19.11.22

la vita è anche trasfornazione perchè “Nulla si crea,nulla si distrugge,tutto si trasforma”

“Nulla si crea,nulla si distrugge,tutto si trasforma” come c'è stato insegnato a  scuola   -  È la legge che individuò, se la mia memoria non m'inganna . Lavoisier, scienziato del ‘700,iniziatore della chimica moderna. Questa  legge naturale di conservazione della massa: in una reazione chimica nulla si crea, nulla si distrugge, tutto ciò che c'era prima si trova anche dopo che la reazione è avvenuta la si puo  applicare  anche alla  vita cioè  al nostro vivere  Infatti   sta  noi scegliere  se  se  vivere  creando  e trasformando   o   di  non fare  \  creare niente   ma  lasciare  che siano  gli altri  a creare   per  noi  ed  eventualmente  ad imporci le  loro creazioni .  Infatti io  deciso  che  con la  paura  anzi ,meglio le paure , è meglio conviverci  ed  affrontarla   possibilmente  o  trasformala  in qualcosa  che ci  fortifichi anzichè indebolirci   .
Infatti  come suggerisce  quest articolo  da me  letto qualche tempo fa  di lamenteemeravigliosa.it

NON  on bisogna mai dimenticare che la paura è un’emozione sana, perché fa parte del nostro istinto di sopravvivenza. Alcune tra le paure più comuni sono del tutto ragionevoli. Eliminarle, quindi, non sarebbe una buona idea, altrimenti rischiamo di perdere il senso del
rischio e di esporci inutilmente al pericolo.Le paure più comuni tra gli esseri umani riguardano la preservazione fisica e psicologica dell’integrità e della vita. Hanno carattere universale perché in buona misura ci proteggono. Presentano una radice biologica e filogenetica molto forte.
[...] 
A volte non consideriamo il fatto che la paura è una forza impressionante, che può essere usata a nostro vantaggio quando ne siamo consapevoli. Ci spinge a compiere azioni inverosimili o a portare a termine grandi creazioni  ma  anche  se  non controllata  \  incanalata    a fare  errori   e  a cadere  .  
Perchè questa  decisione    perchè   ho capito   che   lasciandomi prendere  dalla paura   ho capito  che , anche  se  ancora   non sempre  ci riesco  completamente come  credo  molti  di noi visto    che :  sempre  secondo l'articolo sopracitato  esse  sono molto diffuse , lasciandomi prendere  dalle  paure  mi rallentava  e mi faceva    cadere  continuamente    o  vivere  in un stato  d'ansia  .  

una scuola senza voti è possibile ? sembra di si. nuovo tipo di didattica una scuola senza voti o quasi ilcaso del liceo Morganti di roma

da https://notizie.tiscali.it/cronaca

 Gianluca Petrassi studia Economia e management alla Bocconi di Milano. "L'unico vero shock e' stato passare da Roma al clima milanese", racconta con un sorriso. Non sa ancora cosa vuole fare da grande: ha sempre saputo pero' che avrebbe scelto questa facolta'. "E il liceo, in questo, mi ha molto aiutato". Gianluca ha frequentato lo scientifico Morgagni, a Monteverde, a pochi passi da Trastevere a Roma. Il liceo e' balzato agli onori delle cronache perche' - ormai da sette anni - porta avanti una sperimentazione innovativa: interrogazioni senza voti, pochi compiti a casa, tanto lavoro in gruppo e autovalutazione.

 "Siamo stati la prima classe in assoluto", racconta Sofia Schiavone, 21 anni. Oggi e' una brillante studentessa di Economia e gestione dei servizi alla Cattolica di Roma. "Secondo noi con questo metodo ragazzi e ragazze sono molto piu' sereni", spiega Enzo Arte, professore di matematica e fisica e tra i docenti che hanno voluto proporre la sperimentazione sette anni fa.

18.11.22

gli Nft nuova frontiera o snaturalizzazione delle opere d'arte ?

Quando nasci in un mondo nel quale non ti adatti, non sei sbagliato ! è perché sei nato per contribuire a crearne uno nuovo !


approfondimenti


E' raro , poi dipende dai punti di vista , trovare sui giornali di Destra ( o almeno un certo tipo di destra )  degli ottimi interventi culturali .Ed questo è uno di quei rari casi . 






 Da il giornale del 16\11\2022 di Ferruccio Invernizzi

 

Cari lettori, oggi apro questo articolo con unacronimo:NFT (nonfungible token). Un fenomenomolto complesso entrato in scena da qualche anno,del quale molto ancora si deve capire. Ma di cosa si tratta? In italiano potremmo tradurre NFT con: gettone non riproducibile,che stabilisce l’atto di proprietà e la certificazione di autenticità di un elemento digitale. Ci troviamo di fronte ad una tecnologia in grado di creare un codice che non può essere riprodotto da nessun altro,utilizzabile per “contenere” un elemento digitale e venderlo attraverso una cryptovaluta. Si presta perfettamente per vendere opere d’arte, musica, video, è tutto quello che si può digitalizzare,addirittura collezioni di moda e gioielli digitalizzati.Il creativo genera un file, o una foto del suo prodotto, poi viene creato un codice identificativo dell’opera e del suo atto di proprietà e unicità, ed infine lo lancia nel mercato delle cryptovalute. Parliamo dunque di prodotti non fisici, che grazie alle loro caratteristiche possono essere venduti in tuttilmondo senza transizioni complesse e limiti doganali.Uno sviluppo per certi versi interessantema assai fragile, legato proprio all’elemento tecnologico. Ma la mia riflessione non vuole approfondire questi aspetti, piuttosto cosa significhi per il mondo dell’arte. Tutto questo ci sposta in un mondo non fisico, che si adatterà alla nascita del metaverso ma che crea una frattura col mondo fisico in cui viviamo.Mi chiedo allora cosa possa aggiungere di nuovo al mondo dell’arte? Nascerà un nuovo linguaggio artistico? Avremo più possibilità espressive? Sarà possibile comunicare sensazioni nuove o nuovi concetti artistici? Si tratta semmai di un volano che faciliterà investimenti e speculazioni finanziarie. Infattila proprietà fisica dell’opera rimarrà in possesso delcreatore, ma nessuno potrà garantire che non vengano creati più file digitalidella stessa opera, e questo comprometterebbe l’investimento, in alcuni casi milionario, del compratore.La mia generazione èabituata al possesso fisico delle cose e soprattutto delle opere d’arte e ad un contatto diretto che si instaura con l’opera in una serie di scambi complessi. Si può guardare mille volte lo stesso dipinto e trovare ognivolta cose nuove.Nel mondo digitale tutto questo viene “compresso”, reso pelementare, soprattutto NFT, che non possono contenere immagini in alta risoluzione per via delloro tipo di tecnologia.Non sappiamo dove ci porterà tutto questo, per esperienza fare previsioni in meritoèmolto difficile,anche alla luce di quanto sta accadendo ai Bitcoin. I facili entusiasmi che accompagnano le novità possono finire in bolle speculative devastanti. Da personacuriosa continuerò ad osservare il fenomeno, a studiarlo, ma convinto che quando uso soldi reali preferisco comprare cose reali. 


 Egli ha perfettamente tragione non aggiungo altro perchè un ulteriore parola è poco ed due sono troppe Posso dire da semplice fruitore di opere d'arte non solo museali , per giunta più giovane dello stesso giornalista , che condivido quanto dice . Forse perchè sono cresciuto ed ho sviluppato la mia idea \ concezione dell'arte prima che le applicazioni informatiche fossero applicate come il caso in questione fosse applicate alle opere d'arte . Infatti sono abituato ad un rapporto : fisico , visivo , con le opee d'arte oltre che a vederle dal vivo quando posso o in tv o sui libri . Almeno per il momento mi chiedo a differenza sua sarà utile , si trasformerà l'arte in un iun bene per pochi eletti continuerà ad essere fuibile a tutti ?

Ghana senza maglie per il Mondiale, ci pensano gli studenti della Statale di Milano: il gesto diventa virale sui social



Lo so avevo detto  nel post precedente che non avrei parlato dei mondiali di quest'anno ma anche che se ne avrei parlato lo avrei fatto come ho descritto le olimpiadi dell'anno scorso cioè raccontando \ riportando retroscena o le storie ad esso collegate . E' questo il caso .



da www.leggo.it



Il Ghana dimentica a casa le divise per il mondiale in Qatar: corsa contro il tempo per recuperarle. Boom di meme sui social
La Nazionale del Ghana esordirà contro il Portogallo giovedì 24 novembre







di Redazione web

Il Ghana si è dimenticato a casa le maglie da gioco pronte da indossare ai Mondiali in Qatar. L'episodio, che ha suscitato molta ilarità sui social, rischia di trasformarsi in un grande problema: la Nazionale africana rischia grosso.
Sembra impossibile eppure è succeso: la Nazionale del Ghana ha lasciato a casa le maglie ufficiali che avrebbe dovuto indossare in Qatar in occasione dei Mondiali. L'evento sportivo comincerà tra pochi giorni, domenica 20 novembre, e si protrarrà fino al mese prossimo, con la finale che si giocherà il 18 dicembre.
Il Ghana guidato dal CT Otto Addo, giocherà la sua prima partita giovedì 24 novembre contro il Portogallo. Entrambe le squadre appartengono al Girone H con Uruguay e Corea del Sud. Riusciranno le divise dimenticate ad arrivare in tempo per il match?
La lentezza delle poste ghanesi
La Nazionale del Ghana, il CT e tutta l'organizzazione di Qatar 2022, si augura che le divise possano arrivare in tempo per la prima partita. Ciò che preoccupa maggiormente è il servizio postale ghanese: estremamente lento e non troppo efficiente.
Boom di meme sui social
Ovviamente dopo che la notizia ha cominciato a circolare, sui social sono arrivati i primi meme che ironizzano sull'incredibile gaffe della Nazionale ghanese.
La Nazionale del Ghana è nei guai: giovedì 24 novembre esordirà in Qatar contro il Portogallo, e non ha ancora ricevuto le maglia da gioco.
Per questo motivo un gruppo di studenti dell'Università Statale di Milano, ha deciso di mostrarsi solidale: i ragazzi hanno spedito in Qatar uno scatolone con all'interno le maglie dell'Ateneo.


Il messaggio degli studenti

Allo scatolone, che contiene le 30 maglie della Statale e che dovrebbe arrivare a Doha il 20 novembre, gli studenti hanno allegato anche un bigliettino che recita: «Questo è un regalo per voi dal Cus e dalla Statale di Milano in segno di amicizia perché voi avete dimenticato le vostre magliette».

17.11.22

[ Anteprima ] Io personalmente poi gli altri utenti facciano come credano non parlero o almeno ci provo dei mondiali di calcio del Qatar

  Quest'anno,  cari utenti
come feci anche  se  in maniera  non completa    quattro anni fa  non seguirò sperando di riuscirci,  troverete  giorno per  giorno  un  diario   in cui descrivo  cosa     ho farò in alternativo  Una  scelta    un po'  drastica  per me   , come credo molti di voi  ,  sia cresciuto con i miti del  calcio e  con  il fanatismo  ultra  campanilistico  poi abbandonato per  assumere  un passione  più sana    . Ho fatto le   mie  prime esperienze  in  rete  in una  chat   calcistica  ( di cui  ancora   conservo  su fb alcuni amici  )  l'ex muro dei tifosi   sito ufficiale  dell'Inter in  un periodo in  cui  lo scontro     causa  corruzione  Moggi      tra  le   due  tifoserie   Juventini  e  Interisti era  all'ordine del giorno    ricordo ancora  nonostante  affermassi che   la  Juve  avesse  corrotto gli  arbitri ed  i guardalinee    ( troppi errori   e troppi casi sospetti   di decisioni a  favore  )  gli insulti  alcuni  anche  personali   nonostante    dessi loro ragione  su   quel campionato truccato  , infatti   il campionato  vinto dalla Juve   fu  poi  assegnato  all'inter   ,  ce lo comprammo   come   venne fuori da  calciopoli    .  L'essere  uscito  a festeggiare   e  a  fare   bagardi ogni  volta  che  si vinceva     soprattutto      il ricordo  più bello    quando  l'Italia vinse  (  con una  botta di culo )   i mondiali    nel 2006 .   Questa mia scelta   può  sembrare  snob \  radical chic   è  dovuta  al  fatto    che  ormai   , come tutto lo sport  agonistico  , essi  sono diventati  una  sorta  di carrozzone mediatico ed  economico  che serve soprattutto  questi  ultimi   a sbiancare la reputazione di chi li organizza e a coprire con un macigno la morte di migliaia di persone.    A  confermare  questa  mia  scelta   è quest  articolo del

 

Il Fatto Quotidiano16 Nov 2022


LA FIFA PUNTA A 5,5 MILIARDI COI MONDIALI DELLA MORTE Questi campionati sono un orrore umano, un’aberrazione ecologica QATAR 2022 Winter Cup La Coppa della vergogna: 6.500 le vittime causate dalla costruzione degli Stadi


                      Eric Cantona



Domenica 20 novembre, inizia Qatar ’22. Il primo Mondiale in un Paese arabo, il primo (e si spera l’ultimo) Mondiale d’inverno. Per cui sono stati calpestati calendari e campionati – poco male –, ma soprattutto i diritti dei lavoratori, quelli delle donne e della comunità lgbt+, l’ambiente e persino il buon senso. L’edizione più controversa della storia. E come per un incantesimo, il fischio d’inizio ci ha risvegliato dalla trance in cui abbiamo vissuto nell’ultimo decennio. Tutti a chiedersi ora – allenatori e calciatori, ministri e intellettuali – come è stato possibile affidare i Mondiali, il più grande evento sportivo del pianeta, a un piccolo emirato tutto fuorché democratico, cosa potrà dare mai al calcio il Qatar. La domanda, pertinente quanto ingenua, ha una risposta semplice: soldi. Hanno pagato per vederselo assegnare, e conquistarsi una vetrina senza eguali. Poi hanno continuato a pagare per farci dimenticare a chi avevamo consegnato la coppa. E a ha funzionato.
PER LA MANIFESTAZIONE la Fifa conta di incassare circa 5,5 miliardi di dollari, battendo il record di quattro anni fa in Russia, altra sede piuttosto discutibile. Questo dice molto del perché nel dicembre 2010 una ventina di boiardi del pallone furono tanto pazzi o in malafede da scegliere il Qatar per un torneo che secondo i piani dell’epoca avrebbe dovuto svolgersi in pieno deserto in estate (poi fu spostato in inverno). Il resto lo racconta il Report Garcia, 350 pagine sulla più sconvolgente inchiesta interna alla Fifa, pietra miliare della letteratura degli scandali sportivi, che raccoglie una serie esilarante di aneddoti su quell’assegnazione: viaggi premio, cene di gala, sponsorizzazioni bizzarre. L’indagine non ha potuto (o voluto) dimostrare la corruzione. Ma in una email l’ex segretario della Fifa, Jerome

Valcke, scriveva – testuali parole – “il Qatar si è comprato la coppa”. Che intendesse in senso letterale o figurato, aveva comunque centrato il punto.La strategia adottata allora è la stessa applicata negli anni a seguire: riversare l’enorme potenza economica per comprare un giudizio indulgente sul Paese. Il Qatar ha acquistato per 10 milioni di dollari i servizi dell’interpol, la forza che dovrebbe indagare a livello internazionale. Ha contribuito con 20 milioni alle attività del sindacato dei lavoratori che vigila sulle condizioni degli operai. Ha finanziato viaggi di parlamentari e influencer, si dice abbia persino ingaggiato controfigure di tifosi per riempire le strade di Doha.La festa non può essere rovinata dalle polemiche. La più nota è quella sulle condizioni dei lavoratori impiegati nei cantieri degli stadi: i nuovi schiavi che hanno costruito le piramidi di questo Mondiale. Un’inchiesta del Guardian ha stimato 6.500 morti, cifra contestata dalle autorità locali perché si tratta del numero totale di immigrati deceduti in Qatar dal 2010 a oggi. Per il Comitato, i decessi sarebbero appena tre, ma sono solo quelli  avvenuti fisicamente negli stadi. Il problema è ciò che succede fuori, dopo aver lavorato ore e giorni senza sosta, a 45 gradi al sole. I conti non tornano.Secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International, la percentuale di morti per arresto cardiaco o causa sconosciuta fra gli immigrati è decisamente superiore a quella di nazionalità qatarina (43% rispetto al 28%). Non è una prova (di autopsie ne sono state fatte pochissime), ma un indizio su cosa è successo. Sui diritti delle donne e della comunità lgbt+, le recenti parole dell’ambasciatore Khalid Salman, che ha paragonato l’omosessualità a una devianza mentale, lasciano intuire il clima che si respirerà a Doha: niente smancerie in pubblico, ma nemmeno bandiere arcobaleno negli stadi o sulle maglie. Il rispetto per le tradizioni locali – invocato dagli organizzatori che hanno il volto rassicurante di Fatma al-nuaimi, una donna messa a capo delle comunicazioni – significa oscurantismo. Infine l’ambiente: l’aria condizionata a cielo aperto, sette stadi dove la temperatura si mantiene a 20 gradi mentre fuori ce ne sono il doppio, sembra uno schiaffo alla crisi energetica. La Fifa ha quantificato le emissioni in 3,6 milioni di tonnellate di CO2, non molte più dei 2,1 milioni di Russia 2018, grazie al risparmio sui viaggi aerei permesso da un torneo concentrato in un’unica città. Secondo l’ong Greenly saranno il doppio.Nonostante tutto ciò, o forse proprio per questo, non è un caso che i Mondiali siano finiti in un Paese del genere. Il Qatar è preceduto dalla Russia, e magari dopo la pausa del 2026 negli Usa (risarcimento per lo scippo del 2022) sarà seguito dai rivali dell’Arabia Saudita, favoritissima per il 2030 (in partnership con Egitto e Grecia). Il Mondiale sta diventando la coppa degli autocrati: loro la vogliono per ripulirsi l’immagine internazionale, noi gliela diamo perché col gigantismo contemporaneo i grandi eventi sportivi sono un lusso che solo Paesi troppo ricchi e poco democratici possono permettersi, da ogni punto di vista, come già per le Olimpiadi. Soltanto in stadi il Qatar ha speso oltre 6 miliardi di dollari, quasi 200 considerando le infrastrutture; il costo delle attività di lobbying, invece, è incalcolabile. Si chiama “sportswashing”.RESTEREBBE solo la questione morale, se è giusto consegnare il nostro pallone nelle mani di questi regimi. La difesa d’ufficio della Fifa è che il calcio coi suoi valori universali può avvicinare le culture, esportare la democrazia. In parte è anche vero: oggi la situazione dei diritti in Qatar è sicuramente migliore di 10 anni fa, a partire dalla riforma della kafala (la moderna schiavitù che consegnava gli immigrati nelle mani dei datori di lavoro), grazie proprio ai Mondiali e ai riflettori accesi su di esso. Il rischio, però, è regalare una vetrina a dittatori pericolosi e imprevedibili. Prendete la Russia: quattro anni fa tutti erano convinti che la festa mondiale avrebbe cambiato in positivo il Paese e disteso le relazioni. Putin celebrava il trofeo nello spogliatoio della Francia, acclamato da Pogba &C. come “patron”, i capi di Stato sfilavano in tribuna davanti a lui e il numero 1 della Fifa, Gianni Infantino, si congratulava per l’edizione più bella di sempre. Ma i Mondiali erano solo una maschera e sappiamo tutti com’è finita. Non resta che augurarsi che il Qatar dell’emiro Al Thani scelga una strada diversa.

Quindi se proprio devo parlarne   lo farò  come ho fatto  come  le  olimpiadi del  2020 poi disputate nel 2021 .  Ma  allo stesso  tempo    come  una sfida  con me  stesso   terrò  giorno per  giorno   un diario   su  come  sto affrontando    tale  boicottaggio . 

che bisogno c'è de La giornata della Vita Nascente, proposta dal deputato Malan e dalla senatrice Rauti, quando ttale giornata esiste già e si chiama Natale ?



La proposta d'istituire la giornata della Vita Nascente,  richiesta  dal deputato Malan e dalla senatrice Rauti, esiste già e si chiama Natale. Esso  Cade a ridosso del solstizio d'inverno, quando le giornate ricominciano ad allungarsi e l'umanità, da molto prima che nascesse Gesù, celebra la sconfitta delle tenebre e il ritorno della luce. Il bambinello, come tutti i neonati, risplende nella sua culla ("astro del ciel") e allontana da ogni casa l'ombra della morte.
È il momento nel quale il messaggio cristiano parla a tutti e diventa universale. Se anche i non credenti
amano il Natale è perché la nascita è una festa per ogni persona, non solo per chi crede che quel bambino fosse il figlio di Dio. Ogni nascita (non solo umana ma  di ogni essere vivente) è una sconfitta del nulla. Illumina il mondo, e rallegra.Ecco quindi  che l'idea di una specie di doppione del Natale nel giorno dell'Annunciazione dell'angelo a Maria, al contrario, rabbuia e rattrista. Perché ha un'evidente intenzione politica, e al tempo stesso confessionale. Quella politica è antiabortista (come se esistesse qualcuno, al mondo, che festeggia l'aborto), quella confessionale mette l'accento non sulla nascita, ma sulla trascendenza del concepimento, che è invece un dogma. Chi abortirebbe  senza  dolore  ed  rimpianti \   rimorsi  il figlio di Dio ?  Qui  si propone dunque alla Repubblica, ovvero a tutti gli italiani, di trasformare la più ardua delle credenze (partorire da vergine) in una festa ppolitico  ideologica  , per giunta molto di parte. Tutto ciò  non è altro  che lennesima conferma che la componente cattolico-reazionaria, ora  in questo governo, è quella più aggressiva e  poco rispettosa   della  laicità  o presunta tale secondo alcuni  dello  stato  Italiano  ed  le lotte   ottenute   per  poterla ottenere  e liberarci  da quella  che  era la  religione di stato .

16.11.22

Credono di seppellire il loro cane Maisie in giardino. Due giorni dopo, lo ritrovano ancora vivo

Credono di seppellire il loro cane Maisie in giardino. Due giorni dopo, lo ritrovano ancora vivo

                                             di Laura Manca




Quando Codie Hutton e la sua famiglia hanno sepolto in giardino quello che credevano essere il corpo del loro amato cane Maisie, non immaginavano certo di rivedere il loro animale sano e salvo dopo pochi giorni. Il quattrozampe era scappato durante una sosta in macchina perché spaventato da un fuoco d’artificio improvviso. Nei giorni successivi era stato visto girovagare lungo le arterie principali della zona e, quando un corpo simile al suo era stato trovato morto proprio in quell’area, i suoi proprietari gli avevano tributato l’ultimo saluto tra le lacrime .
 
Lacrime che, però, sono diventate di gioia di lì a qualche giorno, quando si è scoperta la verità: Maisie era viva. E in giardino, probabilmente, avevano appena seppellito una volpe meno fortunata.
La ventiseienne Codie Hutton di Crowfield, nell’Inghilterra orientale, stava guidando nella zona di Melton quando ha deciso di sostare per far passeggiare un attimo la sua Springer spaniel di nove anni. Mentre apriva la portiera della macchina per mettere il guinzaglio al cane, improvvisamente il rumore
di un fuoco d’artificio ha risuonato nell’aria, spaventando il quattrozampe. Era il 5 novembre, giorno in cui la Gran Bretagna festeggia la Bonfire Night con questo tipo di attrazione. Data l’ora pomeridiana,
però, dei botti in quel momento erano del tutto inaspettati. Terrorizzata, Maisie è saltata fuori dall’auto ed è scappata. A nulla sono servite ore di ricerche: della Spinger spaniel, nei paraggi, non c’era traccia.
La proprietaria ha definito “un incubo” la situazione, aggravatasi ulteriormente quando hanno iniziato ad arrivare segnalazioni da parte di persone che avevano visto l’animale camminare lungo una strada principale, dove una macchina l’aveva anche sfiorata, senza ferirla. Le perlustrazioni non si sono fermate e Hutton e il padre hanno deciso di accamparsi nel prato in cui il cane era stato avvistato l’ultima volta. Due giorni dopo, la telefonata: un corpo schiacciato era stato ritrovato e assomigliava a quello della Springer spaniel.Secondo il veterinario, le zampe sembravano piuttosto quelle di una volpe e nessun microchip era stato rilevato. Ma la famiglia era convinta che si trattasse del proprio pet, dal momento che la coda e le macchie sulle zampe corrispondevano alle sue, così come la zona del ritrovamento coincideva con quella degli ultimi avvistamenti. Apparentemente, dunque, non rimaneva che rassegnarsi e accettare la morte di Maisie.La famiglia si è riunita con amici e parenti per seppellire il cane in giardino, insieme alla sua cuccia e a una foto che lo ritraeva con il figlio di tre anni di Hutton. Ma il periodo di lutto è durato poco: il giorno dopo, con enorme sorpresa dei proprietari, nuove segnalazioni hanno detto di aver visto Maisie. Le ricerche allora sono ricominciate, con l’aiuto di una squadra di 20 persone e dei volontari di Fido (Finding Ipswich Dogs Organisation). Il quattrozampe, alla fine, è stato ritrovato da una coppia vicino a una scuola elementare di Wickham Market.
Quando ha rivisto la sua famiglia, il cane non riusciva a contenere la gioia e lo stesso si può dire dei suoi proprietari. Mentre loro seppellivano in giardino quella che probabilmente era davvero una volpe, Maisie aveva percorso quasi 30 chilometri in cinque giorni da sola, procurandosi infezioni agli occhi, alle orecchie e alla pancia. Ora, la Springer è a casa, dove non smettono di viziarla e di coccolarla, e sta bene. «Quei giorni sono stati come un giro sulle montagne russe- ha commentato Codie Hutton ricordando l’avventura della scomparsa di Maisie-. Non li dimenticherò mai, questo è sicuro».

Non Sempre chi esprime fin da subito dubbi o tesi controcorrente è complettista . Il caso di Enrico Montesano a ballando con le stelle 2022

 Dopo  belllissimo articolo   di  Angerla  Vitaliano   che  trovate   nei post  precedenti  è  al mio post  sui  dubbi   di  tale   fatto   

 

Il tempo  ci   ha  dato ragione    ed  ha   smontato  almeno  nel mio caso   le  accuse  di complottismo   e   di ragionamenti. fallaci  ed  contorti  che mi sono state rivolte quando ho spiegato perché consideravo ciò un escamotage pubblicitario per Montesano e  della rai per farsi e fare pubblicità al programma .  Infatti    ecco  la  conferma    della mia teoria

  da  il Fq    di oggi 


SONO TEMPI BUI per i surclassati dai comici involontari. Non gli resta che osare: Memento audere semper. E così, negli ultimi tempi, Enrico Montesano ha riscoperto il motto della X Mas, la feroce flottiglia del Regno d’italia rimasta fedele al fascismo. “Noi non molleremo mai” aveva arringato il comandante Montesano ai marò della Decima No Vax. Si può eccepire nel merito, ma non nel metodo: c’era voluto del coraggio. E c’è voluto del coraggio anche per arruolarsi nella flottiglia di arditi di Ballando con le stelle a 77 anni – “Memento ballare semper” – e per presentarsi alle prove giusto con la maglietta della X Mas tanto amata dal principe Junio Valerio Borghese. Visto che il varietà di Milly Carlucci va in onda da Roma e non da Predappio, era difficile che la cosa passasse inosservata, eppure ci sono alcuni conti che non tornano; possibile che la Rai abbia dovuto aspettare un tweet di Selvaggia Lucarelli e l’automatica sollevazione social per capire che quella maglietta non era opportuna e invitare l’ardito Montesano ad abbandonare la trasmissione? E stupisce anche la reazione dell’ardito: invece di perseverare nella spedizione punitiva, è cominciata l’arrampicata sugli specchi. “Nel 1975 avevo la tessera socialista… Nel 1994 sono stato eletto deputato del Pds…” Bella forza, allora tanto valeva invitare a Ballando con le stelle Di Maio. “Sono un collezionista di magliette, ho anche quella di Saddam Hussein…”, ma allora il ricambio pulito ce l’avevi, a maggior ragione potevi sceglierne un’altra. Invece il marò del sabato sera non ha chiarito cosa voleva ballare con quella maglietta. Il golpe del flamenco? La Taranta del centrodestra di Checco Zalone? Ma Zalone è rimasto l’unico comico che osa scherzare col fuoco del politicamente corretto grazie al suo talento, e di questi tempi ce ne vuole molto. A tutti gli altri tocca riscoprire l’arte di arrangiarsi: ormai, nei varietà, li si nota di più se si fanno cacciare.


Quindi  i vip o pseudo  vip     dovrebbero   prima di   fafe tali sceneggiate    ed  tali trucchetti    farsi questa  domanda  



   con questo  dubbio  alla prossima 

 

stranezze antropologiche e mediatiche . differenza tra i casi di Chiara Carluccio di Senise che si laurea a 23 in la laurea in medicina e chirurgia e Carlotta Rossignoli anche essa in medicina con un anno d'anticipo

Discutendo   su  facebook   di come L'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ha chiarito che il percorso di studi della giovane veronese non presenta alcuna irregolarità, ma emergono ora nuovi dettagli che lasciano pensare che l'ateneo sconsigli questo iter e, addirittura, starebbe pensando di abolirlo come  riferisce il ilgazzettino.it edizione nordest/verona  in : <<   Carlotta Rossignoli, l'Università ammette: «Ha seguito lezioni registrate». Ma sconsiglia il percorso e vuole abolirlo>> 

. Mi  è stato  fatto notare   giustamente  di come 
più  che  aizzare   mi sembrava  , vista  la  scarsa  collaborazione   e  il rifiuto      se  non tardivo    di  smentire  e provare con   documenti alla mano   il contrario  da parte  dei protagonisti   della  vicenda ,,  mettere  in  dubbio la legalità   della  procedura  . 
Comunque  ha  ragiuone il commento  sopra    si sono  fatti figli e  figliastri  perchè  la laurea   della
Rossignoli    ha  creato   un  clamore  mediatico   haters  compresi  ,  mentre  quello  della Carluccio   nessuno  - 
Un pessimo  Giornalismo  quello  della  Lucarelli perchè va bene    avere  dei dubbi  e dei sospetti    ed  chiedere  chiarezza   ma  se  nell'università  ne  la protagonista   ( foto  a  destra  )    non ti  aiutano ndaga  ancora    ed  saresti arrivata     allestesse  conclusioni    de ilgazzettino  .  Invece   qui  si  è  solo  lanciato il sasso   ma   si  p  nascosta  la mano  .  Ma  soprattutto  un sistema  universitario   ingessato    che    importa  se  uno\a studente   riesce  perchè  s'impegna   mette il culo  sullla sedia  nello studio  e  dagli esami  prima degli altri   ?  non si parla  tanto  di merito ?  L'importante  è  che  lo si faccia  " in regola  "

15.11.22

solitudini


Non   ho  figli o  nipoti  e  quindi  mi baso  su osservazioni empiriche  ed indirette  cioè da  figli e nipoti  d'amici\che  o   dalle  cronache     dei media     che  vedono come protagonisti  i  giovani  d'oggi , ma  do    ragione   all'autore dell'articolo    usciuto   il 13\11\2022  sula  nuova  sardegna 


 








Mamma sta per morire di tumore e implora l'infermiera: «Prenditi cura di mio figlio». Così Wesley trova una nuova famiglia

 da  https://www.ilmessaggero.it/mondo/  Lunedì 14 Novembre 2022, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 06:42

La donna ha esaudito l'ultimo desiderio della sua paziente e ha dato a Wesley la famiglia che la madre aveva sempre desiderato per lui




Perde la madre per un cancro ma viene adottato dall'infermiera. Capita spesso che, nei reparti dove si trovano pazienti terminali, alcuni di loro allaccino rapporti umani molto intensi con gli infermeri che si prendono cura di loro. Questo è quello che è capitato nel 2014 a Tricia Seaman, un'infermiera di oncologia, la quale è arrivata a creare un legame molto intenso con una donna malata di cancro, Tish Somers, 45 anni.
Tish, disperata, sapendo a cosa sarebbe andata incontro, ha deciso di affidare la cosa più preziosa che aveva al mondo (Wesley, il figlio di 8 anni) all'amore di quell'infermiera con cui aveva costruito un rapporto d'amicizia così vitale: «Voglio che ti prenda cura di mio figlio quando morirò».Oggi sulle pagine del giornale americano "People", Tricia ha deciso di raccontare questa incredibile storia, accaduta 8 anni fa presso l'UPMC Community Osteopathic Hospital di Harrisburg, in Pennsylvania (Stati Uniti). Dopo tutti questi anni, Tricia e suo marito Dan considerano ormai Wesley loro figlio. La famiglia è riuscita ufficialmente a ottenerne l'adozione nel luglio 2020, sei anni dopo la perdita della madre da parte del piccolo. Wesley oggi ha 16 anni: «Non riesco nemmeno a descrivere quanto sia stato fortunato. Sono grato per essere stato accolto in questa casa ogni giorno. I miei genitori adottivi per me significano tutto».

Tricia ricorda commossa: «Per me e mio marito è stato subito chiaro che prendere il bambino con noi era la cosa giusta da fare. Sono incredibilmente orgogliosa di lui e grata per essere diventata parte della sua vita, mi prenderò cura di fino alla fine dei miei giordi» conclude emozionata.


14.11.22

Vita da clochard a Palermo: "Non abbiamo niente ma possiamo guardare le stelle"

 

Vita da clochard a Palermo: "Non abbiamo niente ma possiamo guardare le stelle"

Sono 148 le persone senza dimora che trascorrono le notti sulle panchine o sui marciapiedi. Ad aiutarle sono i volontari dell'Unità di strada della Croce Rossa  


Per l'anagrafe, non esistono. Sono gli invisibili. Centoquarantotto persone senza dimora che trascorrono le notti sulle panchine o sui marciapiedi, coperte da cartoni isolanti per non sentire troppo freddo. Alcuni, addirittura, dormono in fetide

discariche dalle quali, nonostante tutto, dicono di vedere le stelle. In una qualunque sera di novembre in cui, nonostante qualche goccia di pioggia, il freddo intenso non è ancora arrivato, inizia il turno di Valentina Vivona, Salvo Raccuglio e Laura Sangiorgi, volontari dell'Unità di strada della Croce Rossa. 

(palazzotto)
Al Foro Italico, in una panchina viola che guarda verso il mare, trascorre le proprie notti, in compagnia di un cartone di vino, un uomo sulla cinquantina. Capelli arruffati e tanta rabbia nel cuore. "Io sono ebreo - ci dice - e i nazisti mi vogliono fare fuori. Adesso cerco solo un riparo, mi basterebbe una stanza o una tenda da piantare qui, lo scriva e lo faccia sapere al Comune, però non dica il mio nome. "E come dobbiamo chiamarla?" domandiamo. "Mi chiami semplicemente un ex punk". Pare che l'ex punk, dal linguaggio forbito, forse laureato in psicologia, in realtà sia stato in gioventù un bravo musicista. "Accusa dei problemi psichici abbastanza gravi", spiega Valentina Vivona, 41 anni, che dal 2019 è responsabile del progetto della Croce Rossa "DimOra". "Il problema - continua la volontaria - è che molte di queste persone rifiutano di andare nelle comunità di accoglienza, dove ovviamente ci sono delle regole da rispettare".

(palazzotto)
Secondo le stime della Caritas, a Palermo sono 448 i senza dimora ospiti nelle strutture, alcune delle quali accolgono 25 persone a volta, mentre le altre comunità, come La casa di Muhil, gestita dall'associazione La danza delle Ombre e il dormitorio "A casa di Aldo", in via Messina Marine, ospitano circa cinquanta persone a notte. "Negli altri centri - dice Giuseppe Giambusso, responsabile della Caritas di Palermo - è previsto un percorso di accompagnamento e di reinserimento alla vita sociale, dove è compresa anche la ricerca di un'abitazione e un sostegno economico al primo affitto. Tra gli ospiti entrati nelle strutture, circa il 30% è stato sistemato". Ma gli "irriducibili", così vengono chiamati, non vogliono andarci perché alle comunità preferiscono la strada. Come Mohammed, iraniano, 67 anni, da più di trenta a Palermo. Lui è il vicino di panchina dell'"ex punk", ma tra loro parlano poco.

L'uomo tempo fa si è fratturato le costole ed è appena uscito dall'ospedale e nonostante non cammini ancora bene, ci tiene ad accompagnare i volontari della Croce Rossa fino alla macchina per scambiare ancora qualche chiacchiera e con una scusa o l'altra, tende a ritardare i saluti. Sembra che più che fame di cibo, abbia fame di contatti umani. Un tempo Mohammed era il punto di riferimento per tanti clochard, "quasi un'autorità" precisa Valentina Vivona. Fuggito dall'Iran e sbarcato a Palermo, Mohammed ha iniziato a collaborare con Biagio Conte per aiutare le persone in difficoltà, poi è andato via dalla Missione Speranza e Carità e ha deciso di condividere la strada con gli amici che aveva aiutato.

(palazzotto)
"Mohammed - dice Vivona - è un "socratico", il mondo è la sua terra e possiede una cultura e una saggezza fuori dal comune. Purtroppo, in questo periodo non sta bene, ha un inizio di demenza e nella sua vita ne ha viste di tutti i colori. E' stato vittima di gravi vessazioni, viveva in una roulotte che anni fa è stata bruciata mentre lui dormiva al suo interno. E' vivo per miracolo, ora non ha più niente, ma continua a ripetere che vuole morire sotto le stelle". In questo girone infernale, esiste un mondo parallelo dei cosiddetti "lavori ombra". "Tra di loro - spiegano i volontari - c'è chi fornisce i medicinali, chi dà informazioni, chi sorveglia gli effetti personali, chi fa da vedetta in cambio di cibo, soldi, alcol o droghe".
Il viaggio prosegue verso la periferia, direzione la Bandita, nella costa sud della città, una delle tappe più strazianti del percorso dove incontriamo Sergej, 40 anni, di origine ucraina. L'uomo, sempre sorridente, vive in una discarica. Guai a pulirla o liberarla da tutti gli ingombranti che i cittadini, noncuranti, continuano a gettare come se nulla fosse. Il suo eloquio è particolare: conosce la lingua italiana, ma si limita a unire le parole senza nessuna connessione logica. Gli operatori della Croce Rossa hanno anche chiesto aiuto a un interprete, ma nulla da fare, ciò che dice Sergej è incomprensibile. "Ogni tanto - dicono - ripete "mine anti uomo", ma poi i suoi pensieri corrono via". Sergej soffre della cosiddetta "sindrome di Diogene", la patologia che si manifesta con la perdita di interesse nella cura fisica, igienica e mentale della propria persona ed è un accumulatore seriale. "Quando il martedì, la Rap fa la pulizia della zona - dice Valentina Vivona - lui scompare, ma l'indomani ritorna con altre cianfrusaglie".

Alle 23 termina il turno notturno dei volontari della Croce Rossa. "Queste persone - concludono - hanno bisogno di cibo, è vero, ma sono soprattutto affamati di sorrisi e parole. Questo è il senso della nostra missione: pensare ai bisogni, senza trascurare i loro sogni".

Scandalo ritmica, l'audio scaricabarile della dt Emanuela Maccarani

E' vero che cìè una crisi della società del sistema generatoriale e scolastico ma questo audio . Mi sembra troppo assolutorio ed giustificazionalistas di incompetenti . Perchè gli stessi allenatori sono alle stesso tempo educatori .  

da repubblica  




Scandalo ginnastica ritmica, parla la dt Maccarani: "Ci accusano due atlete plagiate. Le responsabilità di scuola e genitori . Siamo di fronte a una società che ha perso il controllo di quello che è l’educazione, il senso civico, la responsabilità genitoriale, non supportata da un’attività scolastica di base"



di Riccardo Caponetti





Emanuela Maccarani
Chiede alle allenatrici di non parlare con nessuno. Definisce le testimonianze delle ex atlete vittime di abusi come "quanto di peggio può uscire dall'indole umana". Dà la colpa dello scandalo che ha travolto la ginnastica italiana alla "società civile, alla responsabilità genitoriale e all'attività scolastica di base che non forma e non
prepara i nostri ragazzi alla vita".

E infine Emanuela Maccarani, la direttrice tecnica della Nazionale di ritmica, sostiene che "le due ginnaste" (Nina Corradini e Anna Basta, le prime ex Farfalle a denunciare il sistema su Repubblica, ndr) siano manipolate: "Credo che siano vittime degli abusi di alcuni adulti o comunque di persone anche specializzate nelle varie materie che in questo momento stanno vicino a loro".
Mentre la Federazione e tutte le istituzioni sportive mostrano solidarietà alle ragazze che hanno trovato il coraggio di rompere il silenzio dopo anni, Emanuela Maccarani - che finge di non sapere come ormai le testimonianze di maltrattamenti siano diventate centinaia - ha una visione diversa che emerge da una lunga nota vocale, di cui Repubblica è entrata in possesso: una registrazione di 6 minuti inviata via WhatsApp ad altre direttrici tecniche della Federazione.
L'audio di Emanuela Maccarani
L'audio fa rumore perché, in attesa che la giustizia federale faccia il suo corso (lei verrà ascoltata venerdì 18 a Desio dai procuratori), Maccarani con i media si "è chiusa in un silenzio forzatissimo" e perché dà l'impressione che voglia interrompere il flusso di notizie dall'interno: "La richiesta è quella di allertare tutte le vostre allenatrici e i vostri tecnici che ora verranno assediati sicuramente nei piccoli paesi e cittadine da intervistatori e da giornalai che non faranno altro che estrapolare piccole espressioni verbali o piccole testimonianze da altre testimonianze che vanno più in profondo. Per quanto riguarda il vertice della federazione e la mia posizione di responsabile della squadra azzurra non ci sarà dubbio che verrà tutto chiarito".
Insomma, mentre la Federazione fa mea culpa pubblicamente, Maccarani no: "Io sono una bella persona, leale e inattaccabile, non per i titoli che ho ma proprio per ciò che sono. Ed è per questo motivo che la mia tranquillità è fortificata dalla realtà. Sono trent'anni che sono alla guida di tutto questo e se sono ancora qui è proprio perché non è mai uscita una menzogna o una bugia dalla mia bocca. Questo adesso mi darà la lucidità per ricostruire ogni passaggio, perché quando si raccontano le cose distorte poi è difficile potersi ricordare di tutto. Invece quando i fatti sono chiari, la ricostruzione è più semplice. Grazie di tutto il supporto di quasi tutte le persone tra di voi che non dimenticherò".

Audio Maccarani: le denunce da tutta Italia

Intanto da tutta Italia le ragazze continuano a denunciare vessazioni e abusi di ogni tipo. L'associazione ChangetheGame ha mappato i report pervenuti in forma di segnalazione via mail, telefono e social. Le testimonianze firmate sono 39, di cui 18 dalla Lombardia, 5 dalla Toscana e 4 dalla Liguria. I casi anonimi, invece, sono 78: anche qui domina la Lombardia (17), poi Toscana (13), Lazio (12) e Abruzzo (11). Alle 117 segnalazioni totali si aggiungono anche 25 testimonianze pubbliche presenti sotto i post Instagram sulle pagine di Anna Basta e Giulia Galtarossa. Non sono proprio eccezioni, è tutto il sistema in discussione.

 Oltre 6 minuti di audio su Whatsapp in un gruppo di allenatori e allenatrici federali per raccontare la propria versione dei fatti. E chiedere, indirettamente, sostengo e fiducia in un momento molto difficile. Emanuela Maccarani prima allerta tutti gli istruttori di non parlare con i “giornalai”, poi la direttrice tecnica della Nazionale di ritmica dà la colpa di tutta la situazione, ovvero dello scandalo di abusi e umiliazioni subiti da ex ginnaste, ai genitori e alla scuola che “non forma e non prepara i nostri ragazza alla vita”. E infine accusa Nina Corradini e Anna Basta, le prime atlete a denunciare il sistema su Repubblica, di essere manipolate da specialisti. A pochi giorni dalla sua audizione con i procuratori federali, mentre all’esterno con i media è chiusa in “un silenzio forzatissimo”, Emanuela Maccarani si fa sentire con alcuni dirigenti e allenatori federali: la registrazione vocale, poi cancellata (secondo più fonti), sta facendo il giro delle chat di chi gravita nel mondo della ginnastica ed è arrivata anche a Repubblica.



 Diverse persone confermano come l’autenticità del materiale e sottolineano come sia davvero la voce della Maccarani quella che si sente nell’audio, la cui data precisa di registrazione è però ignota.

la nazionale italiana guarderà ancra una volta i mondiali in tv

 

ALMENO IMPARERANNO DAI LORO ERRORI ed a giocare bene visto che sia il modiale del 2006 sia gli europei del 2021 gli abbiamo vinto per culo .

il codice barbaricino non è solo desamistade ( faide ) ma anche paradura ( aiuto reciproco - mutuo soccorso )

la scorsa settimana era successo che un pastore , s'era ritrovato con quasil'intero gregge sgozzato . Ebbene qualche giorno fa è sucesso che



“sa paradura”
. La pratica, espressione ancestrale della solidarietà nell’isola, è un atto di volontà fraterna che indica l’importanza dei rapporti, la gratuità delle relazioni. Sa paradura è un antico vincolo pattizio e tacito che dichiara: “pastore siamo tutti coinvolti nella tua catastrofe e non ti lasceremo solo”. Cosa che avviene quando qualcuno è in difficoltà o 'er calamità naturali o incendi come quelli avvenuti l'estate scorsa .

il caso montesano e l'ipocrisia della rai - di Angela Vitaliano








 insomma - ora tutti contenti perche' il tizio non balla piu' perche' la tizia lo ha beccato con la maglietta (eppure la

tizia finche' le ha fatto comodo ha finto di non vedere)

Domandine semplici semplici:
- perche il tizio e' stato invitato dalla TV pubblica dopo le cose gravissime dette durante la pandemia? perche' si da voce e denaro a questa gente criminale?
- perche la Voldemort del panorama media italiano (la Rossignoli ha dovuto chiudere il suo account perche' sommersa dall'odio grazie alla tizia seminatrice di odio a casaccio) non ha preso le distanze dalla trasmissione che la paga lautamente quando ha reclutato questo tipo no vax e complottista che ha gravi responsabilita' comunicative che potrebbero aver danneggiato la vita di molti?
Domandine che resteranno senza risposta.
Ora, tardivamente e inutilmente, lui e' spogliato della maglietta, denuncia la Rai e lei e' sempre piu eroina di un popolo che non riflette

13.11.22

tutto chiede salvezza recensione definitiva

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Inizialmente ero dubbioso  incerto se dover scrivere un altro post aggiornato  sulla  recensione   della serie  di  netflix  tutto  chiede  salvezza   visto che  quella precedente    si fermava  alla recensione - analisi delle  prime due puntate  oppure    modificare il precedente   , ora  che  l'ho vista   tutta ,  mettendoci  qualche  aggiunta  . Ma  poi  ha prevalso  , fncl  se capiterà come credo e si verifica  ogni volta  che scrivo  nuovi post    in cui  aggiorno l'argomento i un precedente post,   ci siano meno visualizzazioni rispetto al  precedente  non  aggiornato  rispetto al nuovo aggiornato  ,  l'idea  di  scrivere  un nuovo post  con la recensione \  analisi  globale definitiva    visto che    ho  appena  finito di vedere  tutta  la serie    . 


Questo mio dubbio elucubratorio    viene  sciolto  dal fatto che  a volte  ,  vista  l'imprevedibilità  dello scorrere  della vita ,   capita che  : una  visione , una lettura  , o  un post  parziale   o  apriori sia confermato   dalla visione o lettura o anche dagli eventi    successivi  . 
Ecco quindi  il mio giudizio  globale   ed  definitivo  di tale  fiction 
Essa  è una  buona  fiction , e credo  che sarà difficile per  la  bellezza  e la  poesia  (  il romanzo  da quello   che mi  hanno  detto   e le recensioni che ho  letto  in rete   sia ancora   più bello  )  con cui è stata scritta  e  con cui tratta  un tematica  cosi  complessa  e delicata    di  un tema  considerato fino ai lavori  di cristicchi   tabù o  di nicchia  ovvero   la questione delle malattie mentali in modo leggero e profondo al tempo stesso, senza sconti e senza ipocrisie  che   ne venga  fatta  una  seconda stagione   senza   snaturane  la   vicenda .  Confermo  quanto      detto  da quest  articolo di    https://www.wired.it/ e  quello  che ho  scritto  precedentemente  . Essa   va  fatta  vedere    ,  possibilmente   parlarne.  a scula  in una  lezione  come ha fatto  (   vedere  parere    riportato nel mio   post precedente  ) l'amico  e  compagno  di strada   Cristian  Porcino   ,  insomma va  fatta magati  dandola    anche  se    da vedere con i  genitori   se si  è al disotto dei 14  anni  sulla  tv pubblica    e  non in oratio  da nottambuli  come succede    con determinate  trasmissioni   che  nonostante  il battage  pubblicitario  finiscono  per  essere destinate  a diventare  di  nicchia  o  pulicoscienza    di chi dirige  la  tv  pubblica  .  Un opera  fiera  ed  indigesta  . Toccante  . Mi  sta  aiutando   a liberarmi   degli ultimi residui   della tempestra  emotva  ed  psichica   che  sto attraversando   da    questa  primavera  vedere   la   " serie  di post  " anche    la
malinconia  può  essere preziosa  .  

 Infatti  Ho  capito , in quanto mi sono trovato  più o meno  nella situazione del protagonista  che  i " normali   "  sono più matti   dei  " matti " stessi   . Un ottimo cast   e  un  otima recitazione  tanto  da non  sapere  dire  chi  è il più bravo perchè  tutti    sono stati sublimi   ed eccezionali  .                  Ogni  con i suoi problemi  ed i propri incubi  rimorsi ed  rimpianti, sensi di colpa  ,  insomma il proprio vissuto con  i quali  lottano e convivono  . Infatti     concordo  con wired  

 [...] merita l'appellativo ‘gioiello’, a volte riservato a produzioni molto meno significative. Di un gioiello si tratta, perché riesce a toccare corde nascoste in ognuno di noi. Sì, in ognuno di noi. Perché ‘da vicino nessuno è normale’. La malattia mentale fa paura, respinge, è qualcosa che spesso fingiamo di non comprendere perché, sotto sotto, sappiamo che vive nella mente di tutti, nascosta, pronta a balzare fuori in modo del tutto inaspettato. [...] 

Anche s' è passato più d'un mese da  quando è  sul  netflix    ed   sta scalando  le  classifiche     delle serie   più  viste  preferisco    fare ,  non basta   quanto  ne  ho fatto   nel post  precedente  ,  troppi spoiler perché lo spettatore dovrà conoscere piano piano, le  vicende  \ il viaggio interiore  come Daniele  (  il protagonista  ) , i suoi compagni di stanza  ,  i medici  e paramedici  ,  e la sua  ragazza   ne  usciranno cambiati  .  Preparatevi  quindi  ad innamorarvi di Gianluca, di Mario, di Giorgio e di tutti gli altri personaggi. Ognuno di loro entrerà in punta di piedi (o un pochino meno delicatamente) nella vostra testa e ci rimarrà come  sta  succedendo  a  me  . Tenete pronti anche i fazzoletti, perché si piange. Eccome se si piange. Ma non perché il modo di raccontare della serie sia del genere artefatto e acchiappalacrime, è l'esatto contrario. È delicato, ironico, vero, fiero ed  indigesto  Ci sono momenti (le macchinine in fila sul tavolino di Alessandro, il  ragazzo  in stato catartico  , il pigiama del professore, il ricordo di Daniele della madre che lo va a prendere a scuola, il sacchetto di vestiti di Gianluca ) che colpiscono come coltelli nel cuore.  e  nell'animo Ma al di sopra di tutto c'è un racconto straordinario di empatia, di solidarietà e di unione in un mondo che fa male anche quando tutto sembra “normale”. Quel male di vivere che spesso non viene riconosciuto, viene sminuito. Il mondo dei “pazzi” da tenere lontano perché ci fanno paura e ci fanno paura perché sono come noi. Il punto di vista non è unico, la serie ci dà la possibilità di entrare nelle vite dei pazienti ma anche in quella degli infermieri, dei medici e dei parenti di chi soffre di un disturbo mentale. Non ci sono buoni e cattivi. Solo esseri umani.  “Lascia il tuo sguardo libero, non farti raccontare il mondo da nessuno” dice Mario a Daniele. Ed è proprio questo che ci regala Tutto chiede salvezza. Uno sguardo libero che ci permette di capire senza pregiudizi, che ci insegna ad accogliere e a fare quel passo in più per capire che dietro ognuno c'è sempre una storia che merita di essere ascoltata. La serie andrebbe davvero proiettata ovunque, perché i suoi insegnamenti sono preziosi. Scuole, uffici, luoghi pubblici. Dove ci sono persone che ogni giorno affrontano quel mondo che può fare male. Concludo  parafrasando   la  frase  finale  del  film  dove  il  titolo viene spiegato   c'è una  parola   che contiene  tutto  bellezza  ai margini .  con questo è  tutto alla  prossima   fiction 

P.s 
non  ho      come  dicevo  ne post precedente bisogno del  valium     solo due scene drammatiche  i cui ho  pianto  . .....