1.9.14

UNA PACE A CARO PREZZO "Un'altra vita", nuovo libro di Cristian Porcino



Scoprirsi omosessuali essendo ebrei ortodossi in una metropoli come New York. Uno scontro che può rivelarsi devastante per un giovane educato nell'osservanza dei più rigidi dettami religiosi in una città multietnica, multireligiosa e allo stesso tempo totalmente laica. Dopo "I cantautori e la filosofia da Battiato a Zero" (Fabio Croce editore) e "Chiedi di lui" (ed. Lulu), viaggio nell'universo musicale di Renato Zero scritto a quattro mani con Daniela Tuscano, Cristian Porcino, filosofo e critico letterario, si cimenta col romanzo. Shlomo, protagonista di "Un'altra vita" (sempre per Lulu ma disponibile anche su
Amazon), potrebbe rischiare la follia o, per reazione, trasformarsi in un violento fondamentalista. Il suo spirito, però, ha conservato un nucleo di spontaneità che lo previene da questi pericoli. E il suo carattere dolce non lo rende remissivo, ma curioso di esplorare se stesso e il mondo che lo circonda. Mentre incontriamo l'autore del romanzo, ci domandiamo se un domani leggeremo anche la vicenda di uno Shlomo palestinese e musulmano...
- "Un'altra vita" è ambientato nella comunità ebraica newyorchese. Perché non in Israele? «La scelta di ambientarlo nella comunità ortodossa e tradizionalista di New York nasce da una conoscenza diretta che ho sperimentato negli anni durante la mia permanenza nella Grande Mela. Ho sempre nutrito un gran rispetto e interesse verso l’ebraismo e il mio desiderio di conoscenza mi ha fatto spesso accostare alle loro festività. Naturalmente la comunità ebraica di NYC, pur trovandosi ad una distanza molto ravvicinata da Manhattan, affascina e disorienta. Solamente a pochi chilometri dalla comunità in cui risiede il protagonista del romanzo, la realtà è ben diversa da quella che gli ebrei ortodossi si sforzano di tenere lontana, pur frequentandola per affari. Mi chiedi se poteva esserci uno Shlomo israeliano; be’ credo di sì, però se consideriamo il percorso esistenziale del mio protagonista dubito fortemente che si sarebbe adattato a quel contesto. Sono sicuro che prima o poi sarebbe finito anche lui lontano dalla sua comunità di appartenenza. Ma non avendo mai visitato Israele non potevo ambientarlo in una situazione geopolitica che non conosco personalmente.» - Perché hai voluto proprio un ebreo educato religiosamente come protagonista del tuo romanzo? «Non è stata certamente una casualità. Osservando alcuni ebrei ortodossi mi chiedevo come si sarebbe trovata in mezzo a loro una persona non propriamente corrispondente ai loro canoni. Principalmente le loro famiglie sono caratterizzate da una prole numerosa e sembra quasi che il principale obiettivo di un maschio adulto consista nello sposarsi e generare altri piccoli da allevare nella tradizione e nel proprio credo. L’educazione ultraconservatrice di Shlomo era necessaria per delineare, nel romanzo, la frustrazione e il senso d’inferiorità che qualsiasi precetto religioso può generare nei bambini con gravi ripercussioni nella loro vita da adulti. E poi se consideriamo i legami che l’ebraismo ha con il senso di espiazione della colpa mi interessava sviluppare questa prospettiva.» - I personaggi sono ovviamente frutto della tua fantasia, ma qualcuno o qualcosa ti hanno comunque ispirato? «Shlomo si è semplicemente presentato a me, e mi ha chiesto di raccontare la sua storia. Ovviamente lui non esiste nella realtà ma questo personaggio non mi ha abbandonato un solo attimo e con insistenza mi ha ripetutamente invitato a forgiarlo, a dargli vita. Non credo di essermi ispirato a qualcuno. Volevo solo dare la parola ad un personaggio che a causa di assurdi preconcetti di stampo religioso doveva, in qualche modo, abdicare alla sua felicità, inclusa quella sessuale, per compiacere vecchi precetti scritti in un testo redatto in epoche lontane dal suo tempo. Un lettore, recentemente, mi ha detto di aver intravisto in Shlomo un po’ dell’anarchia e ribellione del giovane Holden ideato da Salinger. Naturalmente il paragone mi ha lusingato molto ma i due personaggi agiscono in tempi diversi e le loro storie hanno un background culturale differente, e poi “Il giovane Holden” è un capolavoro della letteratura mondiale e io non posso competere con un classico. Comunque, come ho scritto nei ringraziamenti, devo molto alla città di New York perché ogni qual volta la visito mi regala sempre emozioni fantastiche e stimola la mia creatività.» - In un periodo di tensioni e conflitti come l'attuale, quale messaggio di pace può lanciare un personaggio come Shlomo (che la pace la contiene nel nome ma, se pensiamo al re biblico, anche la passionalità)? «La prima edizione del romanzo è uscita nel 2012 quando l’inasprimento della guerra fra palestinesi e israeliani non appariva sulle prime pagine dei giornali. Shlomo reca in sé un messaggio di pace. Lui ricorda al lettore che se credi davvero nei principi di una religione non puoi accettare divieti e imposizioni che si scontrano con gli impulsi insiti nell’essere umano. Credere è possibile purché questo non diventi una discriminante nei confronti di chi non crede o è semplicemente interessato a vivere questa esistenza senza intermediari terreni o divini. Se un Dio esiste non vuole odio, guerre, disparità o battaglie in suo nome ma solo Amore.» - Se dovessi trasporre cinematograficamente il tuo romanzo quale attore sceglieresti e perché? «Anche in questo caso un docente universitario, dopo aver letto il libro, mi ha detto di aver riscontrato notevoli suggestioni cinematografiche. Chiaramente è il sogno di ogni scrittore quello di vedere rappresentata sul grande schermo la propria opera. La gioia di veder vivere i propri personaggi, attraverso le sensazioni e gli occhi del regista, deve essere un’esperienza indimenticabile. Come attore mi piacerebbe James McAvoy. È un talento straordinario, in grado di entrare nei panni dei personaggi con grande disinvoltura. Oppure Gregory Smith, attore conosciuto per la sua partecipazione in serie televisive di successo. Ma ciò che conta di più è il regista. Woody Allen sarebbe perfetto per dirigerlo. In qualche modo lui conosce perfettamente l’ebraismo e l’ateismo. E poi sarebbe una buona occasione per vedere il genio di Allen alle prese con il tema dell’omosessualità quasi mai trattato nei suoi film. Mentre come attore italiano mi piace molto Elio Germano, un giovane molto preparato. Altri registi direi Ozpetek, Moretti, Faenza. Ma so che non accadrà mai, in Italia si seguita a fare film basandosi esclusivamente su storie che sono pubblicate dai soliti nomi e dai consueti colossi dell’editoria.» - Lo ritieni un testo adatto a degli studenti? Può essere un valido contributo contro l'omofobia? «Certamente. Il romanzo si rivolge ad ogni tipologia di lettore e soprattutto agli studenti. È proprio a scuola che si deve imparare il rispetto per ogni forma di diversità e combattere le varie stereotipie legate all’identità di genere. Proprio nel 2013 è uscito un mio saggio intitolato “6 canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne” che conteneva al suo interno un progetto formativo da attuare negli istituti scolastici, per contrastare l’omofobia e il femminicidio. Il linguaggio da me utilizzato in “Un’altra vita” è divulgativo e riesce ad arrivare a tutti. Questo fattore, in un paese come il nostro, è un vero problema. Tutto ciò che è immediato è visto con sospetto. Ne sa qualcosa lo scrittore Luciano De Crescenzo che è stato il primo a parlare di filosofia in termini popolari attirandosi le antipatie dei colleghi e dei filosofi. Arrivare a tutti è un pregio e non un difetto. Mi auguro che attraverso l’esperienza di Shlomo i giovani possano riacquistare più fiducia in se stessi e magari tagliare i ponti con antiche e retrive usanze in grado solamente di ostacolare la loro felicità.» Franco Vivaldi

anche nella fretta si può fare carpe diem . fotografato il Rhynchophorus ferrugineus ( punteruolo rosso \ divoratore di palme )


Domenica  scorsa   a  porto  taverna   (  Olbia  )   nella  casa  al mare  d'amici  ,   con il mio  "compagno di  viaggio elettronico  " il  lumia 520  (  foto  a  destra   )  ho fotografato,  vedere  sotto al centro ,   il famigerato   , Rhynchophorus ferrugineus – un curculionide chiamato comunemente "Punteruolo Rosso" – il cui il suo  ciclo vitale si svolge in parte all'interno delle palme  .  Inizialmente  .l'avevo scambiato per  un semplice  coleottero
Ma   dopo aver  scaricato  le  foto sul pc  , più precisamente   su il mio facebook  ,  ho  fatto l'incredibile scoperta  .
Le  prime  notizie  della  diffusione  in Italia   risalgono al 2007 quando ancora , pur non essendoci una rimedio si poteva arginare . Ma purtroppo causa " globalizzazione " cioè l'acquistare piante estranee al nostro ambiente la sua diffusione è aumentata.
Infatti << Non è una novità che nel corso degli ultimi trent'anni molti parassiti e fitofagi siano stati introdotti accidentalmente in Italia a causa della leggerezza di vivaisti e rivenditori di piante, che fanno sbarcare sul continente grosse quantità di esemplari adulti, privi di adeguata certificazione fitosanitaria.>>













Le larve di curculionidi si trovano all'interno dell'apice vegetativo delle palme, dentro il quale scavano gallerie e nidi, rosicchiando il legno spesso in maniera udibile senza stetoscopio, e una volta completamente sviluppate invadono letteralmente l'ambiente circostante, contaminando altri esemplari.Sembra che in questo periodo (inverno 2006-2007), grazie anche alle temperature innaturalmente miti, la virulenza dell'attacco sia aumentata. Molte regioni italiane a clima dolce, come Campania, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, hanno infatti dato segnalazione di piante attaccate.Esemplari storici, che da diversi decenni danno una precisa connotazione a molte belle città italiane, potrebbero essere completamente spazzati via. Anche in questo caso si assiste ad una tragica ed irritante passività delle autorità che dovrebbero essere competenti della materia. Per ora infatti non sono stati posti né vincoli né controlli alle piante importate dall'estero, né vengono presi – se non occasionalmente e a livello comunale – dei seri provvedimenti per prevenire un futuro disastro.Purtroppo la lotta è molto difficile, e se l'individuo contaminato è adulto, pare non ci sia al momento altro rimedio che estirparlo e bruciarlo il più presto possibile. In esemplari giovani è stato tentato un trattamento d'urto, irrorando la corona foliare dall'alto e avvolgendo la pianta in un grande telo di plastica, a mo' di camera a gas. Ma risulta evidente che questo tipo di azione non può essere eseguita su esemplari già cresciuti.
Rhynchophorus ferrugineus (foto CSIRO Entomology)
Per ora è invece importante la prevenzione, anche se su questo tema non sembra che ci sia molto accordo: le trappole feromoniche, da alcuni giudicate un alleato, da altri vengono considerate invece come peggiorative della situazione.Pare che l'uso di neem e naftalina a scopo preventivo, dia qualche risultato. I vivaisti etnei per la maggior parte usano il Dursban o Pyrinex in dosi massicce, più il Confidor . Bisogna bagnare completamente il cuore della palma: l'ideale sarebbe riempire un secchio del prodotto e gettarlo sulla pianta irrorando la parte centrale. Il trattamento va ripetuto ogni 15 giorni. Ovviamente le difficoltà aumentano quanto più l'esemplare è maturo.È importante dire che il "Punteruolo Rosso" predilige l Phoenix dactylifera e la Phoenix canariensis, ma attacca anche leWashingtonia, le Chamaerops e le Trachycarpus, per cui si raccomandano trattamenti preventivi su tutti questi generi di palma.Inoltre sarebbe raccomandabile evitare la potatura delle palme, poiché il "Punteruolo" si infila all'interno delle piante attraverso i tagli. Tra l'altro la potatura in sé per sé non sarebbe affatto necessaria, anche se viene abitualmente eseguita a scopi estetici (spesso con risultati che di estetico non hanno nulla), o per questioni logistiche, di passaggio o di viabilità.




Palma attaccata dal Punterolo Rosso (fotoCe.Spe.Vi.)

Esemplari attaccati


Il Rhyncophorus ferrugineus attacca oltre 180 specie di Arecaceae (le palme) in modo estremamente selettivo. Sebbene prediliga la Cocos nucifera, è stato osservato che attacca in maniera molto violenta anche le Phoenix, principalmente la specie canariensis, e le Washingtonia. Larve di Rhyncophorus sono state ritrovate persino nelle agavi, indice del fatto che qualunque pianta succulenta, con un parenchima di riempimento tale da poter ospitare le gallerie trofiche, ed un po’ di fibra per l’imbozzolamento,è potenzialmente vittima dell’insetto.  L’inverno è il periodo di minore attività, il che può forse far intravedere una possibile linea d’azione fitofarmacologica.
Durante gli abbattimenti di esemplari adulti attaccati, all’interno si è potuta constatare la presenza di individui a tutti gli stadi dello sviluppo: uova, larve, bozzoli, pupe di diverse dimensioni, adulti prossimi allo farfallamento, ed infine adulti già sfarfallati.
Gli esemplari più colpiti sono quelli lesionati da funghi, malattie, dalle intemperie o potati, e pare che ci sia una predilezione per quelli di sesso maschile ( il motivo tuttavia rimane tuttavia ancora in fase di studio, e non tutti gli specialisti concordano su questa ultimo dato, che riportiamo per amore di precisione). Teniamo a sottolineare che questo non significa che esemplari di sesso femminile, ben tenuti e non potati, siano immuni, poiché il curculionide si dimostra particolarmente aggressivo: se non trova palme di suo gradimento è ben capace di attaccare altre specie che trova un po' meno appetibili.

Ciclo vitale



Il parassita riesce a portare a termine anche tre generazioni in un anno e può volare anche per diversi chilometri. Appena trova una palma adatta alla colonizzazione, si ferma ed “avverte” lo sciame. In genere è l’insetto maschio a compiere le esplorazioni, e si crea un nuovo harem di femmine che attira con un feromone di aggregazione.
Dopo l’accoppiamento le femmine scavano tunnel e gallerie per deporre le uova, ed assicurare alla nuova progenie molta sostanza nutritiva. Gli accoppiamenti si protraggono anche per 25–30 giorni, ed ogni volta la femmina depone 10–15 uova. Nella sua vita una femmina di Rhyncophorus ferrugineus arriva a deporre oltre 300 uova.Consigli per prevenzione e cura
L'individuazione del parassita è bene che sia il più possibile precoce. Controllare se l’apice vegetativo è sofferente, che solitamente, ma non sempre, è la prima porzione ad essere attaccata in quanto costituito da tessuti teneri, facili da perforare con il rostro del curculionide femmina. La naftalina sarebbe utile perché interferirebbe con i segnali biochimici lanciati dagli insetti per aggregarsi (si usano dei sacchetti di almeno tre palline di naftalina appese ad ogni ramo, da sostituire dopo 60 giorni). Tuttavia la naftalina è pericolosa anche per la palma poiché contiene naftalene, e a sua efficacia è ancora da dimostrare.
I feromoni sono ampiamente usati in Spagna da almeno dieci anni con scarsi risulati (si otteneva solo uno spostamento del curculionide, senza poter procedere ad una cattura di massa di tipo abbattente). La Spagna inoltre ha taciuto sull’infestazione per almeno per otto anni (dal 1994 al 2002), non seguendo le normativedell’Unione Europea.
Dal punto di vista chimico – a livello curativo – i migliori risultati li sta dando il fosforo, che però è molto pericoloso per la salute pubblica, e quindi non può essere impiegato che su scala ridotta, e con grande cautela.
Nel suo paese di origine, l’India, il Rhyncophorus ha numerosi nemici naturali, come acari, funghi, entomoparassiti, nematodi entomopatogeni. Forse la strada potrebbe essere quella della lotta biologica.
In paesi tropicali e sub-tropicali, dove le palme da cocco e da olio sono una base dell’economia di produzione, ilRhyncophorus è stato combattuto con mezzi improponibili in Europa (fosforganici e clororganici).
Relativamente da poco si sta provando con l’endoterapia, meno costosa ed invasiva rispetto ai trattamenti esterni, a "doccia", che richiedono volumi notevoli di insetticida, la distribuzione dall'alto con piattaforma aerea (palma per palma), ogni 15 giorni, e che comportano un grave impatto ambientale e l’inapplicabilità in ambiente urbano. L'endoterapia si pratica da terra con iniezioni al tronco, richiede minori quantità di insetticida, interventi ogni 4 o 6 mesi, e si può arrivare a trattare 200 palme al giorno. Inoltre si tutela l'ambiente circostante e l'applicazione è consentita anche in ambiente urbano.








30.8.14

L'ordine dei giornalisti vuole tappare la bocca a Magdi Cristiano Allam . l'odio s combatte con la non violenza non con la censura o l'espulsione


Premetto  che  non  condivido   la posizione intransigente  ed  fondamentalista  di   Magdi Cristiano Allam non si  combatte  l'odio e il fanatismo  con altro  odio  e    con generalizzazioni  \ pregiudizi  come quelli che hai lui   nei confronti dell'intero Islam  . Ma  non  si censurano le  idee . Meglio combatterle cosi 
lo vedi quante cose che ci sono ancora da cambiare,
con la Guerriglia Culturale
lo vedi quante cose che si devono cambiare,
con la Guerriglia Culturale
lo vedi quante cose che ci sono da salvare,
con la Guerriglia Culturale                                                                                                
Con la  guerriglia  (  cover  dell'omonima canzone  popolare  ) - Acid Folk Alleanza  in   Materiale Resistente  1995  

Ecco perchè   affermo  con il portale  www.nocensura.com


                                                                               La vignetta di Oscar Galliano

A cura di Alessandro Raffa  per nocensura.com

Apprendiamo con sdegno la decisione dell'ordine dei giornalisti di procedere contro Magdi Cristiano Allam, accusato di "islamofobia" per aver espresso pareri molto critici contro il fondamentalismo islamico mediante alcuni articoli pubblicati su Il Giornale.
I dettagli della questione li potete leggere nell'articolo I taglialingua
Magdi Cristiano ha incassato il sostegno di molti giornalisti, oltre che di molti cittadini, e sul web è partita una mobilitazione in suo favore con l'hashtag #iostoconmagdi.
Oltretutto una settimana fa Allam ha segnalato che il suo profilo Facebook è stato bloccato per due volte, a seguito della pubblicazioni di contenuti sugli orrori del califfato islamico ISIS. E c'è da evidenziare come non sia l'unico caso di censura: anche un blog che raccoglieva materiale e documenti sullo stesso tema, al quale tra gli altri contribuiva un nostro collaboratore, è stato chiuso da Blogger, in quanto avrebbe "violato i regolamenti" in materia di "istigazione all'odio".
Documentare gli orrori di un gruppo terrorista che decapita, crocifigge, uccide sommariamente persone solo perché appartenenti ad un'etnia o ad una confessione religiosa diversa dalla loro può esser considerato istigazione all'odio verso l'Islam? Curioso, se pensiamo che il principale mezzo di reclutamento e di propaganda dei terroristi fondamentalisti è il web, ed in particolare Youtube e Twitter, dove sono numerosissimi i loro video e contenuti propagandistici, che sembrano trovare ospitalità senza particolari problemi.
Noi di nocensura.com NON CONDIVIDIAMO la posizione di Magdi Cristiano Allam circa la questione palestinese, nel cui contesto sostiene apertamente Israele; i palestinesi hanno giuste recriminazioni, Hamas pur con metodi talvolta censurabili richiede il rispetto dei trattati internazionali (violati da Israele, che occupa abusivamente territori) ed i diritti del popolo palestinese, che vive in condizioni di vero e proprio apartheid. Inoltre in Palestina il governo di Hamas non impone la "sharia", la legge islamica, e nonostante sia affiliato alla "fratellanza palestinese" non ha mai commesso gli orrori che invece sono all'ordine del giorno in Iraq ed in Siria a opera dell'ISIS.
Tuttavia, non possiamo negare che quando parla di fondamentalismo islamico, Magdi Cristiano Allam ha ragione. E' un profondo conoscitore del fondamentalismo, che ha avuto modo di conoscere in prima persona, e segue molto attentamente la situazione mediorientale.
Quando gli USA ed i loro alleati volevano aggredire il governo legittimo di Bashar Assad in Siria, con l'aiuto dei mass media, che criminalizzavano Assad addebitando al suo esercito orrori che non ha commesso, tra cui l'impiego di armi chimiche, che è stato accertato sono state usate dai miliziani ostili al governo di Assad, Magdi Cristiano Allam fu uno dei pochi -se non l'unico - giornalista italiano e occidentale ad opporsi ad un intervento contro Assad; era l'unico che evidenziava che se gli USA avessero spodestato Assad, sarebbero saliti al potere i fondamentalisti islamici, che i mass media occidentali dipingevano come "eroi, moderati, che vogliono la democrazia in Siria".







A Magdi Allam inoltre dobbiamo dare atto di avere sempre seguito la situazione in Siria ed in Mesopotamia con molta attenzione, evidenziando i soprusi e la mattanza dei cristiani (e non solo) MOLTO prima che i mass media iniziassero a parlarne. I governi ed i media occidentali hanno iniziato a parlare di ISIS e degli orrori da loro commessi solo dopo la proclamazione del califfato islamico, nel Luglio 2014. Per quasi 4 anni hanno fatto finta di niente dinnanzi al bagno di sangue commesso in Siria, e per un anno hanno finto di non vedere cosa stesse accadendo in Iraq, "accorgendosi" dell'ISIS solo quando questo ha conquistato metà territorio iracheno e metà territorio siriano. 
Gli USA e la comunità internazionale hanno permesso a ISIS di dilagare, di impadronirsi di giacimenti di petrolio e di gas, che vendono sottobanco alla Turchia ricavando almeno 3 milioni di euro al giorno per finanziare la jihad. Gli è stato permesso di conquistare i depositi di armi - tra cui cannoni, carri armati e altre armi pesanti - che gli Usa avevano fornito all'esercito iracheno. Hanno consentito a ISIS di rinforzarsi, passando nel giro di pochi mesi da una forza di 15.000 miliziani agli attuali 100.000, in continua crescita. Secondo alcune stime, che potrebbero essere sottostimate, ISIS ha una disponibilità di contanti e oro di almeno 2 miliardi di dollari, frutto di finanziamenti ricevuti dal Qatar, dalla Turchia e da altre nazioni; hanno svuotato i caveau delle banche di Tikrit, Mosul, Nassyria, Raqqa, nella zona di Aleppo e di molte città in Iraq ed in Siria; hanno commesso vasti saccheggi a negozi e cittadini "infedeli e apostati", ovvero i cristiani, gli Yazidi, gli appartenenti ad altre minoranze, ma anche agli islamici sciiti.
In ogni caso, al di là delle idee personali di ciascuno, è intollerabile che un giornalista sia privato della facoltà di esprimere i propri pensieri e le proprie riflessioni; e crediamo che anche coloro che non apprezzano le idee di Magdi Allam, in questa occasione dovrebbero solidarizzare con lui. 
Punire un giornalista per i concetti che esprime aprirebbe un precedente pericoloso per la libertà di espressione e di stampa.
A Magdi Allam inoltre dobbiamo riconoscere il coraggio di sostenere idee spesso in dura contrapposizione con il sistema. E' uno dei pochi giornalisti e politici, se non l'unico, che non solo si oppone all'euro, e propone l'immediata uscita dell'Italia dalla moneta unica, ma parla in modo chiaro e diretto di signoraggio e della truffa del sistema monetario, gestito da banche centrali private, di cui ha parlato anche su quotidiani main stream (vedi questo articolo).
Ha avuto il coraggio di criticare e di prendere le distanze dalla Chiesa, a differenza della quasi totalità dei politici e dei giornalisti che dinnanzi al Vaticano si "inchinano" in modo acritico e servile, per tenersi buono quello che è senza dubbio uno dei principali poteri forti. Una posizione che gli è consapevolmente costata il sostegno di una parte dell'elettorato cattolico e di certi poteri forti, espressa nel periodo "peggiore", ovvero poco dopo la nomina di Papa Francesco, esaltatissimo da tutti i media e venerato da orde di cristiani. Certo non è stata una posizione conveniente per lui, e in una società dove i politici si muovono solo per convenienza politica (e magari economica) questo aspetto non può che essere apprezzato. 
Nonostante sostenga Israele nella questione palestinese (posizione che noi, ribadisco non condividiamo) quando USA e Israele volevano attaccare Assad, lui non si è schierato dalla loro parte, come hanno fatto tutti i giornalisti servi, anche mediante montature mediatiche, bensì si è schierato contro l'intervento, al quale per fortuna gli USA hanno desistito, perché se ci fosse stato oggi la situazione sarebbe gravissima. Mentre tutti spianavano la strada alla guerra contro Assad, Magdi - che ha una certa influenza nell'opinione pubblica filoisraeliana - dichiarò: "non capisco come Israele possa voler spodestare Assad, che è un dittatore, ma se dovesse cadere la Siria finirebbe in mano ai fondamentalisti islamici".
Le idee di Magdi Cristiano possono piacere o meno: ma ci sembra una persona in "buona fede", che sostiene le idee che a suo avviso sono giuste, e non dettate da convenienza personale.
Attaccando Magdi Cristiano Allam, l'ordine dei giornalisti si sta dando la zappa sui piedi, minando ulteriormente la credibilità di una categoria che di "credibilità", agli occhi dell'opinione pubblica, ne ha sempre meno: e se consideriamo che nella classifica della "libertà di stampa nel mondo" di "Reporter Senza Frontiere" siamo assimilati ai regimi sudamericani e caucasici, non potrebbe essere altrimenti.

A cura di Alessandro Raffa per nocensura.com


28.8.14

donna decapita all'eur se il killer \ boia fosse stato italiano anziché straniero ? i forcaioli diventano ponzio pilati

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Donna decapitata all’Eur, la polizia: “Costretti a sparare per difenderci”. Spunta un sms
www.lastampa.it del 25\8\2014

Inquirenti al lavoro per ricostruire la dinamica del delitto. Tracce di sangue fuori dalla villetta, perde quota l’ipotesi dello stupro.



Ho aspettato fino ad oggi, perchè pensavo che magari fossero ancora in ferie, tutti quelli che sono pronti a scagliarsi contro chiunque non sia cittadino italiano , invocandone la pena di morte, anche solo per aver rubato una mela . Ed ora? Ora che un "normale" connazionale ha "semplicemente" decapitato un colf "straniera" hanno il braccino corto per digitare su una tastiera  ?  Mi chiedo come si possa essere severi boia quando il carnefice è uno straniero per poi trasformarsi in novelli Ponzio Pilato quando , come in questo caso, il boia nel vero senso della parola ha il passaporto made in Italy ? Non lo capirò mai, anzi, non lo voglio proprio capire... ho smesso di provare  a capirlo onde  evitare  di faremi le solite  pippe mentali  che bloccano il mio  viaggio  . 



27.8.14

Il battesimo? Il parroco dà l’ok alla celebrazione ma striglia i genitori Trinità d'Agultu e Vignola, nullaosta con riserva : «Avulsi dalla vita parrocchiale»

Leggendo oggi, 27\8\2014  la  nuova  sardegna   sia    le  news  sui  funerali dei due protagonisti dell'omicidio -.suicidio avvenuto   due giorni fa  . 


Omicidio-suicidio a Oliena, folla ai funerali di Sandro e Sara - FOTO

L’omelia del vescovo di Nuoro Mosè Marcia: «Non saranno le pallottole a separarli dall’amore di Dio» .«Chi di noi può giudicare un gesto così forte? - ha continuato il vescovo - Sandro e Sara non sono da giudicare, forse si può giudicare il nostro essere distratti, il nostro non esserci quando chi vive accanto a noi ha bisogno di aiuto. Ecco dov'è la nostra colpa».
sia    questo fatto di cui parlo approfonditamente   sotto  

 di Sebastiano Depperu
TRINITA’ D’AGULTU. Il battesimo s’ha da fare, ma non per merito dei parenti. È il senso del contenuto di un nullaosta rilasciato ad una coppia di Trinità d’Agultu dal parroco, don Giampaolo Pais. I due giovani, infatti, hanno espresso il desiderio di voler battezzare il loro bambino nella parrocchia di un paese vicino e si sono rivolti al sacerdote: la risposta del parroco, messa nero su bianco, li ha lasciati a bocca aperta. La vicenda è accaduta qualche giorno fa.Tutto è iniziato quando la nonna paterna si è recata dal parroco per chiedere il nullaosta. Nessun problema. «Torni tra qualche giorno», le è stato detto dal prete. E, come previsto, dopo due giorni, la consegna del documento in busta chiusa. La donna porta al figlio e alla nuora la busta ricevuta dal parroco. E quando la mamma del bambino apre la busta rimane sorpresa. Un’unica pagina dove si legge: «Richiedendomi il nulla osta per il battesimo mi rallegro di questa decisione. La motivazione positiva si lega al fatto di non privare della Grazia questa nuova creatura». E poi arriva lo sorpresa della ragazza quando proseguendo nella lettura del nullaosta legge le seguenti parole: «Dal punto di vista morale non garantisco sulla testimonianza di fede dei suoi parenti, essendo totalmente avulsi dalla vita parrocchiale».La neo mamma a quel punto fa leggere il pezzo di carta al compagno. «Siamo rimasti molto male quando abbiamo letto queste righe – dicono i due giovani – non credevamo ai nostri occhi. Noi e i nostri parenti veniamo, così, tacciati di essere cattivi cristiani solo perché siamo poco praticanti? Il buon cristiano si misura da quante volte va in chiesa o da altro? E poi, cosa c’entrano i parenti? Non sarebbe stato giusto parlare solo di noi genitori?». Ma le dodici righe scritte da don Giampaolo Pais finiscono almeno con un augurio: «Mi unirò comunque nella preghiera, confidando per il fanciullo sull’aiuto di Dio».  

 che  fra  i due preti preferisco la decisione di quello d'Oliena  a quello di Trinità  . Ma  soprattutto    ho conferma  di quello che  hio sempre  detto  da  quando   sono in rete  (  circa   13  anni  )  ho detto  in gior  per  il web  ( social  , forum , chat  )   Ecco  perchè la  gente  perde  sempre  di più  la fede     . Quando ci sono preti   che   si comportano cosi  .  Secondo me   non è detto che per  essere  buoni  credenti  si debba per  forza  andare  a messa tutte le  domeniche  , basta  mettere  in atto  i  principi  in cui si crede   che affermano  testi  della sua religione . Ovviamente  adeguandoli  all'oggi   e non prendendoli completamente  alla lettera  onde  evitare  fondamentalismi  . Condivido in pieno   questi due commenti   riportati online all'articolo  



Michele S. Sechi ·  Top Commentator
Avrebbero dovuto fare come fece una persona di mia conoscenza davanti ai problemi posti dopo la richiesta di battezzare la figli, nata fuoribdsl matrimonio. "Siccome io, al contrario di lei, Monsignor Xxxx, sono una persona che ha un gran rispetto per il prossimo, per rispettare fin da ora mia figlia, lasceró decidere a lei quando sarà grande ed invece in grado di giudicare i nostri errori" la figlia ha fatto una vita normalissima, la Chiesa HS atteso che la ragazza diventasse grande. Dopo 18 anni da quella brutta figura, la ragazza ha deciso di farsi battezzare. Proprio un ottimo risultato! Il Parroco dovrebbe meditare sulla sua ottusità e su un ora intolleranza che non ha molto a che fare con il Culto che rappresenta.



Mario Sardo ·  Top Commentator · Lavora presso Pavia
Non è certo suo compito garantire! Suo compito e portare la parola di Dio e pregare per quelli che non l'accolgono...e rallegrarsi e basta senza fare commenti quando qualche cristiano anche se tiepido decide comunque di battezzare il proprio figlio: Un certificato non è certo il luogo per esprimere perplessità e opinioni....oggi era il giorno di Sant'Agostino sulla base di questo modo di vedere le cose non avrebbero dovuto ne battezzarlo ne comunicare questo Grande Santo sulla base del suo passato godereccio!! Ci sono davvero dei preti poco degni.
Cominciassero molti parroci a non chiedere soldi per far dire messa, funerali, cresime e comunioni e battesimi come fanno attualmente in spregio alle parole di Gesù " gratuitamente ricevete e gratuitamente date "

26.8.14

l'arte è un qualcosa di inclassificabile ma in italia questo non lo sanno [ Usa, la danza degli elefanti sulle note del violino .,Praga, suona 'Per Elisa' nella hall: pianista incanta l'aeroporto ]

Le  due  storie  che m'appresto   a raccontare  oggi    sono un esempio di  quando    l'arte  e quello che molti di noi  abituati alla cultura  di  massa  o  peggio alla mediocrità   considerano stranezze o   esibizionismi   . Infatti  tali   gesti sono  una goccia  di splendezza    in u mondo di grigio . Insomma  il  colore che ravviva la vita e cancella il il piu' grigio e desolante squallore. Chi non lo capisce, e' grigio DENTRO.
  La  prima storia  
                   Praga, suona 'Per Elisa' nella hall: pianista incanta l'aeroporto



Il  titolo  e quindi il video di repubblica    è incompleto  perchè  (  sotto il video  integrale  )   ha  fatto anche altre musiche    rielaborandole


Il fatto è avvenuto secondo la didascalia del video nella sala d'attesa dell'aeroporto Vaclav Havel di Praga dove c'è un pianoforte. A rischio e pericolo dei passeggeri , in quanto ormai decrepito e scordato ( lo sento pure io che ho difficoltà uditive ) . Ma questa volta c'è stata una gran bella sorpresa per tutti. Il pianista Maan Hamadeh ( la sua pagina facebook .,  il suo canale di youtube  ) ha eseguito con grande maestria il brano 'Per Elisa' di Beethoven in dodici stili diversi, scatenando l'applauso finale. lasciando  <<¿Aburrido en un aeropuerto?: agarró el piano y sorprendió a todos  >> come  dice   il titolo , qui  l'articolo completo  di http://tn.com.ar .
Ora  come Michele Teso che ha commentato il  primo video mi chiedo davanti a comment astrusi , se che certa gente non sa s'è << Meglio un concerto leggermente scordato ed improvvisato o la tristezza di abbuffarsi di schifezze o non guardarsi in faccia ? >> . Ho sempre sostenuto che la civiltà dei popoli si misura dalle condizioni e dall'uso degli spazi pubblici.M'immagino quanto durerebbe un pianoforte in un'aeroporto o in una stazione ferroviaria italiana . Il video, specie  la prima parte , ha fatto clamore perchè un pianista ( diciamo uno che suona il piano, non ci interessa se professionista o no ) che suona "per Elisa" comunque arrangiata, è una bella cosa. In un paese, a voi indovinare quale , dove la musica classica é colpevolmente trascurata, questo interesse fa piacere.Il bello dell'improvvisata è stato che è riuscito a zittire la sala d'attesa di un aeroporto... un momento particolare, bravo o no, dipende dai gusti , ha fatto qualcosa di bello.


   La seconda  

                           Usa, la danza degli elefanti sulle note del violino


                          
Smonta  il  mito \ la credenza  , che  gli elefanti siano solo impacciati    e  disastrosi  : Mi  ricordo che bambino  , poi   quando  scoprirono che avevo problemi  d'equilibrio  hanno smesso  ,  i  miei  alle  mie continue cadure  e sbandamenti mi dicevano : <<  mi sembri un elefante  in una cristalleria   >>  . Invece  il gesto   della violinista statunitense Eleanor Bartsch    che trovandosi  al Circus World Museum di Baraboo (Wisconsin) per esibirsi con la Wisconsin Chamber Orchestra , durante una pausa la musicista si è allontanata e ha voluto dedicare una performance alle elefantesse Kelly e Viola (44 e 45 anni) che hanno passato insieme gran parte della loro vita. I due esemplari hanno gradito , come si vede dal  video  ,  il breve concerto, "danzando" al ritmo del brano di Johann Sebastian Bach. Diverse ricerche in merito sottolineano che gli elefanti amino ascoltare la musica e che abbiano il senso del ritmo . 

25.8.14

Brasile, coppia scopre in diretta di condividere la stessa madre ovvero fratello e sorella


  in sottofondo   monti  di Mola  cover  de  Andreiana
in particolare  questo pezzo


« Ma a cuiuassi no riscisini
l'aina e l'omu
ché da li documenti escisini
fratili in primu »

(IT)
« Ma non riuscirono a sposarsi
l'asina e l'uomo
perché dai documenti risultarono
cugini primi »






Tali storie si credevano finite e che fossero qualcosa che appartenesse al passato e soprattutto ai romanzi d'appendice feuilleton, termine di lingua francese.. Invece è successo realmente . Ecco uno degli ultimi casi







Dopo anni di ricerca, Adriana, 39enne brasiliana, era riuscita finalmente a rintracciare la madre che l'aveva data in adozione quando aveva appena dodici mesi. Ma la sua gioia è durata solo alcuni minuti, poi la scoperta sconcertantre: la donna sarebbe infatti anche la madre del marito di Adriana, dato in adozione a otto anni. Il tutto è ovviamente ancora da verificare, poiché accaduto in diretta radiofonica durante una popolare trasmissione brasiliana in onda su Radio Globo. Mentre le due donne si accordavano su come e dove incontrarsi, Adriana ha chiesto alla madre se aveva avuto altri figli oltre a lei. "Solo uno, ma con un altro uomo", ha risposto la madre, aggiungendo: "si chiama Leandro". "Ma non può essere. Leandro è mio marito", ha gridato allora la giovane donna






ed un altra estate è passata

Spesso  un immagine  dice   più di  mille parole

                              tratta    da       http://www.repubblica.it/salute  più  precisamente  da  qui     

   e descrivere  benissimo la  tua  malinconia che  ti viene  quando  i tuoi amici\  che    ritornano  nei loro luoghi  ( nel mio caso  in continente  perchè  non sono sardi  o  sono sardi  d'oltre mare   ) .

O è Vero o è Falso". E invece non è né Vero né Falso di Sergio di cori modigliani : la casa degli italiani esuli in patria -

sulle  note   della  cover di    https://www.youtube.com/watch?v=S7nJJ2hAhYI    di quesata  famosa  canzone   di  Gaber    ( qui  l'originale )    
Leggo   sulla  schermata  di  https://www.blogger.com/home   quest'anteprima di post  



Circa 25 anni fa, nel Luglio del 1990, il più grande divulgatore culturale italiano, il prof. Umberto Eco, apriva nella Facoltà di Filosofia dell'Università di Urbino un convegno di studi internazionali -da lui fortemente voluto- che aveva come ospite eccellente colui che allora veniva considerato (e penso che lo sia ancora oggi) il più importante filosofo al mondo, l'epistemologo Hilary Putnam. Il fine di Umberto Eco non era quello consueto italiota di grande tradizione e squallido profilo: organizzare una grande riunione di spessore invitando ... continua  sul  suo blog    http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/

23.8.14

Trans per una vita, ma nella bara è stata vestita in giacca e cravatta., SAN GAVINO, UN MURALES DI GIORGIO CASU NEL RICORDO DI SKIZZO


musica  consigliata
questo pezzo della colonna sonora di Lady Oscar di Koji Magahino


Molti mi chiedono ma  perchè  non ci parli di te  ?  In questo periodo  non ho  niente  d'interessante  da  raccontare   nè voglia   di condividere almeno  direttamente    qualcosa  di mio , a  volte  capita  . Quindi lo faccio indirettamente  attraverso queste  due storie  ,  diverse  certo , ma  con un filo conduttore ,  la  vita    nella morte  , il ricordo .
Iniziamo da quella allegra Una bella storia che arriva da San Gavino, dove in tanti si sono impegnati per onorare il ricordo di Simone Farci, un ragazzo scomparso lo scorso anno, dedicandogli un murales affidato a un artista apprezzato come Giorgio Casu. Le interviste sono di Gianluigi Deidda.









ora    quella  triste. In cui si denota  una mancanza  di rispetto nella scelta  altrui  , un imposizione  .  Ora  capisco   che i genitori  non abbiano mai  accettato  la sua scelta  di vita  dolorosa   e  magari tormentata     almeno  da quel che ho  avuto  modo di conoscere  da  uno  di loro  che  ha studiato  nella mia  stessa facoltà .  Trovate maggiori dettagli   nel  mio precedente post  : la storia  d'iside  il lungo volo di una farfalla che non vuole diventare crisalide .
Ora  posso  capire  per  i genitori  che non è semplice  accettare  il fatto d'avere un figlio\a  con tale situazione   o  che non è bello giudicare   le  scelte  altrui  (  in questo caso  quella  dei genitori    )   ma decidere  per  lui  anzi lei   per il suo funerale l'hanno vestita da uomo, mi sembra  molto irrispettoso   e  insensibile  . 




Trans per una vita, ma nella bara è stata vestita in giacca e cravatta E' morta a 36 anni dopo una lunga malattia ma i genitori, che non avevano mai accettato le sue scelte, per il suo funerale l'hanno vestita da uomo.





È accaduto ad Avenza, nei pressi di Massa Carrara e la storia di una vita tutta al femminile e di una morte da uomo ha fatto il giro del web. Nicole era transessuale da 20 anni ma i suoi genitori, che non avevano mai accettato le scelte di quel ragazzo che si vedeva donna, per l'ultimo saluto hanno deciso di vestirla in pantaloni, giacca e cravatta. Il suo vecchio nome maschile era scritto sulla bara, al posto di quello che si era consapevolmente scelta, Nicole. Gli amici che la frequentavano da quasi vent’anni hanno appreso così, per la prima volta, il suo nome passato.
E così, dopo i funerali, scoppia la polemica delle associazioni transgender contro la famiglia di Nicole. In una nota congiunta l'associazione Lgbt accusa: "La famiglia non l'ha rispettata neanche nel momento del trapasso". Su Facebook il sostegno di decine di amici della 37enne di Carrara.
Sabato 23 agosto 2014 10:23

Chiede 150 euro per restituire l'iPhone La vittima è un agente: 35enne arrestato . se iìfosse un cittadino normale sarebbe lo stesso ?

cazz boh . per un telefono di merda un processo in direttissima.. ah beh era l'iphone del poliziotto (notare che si lamentano di guadagnare poco, però l'iphone che non manchi)... se fosse successo al primo stronzo non accozzato non avrebbero "indagato" manco per un cazzo.... e se al posto di uno scambio di cellulare ci fosse un omicidio, altro che direttissima... una ramanzina e poi rispedito a casa senza cena....



Chiede 150 euro per restituire l'iPhoneLa vittima è un agente: 35enne arrestatoL'arresto della Squadra mobile di Cagliari è avvenuto a Sestu. 
Si è impossessato di un iPhone e ha chiesto 150 euro al proprietario per restituirglielo. Ma Bruno Johny Batzella, 35enne di origini olandesi ma residente a Sestu, non immaginava che la vittima della presunta estorsione fosse un agente della polizia stradale che aveva perso l'iPhone qualche giorno prima. Il poliziotto ha denunciato tutto agli investigatori della Squadra mobile di Cagliari, coordinati dal dirigente Leo Testa. E' così scattato il blitz: l'agente si è accordato con Batzella per lo scambio. Appuntamento in un distributore di carburante a Sestu. Insieme alla vittima però si sono presentati anche gli uomini della quarta sezione della Mobile che al momento dello scambio hanno arrestato il 35enne per estorsione. Batzella è finito ai domiciliari in attesa del processo per direttissima

a mali estremi e stremi rimedi. oliena avviso alle coppiette basta immondizia altrimenti .. ci arrabbiamo

 questo episodio ali limite  fra legalità ed  illegalità   ed  il fai da  te  

                       Un avviso "per le coppiette" è comparso sul monte Corrasi, vicino a Oliena.



"Per le coppiette. Se continuate a buttare per terra l'immondizia noi aspettiamo che arrivi la notte e veniamo a "bussare" nella vostra macchina", dice il cartello, scritto in nuorese, appeso sul belvedere.


mi ricorda  questo   film    eccone un a scena


  e  a  voi ?

19.8.14

La voce e il suo “strumento”. Le corde vocali sono lo strumento del cantante anche se molti lo dimenticano – intervista a ERIKA BIAVATI Cantautrice ed insegnante di canto di Dario Cicchero

Angela è una bambina autistica, esile, bionda, con meravigliosi occhi celesti. Non vuole essere toccata, se non da altre persone speciali come lei.

La  sua  storia    cosi come   quelle di tutte le persone    noi chiamiamo  con un misto  di  buonismo   ( eccessivo    quasi stucchevole e d  ipocrita  ) e  politicamente   corretto  chiamiamo   diversi    di è    riassunta  da    questa bellissima canzone   della brava  e promettente    cantante    Erika  Biavati  (  https://www.youtube.com/user/erikabiavati  )  

             
Ma  come  avete  notato ( soprattutto quelli \  e  che mi seguono dagli esordi  , cioè quando si chiamava   cdv.splinder   o  da quando sono passato a  blogger  )  , cari amici\che   e nemici  , poiché  non riesco ad essere  sintetico   sono troppo prolisso  , ecco la  storia  - intervista   fatta dal bravissimo e competente  in ambito medico e sociale  https://www.facebook.com/dario.cicchero--- di  Erika  Biavati.
La  sua  storia   dimostra   che  gli   artisti non sono so lo spocchiosi e saccenti ( OVVIAMENTE SENZA GENERALIZZARE ) 
La conoscenza, la cura e la manutenzione dello strumento che viene usato da un musicista è alla base del mestiere di musicista, cono




La conoscenza, la cura e la manutenzione dello strumento che viene usato da un musicista è alla base del mestiere di musicista, conoscere come funziona è fondamentale per realizzare un buon lavoro musicale. I cantanti spesso ignorano che il loro strumento “musicale” sono le loro corde vocali, non le conoscono e non le curano se non in caso di impossibilità a cantare. Non conoscendo le peculiarità di questo strumento naturale ci si limita anche nelle proprie possibilità canore.
Erika Biavati è una cantautrice che ha imparato a conoscere molto bene il suo strumento e che continua a studiarlo per migliorare le sue capacità e per trasmetterle ai suoi allievi.

Per conoscere la biografia di Erika Biavati cliccare QUI
Canale YOUTUBE


  eccone  alcuni suoi pezzi  più belle








16.8.14

Pace of peace



Pace of Peace è un cartone animato, un piccolo cartone animato, con annesso documentario, La storia di Pop, che ne racconta la realizzazione.
Otto ragazzi israeliani della città di Raanana e otto palestinesi di Qalqilia, con i loro insegnanti e rispettivi Sindaci, hanno sfidato -- e sfidano -- occupazione e attentati, blitz e terrorismo. Insieme, con coraggio individuale e intelligenza collettiva, hanno cominciato a bonificare uno dei campi minati più pericolosi per il percorso di pace. Quello della comunicazione. Di parte. Spesso ridotta a propaganda. Sempre ignara delle ragioni dell'altro. Così questi ragazzi hanno voluto testimoniare personalmente la loro visione della pace.
E lo hanno fatto ideando insieme la storia ed i personaggi di Pace of Peace, assistiti da alcuni tra i migliori esperti del settore e relative case di produzione e studi di animazione. Pace of Peace è anche una canzone, colonna sonora del cartone, ideata e donata da due famose cantautrici, la palestinese Rim Banna e l'israeliana Noa.

15.8.14

ALLA FINE DI © Daniela Tuscano,

Imprimeteli nelle vostre menti. Raffigurateli nelle vostre chiese. Fra i vostri Cristi scarnificati. Fra quelle croci di cui vi vergognate. Fissateli, e ripetete dentro di voi ch'era tutto vero. Le altre domande - com'è potuto accadere, i motivi della colpevole inerzia, l'indifferenza mondiale, gl'interessi geopolitici - arriveranno dopo. Adesso è il momento della contemplazione. Della preghiera.
In questa giornata, in cui ricorderete i cristiani iracheni perseguitati, pensate solo che è andata proprio così. Che l'Esodo esiste, la croce è reale, materica. Ed è quella la rivoluzione. Sì: la sete di giustizia, di libertà, d'uguaglianza passa attraverso il dolore di lei, la croce. Irraggia da quei volti giovani e antichi che non hanno lanciato nemmeno una maledizione ai loro aguzzini. È questo sacrificio innocente - insensato - a inchiodarci alle nostre irresponsabilità e a farci gridare basta. Dalla disumanizzazione estrema emerge l'anima immortale. I nostri fratelli e sorelle iracheni sono dono e mistero. Come Gesù, non volevano fuggire né morire. Menavano una vita nascosta - e resistente. Chi badava a loro? Ma, nel momento supremo, non hanno rinunciato alle convinzioni più profonde, cioè a dire alla loro umanità.
 Li hanno umiliati, minacciati, venduti come schiavi e schiave, uccisi. Senza risparmiare i bambini. La stessa sorte è toccata agli amici musulmani (un professore, alcuni imam, semplici cittadini) che li hanno difesi in nome di quello stesso Islam che volgari tagliagole stanno deturpando, forse per sempre. Vogliamo ricordare anche questi eroi (quanti di noi avrebbero avuto un quarto del loro coraggio?), assieme alle altre vittime della carneficina, le minoranze yazide e sciite. Questa è la croce, issata nel chiasso muto del fanatismo e dell'ignavia. Come duemila anni fa, lo scempio è avvenuto in un giorno d'ordinaria ferocia. Una ferocia tollerata e alimentata dal consesso internazionale, illuso di poter garantire un assurdo "equilibrio del terrore". Rifiutando la veridicità della croce, si diventa ciechi e sordi. Solo la croce, l'estrema ingiustizia, l'infame patibolo, garantisce la resurrezione. Già qui, adesso, sol che lo vogliamo. Sotto la croce c'è sempre una madre.A dimostrazione che Dio non è solo incomprensibile e lontano, ma piccolo, sconfitto, silente. Tuttavia c'è, e trionferà. Non nell'empireo ma in questo lembo di terra maledetta
Ci giudicherà tramite quella madre, in base alla nostra capacità d'amare e condividere. Come recita una preghiera yazida, la più semplice, la più inclusiva e, dunque, la più "cristiana": O Dio, aiuta le settantadue nazioni del mondo, aiuta coloro che soffrono, coloro che sono in esilio, coloro che si trovano nel bisogno e alla fine, aiutaci!


                                             © Daniela Tuscano

13.8.14

Donne di cui la Boldrini non parla e forse non parlerà le storie di Deniz Firat e delle YJA—Star

Lo  so  che   Qelsi.it è  al  99.99 % un sito fogna  , ma  ogni tanto anche nelle fogne  ci sono  delle perle  visto  che   di solito  la  gente  scarica  di  tutto   , ma  stavolta    ha ragione

Deniz Firat, nella foto, era una giornalista. E’ morta due giorni fa a Maxmur, città irachena fra Erbil e Kirkuk, abitata in gran parte da cristiani e sede di un campo profughi composto dalle minoranze religiose della zona. E’ stata ferita al cuore da una scheggia proveniente da un proiettile di mortaio lanciato dai miliziani dell’IS, I Jahidisti che attualmente tormentano l’Iraq.Laura Boldrini, presidente della Camera sempre così attenta alle donne, non la citerà mai, come si dimenticherà
delle donne dello YJA—Star, gruppo di guerrigliere che ora sta combattendo gli estremisti nella stessa area, permettendo la fuga dei cristiani. Non ne parlerà nonostante le origini di questo gruppo siano nell’estrema sinistra del PKK.
Allo stesso modo non parlerà mai delle donne e degli uomini dell’YPG, le forze curde di difesa del Kurdistan Siriano, che sono entrati in Iraq via terra per assistere le decine di migliaia di profughi Yaziditi in fuga da Sinjar, caduta in mano dell’IS, permettendone l’approdo verso le zone sicure del Kurdistan siriano.Tutte queste donne non posso disturbare I femministi pensieri della Boldrini, che giustamente si gode le proprie sicure e lussuose vacanze.

in tempo di crisi e di fame busa e non si vuole emigrare meglio addattarsi a tutti i tipi di lavoro anche queli per cui non abbiamo studiato la storia di La scommessa di Paolo Ladu, noto “Cipolla”: lava vewtri da 40 anni

  dala nuova  sardegna   9\1\2025  di Valeria Gianoglio Nuoro La bottega di Paolo Ladu, noto “Cipolla  "è un furgone vissuto, un ampio...