arrivare alle leggi razziali del 1938.
Il libro di Battini ci dimostra come l'antisemitismo, e con esso la paura del nemico, sono potuti nascere anche in con contesto di progresso e modernizzazione tecnologica come quello dell'Europa tra Otto e Novecento. Proprio mentre ci accingiamo a ricordare la Giornata della memoria deve essere un monito e un invito a non dimenticare che le grandi tragedie possono svilupparsi anche in società dove sembrano non poter attecchire sentimenti razzisti e forme violente di discriminazione. Ma  pèero bisogna  stare  attenti a non mettere  sullo stesso piano  e decontestualizzare   i due  diversi tipi di persecuzione   e d'odio  verso i popolo ebraico  .
 Dalle letture   che  ho fatto e dai dibattiti che  ho avuto sui vati news groups  di storia  , alcuni  dicono che  : <<   in generale, c'è poca differenza, in quanto entrambe erano persecuzioni su base raziale.>>
 E che   quella di destra s'attuò in due diverse modi:  il fascista si basò sulle leggi raziali voluti dal fascismo (in Italia) dove gli ebrei erano esclusi dagli uffici pubblici (stato, scuola, università ecc) e venivano privati di diversi diritti.Poi dopo  il  25 luglio  e ancor  di più  con l'8 settembre  del del 1943  con la creazione della Repubblica  Sociale Italiana   (  governo fantoccio secondo la maggior parte degli storici  )s'inizio  a collaborare  con quello nazista  .
Il quale   invece basava l'antisemitismo sul fatto che la razza ebraica fosse responsabile dei mali della germania (miseria, recessione, povertà) in quanto accusava gli ebrei (falsamente) d'arricchirsi ai danni della onesta popolazione ariana tedesca. eliminando questa razza e incamerando i loro beni, l'iedologia nazista proponeva la soluzione.
Ora  da  una risposta  avuta   su http://it.answers.yahoo.com   quella  Staliniana   : <<  è diversa intanto perché non aveva una vera e propria (seppur illogica) giustificazione ideologica. era una persecuzione più "estemporanea" e meno "organizzata". non c'era una vera e propria sistematicità nell'eliminazione degli ebrei, ne una vera giustificazione razziale. dai tempi del regno di russia, diversi progrom nascevano dalla base della popolazione verso i capri espiatori ebraici, in quanto i contadini non avevano la forza di insorgere verso il padrone. con lo  stalinismo le purghe staliniane, come progrom moderni, non erano sistematiche ma più casuali.>
Comunque , sempre attraverso le mie  fonti  , posso affermare  che  ( magari se nel caso sbaglio fatemelo notare  )  che  la  differenza  fra le  due ideologie   che  hanno caratterizzato la cultura  del 900  consiste  nel fatto che  :
L'ANTISEMITISMO DI DESTRA: fascisti e nazisti avevano una teoria basata sulla razza, la loro era la migliore, le altre invece dovevano essere sottomesse. Ovviamente non tutte le razze erano inferiori allo stesso modo, i francesi ad esempio appartenevano allo stesso ceppo e quindi andavano bene, ma popolazioni come gli slavi erano state fatte da Dio per essere schiave. Quelli di destra vedevano negli ebrei un popolo deicida, che aveva molti soldi e non era completamente integrato (almeno non ovunque). Era un popolo diverso, con delle usanze strane. Il tema del diverso è molto importante, perchè proprio quello fa paura ai nazi/fasci e inoltre il diverso può essere benissimo utilizzato per convogliare l'odio delle persone che soffrono. Da tempo (dall'inizio del 1900) giravano testi messi in giro anche dagli zar che spiegavano come i capi delle comunità ebraiche stessero facendo un complotto per controllare l'economia mondiale (ovviamente erano dei testi falsi). Mussolini, e poi con più efficacia Hitler, utilizzarono questi testi per convogliare l'odio della gente contro questa "razza", era il periodo della crisi più nera, ovunque si stava male e avere un capro espiatorio sul quale riversare l'odio della gente era molto comodo e garantiva un largo consenso. Ripeto inoltre che gli ebrei erano considerati culturalmente e geneticamente inferiori, erano una razza parassita e subdola che viveva sulle spalle degli altri che doveva essere eliminata del tutto. Inoltre gli ebrei venivano identificati con i comunisti, difatti Marx e Trotckj (comandante in capo della armata rossa) erano ebrei.
IDEOLOGIA DI SINISTRA: raramente le ideologie di sinistra condannavano gli ebrei, vi erano solo delle lievi frange socialiste a farlo, ma sicuramente non portarono ad uccisioni o massacri. L'idea che  mi sono fatto ,  soprattutto dopo  aver visto l'anno scorso ,  una  della trasmissione  de la7 Impero  di Valerio Massimo Manfredi  dedicata  all'impero Staliniano  è  che  : bisogna distinguere tra le ideologie e le persone che se ne mettono a capo. Stalin  dette senza dubbio la caccia agli ebrei e moltissimi ne morirono all'interno dei gulag, ma non a causa di un'ideologia di sinistra, la cosa è dovuta a questioni personali riguardanti la persona di Stalin  .
infatti   poi Stalin era ossessionato dal fatto che ci fossero dei complotti per ucciderlo o spodestarlo, visto che prima della sua venuta, la Russia aveva accolto moltissimi ebrei e questi erano riusciti a posizionarsi in zone importanti del partito comunista Stalin decise di farne fuori parecchi  insieme  a  tutit gli altri  suoi oppositori  con le  cosiddette purghe  . Inoltre durante la guerra fredda Stalin continuò una politica antiebraica poichè questi erano alla guida di molte banche o organi importanti delle economie occidentali. << Stalin però >>-- sempre  secondo una risposta  avuta dallo stesso sito  ma diversa  -- << non si mosse con l'intenzione di sterminare l'intera razza ebraica, lui guardò ai propri interessi e eliminò le persone scomode, poi ovviamente ne andarono di mezzo anche altri ebrei, ma di fatto esistevano varie comunità ebraiche in Russia e non venivano discriminate ( almeno non troppo).>>
Dunque ,  e  qui concludo, che  le  orribili e  aberranti persecuzioni d'entrambe le ideologie ed  entrambe  orribili  , qualunque sia  il motivo  e  l'origine  :  eliminare dalla faccia della terra l'intera razza ebraica perché inferiore o perché gli ebrei sono deicidi  ( destra  ) o perché nemici  del proletariato o borghesi ( sinistra  , staliniane  soprattutto  ) o con l'intenzione  \ i proposito  di avere un vantaggio in campo politico e di controllo sulla società (infatti le persecuzioni staliniane non si estesero a tutti gli ebrei ) , non debbano essere  dimenticate e studiate  a  360  gradi mettendo da parte  i pregiudizi ideologici culturali

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