6.6.08

Memoria, speranze e futuro

PELLEROSSA E MERIDIONALI

Con questo articolo vorrei rievocare la memoria di alcune terribili esperienze storiche in cui sono stati consumati veri e propri eccidi di massa, troppo spesso dimenticati o ignorati dalla storiografia e dai mass-media ufficiali. Mi riferisco allo sterminio degli Indiani d’America e ai massacri perpetrati a danno dei “Pellerossa” del Sud Italia, vale a dire i briganti e i contadini del Regno delle Due Sicilie.


Dopo la scoperta del Nuovo Mondo ad opera di Cristoforo Colombo nel 1492, quando giunsero i primi coloni europei, il continente nordamericano era popolato da circa un milione di Pellerossa raggruppati in 400 tribù e in circa 300 famiglie linguistiche. Quando i coloni bianchi penetrarono nelle sterminate praterie abitate dai Pellerossa, praticarono una caccia spietata ai bisonti, il cui numero calò rapidamente e drasticamente rischiando l’estinzione totale. I cacciatori bianchi contribuirono così allo sterminio dei nativi che non potevano vivere senza questi animali, da cui ricavavano cibo, pellicce ed altro ancora.



Ma la strage degli Indiani fu operata soprattutto dall’esercitocinematre_conquistawest statunitense che pur di espandersi all'interno del Nord America cacciò ingiustamente i nativi dalle loro terre attuando veri e propri massacri senza risparmiare donne e bambini. I Pellerossa vennero letteralmente annientati attraverso uno spietato genocidio. Oggi i Pellerossa non formano più una nazione, sono stati espropriati non solo della terra che abitavano, ma anche della memoria e dell’identità culturale. Infatti una parte di essi si è integrata completamente nella civiltà bianca, mentre un'altra parte vive reclusa in alcune centinaia di riserve sparse nel territorio statunitense e in quello canadese.



Un destino simile, anche se in momenti e con dinamiche diverse , accomuna i Pellerossa d'America e i Meridionali d'Italia. Questi furono chiamati “Briganti”, vennero trucidati, torturati, incarcerati, umiliati. Si contarono 266 mila morti e 498 mila condannati. Uomini, donne, bambini e anziani subirono la stessa sorte.

Processi manovrati o assenti, esecuzioni sommarie, confische dei beni. Ma noi Meridionali eravamo cittadini di uno Stato molto ricco. Il Piemonte dei Savoia era fortemente indebitato con Francia e Inghilterra, per cui doveva rimpinguare le proprie finanze.

Il governo della monarchia sabauda, guidato dallo scaltro e cinico Camillo Benso conte di Cavour, progettò la più grande rapina della storia moderna: cominciò a denigrare il popolo Meridionale per poi asservirlo invadendone il territorio: il Regno delle Due Sicilie, lo Stato più civile e pacifico d'Europa. Nessuno venne in nostro soccorso.                        Soltanto alcuni fedeli mercenari Svizzeri rimasero a combattere fino all'ultimo sugli spalti di Gaeta, sino alla capitolazione.
















I vincitori furono spietati. Imposero tasse altissime, rastrellarono gli uomini per il servizio di leva obbligatoria (che invece era già facoltativo nel Regno delle Due Sicilie); si comportarono vigliaccamente verso la popolazione e verso il regolare ma disciolto esercito borbonico, che insorsero. Ebbe così inizio la rivolta dei Briganti Meridionali.

Le leggi repressive furono simili a quelle emanate a scapito dei Pellerossa. Le bande di briganti che lottavano per la loro terra avevano un pizzico di dignità e di ideali, combattevano un nemico invasore grazie anche al sostegno delle masse popolari e contadine, deluse e tradite dalle false e ingannevoli promesse concesse dal pirata massone e mercenario Giuseppe Garibaldi.

Contrariamente partigianiad altre interpretazioni storico-meridionaliste, non intendo equiparare il fenomeno del Brigantaggio meridionale alla Resistenza partigiana del 1943-45. Per vari motivi, anzitutto per la semplice ragione che nel primo caso si è trattato di una vile aggressione militare, di una guerra di conquista violenta e sanguinosa (come è stata del resto anche la guerra tra fascisti e antifascisti), ma che ha avuto una durata molto più lunga (un intero decennio) dal 1860 al 1870. Una guerra civile che ha provocato eccidi spaventosi, massacri di massa in cui sono stati trucidati centinaia di migliaia di contadini e briganti meridionali, persino donne, anziani e bambini, insomma un vero e proprio genocidio perpetrato a scapito delle popolazioni del Sud Italia.






Una guerra che si è conclusa tragicamente dando inizio al fenomeno dell’emigrazione di massa dei meridionali. Un esodo di proporzioni bibliche, paragonabile alla diaspora del popolo ebraico. Infatti, i meridionali sono sparsi e presenti nel mondo ad ogni latitudine, in ogni angolo del pianeta, hanno messo radici ovunque, facendo la fortuna di numerose nazioni: Argentina, Venezuela, Uruguay, Stati Uniti d’America, Svizzera, Belgio, Germania, Australia, eccetera.


Ripeto. Se si vuole comparare la triste vicenda del Brigantaggio e della brutale repressione subita dal popolo meridionale, con altre esperienze storiche, credo che l’accostamento più giusto da suggerire sia appunto quello con i Pellerossa e con le guerre indiane combattute proprio nello stesso periodo storico, ossia verso la fine del XIX secolo.




Guerre feroci e sanguinose che hanno provocato una strage altrettanto raccapricciante, quella dei red indiannativi nordamericani. Un genocidio troppo spesso ignorato e dimenticato, come quello a danno delle popolazioni dell’Italia meridionale. Nel contempo condivido in parte il giudizio (forse troppo perentorio) rispetto al carattere anacronistico, retrivo e antiprogressista, delle ragioni politiche, storiche, sociali, che stanno alla base della strenua lotta combattuta dai briganti meridionali. In politica ciò che è vecchio è (quasi) sempre reazionario. Tuttavia, inviterei ad approfondire meglio le motivazioni e le spinte ideali che hanno animato la resistenza e la lotta di numerosi briganti contro i Piemontesi invasori. Non voglio annoiare i lettori con le cifre relative ai numerosi primati detenuti dalla monarchia borbonica e dal Regno delle Due Sicilie in vasti ambiti dell’economia, della sanità, dell’istruzione eccetera.




Né intendo in tal modo esternare sciocchi sentimenti di inutile nostalgia rispetto ad una società arcaica, di stampo dispotico e aristocratico-feudale, ossia ad un passato che fu prevalentemente di barbarie e oscurantismo, di ingiustizia ed oppressione, di sfruttamento e asservimento delle plebi rurali del nostro Meridione. Ma un dato è certo e inoppugnabile: la monarchia sabauda era molto più retriva, molto più rozza, ignorante e dispotica, meno illuminata di quella borbonica.

Il Regno delle Due Sicilie era indubbiamente molto più ricco, avanzato e sviluppato del Regno dei Savoia, tant’è vero che esso rappresentava un boccone assai invitante ed appetibile per tutte le maggiori potenze europee, Inghilterra e Francia in testa.








Tuttavia, questo è un argomento vasto e complesso che richiederebbe un approfondimento adeguato. Infine, concludo con una breve chiosa a proposito della tesi circa le presunte spinte progressiste incarnate dai processi di unificazione degli Stati nazionali nel XIX secolo e dello Stato europeo oggi.




Non mi pare che tali processi abbiano garantito un reale, autentico borghezioprogresso sociale, morale e civile, ma hanno favorito e generato quasi esclusivamente uno sviluppo prettamente economico. Voglio dire che l’unificazione dei mercati e dei capitali, prima a livello nazionale ed ora a livello europeo, o addirittura globale, non coincide affatto con l’unificazione e con l’integrazione dei popoli e delle culture, siano esse locali, regionali o nazionali. Ovviamente, le forze autenticamente democratiche, progressiste e rivoluzionarie devono puntare a raggiungere il secondo traguardo.







P.S.: Riconoscete il famigerato "brigante padano" raffigurato nella caricatura a destra ?

Schedatura di cittadini ITALIANI: lettera aperta di Giorgio Bezzecchi



Prossimo intervento differenziale per cittadini Italiani ( censimento fotografico   schedatura-Polizia ) , domani mattina, presso il campo comunale di via Impastato a Milano ( famiglie Bezzecchi ).
Sono passati 60 anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla pubblicazione della rivista "La difesa della razza" di Guido Landra e dei primi rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un ordine esplicito di ""internamento degli zingari italiani" in campi di concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41), quei "campi del Duce" di cui in Italia si è preferito perdere la memoria.

"RICORDARE PER NON DIMENTICARE" - Sono  passati sessant'anni, ma le preoccupazioni, la percezione del pericolo, I PROVVEDIMENTI PUBBLICI SONO GLI STESSI DI OGGI.

È agghiacciante quello che sta avvenendo oggi sotto i nostri occhi, a Milano.Rimanere in SILENZIO oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani.NESSUNA collaborazione di Enti o Associazioni è giustificata (VERGOGNA) !

Mi appello alla società civile, chiedo un sostegno per le comunità di Rom e Sinti milanesi… voci dal silenzio…Ricordo che domani sarà schedato anche mio padre, CITTADINO ITALIANO, che ha patito la persecuzione nazifascista con l'internamento in campo concentrazionale italiano (Tossicia) ... mio nonno deportato a Birkenau e uscito dal camino…VERGOGNA

MI VERGOGNO, IN QUESTO MOMENTO, DI ESSERE CITTADINO ITALIANO E CRISTIANO  Chiedo in questo momento tragico per la democrazia e la cultura a Milano ed in Italia, di URLARE il proprio dissenso per questa politica razzista, incivile e becera.

RICORDO E NON DIMENTICO che oggi siamo noi e domani...... ......... ......... .......




Rag. Giorgio Bezzecchi (Rom, medaglia d'oro al valor civico), Milano, 05/06/2008



Per inviare messaggi di solidarietà:
segreteria@operanomadimilano.org
ROMANDROM@libero.it



5.6.08

Stalking e maltrattamenti: parla una donna sopravvissuta





Il mio nome è Rosaria. Stamani come tutte le mattine ho cliccato il tuo blog. Ho avuto un tuffo al cuore. Le immagini del mio vissuto  scorrevano davanti ai miei occhi. Ho chiuso il computer,per rannicchiarmi a terra e lasciare che le lacrime scorressero sul mio viso. Ti scrivo e poi deciderai se pubblicare la mia lettera. Ho subito ogni forma di violenza dal mio ex marito. Una volta mi ha caricata di botte da farmi vomitare e poi ha preteso che mangiassi ciò che il mio stomaco aveva espletato sotto la minaccia della sua pistola d'ordinanza.                         Quando non mi segregava in casa scappavo dai miei genitori. IL  lupo veniva a riprendermi travestito da agnellino implorando il mio perdono. Ogni volta ci cascavo. Gli ho permesso di picchiarmi anche quando ero incinta. Al terzo mese di gravidanza mi buttò giù per le scale e quando fù costretto ad accompagnarmi all'ospedale minacciò di uccidermi se avessi detto la verità,anzi il primo colpo sarebbe partito sul mio grembo. Tredici anni fa il mio bambino venne al mondo bello sano come tutti i bimbi del mondo:in quell'occasione volevo lasciarlo ma minacciò di rubare il bimbo dal nido,dopo avermi uccisa. Il pensiero che il mio Angelo potesse rimanere nelle mani di quel mostro mi fece desistere. Tornammo a casa. Quel fagottino aveva dato un senso alla mia vita che all'epoca era un vero disastro. La BESTIA mi aveva spogliata della mia  dignità ma il mio cuore batteva forte per il mio bambino. Una sera mentre lo allattavo feci l'errore di canticchiare. La bestia cominciò a prendermi a calci, terrorizzata all'idea che potesse far del male al mio piccolo lo lanciai nel carrozzino. A notte inoltrata ripresi i sensi;ero distesa a terra con i pantaloni fradici di pipì. La testa mi duoleva ma dovevo rialzarmi dovevo sincerarmi che il mio bambino fosse vivo. Mi avvicinai alla culla e mi accorsi che dormiva beatamente. Anche la bestia dormiva soddisfatto. Andai in bagno per lavarmi ma lo specchio rimandò la mia immagine;un'immagine che stentavo a riconoscere:il viso tumefatto e il sangue rappreso sotto il naso. Al mattino allattai mio figlio con la pistola  puntata sul fianco. Dopo due giorni la BESTIA rientrò in servizio. Decisi che non gli avrei permesso MAI più di sporcarmi con le sue luride mani e soprattutto mai avrei permesso di far del male al mio bambino. Volevo che il mio cucciolo fosse orgoglioso della sua mamma. La mia separazione è stata giudiziale a suon di querele. Arrivava spavaldo sotto il palazzo,con la scusa di vedere il figlio,con la pistola d'ordinanza,gridando a gran voce che mi avrebbe uccisa. Puntualmente i condomini si nascondevano dietro la finestra delle loro case per godersi lo spettacolo ma mai nessuno disposto a testimoniare. Ho vissuto anni d'inferno. Anche quando ho conosciuto il mio compagno non è stato facile per me credere che lui potesse essere diverso ma il tempo guarisce i mali insieme alle persone giuste che ti affiancano. È difficile uscire dall'inferno ma bisogna provarci perchè la vita rimanga un DONO. So che sarò una goccia nel mare per la tua associazione carissimo Max ma il dolore degli anni da dimenticare l'ho voluto trasformare in AMORE soprattutto per gli ANGELI. Un abbraccio a tutte le donne che sono o sono state vittime di coloro che si spacciavano per uomini.caro Max,vorrei concludere la lettera ricordando che tutte le bestie cominciano con uno schiaffo. Dopo essersi assicurati che la loro donna può diventare un oggetto dove sfogare i loro istinti più schifosi alzeranno sempre più il tiro,sicuri di poter fare della propria vittima ciò che vogliono. Ricordo il suo viso beffardo di quando mi picchiava,si sentiva potente,godeva del mio terrore. So benissimo che è difficile uscire dalle grinfie di queste bestie. Si sentono potenti grazie all'omertà di chi vede  o sente. Probabilmente io sono stata fortunata perchè non mi ha uccisa. Meglio ancora se sono ancora qui lo devo a mio figlio:Per salvare lui ho salvato anche me stessa. La mente non cancella certi eventi anche se dolorosissimi. L'AMORE insegna,guarisce tutti i mali soprattutto quando capisci che c'è più gioia nel dare che nel ricevere. Grazie infinite Max, grazie per quello che sei.........


 



www.associazioneprometeo.org



Panini a La Mecca

Una passeggiata. Giusto per uscire di casa. Giusto per mangiare fuori.
Mi ero preso in giro così, mi ero detto che non era per lei. Mi ero raccontato storie circa la necessità di dover mangiare fuori, avevo mentito anche sulla strada più breve da fare e così avevo allungato di 2 km prima di arrivare al bar più squallido del mondo a chiedere un panino freddo.

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Senza titolo 599

  06 / 06 / 2008 / SAN NORBERTO !  AUGURI DA PARTE DI LUCKY !  :-)


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Gli occhi sono aperti

Copia di fraticello e Chiara


                               Immagine  sul piccolo Tibet  dal libro "Francesco e Chiara bambini" di franca bassi


Gli occhi sono aperti, ma non vedono. Cara Meri, ieri volevo mettere questo scritto nel tuo post come commento, poi ho pensato che era meglio fare un nuovo post. Non basta aprire gli occhi, oppure scrivere, parlare dei problemi, o aspettare le grandi riunioni ai vertici che decidono "quando fare morire i bambini", noi buoni dobbiamo aprire gli occhi e il portafoglio, aiutarli, altrimenti domani le nuove generazioni saranno solo di bambini viziati. I nostri post non bastano, anche se noi abbiamo tanta difficoltà a pagare le nostre bollette, i bambini ne hanno ancora di più. Non perdiamo i nostri scritti dietro uno schermo luminoso, spegniamo il pc e buonasera, tutto viene vomitato dentro una grande discarica trita notizie. Siamo arrivati a questo, oramai, tutto sta diventando abitudine. Non è normale che milioni di bambini di tutto il pianeta subiscano queste violenze, mangiare come animali nelle discariche i nostri rifiuti, non ci gratifica, non importa se sono di kabul, italiani, africani, brasiliani, sono solo bambini affamati, non nascondiamoci dietro le dicerie che i soldi non arrivano, queste sono scuse meschine, non voltate la testa se vedete un povero, spesso vedo questo quando cammino a piedi, anche loro hanno una dignità e il diritto di vivere. Chi siamo noi per sentirci una razza privilegiata, superiore a loro, siamo identici, siamo solo stati fortunati a nascere in un altro utero. Non desidero andare oltre per oggi la mia dose di tristezza è salita, sono al massimo, questo mi fa tanto soffrire, mi fa solo desiderare di sparire da questo orrendo pianeta. Basterebbe veramente poco per cambiare le cose, tendere la mano e aiutare a sollevare il capo a un povero bambino.  Franca Bassi


strade diverse ma stessa meta .

L'altro ieri  ho avuto  con Cla400 un mio  compagno di  strada    di youtube (  vedere  in questo ost precedente  per  la sua pagina  di youtube  e il  suo blog  )  una dicussione sui suoi video





ne trovate sottto uno dei più belli ( forse perchè descrive benissimo la situazione che ho attraversato e che ogni tanto mi capita di riattraversare ) . abbiamo avuto una discussione sul suo secondo em eccessivo uso del cuore e poco dela mente . eccone un estratto
IO belli i tuoi video , ma usi secondo me troppo il cuore e poco al mente , dovresti usare entrambe
LUI fammi capire cos'è per te mente e cuore insieme ?                                                                                         
IO
per  cuore = emozioni positive o negative , istinto , ecc ., mnetre per mente = razionalità , ragionamento , dubbio , ecc
facendo il processo di sintesi e d'antitesi usandolo la parte irrazionale e la parte irrazionale
LUI sbagliato... mente e cuore che si sposano sono le passioni controllate del cuore e la mente che non mente più... non incontra dubbi mente e cuore sposati... dove dovrei mettere la mente nei miei video? e come?
LUI sai.... dopo ventinove anni di buddismo mi viene da sorridere a questa tua affermazione ... spero non appaia arroganza questa ... comunque sto realizzando un video sulle comprensioni delle cose ... e tutto è effimero e relativo al punto di vista che può essere a sua volta condizionato dall'esterno ... secondo il proprio stato vitale comprendiamo le cose ... o meglio le cose sono come specchi che riflettono le proprie peculiarità... il vuoto è la consapevolezza ... quando le cose non cambiano il tuo stato di percezione ... molto difficile questo da raggiungere...


Quindi è stata proficua perchè mi ha messo la classica pulce nel'orecchio a me che consideravo cuore&mente secondo la scuola filosofica dela sophianalisi . infatti ho chiesto ad un'amica buddista se ha testi o indirizzi internet o altro da consigliarmi per approffondire la cosa e vedere la mia concezione del pensiero sopra scritto e da mettere indiscussione o da integrare , ecco un modo in cui intendo il viaggio e la strada  .  stesso viaggio  e stessa metà ma per  strade siverse  . Mi  farebbe piacere sentire le  vostre  opinioni  od esperienze o qui  nei commenti oppure  all'email che trovate affianco ai commenti 

Senza titolo 598

  LO CONOSCEVATE IL FILM VACANZE ROMANE ? :-)


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il pontefice prenda esempio dal cardinal Martini


da Repubblica.it del 5 giugno 2008

Dal cardinale Martini un severo ammonimento ai preti "Troppe bramosie dentro di noi, ci piace più l'applauso del fischio""Vanità, invidia e calunnie vizi capitali anche nella Chiesa"

di ZITA DAZZI

MILAN
O Una durissima lezione per gli uomini di Chiesa, peccatori come tutti gli altri uomini. E un severo ammonimento ai preti: " Non conformatevi alla mentalità di questo secolo. Occorre un vero rinnovamento della mente". Malato e sofferente per il Parkinson, pensava di non farcela, il cardinale Carlo Maria Martini, a predicare gli esercizi spirituali . E invece, appena tornato da Gerusalemme, è arrivato fino a Galloro, vicino ad Ariccia, alla casa dei gesuiti, dove si recano i sacerdoti a meditare. E con loro, interrompendo le omelie di tanto in tanto per sottoporsi ai controlli clinici, è stato molto chiaro, commentando i brani della lettera di San Paolo al romani, dove si parla del peccato: "Tutti questi peccati, nessuno escluso, sono stati commessi nella storia del mondo, ma non solo. Sono stati commessi anche nella storia della Chiesa. Da laici, ma anche da preti, da suore, da religiosi, da cardinali, da vescovi e anche da papi. Tutti".
Una vera e propria lezione sui "vizi capitali" della Chiesa d'oggi, senza nessun timore di dire cose sgradevoli. Anzi con la certezza di offrire "una pista di riflessione". Martini ha voluto parlare dei "peccati che interessano proprio noi come chierici": anzitutto i peccati "esterni", come le fornicazioni, gli omicidi e i furti, precisando "questi ci toccano meno di altri, ma comunque ci riguardano anch'essi". E poi è passato ad esaminare "le cupidigie, le malvagità, gli adulteri". Ha ammonito: "Quante bramosie segrete sono dentro di noi. Vogliamo vedere, sapere, intuire, penetrare. Questo contamina il cuore. E poi c'è l'inganno, che per me è anche fingere una religiosità che non c'è. Fare le cose come se si fosse perfettamente osservanti, ma senza interiorità".L'arcivescovo emerito di Milano ha parlato poi dell'invidia, "il vizio clericale per eccellenza: l'invidia ci fa dire "Perché un altro ha avuto quel che spettava a me?". Ci sono persone logorate dall'invidia che dicono "Che cosa ho fatto di male perché il tale fosse nominato vescovo e io no?"". E ancora: "Devo dirvi anche della calunnia: beate quelle diocesi dove non esistono lettere anonime. Quando io ero arcivescovo davo mandato di distruggerle. Ma ci sono intere diocesi rovinate dalle lettere anonime, magari scritte a Roma... ".
Carlo Maria Martini, vescovo per 22 anni a Milano, sente il dovere di parlare esplicitamente ai giovani preti, auspicando un rinnovamento: "Devo farlo perché sarà l'ultimo ritiro, fa parte delle scelte che fa una persona anziana e in dirittura d'arrivo, ci sono cose che devo dire alla Chiesa". La sua lezione continua giorno dopo giorno durante la settimana di ritiro spirituale. "San Paolo parla del "vanto di fare gruppo", di coloro che credono di fare molti proseliti, di portare gente perché così si conta di più. Questo difetto grave è molto presente anche nella Chiesa di oggi. Come il vizio della vanagloria, del vantarsi. Ci piace più l'applauso del fischio, l'accoglienza della resistenza. E potrei aggiungere che grande è la vanità nella Chiesa. Grande! Si mostra negli abiti. Un tempo i cardinali avevano sei metri di coda di seta. Ma continuamente la Chiesa si spoglia e si riveste di ornamenti inutili. Ha questa tendenza alla vanteria".
Non fa nomi, Martini, se non quello del papa Benedetto XVI, citato tre o quattro volte, affettuosamente: "Dobbiamo ringraziare Dio di averlo, anche se poi abbiamo qualcosa da criticare". Ma Martini è come se volesse anche mettere in guardia Ratzinger quando, riprendendo le parole del papa, mette in guardia i preti dal "vanto terribile del carrierismo": "Anche nella Curia romana ciascuno vuole essere di più. Ne viene una certa inconscia censura nelle parole. Certe cose non si dicono perché si sa che bloccano la carriera. Questo è un male gravissimo della Chiesa, soprattutto in quella ordinata secondo gerarchie perché ci impedisce di dire la verità. Si cerca di dire ciò che piace ai superiori, si cerca di agire secondo quello che si immagina sia il loro desiderio, facendo così un grande disservizio al Papa stesso".
Un quadro fosco, che il grande biblista, dettaglia, come può solo chi conosce dall'interno i meccanismi di potere della Chiesa: "Purtroppo ci sono preti che si pongono punto di diventare vescovi e ci riescono. Ci sono vescovi che non parlano perché sanno che non saranno promossi a sede maggiore. Alcuni che non parlano per non bloccare la propria candidatura al cardinalato. Dobbiamo chiedere a Dio il dono della libertà. Siamo richiamati a essere trasparenti, a dire la verità. Ci vuole grande grazia. Ma chi ne esce è libero".

Pace, non pacifismo

Amici lettori, ecco a voi alcuni appuntamenti di sicuro interesse. Il primo riguarda la Marcia per il Clima indetta a Milano il 7 giugno da numerose associazioni ambientaliste (e non solo). Anche gli umanisti vi parteciperanno. Ecco che quindi che Presenziare risulta sempre più irrinunciabilee necssario, soprattutto dopo l'annuncio del ritorno all'energia atomica da parte del ministro Scajola, che l'informazione di massa tende a presentare come inevitabile o, al limite, un male minore. "Non pronunciamo solo dei no, come ironizza qualcuno - sottolinea Alberto Pero (Umanisti per l'Ambiente) - ma anche Gianni Silvestrini, ex-consulente di Bersani, che è un ingegnere e non un hippy fuori tempo, ha dimostrato che quella dell'atomo è una scelta antieconomica e insicura. Del resto oggi, per ottenere informazioni dettagliate e oggettive, occorre rivolgersi al web". E al web ricorriamo per diffondere notizie che altrimenti non avrebbero il giusto rilievo. Lo ripetiamo ormai da molto tempo.
Mentre i Grandi del mondo si accapigliavano al vertice della Fao e vociavano contro le esecrande provocazioni di Ahmadinejad senza però riuscire a elaborare un'efficace strategia per contrastarlo, gli amici de Il Dialogo hanno concluso il terzo dialogo islamo-cristiano. Da diversi anni, anche in tal caso nel più totale disinteresse dei canali informativi, un nutrito numero di uomini e donne portano avanti un discorso alternativo allo scontro di civiltà. Un confronto serrato, avulso da melliflui sincretismi.
Ai leghisti che scalpitano per varare il reato d'immigrazione clandestina replica un infuocato Alex Zanotelli. Grazie al cielo abbiamo ancora lui.
Un tempo le donne esigevano non solo pane, ma anche rose. Oggi non abbiamo né l'uno né le altre; per questo si regredisce. E noi siamo e vogliamo essere persone di pace, non pacifisti. C'è bisogno d'un mondo più gentile, della forza della natura, dell'umana lentezza.


Daniela Tuscano




  fiori    di  Adriano Celentano - Giovanni "Neffa" Pellino


 








Svegliati nel sole che sta nascendo,
quanta strada ho fatto per arrivare in tempo,
ora lascia i sogni che abbiamo chiuso dentro
sussurrare ancora nel vento.
Tornano alla luce i miei occhi stanchi,
tutto il mio futuro è adesso che mi guardi,
prima c'era il vuoto di queste stanze così grandi
e i silenzi troppo ingombranti.
Per noi che abbiamo avuto tutto il mondo contro
e già sappiamo che si prova a stare in fondo,
per noi deve esserci un'uscita sull'esterno
e un giorno dopo quest'inverno.
Dimmi che è l'istante che hai atteso sempre
e ora che ci siamo non serve dirci niente.
Siamo stati soli anche quando c'era troppa gente
nella nebbia controcorrente.
Per noi che abbiamo avuto tutto il mondo contro
e già sappiamo che si prova a stare in fondo,
per noi deve esserci un'uscita sull'esterno
e un giorno dopo quest'inverno.
(Coro) Ora sentimi vicino a te, ora sentimi vicino a te...
E come i fiori aperti che credevamo persi (ora sentimi vicino a te) ritorneranno i giorni senza la pioggia su di noi (ora sentimi vicino a te) e come i giorni aperti..dodadodide... (ora sentimi vicino a te)


Senza titolo 597

  CORREVA L'ANNO 1988 !  VE LA RICORDATE LA VITTORIA DEI FRATELLI ABBAGNALE CON IL COMMENTO DI GIAMPIERO GALEAZZI ? :-)


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Un Pride con spirito d'aquila

Gli omosessuali cristiani non mancheranno al Pride. Non possono mancare, come ha ben sintetizzato Gianni Geraci. E forse, per una volta, saranno meno soli. Una solitudine, o meglio un'esclusione, decretata non semplicemente dalla gerarchia ecclesiastica e da una società di nuovo ossessionata dalla fobia del "diverso", ma talora anche dagli stessi gay e lesbiche "laici". Per anni considerati marginali, stravaganti e - quasi - traditori della "causa", se non addirittura la quintessenza della contraddittorietà, i credenti stanno riuscendo pian piano, con una tenacia ammirevole, a uscire da quelle catacombe in cui erano stati confinati. 



E' proprio vero che gli omosessuali sono tutti travestiti, privi di codice morale, provocatori, effeminati o mascolini e, conseguenzialmente, irreligiosi? Chiunque ne conosca qualcuno di persona non può che rispondere in modo negativo; eppure, nonostante ciò, quante volte ci siamo abbandonati ai luoghi comuni, senza tentar nulla per contrastarli ?
E' indispensabile riflettere sul "mutamento sociale in atto col legame tra sessualità e consumoJosé Antonio Trasferetti, teologo morale e fra i primi sacerdoti a elaborare una pastorale per le persone gay - L'universo gay rappresenta oggi un target: conta su reti specializzate in pubblicazioni, campagne pubblicitarie, servizi [...] sempre più assediati dalle marche". In questa prospettiva, "l'omosessuale 'diventa uguale' all'eterosessuale non in quanto cittadino, essere umano, lavoratore, contribuente, che ha una famiglia e/o religiosità, ma perché è un consumatore [...]. Intanto permangono gli alti livelli di violenza e discriminazione contro gli omosessuali", specialmente se poveri e non "alla moda". E' esattamente il modello proposto dai più importanti mezzi di comunicazione di massa.        Il contributo degli omosessuali credenti, ma in genere di chiunque lotti per un'affermazione di sé come soggetto di diritti e doveri - diventa allora indispensabile per proporsi come fattori di arricchimento per la propria ed altrui umanità. Più volte abbiamo sostenuto, qui e altrove, che pure l'esperienza degli omosessuali è decisiva per affrontare i problemi più svariati: non solo quelli strettamente legati


 ( Tamara De Lempicka, Le fanciulle, 1929 ca.)


all'affettività, ma alla pace, al rifiuto di ogni discriminazione e sfruttamento, specie verso i più deboli, alla presa di coscienza della diversità di ognuno, coi propri pregi e le proprie mancanze. Possono rappresentare una "via stretta" ma luminosa e imprevista per decifrare il Mistero.
Ecco perché quest'anno si "sdoppieranno". Una loro delegazione sarà infatti presente, gli stessi giorni, anche al convegno di Noi Siamo Chiesa.

Persino la massificazione stigmatizzata dall'ultimo Pasolini può servire come mezzo per una più capillare diffusione d'un messaggio alternativo. Proprio lo strumento più efficace, non di rado micidiale, per "appiattire" le differenze, non in nome della democrazia ma del Mercato, contiene in sé il germe del suo annientamento, se si vorrà individuarlo e combatterlo, dopo averlo sfruttato.

La decisione di invitare alla kermesse anche rom e perseguitati politici (e sessuali) di altri Paesi ci sembra un buon inizio. Di notevole interesse la notizia che, per la prima volta, parteciperà un'associazione musulmana, la Islamic Anti-Defamation League. Gli umanisti, dal canto loro, hanno trasmesso la consueta adesione.

Anche per gli omosessuali di buona volontà, insomma, pare giunta l'ora degli spiriti liberi e aperti, capaci di trascendersi. Lo spirito delle vette, lo spirito dell'aquila. Sappiano anch'essi disegnare orizzonti amplissimi, traccino per primi strade nuove e coraggiose, non temano il conformismo che pervade anche le loro come le altrui comunità, e vivano nel mondo, senza farsi possedere dal mondo




 

 

                             Daniela Tuscano





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4.6.08

Memorie d'un boia

Ho visto teste cadere,
Sangue schizzare,
Dopo un solo colpo
Vibrato senza pietà,
Senza voler sapere
Se innocente o criminale
Fosse il giustiziato.
Ho sentito preghiere,
Risa e lamenti uscire
Da bocche che tacevano
Dopo un solo colpo
Vibrato senza rancore,
Senza voler sapere
Se pio o peccatore
Fosse il decapitato.
Ora ho paura
Perché capisco la luce
Della lama su di me cadere.

cosa intendo per compagni di strada o di viaggio

Non importa  se è un lui o un lei , se  etero  o gay , se è di destra o di sinistra  , del suo passato   bello o brutto  .  Infatti  : << quando incontro qualcuno   non gli chiedo   da dove  viene  non m'interessa  . Gli chiedo dove  và  . Gli chiedo se posso  [ se vuole  ] fare  un pezzo di strada  insieme a lui . >>  ( Giovanni XIII )

contro ogni razzismo manifesrtazione 8 gugno 2008

Senza titolo 596

  05 / 06 / 2008 / SAN BONIFACIO !  UN GRAZIOSO AGURIO DA LUCKY !  :-)


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Appello di Alex Zanotelli contro il razzismo dilagan


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E' agghiacciante quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi in questo nostro paese. I campi ROM di Ponticelli (Na) in fiamme, il nuovo pacchetto di sicurezza del ministro Maroni, il montante razzismo e la pervasiva xenofobia, la caccia al diverso, la fobia della sicurezza, la nascita delle ronde notturne offrono una agghiacciante fotografia dell'Italia 2008.
"Mi vergogno di essere italiano e cristiano", fu la mia reazione rientrato in Italia da Korogocho, all'approvazione della legge Bossi-Fini. (2002). Questi sei anni hanno visto un notevole peggioramento del razzismo e xenofobia nella società italiana, cavalcata dalla Lega (la vera vincitrice delle elezioni 2008) e incarnata oggi nel governo Berlusconi. (Posso dire questo perché sono stato altrettanto duro con il governo Prodi e con i sindaci di sinistra da Cofferati a Dominici....) Oggi doppiamente mi vergogno di essere italiano e cristiano.
Mi vergogno di appartenere ad una società sempre più razzista verso l'altro, il diverso, la gente di colore e soprattutto il musulmano che è diventato oggi il nemico per eccellenza.
Mi vergogno di appartenere ad un paese il cui governo ha varato un pacchetto- sicurezza dove essere clandestino è uguale a criminale. Ritengo che non è un crimine migrare, ma che invece criminale è un sistema economico-finanziario mondiale(l'11% della popolazione mondiale consuma l'88% delle risorse) che forza la gente a fuggire dalla propria terra per sopravvivere. L'O.N.U. prevede che entro il 2050 avremo per i cambiamenti climatici un miliardo di rifugiati climatici. I ricchi inquinano, i poveri pagano. Dove andranno? Stiamo criminalizzando i poveri ?
Mi vergogno di appartenere ad un paese che ha assoluto bisogno degli immigrati per funzionare, ma poi li rifiuta, li emargina, li umilia con un linguaggio leghista da far inorridire. Mi vergogno di appartenere ad un paese che da' la caccia ai ROM come se fossero la feccia della società. Questa è la strada che ci porta dritti all'Olocausto (ricordiamoci che molti dei cremati nei lager nazisti erano ROM!). Noi abbiamo fatto dei ROM il nuovo capro espiatorio.
Mi vergogno di appartenere ad un popolo che non si ricorda che è stato fino a ieri un popolo di migranti ("quando gli albanesi eravamo noi"): si tratta di oltre sessanta milioni di italiani che vivono oggi all'estero. I nostri migranti sono stati trattati male un po' ovunque e hanno dovuto lottare per i loro diritti. Perché ora trattiamo allo stesso modo gli immigrati in mezzo a noi? Cos'è che ci ha fatto perdere la memoria in tempi così brevi? Il BENESSERE ? Come possiamo criminalizzare il clandestino in mezzo a noi? Come possiamo accettare che migliaia di persone muoiano nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per arrivare nel nostro "Paradiso"? E' la nuova tratta degli schiavi che lascia una lunga scia di cadaveri dal cuore dell'Africa all'Europa.
Mi vergogno di appartenere ad un paese che si dice cristiano ma che di cristiano ha ben poco. I cristiani sono i seguaci di quel povero Gesù di Nazareth crocifisso fuori le mura e che si è identificato con gli affamati, i carcerati, gli stranieri. "Quello che avrete fatto ad uno di questi miei fratelli più piccoli lo avrete fatto a me". Come possiamo dirci cristiani mentre dalla nostra bocca escono parole di odio e disprezzo verso gli immigrati e i Rom? Come possiamo gloriarci di fare le adozioni a distanza mentre ci rifiutiamo di fare le "adozioni da vicino"? Come è possibile avere comunità cristiane che non si ribellano contro queste tendenze razziste e xenofobe? E quand'è che i pastori prenderanno posizione forte contro tutto questo, proprio perché tendenze necrofile? Come missionario, che da una vita si è impegnato a fianco degli impoveriti della terra, oggi che opero su Napoli, sento che devo schierarmi dalla parte degli emarginati, degli immigrati, dei Rom contro ogni tendenza razzista della società e del nostro governo. Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani. Vorrei ricordare le parole del pastore Martin Niemoeller della Chiesa confessante sotto Hitler : "Quando le SS sono venute ad arrestare i sindacalisti, non ho protestato perché non ero un sindacalista. Quando sono venute ad arrestare i Rom non ho protestato perché non ero un Rom. Quando sono venute ad arrestare gli Ebrei non ho protestato perché non ero un Ebreo. Quando alla fine sono venute ad arrestare me non c'era più nessuno a protestare." Non possiamo stare zitti, dobbiamo parlare, gridare, urlare. E' in ballo il futuro del nostro paese, ma soprattutto è in ballo il futuro dell'umanità, anzi della vita stessa. Diamoci da fare perché vinca la vita!

Alex Zanotelli

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Cittadini di Emmaus

Il tempo pasquale è ormai trascorso, ma mi capita di ripensare spesso al suggestivo episodio della Cena in Emmaus (a lato, il dipinto del Caravaggio). Questa lettura, e una frase di don Antonio Mazzi a proposito delle assassine di suor Maria Laura Mainetti, che presto assurgerà agli onori degli altari" Stanno redimendosi, ma il significato della beatitudine è totalmente estraneo alla loro cultura") mi hanno spinta a formulare qualche domanda in libertà, forse illogica, confusa. ( La Resurrezione è un evento ineffabile, è, per dir così, la gnosi della fede, l'abbandono all'assurdo. Avviene di notte, dona luce al cuore, ma si cela agli occhi e alla mente. Non posso crederci. Ma, forse per questo, m'insegna il valore del silenzio, della fissità. E' stato notato che nelle opere d'arte soprattutto occidentali domina la figura del Crocifisso. Molto meno quella del Risorto. L'uno è solo umano e, nello scandalo dell'attesa tradita, assolutamente logico. Ognuno fa esperienza della morte. Ma nessuno trapassa davvero. O, forse, varca muto la soglia, luce su luce, completo e ciclico come un'immensa Fine. In ogni caso, non ci abbiamo mai creduto davvero. La morte, in Occidente, e nell'Occidente dell'anima, spegne tutto e per sempre. In Occidente è di scena la terra, il corpo, l'azione. Cammina, senza pace né gioia, lavora verso il nulla, attende miserie, percorre sentieri che lo riconducono alla terra. Emmaus è passaggio continuo e doloroso, spazio precario, periferia irrisolta. L'Occidente venera, o meglio venerava, Gesù, ma fino a che punto gli è lecito dimenticarsi di Cristo? Cristo che non ha annullato il primo, Cristo coi segni della Passione.
Abbiamo tutti presente il maestoso PantocratorDuomo di Monreale: la rappresentazione musiva del Vangelo di Luca. Ieratico, solenne, eppure ancor solido corpo,d'una dignità costantiniana dietro lo sguardo amorevolmente severo.                                                  Nel Pantocrator (=onnipotente) di Monreale affascina l'ibridismo mistico. Le braccia allargate rievocano la croce che unisce le due sponde del mondo.O l'arditezza fantasmagorica di Grünewald (a sinistra): una preveggenza, un'irruzione nello spazio alieno, nel cosmo senza nome e senza Dio. Un extraterrestre del Cinquecento dietro un sommosso pulsar, nell'infinito universo et mondi. Con l'ingenuo calore d'una nuova, perenne notte di Natale. Quello di Grünewald è davvero un crocifisso risorto. Emerge dalla notte con le braccia spalancate come sulla croce, là come segno d'amore prostrato, qui come abbraccio trasfigigurante. Ma sono le icone orientali, l'essenzialità senza prospettiva degli sfondi dorati, lo sguardo ossuto e millenario, senza vento, la vera immagine del silenzio esausto e primitivo. Un'idea cromatica. Non un ritratto. Non una spiegazione. Preghiera visiva.
La Resurrezione non si comprende né si discute, s'irradia misteriosa in noi, senza che ce ne accorgiamo. Dal nulla scintillante emerge una rilettura di vita, in cui noi, gli altri, restiamo trasfigurati e scoperti, orme del divino amico.                                                           
Dovremmo domandarci cosa significa per noi resurrezione. Come la viviamo, dove la trovate, chi per noi è Dio: una divinità, un'idea, una persona cara... Scoprire se e quale sia il linguaggio della fede oggi, nelle nostre Emmaus attuali.










Noè su Marte








marte.jpg Marte image by marcotri


Noe su Marte


-Scègnete...scègnete
qui l'ommini nu' c'è stanno.
-A sor Noè, semo bòni?
-Ve dico de si!
-Sarà,famo a fidasse?
-C'evete raggiòne, me so fatto cucco,
ho sbajato 'n'altra vorta.
Domminè Dio è stufo,
a forza de fa' diluvià su la tera,
'sta vorta, ha finito
l'acqua de' tutto l'unniverso.
L'ho capito puro,io che co'
er terrestra, nu' se potemo da fidà.
Dopo tant'anni, ancora nu'intènne
la lezziòne,vojo provà su 'sto pianeta,
vedemo se ce va mèjo.
Scègnete...scègnete e state bòni
è ora de finilla de smoccolà.


La sora franca, 'na terrestra disperàta, stampà pe' voi du' vèrzi.Dimannò scusa,


pe li sbàji. franca bassi









arca.gif chiste arca noe image by bentrovat


immagini in rete grazie



Senza titolo 595

  L'AVETE LETTO IL LIBRO TRE UOMINI A ZONZO ?  :-)


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